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Ponte di barche

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Ponte di barche sul Volturno, 1943

Un ponte di barche è un ponte che galleggia sull'acqua, formato principalmente da barche collegate l'una all'altra.

Ponte di barche a Torre d'Oglio, frazione di Marcaria in provincia di Mantova, nel 2010

Spesso i ponti di questo tipo sono temporanei, ma possono anche venire utilizzati per periodi più lunghi o in modo permanente, dove la costruzione di un altro tipo di ponte non è conveniente a livello economico oppure impossibile logisticamente. Tali tipologie di ponti sono inoltre rimovibili per il passaggio di imbarcazioni e facilmente spostabili[1]. La particolarità ingegneristica dei ponti di barche è il fatto che, quando il livello delle acque sale, anche il ponte sale con esso.

Sono spesso utilizzati durante le guerre, per attraversare i fiumi più facilmente. A volte, in questi casi, i ponti di barche venivano distrutti (distruggendo il passaggio o affondando le barche) una volta che le truppe erano passate, per non far passare altrettanto agevolmente il nemico. Durante il medioevo, lungo i maggiori fiumi della pianura Padana, furono realizzati ponti di barche provvisti di torri e fortificazioni in legno, che furono molto spesso al centro di vere e proprie battaglie, come nel 1239 quando presso il ponte gettato dai piacentini presso Monticelli si scontrarono guelfi e ghibellini[2]. Esempi di questo tipo di impiego si ebbero durante la battaglia del Garigliano (1503) o la battaglia di Oudenaarde (1708). Questa tipologia di ponti fu tuttavia utilizzata ancor prima nella storia, dapprima dai cinesi e successivamente dai greci e dai persiani, che costruirono un ponte di barche sull'Ellesponto, e dagli antichi romani, che costruirono un ponte di barche addirittura sullo stretto di Messina, come raccontato da Plinio il Vecchio. Ovviamente hanno avuto un largo impiego anche durante la seconda guerra mondiale.
Ancora oggi esiste una specialità dell'Esercito italiano chiamata Genio pontieri, adibita anche alla costruzione di ponti di barche.

Va evidenziato che, fino all'età moderna, pochissimi erano i ponti in muratura che solcavano i grandi fiumi dell'Italia Settentrionale; solo per citare un esempio, sul Ticino l'unico ponte in muratura dal lago Maggiore alla sua confluenza nel Po era il ponte coperto di Pavia, mentre sul Po, fino all'Ottocento, vi furono solo ponti di barche[3].

In Italia sono attualmente in funzione otto ponti di barche permanenti, alcuni soggetti a pedaggio, altri gratuiti:

Un altro ponte di barche italiano fu quello di Boretto, in provincia di Reggio Emilia, che univa i comuni di Boretto e Viadana; formato da ben 92 chiatte, fu bombardato nel 1944 e ricostruito, venendo poi eliminato definitivamente nel 1967 e sostituito da un ponte in cemento lungo le SP111 e SP358. Acquisì notorietà nel 1961 grazie ad alcune scene presenti nel film Don Camillo monsignore... ma non troppo.

  • (IT) Loreno Confortini e Marco Bonino, Antiche barche e battelli del Po. Atlante illustrato delle imbarcazioni tradizionali dei fiumi e dei canali della Pianura Padana (pp.82-83), San Felice sul Panaro, Grandi Carte, 2015, p. 88, ISBN 9788890659065.

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