Il falegname di Livonia (Donizetti): differenze tra le versioni

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|personaggi=*''Pietro'' il grande, zar delle Russie ([[basso (voce)|basso]])
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*''Caterina'', sua moglie ([[soprano]])
*''Carlo'' Scavronski, falegname di Livonia ([[tenore]])
*''Pietro'' il grande, Kzar delle Russie ([[basso-cantante]])
*''Annetta'' Mazeppa, amica di (soprano)
*''Caterina'', Imperatrice sua Consorte ([[soprano]])
*''Madama Fritz'', locandiera ([[mezzosoprano]])
*''Madama Fritz'', locandiera (soprano)
*''Annetta Mazepa'', orfanella (soprano)
*''Firman''-Trombest, usuraio ([[baritono]])
*''Carlo Scavronski'', falegname ([[tenore]])
*Ser Cuccupis, un ''magistrato'' (basso)
*''Hondediski'', capitano moscovita (basso)
*''Ser Cuccupis'', magistrato ([[basso buffo]])
*''Firman-Trombest'', usuraio ([[Basso (voce)|basso]])
*''Hondediski'', capitano moscovita (tenore)
*''Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi''
*''Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi''
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'''''Il falegname di Livonia, ossia Pietro il grande, Kzar delle Russie'''''<ref>Il titolo ''Il falegname di Livonia'' è quello che figura all'inizio di ogni pezzo e di ogni [[recitativo]] nella [[partitura]] [[autografo|autografa]]. L'opera venne tuttavia messa in scena col titolo ''Pietro il grande, Kzar delle Russie'', lo stesso della prima edizione del [[libretto]], sicuramente per evitare la confusione con l'opera di [[Giovanni Pacini]] data alla [[Teatro alla Scala|Scala]] di [[Milano]] il 12 aprile 1819. Attualmente vengono usati entrambi i titoli.</ref> è un'[[opera semiseria]] (''melodramma burlesco'') in due atti, musicata da [[Gaetano Donizetti]] su [[libretto]] del [[marchese]] [[Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini]], rappresentata per la prima volta al [[Teatro San Samuele]] di [[Venezia]] il 26 dicembre [[1819]].
'''''Pietro il Grande Kzar delle Russie, o sia Il falegname di Livonia'''''<ref name="Bertieri" /><ref>Il titolo ''Il falegname di Livonia'' è quello che figura all'inizio di ogni pezzo e di ogni [[recitativo]] nella [[partitura]] [[autografo|autografa]]. L'opera venne tuttavia messa in scena col titolo ''Pietro il Grande Kzar delle Russie'', lo stesso della prima edizione del [[libretto]], sicuramente per evitare la confusione con l'opera di [[Giovanni Pacini]] data alla [[Teatro alla Scala|Scala]] di [[Milano]] il 12 aprile 1819. Attualmente vengono usati entrambi i titoli.</ref>, conosciuta anche come '''Il falegname di Livonia''', è un [[Melodramma buffo|melodramma burlesco]] in due atti, musicato da [[Gaetano Donizetti]] su [[libretto]] del [[marchese]] [[Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini]], e rappresentato per la prima volta al [[Teatro San Samuele]] di [[Venezia]] il 26 dicembre [[1819]].


== Storia ==
== Storia ==
L'aneddoto del giovane [[zar]] [[Pietro I il Grande]], recatosi in [[Europa]] in incognito, impiegato come semplice manovale in un [[cantiere navale]] ha avuto una grande fortuna nel mondo dell'opera. Oltre infatti alla celebre opera di [[Albert Lortzing]] ''[[Zar und Zimmermann]]'' ([[1837]]), ha ispirato [[André Grétry|Grétry]] (''Pierre le Grand'', [[1790]]), [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] (''[[L'étoile du Nord]]'', [[1854]]) e Donizetti in due occasioni: ne ''Il falegname di Livonia'' e, successivamente, ne ''[[Il borgomastro di Saardam]]'' ([[1827]]).
L'aneddoto del giovane [[zar]] [[Pietro I il Grande]], recatosi in [[Europa]] in incognito e impiegatosi come semplice manovale in un [[cantiere navale]] ha avuto una grande fortuna nel mondo dell'opera. Oltre a quanto si espone più sotto in relazione all'Italia, l'episodiò, sia pure variamente ambientato in [[Livonia]] o nei [[Paesi Bassi]], ispirò infatti [[André Grétry|Grétry]] (''Pierre le Grand'', [[1790]]), [[Albert Lortzing]] ''[[Zar und Zimmermann]]'' ([[1837]]) e [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] (''[[L'étoile du Nord]]'', [[1854]])


