Brigate Comuniste
Le Brigate Comuniste furono un'organizzazione armata di estrema sinistra formatasi in Lombardia attorno alla pubblicazione del periodico Rosso.
Brigate Comuniste | |
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Attiva | 1976-1978 |
Nazione | Italia |
Ideologia | Comunismo |
Affinità politiche | Formazioni comuniste combattenti |
Componenti | |
Attività | |
Questo periodico a sua volta era nato nel 1973 come periodico del Gruppo Gramsci, creato tra Milano ed il Varesotto da un gruppo di ex militanti del Movimento Studentesco.[1] Alcuni reduci dell'ala negriana di Potere Operaio, discioltosi nel 1973,[1] e numerosi quadri dirigenti e militanti del Gruppo Gramsci, dettero vita a una nuova serie della rivista, molto attenta sia ai temi delle lotte operaie e proletarie sul salario e contro l'organizzazione del lavoro, sia alle tensioni dei movimenti alternativi e contro-culturali, primo tra tutti il femminismo.[2]
Attorno alla rivista si formò un'area di militanti, che cominciò ad affiancare già dal 1974 il lavoro politico di massa con pratiche illegali come le spese proletarie nei supermercati e con le prime azioni armate, come la distruzione del magazzino di Fizzonasco in provincia di Milano della International Telephone and Telegraph Corporation,[3] accusata di aver appoggiato il golpe di Pinochet in Cile.
Il nome Brigate Comuniste nascerà solo nel 1976, nel corso di un dibattito sulle forme di lotta e di organizzazione.[2] Tra le azioni attribuibili alla sigla, irruzioni contro il lavoro nero in numerosi cantieri e officine, ronde armate contro lo spaccio di droga, attentati contro stazioni delle forze dell'ordine, contro sedi delle Democrazia Cristiana,[2] contro dirigenti d'azienda e soprattutto contro le istituzioni carcerarie, tra cui la demolizione del costruendo carcere di Bergamo nel 1977.[3][4] Di rilievo l'irruzione in una sede della Face Standard, sempre a Milano, con parziale distruzione dell'impianto. In nessuna di queste azioni vi furono vittime.[3][5]
L'organizzazione subì una scissione nel 1977 allorché alcuni suoi membri furono tra i fondatori delle Formazioni Comuniste Combattenti.[2] Nei mesi successivi i suoi militanti si dispersero in vari gruppi, sicché nel 1978 il gruppo cessò di esistere.[3] Tra l'aprile e il dicembre del 1979, numerosi esponenti di Rosso, primo tra tutti Toni Negri, furono arrestati e imprigionati nel corso della tormentata vicenda politico-giudiziaria conosciuta come Processo 7 aprile.[6]
Le Brigate Comuniste hanno operato soprattutto in Lombardia e per la loro attività sono state inquisite 85 persone.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b ARCHIVI, Rosso: quindicinale del Gruppo Gramsci, su Machina, 20 gennaio 2021. URL consultato il 17 maggio 2024.
- ^ a b c d Autonomia Milanese - Archivio Autonomia, su archivioautonomia.it, 2 maggio 2023. URL consultato il 16 maggio 2024.
- ^ a b c d contromaelstrom, BRIGATE COMUNISTE, su contromaelstrom, 19 giugno 2011. URL consultato il 17 maggio 2024.
- ^ Brigate comuniste (aut.mi) - Archivio Autonomia, su archivioautonomia.it, 30 gennaio 1986. URL consultato il 16 maggio 2024.
- ^ LA CHIUSURA DELLA «FORBICE» E LE «BRIGATE COMUNISTE» (PDF), su misteriditalia.it.
- ^ Documento interno della IX legislatura (PDF), su legislature.camera.it.
- ^ I T A L I A, su www.ecn.org. URL consultato il 16 maggio 2024.