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Frasso Telesino

Coordinate: 41°09′N 14°32′E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Frasso Telesino
comune
Frasso Telesino – Stemma
Frasso Telesino – Bandiera
Frasso Telesino – Veduta
Frasso Telesino – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Provincia Benevento
Amministrazione
SindacoPasquale Viscusi (lista civica Ricominciamo insieme) dal 10-6-2018
Territorio
Coordinate41°09′N 14°32′E
Altitudine374 m s.l.m.
Superficie21,82 km²
Abitanti2 020[1] (30-4-2023)
Densità92,58 ab./km²
FrazioniNansignano
Comuni confinantiCautano, Dugenta, Melizzano, Sant'Agata de' Goti, Solopaca, Tocco Caudio, Vitulano
Altre informazioni
Cod. postale82030
Prefisso0824
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT062035
Cod. catastaleD784
TargaBN
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 751 GG[3]
Nome abitantifrassesi ("frascetani" dialetto locale)
PatronoSanta Giuliana di Nicomedia
Giorno festivo16 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Frasso Telesino
Frasso Telesino
Frasso Telesino – Mappa
Frasso Telesino – Mappa
Posizione del comune di Frasso Telesino nella provincia di Benevento
Sito istituzionale

Frasso Telesino è un comune italiano di 2 020 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania.

Geografia fisica

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Frasso Telesino è sito sul versante occidentale del Taburno Camposauro, tra le cime rocciose del monte Sant'Angelo (1189 m) e le cime di Monte Cardito e di Serra del Ceraso (1220 m) dove si apre il vallone di Prata.

Il territorio comunale è compreso fra i 65 metri ed i 1220 metri, con un'escursione altimetrica di 1155 m.

È sede della comunità montana del Taburno.

Il suo nome deriva da terra frassorum o castrum fracti, probabilmente originato da fraxinus, l'albero raffigurato nello stemma civico. Con l'Unità d'Italia vi fu aggiunto l'appellativo di "Telesino" per distinguerlo dagli altri centri omonimi.[4]

Secondo la tradizione popolare il paese fu fondato da coloro che si salvarono alla distruzione di Telesia del 1349. Il comune è però ricordato secoli prima, in un documento del X secolo.[5]

Ai tempi di Carlo I d'Angiò era possedimento dei conti di Caserta.

Nel 1317 passò a Diego de la Rath. Una sua discendente, Caterina de la Rath (italianizzata Della Ratta), fu spogliata del feudo alla fine del Quattrocento ma lo riconquistò nel 1509.

Nel 1496 Frasso ospitò re Federico I di Napoli che firmò alcuni decreti in Terra Frassorum.[6]

La figlia di Caterina Della Ratta ebbe in dote il feudo che passò ai Gambacorta e quindi ai Pignatelli.

Successivamente fu venduto ai de Ponte per poi tornare ai Gambacorta.

Nel 1647, durante una sommossa popolare, fu ucciso il figlio del principe Gambacorta, implicato nella rivolta di Masaniello.

Nel XVIII secolo passò ai Dentice e poi agli Spinelli che lo tennero sino all'abolizione del feudalesimo (1806).

Dal 1861 fa parte della provincia di Benevento.

Nel 1943 fu bombardata due volte dagli americani.[6]

Lo stemma e il gonfalone del comune Frasso Telesino sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 ottobre 2016.[7]

«Stemma d'azzurro, all'albero di frassino di verde, fruttato d'oro, fustato al naturale, nodrito nella pianura diminuita di verde, cimato dalla colomba d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

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L'Eremo di San Michele sul monte Camposauro
  • Grotta di San Michele, probabilmente aperta al culto dai longobardi.
  • Chiesa della Madonna di Campanile, o della Madonna del Soccorso (XVIII sec.). Questo luogo sacro fu costruito dalla principessa Giulia Gambacorta, in onore di una immagine mariana in legno scolpito (XII sec.)rinvenuta tra le rovine di una cappella medievale.
  • Palazzo Gambacorta, residenza dei feudatari di Frasso.
  • Palazzo Mosiello , del 1675, caratteristica residenza a corte della omonima famiglia nobile, originaria di Verona (Muselli).

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Il paese è a vocazione prevalentemente agricolo-pastorale.

Ha una superficie agricola utilizzata di 1065,39 ettari (2000).[9]

Il territorio agricolo, in gran parte collinare, è sfruttato per la produzione di olio di oliva e dei vini aglianico, piedirosso e falanghina.

Amministrazione

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Di seguito riportiamo i più recenti sindaci di Frasso Telesino.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Carmine Calandra Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1991 Maria Assunta Colella Commissario
1991 1992 Carmine Calandra Democrazia Cristiana Sindaco
1992 1996 Luigi Matarrazzo Democrazia Cristiana-PPI Sindaco
1996 1997 Giorgio Di Cerbo Centro Cristiano Democratico Sindaco
1997 1997 Maria Assunta Colella Commissario
1997 2000 Giorgio Di Cerbo Centro Cristiano Democratico Sindaco
2000 2001 Cosimo Facchiano Commissario
2001 2003 Enrico Spagnuolo Democratici di Sinistra Sindaco
2003 2004 Elvira Nuzzolo Commissario
2004 2007 Giuseppe Izzo Forza Italia Sindaco
2007 2008 Michela Falzarano Commissario
2008 2013 Lino Massaro Lista civica Sindaco
2013 2018 Giuseppe Di Cerbo Lista civica Sindaco
2018 in carica Pasquale Viscusi Lista civica Sindaco
  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Marrocco, p. 64.
  5. ^ Touring, p. 320.
  6. ^ a b Marrocco, p. 65.
  7. ^ Frasso Telesino (Benevento) D.P.R. 25.10.2016 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 4 agosto 2022.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Fonte: Camera di Commercio di Benevento, Dati e cifre, maggio 2007.
  • AA.VV., L'Italia: Campania, Milano, Touring Club Italiano, 2005.
  • Dante B. Marrocco, Guida del Medio Volturno, Napoli, Tipografia Laurenziana, 1986.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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