Il libretto del marchese Bevilacqua-Aldobrandini per ''Il falegname di Livonia'' è basato su una [[commedia]] in tre atti e in [[prosa]] di [[Alexandre Duval]], ''Le menuisier de Livonie, ou les Illustres voyageurs'', andata in scena a [[Parigi]] il 9 marzo [[1805]], che aveva già fornito lo spunto a [[Felice Romani]] per un libretto con lo stesso titolo, messo in musica con grande successo<ref>47 rappresentazioni alla [[Teatro alla Scala|Scala]] nel primo anno e più di 40 repliche fino al [[1840]] (cfr. Tom Kaufman, ''art. cit.'').</ref> da [[Giovanni Pacini]] ([[Milano]], 12 aprile [[1819]]), da cui Bevilacqua-Aldobrandini attinse<ref>Alcuni versi del libretto di Romani, anche se in verità non molti, tornano in quello di Bevilacqua-Aldobrandini (Maria Chiara Bertieri, ''art. cit.'').</ref>. Lo stesso soggetto, nelle mani del librettista [[Bartolomeo Merelli]], fornì la trama per un'opera di [[Nicola Vaccaj]] ([[1824]]). Qui, il falegname non è lo zar, ma un fratello della zarina, ma l'opera gioca sul viaggio in incognito della coppia di sovrani.
Il libretto del marchese Bevilacqua-Aldobrandini era basato su una [[commedia]] in tre atti e in [[prosa]] di [[Alexandre Duval]], ''Le menuisier de Livonie, ou les Illustres voyageurs'', andata in scena a [[Parigi]] il 9 marzo [[1805]]. Essa aveva già fornito lo spunto a [[Felice Romani]] per un libretto dallo stesso titolo (ovviamente in italiano), messo in musica con grande successo, alcuni mesi prima, da [[Giovanni Pacini]] ([[Milano]], 12 aprile [[1819]])<ref>47 rappresentazioni alla [[Teatro alla Scala|Scala]] nel primo anno e più di 40 repliche fino al [[1840]] (cfr. Tom Kaufman, ''art. cit.'').</ref>, e dal quale Bevilacqua-Aldobrandini attinse<ref>Alcuni versi del libretto di Romani, anche se in verità non molti, tornano in quello di Bevilacqua-Aldobrandini (Maria Chiara Bertieri, ''op. cit.'').</ref>. Lo stesso soggetto, nelle mani del librettista [[Bartolomeo Merelli]], fornì la trama per un'opera di [[Nicola Vaccaj]] ([[1824]]). Qui, il falegname non è lo zar, ma un fratello della zarina, ma l'opera gioca sul viaggio in incognito della coppia di sovrani. Anche lo stesso Donizetti avrebbe di nuovo intonato, qualche anno dopo, le vicende di Pietro il Grande, questa volta ambientate nei Paesi Bassi, ne ''[[Il borgomastro di Saardam]]'' ([[1827]]).


L'opera era stata commissionata al giovane Donizetti, che si era fatto conoscere nel [[1818]] a [[Venezia]] con il relativo successo della sua prima opera rappresentata, ''[[Enrico di Borgogna (opera)|Enrico di Borgogna]]'', dalla direzione del Teatro San Samuele, che stava attraversando un periodo poco felice<ref>Yonel Buldrini, ''art. cit.''</ref>. Fu composta parte a [[Bergamo]], città natale del compositore, parte a Venezia. La prima rappresentazione, che ebbe luogo il 26 dicembre [[1819]] per l'apertura della stagione del [[carnevale]] 1819-[[1820]], incontrò un tiepido successo<ref>Ashbrook, p. 18.</ref>. Ciò non impedì che l'opera venisse ripresa all'apertura della stagione del carnevale [[1823]]-[[1824]] (il 16 dicembre) al [[Teatro Comunale di Bologna]], città da cui proveniva il librettista, e poi in vari altri teatri [[italia]]ni: [[Verona]] ([[1825]]), Bologna ([[1826]]), [[Padova]] (1826), Venezia, [[Teatro San Benedetto]] ([[1827]]), [[Spoleto]] ([[1829]]).
L'opera era stata commissionata al giovane Donizetti, che si era fatto conoscere nel [[1818]] a [[Venezia]] con il relativo successo della sua prima opera rappresentata, ''[[Enrico di Borgogna (opera)|Enrico di Borgogna]]'', dalla direzione del Teatro San Samuele, che stava attraversando un periodo poco felice<ref>Yonel Buldrini, ''art. cit.''</ref>. Fu composta parte a [[Bergamo]], città natale del compositore, parte a Venezia. La prima rappresentazione, che ebbe luogo il 26 dicembre [[1819]] per l'apertura della stagione del [[carnevale]] 1819-[[1820]], incontrò un tiepido successo<ref>Ashbrook, p. 18.</ref>. Ciò non impedì che l'opera venisse ripresa all'apertura della stagione del carnevale [[1823]]-[[1824]] (il 16 dicembre) al [[Teatro Comunale di Bologna]], città da cui proveniva il librettista, e poi in vari altri teatri [[italia]]ni: [[Verona]] ([[1825]]), Bologna ([[1826]]), [[Padova]] (1826), Venezia, [[Teatro San Benedetto]] ([[1827]]), [[Spoleto]] ([[1829]]).


Cadde in seguito nel dimenticatoio e fu recuperata solo il 27 maggio [[2003]] per la riapertura del Teatro dell'Opera di [[San Pietroburgo]], quindi nel [[2004]] nel corso del Festival della Valle d'Itria nella corte d'onore del Palazzo ducale di [[Martina Franca]].
Cadde in seguito nell'obio e fu recuperata solo il 27 maggio [[2003]] per la riapertura del Teatro dell'Opera di [[San Pietroburgo]], quindi nel [[2004]] nel corso del Festival della Valle d'Itria nella corte d'onore del Palazzo ducale di [[Martina Franca]] e nel 2019 in apertura della quinta edizione del Donizetti Festival al [[Teatro Sociale (Bergamo)|Teatro Sociale]] di [[Bergamo]], diretta da [[Rinaldo Alessandrini]].


