Ferrovia Centrale Toscana: differenze tra le versioni
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La '''ferrovia Centrale Toscana''' è una [[Ferrovia|linea ferroviaria]] [[Italia|italiana]] che collega la [[stazione di Empoli]], sulla [[ferrovia Leopolda]], alla [[stazione di Chiusi-Chianciano Terme]], sulla [[ferrovia Firenze-Roma]], passando per la città di [[Siena]]. |
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La '''ferrovia Centrale Toscana''' è una [[ferrovia|linea ferrovia]]ria [[italia]]na che unisce la città di [[Empoli]] a [[Siena]] fino a congiungersi con la [[ferrovia Firenze-Roma]] all'altezza di [[Chiusi]]. Il tracciato fra le due città [[Toscana|toscane]] segue le valli del [[Elsa (fiume)|fiume Elsa]] fino a [[Poggibonsi]] e poi del torrente Staggia, ed è orograficamente molto conveniente: il tracciato è infatti piano e sostanzialmente rettilineo da Empoli fino a [[Poggibonsi]], risalendo poi con curve ampie e sinuose le colline della [[Toscana]] centrale fino a [[Siena]]. |
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Attualmente è gestita da [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]], che la considera linea complementare<ref>{{cita web| url=http://www.rfi.it/cms-file/allegati/rfi/rete_esercizio.pdf| titolo=RFI - Rete in esercizio| formato=PDF| accesso=2 maggio 2008| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120222043000/http://www.rfi.it/cms-file/allegati/rfi/rete_esercizio.pdf| dataarchivio=22 febbraio 2012| urlmorto=sì}}</ref>. È una ferrovia non [[elettricità|elettrificata]] a [[Binario ferroviario|binario]] singolo tra [[Empoli]] e Granaiolo, a doppio binario tra Granaiolo e [[Poggibonsi]] e nuovamente a binario singolo da [[Poggibonsi]] fino a [[Montallese]]. Il tratto Montallese-Chiusi è l'intersezione Chiusi Nord della [[ferrovia Firenze-Roma (direttissima)|ferrovia direttissima Firenze-Roma]] ed è stato riqualificato durante la costruzione della stessa. Il servizio passeggeri sulla ferrovia Centrale Toscana è svolto da [[Trenitalia]] su due direttrici separate: Empoli-Siena e Siena-Chiusi. |
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== Storia == |
== Storia == |
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=== L'apertura della tratta Empoli-Siena === |
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{{Date fer tratto|[[Stazione di Empoli|Empoli]]-[[Stazione di Siena|Siena]]|14 ottobre [[1849]]}} |
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! Inaugurazione |
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{{Date fer tratto|[[Stazione di Siena|Siena]]-[[Stazione di Sinalunga|Sinalunga]]|19 settembre [[1859]]}} |
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{{Date fer tratto|[[Stazione di Sinalunga|Sinalunga]]-[[Stazione di Torrita di Siena|Torrita]]|29 ottobre [[1860]]}} |
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Fin dal [[1840]] il [[governatore]] di [[Siena]] [[Luigi Serristori]], che aveva partecipato negli anni precedenti agli studi preliminari per la costruzione della [[ferrovia Leopolda]], si fece promotore della realizzazione di un collegamento ferroviario tra [[Firenze]] e Siena. Progettata dall'[[ingegnere]] Giuseppe Pianigiani, la "strada ferrata Centrale Toscana" fu finanziata con capitali privati prevalentemente senesi; l'omonima società concessionaria fu costituita su iniziativa dell'[[imprenditore]] Policarpo Bandini nel [[1844]] e ottenne la [[concessione]] dal [[Granducato di Toscana]] il 5 giugno [[1845]]. |
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=== Realizzazione === |
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Già nel [[1840]] il governatore di [[Siena]] [[Luigi Serristori]], che aveva partecipato negli anni precedenti agli studi preliminari per la costruzione della [[ferrovia Leopolda]], si fece promotore della realizzazione di un collegamento ferroviario tra [[Firenze]] e Siena. |
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I lavori di costruzione della [[ferrovia]] iniziarono nel [[1846]] e furono ultimati in pochi anni: il 14 ottobre [[1849]] fu inaugurato il [[Binario ferroviario|binario]] che collegava la [[stazione di Empoli]], sulla linea Firenze-[[Livorno]], a Siena, per una lunghezza complessiva di 64 [[Chilometro|chilometri]]<ref name="trenidicarta">{{cita web| url=http://www.trenidicarta.it/aperture.html| titolo=Trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926| accesso=14 giugno 2008}}</ref>. La ferrovia semplificò non poco i collegamenti fra la [[Capitale (città)|capitale]] del Granducato di Toscana e la città del [[Palio di Siena|Palio]], riducendone i tempi a circa due ore e mezza. Al momento dell'inaugurazione, tuttavia, era ancora in costruzione la [[Galleria (ingegneria)|galleria]] di Montarioso (già Montearioso), corrispondente alla parte finale del tracciato, a nord di Siena. Tale galleria, lunga 1516 [[Metro|metri]], era un'opera ingegneristica di elevato valore tecnico per l'epoca: scavata fra terreni friabili e ricchi d'[[acqua]], richiese quattro anni e tre mesi di lavoro e venne aperta al servizio solo il 18 settembre [[1850]], quando risultava essere la più lunga galleria ferroviaria in [[Italia (regione geografica)|Italia]]. Fino ad allora, la [[Stazione ferroviaria|stazione]] di Siena fu posta in un edificio provvisorio situato all'imbocco lato [[Empoli]] della galleria in costruzione, detto "Mazzafonda". Fu inoltre organizzato un [[Palio di Siena#Il Palio straordinario|Palio straordinario]] per l'inaugurazione della nuova ferrovia.<ref>{{Cita web|url=https://sienanews.it/cultura/14-ottobre-1849-dalla-stazione-di-mazzafonda-si-inaugura-la-strada-ferrata-di-siena/|titolo=14 ottobre 1849: dalla stazione di Mazzafonda si inaugura la strada ferrata di Siena}}</ref> |
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La realizzazione della "strada ferrata Centrale Toscana", in seguito denominata "ferrovia Centrale Toscana", fu finanziata con capitali privati prevalentemente senesi; l'omonima società concessionaria fu costituita nel [[1844]] e ottenne la concessione dal [[Granducato di Toscana]] il 5 giugno [[1845]]. |
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=== L'apertura della tratta Siena-Chiusi e l'allungamento verso Orte === |
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Nel [[1851]] la società concessionaria ottenne la concessione per il prolungamento della ferrovia lungo la [[Val di Chiana]]<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 456|Lazzeri, 1862}}.</ref> e avviò la progettazione del binario che avrebbe collegato Siena a [[Chiusi]]. I lavori di costruzione furono avviati il 20 maggio [[1854]]: cinque anni dopo, l'11 settembre [[1859]], fu inaugurata la tratta Siena-[[Sinalunga]], lunga 58 chilometri, aperta all'esercizio il successivo 19 settembre<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 457|Lazzeri, 1862}}.</ref>. La tratta Sinalunga-[[Torrita di Siena]], corrispondente a ulteriori 7 chilometri, fu inaugurata il 29 ottobre [[1860]]<ref name="trenidicarta" />. Nell'agosto [[1861]] la società concessionaria ricevette l'autorizzazione a proseguire la linea Siena-Chiusi in direzione di [[Orvieto]], con l'intento di congiungerla alla già progettata [[Ferrovia Roma-Ancona|linea Roma-Foligno]] nei pressi di [[Orte]]<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 459|Lazzeri, 1862}}.</ref>. |
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I lavori, iniziati nel [[1846]], furono ultimati in pochi anni e il primo tronco ferroviario [[Empoli]]-Siena (64 [[Chilometro|km]]) fu inaugurato il 14 ottobre [[1849]]<ref name="trenidicarta">{{cita web| url=http://www.trenidicarta.it/aperture.html| titolo=Trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926| accesso=14 giugno 2008}}</ref>; al momento dell'inaugurazione era però ancora in costruzione la galleria di ''Montearioso'', a poche centinaia di metri dalla [[stazione di Siena]]. |
