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Stitichezza

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Stitichezza
Stitichezza in un bambino vista mediante radiografia dell'addome. I cerchi rappresentano le aree di materia fecale (le feci sono bianche opaco circondate da gas intestinali neri).
Specialitàgastroenterologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD003248
MedlinePlus003125
eMedicine184704

La stitichezza (anche chiamata stipsi o costipazione) è un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà obiettivamente osservabile e/o soggettivamente percepita a svuotare in tutto o in parte l'intestino espellendone le feci.

In media è anche caratterizzata dalla durezza e dalla secchezza delle feci, che ne rende difficile l'espulsione: questo stato delle feci può essere dovuto ad eccessivo assorbimento di acqua da parte del colon e spesso specie nella stipsi cronica è legato a episodiche o ricorrenti coprostasi ma non è obbligatoriamente connesso a questa: il soggetto può infatti avvertire difficoltà ad evacuare a prescindere dalla lentezza del traffico fecale che caratterizza la coprostasi.

Classificazione e fisiopatologia

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La stipsi è il risultato di un'alterazione nella propulsione del bolo fecale e/o della evacuazione dello stesso. I disturbi della progressione possono essere correlati ad una ridotta massa fecale (diete incongrue, scarso introito di fibre, alterazioni elettrolitiche), ad affezioni organiche del colon che meccanicamente impediscono il passaggio del bolo fecale, oppure ad alterazioni funzionali intestinali, quali la stipsi cronica a lento transito o l'atonia coli. I disturbi della evacuazione sono anche correlabili ad alterazioni organiche della regione ano-rettale (ragadi, fistole, emorroidi, neoplasie ano-rettali, morbo di Hirschsprung, tubercolosi intestinale) o ad alterazioni funzionali, quali la dischezia rettale o la sindrome del perineo discendente.

La malattia celiaca può presentarsi con stipsi (i primi lavori inglesi sulla malattia celiaca evidenziarono che il sintomo più frequente di questa malattia era la stipsi e non la diarrea). Nei bambini una causa frequente di stipsi è l'intolleranza alimentare.

La stipsi (sia acuta che cronica) è in media connotata da difficoltà e dolori nel transito degli escrementi ed è usualmente accompagnata da scarsi stimoli all'evacuazione.

La stitichezza dà sintomi locali, come modesti dolori locali o diffusi, che possono riacutizzarsi fino a diventare una colica, alcune volte possono portare a modificazioni dell'alvo con encopresi.

La stitichezza può influire sullo stato generale: mal di testa, cardiopalmo, insonnia, alitosi. Possono comparire difficoltà digestive e una diminuzione dell'appetito. Sono frequenti le dermatosi (orticaria, eczema, acne), causate probabilmente da autointossicazione dovuta all'assorbimento di sostanze che avrebbero dovuto essere eliminate, ma che invece permangono troppo a lungo nell'intestino.

Secondo recenti ed importanti statistiche su un campione consistente di soggetti, il 40% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto di stipsi almeno una volta nella vita.

La stipsi può essere primitiva o secondaria. È secondaria se generata da fattori terzi, temporanei o stabili che siano, ad esempio, febbre, farmaci, invalidità psicofisica, ecc.

La stipsi acuta (quindi temporanea e facilmente regredibile) è quasi sempre secondaria.

Stipsi cronica

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La stipsi cronica va distinta dalla semplice stipsi generica (acuta o saltuaria), in quanto a differenza da quest'ultima costituisce una condizione a tutti gli effetti clinica[1][2] e perché il trattamento iniziale di questa "con modificazioni dietetiche, uso di fibre, tentativi di regolarizzare l'alvo e lo stile di vita non è sostenuto da solide evidenze cliniche ed è spesso causa di notevole frustrazione da parte dei pazienti"[3].