== Cast ==
== Cast ==
{| class="wikitable"
{| class="wikitable"
!Ruolo
!Ruolo<ref name="Bertieri" />
!Voce<ref name="Bertieri" />
!Voce
!Interpreti della prima<br />(26 dicembre 1819)
!Interpreti della prima<br />(26 dicembre 1819)
|-
|-
|Pietro il grande, ''Kzar delle Russie''
|Pietro il grande, ''Kzar delle Russie''
|[[basso-cantante]]
|[[basso-cantante]]
|[[Vincenzo Botticcelli]]
|Vincenzo Botticelli
|-
|-
|Caterina, ''imperatrice Sua consorte''
|Caterina, ''Imperatrice sua consorte''
|[[soprano]]
|[[soprano]]
|[[Adelaide Raffi]]
|Adelaide Raffi
|-
|-
|Carlo Scavronski<ref>L'imperatrice [[Caterina I di Russia]], seconda moglie di Pietro il Grande, veniva effettivamente da una famiglia della [[Livonia]] (oggi [[Lettonia]]) di nome Skavronsky.</ref>, ''falegname di Livonia''
|Carlo Scavronski<ref>L'imperatrice [[Caterina I di Russia]], seconda moglie di Pietro il Grande, veniva effettivamente da una famiglia della [[Livonia]] (oggi [[Lettonia]]) di nome Skavronsky.</ref>, ''falegname''
|[[tenore]]
|[[tenore]]
|[[Giovanni Battista Verger]]
|[[Giovanni Battista Verger]]
Riga 55: Riga 57:
|Madama Fritz, ''locandiera''
|Madama Fritz, ''locandiera''
|soprano
|soprano
|[[Caterina Amati]]
|Caterina Amati
|-
|-
|Annetta Mazeppa, ''amica della locandiera''
|Annetta Mazepa, ''orfanella''
|soprano
|soprano
|[[Angela Bertozzi]]
|Angela Bertozzi
|-
|-
|Ser Cuccupis, ''magistrato''
|Ser Cuccupis, ''magistrato''
|[[baritono buffo]]
|[[basso buffo]]
|[[Luigi Martinelli (basso)|Luigi Martinelli]]
|Luigi Martinelli
|-
|-
|Firman-Trombest, ''usuraio''
|Firman-Trombest, ''usuraio''
|basso
|[[baritono]] (buffo)
|[[Giuseppe Guglielmini]]
|Giuseppe Guglielmini
|-
|-
|Hondediski, ''capitano moscovita''
|Hondediski, ''capitano moscovita''
|tenore
|tenore
|[[Gaetano Rambaldi]]
|Gaetano Rambaldi
|-
|-
| colspan="3"|''Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi.''
| colspan="3"|''Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi.''
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''Appartamento del magistrato. La notte è avanzata.''
''Appartamento del magistrato. La notte è avanzata.''


Madama Fritz si presenta dal magistrato e cerca di ottenere il rilascio di Carlo, ma senza successo. Ma lo zar, convinto ormai che si tratti del fratello della zarina, interviene: Carlo viene liberato, e presenta Annetta ai suoi benefattori, di cui ancora ignora l'identità, avvertendoli però che lo zar non dovrà mai trovarla, poiché ella è la figlia del suo nemico [[Ivan Mazeppa]]. Saputo però che costui è morto, lo zar perdona Annetta. A questo punto il capitano delle guardie rivela l'identità di Pietro al magistrato; quest'ultimo cerca allora di rientrare nelle grazie del sovrano per ottenere una promozione, ma Pietro lo respinge. Carlo, riconosciuto dalla sorella, viene reso nobile dal cognato e autorizzato a sposare Annetta. Il popolo acclama a gran voce la coppia imperiale per la sua generosità.
Madama Fritz si presenta dal magistrato e cerca di ottenere il rilascio di Carlo, ma senza successo. Ma lo zar, convinto ormai che si tratti del fratello della zarina, interviene: Carlo viene liberato, e presenta Annetta ai suoi benefattori, di cui ancora ignora l'identità, avvertendoli però che lo zar non dovrà mai trovarla, poiché ella è la figlia del suo nemico [[Ivan Mazeppa]]. Saputo però che costui è morto, lo zar perdona Annetta. A questo punto il capitano delle guardie rivela l'identità di Pietro al magistrato; quest'ultimo cerca allora di rientrare nelle grazie del sovrano per ottenere una promozione, ma Pietro lo respinge, lo priva delle sue cariche e ne confisca i beni per ripagare Carlo e Annetta delle sofferenze subite. Carlo, riconosciuto dalla sorella, viene reso nobile dal cognato e autorizzato a sposare Annetta. Il popolo acclama a gran voce la coppia imperiale per la sua generosità.


