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Meningite tubercolare

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Meningite tubercolare
Immagine ottenuta tramite tomografia computerizzata che mostra un caso di meningite tubercolare
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM013.0 e 013.00
ICD-10A17.0 e G01
MeSHD014390
MedlinePlus000650
eMedicine1166190

La meningite tubercolare è una infiammazione delle meningi, in special modo della base cranica e dei nervi encefalici, dovuta al micobatterio tubercolare. Pur essendo una meningite batterica, è una forma con liquor limpido (di solito le forme a liquor limpido sono invece per la maggior parte virali).

Epidemiologia

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Colpisce prevalentemente in età infantile, entro pochi mesi dalla manifestazione della malattia primaria, ma si sono registrati diversi casi anche in età adulta e soprattutto tra gli anziani, specie se immunodepressi o comunque compromessi.

Fattori di rischio

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Fattori di rischio sono, come accennato prima, l'immunodepressione per qualunque causa (es. età, uso di cortisonici ad alte dosi, diabete, chemioterapie, AIDS) ma anche l'abuso di alcool.

Anatomia patologica

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L'infezione causa la formazione di un essudato che occupa le cisterne della base. L'evoluzione cicatriziale può causare blocco liquorale e idrocefalo.

Sintomatologia

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I sintomi e i segni clinici sono più gravi se la persona colpita è un bambino, vi possono essere convulsioni arrivando alla paralisi e a uno stato comatoso, mentre negli adulti si manifesta inizialmente in maniera più blanda con astenia, apatia e febbre, poi con l'avanzare della malattia si osservano anche la paralisi dei nervi cranici fino ad arrivare al coma. Negli anziani è molto subdola, e può essere difficile da differenziare da un inizio di demenza o di altro decadimento cognitivo.

Le cause che possono portare alla manifestazione della meningite durante la tubercolosi sono varie, può essere dovuta alla rottura di un tubercoloma a livello cerebero-spinale oppure più facilmente è consequenziale all'effetto di un focolaio localizzato nei polmoni che si diffonde per via ematica o linfatica.

Gli esami tipici sono la risonanza magnetica del cranio, l'esame del fundus oculi e soprattutto l'esame del liquor. Quest'ultimo, pur essendo come già detto di aspetto limpido, mostra incremento dei linfociti (pleiocitosi linfocitaria), riduzione del glucosio (ipoglicorrachia) e aumento marcato delle proteine (iperproteinorrachia) che sono tipici di questa malattia e possono portare persino alla coagulazione del liquor.

Il trattamento deve essere immediato e sorvegliato da specialisti, si basa sulla somministrazione di almeno tre farmaci antitubercolari che possano passare la barriera emato-encefalica, meglio se endovena:

  • Isoniazide (adulti 300 mg al giorno, bambini 10 mg/kg al giorno)
  • Etambutolo (adulti e bambini 25 mg/kg al giorno)
  • Pirazinamide (adulti e bambini 25 mg/kg al giorno)

La prognosi rimane molto grave e c'è il rischio di gravi danni permanenti, anche a causa del ritardo diagnostico. In passato era quasi sempre infausta, oggi con i farmaci più moderni è notevolmente migliorata.

  • Gaetano Filice, Malattie infettive, 2ª edizione, Milano, McGraw-Hill, 1998, ISBN 88-386-2362-7.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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