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Il 20 ottobre 1861 fu aperta al traffico la tratta Torrita di Siena-Salarco, lunga 6 chilometri<ref name="trenidicarta" />. La stazione del Salarco era situata presso l'omonimo [[torrente]], in località Sciarti, ad [[Abbadia (Montepulciano)|Abbadia di Montepulciano]]: per superare il torrente, all'altezza di una monumentale [[cascata]] in [[laterizio]] edificata dall'ingegnere [[Alessandro Manetti]] nel 1849 venne eretto un [[ponte]] di [[ferro]] a due [[Luce (costruzioni)|luci]], che successivamente diede origine al toponimo Ponte di Ferro per indicare il luogo. Il caratteristico ponte ottocentesco venne abbattuto il 30 giugno [[1944]], durante la [[seconda guerra mondiale]], dalle truppe [[Germania nazista|tedesche]] in ritirata<ref>Libro ''La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano'' di Alessandro Angiolini</ref>. Il 24 luglio [[1862]] fu aperta la tratta Salarco-Chiusi, lunga 20 chilometri, che attraversava il territorio di tre delle più importanti fattorie granducali della Val di Chiana: Abbadia di [[Montepulciano]], Chianacce e [[Acquaviva (Montepulciano)|Acquaviva di Montepulciano]]. Il 15 [[dicembre]] dello stesso anno fu poi aperta la tratta Chiusi-[[Ficulle]]<ref name="trenidicarta" />. |
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Tale galleria, opera ingegneristica di elevato valore tecnico per l'epoca, è lunga 1516 metri e per alcuni anni risultò essere la più lunga galleria d'[[Italia]]. Fu scavata tra mille difficoltà in terreni friabili e ricchi di [[acqua]] e richiese quattro anni e tre mesi di lavoro, tant'è che la [[Stazione ferroviaria|stazione]] di Siena fu inaugurata solo il 18 settembre [[1850]]. Per un anno, infatti, la stazione terminale della linea fu posta in un edificio provvisorio sito all'imbocco settentrionale della costruenda galleria. |
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In un documento ufficiale dell'amministratore della società concessionaria della ferrovia, lo stesso Policarpo Bandini, si leggeva che:{{citazione|Negli studi primordiali della Sezione Torrita-Chiusi erano state indicate due stazioni intermedie, una nelle vicinanze della Fattoria dell'Abbadia, l'altra in quella del Villaggio di Acquaviva. La Società per la strada ferrata Centrale Toscana rimane autorizzata a costruire ed attivare nel suo interesse, ed a sue spese, rischio e pericolo, una strada di ferro, che dai pressi di Bettolle e Torrita si diriga fino a Chiusi. La linea si muoverà dalla stazione fra Bettolle e Torrita con dirigersi a Chiusi per le tenute dell'Abbadia e dell'Acquaviva. Una stazione di seconda classe sarà aperta in ciascuna di queste tre località.}} |
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=== Costruzione e apertura della Siena-Chiusi === |
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Nel [[1851]] la società concessionaria ottenne la concessione per il prolungamento della linea lungo la [[Val di Chiana]]<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 456|Lazzeri, 1862}}.</ref> e avviò i lavori di progettazione della tratta da Siena a [[Chiusi]]. La prima pietra fu posta il 20 maggio [[1854]]: cinque anni dopo, l'11 settembre [[1859]], fu inaugurata la tratta Siena-[[Sinalunga]] (58 km), aperta all'esercizio il 19 settembre<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 457|Lazzeri, 1862}}.</ref>. La tratta Sinalunga-[[Torrita di Siena]] (7 km) fu aperta il 29 ottobre [[1860]]<ref name="trenidicarta" />. |
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L'annuncio dell'apertura della tratta Salarco-Chiusi, insieme alla stazione intermedia di Acquaviva di Montepulciano, apparve nel ''Bollettino delle Strade Ferrate'' e sul [[giornale]] ''Il Monitore Toscano''. Il trasporto di merci sulla linea, presso la quale era convogliata gran parte della produzione agricola della zona, veniva assicurato da una coppia di corse giornaliera, l'una in partenza da Chiusi alle 6:00 e l'altra in partenza da Siena alle 17:20; il tragitto fra le due stazioni veniva coperto in poco meno di tre ore. |
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Nell'agosto [[1861]] la società concessionaria ottenne dall'autorità governativa italiana l'autorizzazione a proseguire la Siena-[[Chiusi]] verso [[Orvieto]] per congiungerla con la [[Ferrovia Roma-Ancona|Roma-Foligno]] nei pressi di [[Orte]]<ref>{{cita|L. Lazzeri|p. 459|Lazzeri, 1862}}.</ref>. Il 20 ottobre 1861 fu aperta la tratta Torrita di Siena-Salarco (6 km)<ref name="trenidicarta" />. La stazione del Salarco era situata nei pressi dell'omonimo [[torrente]], in località Sciarti, ad Abbadia di Montepulciano; per superare il torrente fu costruito un [[ponte]] di ferro a due luci - da cui il toponimo Ponte di Ferro per indicare il nome del luogo - in prossimità della monumentale cascata in [[laterizio]] (La Serra) edificata dall'ingegnere [[Alessandro Manetti]] nel [[1849]], durante i lavori di bonifica della zona. Il caratteristico ponte ottocentesco fu distrutto durante la [[seconda guerra mondiale]], il 30 giugno [[1944]], dai [[Germania|tedeschi]] in ritirata<ref>Libro ''La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano'' di Alessandro Angiolini</ref>. |
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Con la [[legge]] n. 2272 del 14 maggio [[1865]], che riordinò l'assetto ferroviario nel territorio del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], la società concessionaria della ferrovia Centrale Toscana fu incorporata nella [[Società per le strade ferrate romane|Società per le Strade Ferrate Romane]], che assunse la gestione della linea occupandosi del completamento della tratta Ficulle-Orte, nonché della costruzione di una deviazione che dalla [[stazione di Asciano]] volgeva verso [[Grosseto]], ultimata nel [[1872]]. Il 24 agosto [[1867]] [[Giuseppe Garibaldi]] transitò sulla ferrovia a bordo dell'ultima corsa pomeridiana e, proveniente da [[Rapolano Terme]], fece scalo alla stazione del Salarco, dove lo attendevano alcuni notabili poliziani che lo accompagnarono in [[carrozza]] a Montepulciano<ref>Relazione del prefetto di Siena a Roma del 26 agosto 1867 - Libro ''La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano'' di Alessandro Angiolini.</ref>. Per alcuni anni la direttrice Empoli-Chiusi-Orte ebbe una notevole importanza, rappresentando l'unico collegamento ferroviario esistente fra il [[Italia settentrionale|Nord Italia]] e [[Roma]]. Tuttavia, a partire dalla metà degli [[Anni 1970|anni Settanta]] del [[XIX secolo]], con l'apertura della [[ferrovia Tirrenica]], che collegava Livorno a Roma, e della [[ferrovia Firenze-Roma]], che passando per [[Perugia]] si congiungeva alla ferrovia Centrale Toscana all'altezza di Orte, il binario passante per Siena e Chiusi perse la sua rilevanza, venendo relegato a un ambito più locale. |
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Si scelse di costruire uno scalo ferroviario in piena Val di Chiana per convogliare le produzioni agricole delle tre più importanti [[Fattoria|fattorie]] [[Granducato di Toscana|granducali]] della zona: Abbadia di [[Montepulciano]], Chianacce e [[Acquaviva (Montepulciano)|Acquaviva di Montepulciano]]. Il 24 luglio [[1862]] fu aperta la tratta Salarco-[[Chiusi]] (20 km), mentre il 15 dicembre dello stesso anno fu aperta la tratta Chiusi-[[Ficulle]]<ref name="trenidicarta" />. Nel frattempo vennero inaugurate le stazioni ferroviarie di Torrita di Siena, Sciarti e Acquaviva di Montepulciano. |
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In un documento ufficiale dell'amministratore della società concessionaria della ferrovia, il senese Policarpo Bandini, si legge che:{{citazione|Negli studi primordiali della Sezione Torrita-Chiusi erano state indicate due stazioni intermedie, una nelle vicinanze della Fattoria dell'Abbadia, l'altra in quella del Villaggio di Acquaviva. La Società per la strada ferrata Centrale Toscana rimane autorizzata a costruire ed attivare nel suo interesse, ed a sue spese, rischio e pericolo, una strada di ferro, che dai pressi di Bettolle e Torrita si diriga fino a Chiusi. La linea si muoverà dalla stazione fra Bettolle e Torrita con dirigersi a Chiusi per le tenute dell'Abbadia e dell'Acquaviva. Una stazione di seconda classe sarà aperta in ciascuna di queste tre località.}} |