== Struttura dell'opera ==
== Struttura dell'opera ==
*Sinfonia
*Sinfonia
=== Atto I ===
=== Atto I ===
*N. 1 - Introduzione ''Al bosco? Alla bottiglia'' (Coro, Carlo, Annetta, Firman)
*N. 1 - Introduzione ''Al bosco? Alla bottiglia - O voci dell'amore... - Cara vezzosa immagine - È l'interesse al mondo - Alla caccia!'' (Coro, Capitano, Carlo, Annetta, Firman)
*N. 2 - Cavatina di Fritz ''Quale ardir! Qual brando ignudo!''
*N. 2 - Cavatina ''Quale ardir! Qual brando ignudo!'' (Madama Fritz)
*N. 3 - Cavatina di Pietro ''Con lusinghiero vanto'' (Pietro, Caterina)
*N. 3 - Coro e Sortita ''Genti, olà! - Con lusinghiero vanto'' (Madama Fritz, Annetta, Pietro, Caterina)
*N. 4 - Duetto fra Carlo e Fritz ''Se il mio ben, se Annetta mia''
*N. 4 - Duetto ''Se il mio ben, se Annetta mia'' (Madama Fritz, Carlo)
*N. 5 - Coro e Cavatina del Magistrato ''Bolle in sen di questo albergo - Chi mi cerca? chi mi turba''
*N. 5 - Coro e Cavatina ''Bolle in sen di questo albergo - Chi mi cerca? chi mi turba'' (Madama Fritz, Annetta, Magistrato)
*N. 6 - Duetto fra il Magistrato e Pietro ''Qual gel per ogni vena''
*N. 6 - Duetto ''Ser Decuppis siete voi? - Qual gel per ogni vena'' (Pietro, Magistrato)
*N. 7 - Cavatina di Annetta ''È riposta o caro oggetto''
*N. 7 - Cavatina ''È riposta o caro oggetto'' (Annetta)
*N. 8 - Finale I ''Agli integerrimi - Di Baldo, e Bartolo'' (Coro, Magistrato, Pietro, Caterina, Capitano, Carlo, Cancelliere, Annetta, Fritz)
*N. 8 - Finale I ''Agli integerrimi di Baldo, e Bartolo'' (Coro, Magistrato, Pietro, Caterina, Notaio, Carlo, Annetta, Fritz)
=== Atto II ===
=== Atto II ===
*N. 9 - Duetto fra Fritz ed il Magistrato ''Gentilissimo togato!''
*N. 9 - Duetto ''Gentilissimo togato!'' (Madama Fritz, Magistrato)
*N. 10 - Aria di Carlo ''Il dolce nome e tenero'' (Carlo, Coro)
*N. 10 - Scena ed Aria ''Sorella! Tu...che faccio? - Il dolce nome e tenero'' (Carlo, Coro)
*N. 11 - Sestetto ''Oh qual colpo, oh Ciel qual fremito'' (Pietro, Annetta, Carlo, Fritz, Caterina, Magistrato)
*N. 11 - Sestetto ''Oh qual colpo, oh ciel, qual fremito'' (Pietro, Annetta, Carlo, Fritz, Caterina, Magistrato)
*N. 12 - Aria di Caterina ''Pace una volta, e calma'' (Caterina)
*N. 12 - Aria ''Pace una volta, e calma'' (Caterina)
*N. 13 - Coro ''Al stridor bellico''
*N. 13 - Coro ''Al stridor bellico''
*N. 14 - Aria di Fritz ''In questo estremo amplesso'' (Fritz, Coro)
*N. 14 - Aria ''In questo estremo amplesso'' (Madama Fritz, Coro)
*N. 15 - Finale II ''Dopo soffio di nemba e procella'' (Magistrato, Carlo, Fritz, Caterina, Annetta, Pietro, Coro)
*N. 15 - Finale II ''Al stridor bellico - Dopo soffio di nemba e procella'' (Coro, Magistrato, Carlo, Fritz, Caterina, Annetta, Pietro)


== Analisi ==
== Analisi ==
L'influenza di [[Gioachino Rossini|Rossini]] è evidente nella partitura, definita da William Ashbrook "un maldestro miscuglio di ingenuità ed elementi rossiniani insufficientemente assimilati"<ref>Ashbrook, p. 285.</ref>. In certi passaggi, Donizetti ricerca un effetto comico facendo un ''pastiche'' dello stile di Rossini, come nell'aria di Madama Fritz nell'atto I ''Qual ardir! qual brondo ignudo!''. Altrove, si tratta di imitazione pura e semplice, come nel sestetto dell'Atto II ''Ah, quel colpo!'', che riprende fin dalle prime note il terzetto dell'Atto II de ''[[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Il barbiere di Siviglia]]'' di Rossini. Allo stesso modo, la parte di Pietro, carica di [[abbellimento|abbellimenti]] in contrasto con la relativa semplicità degli altri ruoli, ricorda Rossini, così come il personaggio del magistrato fa pensare al Don Magnifico della ''[[La Cenerentola|Cenerentola]]''.
L'influenza di [[Gioachino Rossini|Rossini]] è evidente nella partitura, definita da William Ashbrook "un maldestro miscuglio di ingenuità ed elementi rossiniani insufficientemente assimilati"<ref>Ashbrook, p. 285.</ref>. In certi passaggi, Donizetti ricerca un effetto comico facendo un ''pastiche'' dello stile di Rossini, come nell'aria di Madama Fritz nell'atto I ''Qual ardir! qual brondo ignudo!''. Altrove, si tratta di imitazione pura e semplice, come nel sestetto dell'Atto II ''Ah, quel colpo!'', che riprende fin dalle prime note il terzetto dell'Atto II de ''[[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Il barbiere di Siviglia]]'' di Rossini. Allo stesso modo, la parte di Pietro, carica di [[abbellimento|abbellimenti]] in contrasto con la relativa semplicità degli altri ruoli, ricorda Rossini, così come il personaggio del magistrato fa pensare al Don Magnifico della ''[[La Cenerentola|Cenerentola]]''.