Costituisce infatti una falsa convinzione "che questa condizione, anche nelle sue forme più severe, sia una variante fisiologica, più o meno mal sopportata, dello stato di salute e non una condizione clinica che, quando di grado severo, può essere incapacitante [...] Questi fatti sono valutabili attraverso le evidenze scientifiche disponibili. Le citazioni bibliografiche (Pub Med) reperibili alla voce «disturbi funzionali gastrointestinali» e pubblicate su autorevoli riviste mediche sono oltre cinquecentomila e quelle riguardanti la voce stipsi oltre diecimila"[4].

Come conferma anche il sito dell'organizzazione per la pratica e ricerca medica Mayo Clinic (nota per essere in cima alla lista dei più accreditati standard di qualità[5]): "Sebbene la costipazione occasionale sia molto comune, alcune persone soffrono di costipazione cronica che può interferire con la loro capacità di occuparsi dei propri affari quotidiani. La costipazione cronica può anche provocare degli sforzi eccessivi per smuovere l'intestino, ed altri segnali e sintomi. Il trattamento della costipazione cronica dipende dalla causa che la provoca"[6][non chiaro].

La stipsi cronica in media è autodiagnosticata dal paziente, talvolta incontrando difficoltà perché i non specialisti possono attribuirne i sintomi ad altre patologie o sindromi: "Spesso i medici tendono a minimizzare i sintomi quando i pazienti dicono di avere una costipazione cronica [...] ed i pazienti devono essere più decisi nel descrivere i loro problemi di costipazione. I medici devono fare più domande e capire di cosa si tratta realmente"[7][non chiaro].

Identificazione e classificazione

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La stipsi cronica clinicamente è divisibile in:

  • stipsi silente
  • stipsi complicata
  • stipsi riferita

Inizialmente questa sarebbe stata definita dagli stessi pazienti, secondo criteri soggettivi, in termini di ridotta frequenza dell'alvo e disturbi addominali imputati ad una difficoltosa ed insufficiente evacuazione (stitichezza quantitativa).

Poi alcuni studiosi indicarono il criterio di 3 evacuazioni per settimana (il 98° percentile della frequenza dell'alvo statisticamente riportata dalla popolazione adulta) come frequenza minima per non considerarsi affetti dal disturbo.

Il punto è che evacuare ogni 2-3 giorni è potenzialmente ancora considerabile normale e il 60% di coloro che si definiscono stitici hanno un'attività apparentemente in termini di frequenza più regolare della norma (una volta al giorno), accusando i sintomi di una stitichezza fisiologica sulla base di un malessere esclusivamente soggettivo.[8]

Oggi di fatto si procede alla diagnosi in base ai Criteri di Roma (nello specifico i Criteri di Roma III). Per esser definita cronica[9][10] la stipsi

  • deve presentare almeno alcune caratteristiche (ad es. sforzo, sensazione di incompleto svuotamento, meno di 3 evacuazioni a settimana, ...) negli ultimi 3 mesi con un esordio da almeno 6 mesi
  • le cosiddette "feci non formate" si presentano raramente senza lassativi
  • non deve rientrare nella diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile
Primitiva o secondaria
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La stipsi cronica può essere primitiva o secondaria. È secondaria se generata da fattori terzi, ad es. farmaci, invalidità psicofisica, ecc. cioè può essere secondaria a numerose condizioni morbose, nosologicamente determinate, in cui il sintomo è quindi ciò che si manifesta di una patologia organica gastrointestinale o extraintestinale.

Nella maggior parte dei casi la stipsi cronica è primitiva o idiopatica, rappresenta cioè un'entità autonoma che, in assenza di lesioni organiche o biochimiche, è ricollegabile a patologia cosiddetta «funzionale» della motilità del viscere.