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L'annuncio dell'inaugurazione delle ultime stazioni sulla tratta Salarco-Chiusi apparve nel ''Bollettino delle Strade Ferrate'' e sul [[giornale]] ''Il Monitore Toscano'', sul quale venne pubblicata una nota della società concessionaria che annunciava l'apertura della linea dal Salarco a Chiusi il giorno 24 luglio 1862, mentre l'attivazione delle stazioni di Acquaviva di Montepulciano e Ficulle sarebbe avvenuta in un secondo momento. Una coppia di corse, in partenza da Chiusi alle 6:00 e da Siena alle 17:20, veniva utilizzata per il trasporto merci e percorreva la distanza tra le due stazioni in poco meno di tre ore. |
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=== Dalle convenzioni del 1865 alle Ferrovie dello Stato === |
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Con la legge n. 2272 del 14 maggio [[1865]], che riordinava l'assetto ferroviario del territorio [[Italia|italiano]], la società concessionaria della ferrovia Centrale Toscana fu incorporata nella [[Società per le strade ferrate romane]], che assunse la gestione della linea ferroviaria e si occupò del completamento della ferrovia fino a [[Orte]], nonché della costruzione della [[Ferrovia Asciano-Monte Antico|deviazione da Asciano verso Grosseto]], ultimata nel [[1872]]. Il 24 agosto [[1867]] [[Giuseppe Garibaldi]] transitò sulla linea a bordo dell'ultima corsa pomeridiana e, proveniente da [[Rapolano Terme]], fece scalo alla stazione del Salarco, dove lo aspettavano alcuni notabili poliziani che lo accompagnarono in [[carrozza]] a Montepulciano<ref>Relazione del prefetto di Siena a Roma del 26 agosto 1867 - Libro ''La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano'' di Alessandro Angiolini.</ref>. |
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Per alcuni anni la ferrovia ebbe una notevole importanza essendo l'unico collegamento ferroviario esistente tra [[Roma]] e il [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Tuttavia, a partire dalla metà degli anni Settanta, con la costruzione della [[ferrovia Tirrenica]] e della [[ferrovia Firenze-Roma]], la ferrovia Centrale Toscana perse importanza e fu relegata ad un ambito più locale. La linea seguì le vicissitudini della Società per le strade ferrate romane e, con la [[statalizzazione delle ferrovie italiane]], venne riscattata dallo Stato Italiano tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta. Nel [[1885]] venne aperta all'esercizio [[Ferrovia Poggibonsi-Colle Val d'Elsa|un'altra diramazione]] della ferrovia Centrale Toscana che collegava [[Poggibonsi]] a [[Colle di Val d'Elsa|Colle Val d'Elsa]]. Era inizialmente previsto che questa diramazione proseguisse fino a raggiungere [[Volterra]] e si allacciasse alla [[ferrovia Cecina-Volterra]], ma tale progetto non vide mai la luce. |
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=== Il collegamento con la ferrovia Umbro-Aretina === |
=== Il collegamento con la ferrovia Umbro-Aretina === |
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Già negli anni Settanta dell'Ottocento si iniziò ad avvertire l'esigenza di velocizzare i collegamenti tra Firenze e Roma e congiungere la ferrovia Centrale Toscana con la ferrovia Umbro-Aretina, che collegava Firenze e [[Arezzo]] a [[Terni]] passando per Perugia. Per andare in [[treno]] dalla vecchia alla nuova capitale del Regno d'Italia, infatti, si doveva percorrere un lungo tragitto che attraversava il [[Valdarno]] Superiore, Arezzo, [[Passignano sul Trasimeno]], Perugia, Foligno, Terni e Orte. Per la nuova linea furono presentati undici [[Progetto|progetti]], il primo dei quali prevedeva di deviare la ferrovia Centrale Toscana all'altezza della stazione del Salarco, attraversare l'intera Val di Chiana da sud verso nord e raggiungere la ferrovia Umbro-Aretina in località Bastardo (oggi San Giuliano), una delle tredici ex fattorie granducali della [[valle]], distante 7 chilometri da Arezzo. Tra gli altri progetti in lizza figuravano il raccordo Salarco-[[Castiglion Fiorentino]] che seguiva un percorso simile ma più breve, il Salarco-[[Olmo (Arezzo)|Olmo]] che costeggiava il [[lago Trasimeno]], l'Acquaviva di Montepulciano-[[Cortona]] che, sulla scorta di un progetto dell'agosto [[1871]], prevedeva un percorso di 20 chilometri attraverso le valli del Chiuso e della Selva, con la costruzione di due gallerie denominate "Apparita" e "Barullo" per un costo complessivo stimato di 2.250.000 [[Lira italiana|lire]]. Al vaglio erano anche la tratta Chiusi-[[Terontola]], la Salarco-[[Bucine]] - che si sarebbe estesa per 36,1 chilometri con un costo preventivato di 3.200.000 lire - e la Buoninsegna-Bucine - che deviava la ferrovia Centrale Toscana più a nord, all'altezza di Rapolano Terme. |
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La scelta ricadde sulla linea Chiusi-Terontola, il cui costo previsto si attestava intorno a 2.000.000 lire: tale percorso permetteva di eludere il [[lago]] Trasimeno e il nodo di Perugia, abbattendo i tempi di percorrenza e attestando la ferrovia Firenze-Roma sulla direttrice Terontola-Chiusi-Orte. Nella primavera del [[1874]] iniziarono i primi lavori di [[Scavo (edilizia)|sbancamento]], nonostante le polemiche sollevate dagli abitanti dei paesi coinvolti nei progetti scartati. |
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Tra gli altri progetti in lizza figuravano la tratta Chiusi-[[Terontola]], la Salarco-[[Castiglion Fiorentino]], la Salarco-[[Olmo (Arezzo)|Olmo]], la Acquaviva di Montepulciano-[[Cortona]], la Salarco-Bucine (lunga 36,10 km con un costo preventivato di [[Lira italiana|lire]] 3.200.000) e la Buoninsegna-Bucine (che deviava la ferrovia Centrale Toscana all'altezza di Rapolano Terme). Nell'agosto del [[1871]] fu steso il progetto Acquaviva di Montepulciano-Cortona: la nuova linea ferroviaria si sarebbe sviluppata su un percorso di 20 km attraverso le [[Valle|valli]] del Chiuso e della Selva, con la costruzione di due [[Galleria (ingegneria)|gallerie]] (''Apparita'' e ''Barullo'') ed un costo complessivo di lire 2.250.000. |
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=== La statalizzazione e gli sviluppi recenti === |
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Alla fine la scelta ricadde sul progetto Chiusi-Terontola: il costo della linea ferroviaria che avrebbe unito la [[Stazione di Chiusi-Chianciano Terme|stazione di Chiusi]] a quella di [[Stazione di Terontola-Cortona|Terontola]] fu stimato intorno a lire 2.000.000. Nella primavera del [[1874]] iniziarono i primi lavori di [[Scavo (edilizia)|sbancamento]], nonostante le polemiche sollevate dai paesi coinvolti nei progetti scartati. |
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La ferrovia Centrale Toscana seguì le vicissitudini della Società per le Strade Ferrate Romane e nel [[1885]] passò in gestione alla [[Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali]]. Nello stesso anno venne aperta all'esercizio un'altra diramazione della linea, che collegava [[Poggibonsi]] a [[Colle di Val d'Elsa]]: era inizialmente previsto che la diramazione proseguisse fino a raggiungere [[Volterra]] e si allacciasse alla [[ferrovia Cecina-Volterra]], ma tale progetto non vide mai la luce. Nel [[1905]], nell'ambito del progetto di [[statalizzazione delle ferrovie italiane]] portato a compimento nei primi decenni del [[XX secolo]], la gestione della linea passò alle [[Ferrovie dello Stato Italiane|Ferrovie dello Stato]]. Nel [[1927]] venne ultimata la nuova [[ferrovia Siena-Grosseto]], che a sud della [[stazione di Siena]] si separava dalla ferrovia Centrale Toscana e la scavalcava dirigendosi verso meridione, fino a congiungersi con la linea [[Asciano]]-Grosseto presso la [[stazione di Monte Antico]]. Tre anni dopo, nel [[1930]], venne completata la [[ferrovia Arezzo-Sinalunga]], che deviava la ferrovia Centrale Toscana a nord di Sinalunga e raggiungeva la città di Arezzo attraversando la Val di Chiana per 40 chilometri. |