La personalità di Donizetti si intravede tuttavia nel ''larghetto'' malinconico di Annetta ''Veder l'amato oggetto'' (Atto I, scena 12), nel [[duetto (musica)|duetto]] tra Pietro e il magistrato ''Ser Cuccuppis siete voi?'' (Atto I, scena 9), in cui Tom Kaufman<ref>''Art. cit.''</ref> ritrova tracce del celebre ''Cheti cheti'' del ''[[Don Pasquale]]'', e nell'[[aria (musica)|aria]] di Carlo ''Il dolce nome, e tenero'' (Atto II, scena 6).
La personalità di Donizetti si intravede tuttavia nel ''larghetto'' malinconico di Annetta ''Veder l'amato oggetto'' (Atto I, scena 12), nel [[duetto (musica)|duetto]] tra Pietro e il magistrato ''Ser Cuccuppis siete voi?'' (Atto I, scena 9), in cui Tom Kaufman<ref>''Art. cit.''</ref> ritrova tracce del celebre ''Cheti cheti'' del ''[[Don Pasquale]]'', e nell'[[aria (musica)|aria]] di Carlo ''Il dolce nome, e tenero'' (Atto II, scena 6).<br>

Dal punto di vista letterario, il librettista Gherardo Bevilacqua Aldobrandini inserì alcune citazioni dei più celebri librettisti d'opera settecenteschi: [[Metastasio]] (Madama Fritz consola Carlo citando l'aria ''Sempre è maggior del vero'' dall'[[Attilio Regolo (Metastasio)|Attilio Regolo]], mentre il Coro nel Finale Primo canta una parodia de ''Siam navi all'onde algenti'' proveniente da ''[[L'Olimpiade]]'') e [[Lorenzo Da Ponte]] (il testo della cabaletta del Magistrato ''Se tutti i codici dovessi volgere'' è tratto da ''[[Le nozze di Figaro]]'', mentre Caterina, scoperta l'identità del fratello, prima di svenire canta ''Ah, che del sole il raggio'' richiamando la quasi analoga situazione del Finale Primo di ''[[Così fan tutte]]'').


== Discografia ==
== Discografia ==
{| class="wikitable"
{|class="wikitable"
!Anno
!Anno
!width="150"|Cast<br />(Pietro, Ser Cuccupis, Caterina, Carlo, Annetta, Madama Fritz, Firman-trombest)
!Cast (Pietro, Madama Fritz, Magistrato, Carlo, Annetta, Caterina)
!Direttore d'orchestra,<br />opera e orchestra
!Direttore
!Etichetta
!Etichetta<ref>[http://www.operadis-opera-discography.org.uk/CLDOPIET.HTM Registrazioni su operadis-opera-discography.org.uk]</ref><ref>[http://www.donizetti.org/media/1/20070726-Pietro_il_Grande_Kzar_delle_Russie.pdf Discografia di ''Pietro il Grande Kzar delle Russie''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131014114538/http://www.donizetti.org/media/1/20070726-Pietro_il_Grande_Kzar_delle_Russie.pdf |data=14 ottobre 2013 }} dalla Fondazione Donizetti</ref>
|-
|-
|2004
|[[2004]]||[[Vito Priante]], [[Giulio Mastrototaro]]<br />[[Eufemia Tufano]],<br />[[Alessandro Codeluppi]],<br />[[Rosa Sorice]],<br />[[Rosa Anna Peraino]],<br />[[Claudio Sgura]] || [[Marco Berdondini]],<br />Orchestra internazionale d'Italia,<br />Coro da Camera di Bratislava || CD Audio: Dynamic<br /><small>Cat.: CDS 473-1/2</small><br />(Registrazione dal vivo<br />[[Festival della Valle d'Itria]], Martina Franca)
|Vito Priante, Rosa Anna Peraino, [[Giulio Mastrototaro]], Alessandro Codeluppi, Rosa Sorice, Eufemia Tufano
|Marco Berdondini
|[[Dynamic]]
|-
|}

