Catania: differenze tra le versioni
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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2017<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/str2017/index.html|titolo=Statistiche demografiche ISTAT|sito=demo.istat.it|accesso=30 dicembre 2018}}</ref> la popolazione straniera residente era di {{formatnum:13544}} persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: |
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Vi sono varie confessioni cristiane non cattoliche, tra cui quella [[Valdismo|valdese]], la cui presenza a Catania risale alla metà del [[XIX secolo]] con l'insediamento di imprenditori del commercio stranieri di fede [[protestantesimo|protestante]]; nel [[1899]] viene costruito lo storico tempio valdese di Via Naumachia<ref>{{Cita web |titolo=Origine e storia della Chiesa valdese di Catania|url=http://spazioinwind.libero.it/valdesi_ct/storiachi.htm|accesso= 6 gennaio 2016}}</ref>. Vi sono poi dislocate nei quartieri popolari della città varie [[chiesa evangelica|chiese Evangeliche]] (tra cui anche chiese [[Battismo|Battiste]]), delle [[Assemblee di Dio in Italia]] e dei [[Testimoni di Geova]]. È presente anche la [[chiesa ortodossa|confessione ortodossa]]<ref>[http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=351:di-san-leone&catid=52:xii-vicariato-sicilia&lang=it Chiesa Greco-ortodossa di San Leone, Catania]</ref>. |
Vi sono varie confessioni cristiane non cattoliche, tra cui quella [[Valdismo|valdese]], la cui presenza a Catania risale alla metà del [[XIX secolo]] con l'insediamento di imprenditori del commercio stranieri di fede [[protestantesimo|protestante]]; nel [[1899]] viene costruito lo storico tempio valdese di Via Naumachia<ref>{{Cita web |titolo=Origine e storia della Chiesa valdese di Catania|url=http://spazioinwind.libero.it/valdesi_ct/storiachi.htm|accesso= 6 gennaio 2016}}</ref>. Vi sono poi dislocate nei quartieri popolari della città varie [[chiesa evangelica|chiese Evangeliche]] (tra cui anche chiese [[Battismo|Battiste]]), delle [[Assemblee di Dio in Italia]] e dei [[Testimoni di Geova]]. È presente anche la [[chiesa ortodossa|confessione ortodossa]]<ref>[http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=351:di-san-leone&catid=52:xii-vicariato-sicilia&lang=it Chiesa Greco-ortodossa di San Leone, Catania]</ref>. |
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A Catania c'erano tre [[moschea|moschee]]: la prima venne edificata nel [[1980]] (la prima costruita, in [[Italia]] e in [[Sicilia]], dopo la dominazione araba) in via Castromarino, traversa di via Plebiscito (nel quartiere Petriera) ed oggi non è più esistente. La seconda è stata inaugurata nel [[2012]] in via Calì, nel quartiere Civita, nei pressi del Porto di Catania<ref>{{Cita web|url=http://www.italiaplease.com/ita/megazine/giroditalia/2002/02/islam/index.html|titolo=In Sicilia per un intenso assaggio di Islam|editore=italiaplease.com|accesso=13 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080511220130/http://www.italiaplease.com/ita/megazine/giroditalia/2002/02/islam/index.html|dataarchivio=11 maggio 2008}}</ref>, è la più grande del Sud Italia<ref>{{Cita news | autore = Claudia Campese | url = http://ctzen.it/2012/12/15/inaugurata-la-nuova-moschea-di-catania-sara-un-centro-di-dialogo-e-stabilita/ | titolo = Inaugurata la nuova moschea di Catania «Sarà un centro di dialogo e stabilità» | pubblicazione = ctzen.it | data = 15 dicembre 2012 | accesso =24 agosto 2013}}</ref> ed è l'unica attualmente esistente. |
A Catania c'erano tre [[moschea|moschee]]: la prima venne edificata nel [[1980]] (la prima costruita, in [[Italia]] e in [[Sicilia]], dopo la dominazione araba) in via Castromarino, traversa di via Plebiscito (nel quartiere Petriera) ed oggi non è più esistente. La seconda è stata inaugurata nel [[2012]] in via Calì, nel quartiere Civita, nei pressi del Porto di Catania<ref>{{Cita web|url=http://www.italiaplease.com/ita/megazine/giroditalia/2002/02/islam/index.html|titolo=In Sicilia per un intenso assaggio di Islam|editore=italiaplease.com|accesso=13 ottobre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080511220130/http://www.italiaplease.com/ita/megazine/giroditalia/2002/02/islam/index.html|dataarchivio=11 maggio 2008}}</ref>, è la più grande del Sud Italia<ref>{{Cita news | autore = Claudia Campese | url = http://ctzen.it/2012/12/15/inaugurata-la-nuova-moschea-di-catania-sara-un-centro-di-dialogo-e-stabilita/ | titolo = Inaugurata la nuova moschea di Catania «Sarà un centro di dialogo e stabilità» | pubblicazione = ctzen.it | data = 15 dicembre 2012 | accesso = 24 agosto 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140104005316/http://ctzen.it/2012/12/15/inaugurata-la-nuova-moschea-di-catania-sara-un-centro-di-dialogo-e-stabilita/ | dataarchivio = 4 gennaio 2014 | urlmorto = sì }}</ref> ed è l'unica attualmente esistente. |
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La terza; infine; è stata poi trasformata nella [[Chiesa di San Tommaso Becket (Catania)|Chiesa di San Tommaso Becket]]. |
La terza; infine; è stata poi trasformata nella [[Chiesa di San Tommaso Becket (Catania)|Chiesa di San Tommaso Becket]]. |
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Versione delle 09:12, 21 feb 2019
Catania comune | |
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Panorama aereo di Catania | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Città metropolitana | Catania |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvo Pogliese (FI) dal 18-06-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 37°30′09.61″N 15°05′14.17″E |
Altitudine | 7 m s.l.m. |
Superficie | 182,9 km² |
Abitanti | 312 117[1] (30-9-2018) |
Densità | 1 706,49 ab./km² |
Frazioni | Bicocca, Codavolpe, Junghetto, Pantano d'Arci, Paradiso degli Aranci, Passo Cavaliere, Passo del Fico, Passo Martino, Primosole, Reitano, Vaccarizzo, Villaggio Delfino |
Comuni confinanti | Aci Castello, Belpasso, Carlentini (SR), Gravina di Catania, Lentini (SR), Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant'Agata li Battiati, Tremestieri Etneo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 95121–95131 |
Prefisso | 095 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 087015 |
Cod. catastale | C351 |
Targa | CT |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona B, 833 GG[3] |
Nome abitanti | catanesi |
Patrono | sant'Agata |
Giorno festivo | 5 febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Catania nella sua città metropolitana | |
Sito istituzionale | |
Catania (AFI: /kaˈtanja/[4], ) è un comune italiano di 312 117 abitanti, capoluogo dell'omonima città metropolitana in Sicilia e cuore di un agglomerato urbano di circa 700 000 residenti[5] esteso alle pendici sud orientali del Monte Etna.
È il centro dell'area metropolitana più densamente popolata della Sicilia, e di una più ampia conurbazione nota come Sistema lineare della Sicilia orientale, che conta circa 1.700.000 abitanti su una superficie di 2.400 chilometri quadrati[6]. La città è inoltre il fulcro economico ed infrastrutturale del Distretto del Sud-Est Sicilia, istituito il 26 febbraio 2014[7] alla presenza dell'allora presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. È il più popolato comune d'Italia che non sia capoluogo di regione[8]. Principale polo industriale, logistico e commerciale della Sicilia, è sede dell'Aeroporto Vincenzo Bellini.
Fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi della vicina Naxos, la città vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale[9]. Sotto la dinastia Aragonese fu capitale del Regno di Sicilia, e dal 1434 per volere di re Alfonso V è sede della più antica Università dell'isola[10]. Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche (la più imponente, in epoca storica, è quella del 1669) e da terremoti (i più catastrofici ricordati sono stati quelli del 1169 e del 1693).
Catania è stata patria, nativa o adottiva, di alcuni tra i più celebri artisti e letterati d'Italia, tra i quali i compositori Vincenzo Bellini e Giovanni Pacini e gli scrittori Giovanni Verga, Luigi Capuana, Federico De Roberto, Nino Martoglio, Vitaliano Brancati. Il barocco del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità, assieme a quello di sette comuni del Val di Noto (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli), nel 2002.
Geografia fisica
Territorio
Catania offre paesaggi eterogenei concentrati in un'area ristretta. Sorge sulla costa orientale dell'isola, ai piedi dell'Etna (il vulcano attivo più alto d'Europa) a circa metà strada tra le città di Messina e Siracusa, affacciandosi sul mar Ionio con il golfo che da essa prende il nome.
Il territorio è prettamente pianeggiante a sud e sud-est, e montuoso a nord per la presenza dell'Etna. Esso comprende anche una consistente parte della piana di Catania ('a Chiana), una tra le più estese aree coltivate della Sicilia, la cui zona più vicina al mare costituisce l'Oasi del Simeto, riserva naturale di circa 2.000 ettari, istituita nel 1984. L'Oasi del Simeto prende nome dal fiume Simeto che sfocia a sud della città, nella frazione Primosole.
Il nucleo originario della città era situato su un'altura: la collina di Monte Vergine (49 m s.l.m.), nata da un'eruzione preistorica dell'Etna datata tra 15.000 e 3960 ± 60 anni dal presente, corrispondente all'odierna Piazza Dante Alighieri dove sorge il Monastero di San Nicolò l'Arena (oggi sede universitaria), nei pressi della quale scorreva un corso d'acqua, l'Amenano, che sfociava vicino all'attuale Piazza del Duomo, mentre a sud vi era il terrazzo di Acquicella (15 m s.l.m.), separato dal fiume da una valle, poi colmata dalle lave dell'eruzione del 1669. L'unico altro rilievo importante è la collina di Santa Sofia (303 m s.l.m.), nel quartiere omonimo, dove sorge la Cittadella Universitaria, quasi al confine con Gravina di Catania, comune del vasto hinterland.
Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all'interno della città. Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini o Villa Bellini, chiamato 'a Villa, è dedicato al musicista Vincenzo Bellini; il Giardino Pacini o Villa Pacini, soprannominato Villa 'e varagghi (cioè "degli sbadigli") dedicato al musicista Giovanni Pacini; il Parco Gioeni (situato a nord del quartiere Borgo, alla fine della via Etnea); il Parco Falcone e Borsellino (a nord del corso Italia), dedicato agli omonimi magistrati uccisi dalla mafia; e il Boschetto della Plaia (nella zona tra il sud della città e l'Aeroporto Vincenzo Bellini, l'ex Mercato Ortofrutticolo Comunale e il quartiere Plaia). Tra gli altri, per l'importanza storica e per la conservazione della biodiversità, va segnalato l'Orto botanico di Catania, nel quartiere Mercede.
La città è attraversata da un fiume sotterraneo, il già citato Amenano, che anticamente sfociava dove oggi c'è la suddetta Villa Pacini e ora sfocia più a sud-est, dove c'è il porto. Esso si rende visibile alla Fontana dell'Amenano, fontana in marmo bianco chiamata dai catanesi l'Acqua a 'llinzolu che sorge tra la cosiddetta "Pescheria" e la piazza del Duomo, e nei sotterranei del locale Ostello Agorà. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, al fiume collegato e ormai coperto dalla colata lavica del 1669 (l'omonima via ne ricorda l'ubicazione).