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Nel [[1990]] venne attivato il raddoppio del binario fra le stazioni di [[Stazione di Granaiolo|Granaiolo]] e [[Stazione di Castelfiorentino|Castelfiorentino]], comprendente la nuova fermata di [[Cambiano (Castelfiorentino)|Cambiano]]<ref>"Notizia flash" in "I Treni Oggi" n. 102 (marzo 1990), p. 6</ref>. Alcuni anni dopo fu raddoppiata anche la tratta da [[Castelfiorentino]] a [[Certaldo]]. Nell'autunno [[2004]] iniziarono i lavori di raddoppio della tratta da Certaldo a Poggibonsi<ref>"Notizia flash" su ''I Treni'' n. 264 (novembre 2004), p. 4</ref>, che furono completati il 20 giugno [[2006]]<ref>{{Cita pubblicazione |titolo = Impianti FS |rivista = [[I Treni]] |volume = anno XXVII |numero = 283 |editore = Editrice Trasporti su Rotaie |città = Salò |anno = 2006 |mese = luglio |p = 11 |ISSN = 0392-4602 }}</ref>; in questa fase furono anche eliminati alcuni [[Passaggio a livello|passaggi a livello]] e fu rettificato il tracciato. Il 24 ottobre [[2018]] la [[Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati|Commissione Trasporti della Camera dei Deputati]] ha confermato l'investimento di 177 milioni di [[euro]] per operare un massiccio rinnovamento della linea: verrà raddoppiata la tratta Empoli-[[Granaiolo]], sarà elettrificato l'intero tracciato fra Empoli e Siena e verrà rinnovato il [[Veicolo ferroviario|materiale rotabile]]. I lavori con inizio previsto nel 2023 dovrebbero iniziare nei mesi estivi del 2024 e dovrebbero concludersi nel [[2028]].<ref>{{Cita web|url=https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/opere-strategiche/raddoppio-e-elettrificazione-ferrovia-empoli---siena.html|titolo=Empoli - Siena|sito=www.fsitaliane.it|lingua=it|accesso=2024-03-23}}</ref> |
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=== Dopo la statalizzazione === |
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Con la statalizzazione delle ferrovie, nel [[1905]] la gestione della linea passò a [[Ferrovie dello Stato Italiane|Ferrovie dello Stato]]. Nel [[1927]] venne ultimata la nuova [[ferrovia Siena-Grosseto]], che a sud della stazione di Siena si separava dalla ferrovia Centrale Toscana e la scavalcava dirigendosi verso meridione e congiungendosi con la ferrovia Asciano-[[Grosseto]] all'altezza della [[stazione di Monte Antico]]. Tre anni dopo, nel [[1930]], venne completata la [[ferrovia Arezzo-Sinalunga]], che deviava la ferrovia Centrale Toscana a nord di Sinalunga e raggiungeva la città di Arezzo attraversando la Val di Chiana per 40 km. |
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Nel [[1990]] venne attivato il raddoppio del [[Binario ferroviario|binario]] nella tratta da [[Granaiolo]] a [[Castelfiorentino]], comprendente la nuova fermata di [[Cambiano (Castelfiorentino)|Cambiano]]<ref>"Notizia flash" in "I Treni Oggi" n. 102 (marzo 1990), p. 6</ref>. Alcuni anni dopo fu raddoppiata anche la tratta da Castelfiorentino a [[Certaldo]]. Nell'autunno [[2004]] iniziarono i lavori di raddoppio della tratta da Certaldo a Poggibonsi<ref>"Notizia flash" su ''I Treni'' n. 264 (novembre 2004), p. 4</ref>, che furono completati il 20 giugno [[2006]]<ref>{{Cita pubblicazione |titolo = Impianti FS |rivista = [[I Treni]] |volume = anno XXVII |numero = 283 |editore = Editrice Trasporti su Rotaie |città = Salò |anno = 2006 |mese = luglio |p = 11 |ISSN = 0392-4602 }}</ref>; durante questa fase furono anche eliminati alcuni [[Passaggio a livello|passaggi a livello]] e fu rettificato il tracciato. |
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Il 24 ottobre [[2018]] la Commissione Trasporti della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei Deputati]] ha confermato l'investimento di 177 milioni di [[euro]] per operare un massiccio rinnovamento della linea: entro il [[2021]] saranno avviati i lavori di raddoppio della tratta Empoli-Granaiolo, mentre l'intero percorso della ferrovia da Empoli a Siena sarà elettrificato. |
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== Caratteristiche == |
== Caratteristiche == |
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La ferrovia è lunga 152 |
La [[ferrovia]] è lunga 152 [[Chilometro|chilometri]] ed è quasi interamente a [[Binario ferroviario|binario]] singolo, eccezion fatta per le tratte [[Granaiolo]]-[[Poggibonsi]] e [[Montallese]]-[[Chiusi]], che sono a doppio binario; la linea è inoltre priva di elettrificazione, salvo il tratto fra Montallese e Chiusi. Gestore della ferrovia è [[Rete Ferroviaria Italiana]], che la considera una linea complementare<ref>{{cita web|url=http://www.rfi.it/cms-file/allegati/rfi/rete_esercizio.pdf|titolo=RFI - Rete in esercizio|formato=PDF|accesso=2 maggio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120222043000/http://www.rfi.it/cms-file/allegati/rfi/rete_esercizio.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, mentre il servizio passeggeri è svolto da [[Trenitalia]] su due direttrici distinte, [[Empoli]]-[[Siena]] e Siena-Chiusi. La ferrovia è altresì regolarmente percorsa da treni merci. |
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=== Percorso === |
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Il materiale utilizzato fa parte della DTR Toscana, dei depositi di Firenze e Siena, e comprende composizioni singole e doppie di Minuetti Diesel, composizioni multiple di ALn668 e ALn663 e composizioni tradizionali di carrozze ''medie distanze'' e locomotive diesel del gruppo D.445. |
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{{Diagramma_fer|percorso = |
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{{Percorso_fer3||STR+l|CONTfq|||[[Ferrovia Leopolda|per Firenze]]}} |
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== Percorso == |
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{{Percorso_fer1|BHF|316+052|'''[[Stazione di Empoli|Empoli]]'''||29 [[metri sul livello del mare|m s.l.m.]]}} |
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{| class="wikitable" style="float:right; margin: 1em; font-size:90%" |
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{{Percorso_fer3|CONTgq|ABZgr||||[[Ferrovia Leopolda|per Pisa]]}} |
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|- |
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{{Percorso_fer1|BHF|311+343|[[Stazione di Ponte a Elsa|Ponte a Elsa]]||32 m s.l.m.}} |
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!colspan=5|Stazioni e fermate |
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{{Percorso_fer1|BHF|305+514|[[Stazione di Granaiolo|Granaiolo]]|(inizio doppio binario)|43 m s.l.m.}} |
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|- |
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{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|eHST|302+705|''Cambiano''|* 1990}} |
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{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|HSTeBHF|299+803|[[Stazione di Castelfiorentino|Castelfiorentino]]||51 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|BHF|291+194|[[Stazione di Certaldo|Certaldo]]||69 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer3|CONTgq|ABZgr||||[[Ferrovia Leopolda|Linea per Pisa]]}} |
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{{Percorso_fer1|HST| |
{{Percorso_fer1|HST|282+840|[[Stazione di Barberino Val d'Elsa|Barberino Val d'Elsa]]||83 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer3|exCONTgq|eABZg+r||||''[[Ferrovia Poggibonsi-Colle Val d'Elsa|per Colle Val d'Elsa]]'' † 1987}} |
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{{Percorso_fer1|HST|305+514|[[Stazione di Granaiolo|Granaiolo]]||(inizio doppio binario)}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|278+183|[[Stazione di Poggibonsi-San Gimignano|Poggibonsi-San Gimignano]]|(fine doppio binario)|100 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer1|eHST|302+705|Cambiano|* 1990}} |
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{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|eHST|270+754|''Staggia Senese''||156 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|267+275|[[Stazione di Castellina in Chianti-Monteriggioni|Castellina in Chianti-Monteriggioni]]|* 1887<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Ferrovie del Mediterraneo |rivista=[[Monitore delle Strade Ferrate e degli interessi materiali]] |editore= |città= |volume=anno XX |numero=14 |data=2 aprile 1887 |p=224 |url=https://www.trenidicarta.it/archivi/assets/pdf/2/Monitore_delle_strade_ferrate_e_degli_in_1887.pdf }}</ref>|189 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|291+194|[[Stazione di Certaldo|Certaldo]]}} |
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{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|BHF|260+998|[[Stazione di Badesse|Badesse]]||233 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|tSTRa|255+878||galleria Montarioso|(1.654 m)}} |