== Videografia ==
{|class="wikitable"
!Anno
!Cast (Pietro, Madama Fritz, Magistrato, Carlo, Annetta, Caterina)
!Direttore
!Etichetta
|-
|2019
|Roberto De Candia, Paola Gardina, Marco Filippo Romano, Francisco Brito, Nina Solodovnikova, Loriana Castellano
|[[Rinaldo Alessandrini]]
|[[Dynamic]]
|-
|-
|}
|}
Riga 135: Riga 156:
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* William Ashbrook, ''Donizetti. La vita'', EDT, 1986. ISBN 8870630412
* William Ashbrook, ''Donizetti. La vita'', EDT, 1986. ISBN 8870630412
* Maria Chiara Bertieri, [https://centrostudi.donizetti.org/it/musica/pietro-il-grande-kzar-delle-russie-o-sia-il-falegname-di-livonia-2/ edizione critica], Fondazione Donizetti
* {{collegamento interrotto|1=[http://www.donizetti.org/media/1/20070704-Donizetti_Pietro_il_Grande.pdf Maria Chiara Bertieri, ''Gaetano Donizetti - Pietro il grande, Kzar delle Russie, o sia Il falegname di Livonia''] |date=dicembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}, su www.donizetti.org
* {{fr}} [http://www.forumopera.com/v1/critiques/pietro_donizetti.htm Yonel Buldrini, ''Pietro il Grande, Kzar delle Russie o sia Il Falegname di Livonia''], su www.forumopera.com, 2005.
* {{fr}} [http://www.forumopera.com/v1/critiques/pietro_donizetti.htm Yonel Buldrini, ''Pietro il Grande, Kzar delle Russie o sia Il Falegname di Livonia''], su www.forumopera.com, 2005.
* {{fr}} Piotr Kaminski, ''Mille et un opéras'', Paris, Fayard, coll. ''Les Indispensables de la musique'', 2003. ISBN 978-2-213-60017-8
* {{fr}} Piotr Kaminski, ''Mille et un opéras'', Paris, Fayard, coll. ''Les Indispensables de la musique'', 2003. ISBN 978-2-213-60017-8
* {{en}} [http://www.operatoday.com/content/2005/09/donizetti_pietr.php Tom Kaufman, ''DONIZETTI: Pietro il Grande''], su www.operatoday.com, 2005.
* {{en}} [http://www.operatoday.com/content/2005/09/donizetti_pietr.php Tom Kaufman, ''DONIZETTI: Pietro il Grande''], su www.operatoday.com, 2005.


== Collegamenti esterni ==
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}


== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://www.operone.de/opern/falegname.html | 2 = Scheda dell'opera | accesso = 10 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110912000037/http://www.operone.de/opern/falegname.html | dataarchivio = 12 settembre 2011 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.operone.de/opern/falegname.html | 2 = Scheda dell'opera | accesso = 10 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110912000037/http://www.operone.de/opern/falegname.html | dataarchivio = 12 settembre 2011 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.magiadellopera.com/pdf/donizetti/07%20-%20Pietro%20il%20Grande.pdf|Gaetano Donizetti - Pietro il grande, ossia Il falegname di Livonia}}
* {{cita web|http://www.magiadellopera.com/pdf/donizetti/07%20-%20Pietro%20il%20Grande.pdf|Gaetano Donizetti - Pietro il grande, ossia Il falegname di Livonia}}
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Il falegname di Livonia
Titolo originalePietro il Grande Kzar delle Russie, o sia il falegname di Livonia[1]
Lingua originaleitaliano
GenereMelodramma burlesco
MusicaGaetano Donizetti
LibrettoGherardo Bevilacqua-Aldobrandini
(Libretto online)
Fonti letterarie
Attidue
Epoca di composizione1819
Prima rappr.26 dicembre 1819
TeatroVenezia, Teatro San Samuele
Personaggi
  • Pietro il grande, Kzar delle Russie (basso-cantante)
  • Caterina, Imperatrice sua Consorte (soprano)
  • Madama Fritz, locandiera (soprano)
  • Annetta Mazepa, orfanella (soprano)
  • Carlo Scavronski, falegname (tenore)
  • Ser Cuccupis, magistrato (basso buffo)
  • Firman-Trombest, usuraio (basso)
  • Hondediski, capitano moscovita (tenore)
  • Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi
AutografoMilano, Archivio Ricordi

Pietro il Grande Kzar delle Russie, o sia Il falegname di Livonia[1][2], conosciuta anche come Il falegname di Livonia, è un melodramma burlesco in due atti, musicato da Gaetano Donizetti su libretto del marchese Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini, e rappresentato per la prima volta al Teatro San Samuele di Venezia il 26 dicembre 1819.

L'aneddoto del giovane zar Pietro I il Grande, recatosi in Europa in incognito e impiegatosi come semplice manovale in un cantiere navale ha avuto una grande fortuna nel mondo dell'opera. Oltre a quanto si espone più sotto in relazione all'Italia, l'episodiò, sia pure variamente ambientato in Livonia o nei Paesi Bassi, ispirò infatti Grétry (Pierre le Grand, 1790), Albert Lortzing Zar und Zimmermann (1837) e Meyerbeer (L'étoile du Nord, 1854)

Il libretto del marchese Bevilacqua-Aldobrandini era basato su una commedia in tre atti e in prosa di Alexandre Duval, Le menuisier de Livonie, ou les Illustres voyageurs, andata in scena a Parigi il 9 marzo 1805. Essa aveva già fornito lo spunto a Felice Romani per un libretto dallo stesso titolo (ovviamente in italiano), messo in musica con grande successo, alcuni mesi prima, da Giovanni Pacini (Milano, 12 aprile 1819)[3], e dal quale Bevilacqua-Aldobrandini attinse[4]. Lo stesso soggetto, nelle mani del librettista Bartolomeo Merelli, fornì la trama per un'opera di Nicola Vaccaj (1824). Qui, il falegname non è lo zar, ma un fratello della zarina, ma l'opera gioca sul viaggio in incognito della coppia di sovrani. Anche lo stesso Donizetti avrebbe di nuovo intonato, qualche anno dopo, le vicende di Pietro il Grande, questa volta ambientate nei Paesi Bassi, ne Il borgomastro di Saardam (1827).