Nella pratica clinica si distingue nelle forme di stipsi idiopatica:

  • la stipsi cronica idiopatica semplice, che risponde ai comuni trattamenti medici
  • la stipsi cronica idiopatica intrattabile, che non risponde ai comuni presidi terapeutici di tipo medico ed è suscettibile di approccio chirurgico.
Caratteristiche e sintomi
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Le dosi fecali sono scarse e spesso hanno un aspetto molto secco e duro; la defecazione non è mai completa. Come esame complementare si può usare la manometria colica delle 24 ore e clisma opaco ed eventualmente la defecografia. Può essere utile per monitorizzare nel tempo la consistenza delle feci e i miglioramenti ottenuti con la terapia l'uso della Bristol stool scale.[11]

Il quadro clinico della stipsi cronica non è però dato solo dalla frequenza e difficoltà con cui si va al bagno ma anche da una serie di sintomi spesso associati (ad es. gonfiore e dolore addominale) e dal come tutto questo interagisce con l'esistenza e la quotidianità psicosociale della persona.[9][12]

La diagnosi è multifattoriale e talvolta complessa, quindi le terapie possono variare. In media tra i farmaci utilizzati c'è in via preferenziale il macrogol, in via secondaria il prucalopride[9]. Nei casi in cui la stipsi cronica sia effetto e parte della sindrome dell'intestino irritabile, è emerso recentemente che un notevole miglioramento è dato dalle diete a basso contenuto di FODMAP.

L'irrigazione transanale del colon (TAI) è una pratica ideata per assistere l'evacuazione tramite l'introduzione di acqua nel colon attraverso l'ano.[13] La pratica risulta utile nei soggetti che soffrono di stipsi (particolarmente di tipo ostruttivo) o incontinenza fecale, specialmente se secondaria a malattie neurologiche.[14]

La stipsi specie quella cronica essendo un sintomo e una sindrome può essere causata da numerosi fattori (di cui un tot sono di matrice ambientale psicologica e persino soggettiva) tra cui anche - ma assolutamente non per forza o solo - da coprostasi (movimento troppo lento del materiale digerito attraverso il colon, che determina una eccessiva quantità di acqua assorbita dall'intestino) che a sua volta può essere dovuta a molti fattori (insufficiente assunzione di liquidi, stati di decubito prolungato,ecc.).

Ginecologiche

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Malattie connettivali

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Malattie batteriche

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Stile di vita

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Antiacidi; Anticolinergici; Anticonvulsivanti o Antiepilettici; Antidepressivi; Antistaminici; Antiparkinsoniani; Antipsicotici; Calcio-antagonisti; Calcio supplementi; Diuretici; Terapia marziale; Lassativi per usi cronici (specie con gli stimolanti/irritanti p.e.: Antrachinonici); FANS; Oppioidi maggiori; Oppioidi minori; Antitussigeni; Codeino simili.

Malattie metaboliche

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Malattie neurologiche

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Disturbi psichiatrici

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Freud ricollega la stipsi alla psiconevrosi:

«I disturbi intestinali tanto comuni nell'infanzia fanno in modo che la zona anale non resti priva di eccitazioni intense. I catarri in tenera età rendono i bambini nervosi, e in casi di successiva malattia hanno un'influenza determinante sui sintomi della nevrosi e mettono a disposizione di questa l'intera gamma di disturbi intestinali. I bambini che ricorrono alla suscettibilità alla stimolazione erogena della zona anale si tradiscono perché trattengono le feci finché la loro accumulazione non provoca delle violente contrazioni muscolari e, quando passano attraverso l'ano, un potente stimolo alla mucosa. In questo le feci devono senza dubbi causare non solo sensazioni dolorose, ma anche sensazioni molto piacevoli»

Secondo Freud c'è un reciproco condizionamento fra nevrosi e stipsi. In un primo momento, il bambino apprende per caso che la stitichezza, avente altre cause non psicologiche, provoca uno stato di nevrosi e al momento della defecazione uno stato di piacere e dolore. La psiche, alla ricerca del piacere come strumento compensatorio della nevrosi, utilizzerebbe in seguito la stitichezza come stimolo della zona anale fine al mero piacere, e poi tramite questo per gestire e ridurre uno stato di nevrosi.