Ma è stato tutto il territorio circostante a mutare profondamente in seguito a calamità naturali come le varie colate laviche: la costa a nord del porto è costituita da una scogliera, sita dove oggi è presente la Stazione Centrale, detta dell'Armìsi e formata in varie epoche storiche nel 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperto anche parte dell'antico Porto Ulisse nel quartiere Ognina; tale tratto di costa comprende la spiaggetta di San Giovanni li Cuti. L'area a sud del Castello Ursino, un tempo sul mare, è invece il prodotto dell'enorme colata del 1669 che, accerchiatolo, si spinse per qualche chilometro verso il golfo. La costa a sud del porto venne profondamente modificata, facendo cominciare più a sud il litorale sabbioso della Plaia.
Clima
La città e la piana di Catania presentano un clima mediterraneo, pur con alcuni connotati di tipo subtropicale e continentale, ben ravvisabili dall'analisi dei dati climatici delle stazioni meteorologiche ufficiali di Fontanarossa e di Sigonella, che descrivono rispettivamente il quadro relativo alla città di Catania e all'entroterra della piana.
Le precipitazioni sono comprese in media tra i 450 e i 550 mm annui, con minimo estivo molto marcato e moderato picco nella stagione autunnale.
L'inverno presenta temperature medie di circa 11 gradi e assicura temperature massime diurne generalmente piuttosto miti, ma l'escursione termica rispetto alle ore notturne è piuttosto pronunciata in presenza di cielo sereno e vento debole per effetto della presenza di un esteso territorio pianeggiante e, nella parte più interna, della presenza dell'Etna. La neve è molto rara, a causa della presenza dell'Etna che ripara la città dai freddi venti settentrionali. Occasionali fioccate si sono viste più volte nel corso degli anni nei quartieri collinari, più consistenti nell'hinterland a nord della città. Più recentemente, brevi nevicate si sono avute il 9 febbraio 2015, il 6 gennaio 2017 e il 5 gennaio 2019 anche se l'ultima nevicata con accumulo di particolare rilevanza risale al 16-17 dicembre 1988.
Il record assoluto di freddo, -7 °C, fu raggiunto il 1º febbraio 1962.[11]
L'estate, di lunga durata, si presenta molto calda, a volte con alti tassi di umidità. Mentre lungo la fascia litoranea le temperature massime sono parzialmente contenute dalla brezza marina di levante, nella parte più interna della città e della piana si registrano valori molto elevati.
Origini del nome
Secondo lo storico greco Plutarco, il suo nome deriva dal siculo katane (cioè grattugia, parola di origine indoeuropea), per l'associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal latino catinum (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città o come riferimento al bacino della Piana. L'etimologia resta comunque oscura[12]: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna)[13]
Storia
Età antica
La collina di Monte Vergine occupa una posizione strategica fra il mare, l'Etna e la maggiore pianura di Sicilia. Su di essa si sviluppò un vasto abitato preistorico, intercettato in più punti ed in particolare nell'area dell'ex Monastero dei Benedettini di San Nicolò l'Arena ed in quella di via Teatro Greco. Nel monastero benedettino[14] sono stati rinvenuti reperti che coprono il periodo compreso tra il Neolitico e la fine dell'età del Rame; agli inizi dell'Eneolitico si data una tomba a fossa polisoma rinvenuta sempre all'interno del monastero. In via Teatro Greco[15] sono state individuate due fasi preistoriche. La prima, datata al radiocarbonio alla seconda metà del VI millennio a.C., è relativa alla probabile frequentazione di uno o più ripari sotto roccia, dagli inizi del Neolitico medio fino a quello tardo. La seconda fase, datata al radiocarbonio alla fine del V millennio a.C., appartiene ad una abitato con capanne degli inizi dell'Eneolitico, cui verosimilmente spetta la tomba dei Benedettini.
Sebbene si conoscano rinvenimenti sporadici dell'età del Bronzo e di quella del Ferro, l'area era probabilmente disabitata quando, nel 729-728 a.C., coloni greci provenienti da Naxos, a sua volta fondata da Calcide in Eubea, guidati dall'ecista Evarco vi fondarono Kατάvη. La città greca, conobbe la sua stagione migliore nel corso del V secolo a.C.. Nel 476 a.C. Gerone I di Siracusa ne fece la propria sede, sostituendo gli abitanti e mutandone il nome in Áitna. Di questo episodio, durato un quindicennio, cantato da Pindaro e forse al centro di una perduta tragedia di Eschilo, rimangono monete d'argento tra le più raffinate dell'antichità. Riacquisiti l'antico nome e gli originari abitanti, alla fine del secolo, durante la Guerra del Peloponneso, la città parteggiò per Atene contro Siracusa. Conquistata dai siracusani nel 403 a.C., dispersi i suoi abitanti e ripopolata con mercenari campani, per la città ebbe inizio un declino che si concluse solo con la conquista romana di Manio Valerio Massimo Messalla nel 263 a.C..
Càtina (o Càtana) divenne colonia augustea nel 21 a.C.. Da quel momento la città si dotò di grandi edifici pubblici che la trasformeranno in uno dei più ragguardevoli centri dell'impero e che nei secoli successivi, fino ad oggi, condizioneranno il suo sviluppo urbano[16]. La città fu sede di una precoce comunità cristiana e dal IV secolo, se non da prima, di una cattedra vescovile. Al cristianesimo si legano le trasformazioni di alcuni edifici e il lento processo di sviluppo da città antica a città medievale.
Età medievale
Alla caduta dell'Impero Romano la Sicilia venne conquistata nel VI secolo dagli Ostrogoti di re Teodorico il Grande che si occupò della ricostruzione delle mura della città, utilizzando le pietre che costituivano l'anfiteatro romano[17]. Venne in seguito conquistata dai Bizantini, e nella prima metà del IX secolo dai musulmani[18]. Nel 1071 viene conquistata dai Normanni che provvidero a ridarle la sede vescovile, con l'approvazione del papa Urbano II (bolla pontificia del 9 marzo 1092); la città sarà elevata solo nel 1859 a sede arcivescovile. Fu poi governata dagli Svevi, periodo in cui si eresse il Castello Ursino e si crearono le figure amministrative che perdurarono fino al 1817 circa[19]. La città fu una delle sedi della corte di Federico II di Svevia e da qui furono emanati editti e leggi di grande importanza. Alla fine del casato Hohenstaufen furono gli Angioini a prendere possesso della città, occupandola militarmente abusando spesso della popolazione locale.
Nel 1282, passò al ramo cadetto della Corona d'Aragona (in quanto la moglie di Pietro III, Costanza di Svevia era figlia del re Manfredi) che fino a Martino I fecero di Catania la capitale del regno di Trinacria. Dopo l'annessione del regno all'Aragona, la Sicilia perse l'indipendenza e passò sotto il dominio spagnolo, poi sabaudo e infine dei Borbone.
Età moderna
Nel 1622, Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia, con lettera ratificata da Filippo IV, aveva assegnato al Senato catanese funzioni pari a quelli di Palermo e Messina, concedendole una certa autonomia.
Le due gravissime catastrofi naturali di fine XVII secolo (l'eruzione dell'Etna del 1669 e il terremoto del Val di Noto del 1693) segnano "il transito verso la modernità"[20]. La ricostruzione post-terremoto si contraddistinse per lo stile Barocco; uno tra i pochissimi grandi monumenti che mantenne la sua forma integra e originale fu il Castello Ursino. Di contro, antichi edifici furono rinnovati e riedificati con i nuovi stili settecenteschi: grandi esempi sono la cattedrale (della precedente rimasero integri solo gli absidi normanni), il Palazzo degli Elefanti, il Monastero di San Nicolò l'Arena o nei vari monasteri siti in Via dei Crociferi. Il lavoro del grande architetto Giovanni Battista Vaccarini fu cruciale sia per i progetti che interessarono questi particolari monumenti ma anche per il piano urbanistico che egli stesso disegnò[21]
Età contemporanea
Tra il 1816 e il 1818 acquisì lo status di Comune, lasciando quello di Urbs, in modo da essere governata da un Intendente, coadiuvato dal Segretario generale e dal Consiglio di Intendenza. Sempre nel 1818 - il 20 febbraio - si verificò un terremoto con epicentro ad Aci Catena o Aci Sant'Antonio - diversi sono i pareri sul punto esatto - a causa del quale Catania soffrì moltissimo: il Castello Ursino fu reso inabitabile e vennero danneggiati i Conventi dei Minoriti (con l'annessa Chiesa di San Michele Arcangelo), dei Francescani, dei Crociferi, di Sant'Agostino, di Sant'Agata la Vetere e dei Benedettini, gli edifici dell'Università, il Collegio Cutelli, il Seminario dei Chierici e gli Ospedali di Santa Marta e di San Marco. Ma a differenza della provincia, che ne risentì notevolmente anche dal punto di vista demografico, Catania questa volta non registrò alcuna vittima. Nel 1860 Catania entrò a far parte del Regno d'Italia. Oggi è uno dei principali comuni italiani, capoluogo della sua città metropolitana.
Simboli
Lo stemma della Città di Catania è costituito da uno scudo con lo sfondo azzurro, cimato dalla corona reale aragonese e, nella parte inferiore, la legenda che riporta la sigla “S.P.Q.C.”, (sulla falsariga di SPQR) che in lingua latina significa Senatus Populusque Catanensium, mentre tradotto in italiano: Il Senato e il Popolo Catanese. Al centro è presente un elefante posto di profilo di colore rosso porpora con le zanne rivolte a sinistra (destra araldica), sopra di esso è presente una lettera “A” maiuscola anch'essa di colore rosso, che sta per Agata, il nome della santa patrona.
Onorificenze
La città di Catania è ottava tra le 27 città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima guerra mondiale nel 1918.
— 22 maggio 1898
Monumenti e luoghi d'interesse
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale) | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iv) (v) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2002 |
Scheda UNESCO | (EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily) (FR) Scheda |
La città antica
A Catania del periodo greco non rimangono molte tracce, a causa di vari fattori sia naturali (terremoti e colate laviche che hanno rovinato la città) che antropici, come le ricostruzioni che spesso hanno ricoperto le precedenti architetture. Inoltre, non sono mai state eseguite grandi campagne di scavi e studi archeologici se non in casi sporadici della sua storia recente. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, gli zoccoli di alcune costruzioni pubbliche e private tuttora esistenti sono da attribuire al fiorente periodo della colonizzazione greca.
Gli scavi archeologici all'interno dell'ex Monastero dei Benedettini nel 1978 (quando, cioè, il complesso è stato acquistato e ristrutturato dal Comune) hanno confermato un'imponente e stratificata urbanizzazione dell'area fin dall'epoca eneolitica: sono state rinvenute strutture di edifici del VI e del IV secolo a.C. appartenenti alla fase più antica della colonia calcidese.
Miglior fortuna hanno avuto i monumenti di epoca romana che hanno resistito fino ad oggi testimoniando l'importanza della città nei tempi antichi, inoltre numerosissimi reperti provengono dagli scavi occasionali della città (la gran parte di questi – tra cui mosaici, statue e persino il frammento di una colonna istoriata – sono esposti al Museo civico al Castello Ursino).
