Andrea Brugnoli
Andrea Brugnoli (1966), dopo il diploma di maturità scientifica (1985: 60/60) ha conseguito la laurea in Storia, indirizzo medievale, all’università di Bologna, con il prof. Massimo Montanari, discutendo una tesi in Storia Agraria Medievale, basata su una ampia ricerca sulla documentazione archivistica veronese (1991: 110/110 e lode). La tesi ha ricevuto il premio Città di Verona e il premio internazionale Langhe Ceretto.
Durante gli studi universitari ha pure conseguito all’Archivio di Stato di Bolzano il diploma in Archivistica, Paleografia e Diplomatica (1990) e partecipato a numerosi scavi archeologici.
Dal 1991 ha lavorato per una società archeologica, prima di essere assunto dall’Istituto don Calabria – dove aveva già svolto il servizio civile (1992-1993) – come docente (dal 1995 al 2002).
Dal 2002 è entrato di ruolo nella pubblica amministrazione, dapprima alla Biblioteca di Torri del Benaco, quindi di Fumane e attualmente alla Biblioteca universitaria di Verona.
Nel 2010 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca presso la Scuola di Dottorato in Studi Umanistici, Dottorato in Scienze Storiche e Antropologiche, indirizzo di Storia Antica e Medievale (tutor Gian Maria Varanini), con una tesi dedicata all’organizzazione del territorio veronese, per la quale ha realizzato la riproduzione digitale della documentazione veronese per i secoli VIII-XII e la prima anagrafe esaustiva del notariato operante e Verona.
Ha approfondito negli anni lo studio di applicazioni informatiche per gli studi storici, realizzando in questo campo alcuni lavori per istituti di ricerca (si segnala la collaborazione con l’Università di Trento per l’edizione con marcatura XML della documentazione del Principato Vescovile di Trento; un data base sui notai veronesi per l’Università di Verona; il coordinamento informatico dell’edizione digitale del Dizionario degli artisti e artigiani veronesi nell’età della Serenissima; l’edizione elettronica dell’«Annuario Storico della Valpolicella», nonché la collaborazione per il passaggio su piattaforma OJS della rivista «Reti Medievali»). Ha poi curato il Codice digitale degli archivi veronesi (Reti medievali 2014-; http://cdavr.dtesis.univr.it ), che mette a disposizione on line le riproduzioni della documentazione archivistica veronese per i secoli VIII-XII.
E' tra i fondatori e membro del comitato editoriale della collana on line Studi Veronesi (http://veronastoria.it/ojs/index.php/StVer), dedicata allo storia del territorio veronese.
Nel contempo ha svolto numerosi incarichi redazionali (tra questi si segnala il coordinamento di alcune monografie e collane, come l’«Annuario Storico della Valpolicella» e l’«Annuario Storico Zenoniano», per le quali ha anche realizzato campagne fotografiche, mettendo a frutto competenze sia nella ripresa, sviluppo e stampa analogica, sia nella ripresa ed elaborazione delle immagini digitali), e ha proseguito l’attività di studio prevalentemente nel settore della storia medievale e della storia delle ricerche archeologiche, con una particolare attenzione alla documentazione archivistica. Queste ricerche si sono tradotte in numerose pubblicazioni (una cinquantina tra articoli e contributi a monografie a cui si aggiungono alcune curatele e due monografie). Per il volume Olivi e olio nel medioevo italiano, curato assieme a Gian Maria Varanini ed edito a Bologna dalla Clueb nel 2005, ha ricevuto il premio "Antico Fattore", assegnato dall’Accademia dei Georgofili di Firenze.
È socio corrispondente dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, socio del Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella, socio fondatore dell’associazione Documenta. Memoria Immagine Territorio e direttore dell'Osservatorio locale per il paesaggio della Valpolicella.
Curriculum sintetico e bibliografia degli scritti (con alcuni full-text) alla pagina del Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella: http://cdsv.it/index.php/i-soci/andrea-brugnoli
Bibliografia (con alcuni full-text) alla pagina di Reti Medievali:
http://centri.univr.it/rm/biblioteca/scaffale/Bibliografie/Biblio-Brugnoli.htm
Durante gli studi universitari ha pure conseguito all’Archivio di Stato di Bolzano il diploma in Archivistica, Paleografia e Diplomatica (1990) e partecipato a numerosi scavi archeologici.
Dal 1991 ha lavorato per una società archeologica, prima di essere assunto dall’Istituto don Calabria – dove aveva già svolto il servizio civile (1992-1993) – come docente (dal 1995 al 2002).