|||
{{Percorso_fer3|exCONTgq|eABZg+r||||[[Ferrovia Poggibonsi-Colle Val d'Elsa|Linea per Colle Val d'Elsa]] (dismessa)}} |
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{{Percorso_fer1|tGIPl|254+564||culmine}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|278+183|[[Stazione di Poggibonsi-San Gimignano|Poggibonsi-San Gimignano]]||(fine doppio binario)}} |
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{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|tSTRe|254+224||}} |
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{{Percorso_fer1|HSTeBHF|267+275|[[Stazione di Castellina in Chianti-Monteriggioni|Castellina in Chianti-Monteriggioni]]}} |
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{{Percorso_fer1|HSTeBHF|260+998|[[Stazione di Badesse|Badesse]]}} |
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{{Percorso_fer1|TUNNEL1|254+564||Galleria Montearioso}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|253+042|[[Stazione di Siena|Siena]]||287 m s.l.m.}} |
{{Percorso_fer1|BHF|253+042|[[Stazione di Siena|Siena]]||287 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer3|| |
{{Percorso_fer3||dSHI3gl|SHI3+r|251+981||Bivio Madonnina Rossa}} |
||
{{Percorso_fer3|CONTgq| |
{{Percorso_fer3|CONTgq|dKRZu|STRr|||[[Ferrovia Siena-Grosseto|per Grosseto]]}} |
||
{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|BHF|243+328|[[Stazione di Arbia|Arbia]]||186 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|BHF|236+410|[[Stazione di Castelnuovo Berardenga|Castelnuovo Berardenga]]||216 m s.l.m.}} |
{{Percorso_fer1|BHF|236+410|[[Stazione di Castelnuovo Berardenga|Castelnuovo Berardenga]]||216 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|eHST||Monte Sante Marie||190 m s.l.m.}} |
{{Percorso_fer1|eHST||''Monte Sante Marie''||190 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1| |
{{Percorso_fer1|BHF|223+575|[[Stazione di Asciano-Monte Oliveto Maggiore|Asciano-Monte Oliveto Maggiore]]|* 1939<ref>Ferrovie dello Stato, ''Ordine di Servizio n. 65'', 1939</ref>|224 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|BHF|221+371|[[Stazione di Asciano|Asciano]]||251 m s.l.m.}} |
{{Percorso_fer1|BHF|221+371|[[Stazione di Asciano|Asciano]]||251 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer3|CONTgq|ABZgr||||[[Ferrovia Asciano-Monte Antico| |
{{Percorso_fer3|CONTgq|ABZgr||||[[Ferrovia Asciano-Monte Antico|per Monte Antico]] (solo traffico turistico)}} |
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{{percorso_fer1|eHST||Serre di Rapolano}} |
{{percorso_fer1|eHST||''Serre di Rapolano''||273 m s.l.m.}} |
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{{ |
{{Percorso_fer3||BHF|lGIPr|215+088|[[Stazione di Rapolano Terme|Rapolano Terme]]|(culmine)|307 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer1|DST|202+485|[[Stazione di Rigomagno|Rigomagno]]}} |
{{Percorso_fer1|DST|202+485|[[Stazione di Rigomagno|Rigomagno]]||274 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer3||ABZg+l|CONTfq|||[[Ferrovia Arezzo-Sinalunga| |
{{Percorso_fer3||ABZg+l|CONTfq|||[[Ferrovia Arezzo-Sinalunga|per Arezzo (LFI)]]}} |
||
{{Percorso_fer1|BHF|196+683|[[Stazione di Sinalunga|Sinalunga]]}} |
{{Percorso_fer1|BHF|196+683|[[Stazione di Sinalunga|Sinalunga]]||265 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer1|HST|190+346|[[Stazione di Torrita di Siena|Torrita di Siena]]}} |
{{Percorso_fer1|HST|190+346|[[Stazione di Torrita di Siena|Torrita di Siena]]||261 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer3|exCONTr+f| |
{{Percorso_fer3|exCONTr+f|dSTR||||''[[Ferrovia Montepulciano-Fontago|per Montepulciano Città]]''}} |
||
{{Percorso_fer3|exBHF| |
{{Percorso_fer3|exBHF|dSTR||||''[[Montepulciano Stazione|Fontago (SAF)]]''}} |
||
{{Percorso_fer3| |
{{Percorso_fer3|exSHI3l|edSHI3g+r||||''raccordo SAF-[[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]]'' (doppio scartamento)}} |
||
{{Percorso_fer1|BHF|182+865|[[Stazione di Montepulciano|Montepulciano]]}} |
{{Percorso_fer1|BHF|182+865|[[Stazione di Montepulciano|Montepulciano]]||257 m s.l.m.}} |
||
{{Percorso_fer3||STR| |
{{Percorso_fer3||STR|CONT1+f|||[[Ferrovia Firenze-Roma (direttissima)|per Firenze (Direttissima)]]}} |
||
{{Percorso_fer3|| |
{{Percorso_fer3||STR|SPLa}} |
||
{{Percorso_fer3| |
{{Percorso_fer3||STR|vÜSTol|||interconnessione Chiusi Nord}} |
||
{{Percorso_fer3| |
{{Percorso_fer3||SHI3g+l|vSHI3r-|O3=SHI1+l}} |
||
{{Percorso_fer3||DST|kSTR3|173+777|[[Stazione di Montallese|P.M. Montallese]]|(inizio doppio binario ed elettrificazione)|252 m s.l.m.}} |
|||
{{Percorso_fer3|LSTR|ABZg+l|CONTfq|||[[Ferrovia Firenze-Roma|Linea per Firenze]]}} |
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{{Percorso_fer3| |
{{Percorso_fer3|CONTgq|kKRZr+1u|kSTRc4|||[[Ferrovia Firenze-Roma (direttissima)|per Roma (Direttissima)]]}} |
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{{Percorso_fer3| |
{{Percorso_fer3||ABZg+l|CONTfq|||[[Ferrovia Firenze-Roma|per Firenze]]}} |
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{{Percorso_fer1|BHF|164+209|'''[[Stazione di Chiusi-Chianciano Terme|Chiusi-Chianciano Terme]]'''||252 m s.l.m.}} |
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{{Percorso_fer3|CONTr+g|STR||||[[Ferrovia Firenze-Roma (direttissima)|Linea per Roma (direttissima)]]}} |
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{{Percorso_fer1|CONTf|||[[Ferrovia Firenze-Roma| |
{{Percorso_fer1|CONTf|||[[Ferrovia Firenze-Roma|per Roma]]}} |
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}} |
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La linea ha inizio presso la [[stazione di Empoli]], sulla [[ferrovia Leopolda]], da cui si distacca in direzione di [[Pisa]] volgendo a sud e seguendo un percorso pressoché rettilineo fino a [[Poggibonsi]], attraversando la [[Valdelsa]]. Dopo la [[stazione di Poggibonsi-San Gimignano]] il tracciato diviene maggiormente curvilineo, asseconda il percorso del [[torrente]] Staggia e risale le [[Colline del Chianti]] fino a raggiungere l'[[altitudine]] massima, a pochi chilometri da [[Siena]]. Dopo lo scalo senese il tracciato affronta il tratto più disagevole, attraversando la zona delle [[Crete Senesi]] fino a raggiungere la [[Val di Chiana]]; dopo la [[stazione di Sinalunga]] il percorso del binario torna ad essere piano e regolare e incontra la [[Ferrovia Firenze-Roma (direttissima)|ferrovia direttissima Firenze-Roma]] presso [[Montallese]]. Qui la ferrovia Centrale Toscana coincide con l'intersezione [[Chiusi]] Nord della linea "direttissima" che collega [[Firenze]] a [[Roma]] con la "[[Ferrovia Firenze-Roma|linea lenta]]" storica, che infatti viene incrociata a ridosso della [[stazione di Chiusi-Chianciano Terme]]. |
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=== Infrastrutture === |
=== Infrastrutture === |
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==== Stazione di Siena ==== |
==== Stazione di Siena ==== |
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{{Vedi anche|Stazione di Siena}} |
{{Vedi anche|Stazione di Siena}} |
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Il 25 novembre [[1935]] fu inaugurata l'attuale [[stazione di Siena]], posta lungo un nuovo tracciato che dall'uscita meridionale della [[Galleria (ingegneria)|galleria]] |
Il 25 novembre [[1935]] fu inaugurata l'attuale [[stazione di Siena]], posta lungo un nuovo tracciato che dall'uscita meridionale della [[Galleria (ingegneria)|galleria]] Montearioso seguiva un percorso più a valle della città rispetto a quello originario. L'apertura all'esercizio avvenne a mezzanotte del 28 [[ottobre]] precedente, data simbolica per il [[Storia del fascismo italiano|regime fascista]] in quanto anniversario della [[Marcia su Roma]]; contemporaneamente venne dismessa la vecchia [[Stazione ferroviaria|stazione]] e il relativo tronco di allacciamento alla linea [[Empoli]]-[[Siena]]. |