Il Teatro romano (del II secolo), l'Odeon (III secolo), l'Anfiteatro romano (II secolo), le Terme dell'Indirizzo (in piazza Currò), le Terme della Rotonda, le Terme Achilliane (nei pressi della cattedrale odierna in Piazza del Duomo), varie altre strutture termali (Terme di Sant'Antonio Abate nella Piazza omonima, Terme dell'Itria in Piazza Santa Maria dell'Itria, Terme dell'Acropoli in Piazza Dante Alighieri e nel cortile del Monastero dei Benedettini), i resti di un acquedotto presso via Grassi e alcuni sepolcri romani (fra cui la Tomba romana del Carmine del II secolo), il Foro romano (probabilmente dove oggi è il Cortile San Pantaleone), una Domus romana con i mosaici tardo-repubblicana (tra gli esempi più significativi dell'attività edilizia romana in Sicilia nel corso del II secolo d.C. sita nell'Emeroteca sotterranea del Dipartimento di Scienze Umanistiche), le colonne di Piazza Giuseppe Mazzini, quella che sostiene la statua di Sant'Agata in Piazza dei Martiri, tre assi viari (due si incrociano ortogonalmente al Monastero dei Benedettini dove sono stati trovati ancora basolati, oggi allo scoperto), una strada che conduceva in antico dal Teatro all'Anfiteatro corrispondente all'attuale via dei Crociferi, sono i maggiori resti attualmente visibili della "Catana"/"Catina" romana. Molti di questi monumenti fanno parte dal 2008 del Parco archeologico greco-romano di Catania (istituito dalla Regione Siciliana)[23] e alcuni di essi come il Teatro romano, le Terme della Rotonda e altri monumenti minori sono stati restaurati e resi visitabili. Anche i resti dell'Anfiteatro sono visibili dal 1903-1907 (anni in cui sono durati gli scavi per riportarli alla luce) dall'ingresso di Piazza Stesicoro e dal cortiletto di vico Anfiteatro, traversa di via Alessandro Manzoni, che finisce a sua volta proprio in piazza Stesicoro.
Probabilmente anche 'u liotru, il simbolo della città situato attualmente al centro di piazza del Duomo, è stato scolpito in epoca romana se non prima. È un manufatto in pietra lavica porosa, che raffigura un elefante. Il nome deriva probabilmente dalla storpiatura del nome di Eliodoro, mago semi-leggendario accusato di negromanzia e grande avversario del vescovo Leone il Taumaturgo, il quale lo fece bruciare al rogo. L'elefante è sormontato da un obelisco egittizzante[24] di cronologia incerta con figure probabilmente legate al culto isideo.
Del periodo tardo-antico rimangono i resti delle sepolture cristiane a nord e ad est del centro storico, come il Mausoleo circolare di Villa Modica (sito in Viale Regina Margherita), l'Ipogeo quadrato (sito in via Gaetano Sanfilippo, traversa di via Ipogeo, a sua volta traversa del succitato Viale Regina Margherita), e come pure numerosi frammenti, lapidi (tra cui l'epigrafe di Iulia Florentina, esposta al Museo del Louvre), o il cippo Carcaci, esposto nel Museo civico al Castello Ursino. Sono invece di epoca paleocristiana le cripte di Sant'Euplio, di Santa Maria di Betlemme, della "Cappella dell'Albergo dei Poveri" (dedicata a "Santa Maria della Mecca", oggi nell'Ospedale Giuseppe Garibaldi-Centro), e del Santo Spirito, nonché gli ambienti fra il cosiddetto Sacro Carcere e l'ex Cattedrale di Sant'Agata la Vetere, prima chiesa al mondo dedicata alla Santa, dal 1933 gestita da un ente morale.
La città medievale
Un monumento di età bizantina (VI-IX secolo) è la Cappella Bonajuto (dal nome della famiglia nobiliare che l'aveva tenuta come sacrario di famiglia nonché come cappella privata): si tratta di una "trichora" bizantina (cioè un edificio con tre absidi); prima del suo restauro se ne aveva conoscenza grazie ai disegni di Jean-Pierre Houël.
Del periodo arabo (IX-XI secolo) alcune chiese vengono trasformate in moschee, altre abbandonate, altre ancora demolite. Le innovazioni più importanti che queste popolazioni aderenti all'Islam introdussero furono l'irrigazione dei campi e la coltivazione in questi di legumi e ortaggi, la cui maggior parte introdotti da loro.
Del periodo normanno (XII secolo) si conservano principalmente le strutture come le absidi della Cattedrale di Sant'Agata tesa a farla diventare "Ecclesia Munita" ("chiesa fortificata", per via delle scorrerie dei Saraceni), che poi sarebbero state ristrutturate dopo il terremoto del Val di Noto del 1693. Oggi, vicino alla cattedrale si conservano la Vara, ovvero il Fercolo, il busto-reliquiario e la cassa-reliquiaria di Sant'Agata, realizzati nel 1376 dall'orafo e scultore senese Giovanni di Bartolo.
Del periodo svevo (XIII secolo) sono il portale della Chiesa di Sant'Agata al Carcere e il famoso Castello Ursino, federiciano (sede del Museo civico, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei benedettini, dal 1927) e coevo dell'altrettanto famoso castello di Castel del Monte ad Andria e del siracusano Castello Maniace.
Del periodo Aragonese (XIII-XV secolo) si ricordano, invece, il portale della scomparsa Chiesa di San Giovanni de' Fleres, demolita alla fine del XIX secolo e di cui oggi rimane solo l'arco, e il balcone del palazzo Platamone, donato in seguito ai religiosi che lo trasformarono nel Monastero di San Placido, che quando fu danneggiato dal suddetto terremoto fecero rimanere le testimonianze più salienti di quando questo edificio fu nobile.
La città rinascimentale
«Melior de cinere surgo»
«Rinasco dalle mie ceneri più bella»
Del periodo tardo aragonese rimangono poche tracce, tra cui la chiesa di Santa Maria di Gesù situata nella piazza omonima e costruita nel 1498 è forse l'esempio in migliori condizioni. La chiesa fu ristrutturata nel Settecento, mentre il portale è del Cinquecento e solo la Cappella Paternò mantiene l'originale struttura gotica.
Nel 1558, fu iniziata la costruzione del Monastero dei Benedettini, a cui sarebbe poi stata affiancata la Chiesa di San Nicolò l'Arena. Distrutto dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693, nel 1703 se ne avviò la ricostruzione che tuttavia non è stata mai più portata a termine. Di detto edificio permangono tutt'oggi le antiche cucine, il chiostro occidentale, nonché la traccia dell'antico archeggiato del corridoio di meridione.
Le cosiddette Mura di Carlo V, che racchiudono il centro storico, furono erette nel XVI secolo, tra il 1550 e il 1555 su un progetto iniziale di Antonio Ferramolino. Il progetto non riuscì ad essere portato a termine, neanche dopo l'apporto di Tiburzio Spannocchi il quale progettò l'ampliamento delle fortificazioni verso sud-ovest e verso nord a scapito delle vecchie mura di epoca medioevale (tra cui l'antica Torre del Vescovo del 1302).
Venne eretta nel 1612, sotto il re di Spagna e di Sicilia Filippo III, la fontana dei Sette Canali. E nel 1621 sorsero la fontana di Sant'Agata e, su consiglio dell'incaricato dal luogotenente del re, ingegnere Raffaele Lucadello, quella detta «di Gammazita», di cui oggi resta soltanto il «pozzo» nei pressi dell'attuale via San Calogero.[25]
La colata dell'eruzione del 1669 inghiottì parte del sistema difensivo a sud e a sud-ovest della città che, rimasta sguarnita da questo lato, riedificò in parte sulle lave ancora calde una cortina muraria, detta popolarmente fortino, su cui ancora si apre la porta d'accesso (Porta del Fortino Vecchio in via Sacchero, un tempo dedicata al duca di Ligne che qui vi passò nel 1672) e di cui rimangono ancora sparute tracce. Su tali mura venne ricavata la porta Ferdinandea, ancora oggi erroneamente detta u futtinu ("il fortino").
Con il terremoto del 1693 e la seguente ricostruzione si volle dare alla città un aspetto più aperto e libero dai fortilizi (i resti furono infatti inglobati nello sviluppo della città), anche perché ormai non esisteva più il pericolo delle incursioni piratesche che secoli prima diedero l'impulso alla fortificazione del Regnum[26]
La città barocca
Catania è stata ampiamente trasformata dalle conseguenze dei terremoti che hanno imperversato su questa parte della Sicilia. Il suo territorio circostante è stato più volte coperto da colate laviche che hanno raggiunto il mare. Ma i catanesi caparbiamente l'hanno ricostruita sulle sue stesse macerie. La leggenda vuole che la città sia stata distrutta sette volte durante la sua storia, ma in realtà tali eventi disastrosi si possono sicuramente riferire a pochi ma terribili eventi. Anche le distruzioni del centro urbano in tempi recenti a causa delle colate laviche sono frutto di una storiografia fantasiosa[27] In epoca storica Catania venne danneggiata dai prodotti piroclastici dell'Etna nel 122 a.C.; le fonti antiche riferiscono di tetti crollati per il peso eccessivo delle ceneri e di raccolti distrutti[28] È testimoniata tuttavia anche dal punto di vista archeologico la presenza di colate che giunsero a colpire parte della città antica[29]
La calamità che avrebbe poi reso Catania la perla del tardo barocco siciliano è senza dubbio il terremoto che si registrò tra le giornate del 9 e dell'11 gennaio 1693, quando tutto il Val di Noto fu distrutto da potenti scosse. Nella città etnea si contarono numerose vittime, dovute soprattutto alla scarsa larghezza delle strade principali, che non permise ai cittadini di potervisi riversare. Durante la ricostruzione l'idea di risolvere questo problema fu di Giuseppe Lanza, duca di Camastra, progettando larghe vie principali, quali le centralissime Via Etnea, Via Vittorio Emanuele II (che all'epoca si chiamava "Corso reale"), Via Plebiscito e Via Giuseppe Garibaldi (all'epoca conosciuta come via San Filippo). Tutti i monumenti antichi furono inseriti nel tessuto urbano della città ricostruita grazie a tanti artisti, anche di fama nazionale, tra cui di certo spicca l'opera dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, che hanno dato alla città una chiara impronta barocca. Tra gli altri che hanno aiutato la rinascita della città si ricordano Francesco Battaglia, Stefano Ittar, Alonzo di Benedetto e Girolamo Palazzotto.
Monumenti barocchi
Tra i principali monumenti barocchi si ricordano:
- la Cattedrale di Sant'Agata, in piazza del Duomo, 2
- la Chiesa di Sant'Agata la Vetere, ex Cattedrale, in piazza Sant'Agata la Vetere, 5; sorge sulla prima chiesa al mondo dedicata alla santa risalente al 264 d.C.
