Lotario II di Lotaringia

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Lotario II
Sigillo di Lotario II di Lotaringia
re di Lotaringia
In carica855-869
PredecessoreLotario I
SuccessoreCarlo il Calvo
(conteso con Ludovico il Germanico)
Nascita835
MortePiacenza, 8 agosto 869
Luogo di sepolturaBasilica di Sant'Antonino Piacenza
Dinastiacarolingi
PadreLotario I
MadreErmengarda di Tours
ConiugiTeoberga
Waldrada
FigliUgo
Gisella
Berta e
Ermengarda, di secondo letto

Lotario II di Lotaringia (835Piacenza, 8 agosto 869) fu re di Lotaringia dall'855 alla morte.

Origine

Era il figlio terzogenito del re d'Italia (822-850), poi Imperatore d'Occidente e re di Lotaringia (840-855), Lotario I[1] (795-† 855) e di Ermengarda di Tours[2] (?-† 851), figlia di Ugo di Tours, membro della famiglia degli Eticonidi, che vantavano la loro discendenza dai re merovingi. Lotario II era nipote quindi di Ludovico il Pio (778-† 840, imperatore d'Occidente dall'814) e di Ermengarda de Hesbaye (780-† 818).

Biografia

Divisione del regno di Lotaringia dopo la Ripartizione di Prüm, avvenuta poco prima della morte di Lotario I, nell'855. In viola, i territori di Lotario II

Secondo il cronista Reginone, nell'851, Lotario, in giovane età, rimase orfano di madre[2]

Nell'855, secondo gli Annales Bertiniani, il padre, diede a Lotario la potestà sulla Frisia[3].

Sempre, nell'855, il padre, Lotario I si ammalò seriamente e, disperando della guarigione, rinunciò al trono, e si fece monaco nell'Abbazia di Prüm[4] e prima di morire, secondo Reginone, con la Ripartizione di Prüm, divise il suo regno, la Lotaringia, tra i tre figli[5]:

Carlo, il secondogenito era ancora un bambino e, secondo gli Annales Bertiniani era anche epilettico[6], per cui i suoi fratelli, a Orbe, cercarono di convincerlo a rinunciare al regno che il padre gli aveva destinato, e a farsi tonsurare[7] ma i nobili provenzali si ribellarono a tale proposta (secondo gli Annales Bertiniani la causa fu la mancanza di accordo tra i fratelli maggiori[7]) e Carlo mantenne il trono[8].

Lotario II, sempre nell'855, su pressione del padre, Lotario I, per stringere legami di parentela con una delle più potenti famiglie del regno, secondo gli Annales Lobienses, sposò Teutberga (o Teoberga † prima del 25 novembre 875), figlia del conte del Valais Bosone il Vecchio, capostipite della dinastia Bosonide e sorella dell'abate Uberto[9].
Molto probabilmente Lotario, al momento del matrimonio, aveva già un'amante di nome Waldrada, che, secondo lo storico Baron Ernouf, era di nobile famiglia gallo-romana[10], il fratello, Thetgaud (Dietgold), era vescovo di Treviri e lo zio, Ghunter, era arcivescovo di Colonia[11], mentre, secondo gli Annales Novienses, era la sorella di Ghunter[12]. Secondo la Vita Sancti Deicoli, Waldrada era imparentata con Eberardo II, conte di Nordgau (comprendeva Strasburgo) della famiglia degli Eticonidi[13].

Sempre secondo Baron Ernouf, dopo poco tempo, Lotario si riaccostò all'amante (Waldrada) e, per liberarsi della moglie, l'accusò di incesto col proprio fratello, Uberto († 864), abate dell'abbazia di Saint Maurice-in-Valais, ma dopo che un campione della regina si era sottoposto al giudizio di Dio (l'ordalia dell'acqua bollente), Teoberga era stata dichiarata innocente e riammessa a corte[14].