L'opera era stata commissionata al giovane Donizetti, che si era fatto conoscere nel 1818 a Venezia con il relativo successo della sua prima opera rappresentata, Enrico di Borgogna, dalla direzione del Teatro San Samuele, che stava attraversando un periodo poco felice[5]. Fu composta parte a Bergamo, città natale del compositore, parte a Venezia. La prima rappresentazione, che ebbe luogo il 26 dicembre 1819 per l'apertura della stagione del carnevale 1819-1820, incontrò un tiepido successo[6]. Ciò non impedì che l'opera venisse ripresa all'apertura della stagione del carnevale 1823-1824 (il 16 dicembre) al Teatro Comunale di Bologna, città da cui proveniva il librettista, e poi in vari altri teatri italiani: Verona (1825), Bologna (1826), Padova (1826), Venezia, Teatro San Benedetto (1827), Spoleto (1829).

Cadde in seguito nell'obio e fu recuperata solo il 27 maggio 2003 per la riapertura del Teatro dell'Opera di San Pietroburgo, quindi nel 2004 nel corso del Festival della Valle d'Itria nella corte d'onore del Palazzo ducale di Martina Franca e nel 2019 in apertura della quinta edizione del Donizetti Festival al Teatro Sociale di Bergamo, diretta da Rinaldo Alessandrini.

Ruolo[1] Voce[1] Interpreti della prima
(26 dicembre 1819)
Pietro il grande, Kzar delle Russie basso-cantante Vincenzo Botticelli
Caterina, Imperatrice sua consorte soprano Adelaide Raffi
Carlo Scavronski[7], falegname tenore Giovanni Battista Verger
Madama Fritz, locandiera soprano Caterina Amati
Annetta Mazepa, orfanella soprano Angela Bertozzi
Ser Cuccupis, magistrato basso buffo Luigi Martinelli
Firman-Trombest, usuraio basso Giuseppe Guglielmini
Hondediski, capitano moscovita tenore Gaetano Rambaldi
Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, sterlizzi.

La vicenda si svolge in una ricca e popolosa città della Livonia.

Veduta della città e in particolare del palazzo del giudice, all'alba.
A destra sortono vari rustici con archi e frecce disponendosi per la caccia, predominante gusto di quegli abitanti. A sinistra vari soldati russi con Hondediski. Carlo sta lavorando al suo banco da falegname. Dippoi: in ultimo Firman dalla strada.

Un giovane falegname di nome Carlo ama Annetta, giovane orfanella amica di Madama Fritz, proprietaria di un albergo nella provincia della Livonia. Egli litiga con un usuraio, Firman-Trombest, per una collana che ella ha dato in pegno. Vengono interrotti dall'arrivo di due stranieri dall'aspetto molto importante, che in seguito si riveleranno essere lo zar Pietro il Grande e la sua consorte, l'imperatrice Caterina, che sono alla ricerca di un fratello della zarina, originaria della Livonia, scomparso da anni.

Pietro interroga Carlo sulla sua famiglia, ma le risposte del giovane non sono soddisfacenti e fra i due scoppia un litigio, tanto che Pietro lo minaccia. Il magistrato della città, Ser Cuccupis, personaggio pomposo e ridicolo, litiga anche con lui con Pietro e minaccia di denunciarlo allo zar. Pietro si fa allora passare per un grande ufficiale del sovrano, Menchikov, il che contribuisce a rabbonire il magistrato, che mette Carlo in prigione.

Madama Fritz mostra una vecchia lettera trovata addosso a Carlo quand'egli fu trovato bambino, che rivela che il giovane è figlio di Carlo Scavronski, gentiluomo della Livonia morto al servizio della Svezia, e che aveva una sorella che tutti credono essere morta durante il saccheggio di Magdeburgo. All'udire ciò, Caterina perde i sensi, fra lo stupore generale.

Appartamento del magistrato. La notte è avanzata.

Madama Fritz si presenta dal magistrato e cerca di ottenere il rilascio di Carlo, ma senza successo. Ma lo zar, convinto ormai che si tratti del fratello della zarina, interviene: Carlo viene liberato, e presenta Annetta ai suoi benefattori, di cui ancora ignora l'identità, avvertendoli però che lo zar non dovrà mai trovarla, poiché ella è la figlia del suo nemico Ivan Mazeppa. Saputo però che costui è morto, lo zar perdona Annetta. A questo punto il capitano delle guardie rivela l'identità di Pietro al magistrato; quest'ultimo cerca allora di rientrare nelle grazie del sovrano per ottenere una promozione, ma Pietro lo respinge, lo priva delle sue cariche e ne confisca i beni per ripagare Carlo e Annetta delle sofferenze subite. Carlo, riconosciuto dalla sorella, viene reso nobile dal cognato e autorizzato a sposare Annetta. Il popolo acclama a gran voce la coppia imperiale per la sua generosità.