- la Chiesa della Badia di Sant'Agata, in via Vittorio Emanuele II, 184
- la Chiesa di Maria Santissima dell'Elemosina, Basilica Pontificia detta 'La Collegiata', in via Etnea, 23/A
- la Chiesa di Sant'Agata alla Fornace e di San Biagio, in piazza Stesicoro
- la Chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata, in piazza San Francesco d'Assisi, 2; custodisce le spoglie di Eleonora d'Angiò
- la Chiesa di San Benedetto, detta "Badia Grande", in via Crociferi, 15
- la Chiesa di San Domenico, in piazza San Domenico
- la Chiesa di San Giuliano, in via Crociferi, 36
- la Chiesa di San Nicolò l'Arena, in piazza Dante Alighieri, con l'annesso Monastero dei Benedettini al n.c. 32, attuale sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Catania o Unict
- la Chiesa di San Placido, in piazza San Placido
- la Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto, in via Consolato della Seta
- il Palazzo degli Elefanti (sede del Municipio), il Palazzo del Seminario dei Chierici e la fontana dell'Amenano, in piazza del Duomo, 1-3
- la Fontana dell'Elefante, in piazza del Duomo
- il Palazzo Reburdone, in via Vittorio Emanuele II, 1-31
- il Palazzo Valle, in via Vittorio Emanuele II, 122, sede della Fondazione Puglisi Cosentino
- il Palazzo Bruca, in via Vittorio Emanuele II, 201
- il Palazzo Fassari Pace, in via Vittorio Emanuele II, 385
- il Palazzo Biscari, in via Museo Biscari, 10-16
- il Palazzo Manganelli, in via Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano, 261
- il Palazzo Tezzano, in piazza Stesicoro, 30
- il Palazzo del Toscano, in piazza Stesicoro, 38-39
- il Palazzo Gravina Cruyllas, in piazza San Francesco d'Assisi, 3
- la Villa Cerami, in via Crociferi, 66, sede del Dipartimento di Giurisprudenza
- la Porta Uzeda, fra via Cardinale Dusmet e piazza del Duomo
- la Porta Ferdinandea, detta oggi Porta Garibaldi, costruita nel 1768 e sita fra piazza Palestro e piazza Crocifisso Majorana
- il Museo d'arte contemporanea della Sicilia, MacS, all'interno della "Badia Piccola" del Monastero delle Benedettine, in via San Francesco d'Assisi, 30
La città ottocentesca
Come monumenti dell'Ottocento sono da segnalare teatri e fontane: per quello che riguarda i primi, nel 1821 venne costruito il Teatro Pietro Antonio Coppola, primo teatro comunale a Catania, sito nel quartiere Civita, che fu adibito principalmente alla rappresentazione di opere liriche. Il teatro venne poi chiuso nel 1887 quando fu inaugurato il teatro Massimo Vincenzo Bellini nel 1890, seguendo lo stile dell'Opéra national de Paris, in piazza Vincenzo Bellini, nel quartiere Agnonella.
Per quello che riguarda le seconde, a Catania non c'è più traccia di quella che aveva al centro un obelisco e che i catanesi avevano innalzato nel 1862, in un primo tempo nell'attuale piazza Duca di Genova, per ricordare la visita compiuta in quell'anno alla città dai tre figli del primo re d'Italia Vittorio Emanuele II (Umberto, Amedeo e Oddone), poi ricollocata nella zona di piazza Mario Cutelli, sempre alla Civita.
«A Giuseppe Garibaldi che la notte del 18 agosto 1862 pronunziava da questa casa le storiche parole «Roma o Morte» il popolo catanese dedicava questa lapide il 2 giugno MDCCCLXXXIII primo anniversario della morte dell'Eroe, a gloriosa memoria del fatto, ad aborrimento perpetuo di usurpatori, di sacerdoti, di reggitori codardi.»
Nel biennio 1863-1865, il Comune provvide a dotare la città di fontanelle, nel quartiere Fortino, in piazza Crocifisso della Buona Morte (poi "piazza Alfredo Cappellini", dal 1907, e oggi "piazza Giovanni Falcone"), nel Largo dei Miracoli, nel Largo delle "Chianche Mortizze", nella piazza Monserrato, in quella della Guardia, nonché nel rione della Consolazione, ormai tutte scomparse.
La città novecentesca
Come monumenti del Novecento a Catania sono da segnalare fontane e palazzi: tra le prime, la Fontana di Proserpina, che risale al 1904 ed è sita in piazza Stazione Centrale (oggi "piazza Papa Giovanni XXIII"), è stata costruita 'di getto' in pochi mesi, ed è la penultima scultura di Giulio Moschetti.
Per quello che riguarda i secondi, nel 1922 comincia la costruzione del Palazzo delle poste centrali, con un progetto risalente a quattro anni prima per opera dell'architetto Francesco Fichera, ultimato nel 1929 e inaugurato l'anno seguente.
Nel 1933 è stato inaugurato il Palazzo della Borsa, costruito su progetto dell'architetto Vincenzo Patanè coadiuvato da Giovanni Aiello in uno stile tra il classico e il barocco. Nel 1937 inizia invece la costruzione del Palazzo di Giustizia, che termina solo nel 1953, e in seguito della fontana de I Malavoglia in piazza dell'Esposizione, l'attuale piazza Giovanni Verga.
Nello stesso periodo sorge il Palazzo Generali, primo grattacielo della città, che ha 19 piani.
Sotto il sindaco Domenico Magrì, agli inizi degli anni cinquanta, sorgono tre nuove fontane: la prima è la fontana delle Conchiglie, in piazza Mario Cutelli ed è stata realizzata su disegno di Domenico Cannizzaro[30]; un'altra, al largo Giovanni Paisiello, è un'opera modernissima di Dino Caruso, in ceramica e pietra lavica; e infine viene ricollocata la fontana dei Delfini, in piazza Vincenzo Bellini, opera di Giovanni Battista Vaccarini, proveniente dal chiostro della Badia Sant'Agata.
Il Piano Regolatore Generale di Luigi Piccinato diede avvio nel 1961 anche ai lavori di costruzione del complesso della Cittadella Universitaria sulla collina di Santa Sofia, previsto già da un precedente PRG degli anni trenta, che oggi è uno dei maggiori poli di ricerca dell'Ateneo.
Mercati e mercatini
Uno dei posti più caratteristici della Catania popolare è il mercato del pesce della Pescheria sempre rutilante di colori, voci e odori. Un altro luogo caratteristico è il Mercato di piazza Carlo Alberto, meglio conosciuto come Fera 'o Luni, la cui radice etimologica è stata spesso messa in discussione. L'ipotesi più diffusa è che stia per "Fiera del Lunedì" perché probabilmente il mercato originariamente doveva essere attivo soltanto per tale data settimanale[31] Nella stessa piazza tutte le domeniche si teneva un importante mercato delle pulci, ora trasferito nei pressi dell'entrata principale del porto della città.
Un mercato di "bric-à-brac" è aperto la domenica sotto gli archi della "marina" nei pressi della Villa Pacini. Altro mercato molto frequentato è quello che si svolge il venerdì in piazza I Viceré nel quartiere settentrionale Canalicchio. Una risorsa non meno importante riguarda i mercatini rionali di Catania.
Strade e piazze
- La via Etnea è il salotto della città. Attraversa Catania da sud a nord partendo dalla piazza del Duomo ed arrivando, dopo circa 3 km, al Tondo Gioeni. Il suo andamento ha come prospettiva la sagoma incombente dell'Etna, tuttavia è leggermente spostata verso est rispetto al vulcano, pare per proteggere i resti dell'anfiteatro. Essa nasce dalla piazza del Duomo e dopo circa 100 metri raggiunge la piazza Università. Qui si affacciano il palazzo dell'Università e il palazzo San Giuliano costruiti entrambi in stile barocco nella prima metà del XVIII secolo. La piazza è illuminata da quattro candelabri bronzei realizzati dal celebre scultore Mimì Maria Lazzaro con allegorie di tre antiche leggende catanesi: Colapesce, i Fratelli Pii, Gammazita. A queste si aggiunse la storia di Uzeta, creata per l'occasione agli inizi del Novecento. Più avanti si incontra la Basilica Collegiata e quindi l'incrocio con la via Antonino di San Giuliano, ovvero i Quattro Canti della Città. Più in là sorge la Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti, quindi la piazza Stesicoro, comunemente detta Porta di Aci ("Potta Jaci" in dialetto). Qui si trovano il monumento a Vincenzo Bellini e i resti dell'anfiteatro romano situati a circa 10 metri sotto il livello stradale.
La strada incontra quindi la cosiddetta Villa Bellini, che costituisce il principale polmone verde del centro storico e il cui monumentale ingresso eretto durante il ventennio si affaccia su via Umberto, grossa arteria che collega il lungomare con la suddetta Villa, e al discusso monumento a Giuseppe Garibaldi che fa da spartitraffico con la via Caronda al "Largo del Rinazzo". Seguono poi l'incrocio con il viale Regina Margherita e sul lato sinistro l'Orto botanico di Catania: poco più avanti vi è piazza Camillo Cavour, il Borgo per i catanesi, in quanto piazza principale del quartiere[32], dove venne spostata la fontana della dea Cerere, in marmo bianco, da piazza Università, conosciuta dagli anziani catanesi come 'a Matapallara do' Burgu ("Madre Pallade del Borgo" in italiano).
L'ultimo tratto, caratterizzato da una maggiore pendenza rispetto al resto della via, presenta una serie di edifici eretti alla fine del XX secolo e taluni edifici moderni, alternati sul lato sinistro dal ponte dell'Istituto musicale Vincenzo Bellini e dall'Ospizio dei Ciechi. La strada termina infine con il Tondo Gioeni, laddove un tempo sorgeva l'omonimo ponte abbattuto nell'agosto del 2013, anticipato dai due edifici dell'Istituto Zooprofilattico, posti ai due lati dell'arteria, che chiude in curva davanti alla facciata dell'omonimo parco.
- Via dei Crociferi: un raro esempio di unità architettonica, spesso definita la strada più bella della Catania settecentesca[33] Essa ha inizio in piazza San Francesco d'Assisi e vi si accede passando sotto l'arco di San Benedetto che collega la Badia maggiore alla Badia minore posta ai due lati della strada. La strada, contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili, è un raro esempio di barocco siciliano.
Nel breve spazio di circa 200 metri sono presenti ben quattro chiese. La prima è la Chiesa di San Benedetto collegata al monastero delle Benedettine dall'arco omonimo che sovrasta la via. Ad essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto. Proseguendo si incontra la Chiesa di San Francesco Borgia alla quale si accede tramite due scaloni. A seguire si incontra il Collegio dei Gesuiti, dal 1968 al 2009 sede dell'Istituto d'Arte, con all'interno un bel chiostro con portici su colonne ed arcate. Di fronte al Collegio è ubicata la Chiesa di San Giuliano considerata uno dei più begli esempi del barocco catanese. L'edificio, attribuito all'architetto Giovanni Battista Vaccarini, ha un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti. Proseguendo ed oltrepassando la via Antonio di San Giuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi e quindi la Chiesa di San Camillo de' Lellis. In fondo alla via è ubicata Villa Cerami, che è sede del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Catania.
Società
Evoluzione demografica
Popolazione storica (migliaia)[34]
Abitanti censiti[35]
La città di Catania è densamente popolata nella sua parte settentrionale, mentre la parte sud (corrispondente con la VI municipalità) è prevalentemente zona industriale, aeroportuale e commerciale. È necessario però ricordare che alcuni popolosi quartieri periferici appartengono ancora, amministrativamente, ai comuni contigui in qualità di frazioni: è il caso di Canalicchio (Tremestieri Etneo), di Fasano (Gravina di Catania), di Lineri (Misterbianco), ed altri ancora. Dieci sono i comuni di prima corona che attraverso processi di controurbanizzazione hanno conosciuto di recente un forte incremento di popolazione a scapito del comune di Catania, che è passato dagli oltre 400.000 residenti dell'inizio degli anni settanta (vedi grafico) ai circa 320.000 odierni, ovvero Aci Castello, Aci Catena, Gravina di Catania, Mascalucia, Pedara, Trecastagni, Misterbianco, San Giovanni la Punta, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant'Agata li Battiati, Tremestieri Etneo e Valverde.
Catania conta dunque circa 320.000 residenti a fronte di un agglomerato urbano estremamente omogeneo di circa 600.000 abitanti[36] con una densità di 1885,9 abitanti per km².
A delimitare la complessa conurbazione etnea, immediatamente dopo questa “prima corona” di comuni, troviamo tre grossi centri: Acireale, Paternò e Belpasso, i primi due dei quali hanno sviluppato attorno a sé dei sub-sistemi urbani, che gravitano attorno ad essi, ed a loro volta attorno al sistema principale il cui fulcro è Catania. L'insieme dell'agglomerato omogeneo più le tre città satellite ha una popolazione di 696.869 residenti[37]
27 sono i comuni che formano l'Area metropolitana di Catania, istituita dall'articolo 19 della legge regionale 6 marzo 1986 nº9, con una popolazione di 765.623[38], e con 805,15 abitanti per km² è la più densamente popolata della Sicilia.
