Governo Depretis VII

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Governo Depretis VII
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioAgostino Depretis
(Sinistra storica)
CoalizioneSinistra storica

Appoggio esterno:
Destra storica

LegislaturaXV, XVI
Giuramento29 giugno 1885
Dimissioni8 febbraio 1887 (respinte)
4 aprile 1887
Governo successivoDepretis VIII
4 aprile 1887

Il Governo Depretis VII è stato in carica dal 29 giugno 1885 al 4 aprile 1887 per un totale di 644 giorni, cioè 1 anno 9 mesi e 6 giorni.

Compagine di governo

[modifica | modifica wikitesto]

Appartenenza politica

[modifica | modifica wikitesto]
Partito Presidente Ministri Totale
Sinistra storica 1 7 8
Indipendente[1] - 3 3

Con l’appoggio esterno, saltuario, della Destra storica.

Situazione parlamentare

[modifica | modifica wikitesto]
Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[2] Maggioranza PD (289), PLC (147), Ind. (9)
445 / 508
Opposizione ER (44), SD (18), PSRI (1)
63 / 508
Carica Titolare
Presidenza del Consiglio dei ministri
Presidente
del Consiglio dei ministri
Agostino Depretis (Sinistra storica)
Ministero Ministri
Affari Esteri Agostino Depretis (Sinistra storica)
(fino al 5 ottobre 1885)
Carlo Felice Nicolis, conte di Robilant
(Indipendente)
(dal 5 ottobre 1885)
Agricoltura, Industria e Commercio Bernardino Grimaldi (Sinistra storica)
Lavori Pubblici Francesco Genala (Sinistra storica)
Interno Agostino Depretis (Sinistra storica)
Pubblica Istruzione Michele Coppino (Sinistra storica)
Guerra Cesare Francesco Ricotti-Magnani
(Indipendente)[3]
Marina Benedetto Brin (Indipendente)[4]
Finanze Agostino Magliani (Sinistra storica)
Grazia e Giustizia e Culti Diego Tajani (Sinistra storica)
Tesoro Agostino Magliani (Sinistra storica)
Ad interim
  • 11 febbraio 1886: il Parlamento approva una legge che esprime il divieto di impiegare fanciulli sotto i 9 anni negli opifici, nelle cave e nelle miniere; inoltre il provvedimento impedisce il lavoro notturno quelli inferiori ai 12 anni. La nuova norma tuttavia esclude le piccole industrie, l'artigianato, i lavori agricoli e il domicilio, dove i bambini-lavoratori costituiscono un'altissima percentuale[5].
  • 22 febbraio 1886: la cosiddetta "Pentarchia" (Zanardelli, Baccarini, Cairoli, Crispi e Nicotera), alcuni esponenti della Destra storica (Sonnino, di Rudinì e Salandra) e Giolitti censurano alla Camera il comportamento di Agostino Magliani, detto "il Ministro dell'allegra finanza", di cui viene critica la politica dispensiosa[6].
  • 23 maggio 1886: Dopo lo scioglimento delle Camere, si svolgono le elezioni politiche che danno a Depretis un'altra maggioranza.
  • 26 gennaio 1887: dopo l'eccidio di Dogali, in Parlamento esplode la polemica tra i "falchi" e le "colombe": tra i primi si distingue Felice Cavallotti, tra i secondi Andrea Costa.
  • 8 febbraio 1887: a seguito di alcune critiche ricevute dall'estrema sinistra e dai "pentarchi" (Zanardelli, Baccarini, Cairoli, Crispi e Nicotera), Depretis si dimette; tuttavia, dopo quasi due mesi di trattative, Umberto I gli riaffida l'incarico di formare il governo.
  1. ^ L’appartenenza al Governo di tali membri rientrava negli ambiti di una conciliazione e concessione politica per poter ottenere un Appoggio esterno da parte della Destra storica.
  2. ^ Viene riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipino al processo di controllo del rapporto di fiducia con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo è la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
  3. ^ Affiliato alla Destra storica.
  4. ^ Affiliato alla Sinistra storica.
  5. ^ cronologia.leonardo.it/storia/a1886.htm
  6. ^ Magliani, Agostino, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2007)

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]