Giudaismo

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Il Giudaismo è una fase della storia dell'Ebraismo.

La storia del Giudaismo inizia con la deportazione a Babilonia del 587 a.C. che mette fine al Regno del Nord, il quale, già dopo Salomone, avevano avviato un processo di sincretismo con le religioni delle popolazioni cananee.

Il resto d'Israele, a sud, comprendeva parte di alcune tribù e tutta la tribù di Giuda, l'unica rimasta interamente fedele alle mitzvot, i precetti ebraici. Dal nome della tribù, Giuda, deriva il termine Giudaismo

Con l'occupazione del Regno del Sud ha quindi inizio la diaspora delle tribù rimaste ed una parte di queste ebbe poi la possibilità di tornare in patria e ricostruire il Tempio distrutto grazie al re persiano Ciro II (circa nel 530 a.C.).

I giudei di Palestina e quelli che vivono lontano (ad Alessandria, a Babilonia ecc.) formavano una comunità religiosa unita dalla fede monoteista, lo studio della legge (Torah) e la speranza messianica: qualche tempo dopo il ritorno dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel Tempio di Gerusalemme, ma il Giudaismo palestinese si dà nuove istituzioni: il Sinedrio e la sinagoga, dove scribi e dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza.

Farisaismo e Giudaismo

Il giudaismo post esilico è un mondo polimorfo, frammentato in numerose correnti: Farisei, Sadducei, Esseni, Zeloti, Battisti, Erodiani, Samaritani, Terapeuti. Anche il cristianesimo, prima della seconda Distruzione del Tempio, viene considerato, né più ne meno, una corrente dell'Ebraismo.

Il Secondo Tempio viene distrutto dai Romani nell'anno 70 d.C. dopo una rivolta scoppiata nel 66. Inizia la seconda e definitiva Diaspora: i giudei, gli unici eredi dell'Ebraismo, sono sparsi per il mondo.

Dopo il 70, delle diverse "scuole" ebraiche, la sola a sussistere è quella dei Farisei, l'unico gruppo rimasto fedele alla Tradizione. L'ambiente fariseo comprendeva gli scribi, vale a dire quanti insegnavano la Legge; ma gli scribi non erano necessariamente farisei.
Per questo e per altri motivi, il termine fariseismo non ha mai avuto molta fortuna, mentre si è imposto il più antico giudaismo, forse perché indica una tribù, una fratellanza, e non una corrente di pensiero.

Durante la diaspora, dal fariseismo si sviluppano le diverse scuole rabbiniche (Yeshivoth), fondamentali nell'evoluzione del cultuale ebraico.

  • Di fronte a situazioni storiche nuove (persecuzioni) e a divergenze di scuola, fu necessario ricavare dalla Torah, scritta e orale, le decisioni pratiche: all'inizio del III secolo venne codificata la Mishnah (che significa insegnamento da ripetere), compendio scritto della Torah fino a quel momento tramandata oralmente e destinata ad essere imparato a memoria.
  • Col passare degli anni il testo della Mishnah divenne insufficiente per poter essere usato correntemente come guida e si procedette quindi alla redazione del Talmud nelle sue due forme, il commentario Bavlì, babilonese e quello Yerushalmi di Gerusalemme.

Sionismo e ricongiungimento con le tribù disperse

Col passare dei secoli e delle persecuzioni, il rifugio nella Legge non basta: nell'800 si sviluppa il Sionismo, come risoluzione al "caso ebraico", e nel corso del primo 900 si avranno i primi timidi tentativi di tornare in Eretz Israel, nonostante le pressioni contrarie degli arabi e di una piccola parte di ebrei ultraortodossi della diaspora.

L'istituzione dello Stato di Israele è del 1948.

Il sentimento di cercare e riunire tutte le tribù disperse nel mondo, ha così trovato uno spiraglio dal Sionismo in poi, prima nella costruzione dello Stato di Israele, poi nell'istituzione dell'Operazione Salomone, che aiutò i Falascià, e infine in Shavei Israel associazione fondata nel 2004 da un gruppo di Sefarditi, il cui scopo è proprio quello di aiutare “ebrei dispersi” a tornare in Israele.

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