I movimenti centrifughi di popolazione hanno modificato i rapporti tra il capoluogo ed i comuni etnei, che sono cresciuti in maniera del tutto spontanea, senza il sostegno di adeguati strumenti urbanistici, deturpando profondamente il paesaggio e generando un territorio estremamente caotico e difficilmente gestibile e con gravi problemi di vivibilità. Lo squilibrio funzionale, la distribuzione “disordinata” della popolazione su un territorio così vasto e disomogeneo, e spesso la carenza di adeguate vie di comunicazione, provoca anche gravi problemi di vivibilità.[39]
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2017[40] la popolazione straniera residente era di 13 544 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
- Sri Lanka, 2 581
- Romania, 2 186
- Cina, 1 166
- Mauritius, 1 120
- Bangladesh, 929
- Senegal, 722
- Marocco, 402
- India, 374
- Tunisia, 314
- Nigeria, 305
Religione
Secondo la tradizione la presenza della prima comunità cristiana a Catania è attestata sin dal I secolo con l'invio, da parte di san Pietro in persona, del vescovo Berillo, originario di Antiochia, che eresse in città la Chiesa del Santo Spirito, e ciò fa di Catania una delle più antiche comunità cristiane della Sicilia.
La confessione maggioritaria in città è quella cattolica della religione cristiana. Patrona della città è Sant'Agata martirizzata nel 251 d.C., alla quale viene ogni anno dedicata una grandiosa festa lunga tre giorni (dal 3 al 5 febbraio). Nei tre giorni la città viene impegnata nelle strutture viarie sulla festa tra un misto di devozione e di folclore. Compatrono della città è Sant'Euplio, martirizzato nel 304 d.C.
Vi sono varie confessioni cristiane non cattoliche, tra cui quella valdese, la cui presenza a Catania risale alla metà del XIX secolo con l'insediamento di imprenditori del commercio stranieri di fede protestante; nel 1899 viene costruito lo storico tempio valdese di Via Naumachia[41]. Vi sono poi dislocate nei quartieri popolari della città varie chiese Evangeliche (tra cui anche chiese Battiste), delle Assemblee di Dio in Italia e dei Testimoni di Geova. È presente anche la confessione ortodossa[42].
A Catania c'erano tre moschee: la prima venne edificata nel 1980 (la prima costruita, in Italia e in Sicilia, dopo la dominazione araba) in via Castromarino, traversa di via Plebiscito (nel quartiere Petriera) ed oggi non è più esistente. La seconda è stata inaugurata nel 2012 in via Calì, nel quartiere Civita, nei pressi del Porto di Catania[43], è la più grande del Sud Italia[44] ed è l'unica attualmente esistente. La terza; infine; è stata poi trasformata nella Chiesa di San Tommaso Becket.
Sinagoghe a Catania ce ne sono state due: una nel quartiere Giudecca (il quartiere giudaico storico) e una in via Santa Maria della Catena (toponomastica che in Sicilia indica presenza di ebrei). Attualmente la comunità ebraica catanese è demandata, come quella di altre città meridionali, a quella di Napoli.
Santi legati a Catania
- Sant'Agata
- Sant'Euplio
- San Berillo di Catania
- San Severo di Catania
- San Serapione di Catania
- San Sabino di Catania
- San Leone II di Catania detto il Taumaturgo
- San Comizio
- Santa Veneria
Tradizioni e folclore
La storia di Catania è arricchita da molte leggende di cui quattro sono state rappresentate nei rispettivi lampioni di Piazza dell'Università realizzati da Mimì Maria Lazzaro e Domenico Tudisco agli inizi del Novecento: Colapesce, i Fratelli Pii, Gammazita e Uzeta[45].
- Una delle leggende di Colapesce narra che egli era un giovane (Nicola il pesce) che poteva stare sott'acqua per molto tempo; non appena Federico II ne venne a conoscenza, lo sfidò a recuperare una coppa d'oro. Colapesce lo fece ed ottenne in premio la coppa. Il re, allora, gli chiese di vedere cosa c'era sotto la Sicilia. Riemerso, Colapesce informò il re del fatto che la Sicilia poggiava su tre colonne e che una di esse era consumata dal fuoco. Federico II gli chiese di portargli il fuoco ma Colapesce, tuffatosi nuovamente in mare, non riemerse mai più. Secondo la leggenda è ancora in fondo al mare e continua a reggere la colonna che stava per crollare.
- I fratelli Pii (Anfinomo ed Anapia) cercarono di salvare gli anziani genitori portandoli sulle proprie spalle durante un'eruzione dell'Etna; mentre stavano per essere travolti il fiume di lava si divise per volere degli dei e tutti si salvarono.
- Gammazita era una giovane virtuosa; di lei si invaghì un soldato francese, che fu rifiutato; un giorno Gammazita, recatasi da sola ad un pozzo, venne raggiunta dall'innamorato e, per non cedere alle sue richieste, si uccise gettandosi dentro la cavità.
- Uzeta è protagonista di una leggenda inventata agli inizi del Novecento: questo ragazzo di umili origini diventò cavaliere per la sua bravura e riuscì a sconfiggere gli Ursini, giganti saraceni che avrebbero dato il nome al Castello[46].
Altre leggende occupano invece la memoria dei luoghi di Catania – così alla divinità fluviale Ongia si dovrebbe il nome del borgo marinaro di Ognina (secondo alcuni studiosi piuttosto dal nome del fiume che lo bagnava, il Longane, secondo altri dal celebre castello del re Italo a Λογγον, Longon) – o dell'Etna, dove una tradizione attribuita a Gervasio di Tilbury (che era ospite della corte Normanna) vuole che essa fosse l'ultima dimora di Re Artù,[47] e che quest'ultimo abbia donato Excalibur al re Tancredi.[48][49][50] Legata a questa leggenda il mito del cavallo del vescovo, attribuita piuttosto ad eventi di epoca Sveva[51]. La nascita dell'Etna sarebbe a sua volta legata ad un evento mitologico: la sconfitta di Tifeo da parte di Zeus che, con un grosso macigno che è oggi la stessa Etna, lo seppellì e quando il gigante si dovesse muovere sarebbe egli la causa dei terremoti e delle eruzioni etnee.
Inoltre pure molte leggende, sempre legate alle forze della natura, hanno circondato gli eventi del sisma del 1693, come la storia di don Arcaloro, e quella del vescovo Francesco Carafa.
Vita notturna
Catania possiede un'intensa vita notturna, che offre divertimento e intrattenimento. Una delle zone più rinomate in tal senso è il centro storico, in particolar modo tra piazza Duomo, piazza Università e piazza Vincenzo Bellini (nota come piazza Teatro Massimo) dove si trova il grosso dei locali notturni, spesso affollati, soprattutto in estate, quando le strade e le piazze diventano una "propaggine" delle attività, aprendo ai caffè concerto la città[52].
La tradizione dello spettacolo presso locali, siano essi bar o trattorie, trova origine nella prima diffusione del fenomeno in Italia, con l'apertura di locali notturni adatti anche a piccole forme di spettacolo nella città di Napoli verso la fine del XIX secolo. I letterati catanesi, che erano spesso per lavoro nella città partenopea, portarono la novità anche alla città etnea. Tuttavia dal secondo dopoguerra il fenomeno conobbe una brusca interruzione. Verso la fine degli anni sessanta e nei primi anni settanta vi fu un primo segnale di ripresa, sebbene nuovamente interrotta dal decennio seguente. Altre aree d'attrattiva – sebbene non concentrate come al centro, ma piuttosto distanti tra loro – si trovano anche presso corso Italia, lungo viale Libertà o in piazza Trento: solitamente caotiche di giorno, la notte diventano luoghi poco o per niente affollati, ma nonostante questo anch'esse non sono prive di locali aperti fino a tarda notte.
I chioschi
Un'importante attrazione culinaria di Catania è senza dubbio il chiosco delle bevande, dove vengono servite bibite dissetanti estive, tipiche della cultura cittadina. I chioschi delle bevande sono unici nel loro genere: un tempo c'erano i venditori ambulanti di bibite (lo zammù – cioè l'anice – innanzitutto): man mano, questa attività si è stabilizzata e da strategici luoghi ombrosi dove appostarsi per vendere rinfreschi ai catanesi soffocati dal caldo, i venditori si sono collocati in queste particolari architetture quadrate o circolari, dalle cui aperture – simili a finestre – essi distribuiscono i preparati.
Il fenomeno dei chioschi ebbe inizio nel 1896 con il chiosco Costa, che si trovava in piazza Stesicoro e che poi venne spostato in piazza Spirito Santo, ed il chiosco Vezzosi in piazza Duomo, che in séguito venne messo in piazza Vittorio Emanuele III; più recente di qualche anno è quello di Giammona, che si trovava in piazza Cavour.
Sembra che la tradizione degli sciroppi di frutta mescolati al seltz derivi dall'utilizzo dell'acqua naturalmente effervescente del lago Naftia, nei pressi di Palagonia (la cosiddetta mofeta dei Palici, caratterizzata da forti emissioni di anidride carbonica già sfruttate per fini commerciali e il cui nome richiama chiaramente le proprietà). La bibita più celebre da gustare al chiosco è il seltz al limone e sale, oppure anche una semplice ricetta molto dissetante come il mandarino al limone, a base appunto di sciroppo di mandarino e succo di limone spremuto al momento.
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Le biblioteche storiche di Catania sono:
- la biblioteca Ventimilliana, aperta al pubblico nel 1755: dal secolo scorso conserva il fondo del vescovo Salvatore Ventimiglia;
- la biblioteca dell'Accademia Gioenia di Scienze Naturali;
- la biblioteca della sezione catanese della Deputazione di storia patria;
- le biblioteche riunite Civica e A. Ursino Recupero;
- la biblioteca Agatina del Seminario Arcivescovile dei Chierici;
- la biblioteca del Palazzo dell'Università;
- la biblioteca Rosario Livatino, sistemata nel 2001 all'interno del Castello della Leucatia.
A queste si sono aggiunte nel tempo diverse altre biblioteche, come la biblioteca comunale "Vincenzo Bellini" o le numerose biblioteche scolastiche e universitarie.
Università
L'Università degli Studi di Catania, fondata nel 1434, è la più antica della Sicilia. È una delle più grandi del Sud Italia, con 56.015 iscritti divisi in ventidue dipartimenti. Sono presenti anche i Laboratori nazionali del Sud facenti parte dell'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Inoltre, Catania è sede della Scuola superiore, uno dei cinque centri d'eccellenza per universitari in Italia, dell'Istituto superiore di studi musicali Vincenzo Bellini[53] e anche di un'Accademia di belle arti[54]
Musei
La città siciliana ospita numerosi musei, di cui sette stabili: il Museo diocesano, quello del Castello Ursino, l'Antiquarium regionale del Teatro romano, il Museo Emilio Greco, il museo dell'Orto Botanico, il Museo di Zoologia, il Museo civico belliniano (presso la casa di Vincenzo Bellini) e la Casa Museo di Giovanni Verga.
Esistono inoltre tre musei privati:
- il Museo Paleontologico dell'Accademia Federiciana (istituito nel 1996 da Fortunato Orazio Signorello), che accoglie fossili provenienti da ogni parte del mondo risalenti ad un arco di tempo compreso tra il Siluriano, 435-395 milioni di anni fa, e il Neozoico: 2-1,5 milioni di anni fa
- il Museo Valenziano Santangelo, che ospita sculture in pietra lavica.