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La nuova stazione fu progettata dall'[[architetto]] [[Angiolo Mazzoni]], già progettatore di numerosi edifici pubblici negli [[Anni 1920|anni Venti]] e [[Anni 1930|Trenta]] del [[XX secolo]]. Il [[fabbricato viaggiatori]], esteriormente rifinito in [[Mattone|mattoni]] e [[travertino]], presenta caratteri architettonici tipici del [[Razionalismo italiano|periodo razionalista]]. La vecchia stazione di Siena sorgeva più vicina alle [[Mura di Siena|mura della città]] e a una quota più alta: era infatti posta a 312,7 [[Metro|metri]] [[Livello del mare|s.l.m.]], alla progressiva chilometrica 256+457<ref>dati Rete Mediterranea</ref>. Il fabbricato viaggiatori della stazione originaria è stato riqualificato e adibito in parte ad abitazione civile e in parte a [[caserma]] del [[Corpo forestale dello Stato]]. |
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==== Stazione del Salarco ==== |
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La nuova stazione fu progettata dall'[[architetto]] [[Angiolo Mazzoni]], già realizzatore di una numerosa serie di edifici pubblici negli anni Venti e Trenta del XX secolo. Il [[fabbricato viaggiatori]], esteriormente rifinito in [[Mattone|mattoni]] e [[travertino]], presenta caratteri architettonici tipici del [[Razionalismo italiano|periodo razionalista]]. La vecchia stazione di Siena si trovava più vicina alle mura della città e ad una quota più alta: era infatti posta a 312,70 [[Metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]], alla progressiva chilometrica 256+457<ref>dati Rete Mediterranea</ref>. Ad oggi il fabbricato viaggiatori è in parte adibito ad abitazione civile e in parte a [[caserma]] del [[Corpo forestale dello Stato]]. |
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Il fabbricato viaggiatori della stazione del Salarco è ancora esistente e versa in condizioni di totale abbandono. Lo si può vedere transitando lungo la [[strada provinciale]] Lauretana all'altezza del [[sottopasso]] della linea ferroviaria, in prossimità del bivio per Sciarti, ad [[Abbadia (Montepulciano)|Abbadia di Montepulciano]]. |
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== Materiale rotabile == |
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==== Stazione del Salarco (Abbadia di Montepulciano) ==== |
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Il [[Veicolo ferroviario|materiale rotabile]] impiegato fa parte dei depositi di [[Firenze]] e Siena e comprende composizioni di materiale ordinario quali carrozze [[Carrozze FS tipo MDVC|MDVC]]/[[Carrozze FS tipo MDVE|MDVE]] trainate da [[Locomotiva termica|locomotive diesel]] del [[Locomotiva FS D.445|gruppo D.445]], [[Hitachi Blues|elettrotreni ibridi HTR 312/412 ''"Blues"'']], singole e doppie di [[Minuetto (treno)|autotreni ALn 501/502 ''"Minuetto"'']] diesel e composizioni multiple di [[Automotrice FS ALn 663|automotrici ALn 663]]. Quando erano ancora in servizio in Toscana la linea era percorsa regolarmente da [[Automotrice FS ALn 668.3000|automotrici ALn 668 serie 3000]] e [[Automotrice FS ALn 668.3100|serie 3100]], in affiancamento alle già citate ALn 663.{{clear}} |
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Il fabbricato viaggiatori della [[Stazione ferroviaria|stazione]] del Salarco è ancora esistente e versa in condizioni di totale abbandono. Lo si può vedere transitando lungo la strada provinciale Lauretana all'altezza del sottopassaggio dell'attuale linea ferroviaria, in prossimità del bivio per Sciarti, ad [[Abbadia (Montepulciano)|Abbadia di Montepulciano]]. |
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== Note == |
== Note == |
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== Collegamenti esterni == |
== Collegamenti esterni == |
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* {{cita web| url=http://site.rfi.it/quadronormativo/NORMATIVA%20ESERCIZIO/orari%5Cfirenze%5Cfl98.pdf| formato=PDF| titolo=RFI - Fascicolo Linea n. 98 Empoli - Siena e Siena - Montallese| accesso=18 giugno 2008| urlmorto=sì}} |
* {{cita web| url=http://site.rfi.it/quadronormativo/NORMATIVA%20ESERCIZIO/orari%5Cfirenze%5Cfl98.pdf| formato=PDF| titolo=RFI - Fascicolo Linea n. 98 Empoli - Siena e Siena - Montallese| accesso=18 giugno 2008| urlmorto=sì| dataarchivio=19 aprile 2009| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090419144911/http://site.rfi.it/quadronormativo/NORMATIVA%20ESERCIZIO/orari%5Cfirenze%5Cfl98.pdf}} |
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* {{cita web| url=http://site.rfi.it/quadronormativo/NORMATIVA%20ESERCIZIO/orari%5Cfirenze%5Cfl92.pdf| formato=PDF| titolo=RFI - Fascicolo Linea n. 92 Firenze Campo Marte - Attigliano (lenta)| accesso=18 giugno 2008| urlmorto=sì}} |
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[[Categoria:Linee ferroviarie in Toscana|Centrale Toscana]] |
[[Categoria:Linee ferroviarie in Toscana|Centrale Toscana]] |
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[[Categoria:Trasporti a Siena]] |
Versione attuale delle 10:41, 14 set 2024
Empoli-Siena-Chiusi Centrale Toscana | |
---|---|
Stati attraversati | Italia |
Inizio | Empoli |
Fine | Chiusi |
Attivazione | a tratte, dal 1849 al 1862 |
Gestore | RFI |
Precedenti gestori | Centrale Toscana (1849-1865) SFR (1865-1885) SFM (1885-1906) FS (1906-2001) |
Lunghezza | 152 km |
Scartamento | 1435 mm |
Elettrificazione | assente, eccetto 10 km su 150 complessivi, 3000 V CC |
Ferrovie | |
La ferrovia Centrale Toscana è una linea ferroviaria italiana che collega la stazione di Empoli, sulla ferrovia Leopolda, alla stazione di Chiusi-Chianciano Terme, sulla ferrovia Firenze-Roma, passando per la città di Siena.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'apertura della tratta Empoli-Siena
[modifica | modifica wikitesto]Tratto | Inaugurazione | |
---|---|---|
Empoli-Siena | 14 ottobre 1849 | |
Siena-Sinalunga | 19 settembre 1859 | |
Sinalunga-Torrita | 29 ottobre 1860 | |
Torrita-Salarco | 20 ottobre 1861 | |
Salarco-Chiusi | 24 luglio 1862 | |
Manuale |
Fin dal 1840 il governatore di Siena Luigi Serristori, che aveva partecipato negli anni precedenti agli studi preliminari per la costruzione della ferrovia Leopolda, si fece promotore della realizzazione di un collegamento ferroviario tra Firenze e Siena. Progettata dall'ingegnere Giuseppe Pianigiani, la "strada ferrata Centrale Toscana" fu finanziata con capitali privati prevalentemente senesi; l'omonima società concessionaria fu costituita su iniziativa dell'imprenditore Policarpo Bandini nel 1844 e ottenne la concessione dal Granducato di Toscana il 5 giugno 1845.
I lavori di costruzione della ferrovia iniziarono nel 1846 e furono ultimati in pochi anni: il 14 ottobre 1849 fu inaugurato il binario che collegava la stazione di Empoli, sulla linea Firenze-Livorno, a Siena, per una lunghezza complessiva di 64 chilometri[1]. La ferrovia semplificò non poco i collegamenti fra la capitale del Granducato di Toscana e la città del Palio, riducendone i tempi a circa due ore e mezza. Al momento dell'inaugurazione, tuttavia, era ancora in costruzione la galleria di Montarioso (già Montearioso), corrispondente alla parte finale del tracciato, a nord di Siena. Tale galleria, lunga 1516 metri, era un'opera ingegneristica di elevato valore tecnico per l'epoca: scavata fra terreni friabili e ricchi d'acqua, richiese quattro anni e tre mesi di lavoro e venne aperta al servizio solo il 18 settembre 1850, quando risultava essere la più lunga galleria ferroviaria in Italia. Fino ad allora, la stazione di Siena fu posta in un edificio provvisorio situato all'imbocco lato Empoli della galleria in costruzione, detto "Mazzafonda". Fu inoltre organizzato un Palio straordinario per l'inaugurazione della nuova ferrovia.[2]
L'apertura della tratta Siena-Chiusi e l'allungamento verso Orte
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1851 la società concessionaria ottenne la concessione per il prolungamento della ferrovia lungo la Val di Chiana[3] e avviò la progettazione del binario che avrebbe collegato Siena a Chiusi. I lavori di costruzione furono avviati il 20 maggio 1854: cinque anni dopo, l'11 settembre 1859, fu inaugurata la tratta Siena-Sinalunga, lunga 58 chilometri, aperta all'esercizio il successivo 19 settembre[4]. La tratta Sinalunga-Torrita di Siena, corrispondente a ulteriori 7 chilometri, fu inaugurata il 29 ottobre 1860[1]. Nell'agosto 1861 la società concessionaria ricevette l'autorizzazione a proseguire la linea Siena-Chiusi in direzione di Orvieto, con l'intento di congiungerla alla già progettata linea Roma-Foligno nei pressi di Orte[5].