«La ritenzione della massa fecale, che pertanto è all'inizio attuata dal bambino perché serva, per così dire, da stimolo masturbatorio della zona anale o perché sia usata nei suoi rapporti con quelli che lo circondano, costituisce anche una delle cause primarie della stitichezza così comune fra i nevropatici. [..]. La vera stimolazione esercitata per mezzo del dito e, provocata da una sensazione di prurito determinata centralmente o mantenuta perifericamente, non è affatto rara tra i bambini più grandi»

Nei casi di stipsi lieve e saltuaria (ed escludendo i casi in cui la stitichezza dipende da fattori patologici gravi) si indicano le seguenti misure:

  • Camminare di più o realizzare un'altra attività che ponga in movimento il corpo. Normalmente aiutano 20 minuti di movimento al giorno a ritmo accelerato e per tonificare la muscolatura addominale e stimolare quella intestinale; svolgere, lontano dai pasti, un'intensa attività fisica di tipo "cardio" è sicuramente un valido aiuto contro la stitichezza.
  • In determinati casi maggior quantità di fibre alimentari: legumi, verdura cotta e soprattutto cruda, cereali, e in generale tutti gli alimenti ricchi di fibre vegetali: psillio, crusca.
  • Assumere maggior quantità di liquidi: acqua (a digiuno), brodo, latte, succo di frutta.
  • Evitare invece di assumere fibre nei casi in cui la stipsi sia dovuta a patologie funzionali come morbo di Hirschsprung, a problemi motori come la pseudo ostruzione intestinale oppure a problemi anatomici come le stenosi.[16]

Se vengono prescritti lassativi come lattulosio, mannitolo, latte di magnesia, macrogol oppure glicole polietilenico, che sono generalmente raccomandati come agenti primari a causa del loro basso costo e soprattutto della loro relativa sicurezza.[17] Solo quando questi non avessero effetto si fa ricorso a stimolanti.[18] In casi di costipazione cronica, il glicole polietilenico sembra essere più efficace rispetto al lattulosio.[19] Farmaci procinetici potrebbero anche essere usati per migliorare la mobilità gastrointestinale. Molti nuovi principi attivi hanno mostrato buoni risultati nella costipazione cronica; uno di questi è il prucalopride[20] e il lubiprostone.[21] La cisapride è anche disponibile nei paesi del terzo mondo, ma ne è stata vietata nella maggior parte del mondo occidentale. È stata dimostrata la sua efficacia nel trattamento della costipazione, ma potrebbe causare aritmia cardiaca e morte.[22]

In passato era utilizzato anche in Italia l'olio di ricino. Esso risulta molto efficace nel trattamento della stipsi in quanto è uno dei pochi farmaci in commercio nel mondo in grado di modificare la consistenza delle feci, ma, come quasi tutti i lassativi, può provocare assuefazione e, soprattutto se assunto in dosi eccessive, può provocare vomito, coliche renali e altri disturbi[23]. in Italia l'olio di ricino risulta non consigliato, forse vietato o non facilmente reperibile a causa degli effetti collaterali di cui sopra e degli elevati standard di sicurezza garantiti dallo stato italiano. Esso è, però, utilizzato in molti altri paesi come ad esempio gli Stati Uniti, dove la FDA (Food and Drug Administration) lo ha classificato come "generalmente riconosciuto come sicuro ed efficace" ((EN) generally recongized as safe and effective, GRASE),[24] e anche in altri paesi come la Cina e la Thailandia è ampiamente utilizzato senza necessità di prescrizione medica.

