Bianco, rosso e Verdone
Bianco, rosso e Verdone | |
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Carlo Verdone interpreta Pasquale Amitrano in una delle scene finali del film | |
Paese di produzione | Italia |
Anno | |
Durata | 109 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | commedia, comico |
Regia | Carlo Verdone |
Soggetto | Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone |
Sceneggiatura | Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone |
Produttore | Sergio Leone |
Casa di produzione | Medusa Distribuzione |
Distribuzione in italiano | Medusa Distribuzione |
Fotografia | Luciano Tovoli |
Montaggio | Nino Baragli |
Musiche | Ennio Morricone |
Scenografia | Carlo Simi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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[[Categoria:Film italiani del 1981]]
Bianco, rosso e Verdone è un film del 1981 diretto e interpretato da Carlo Verdone.
Trama
Il film è un comico road movie ambientato in Italia, nei primi anni ottanta, durante un fine settimana elettorale. I protagonisti, le cui storie si intrecciano ripetutamente durante il film, sono tre uomini in viaggio per raggiungere i rispettivi seggi elettorali, tutti e tre interpretati da Carlo Verdone: Furio, un funzionario statale estremamente logorroico e morbosamente pignolo, Mimmo, un giovane ingenuo e goffo ma allo stesso tempo premuroso con sua nonna e Pasquale, un emigrato del Sud Italia residente a Monaco di Baviera, che in Italia trova una accoglienza tutt'altro che calorosa.
Furio
Furio Zòccano, funzionario romano residente a Torino, logorroico, affetto da un tic nervoso, pedante oltre ogni limite ed estremamente oculato nelle spese, pianifica e calcola tutto fin nel dettaglio. Sua moglie Magda Ghiglioni, che egli ama molto, lo sopporta nel silenzio e nella disperazione, esternata più volte con l'espressione "non ce la faccio più!". Durante il tragitto per Roma, Magda incontra ricorrentemente un giovane ed avvenente playboy: Raoul, interessato a lei. Più tardi, la famiglia viene coinvolta in un rocambolesco incidente. Furio è ricoverato in ospedale per accertamenti (esasperando a tal punto il medico da costringerlo a sedarlo) mentre Magda pernotta coi figli in un albergo, dove rincontra Raoul, al quale resiste a stento. Giunti infine a destinazione a Roma, mentre Furio è a votare, Magda si congeda dai figli e fugge via con Raoul e la vettura di questo: una Volkswagen azzurra, colore che simboleggia il principe azzurro al quale probabilmente la donna anelava da tempo.
Mimmo
Mimmo, goffo ed ingenuo giovanotto, giunge in ritardo a Verona (in quanto da lui confusa con Vicenza) per prelevare sua nonna Teresa - in vacanza presso sua figlia - e condurla a Roma per votare. A dispetto dell'età e dello stato di salute, Teresa si dimostra assai più acuta e vispa del nipote, deridendolo puntualmente, seppur senza cattiveria. Lui dal suo canto, si dimostra molto apprensivo nei suoi confronti, tra la curiosità degli astanti che assistono ai loro frequenti e vivaci screzi.
Durante il viaggio incontreranno un burbero camionista romano soprannominato er Principe che inizialmente riscuote la simpatia dell'anziana. Giunta la sera, pernottano nello stesso albergo dove sosta la famiglia di Furio. Mimmo viene adescato da una prostituta, totalmente ignaro del suo intento, fino a quando la sua goffaggine desta l'ira della donna. Spaventato, il giovane torna a dormire tra le braccia della nonna. Al mattino Mimmo e Teresa trovano er Principe, nascosto nella loro vettura, convinto erroneamente di aver cagionato l'incidente e la morte di Furio, ma al primo controllo della polizia, la dabbenaggine del giovane desta il sospetto degli agenti e il conseguente fermo del trasportatore. Giunti al seggio, Mimmo ha l'ennesimo screzio con l'anziana nonna, che lo deride davanti a dei militari. Una volta nella cabina elettorale, Teresa muore per un malore, tra la disperazione di Mimmo e l'indifferenza dei membri del seggio, impegnati a dibattere sulla validità della scheda della donna.