Struttura dell'opera

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  • Sinfonia
  • N. 1 - Introduzione Al bosco? Alla bottiglia - O voci dell'amore... - Cara vezzosa immagine - È l'interesse al mondo - Alla caccia! (Coro, Capitano, Carlo, Annetta, Firman)
  • N. 2 - Cavatina Quale ardir! Qual brando ignudo! (Madama Fritz)
  • N. 3 - Coro e Sortita Genti, olà! - Con lusinghiero vanto (Madama Fritz, Annetta, Pietro, Caterina)
  • N. 4 - Duetto Se il mio ben, se Annetta mia (Madama Fritz, Carlo)
  • N. 5 - Coro e Cavatina Bolle in sen di questo albergo - Chi mi cerca? chi mi turba (Madama Fritz, Annetta, Magistrato)
  • N. 6 - Duetto Ser Decuppis siete voi? - Qual gel per ogni vena (Pietro, Magistrato)
  • N. 7 - Cavatina È riposta o caro oggetto (Annetta)
  • N. 8 - Finale I Agli integerrimi di Baldo, e Bartolo (Coro, Magistrato, Pietro, Caterina, Notaio, Carlo, Annetta, Fritz)
  • N. 9 - Duetto Gentilissimo togato! (Madama Fritz, Magistrato)
  • N. 10 - Scena ed Aria Sorella! Tu...che faccio? - Il dolce nome e tenero (Carlo, Coro)
  • N. 11 - Sestetto Oh qual colpo, oh ciel, qual fremito (Pietro, Annetta, Carlo, Fritz, Caterina, Magistrato)
  • N. 12 - Aria Pace una volta, e calma (Caterina)
  • N. 13 - Coro Al stridor bellico
  • N. 14 - Aria In questo estremo amplesso (Madama Fritz, Coro)
  • N. 15 - Finale II Al stridor bellico - Dopo soffio di nemba e procella (Coro, Magistrato, Carlo, Fritz, Caterina, Annetta, Pietro)

L'influenza di Rossini è evidente nella partitura, definita da William Ashbrook "un maldestro miscuglio di ingenuità ed elementi rossiniani insufficientemente assimilati"[8]. In certi passaggi, Donizetti ricerca un effetto comico facendo un pastiche dello stile di Rossini, come nell'aria di Madama Fritz nell'atto I Qual ardir! qual brondo ignudo!. Altrove, si tratta di imitazione pura e semplice, come nel sestetto dell'Atto II Ah, quel colpo!, che riprende fin dalle prime note il terzetto dell'Atto II de Il barbiere di Siviglia di Rossini. Allo stesso modo, la parte di Pietro, carica di abbellimenti in contrasto con la relativa semplicità degli altri ruoli, ricorda Rossini, così come il personaggio del magistrato fa pensare al Don Magnifico della Cenerentola.

La personalità di Donizetti si intravede tuttavia nel larghetto malinconico di Annetta Veder l'amato oggetto (Atto I, scena 12), nel duetto tra Pietro e il magistrato Ser Cuccuppis siete voi? (Atto I, scena 9), in cui Tom Kaufman[9] ritrova tracce del celebre Cheti cheti del Don Pasquale, e nell'aria di Carlo Il dolce nome, e tenero (Atto II, scena 6).

Dal punto di vista letterario, il librettista Gherardo Bevilacqua Aldobrandini inserì alcune citazioni dei più celebri librettisti d'opera settecenteschi: Metastasio (Madama Fritz consola Carlo citando l'aria Sempre è maggior del vero dall'Attilio Regolo, mentre il Coro nel Finale Primo canta una parodia de Siam navi all'onde algenti proveniente da L'Olimpiade) e Lorenzo Da Ponte (il testo della cabaletta del Magistrato Se tutti i codici dovessi volgere è tratto da Le nozze di Figaro, mentre Caterina, scoperta l'identità del fratello, prima di svenire canta Ah, che del sole il raggio richiamando la quasi analoga situazione del Finale Primo di Così fan tutte).

Anno Cast (Pietro, Madama Fritz, Magistrato, Carlo, Annetta, Caterina) Direttore Etichetta
2004 Vito Priante, Rosa Anna Peraino, Giulio Mastrototaro, Alessandro Codeluppi, Rosa Sorice, Eufemia Tufano Marco Berdondini Dynamic
Anno Cast (Pietro, Madama Fritz, Magistrato, Carlo, Annetta, Caterina) Direttore Etichetta
2019 Roberto De Candia, Paola Gardina, Marco Filippo Romano, Francisco Brito, Nina Solodovnikova, Loriana Castellano Rinaldo Alessandrini Dynamic
  1. ^ a b c d e Bertieri.
  2. ^ Il titolo Il falegname di Livonia è quello che figura all'inizio di ogni pezzo e di ogni recitativo nella partitura autografa. L'opera venne tuttavia messa in scena col titolo Pietro il Grande Kzar delle Russie, lo stesso della prima edizione del libretto, sicuramente per evitare la confusione con l'opera di Giovanni Pacini data alla Scala di Milano il 12 aprile 1819. Attualmente vengono usati entrambi i titoli.
  3. ^ 47 rappresentazioni alla Scala nel primo anno e più di 40 repliche fino al 1840 (cfr. Tom Kaufman, art. cit.).
  4. ^ Alcuni versi del libretto di Romani, anche se in verità non molti, tornano in quello di Bevilacqua-Aldobrandini (Maria Chiara Bertieri, op. cit.).
  5. ^ Yonel Buldrini, art. cit.
  6. ^ Ashbrook, p. 18.
  7. ^ L'imperatrice Caterina I di Russia, seconda moglie di Pietro il Grande, veniva effettivamente da una famiglia della Livonia (oggi Lettonia) di nome Skavronsky.
  8. ^ Ashbrook, p. 285.
  9. ^ Art. cit.

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