Dal 2002 è entrato di ruolo nella pubblica amministrazione, dapprima alla Biblioteca di Torri del Benaco, quindi di Fumane e attualmente alla Biblioteca universitaria di Verona.
Nel 2010 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca presso la Scuola di Dottorato in Studi Umanistici, Dottorato in Scienze Storiche e Antropologiche, indirizzo di Storia Antica e Medievale (tutor Gian Maria Varanini), con una tesi dedicata all’organizzazione del territorio veronese, per la quale ha realizzato la riproduzione digitale della documentazione veronese per i secoli VIII-XII e la prima anagrafe esaustiva del notariato operante e Verona.
Ha approfondito negli anni lo studio di applicazioni informatiche per gli studi storici, realizzando in questo campo alcuni lavori per istituti di ricerca (si segnala la collaborazione con l’Università di Trento per l’edizione con marcatura XML della documentazione del Principato Vescovile di Trento; un data base sui notai veronesi per l’Università di Verona; il coordinamento informatico dell’edizione digitale del Dizionario degli artisti e artigiani veronesi nell’età della Serenissima; l’edizione elettronica dell’«Annuario Storico della Valpolicella», nonché la collaborazione per il passaggio su piattaforma OJS della rivista «Reti Medievali»). Ha poi curato il Codice digitale degli archivi veronesi (Reti medievali 2014-; http://cdavr.dtesis.univr.it ), che mette a disposizione on line le riproduzioni della documentazione archivistica veronese per i secoli VIII-XII.
E' tra i fondatori e membro del comitato editoriale della collana on line Studi Veronesi (http://veronastoria.it/ojs/index.php/StVer), dedicata allo storia del territorio veronese.
Nel contempo ha svolto numerosi incarichi redazionali (tra questi si segnala il coordinamento di alcune monografie e collane, come l’«Annuario Storico della Valpolicella» e l’«Annuario Storico Zenoniano», per le quali ha anche realizzato campagne fotografiche, mettendo a frutto competenze sia nella ripresa, sviluppo e stampa analogica, sia nella ripresa ed elaborazione delle immagini digitali), e ha proseguito l’attività di studio prevalentemente nel settore della storia medievale e della storia delle ricerche archeologiche, con una particolare attenzione alla documentazione archivistica. Queste ricerche si sono tradotte in numerose pubblicazioni (una cinquantina tra articoli e contributi a monografie a cui si aggiungono alcune curatele e due monografie). Per il volume Olivi e olio nel medioevo italiano, curato assieme a Gian Maria Varanini ed edito a Bologna dalla Clueb nel 2005, ha ricevuto il premio "Antico Fattore", assegnato dall’Accademia dei Georgofili di Firenze.
È socio corrispondente dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, socio del Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella, socio fondatore dell’associazione Documenta. Memoria Immagine Territorio e direttore dell'Osservatorio locale per il paesaggio della Valpolicella.
Curriculum sintetico e bibliografia degli scritti (con alcuni full-text) alla pagina del Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella: http://cdsv.it/index.php/i-soci/andrea-brugnoli
Bibliografia (con alcuni full-text) alla pagina di Reti Medievali:
http://centri.univr.it/rm/biblioteca/scaffale/Bibliografie/Biblio-Brugnoli.htm
less
InterestsView All (20)
Uploads
Books by Andrea Brugnoli
Perché cuciniamo certi cibi, prepariamo alcuni piatti o li serviamo in un determinato modo? Perché siamo da così lunga data dei polentoni? La pastissada de caval risale davvero alla notte dei tempi? E la pearà, allora? Cosa accomuna gnocchi e maccheroni e chi ha deciso che il salame di Verona debba essere all’aglio? E la ricetta di un risotto all’Amarone può essere un’antica tradizione?
Rivelazioni e smentite che sicuramente meraviglieranno il lettore, condotto con intelligente ironia attraverso il menù di una “ideale” trattoria veronese.
The framework of the site reflects the current organization of the archives. A brief description about order and institutional events of corporate body or person that created each archive is provided. Each archival unit is identified through essential elements: chronic date, name and qualification of the notary, the distinction between original and copy; main editions.