Dato che Teoberga non riusciva a dargli degli eredi, allo scopo di poter sposare la sua concubina, Waldrada, e di legittimare Ugo, il figlio avuto da quest'ultima, Lotario cercò l'appoggio degli zii, Ludovico il Germanico, re dei Franchi Orientali[15] e Carlo, re dei Franchi occidentali[16], che glielo negarono, non gradendo che l'erede che Waldrada, aveva dato a Lotario II venisse legittimato[17].
Nell'estate dell'858, Lotario II, con un contingente di nobili lotaringi, si aggregò all'esercito di Carlo il Calvo, nella campagna contro i vichinghi.

Sempre nell'858, Lotario aveva trovato un accordo con il fratello, Carlo, re di Provenza, per l'eredità del regno di Provenza: Lotario cedette alcuni territori al fratello, ma, nel caso che Carlo fosse morto senza eredi, Lotario avrebbe ereditato il regno[18].

Ancora una volta, nell'858, Teoberga era stata allontanata dalla corte, ma il fratello, Uberto, l'abate di Saint Maurice de Valais, non gradì e, prese le armi, impose a Lotario di riprendersi la sorella.
Poi Uberto si era dato al brigantaggio, nell'alta valle del Rodano, resistendo anche ad una spedizione inviatagli contro da Lotario, che si rivolse a suo fratello, l'Imperatore, Ludovico, e gli cedette, nell'859, le diocesi di Ginevra, Losanna e Sion, dove imperversava Uberto; ed in cambio dei territori, Ludovico gli promise il suo appoggio per risolvere il problema del suo divorzio.

Il problema del divorzio da Teoberga

Nel febbraio 860, Lotario convocò un concilio ad Aquisgrana (o Aix-la-Chapelle), dove di fronte ai vescovi di Lotaringia, la regina Teoberga confessò le sue colpe e fu condannata, per cui fu chiusa in un monastero, ma il sinodo non si pronunciò sulla possibilità di Lotario II di poter contrarre un secondo matrimonio. Teoberga, riuscì a fuggire dal monastero in cui era stata chiusa[19] e raggiunse il fratello Uberto. Nel frattempo, il vescovo di Reims, Incmaro aveva composto un voluminoso trattato, il De divorcio Lotharii et Teulbergae, in cui criticò, da un punto di vista morale e legale, la condanna della regina pronunciata nel sinodo di Aix-la-Chapelle, che riuscì a coinvolgere nella contesa il re Carlo il Calvo, che diede rifugio a Teoberga ed a suo fratello, Uberto[19] che aveva dovuto abbandonare il Vallese e la Lotaringia.
Carlo il Calvo diede a Teoberga l'abbazia di Avenay[20], dove era (o era stata) badessa, sua cognata, Bertha (ca. 830 – dopo l'852 forse l'877)[21].

Divisione del regno di Lotaringia dopo la morte di Carlo di Provenza

Nell'861, secondo la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, Lotario aveva ripudiato Teoberga, con l'approvazione del conte Bosone[22], senza specificare se fosse il fratello, Bosone (820/5-874/8), conte del Valais o il nipote, Bosone V di Vienne o di Arles (ca. 844-887).
Nell'862, con l'appoggio del fratello Ludovico II e dello zio Ludovico il Germanico, Lotario II convocò un secondo concilio ad Aquisgrana, dove il sinodo dei vescovi annullò il matrimonio con Teoberga, per cui Lotario fu finalmente libero di sposare Waldrada[23]. Secondo l'Herimanni Augiensis Chronicon, il matrimonio fu celebrato nello stesso anno (862), dopo che il legame con Teoberga era stato sciolto, col favore del vescovo di Treviri, Thetgaud (Dietgold), e dell'arcivescovo di Colonia, Ghunter[24], rispettivamente fratello, e zio di Waldrada.
Teoberga, con l'appoggio di Carlo il Calvo e del vescovo di Reims, Incmaro, si appellò al papa Niccolò I, perché annullasse il matrimonio; nello stesso tempo anche Lotario si appellava al papa, perché lo riconoscesse valido. In quel periodo, Carlo il Calvo ebbe un incontro col fratello Ludovico il Germanico, nei pressi di Toul, ed ai vescovi di Lotaringia che rappresentavano Lotario, dichiarò che non avrebbe più avuto rapporti col nipote sino a quando non avesse ripreso con sé Teoberga[25].
Lotario, in quello stesso anno, accolse nel suo regno[25] la figlia di Carlo il Calvo, Giuditta (844870), che, secondo gli Annales Bertiniani, contro il volere del padre, era fuggita con il conte, Baldovino I delle Fiandre[26].