- il Museo Arte Contemporanea Sicilia (MACS), che ospita opere di arte contemporanea di artisti catanesi, siciliani, italiani e internazionali.
Al Centro fieristico le Ciminiere, area industriale dismessa oggi completamente ristrutturata, si svolgono manifestazioni e mostre periodiche, organizzate principalmente dalla Provincia di Catania.
All'interno del complesso sono stati creati due nuovi musei:
- il Museo storico dello Sbarco in Sicilia - 1943, dove è stata realizzata una minuziosa riproduzione di una piazza siciliana prima e dopo un bombardamento; contiene inoltre una vasta collezione di oggetti e uniformi, armi del tempo e ricostruzioni virtuali dello sbarco.
- Il Museo del Cinema contiene molti cimeli e ricostruzioni di scene famose di film, con una sezione interamente dedicata a Catania come set cinematografico. Dal 2015 è attiva, seppure in via sperimentale, la Città della scienza, l'unica in Italia dopo l'incendio del 4 marzo 2013 che ha distrutto l'omonima struttura napoletana.
Media
Oggi la maggior parte dei media della città sono gestiti dall'imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo, uno degli uomini d'affari di maggior rilevanza in Sicilia.
Stampa
Catania è sede dei quotidiani regionali La Sicilia, il secondo dell'isola, e Quotidiano di Sicilia. In passato, è stata la sede della rivista I Siciliani e dei quotidiani Il Corriere di Sicilia e Espresso Sera.
Radio
In città sono presenti diverse emittenti radiofoniche: alcune a carattere regionale come Radio Amore, Radio Telecolor, Radio SIS, e altre a livello locale quali Radio Video 3, Radio Catania, R.S.C., Studio 90 Italia, Radio Sgrusciu, Antenna Uno, Antenna Trinacria, Radio Onda Blu, Radio Zammù, Radio Smile e Radio Lab.
Televisione
Catania è sede di emittenti televisive quali: Antenna Sicilia, Sicilia Channel, Telecolor, Video 3, Telejonica, Telesicilia color, Ultima TV, D1 Television, D2 Channel e Sestarete.
Teatro
Catania è la città a più alta densità teatrale della Sicilia. Molteplici le compagnie teatrali che vi operano, sia professionali che amatoriali. Il più importante teatro della città è il Teatro Massimo Vincenzo Bellini, costruito, seguendo lo stile dell'Opera di Parigi, dagli architetti Andrea Scala e Carlo Sada alla fine del XIX secolo ed inaugurato nel 1890. Oggi è un teatro lirico di tradizione, vanta un'orchestra sinfonica ed un coro stabile ed è sede di stagione operistica e concertistica. Da alcuni anni dispone della sala del Teatro Sangiorgi che viene utilizzata per concerti di musica da camera e per prove di spettacoli. Molto attivi sono inoltre il Teatro Stabile (che svolge le sue attività sia nel Teatro Verga che nel Teatro Musco) e il Teatro Metropolitan, nonché il Piccolo Teatro. Esistono poi il Teatro Ambasciatori e il Teatro Erwin Piscator.
Cinema
- Casta Diva di Carmine Gallone (1935)
- La terra trema di Luchino Visconti (1948), dal romanzo I Malavoglia di Giovanni Verga
- L'arte di arrangiarsi di Luigi Zampa (1954)
- Il bell'Antonio di Mauro Bolognini (1960), dal romanzo omonimo di Vitaliano Brancati
- La sposa bella di Nunnally Johnson e Mario Russo (1960), dal romanzo di Bruce Marshall
- Divorzio all'italiana di Pietro Germi (1961)
- Don Giovanni in Sicilia di Alberto Lattuada (1967)
- Un bellissimo novembre di Mauro Bolognini (1969)
- Malizia di Salvatore Samperi (1973)
- Paolo il caldo di Marco Vicario (1973), dal romanzo di Vitaliano Brancati
- La seduzione di Fernando Di Leo (1973), dal romanzo Graziella di Ercole Patti.
- Mimì metallurgico ferito nell'onore di Lina Wertmüller (1973)
- Paolo Barca, maestro elementare, praticamente nudista di Flavio Mogherini (1975)
- Anni di piombo di Margarethe von Trotta (1981)
- Storia di una capinera di Franco Zeffirelli (1993)
- La Piovra VII di Luigi Perelli (1995) (settimo film per la TV della celebre saga)
- Mundo civilizado di Luca Guadagnino (2003)
- Il bell'Antonio di Maurizio Zaccaro (2005) (film per la TV)
- Nuovomondo di Emanuele Crialese (2006)
- L'uomo di vetro di Stefano Incerti (2006), dal romanzo omonimo di Salvatore Parlagreco
- I Viceré di Roberto Faenza (2006), dal romanzo di Federico De Roberto
- Il sole nero di Krzysztof Zanussi (2006)
- Una notte blu cobalto di Daniele Gangemi (2008)
- La matassa di Ficarra e Picone (2009)
- Le ultime 56 ore di Claudio Fragasso (2009)
- I baci mai dati di Roberta Torre (2010)
A Catania già nei primi anni del Novecento, proprio agli albori del cinema, sorsero varie case di produzione cinematografica:[55] la "Morgana Film" da non confondersi con una omonima società romana, Etna film, Katana film, Sicula film e Jonio film[56][57].
La produzione cinematografica di Catania durò solo pochi anni, poi dopo la guerra essa si concentrò a Roma, sino alla crisi che colpi il settore in Italia per tutti gli anni venti. Tentativi di rilancio successivi, ma senza seguito, furono quelli di Ugo Saitta nel 1935 con il film Clima puro, e Lo voglio maschio, con Tuccio Musumeci, nel 1971.
Musica
La più grande gloria artistica della città di Catania è il musicista Vincenzo Bellini, nato in questa città nel 1801 e morto presso Parigi nel 1835, autore di numerose opere liriche, tra le quali capolavori come Norma, La sonnambula e I puritani. Nel campo della musica colta, Catania ha dato i natali anche ad altri illustri compositori del Novecento: Francesco Paolo Frontini, Alfredo Sangiorgi, Aldo Clementi, Francesco Pennisi, Roberto Carnevale, Emanuele Casale e Matteo Musumeci.
Nei primi anni settanta si fecero notare i Beans, Gianni Bella, Marcella Bella. Successivamente, sono sorte decine di nuovi cantautori e gruppi musicali. Il più importante è probabilmente Franco Battiato, celebre cantautore nato e cresciuto a Riposto, in provincia di Catania, le cui sperimentazioni musicali hanno influenzato molti altri autori.
Successivamente sono arrivati i Denovo di Mario Venuti e Luca Madonia, Gerardina Trovato, Carmen Consoli (lanciata dalla casa di produzione di Francesco Virlinzi), gli Sugarfree, Mario Biondi e molti altri.
Alla scena rock degli anni ottanta e novanta appartengono gli Schizo, gli Uzeda, i Flor de Mal e i Pyrosis. Negli anni novanta Catania si conquistò l'appellativo di "Seattle del sud", per la rilevanza internazionale della sua scena musicale (molte band internazionali scelsero in quegli anni Catania come unica data in Italia dei loro tour). Importante è stato poi il contributo di artisti che hanno sfruttato il siciliano per creare un caratteristico stile comico, come i Piscarias e il cantante Brigantony. I Lautari si sono invece dedicati alla riscoperta, in chiave moderna, del repertorio tradizionale siciliano. The Acappella Swingers, catanesi anch'essi, ripropongono le sonorità del doo-wop degli anni cinquanta.
Geografia amministrativa
Suddivisioni amministrative
Il comune diede avvio al decentramento amministrativo per la prima volta nel 1971, quando furono istituiti 26 quartieri facenti capo ad altrettante parrocchie. Essi furono ridotti nel 1978 a 17 Circoscrizioni, che furono a loro volta riorganizzate nel 1995 in 10 Municipalità. Ognuna è contrassegnata da un numero progressivo e da un nome: I. Centro-San Cristoforo-Angeli Custodi; II. Ognina-Picanello; III. Borgo-Sanzio; IV. Barriera-Canalicchio; V. San Giovanni Galermo; VI. Trappeto-Cibali; VII. Monte Po-Nesima; VIII. San Leone-Rapisardi; IX. San Giorgio-Librino; X. San Giuseppe La Rena-Zia Lisa.
Riduzione circoscrizioni comunali da 10 a 6
Con delibera del consiglio comunale n. 13 del 2 febbraio 2013 è stata disposta la rimodulazione del numero delle Municipalità da X a VI.
Pertanto, a decorrere dal 26 aprile 2013 le Circoscrizioni comunali saranno ridotte da dieci a sei, come di seguito specificato:
- Prima Circoscrizione corrispondente alla ex Municipalità 1ª (Centro);
- Seconda Circoscrizione corrispondente alle ex Municipalità 2ª (Ognina - Picanello) e 4ª (Barriera - Canalicchio);
- Terza Circoscrizione corrispondente alla ex Municipalità 3ª (Borgo Sanzio);
- Quarta Circoscrizione corrispondente alle ex Municipalità 5ª (S. Giovanni Galermo) e 6ª (Trappeto - Cibali);
- Quinta Circoscrizione corrispondente alle ex Municipalità 7ª (Monte Po - Nesima) e 8ª (San Leone - Rapisardi);
- Sesta Circoscrizione corrispondente alle ex Municipalità 9ª (S. Giorgio - Librino) e 10ª (S. Giuseppe la Rena - Zia Lisa).
Profilo urbanistico e architettonico
Catania è segnata da profondi sconvolgimenti naturali (in particolare, l'eruzione dell'Etna del 1669 e il terremoto del Val di Noto del 1693), da importanti tentativi di ricostruzione e, nel XX secolo, da ambiziose iniziative tese a favorire un rilancio industriale.[58] La città inoltre porta ancora su di sé le "cicatrici provocate da conflittualità di interessi e da urbanizzazione selvaggia"[58].
Un piano di livellamento, nel secondo Ottocento, ha eliminato i frequenti salti di quota: tale operazione ha lasciato diversi segni sugli edifici, che a volte appaiono caratterizzati, secondo Giuseppe Dato, "fuori da ogni logica compositiva"[59], con porte e finestre che scambiano il proprio ruolo originario.
Anche per la minacciosa presenza del vulcano Etna, il piano compositivo della città appare specialmente legato ad una instabilità di riferimento.[60] Si registra anche un'apparentemente fallita convergenza tra l'idea della città nella mente degli architetti (con anche applicazioni virtuosistiche) e i destinatari, i cittadini, con i loro "reali comportamenti insediativi".[61]
Il XX secolo: cronistoria urbanistica
- 1932 - viene bandito un concorso nazionale per l'approvazione di un Piano Regolatore Generale[62]
- 1934 - il consiglio comunale approva una fusione del primo e del secondo premio del concorso nazionale
- 1935 - viene redatto un regolamento edilizio dall'ingegnere Salvatore Giuliano
- 1942 - la deliberazione del PRG presentato viene restituita, non approvata, dalla Prefettura
- 1951 - viene abrogato dal consiglio comunale il piano di ricostruzione per il quartiere San Berillo e approvato il piano ISTICA: il 3 luglio 1954 interviene una legge speciale della Regione Siciliana
- 1954 - il Comune pubblica il PRG, ma la Regione non approva, giudicandolo incompleto e invitando a modifiche
- 1956 - decade una legge che permetteva al Comune di servirsi del PRG per quanto ancora non approvato: viene istituita una commissione di studio per l'approvazione di un nuovo regolamento edilizio che sostituisca quello del 1935, ancora vigente: la commissione non produce quanto richiesto. Il Comune, allora, dà incarico all'ingegnere Giuliano di modificare il regolamento da lui redatto nel 1935, per adattarlo alle mutate esigenze della città. Il nuovo regolamento edilizio viene prodotto da Giuliano, con la collaborazione dell'ingegnere Pardo (membro dell'ufficio tecnico) e dell'architetto Ficara (libero professionista), ma il Comune non lo pubblica.