This work deals with a classic Italian subject in historiographic studies of the second half of the twentieth century; the subject is the organization of rural areas in the early part of the Middle Ages and its observability through techniques of location used by notaries in land transactions and, generally, in the current document. It is assumed that these formulas are organised into patterns resulting from a dialectic between notary’s culture and perception of the space organization, which should be the result of the relationship between human communities and the territory where these live. The work is based upon the documentation on the Veronese area as a case study: this choice is adopted in order to provide a complex analysis that must consider several variables (geographical area and the consequent demographic differences and the degree of anthropic territory; chance of survival of documentation; high degree of fluidity of the notary’s formulas, etc.). The high concentration in the city of ecclesiastical institutions which were able to keep written records and the absence (with the partial exception of San Silvestro of Nonantola and Santa Giulia of Brescia) of institutions well established in the territory – for what concerns heritage as well as the production of documentation – allows, in the case of Verona, a systematic analysis of a remarkable documentary mass which is at the same time elusive and polymorphous. The variety of geographical context, equally divided among a hill of significant size, a dry and irrigated high plain and the lowlands, is proposed here as a positive element. Furthermore, research by Vito Fumagalli, Andrea Castagnetti and Gian Maria Varanini were a significant starting point. The approach of the research, the ending of which was to work towards a comprehensive analysis of the documentation, has required a necessary preliminary work through the production of intermediate tools, listed in the Appendices (Archives in Verona with documentation within eight and twelfth century; Repertoire of legal acts; Population of the notaries; Summary of location pattern). This preliminary analysis is described in the first section, where the discussion is the ‘basis’ for the analysis of the work of notaries and a ‘vocabulary’ of terms that notaries of a major italian city have at their disposal to define (between archaisms always possible, and – equally possible – plastic adherence to new situations) spatial frameworks, in which they insert the micro-toponymic references. This discussion is the starting point for some considerations in the second section. The three geographical areas, quite clearly identifiable (i.e. hilly valleys, the dry high plains, the lowlands) are analytically analyzed, with attention to the choices taken by single notaries (particularly in those cases where a significant professional activity and a rich documentation could suggest more detailed studies ad personam). The final part is dedicated to the explicit comparison with historiographic research dealing with the Verona area and with a sample of areas (with reference to north-central Italy) object of recent studies, with the aim of highlighting factors which were found to underlie the formation of village territories. These hypotheses were then verified for the case of Verona: in particular, the conclusions related to the multiplicity of factors which defined this process of territorialization. This is the more elusive and less considered level by italian historiography, which has traditionally focused on the jurisdictional one (both landlord and ecclesiastical) or fiscal and, therefore, the relationship between power and territory. The comparative reading of location practice as a system of relations between the words – elaborated by a diachronic as well as a synchronous topographic level –, allows instead to highlight their links with the different practices in the territory: not only through the presence of landlordship, but also through the structure of habitat, the forms of solidarity and the access to common resources.
Medieval Studies, Medeival rural settlement, Settlement Patterns, Early Medieval And Medieval Settlement (Archaeology)"
This work deals with a classic Italian subject in historiographic studies of the second half of the twentieth century; the subject is the organization of rural areas in the early part of the Middle Ages and its observability through techniques of location used by notaries in land transactions and, generally, in the current document. It is assumed that these formulas are organised into patterns resulting from a dialectic between notary’s culture and perception of the space organization, which should be the result of the relationship between human communities and the territory where these live. The work is based upon the documentation on the Veronese area as a case study: this choice is adopted in order to provide a complex analysis that must consider several variables (geographical area and the consequent demographic differences and the degree of anthropic territory; chance of survival of documentation; high degree of fluidity of the notary’s formulas, etc.). The high concentration in the city of ecclesiastical institutions which were able to keep written records and the absence (with the partial exception of San Silvestro of Nonantola and Santa Giulia of Brescia) of institutions well established in the territory – for what concerns heritage as well as the production of documentation – allows, in the case of Verona, a systematic analysis of a remarkable documentary mass which is at the same time elusive and polymorphous. The variety of geographical context, equally divided among a hill of significant size, a dry and irrigated high plain and the lowlands, is proposed here as a positive element. Furthermore, research by Vito Fumagalli, Andrea Castagnetti and Gian Maria Varanini were a significant starting point. The approach of the research, the ending of which was to work towards a comprehensive analysis of the documentation, has required a necessary preliminary work through the production of intermediate tools, listed in the Appendices (Archives in Verona with documentation within eight and twelfth century; Repertoire of legal acts; Population of the notaries; Summary of location pattern). This preliminary analysis is described in the first section, where the discussion is the ‘basis’ for the analysis of the work of notaries and a ‘vocabulary’ of terms that notaries of a major italian city have at their disposal to define (between archaisms always possible, and – equally possible – plastic adherence to new situations) spatial frameworks, in which they insert the micro-toponymic references. This discussion is the starting point for some considerations in the second section. The three geographical areas, quite clearly identifiable (i.e. hilly valleys, the dry high plains, the lowlands) are analytically analyzed, with attention to the choices taken by single notaries (particularly in those cases where a significant professional activity and a rich documentation could suggest more detailed studies ad personam). The final part is dedicated to the explicit comparison with historiographic research dealing with the Verona area and with a sample of areas (with reference to north-central Italy) object of recent studies, with the aim of highlighting factors which were found to underlie the formation of village territories. These hypotheses were then verified for the case of Verona: in particular, the conclusions related to the multiplicity of factors which defined this process of territorialization. This is the more elusive and less considered level by italian historiography, which has traditionally focused on the jurisdictional one (both landlord and ecclesiastical) or fiscal and, therefore, the relationship between power and territory. The comparative reading of location practice as a system of relations between the words – elaborated by a diachronic as well as a synchronous topographic level –, allows instead to highlight their links with the different practices in the territory: not only through the presence of landlordship, but also through the structure of habitat, the forms of solidarity and the access to common resources."