Nell'863 morì, senza eredi, il fratello Carlo, rendendo vacante il trono di Provenza, che secondo l'accordo tra il defunto Carlo e Lotario sarebbe dovuto toccare a quest'ultimo, ma il fratello Ludovico II lo precedette arrivando in Provenza prima di Lotario. La guerra fu evitata trovando un accordo in cui Ludovico assunse il titolo regale, mentre una parte di territori appartenuti a Carlo, la parte di Borgogna Cisgiurana, venne assegnata a Lotario.

Nello stesso anno (863), per volere del papa, fu convocato, a Metz, un sinodo di vescovi Franchi[27] nel quale si confermò la validità del matrimonio tra Lotario e Waldrada, basandosi su un preteso matrimonio tra Lotario e Waldrada, precedente all'unione di Lotario con Teoberga.
Ma l'abate Uberto, fratello di Teoberga, intervenne presso il Papa Niccolò I che, venuto a conoscenza di ciò che era accaduto al sinodo, sconfessò i suoi legati e annullò le decisioni prese a Metz.
Allora Lotario fu abbandonato sia dal fratello, l'imperatore Ludovico, che dallo zio Ludovico il Germanico, che si riavvicinò al fratello Carlo il Calvo e i due, nell'865, si incontrarono a Tusey, nei pressi di Vaucouleurs, dove progettarono la spartizione del regno di Lotario, che spaventato si appellò al papa dichiarandosi disposto ad accettare ogni sua decisione.
Lotario, in cambio della garanzia che gli zii avrebbero rispettato l'integrità dei suoi domini, dovette richiamare nuovamente a corte Teoberga, che rientrò in Lotaringia accompagnata dal legato papale, Arsenio, che il 15 agosto 865 officiò una messa solenne di fronte alla coppia reale, che fu investita delle insegne della sovranità.
Waldrada, essendo state dichiarate nulle le sue nozze, fu costretta a partire per Roma, con Arsenio, dove doveva discolparsi di fronte al papa, ma giunta a Pavia, elusa la sorveglianza del legato papale, rientrò in Lotaringia, dove rimase nonostante la scomunica (865) del papa. Secondo il Folcuini Gesta Abbatum Lobiensium, in quell'occasione fu scomunicato anche Lotario[1].

L'impero carolingio dopo il Trattato di Meerssen (870)

Carlo il Calvo, riavvicinatosi al nipote, intercesse per Lotario presso il papa, ma Niccolò I fu irremovibile, minacciando Lotario di scomunica se solo avesse osato pensare di riallacciare i rapporti con Waldrada.

Il pontefice I morì il 13 novembre 867 ed il nuovo papa Adriano II, si mostrò più conciliante con Lotario e liberò immediatamente dalla scomunica Waldrada, allora Teoberga, stanca della situazione si disse disposta ad autoaccusarsi di fronte al papa, ma Adriano II rifiutò di riceverla, convinto della sua innocenza.
Alla luce di questa nuova situazione, il papa, nell'869, accettò di ricevere Lotario che, sperando nella comprensione di Adriano II, dopo aver visitato il fratello Ludovico, a Benevento, che gli promise il suo sostegno, si recò a Roma. Sembra che il Papa gli abbia dato una risposta positiva[28], ma sulla strada del ritorno, l'8 agosto 869, morì[29] nei pressi di Piacenza, dove fu tumulato nella Basilica di Sant'Antonino[20].

I suoi figli furono dichiarati bastardi e mentre il legittimo erede, suo fratello Ludovico II, era impegnato in Italia, ma soprattutto non aveva un grosso seguito tra i nobili di Lotaringia, gli zii Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo, che invece avevano parecchi sostenitori tra la nobiltà della Lotaringia, poterono reclamare la successione, impossessandosi dei domini del nipote[30]. L'anno seguente sancirono la spartizione col Trattato di Meerssen.