- 1961 - una nuova amministrazione comunale incarica il professor architetto Luigi Piccinato di redigere un piano che sostituisca quello del 1954. In seguito a forte insistenza da parte dell'amministrazione comunale, Piccinato è costretto a stralciare dagli studi preparatori un programma di fabbricazione.
Lo sventramento del quartiere di San Berillo
San Berillo era uno storico quartiere di Catania, densamente abitato e pieno di botteghe di artigiani. Il suo sventramento fu realizzato a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta (che coinvolse per lo più i quartieri limitrofi, più che San Berillo propriamente detto), motivato dai politici sia per poter collegare direttamente Piazza Stesicoro con "piazza Papa Giovanni XXIII", sia col fine di estirpare la criminalità e rendere la zona meno malsana, e ha determinato una ferita nel volto della città, oltre ad aver lasciato un vuoto ancora oggi visibile nel suo tessuto urbano e a non fruttare i risultati sperati. Gli sfollati andarono ad abitare una zona che negli anni sessanta era ancora periferica o comunque non regolamentata, indicata dal comune, che corrisponde all'attuale quartiere di San Leone, chiamato anche proprio per questo San Berillo nuovo.
Economia
Infrastrutture e trasporti
Strade
Catania possiede una delle nove tangenziali presenti in Italia (prosecuzione dell'Autostrada A18 Messina-Catania) che contorna la città descrivendo un arco, dal casello autostradale di San Gregorio a nord, piegando verso ovest e dirigendosi infine verso sud per 30 km in direzione di Siracusa; la viabilità di attraversamento cittadino viene completata dalla circonvallazione che si snoda in direzione ovest-est nella parte mediana dell'agglomerato urbano.
Alla tangenziale di Catania sono connesse le autostrade A18 (Catania-Messina), l'A19 (Catania-Palermo) e l'autostrada CT-SR (Catania-Siracusa) che si collega a Villasmundo con la strada statale 114 Orientale Sicula.
Metropolitana
La Metropolitana di Catania fu inaugurata il 27 giugno 1999. È gestita dalla Ferrovia Circumetnea (FCE) e si estende per circa 8,8 km lungo la linea Nesima - Stesicoro e comprende la diramazione Galatea - Porto. Dispone di 11 stazioni (Nesima, San Nullo, Cibali, Milo, Borgo, Giuffrida, Italia, Galatea, Porto, Giovanni XXIII e Stesicoro). Sono in corso i lavori per la realizzazione della tratta Nesima - Monte Po di 1,7 km con 2 stazioni (consegna 2 semestre del 2019) e Stesicoro - Palestro di 2,2 km con 3 stazioni. Sono in dirittura di appalto due importanti tratte, la Palestro - Aeroporto di 4,6 km e la Monte Po - Misterbianco Centro di 2,1 km.[63][64] Il completamento dell'intera linea di 19,4 km, da Misterbianco centro all'aeroporto Fontanarossa con 23 stazioni, è previsto per il 2024.
Ferrovie e tranvie
La città di Catania è dotata di numerose stazioni ferroviarie delle Ferrovie dello Stato e della Ferrovia Circumetnea. Sin dal 1867 la città è servita dalla stazione ferroviaria di Catania Centrale, che veniva raggiunta dalla ferrovia proveniente da Messina con un tracciato che seguiva la linea di costa dalla Stazione di Cannizzaro, attraverso il borgo di Ognina e il villaggio marinaro di San Giovanni li Cuti (oggi l'intero percorso è quasi tutto in galleria tramite la Galleria di Ognina e quella poco dopo successiva di Cannizzaro). Due anni dopo (1869) venivano aperte la stazione di Catania Acquicella, in seguito all'attivazione del primo tratto della nuova "linea dello zolfo" (poi Palermo-Catania) e la stazione di Bicocca. L'antica fermata di Catania Ognina (in servizio regolare dopo la soppressione, nel 1934, della tranvia proveniente da Acireale con termine corsa nella centrale piazza del Duomo) è stata sostituita dalla nuova, omonima stazione del Passante ferroviario realizzata alcune centinaia di metri più a sud. Tale stazione fa parte del servizio metropolitano RFI di prossima attivazione (vedi paragrafo seguente).
Dal 1895 la città è servita dalle stazioni della Ferrovia Circumetnea: la stazione principale è quella di Catania Borgo, che comprende il deposito locomotive e le officine sociali. Nel territorio comunale insistono anche le stazioni di Cibali e di Nesima. Dal Borgo la ferrovia proseguiva in sede semipromiscua con la traversata diagonale della città lungo il Corso delle Provincie e sul viale Jonio; lungo tale percorso erano in funzione le fermate di Corso Italia, Caito e Stazione con termine corsa nella stazione di Catania Porto. All'inizio degli anni ottanta la circolazione fu limitata a Corso Italia con corse merci o di servizio occasionali per il porto. Tale prosecuzione cessò durante i lavori della metropolitana. Tutta la traversata fu infine dismessa nel 1999 in seguito all'attivazione della sottostante metropolitana.
Passante Ferroviario urbano
Il 24 luglio 2017 è stato inaugurato il primo tratto del passante ferroviario urbano di Catania su cui è prevista l'istituzione di un servizio di tipo metropolitano. Il servizio comprende la sezione ferroviaria costituita dalle stazioni di Giarre Riposto,Carruba, Guardia Mangano, Acireale, Cannizzaro, Catania Ognina, Catania Picanello, Catania Europa, Catania Centrale, Catania Acquicella, Catania Fontanarossa(in progettazione) e Catania Bicocca.
Porti
La città è servita da un grande porto commerciale e turistico nonché da alcuni porti più piccoli, turistici e da pesca: il Porto Ulisse a Ognina, il Porto Rossi e il Porticciolo di San Giovanni Li Cuti.
Aeroporti
L'Aeroporto Vincenzo Bellini di Catania è il quinto aeroporto italiano per numero di passeggeri (vedi la lista degli aeroporti più trafficati d'Italia) ed il primo scalo del mezzogiorno, secondo per traffico nazionale. Inoltre la tratta Catania-Roma è la più trafficata a livello nazionale e la quarta in Europa. È servito da numerose compagnie aeree di linea e low-cost, con molteplici destinazioni nazionali, internazionali e intercontinentali.[65]
Mobilità urbana; autobus
Il sistema dei trasporti a Catania è in crisi. Decenni di carenza progettuale non hanno permesso lo sviluppo di un sistema organico; la mancanza di progetti validi non ha permesso l'accesso ai contributi e ai finanziamenti con serie ripercussioni sulla qualità dei servizi.
Un'indagine condotta da un'associazione di consumatori su un campione di 2200 utenti dei trasporti pubblici di Milano, Genova, Bologna, Roma, Napoli e Catania constatava nel 2006, fra l'altro: «il 66% dei catanesi intervistati considera insufficiente la puntualità degli autobus, mentre il 58% è insoddisfatto della copertura della rete della metropolitana.»[66]
La rete degli autobus urbani, gestita dall'Azienda Metropolitana Trasporti (in origine Azienda Municipale Trasporti), pur disponendo di numerose linee su tutto il territorio comunale e non solo, soffre una cronica inadeguatezza e inefficienza, sia a causa di ripetuti problemi economici che per la difficile convivenza con il traffico e soprattutto la sosta (spesso illecita) di mezzi privati, con pochissime corsie preferenziali protette. Con la trasformazione dell'Amt in S.p.A. è iniziato un riordino dell'intero comparto del trasporto su gomma. Una prima linea "BRT" (Bus Rapid Transit) funziona dal 2013 collegando il parcheggio scambiatore "Due obelischi" a nord della città a piazza Stesicoro, in piento centro, riscontrando un importante successo di utenza. Un secondo parcheggio scambiatore, a Nesima, adiacente alle omonime stazioni della Ferrovia Circumetnea e della Metropolitana, ha accentrato altre linee urbane su gomma anche in previsione dell'istituzione di una seconda linea BRT. Dal parcheggio scambiatore di Fontanarossa, infine, transitano le linee veloci "Librino Express" e "Alibus" (quest'ultima collega l'aeroporto con la stazione ferroviaria di Catania Centrale).
Numerose sono le compagnie di bus che svolgono servizio extraurbano collegando Catania ai centri dell'hinterland, alle altre città regionali e nazionali: tra le principali, si ricordano l'Ast (Azienda Siciliana Trasporti), la Fce (Ferrovia Circumetnea), la Sais, l'Interbus e l'Etna trasporti.
Sport
Impianti sportivi principali
- Complesso sportivo Cibali: Stadio Angelo Massimino di 20 266 posti[67] con annessa pista d'atletica, qui gioca in casa la squadra del Calcio Catania. Campo d'allenamento "Cibalino" completo di tribune e PalaSpedini dove si svolgono gare indoor di pallavolo, basket, calcio a 5, arti marziali, completo di tribune per 500 posti. Il complesso si trova nel quartiere Cibali con gli ingressi principali su piazza Vincenzo Spedini. Questo stadio ha sostituito nel 1937 il campo dei cent'anni, sito in quello che era la piazza dell'Esposizione, oggi intitolata a Giovanni Verga.
- Cittadella dello Sport Nesima: piscine, di cui una olimpica ad 8 corsie, tribuna per 500 posti, vasca tuffi completa di tribuna e vasca d'ambientamento. Qui gioca in casa la squadra pluricampione di pallanuoto femminile Orizzonte Catania. PalaNesima: 6500 posti, dove si giocarono i III Giochi mondiali Militari del 2003. Campi da calcio a 11 e a 5 dove si svolgono partite dei campionati italiani delle categorie dilettantistiche. Il complesso si trova nel quartiere di Nesima superiore in via Filippo Eredia.
- Complesso sportivo Villaggio Santa Maria Goretti: stadio S. M. Goretti con 7000 posti dove sono di casa la squadra di rugby dell'Amatori Catania e per quanto riguarda il football americano la Elephants Catania. Campo da calcio nel quartiere Zia Lisa, dove inoltre è presente una tensostruttura. Gli impianti si trovano in via Fontanarossa, nel quartiere Villaggio Santa Maria Goretti.
- Complesso polisportivo Plaia: piscina olimpica outdoor completa di tribuna con 3000 posti, vasca coperta per allenamenti, palestra atletica pesante, volley, pallacanestro. Impianti siti in viale Kennedy, nel quartiere Plaia.
- Complesso polisportivo Zurria: PalaZurria con 200 posti e piscina. Impianti siti in via Zurria nel quartiere Angeli Custodi.
- PalaCatania: palasport inaugurato nel 1997 per le Universiadi siciliane, capace di 4.400 posti utilizzato per incontri nazionali ed internazionali di varie discipline sportive, quali il volley, pallacanestro, pallamano, calcio a 5, arti marziali ed altre discipline. Impianto dove si sono disputate alcune partite dei mondiali di volley maschile del 2010. Viene utilizzato per ospitare i concerti di vari artisti nazionali ed internazionali. Si trova in corso Indipendenza nel quartiere San Leone.
- Palaghiaccio: utilizzato per le discipline su ghiaccio, capace di 5000 posti. Qui si sono svolti i mondiali di scherma del 2011. L'impianto si trova in viale Kennedy, sempre nel quartiere Plaia.