Il 20 ottobre 1861 fu aperta al traffico la tratta Torrita di Siena-Salarco, lunga 6 chilometri[1]. La stazione del Salarco era situata presso l'omonimo torrente, in località Sciarti, ad Abbadia di Montepulciano: per superare il torrente, all'altezza di una monumentale cascata in laterizio edificata dall'ingegnere Alessandro Manetti nel 1849 venne eretto un ponte di ferro a due luci, che successivamente diede origine al toponimo Ponte di Ferro per indicare il luogo. Il caratteristico ponte ottocentesco venne abbattuto il 30 giugno 1944, durante la seconda guerra mondiale, dalle truppe tedesche in ritirata[6]. Il 24 luglio 1862 fu aperta la tratta Salarco-Chiusi, lunga 20 chilometri, che attraversava il territorio di tre delle più importanti fattorie granducali della Val di Chiana: Abbadia di Montepulciano, Chianacce e Acquaviva di Montepulciano. Il 15 dicembre dello stesso anno fu poi aperta la tratta Chiusi-Ficulle[1].
In un documento ufficiale dell'amministratore della società concessionaria della ferrovia, lo stesso Policarpo Bandini, si leggeva che:
«Negli studi primordiali della Sezione Torrita-Chiusi erano state indicate due stazioni intermedie, una nelle vicinanze della Fattoria dell'Abbadia, l'altra in quella del Villaggio di Acquaviva. La Società per la strada ferrata Centrale Toscana rimane autorizzata a costruire ed attivare nel suo interesse, ed a sue spese, rischio e pericolo, una strada di ferro, che dai pressi di Bettolle e Torrita si diriga fino a Chiusi. La linea si muoverà dalla stazione fra Bettolle e Torrita con dirigersi a Chiusi per le tenute dell'Abbadia e dell'Acquaviva. Una stazione di seconda classe sarà aperta in ciascuna di queste tre località.»
L'annuncio dell'apertura della tratta Salarco-Chiusi, insieme alla stazione intermedia di Acquaviva di Montepulciano, apparve nel Bollettino delle Strade Ferrate e sul giornale Il Monitore Toscano. Il trasporto di merci sulla linea, presso la quale era convogliata gran parte della produzione agricola della zona, veniva assicurato da una coppia di corse giornaliera, l'una in partenza da Chiusi alle 6:00 e l'altra in partenza da Siena alle 17:20; il tragitto fra le due stazioni veniva coperto in poco meno di tre ore.
Con la legge n. 2272 del 14 maggio 1865, che riordinò l'assetto ferroviario nel territorio del Regno d'Italia, la società concessionaria della ferrovia Centrale Toscana fu incorporata nella Società per le Strade Ferrate Romane, che assunse la gestione della linea occupandosi del completamento della tratta Ficulle-Orte, nonché della costruzione di una deviazione che dalla stazione di Asciano volgeva verso Grosseto, ultimata nel 1872. Il 24 agosto 1867 Giuseppe Garibaldi transitò sulla ferrovia a bordo dell'ultima corsa pomeridiana e, proveniente da Rapolano Terme, fece scalo alla stazione del Salarco, dove lo attendevano alcuni notabili poliziani che lo accompagnarono in carrozza a Montepulciano[7]. Per alcuni anni la direttrice Empoli-Chiusi-Orte ebbe una notevole importanza, rappresentando l'unico collegamento ferroviario esistente fra il Nord Italia e Roma. Tuttavia, a partire dalla metà degli anni Settanta del XIX secolo, con l'apertura della ferrovia Tirrenica, che collegava Livorno a Roma, e della ferrovia Firenze-Roma, che passando per Perugia si congiungeva alla ferrovia Centrale Toscana all'altezza di Orte, il binario passante per Siena e Chiusi perse la sua rilevanza, venendo relegato a un ambito più locale.
Il collegamento con la ferrovia Umbro-Aretina
[modifica | modifica wikitesto]Già negli anni Settanta dell'Ottocento si iniziò ad avvertire l'esigenza di velocizzare i collegamenti tra Firenze e Roma e congiungere la ferrovia Centrale Toscana con la ferrovia Umbro-Aretina, che collegava Firenze e Arezzo a Terni passando per Perugia. Per andare in treno dalla vecchia alla nuova capitale del Regno d'Italia, infatti, si doveva percorrere un lungo tragitto che attraversava il Valdarno Superiore, Arezzo, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Foligno, Terni e Orte. Per la nuova linea furono presentati undici progetti, il primo dei quali prevedeva di deviare la ferrovia Centrale Toscana all'altezza della stazione del Salarco, attraversare l'intera Val di Chiana da sud verso nord e raggiungere la ferrovia Umbro-Aretina in località Bastardo (oggi San Giuliano), una delle tredici ex fattorie granducali della valle, distante 7 chilometri da Arezzo. Tra gli altri progetti in lizza figuravano il raccordo Salarco-Castiglion Fiorentino che seguiva un percorso simile ma più breve, il Salarco-Olmo che costeggiava il lago Trasimeno, l'Acquaviva di Montepulciano-Cortona che, sulla scorta di un progetto dell'agosto 1871, prevedeva un percorso di 20 chilometri attraverso le valli del Chiuso e della Selva, con la costruzione di due gallerie denominate "Apparita" e "Barullo" per un costo complessivo stimato di 2.250.000 lire. Al vaglio erano anche la tratta Chiusi-Terontola, la Salarco-Bucine - che si sarebbe estesa per 36,1 chilometri con un costo preventivato di 3.200.000 lire - e la Buoninsegna-Bucine - che deviava la ferrovia Centrale Toscana più a nord, all'altezza di Rapolano Terme.
La scelta ricadde sulla linea Chiusi-Terontola, il cui costo previsto si attestava intorno a 2.000.000 lire: tale percorso permetteva di eludere il lago Trasimeno e il nodo di Perugia, abbattendo i tempi di percorrenza e attestando la ferrovia Firenze-Roma sulla direttrice Terontola-Chiusi-Orte. Nella primavera del 1874 iniziarono i primi lavori di sbancamento, nonostante le polemiche sollevate dagli abitanti dei paesi coinvolti nei progetti scartati.
La statalizzazione e gli sviluppi recenti
[modifica | modifica wikitesto]La ferrovia Centrale Toscana seguì le vicissitudini della Società per le Strade Ferrate Romane e nel 1885 passò in gestione alla Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali. Nello stesso anno venne aperta all'esercizio un'altra diramazione della linea, che collegava Poggibonsi a Colle di Val d'Elsa: era inizialmente previsto che la diramazione proseguisse fino a raggiungere Volterra e si allacciasse alla ferrovia Cecina-Volterra, ma tale progetto non vide mai la luce. Nel 1905, nell'ambito del progetto di statalizzazione delle ferrovie italiane portato a compimento nei primi decenni del XX secolo, la gestione della linea passò alle Ferrovie dello Stato. Nel 1927 venne ultimata la nuova ferrovia Siena-Grosseto, che a sud della stazione di Siena si separava dalla ferrovia Centrale Toscana e la scavalcava dirigendosi verso meridione, fino a congiungersi con la linea Asciano-Grosseto presso la stazione di Monte Antico. Tre anni dopo, nel 1930, venne completata la ferrovia Arezzo-Sinalunga, che deviava la ferrovia Centrale Toscana a nord di Sinalunga e raggiungeva la città di Arezzo attraversando la Val di Chiana per 40 chilometri.
Nel 1990 venne attivato il raddoppio del binario fra le stazioni di Granaiolo e Castelfiorentino, comprendente la nuova fermata di Cambiano[8]. Alcuni anni dopo fu raddoppiata anche la tratta da Castelfiorentino a Certaldo. Nell'autunno 2004 iniziarono i lavori di raddoppio della tratta da Certaldo a Poggibonsi[9], che furono completati il 20 giugno 2006[10]; in questa fase furono anche eliminati alcuni passaggi a livello e fu rettificato il tracciato. Il 24 ottobre 2018 la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha confermato l'investimento di 177 milioni di euro per operare un massiccio rinnovamento della linea: verrà raddoppiata la tratta Empoli-Granaiolo, sarà elettrificato l'intero tracciato fra Empoli e Siena e verrà rinnovato il materiale rotabile. I lavori con inizio previsto nel 2023 dovrebbero iniziare nei mesi estivi del 2024 e dovrebbero concludersi nel 2028.[11]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La ferrovia è lunga 152 chilometri ed è quasi interamente a binario singolo, eccezion fatta per le tratte Granaiolo-Poggibonsi e Montallese-Chiusi, che sono a doppio binario; la linea è inoltre priva di elettrificazione, salvo il tratto fra Montallese e Chiusi. Gestore della ferrovia è Rete Ferroviaria Italiana, che la considera una linea complementare[12], mentre il servizio passeggeri è svolto da Trenitalia su due direttrici distinte, Empoli-Siena e Siena-Chiusi. La ferrovia è altresì regolarmente percorsa da treni merci.
