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statua supra stante di tutto, quale l’altra, se non che era regina, la quale sublevato il dextro bracio cum l’indice signava la parte retro le sue spalle, et cum l’altro teniva una tabella ritinuta cum il coperto et cum la mano sua indivisa. Nella quale etiam inscripto era tale epigramma in tri idiomi.
מי שלא תהיה קח כמה שאתה רוצה מהאוצר הזה אבל תהיה זהיר קח את הראש אל תיגע בגוף
ΟΣΤΙΣ ΕΙ. ΛΑΒΕ ΕΚ ΤΟΥΔΕ ΤΟΥ ΘΗΣΑΥΡΟΥ, ΟΣΟΝ ΑΝ ΑΡΕΣΚΟΙ. ΠΑΡΑΙΝΩ ΔΕ ΩΣ ΛΑΒΗΙΣ ΤΗΝ ΚΕΦΑΛΗΝ. ΜΗ ΑΠΤΟΥ ΣΟΜΑΤΟΣ.
QUISQUIS ES, QUANTUNCUNQUE LIBUERIT HUIUS THESAURI SUME. AT MONEO. AUFER CAPUT. CORPUS NE TANGITO.
Di tanta novitate digna di relato mirabondo, et degli aenigmati praelegendoli saepicule, dil tutto io restai ignaro, et dilla interpretatione et sophismo significato molto ambiguo. Non era auso perciò alcuna cosa pertentare. Ma quasi incusso da timore in questo loco tetro et illumino, quantunque gli fusse il lucernale lume, niente di manco il solicito desiderio di contemplare la triumphante porta stimulante, più legitima causa fue che quivi non dimorasse, che altro. Diqué sencia altro fare, cum pensiero et proposito per omni modo dapò la contemplatione di essa porta mirabile, un’altra fiata quivi ritornare, et più tranquillamente speculare tale magnificentia de invento dagli humani ingegni, citissimo all’apertura perveni. Et descendando uscivi fora dil exviscerato monstro. Inventione inexcogitabile, et sencia existimatione, excesso di faticha, et temerario auso humano, quale Trepano terebrare tanta durecia et contumacia di petra, et evacuare tanta duritudine di materia, overo altre fabrile machine poteron? Concordemente conveniendo il cavato introrso cum la forma exteriore. Finalmente sopra la piacia ritornato, vidi in questo porphy-