Setaccio

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Disambiguazione – Se stai cercando il setaccio utilizzato in agricoltura, vedi Vaglio (agricoltura).

Un setaccio (anche chiamato staccio, cribro, vaglio o crivello[1]) è un dispositivo costituito da un recipiente che per fondo ha generalmente un retino metallico, che serve ad eseguire una cernita in base alle dimensioni.

In laboratorio

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Lo stesso argomento in dettaglio: Setacciatura.

I setacci in laboratorio sono utilizzati per filtrare materiale avente dimensioni superiori a quelle della maglia e stabilire la dimensione granulometrica del materiale trattenuto.[2][3]

È possibile disporre più setacci uno sopra l'altro, in modo da suddividere rapidamente un materiale eterogeneo come il terreno, e ricavarne la composizione granulometrica e la curva granulometrica.

Nell'industria di processo

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Un esempio di macchina setacciatrice per l'eliminazione delle particelle più grosse.

Nell'industria di processo, i setacci possono essere utilizzati per svolgere la separazione solido-solido di materiali granulari, in modo da ottenere un prodotto avente una ben determinata granulometria. Ciò si rende necessario quando le caratteristiche del prodotto (e quindi la sua qualità e il suo prezzo) dipendono dalle dimensioni medie delle sue particelle o dall'omogeneità di tali particelle, come nel caso di molti materiali da costruzione (ad esempio: cemento, calce, ghiaia, pietrisco, ecc.) o altri materiali granulari o pulverolenti (ad esempio: sale, zucchero, farine, cereali, legumi, ecc.).

In cucina il setaccio serve a setacciare le farine o altri composti granulosi come il pan grattato per determinarne la finezza, ripristinare l'omogeneità o eliminare i corpi estranei. I setacci per alimenti sono realizzati tradizionalmente con la fascia in legno e il fondo in rete fatta di metallo o crine, oggi in commercio si trovano anche con la fascia in plastica e le retine in acciaio inossidabile e nylon.[4][5][6]

Nell'estrazione mineraria

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In archeologia

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Utilizzo di un setaccio sul terreno raccolto da uno scavo archeologico

Nell'ambito degli scavi archeologici, la setacciatura (a umido o a secco) è spesso utilizzata come metodo per la separazione dei reperti dal terreno raccolto dagli scavi e per la loro campionatura.[7][8] La setacciatura a umido, svolta facendo passare acqua attraverso una pila di setacci, è detta anche "flottazione"[7][8] (da non confondere con l'omonimo processo di separazione utilizzato nell'ambito dell'industria di processo).

  1. ^ Setaccio, in Treccani.it – Sinonimi e contrari, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
  2. ^ Setaccio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Setaccio, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 27 marzo 2019.
  4. ^ Come Setacciare la Farina, su wikihow.it. URL consultato il 27 marzo 2019.
  5. ^ SETACCIARE LA FARINA - ECCO A COSA SERVE, su cucina-green.com. URL consultato il 27 marzo 2019.
  6. ^ Come setacciare la farina, su ricettedigusto.info. URL consultato il 27 marzo 2019.
  7. ^ a b Lanfredo Castelletti, Ricerca archeologica. Lo studio dei reperti, in Il mondo dell'archeologia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  8. ^ a b Daniele Manacorda, Ricerca archeologica. Lo scavo stratigrafico, in Il mondo dell'archeologia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  • Comune di Udine, Museo Friulano delle arti tradizioni popolari, Materiali di una ricerca per la mostra Intrecciatura tradizionale friulana (Chiesa di S. Francesco, Udine, gennaio-febbraio 1986), Udine, stampa Arti grafiche friulane, 1986.

Voci correlate

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Altri progetti

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