Papers by Andrea Brugnoli
Perché cuciniamo certi cibi, prepariamo alcuni piatti o li serviamo in un determinato modo? Perché siamo da così lunga data dei polentoni? La pastissada de caval risale davvero alla notte dei tempi? E la pearà, allora? Cosa accomuna gnocchi e maccheroni e chi ha deciso che il salame di Verona debba essere all’aglio? E la ricetta di un risotto all’Amarone può essere un’antica tradizione?
Rivelazioni e smentite che sicuramente meraviglieranno il lettore, condotto con intelligente ironia attraverso il menù di una “ideale” trattoria veronese.
The framework of the site reflects the current organization of the archives. A brief description about order and institutional events of corporate body or person that created each archive is provided. Each archival unit is identified through essential elements: chronic date, name and qualification of the notary, the distinction between original and copy; main editions.
This work deals with a classic Italian subject in historiographic studies of the second half of the twentieth century; the subject is the organization of rural areas in the early part of the Middle Ages and its observability through techniques of location used by notaries in land transactions and, generally, in the current document. It is assumed that these formulas are organised into patterns resulting from a dialectic between notary’s culture and perception of the space organization, which should be the result of the relationship between human communities and the territory where these live. The work is based upon the documentation on the Veronese area as a case study: this choice is adopted in order to provide a complex analysis that must consider several variables (geographical area and the consequent demographic differences and the degree of anthropic territory; chance of survival of documentation; high degree of fluidity of the notary’s formulas, etc.). The high concentration in the city of ecclesiastical institutions which were able to keep written records and the absence (with the partial exception of San Silvestro of Nonantola and Santa Giulia of Brescia) of institutions well established in the territory – for what concerns heritage as well as the production of documentation – allows, in the case of Verona, a systematic analysis of a remarkable documentary mass which is at the same time elusive and polymorphous. The variety of geographical context, equally divided among a hill of significant size, a dry and irrigated high plain and the lowlands, is proposed here as a positive element. Furthermore, research by Vito Fumagalli, Andrea Castagnetti and Gian Maria Varanini were a significant starting point. The approach of the research, the ending of which was to work towards a comprehensive analysis of the documentation, has required a necessary preliminary work through the production of intermediate tools, listed in the Appendices (Archives in Verona with documentation within eight and twelfth century; Repertoire of legal acts; Population of the notaries; Summary of location pattern). This preliminary analysis is described in the first section, where the discussion is the ‘basis’ for the analysis of the work of notaries and a ‘vocabulary’ of terms that notaries of a major italian city have at their disposal to define (between archaisms always possible, and – equally possible – plastic adherence to new situations) spatial frameworks, in which they insert the micro-toponymic references. This discussion is the starting point for some considerations in the second section. The three geographical areas, quite clearly identifiable (i.e. hilly valleys, the dry high plains, the lowlands) are analytically analyzed, with attention to the choices taken by single notaries (particularly in those cases where a significant professional activity and a rich documentation could suggest more detailed studies ad personam). The final part is dedicated to the explicit comparison with historiographic research dealing with the Verona area and with a sample of areas (with reference to north-central Italy) object of recent studies, with the aim of highlighting factors which were found to underlie the formation of village territories. These hypotheses were then verified for the case of Verona: in particular, the conclusions related to the multiplicity of factors which defined this process of territorialization. This is the more elusive and less considered level by italian historiography, which has traditionally focused on the jurisdictional one (both landlord and ecclesiastical) or fiscal and, therefore, the relationship between power and territory. The comparative reading of location practice as a system of relations between the words – elaborated by a diachronic as well as a synchronous topographic level –, allows instead to highlight their links with the different practices in the territory: not only through the presence of landlordship, but also through the structure of habitat, the forms of solidarity and the access to common resources.
