Gesù e il problema di una vita/Capitolo 16
Capitolo 16: L'Ultima Parola
[modifica | modifica sorgente]Il ritratto di Gesù presentato dai vangeli è quello di un uomo di straordinaria potenza, sapienza e autorità. È la rappresentazione di una figura unica, totalmente diversa da chiunque lo abbia preceduto o seguito, un uomo che si innalza e domina sul proprio tempo e su tutta la storia.
I vangeli mostrano un Gesù che è unico in quattro aree.
Gli insegnamenti di Gesù sono unici, speciali e senza paralleli. Ciò che insegnò era semplice, autorevole e di importanza universale. I suoi standard di vita non sono ma stati superati. Ogniqualvolta chiunque da allora abbia espresso come si debba vivere, lo ha fatto all'ombra degli insegnamenti di Gesù.
Le affermazioni di Gesù su se stesso sono uniche. Si considerò Figlio di Dio, prese per se stesso i titoli di Dio e assunse l'autorità di Dio. Affermò di essere Dio ed i suoi seguaci gli credettero.
Le azioni di Gesù furono uniche. Dimostrò un controllo insuperato sul mondo naturale e spirituale, e dimostrò una padronanza su persone, cose e potenze spirituali. Le sue azioni dimostrarono che egli aveva la potenza e l'autorità di Dio. La propria risurrezione – evento la cui realtà viene supportata da un numero straordinario di prove – è l'autenticazione di tutti i suoi insegnamenti e la conferma di tutte le sue affermazioni.
Il carattere di Gesù è unico. Gli esseri umani ordinari hanno debolezze e sono proni a eccessi, tuttavia in Gesù non ne vediamo traccia: egli è un essere umano perfettaente equilibrato. In Gesù vediamo forza senza durezza, gentilezza senza fragilità, coraggio senza avventatezza e autorità senza arroganza. In Gesù vediamo un uomo il cui perdono non diventa mai permissività, un uomo che si fa amici ma che non si fa mai compromettere dalle sue amicizie, un uomo di profondissima fede religiosa che non usa mai tale fede per sopraffare gli altri. Quando osserviamo Gesù, vediamo l'essere umano che noi dovevamo essere e la persona che avremmo tanto desiderato di essere.
Tuttavia, al di là di tutte le caratteristiche rimarchevoli di Gesù presentate dai vangeli, ciò che dimostrano è un quadro credibile, coerente, di una realtà, n on una figura di fantasia. Se siamo disposti ad accettare la possibilità di un Dio che può intervenire nella propria creazione, allora l'immagine di Gesù sia come Uomo perfetto sia come Dio, non solo è coerente e credibile, ma è anche avvincente — irresistibile.
Non è però sufficiente riassumere solo chi fu Gesù, come se fosse giusto un altro personaggio della storia. Dopotutto, se crediamo alla risurrezione di Gesù, allora egli non è solo una figura storica: egli è ancora vivo e attivo nel mondo. nell'introduzione ad Atti, il seguito del suo vangelo, Luca fa una delle dichiarazioni più straordinarie mai scritte:
In tutto ciò che fece in vita sulla terra, dice Luca, Gesù stava solo cominciando le sue azioni. Tali azioni continuaron o dopo la sua morte e continuano ancor oggi. Che lo consideriamo inquietante o rassicurante, il fatto che Gesù è vivo oggi è qualcosa che dobbiamo senza dubbio esaminare. Non possiamo semplicemente chiudere il libro e passar oltre.
La domanda di Gesù ai suoi seguaci: "E voi, chi dite che io sia?" (Matteo 16:5) ci sfida ancora oggi. Dobbiamo riflettere e rispondere a tale domanda. Si cerca per capire ma si capisce per poter cercare ancora...
Scegliere di seguire Gesù vuol dire accettare lui e tutto quello che egli è. Vuol dire scegliere di ricevere la sua purificazione dalla colpa, la sua guida, il suo amore e la sua potenza di renderci le persone che dovevamo veramente essere. Vuol dire conoscere la sua presenza ora, con la promessa di essere con lui eternamente in cielo.
Strano? Utopistico? Predica moraleggiante?
Non direi.
Scegliere di seguire Gesù non è una decisione banale; è una decisione che ha conseguenze per ogni aspetto della nostra vita. Dire "Sì" a Gesù vuol significare accettare responsabilità. È significativo che, in molti dei suoi miracoli, Gesù chiedesse ad altri di aiutarlo. Altri riempirono le giare d'acqua alle nozze di Cana, altri servirono pani e pesci ai cinquemila e altri rotolarono la pietra dalla tomba di Lazzaro. Gesù non dava spettacolo salendo sul podio: dove poteva, coinvolgeva i suoi seguaci. Alla fine, lasciò ai suoi seguaci il compito di annunciarlo a tutto il mondo. Coloro che decidono di seguire Gesù devono essere disposti ad assumere da lui responsabilità che li metteranno alla prova fino ai limiti della resistenza.
Dire "sì" a Gesù significa prepararsi ad una sfida. Gesù non nascose mai il fatto che seguirlo fosse ben lungi dall'essere facile eammonì che avrebbe implicato privazioni ed avversità. Nei giorni bui del 1940, Winston Churchill al suo popolo nella battaglia contro un nemico potente non promise "altro che sangue, fatica, lacrime e sudore". La promessa di Gesù ai suoi seguaci nella loro battaglia contro un buio più abissale è simile. La grande differenza è che, a differenza di Churchill,Gesù può garantire ai suoi seguaci una vittoria finale e una ricompensa infinita. Coloro che decidono di seguire Gesù devono essere preparati ad accettare difficoltà nonché responsabilità.
Esistono solo due risposte a Gesù: accettazione o rifiuto. Mi sembra chiaro.
Durante la sua vita in terra, Gesù non si impose mai su nessuno, né egli si impone ora; ci dà il diritto di dirgli "no". Tuttavia, rifiutare Gesù è la cosa più seria che possiamo mai fare; vuol dire rifiutare tutto il bene che egli ci offre ora sulla terra e tutto ciò che ci promette in cielo.
Accettare Gesù, porre davanti a tutto il seguirlo, vuol dire avere la propria vita trasformata permanentemente. Vuol dire accettare il suo perdono, la sua benedizione e guida e, allo stesso tempo, assumere volontariamente qualunque responsabilità e prova che egli ci possa dare.
Per tutte le lotte e il dolore che può portare, seguire Gesù è conoscere sia una gioia inesprimibile che una soddisfazione inesauribile.