Orhan Kemal
Orhan Kemal, all'anagrafe Mehmet Raşit Öğütçü[1][2][3][4][5][6][7] (Adana, 15 settembre 1914 – Sofia, 2 giugno 1970), è stato uno scrittore turco.
Annoverato tra i massimi esponenti della letteratura turca[2][7], fu autore di romanzi, racconti, poesie e opere teatrali legati soprattutto al disagio sociale[2] e al mondo operaio e contadino[5] e di ispirazione marxista[5] (motivo per il quale fu spesso costretto all'esilio[1][5]). Dalle sue opere sono stati tratti una trentina tra film e fiction televisive[8] e a lui è intitolato il Premio Orhan Kemal.[9]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio del noto avvocato Abdülkadir Kemali Öğütçü[3][4] e di una donna di nome Azime,[4] Mehmet Raşit Öğütçü nacque ad Adana, nel distretto cittadino di Ceyhan[1][2][4], il 15 settembre 1914. In quel periodo, il padre era di stanza a Dardanos, impegnato come tenente di artiglieria nella campagna di Gallipoli.[10]
Nel 1931, all'età di 17 anni, fu costretto a fuggire dapprima in Siria e poi in Libano a causa delle posizioni politiche del padre.[1][2][3] Già l'anno seguente, fece però ritorno nella sua città natale.[1][2][3]
In seguito, trovò lavoro in una fabbrica di guarnizioni, dove conobbe Nuriye, che il 19 maggio 1937 diventò sua moglie e che l'anno seguente lo rese padre per la prima volta.[4][7]
Nel 1938, mentre stava svolgendo il servizio militare a Niğde, venne processato con l'accusa di propaganda del comunismo per le poesie da lui scritte e per aver letto libri di autori quali Maksim Gor'kij e Nâzım Hikmet e condannato in data 27 gennaio 1939 alla pena di cinque anni di reclusione.[2][3][4][7] Incarcerato nel penitenziario di Bursa[1][2][5][7] , durante la prigionia, fece amicizia con il famoso scrittore Nâzım Hikmet,[2][3][4][5][6][7] rinchiuso nella stessa sua cella[6].
Negli anni della prigionia, vennero pubblicate nella rivista Yeni Edebiyat ("Nuova letteratura") alcune sue poesie e il primo capitolo del romanzo La casa di mio padre (Baba evi), opere firmate con gli pseudonimi Raşit Kemali e Orhan Raşit.[1]
Il 26 settembre 1943, scontata la condanna, fece ritorno nella sua città natale.[1][2][4] In quell'anno, iniziò anche ad usare lo pseudonimo Orhan Kemal, firmando il racconto Asma Çubuğu, che venne pubblicato nel giornale İkdam.[4]
Nel 1949 venne pubblicato il suo primo racconto, intitolato Ekmek Kavgası ("La lotta per il pane") e il suo primo romanzo, La casa di mio padre (Baba evi).[1][2][3][6][7] Sempre nel 1949, nacque il suo terzo figlio, al quale dette il nome del padre, scomparso nello stesso anno;[7] in seguito, si trasferì a Istanbul con la famiglia.[1][2][4][6]
Nel 1964, avvenne un evento che lo toccò particolarmente, ovvero la morte del fratello Sıtkı.[7] Due anni dopo, il 7 marzo 1966, fu arrestato in una locanda di Istanbul con l'accusa di propaganda del comunismo[1][4][6], ma fu rilasciato dopo due mesi di carcere[6].
Nel 1968, pubblicò il racconto Önce ekmek, che l'anno seguente vinse il Premio dell'Associazione Linguistica Turca (Türk Dil Kurumu).[2][4]
Kemal trascorse i suoi ultimi anni di vita in Bulgaria e Romania.[1] Morì a Sofia, in Bulgaria, il 2 giugno 1970. Fu sepolto nel Cimitero di Zincirlikuyu a Istanbul.
Opere (lista parziale)
[modifica | modifica wikitesto]Romanzi
[modifica | modifica wikitesto]- La casa di mio padre (Baba evi, 1949)
- Murtaza (1952)
- Bereketli topraklar Üzerinde (1954)
- Suçlu (1957)
- Devlet Kuşu (1958)
- Gavurun (1959)
- El Kızı (1960)
Racconti
[modifica | modifica wikitesto]- Ekmek Kavgası (1949)
- Sarhoşlar (1951)
- Çamaşırcının Kızı (1952)
- Sait Faik Abasıyanık Hikaye Armağanı (1966)
- Önce ekmek (1968)
- İnci'nin Maceraları (1971-1976)
Opere teatrali
[modifica | modifica wikitesto]- İspinozlar (1965)
Filmografia parziale
[modifica | modifica wikitesto]Soggetto e sceneggiatura
[modifica | modifica wikitesto]- Suçlu, regia di Atıf Yılmaz (1960)
- Avare Mustafa (1961)
- Aska kinim var, regia di Semih Evin (1962)
- Üç tekerlekli bisiklet (1962)
- Murtaza (1965)
- Yaprak dökümü, regia di Memduh Ün (1967)
- Vukuat var (1972)
- 72. Koğuş, regia di Erdoğan Tokatlı (1987)
- Hanımın Çiftligi - miniserie TV (1990)
- Eskici ve oğulları (1990)
- Kötü Yol (2012)
- Evlerden Biri (2012)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l (TR) Orhan Kemal, su biyografi.info. URL consultato l'8 marzo 2017.
- ^ a b c d e f g h i j k l m (TR) Orhan Kemal [collegamento interrotto], su edebiyatogretmeni.com, Edebiyat Öğretmeni.com. URL consultato il marzo 2017.
- ^ a b c d e f g (TR) Orhan Kemal kimdir, biyografi.., su mailce.com, Malice.com. URL consultato l'8 marzo 2017 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2017).
- ^ a b c d e f g h i j k l (TR) Orhan Kemal, su haberler.com. URL consultato il marzo 2017.
- ^ a b c d e f Orhan Kemal, su treccani.it, Enciclopedia Treccani. URL consultato l'8 marzo 2017.
- ^ a b c d e f g Orhan Kemal, su elliotedizioni.com, Elliot Edizioni. URL consultato l'8 marzo 2017 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2017).
- ^ a b c d e f g h i (TR) Tanriyar, Elif, Edebiyatımızın 'ekmek kadar sıcak' yürekli kalemi Orhan Kemal, in Milliyet Kitap, ottobre 2014. URL consultato il 9 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2016).
- ^ (EN) Orhan Kemal, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il marzo 2017.
- ^ (TR) Orhan Kemal Roman Ödülü, su orhankemal.org, Orhan Kemal - Sito ufficiale. URL consultato l'8 marzo 2017.
- ^ (TR) Organi Kemal'in eserlerinde folklorik unsurlar, su tez.yok.gov.tr, Niğde Üniversitesi Sosyal Bilimler Enstitüsü Yüksek lisans tezi 2012. URL consultato il marzo 2017.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Orhan Kemal
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Orhan Kemal - Sito ufficiale (in varie lingue), su orhankemal.org.
- Orhan Kemal, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Opere di Orhan Kemal, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Orhan Kemal, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Orhan Kemal, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Orhan Kemal, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 71410694 · ISNI (EN) 0000 0001 0858 4432 · BAV 495/53098 · Europeana agent/base/86866 · LCCN (EN) n83206799 · GND (DE) 119003627 · BNF (FR) cb120553026 (data) · J9U (EN, HE) 987007263627705171 |
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