Percorso
[modifica | modifica wikitesto]Stazioni e fermate | ||||||
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per Firenze | |||||
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316+052 | Empoli | 29 m s.l.m. | |||
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per Pisa | |||||
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311+343 | Ponte a Elsa | 32 m s.l.m. | |||
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305+514 | Granaiolo (inizio doppio binario) | 43 m s.l.m. | |||
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302+705 | Cambiano * 1990 | ||||
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299+803 | Castelfiorentino | 51 m s.l.m. | |||
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291+194 | Certaldo | 69 m s.l.m. | |||
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282+840 | Barberino Val d'Elsa | 83 m s.l.m. | |||
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per Colle Val d'Elsa † 1987 | |||||
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278+183 | Poggibonsi-San Gimignano (fine doppio binario) | 100 m s.l.m. | |||
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270+754 | Staggia Senese | 156 m s.l.m. | |||
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267+275 | Castellina in Chianti-Monteriggioni * 1887[13] | 189 m s.l.m. | |||
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260+998 | Badesse | 233 m s.l.m. | |||
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255+878 | galleria Montarioso | (1.654 m) | |||
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254+564 | culmine | ||||
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254+224 | |||||
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253+042 | Siena | 287 m s.l.m. | |||
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251+981 | Bivio Madonnina Rossa | ||||
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per Grosseto | |||||
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243+328 | Arbia | 186 m s.l.m. | |||
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236+410 | Castelnuovo Berardenga | 216 m s.l.m. | |||
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Monte Sante Marie | 190 m s.l.m. | ||||
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223+575 | Asciano-Monte Oliveto Maggiore * 1939[14] | 224 m s.l.m. | |||
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221+371 | Asciano | 251 m s.l.m. | |||
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per Monte Antico (solo traffico turistico) | |||||
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Serre di Rapolano | 273 m s.l.m. | ||||
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215+088 | Rapolano Terme (culmine) | 307 m s.l.m. | |||
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202+485 | Rigomagno | 274 m s.l.m. | |||
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per Arezzo (LFI) | |||||
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196+683 | Sinalunga | 265 m s.l.m. | |||
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190+346 | Torrita di Siena | 261 m s.l.m. | |||
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per Montepulciano Città | |||||
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Fontago (SAF) | |||||
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raccordo SAF-FS (doppio scartamento) | |||||
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182+865 | Montepulciano | 257 m s.l.m. | |||
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per Firenze (Direttissima) | |||||
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interconnessione Chiusi Nord | |||||
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173+777 | P.M. Montallese (inizio doppio binario ed elettrificazione) | 252 m s.l.m. | |||
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per Roma (Direttissima) | |||||
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per Firenze | |||||
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164+209 | Chiusi-Chianciano Terme | 252 m s.l.m. | |||
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per Roma | |||||
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile |
La linea ha inizio presso la stazione di Empoli, sulla ferrovia Leopolda, da cui si distacca in direzione di Pisa volgendo a sud e seguendo un percorso pressoché rettilineo fino a Poggibonsi, attraversando la Valdelsa. Dopo la stazione di Poggibonsi-San Gimignano il tracciato diviene maggiormente curvilineo, asseconda il percorso del torrente Staggia e risale le Colline del Chianti fino a raggiungere l'altitudine massima, a pochi chilometri da Siena. Dopo lo scalo senese il tracciato affronta il tratto più disagevole, attraversando la zona delle Crete Senesi fino a raggiungere la Val di Chiana; dopo la stazione di Sinalunga il percorso del binario torna ad essere piano e regolare e incontra la ferrovia direttissima Firenze-Roma presso Montallese. Qui la ferrovia Centrale Toscana coincide con l'intersezione Chiusi Nord della linea "direttissima" che collega Firenze a Roma con la "linea lenta" storica, che infatti viene incrociata a ridosso della stazione di Chiusi-Chianciano Terme.
Infrastrutture
[modifica | modifica wikitesto]Stazione di Siena
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 novembre 1935 fu inaugurata l'attuale stazione di Siena, posta lungo un nuovo tracciato che dall'uscita meridionale della galleria Montearioso seguiva un percorso più a valle della città rispetto a quello originario. L'apertura all'esercizio avvenne a mezzanotte del 28 ottobre precedente, data simbolica per il regime fascista in quanto anniversario della Marcia su Roma; contemporaneamente venne dismessa la vecchia stazione e il relativo tronco di allacciamento alla linea Empoli-Siena.
La nuova stazione fu progettata dall'architetto Angiolo Mazzoni, già progettatore di numerosi edifici pubblici negli anni Venti e Trenta del XX secolo. Il fabbricato viaggiatori, esteriormente rifinito in mattoni e travertino, presenta caratteri architettonici tipici del periodo razionalista. La vecchia stazione di Siena sorgeva più vicina alle mura della città e a una quota più alta: era infatti posta a 312,7 metri s.l.m., alla progressiva chilometrica 256+457[15]. Il fabbricato viaggiatori della stazione originaria è stato riqualificato e adibito in parte ad abitazione civile e in parte a caserma del Corpo forestale dello Stato.
Stazione del Salarco
[modifica | modifica wikitesto]Il fabbricato viaggiatori della stazione del Salarco è ancora esistente e versa in condizioni di totale abbandono. Lo si può vedere transitando lungo la strada provinciale Lauretana all'altezza del sottopasso della linea ferroviaria, in prossimità del bivio per Sciarti, ad Abbadia di Montepulciano.
Materiale rotabile
[modifica | modifica wikitesto]Il materiale rotabile impiegato fa parte dei depositi di Firenze e Siena e comprende composizioni di materiale ordinario quali carrozze MDVC/MDVE trainate da locomotive diesel del gruppo D.445, elettrotreni ibridi HTR 312/412 "Blues", singole e doppie di autotreni ALn 501/502 "Minuetto" diesel e composizioni multiple di automotrici ALn 663. Quando erano ancora in servizio in Toscana la linea era percorsa regolarmente da automotrici ALn 668 serie 3000 e serie 3100, in affiancamento alle già citate ALn 663.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it. URL consultato il 14 giugno 2008.
- ^ 14 ottobre 1849: dalla stazione di Mazzafonda si inaugura la strada ferrata di Siena, su sienanews.it.
- ^ L. Lazzeri, p. 456.
- ^ L. Lazzeri, p. 457.
- ^ L. Lazzeri, p. 459.
- ^ Libro La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano di Alessandro Angiolini
- ^ Relazione del prefetto di Siena a Roma del 26 agosto 1867 - Libro La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano di Alessandro Angiolini.
- ^ "Notizia flash" in "I Treni Oggi" n. 102 (marzo 1990), p. 6
- ^ "Notizia flash" su I Treni n. 264 (novembre 2004), p. 4
- ^ Impianti FS, in I Treni, anno XXVII, n. 283, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, luglio 2006, p. 11, ISSN 0392-4602 .
- ^ Empoli - Siena, su www.fsitaliane.it. URL consultato il 23 marzo 2024.
- ^ RFI - Rete in esercizio (PDF), su rfi.it. URL consultato il 2 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
- ^ Ferrovie del Mediterraneo (PDF), in Monitore delle Strade Ferrate e degli interessi materiali, anno XX, n. 14, 2 aprile 1887, p. 224.
- ^ Ferrovie dello Stato, Ordine di Servizio n. 65, 1939
- ^ dati Rete Mediterranea
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Lazzeri, Siena e il suo territorio, Siena, Istituto dei Sordo-Muti, 1862.
- Alessandro Angiolini, La Casa del Popolo e la Casa del Fascio ad Abbadia di Montepulciano, I libri di Polis, 2007.
- Alessandro Angiolini, I treni di una volta. Le vecchie stazioni ferroviarie poliziane: Montepulciano, Gracciano, Fontago, Abbadia e Acquaviva, in Cara Montepulciano, marzo 2008.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ferrovia Centrale Toscana
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- RFI - Fascicolo Linea n. 98 Empoli - Siena e Siena - Montallese (PDF), su site.rfi.it. URL consultato il 18 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2009).
- RFI - Fascicolo Linea n. 92 Firenze Campo Marte - Attigliano (lenta) (PDF) [collegamento interrotto], su site.rfi.it. URL consultato il 18 giugno 2008.