Discendenza

Lotario non ebbe figli da Teoberga, ma ne ebbe quattro da Waldrada[20]:

Note

  1. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus IV: Folcuini Gesta Abbatum Lobiensium, par 13, Pag 61
  2. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Reginonis Chronicon , anno 851, Pag 568
  3. ^ (LA) Annales Bertiniani, anno 855, Pag 86
  4. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Ruodolfi Fuldensis Annales, anno 855, pag. 369
  5. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Reginonis Chronicon, anno 855, Pag 569
  6. ^ (LA) Annales Bertiniani, anno 863, Pag 118
  7. ^ a b (LA) Annales Bertiniani, anno 856, Pag 90
  8. ^ La reggenza fu affidata al conte di Vienne, Gerardo.
  9. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I: Annales Lobienses, anno 855, pag. 232
  10. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pag. 3
  11. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pag. 5
  12. ^ (LA) Veterum Scriptorum: Annales Novienses, colonna 537
  13. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus XV.2, Vita Sancti Deicoli, pag 679
  14. ^ (FR) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants, pagg. 3, 4, 5
  15. ^ Lotario aveva stabilito stretti rapporti con lo zio Ludovico il Germanico dopo l'incontro di Coblenza, del febbraio dell'857.
  16. ^ Lotario si era da poco incontrato a Saint-Quentin con lo zio Carlo il Calvo dove aveva riconfermato l'alleanza che lo zio aveva concluso con suo padre, Lotario I, l'imperatore.
  17. ^ I fratelli di Lotario, l'imperatore Ludovico II, non aveva ancora eredi ed era molto impegnato in Italia, mentre Carlo, epilettico e malato era prossimo alla morte, per cui gli zii ambivano ad ereditare i domini di Lotario II.
  18. ^ (LA) Annales Bertiniani II, anno 858, Pag 95
  19. ^ a b (LA) Annales Bertiniani II, anno 860, Pag 103
  20. ^ a b c d (EN) Foundation for Medieval Genealogy :LOTHARINGIA - LOTHAIRE (835)
  21. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus XIII: Flodoardi Historia Remensis Ecclesiae Lib. III, pag. 547/8
  22. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus XXIII, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, pag 737
  23. ^ (LA) Annales Bertiniani III, anno 862, Pag 115, nota b
  24. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus V, Herimanni Augiensis Chronicon, pag 105
  25. ^ a b (LA) Annales Bertiniani III, anno 862, Pag 116
  26. ^ (LA) Annales Bertiniani anno 862, pag 109
  27. ^ I vescovi dovevano venire dalla Lotaringia, dalla Provenza, dal regno dei Franchi occidentali e da quello dei franchi orientali, ma i legati papali furono corrotti e convocarono solo vescovi lotaringi e pochi altri.
  28. ^ Il papa Adriano II promise a Lotario un nuovo concilio che avrebbe preso in considerazione il suo matrimonio con Waldrada
  29. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XIII: Annales Necrologi Prumienses, Pag 219
  30. ^ (LA) Annales Bertiniani III, anno 869, pag 197
  31. ^ (LA) Annales Bertiniani anno 867 III, pag 166
  32. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I, Reginonis Chronicon, pag 593
  33. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus I, Annales Fuldenses, Pars Quarta, pag 398
  34. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus IV, n° 11, pag 37
  35. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus IV, n° 16, pag 46
  36. ^ (LA) Annales Bertiniani III anno 880, pag 284
  37. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Poetarum Latinorum medii Aevi, tomus IV faccicolus II, pag 1007

Bibliografia

Fonti primarie

Letteratura storiografica

  • F. Dvornik, Costantinopoli e Roma, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 516–557
  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 583–635
  • (FR) archive.org, http://archive.org/stream/histoiredewaldra00ernouoft#page/n8/mode/1up. URL consultato il Baron Ernouf (1858) Histoire de Waldrade, de Lother II et de leurs descendants (Paris).

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