Pasquale Amitrano
Pasquale Amitrano è un emigrante originario dell'Italia meridionale e che vive in Germania Ovest, a Monaco di Baviera. La sua squadra del cuore è la Juventus, della quale è talmente appassionato da aver appeso al muro di fronte al suo letto una foto di Franco Causio, che guarda compiaciuto. È sposato con una bella e giunonica ragazza tedesca, che lo ama molto e si preoccupa tanto per lui. Parte per l'Italia con una Alfasud rossa, chiassosamente bardata, per raggiungere la sua circoscrizione elettorale di Matera. A differenza di Furio, Pasquale è un uomo taciturno, facilone e spendaccione. Come Mimmo, invece, si dimostra talmente goffo e ingenuo da subire le insidie italiane come furti, truffe e persino un pestaggio dopo aver tentato goffamente di rubare le borchie di una macchina, fino a dover abbandonare in autostrada la propria auto, ormai malmessa.
Giunto a destinazione esausto e malconcio, si sfogherà col monologo che chiude il film, recitato in un dialetto pressoché incomprensibile anche per i locali, del quale si può capire solo il colorito "giudizio" finale sull'Italia dell'epoca e sui suoi abitanti.
Produzione
Pre-produzione
Carlo Verdone era scettico sulla realizzazione del film - percepito come una normale continuazione del suo precedente lavoro, Un sacco bello - e temeva di andare incontro a un insuccesso: la riserva fu sciolta dopo una lunga riflessione nella quiete della sua residenza di campagna.[1] Il personaggio di Pasquale fu un'invenzione di Carlo Verdone che volle compensare la logorrea di Furio Zoccano con un personaggio completamente muto, ispirandosi ai personaggi dei film di Jacques Tati, visti più volte al cineclub Filmstudio di Roma.[2]
I colori delle auto dei protagonisti come anche il titolo del film, si rifanno al Tricolore italiano: l'auto di Mimmo è una Fiat 1100 D verde, quella di Furio è una Fiat 131 Panorama bianca, quella di Pasquale è una Alfa Romeo Alfasud 1.2 rossa[3][4].
Il personaggio del saccente logorroico viene spesso riproposto dall'attore. Già noto al pubblico con gli sketch cabarettistici di Non stop, lo si ritrova in Raniero di Viaggi di nozze e Callisto di Grande, grosso e... Verdone. La maschera goffa di Mimmo, diviene la continuazione di Leo in Un sacco bello, per poi riapparire in età matura con Grande, grosso e... Verdone.
Su indicazione di Sergio Leone, per la celebre inquadratura audace attraverso il vaso di pesci rossi, si ricorse ad una vera prostituta.[5]
Cast
Per il personaggio di Magda si cercava un volto tipicamente torinese (occhi grandi, labbra pendule, viso slavato, sullo stampo dei personaggi pubblici della famiglia Agnelli), ma dopo molti provini fu scelta l'attrice russa Irina Sanpiter, doppiata con un marcato accento torinese dall'attrice italiana Solvejg D'Assunta.[1] Il produttore Sergio Leone non era d'accordo nello scritturare Elena Fabrizi per il ruolo della nonna di Mimmo a causa della sua salute precaria, temendo problemi durante le riprese, in quanto diabetica.[6] Ulteriori provini convinsero il regista sulla scelta della donna, nonostante la titubanza di Leone.
Riprese
Il film è stato girato prevalentemente nell'autunno 1980 poiché Leone tardò nel dare inizio alle riprese; tra numerose difficoltà per il clima freddo, Carlo Verdone interpreta Mimmo e Pasquale in tenuta estiva. Sergio Leone incaricò il fratello di Carlo, Luca Verdone, affinché gli comunicasse segretamente un resoconto quotidiano e dettagliato delle riprese.
Le location delle riprese includono:
- Passo del Brennero. Confine Austria-Italia. Inizio Autostrada del Brennero
- Panorama di Torino visto dalla collina sovrastante, con al centro Piazza Vittorio Veneto e sulla destra la Mole Antonelliana, più alcune vie del centro della città.
- Autostrada A24 Roma-L'Aquila zona del Gran Sasso detta anche Strada dei Parchi, scene dei tragitti autostradali.
- Area di servizio Tolfa, Roma-Civitavecchia, scena delle soste di Furio e Pasquale.
- Area di sosta Pineto Est stessa autostrada, scena dell'iniezione a Teresa.