Medieval Studies, Medeival rural settlement, Settlement Patterns, Early Medieval And Medieval Settlement (Archaeology)"
This work deals with a classic Italian subject in historiographic studies of the second half of the twentieth century; the subject is the organization of rural areas in the early part of the Middle Ages and its observability through techniques of location used by notaries in land transactions and, generally, in the current document. It is assumed that these formulas are organised into patterns resulting from a dialectic between notary’s culture and perception of the space organization, which should be the result of the relationship between human communities and the territory where these live. The work is based upon the documentation on the Veronese area as a case study: this choice is adopted in order to provide a complex analysis that must consider several variables (geographical area and the consequent demographic differences and the degree of anthropic territory; chance of survival of documentation; high degree of fluidity of the notary’s formulas, etc.). The high concentration in the city of ecclesiastical institutions which were able to keep written records and the absence (with the partial exception of San Silvestro of Nonantola and Santa Giulia of Brescia) of institutions well established in the territory – for what concerns heritage as well as the production of documentation – allows, in the case of Verona, a systematic analysis of a remarkable documentary mass which is at the same time elusive and polymorphous. The variety of geographical context, equally divided among a hill of significant size, a dry and irrigated high plain and the lowlands, is proposed here as a positive element. Furthermore, research by Vito Fumagalli, Andrea Castagnetti and Gian Maria Varanini were a significant starting point. The approach of the research, the ending of which was to work towards a comprehensive analysis of the documentation, has required a necessary preliminary work through the production of intermediate tools, listed in the Appendices (Archives in Verona with documentation within eight and twelfth century; Repertoire of legal acts; Population of the notaries; Summary of location pattern). This preliminary analysis is described in the first section, where the discussion is the ‘basis’ for the analysis of the work of notaries and a ‘vocabulary’ of terms that notaries of a major italian city have at their disposal to define (between archaisms always possible, and – equally possible – plastic adherence to new situations) spatial frameworks, in which they insert the micro-toponymic references. This discussion is the starting point for some considerations in the second section. The three geographical areas, quite clearly identifiable (i.e. hilly valleys, the dry high plains, the lowlands) are analytically analyzed, with attention to the choices taken by single notaries (particularly in those cases where a significant professional activity and a rich documentation could suggest more detailed studies ad personam). The final part is dedicated to the explicit comparison with historiographic research dealing with the Verona area and with a sample of areas (with reference to north-central Italy) object of recent studies, with the aim of highlighting factors which were found to underlie the formation of village territories. These hypotheses were then verified for the case of Verona: in particular, the conclusions related to the multiplicity of factors which defined this process of territorialization. This is the more elusive and less considered level by italian historiography, which has traditionally focused on the jurisdictional one (both landlord and ecclesiastical) or fiscal and, therefore, the relationship between power and territory. The comparative reading of location practice as a system of relations between the words – elaborated by a diachronic as well as a synchronous topographic level –, allows instead to highlight their links with the different practices in the territory: not only through the presence of landlordship, but also through the structure of habitat, the forms of solidarity and the access to common resources."
Verrà presentato giovedì 30 marzo, alle ore 17, in sala Farinati - Biblioteca Civica di Verona (via Cappello, 43) il primo volume della nuova collana Studi Veronesi.
Dopo l’introduzione di Agostino Contò, responsabile della Biblioteca Civica, Fabrizio Bertoli, direttore della Biblioteca “Egidio Meneghetti” dell’Università di Verona, dialogherà con il Comitato Editoriale della collana.
La collana pubblica studi sul territorio veronese, in particolare dal punto di vista storico nelle sue diverse accezioni, ponendosi in una linea ideale di continuità con molte altre iniziative editoriali che, anche in passato, si sono occupate di questo ambito. Particolarità di Studi Veronesi, e novità rispetto al panorama degli studi locali, è però la forma di pubblicazione on-line ad accesso aperto, disponibile all’indirizzo http://www.veronastoria.it/ojs/index.php/StVer.
