Tanio Boccia

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Tanio Boccia, nome all'anagrafe Camillo Tanio Boccia, noto anche con lo pseudonimo di Amerigo Anton (Potenza, 15 giugno 1911Roma, 12 marzo 1982), è stato un regista italiano.

Carriera

Nativo di Potenza[1] esordì come attore, facendo una comparsa nel film Luci del varietà (1950), diretto da Alberto Lattuada e Federico Fellini.

Spaziò in diversi generi, dal peplum allo spaghetti western, sotto lo pseudonimo di Amerigo Anton. Divenne celebre per i suoi film, quasi tutti a basso costo, che gli valsero il soprannome di Ed Wood italiano, nonché il titolo di peggior regista italiano.[2] Il critico Steve Della Casa ha detto di lui: «Boccia non è una creatura della critica trash e nessuno gli ha mai dedicato saggi o retrospettive. Era un mito negativo di Cinecittà dove si diceva peggio di così c'è solo Tanio Boccia».[3]

Dotato tuttavia di una certa creatività,[4] riusciva spesso a risolvere situazioni complicate, dovute ai bassissimi budget con cui lavorava. Nel dirigere uno dei suoi tanti western, aveva previsto una scena con sei ballerine sul bancone di un saloon, ma per problemi economici riuscì a reperirne solo tre. Risolse la situazione facendosi portare, poco prima del ciak, uno specchio.

In un'intervista Federico Fellini raccontò che dopo aver ricevuto la notizia del suo quarto premio Oscar con Amarcord, fu chiamato da Alberto Sordi che gli disse: «Federico, non t'hanno premiato, questa volta è toccato a Tanio Boccia!».[5] Nell'intervista, commentò quello scherzo soffermandosi sulla fama quasi leggendaria di Tanio Boccia, regista di pochi mezzi e tanta voglia di fare.

A lui è dedicato il film Il caricatore (1996).

Filmografia

Note

  1. ^ Leonardo Pisani, Il vero volto di Tanio Boccia, l'Ed Wood italiano, su lecronachelucane.it, 19 febbraio 2018. URL consultato il 24 aprile 2020.
  2. ^ Gianni Canova, Enciclopedia del cinema, Garzanti, 2005 p.125
  3. ^ Tanio Boccia chi e' (sic) e perche' (sic) si parla di lui, in repubblica.it. URL consultato il 15 aprile 2013.
  4. ^ Enrico Lancia, Dizionario del cinema italiano, Gremese, 2001, p.135
  5. ^ Gordiano Lupi, Federico Fellini, Mediane, 2009, p.159

Collegamenti esterni

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