  1. ^ Chronic Constipation: Facts vs. Myths, su webmd.com.
  2. ^ Stipsi cronica, su shireitalia.it.
  3. ^ Enrico Stefano Corazziari, Stipsi cronica, Milano, Messaggi International Srl, Giugno 2012, p. 26.
  4. ^ Enrico Stefano Corazziari, Stipsi cronica, Milano, Messaggi International Srl, Giugno 2012, p. 126.
  5. ^ Mayo Clinic, su health.usnews.com.
  6. ^ (EN) Constipation - Definition, su mayoclinic.org.
  7. ^ Chronic Constipation: Facts vs. Myths, su webmd.com.
  8. ^ Harrison 2006
  9. ^ a b c Enrico Stefano Corazziari, Stipsi cronica, Milano, Messaggi International Srl, Giugno 2012.
  10. ^ Emedicine, "constipation".
  11. ^ SJ. Lewis, KW. Heaton, Stool form scale as a useful guide to intestinal transit time., in Scand J Gastroenterol, vol. 32, n. 9, Sep 1997, pp. 920-4, DOI:10.3109/00365529709011203, PMID 9299672.
  12. ^ Mauro Basilico, Stipsi cronica, su maurobasilico.it.
  13. ^ Emmanuel AV, Krogh K, Bazzocchi G, Leroi AM, Bremers A, Leder D, van Kuppevelt D, Mosiello G, Vogel M, Perrouin-Verbe B, Coggrave M, Christensen P, Consensus review of best practice of transanal irrigation in adults, in Spinal Cord, vol. 51, n. 10, ottobre 2013, pp. 732–8, DOI:10.1038/sc.2013.86, PMID 23958927. URL consultato il 19 dicembre 2014.
  14. ^ Coggrave M, Norton C, Management of faecal incontinence and constipation in adults with central neurological diseases, in The Cochrane Database of Systematic Reviews, vol. 12, 2013, pp. CD002115, DOI:10.1002/14651858.CD002115.pub4, PMID 24347087. URL consultato il 19 dicembre 2014.
  15. ^ Copia archiviata (PDF), su aosp.bo.it. URL consultato il 19 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014)..
  16. ^ Wayback Machine (PDF), su web.archive.org. URL consultato il 24 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014).
  17. ^ American Gastroenterological Association,, AE Bharucha, SD Dorn, A Lembo e A Pressman, American Gastroenterological Association medical position statement on constipation (Review), in Gastroenterology, vol. 144, n. 1, gennaio 2013, pp. 211–217, DOI:10.1053/j.gastro.2012.10.029, PMID 23261064.
  18. ^ Locke GR, Pemberton JH, Phillips SF, American Gastroenterological Association Medical Position Statement: guidelines on constipation, in Gastroenterology, vol. 119, n. 6, dicembre 2000, pp. 1761–6, DOI:10.1053/gast.2000.20390, PMID 11113098.
  19. ^ Lee-Robichaud H, Thomas K, Morgan J, Nelson RL, Lactulose versus Polyethylene Glycol for Chronic Constipation., in Cochrane Database of Systematic Reviews, n. 7, 7 luglio 2010, pp. CD007570, DOI:10.1002/14651858.CD007570.pub2, PMID 20614462.
  20. ^ Camilleri M, Deiteren A, Prucalopride for constipation, in Expert Opin Pharmacother, vol. 11, n. 3, febbraio 2010, pp. 451–61, DOI:10.1517/14656560903567057, PMID 20102308.
  21. ^ Barish CF, Drossman D, Johanson JF, Ueno R, Efficacy and safety of lubiprostone in patients with chronic constipation, in Dig. Dis. Sci., vol. 55, n. 4, aprile 2010, pp. 1090–7, DOI:10.1007/s10620-009-1068-x, PMID 20012484.
  22. ^ (EN) Omar M Aboumarzouk, Trisha Agarwal, Ramez Antakia, Umar Shariff e Richard L Nelson, Cochrane Database of Systematic Reviews, John Wiley & Sons, Ltd, 19 gennaio 2011, DOI:10.1002/14651858.cd007780.pub2 (archiviato il 4 settembre 2017).
  23. ^ Copia archiviata, su coopfirenze.it. URL consultato il 3 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2018).
  24. ^ Ingredient List A-C (PDF), su fda.gov, FDA (see page 52 of this link). URL consultato il 28 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2006).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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