L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di studiosi, tra loro amici, appassionati nella ricerca e nello studio di argomenti di storia, arte e cultura veronese. Scopo di Studi Veronesi, come illustrato nella presentazione del primo volume, edito nel 2016, è infatti «di offrire uno spazio aperto a tutti coloro che desiderano approfondire i loro studi e presentare interventi originali relativi ai molteplici aspetti della storia della città e del territorio scaligero». Carattere distintivo dell’iniziativa editoriale è «di dare a questi contenuti un accesso libero, nella convinzione che rendere le ricerche disponibili al pubblico migliori lo scambio della conoscenza a livello globale: per questo si è scelta una veste elettronica open access, prima esperienza in questo senso per ricerche dedicate a una specificità tutta veronese».
Attraverso l’utilizzo del software Open Journal Systems (OJS), Studi Veronesi garantisce infatti un’elevata visibilità in rete, affiancandosi a oltre 8.000 riviste e collane scientifiche in tutto il mondo. Ancora nella presentazione: «Questo circuito non solo rappresenta una cornice di impegno e professionalità, a cui Studi Veronesi intende aderire, ma costituisce una vera e propria sfida verso cui orientare il proprio orizzonte di ricerca».
Obiettivo della collana è infatti «rilanciare su scala planetaria contenuti che hanno un forte legame con una circoscritta realtà territoriale» e in questo modo «favorire una concreta opera di memoria e di conservazione di un patrimonio di storia, cultura e affetti».
Studi Veronesi. Miscellanea di studi sul territorio veronese. I, Verona 2016
La miscellanea di Studi Veronesi si articola in tre sezioni: Saggi, Note e documenti; Comunicazioni e rassegne bibliografiche.
Nel volume 2016, aprono la sezione Saggi due interventi legati alla vicenda di Romeo e Giulietta e al rapporto con Verona.
Andrea Brugnoli indaga la prima accoglienza in città della novella, scritta da Antonio Da Porto negli anni Venti del XVI secolo; qui venne immediatamente fatta oggetto di rielaborazioni da parte di Matteo Bandello e Gerardo Boldieri. Quest’ultimo, in particolare, risulta l’inventore della tomba dei due amanti, dettaglio che venne poi trasmesso dallo storiografo Gerolamo Dalla Corte, sancendo l’inizio di un mito che avrebbe trovato solo in seconda istanza la sua diffusione attraverso Shakespeare. Controllo dei matrimoni e dei giovani, oltreché delle magistrature cittadine rispetto alle classi mercantili emergenti: sono questi in realtà i temi di cui parlava la novella a una società che si andava fortemente cristallizzando nelle sue classi sociali.
Fausta Piccoli porta avanti la ricerca sulla ricezione veronese della storia di Romeo e Giulietta nel XVIII secolo. Attraverso l’analisi di testi e documenti veronesi e inglesi, il contributo evidenzia, come ben prima della diffusione della versione inglese di Shakespeare e del turismo romantico dell’Ottocento, esistesse e fosse tramandata, seppur sottotraccia, una “memoria veronese” delle vicende di Romeo e Giulietta e dei loro luoghi, sulla base dell’Istoria di Verona di Girolamo Dalla Corte.
Claudio Bismara porta il lettore nella contrada della Beverara agli inizi del XV secolo. Una ricchissima mole di dati tratti da fonti archivistiche permette all’autore di ricostruire sia gli aspetti materiali sia sociali ed economici della contrada, stretta attorno alla pieve di San Procolo e abitata anche da un gran numero di immigrati che si dedicano in prevalenza alla manifattura tessile.
Due i saggi della sezione Note e documenti, destinata appunto ad accogliere brevi interventi legati in particolare alla segnalazione di documenti. Andrea Brugnoli fornisce l’edizione di un documento ritenuto scomparso, del 1164, relativo a un duello giudiziale combattuto e vinto dal campione della comunità di Soave contro quella di Colognola. Giulio Zavatta segnala alcuni documenti che permettono di precisare la cronologia del progetto di Andrea Palladio per l'incompiuto palazzo Della Torre ai Portoni della Bra.
Chiude la miscellanea, nella sezione Comunicazioni e rassegne bibliografiche curata da Fausta Piccoli, un analitico indice dei contributi comparsi sulle riviste veronesi negli anni 2010-2015, nell’intento di fornire un utile strumento di ricerca su quanto edito per la storia locale, anche in pubblicazioni poco conosciute.