- Cimitero di Tivoli, scena del cimitero.
- Castello di San Giorgio a Maccarese (Fiumicino, Roma) scena della farmacia cui si rivolge Mimmo.
- Bassano Romano, scena della trattoria, del barbone e del tentativo di furto di Pasquale.
- Galleria Torrione 2 autostrada A24 Roma-L'Aquila altezza de L'Aquila, scena dell'incidente tra Furio ed Er Principe.
- Hotel Torre Sant'Angelo località Castagnola, Tivoli (Roma), scena dell'albergo.
- Palazzo Pantanella in Via dei Cerchi angolo Via della Bocca della Verità a Roma, seggio elettorale di Furio.
- Palazzo Rosa cosiddetto dei Cento Preti, Lungotevere dei Vallati, all'altezza di Ponte Sisto, seggio elettorale di Mimmo e sua nonna. Nello stesso palazzo visse la famiglia del regista, dagli anni quaranta alla morte di suo padre, Mario Verdone.
- Piazza del Seminario a Tivoli (Roma), seggio elettorale di Pasquale.
Post-produzione
Sergio Leone era molto titubante e scaramantico nell'intitolare il film Bianco, Rosso e Verdone, in quanto nel 1972 era uscito un film con Sophia Loren intitolato Bianco, rosso e..., che non aveva avuto successo. Le riserve di Leone vertevano anche sul personaggio di Furio, temendo che questi potesse risultare particolarmente odioso al pubblico. Prima dell'uscita del film, organizzò una proiezione privata in casa sua cui parteciparono, oltre a Verdone, Alberto Sordi, Monica Vitti e il calciatore brasiliano Paulo Roberto Falcão, i quali gradirono molto il personaggio di Furio, soprattutto Sordi che addirittura si congratulò con Verdone, sciogliendo così ogni riserva per il produttore Leone[6].
Curiosità
La canzone che ascolta Amitrano sul mangianastri è Binario di Claudio Villa[7], mentre la canzone che sente in Autogrill è Dance On di Ennio Morricone e Alessandro Centofanti composta per il film Così come sei del 1978, la versione riadattata uscì come 45 giri nel 1981 con il nome di Super Gattiger suonata dal gruppo Superobots per la sigla dell'omonimo anime giapponese[8].
Stefano Natale, inquilino dello stesso palazzo in cui abitava Verdone da ragazzo e che fu lo spunto per il personaggio di Mimmo, interpreta il soldato che aiuta Elena Fabrizi a salire le scale una volta che lei e il nipote arrivano al seggio.
Distribuzione
Il film è uscito nelle sale italiane il 20 febbraio 1981.
Riconoscimenti
- 1981 - David di Donatello
- Nomination Migliore attrice protagonista a Elena Fabrizi
- Nomination Miglior attore protagonista a Carlo Verdone
- Nomination Migliore colonna sonora a Ennio Morricone
- Nomination Miglior montaggio a Nino Baragli
- 1981 - Nastro d'argento
Note
- ^ a b Intervista nei contenuti speciali del DVD.
- ^ Intervista a Carlo Verdone parte 3/3, Formacinema, 4 settembre 2012. URL consultato il 24 giugno 2015.
- ^ Bianco, rosso e Verdone, Movie, 1981
- ^ Auto e Cinema. Bianco, Rosso e Verdone: la 131, l’Alfasud e la 1100 Dsu Autologia
- ^ Citazione del libro Fatti Coatti di Carlo Verdone. URL consultato il 12 settembre 2012.
- ^ a b Torna "Bianco Rosso e Verdone", in TGcom, 23 novembre 2006. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
- ^ B - Verdonepedia
- ^ Supercar Gattiger: la formazione di guida unita
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Bianco, rosso e Verdone
Collegamenti esterni
- Bianco, Rosso e Verdone, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Bianco, rosso e Verdone, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Bianco, rosso e Verdone, su Movieplayer.it, NetAddiction S.r.l..
- Bianco, rosso e Verdone, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) Bianco, rosso e Verdone, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Bianco, rosso e Verdone, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) White Sister, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Bianco, rosso e Verdone, su FilmAffinity.
- (EN) Bianco, rosso e Verdone, su Box Office Mojo, IMDb.com.