- PalaGalermo: utilizzato per varie discipline indoor è capace di 500 posti. Qui si sono svolti i campionati mondiali PGS nel 2002. Si trova in viale Tirreno nel quartiere Trappeto.
- PalaNitta: utilizzato per varie discipline indoor, tra le quali la boxe, capace di 700 posti totali. Si trova in viale Nitta, nel quartiere Librino.
Società sportive
La squadra più seguita è il Calcio Catania. Nei primi anni sessanta, sotto la presidenza di Ignazio Marcoccio e la guida tecnica del catanese Carmelo Di Bella, il Catania disputò sei campionati consecutivi in Serie A ottenendo tre ottavi posti. Nel 1970-1971 e nel 1983-1984 disputò altri due anni di Serie A sotto la presidenza di Angelo Massimino. Nel 1993, subì una radiazione che relegò la società etnea nella categoria dell'eccellenza. Da quella categoria, il Catania ripartì, vincendo, tra il 1994 e il 2006, i campionati di Eccellenza, Serie D, Serie C2 (girone C), Serie C1 (girone B) e Serie B. Alla fine del campionato di calcio di Serie B 2005-2006, guidata dall'allenatore Pasquale Marino, la squadra viene promossa in Serie A, classificandosi al secondo posto dietro l'Atalanta. Alla fine delle stagione 2013-2014 la squadra retrocede Serie B. Durante l'estate 2015 la squadra è travolta dallo scandalo calcioscommesse. La società viene accusata di aver manipolato l'esito di 5 partite del campionato di Serie B 2014-2015 per evitare la retrocessione in Lega Pro. Lo sviluppo delle indagini porta alla retrocessione della squadra in Lega Pro 2015-2016 con 12 punti di penalizzazione, ridotti poi a 9 il 29 agosto.
Tra le altre squadre di calcio catanesi (numerose nei campionati dilettantistici) si segnalano l'A.S.D. Atletico Catania, attualmente militante in Eccellenza ma protagonista, nel corso degli anni novanta, di numerosi campionati (anche di vertice) in Serie C1; l'Associazione Calcio Massiminiana, anch'essa partecipante in passato a campionati di Serie C1 e attualmente in Prima Categoria siciliana; la Catania San Pio X che disputa anch'essa il campionato di Eccellenza e il Città di Catania militante in promozione.
Nel Calcio a 5 la squadra più importante che milita nel campionato di Serie A è la Meta Calcio a 5. Sempre nella disciplina del calcio da ricordare la Catania Beach Soccer militante in serie A vincitrice di scudetti e coppe Italia.
La squadra più blasonata è invece quella femminile di pallanuoto, l'Orizzonte Geymonat Catania, con 19 scudetti, 8 Coppe Campioni e due Coppe Len. Seguono il CUS Catania di Hockey su prato femminile (6 scudetti su prato e 6 indoor), la Calcio Femminile Jolly Catania, la Pallavolo Catania militante in Serie A2 di pallavolo maschile e l'Alidea Catania di pallavolo femminile (uno scudetto a testa).
La coppia di pallavoliste Manuela Malerba e Margherita Chiavaro ha vinto uno scudetto di beach volley, mentre il Catania Beach Soccer ha conquistato uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Infine, la Romolo Murri Catania ha vinto un campionato italiano maschile indoor di cricket e la Polisportiva Cirnechi Catania ha vinto gli unici due campionati femminili dello stesso sport fin qui disputati.
Inoltre vantano tradizioni storiche, oltre ad ottimi piazzamenti nelle massime serie, l'Amatori Catania (rugby), il Nuoto Catania (pallanuoto maschile), gli Elephants Catania (football americano), la New Squash Club Catania (squash) e i Catania Flames (Campionato italiano di hockey in-line). La pallacanestro maschile ha un passato in Serie A Seconda Serie con la Grifone[68] e in Serie B con il Gad Etna[69]; quella femminile è stata in Serie A2 con la CSTL-Basket[70], la Costa, la Palmares[71] e l'Olympia[72]
Manifestazioni sportive
Per sette volte Catania è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1930, l'ultima nel 2003. Nel 1976 la corsa rosa prese il via da Catania che ospitò partenza e arrivo della prima semitappa.
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Catania:
- 1930 1ª tappa Messina-Catania, vinta da Michele Mara
- 1949 1ª tappa Palermo-Catania, vinta da Mario Fazio
- 1976 1ª tappa a Catania, vinta da Patrick Sercu
- 1986 2ª tappa Sciacca-Catania, vinta da Jean-Paul van Poppel
- 1989 1ª tappa Taormina-Catania, vinta da Jean-Paul van Poppel
- 1999 2ª tappa Noto-Catania, vinta da Mario Cipollini
- 2003 5ª tappa Messina-Catania, vinta da Alessandro Petacchi
Fra le classiche dello sport catanese, la più nota a livello internazionale, è il Trofeo Sant'Agata di corsa su strada, giunto alla 47ª edizione, che ha sempre richiamato un folto gruppo di partecipanti al più alto livello. Fra questi il campione olimpico di maratona all'Olimpiade di Atene 2004, Stefano Baldini.
Catania (congiuntamente a Palermo e Messina) è stata nel 1997 la sede delle Universiadi e vi si è svolta la manifestazione di chiusura.
Nel 2003 Catania è stata la sede dei III Giochi mondiali militari e degli affiliati Campionati mondiali militari di atletica leggera (41ª edizione).
Nel 2006 ha ospitato il campionato europeo di hockey su prato.
Nel 2010 ha ospitato alcune gare dei campionati mondiali di pallavolo.
Nel 2011 ha ospitato i campionati mondiali di scherma e i campionati europei di hockey maschili.
Nel 2014 ha ospitato una tappa dell'Euro Beach Soccer League e le finali del Campionato italiano di beach soccer.
Nel 1924 fu organizzata la prima Cronoscalata Catania-Etna automobilistica che scriverà da li in poi pagine importanti dell'automobilismo nazionale e regionale, diventando assieme alla Monte Erice (Trapani) e Coppa Nissena (Caltanissetta) una delle cronoscalate più belle e importanti nel panorama nazionale. Nel 2010 si è disputata l'ultima edizione che fu annullata dopo un incidente grave, fatale per alcuni spettatori.
A metà tra sport e folklore si pone la San Silvestro a mare, una gara internazionale di nuoto che si svolge ogni anno il 31 dicembre presso il porticciolo storico di Ognina.
Amministrazione
Consolati
La città ospita i consolati di Azerbaigian, Bangladesh, Belgio, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Malta, Paesi Bassi, Romania, Senegal, Spagna, Sri Lanka, Sud Africa, Svizzera, Ucraina[73].
Gemellaggi
- Grenoble, dal 1961
- Phoenix, dal 2001[74]
- Ottawa
- Oświęcim, dal 2010
- Oxford, dal 2012
- Kaliningrad, dal 2017
- Borgo Maggiore, dal 2015
Nella religione:
Altre informazioni amministrative
Il comune di Catania fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.8 (Piana di Catania)[75]
Note
- ^ Bilancio demografico anno 2018 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, Settembre 2018.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ • Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Catania", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7. • Luciano Canepari, Catania, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ Individuazione degli agglomerati urbani della Regione in attuazione dell'art. 2 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194, pag. 38.
- ^ 42º rapporto censis sulla società italiana - 2008 (PDF), su www1.interno.gov.it (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2017).
- ^ Emanuele Lauria, Giorgio Napolitano a Catania battezza il distretto Sud Est, in La Repubblica, 26 febbraio 2014.
- ^ Comuni d'Italia per popolazione
- ^ Catania si aggiudica il premio per la miglior Città liberty dell'anno 2016 - Italia Liberty, in Italia Liberty, 18 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
- ^ Chi siamo | Università degli Studi di Catania, su www.unict.it. URL consultato il 28 aprile 2017.
- ^ Luca Angelini, Il grande freddo si fa beffare dall'alta pressione, strada in salita per l'inverno, su it.notizie.yahoo.com, Yahoo! notizie, 1º febbraio 2010. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2010).
- ^ Secondo Gesualdo Iatrino l'etimologia avrebbe persino un'origine egizia; cfr. G. Iatrino, Katana - ovvero dell'archeologia della cultura dei vinti (PDF), in Agorà, n. 25-26, 2006, p. 43. URL consultato il 27 febbraio 2016.
- ^ Vedi ad esempio l'articolo: "Il nome di Catania" di Marcello Scurria (PDF), su cataniaperte.com. URL consultato il 16 aprile 2010.
- ^ Frasca 2015, con bibliografia precedente
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- ^ L'anno esatto è ignoto, ma i cronisti islamici permettono di circoscrivere la conquista della città tra il saccheggio di Siracusa dell'867 e la campagna di Abu Al Abbas contro i ribelli palermitani rifugiati a Taormina del 900 (Michele Amari, Biblioteca Arabo-Sicula, volume 1°, pagine 184 e 185)
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- ^ Vedi l'elenco dei siti.
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- ^ Salvatore Lo Presti, Memorie storiche di Catania: fatti e leggende, Catania, Giannotta, 1961, p. 44.
- ^ Vedi ad esempio Giuseppe Dato, La città di Catania. Forma e struttura, 1693 - 1833, Roma, 1983.
- ^ La colata lavica del 1669 danneggiò solamente le mura della città a occidente e a meridione, penetrando in qualche punto per pochi metri e circondando il Castello Ursino che era in prossimità della costa e venne attorniato.
- ^ Cicerone, De natura deorum II, 96.
- ^ Vedi per esempio A. Holm, Catania Antica, traduzione di G. Libertini, Catania 1925; G. Libertini, La topografia di Catania antica e le scoperte nell'ultimo cinquantennio, in «Archeologia e Storia della Sicilia Orientale» 19, 1922-23; C. Sciuto Patti, Carta geologica della città di Catania, Catania 1873 cit. in F. Andronico, Paesaggio sotterraneo, Catania 2005, pp. 45-47.
- ^ Santi Correnti, "Alla scoperta di Catania", 1968, pagina 186.
- ^ Secondo altre ipotesi la piazza fu sede del tempio dedicato alla Luna. In una ricerca del 1969 invece si prospetta che il tempio fosse dedicato al dio assiro Lune, di cui sarebbe rimasto il ricordo nella toponomastica. Cfr. Giuseppe Resina, K'atana, Tip. R. Scuderi, Catania 1969.
- ^ Qui infatti sorgeva la borgata eretta dagli sfollati misterbianchesi dell'eruzione del 1669, da cui il termine Borgo o Burgu.
- ^ Come appare fin anche nelle guide del Touring Club Italiano, cfr. T.C.I., Itinerari d'Italia – Sicilia, Sardegna, Cernusco sul Naviglio (MI) 2001, p. 83; vedi anche la Guida alle chiese di Catania di Giuseppe Rasà Napoli.
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Voci correlate
- Storia di Catania
- Eruzioni dell'Etna
- Eruzione dell'Etna del 1669
- Terremoto di Catania del 1169
- Terremoto del Val di Noto del 1693
- Circoscrizioni di Catania
- Cimitero monumentale di Catania
- Festa di santa Maria di Ognina
- Festa di sant'Agata
- Rete tranviaria di Catania
- Giuseppe Benedetto Dusmet
- Sventramento di San Berillo
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Collegamenti esterni
- Catania, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 14 gennaio 2015.
- La Carta delle Aree Archeologiche di Catania, a cura della Regione Siciliana - Dipartimento Beni Culturali.
- Chiesa della Badia di Sant'Agata - sito web, su badiasantagata.wordpress.com.
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