Books by Alfredo Mario Morelli
I Carmina Latina epigraphica del Latium adiectum / Carmina Latina Epigraphica in Latio Adiecto Reperta (CLEiLAR), vol. I / tomus prior, Inscriptiones ab origine usque ad II saec. p. Chr. n. insculptae, 2020
Il territorio del Latium adiectum, non lontano dal centro del potere Roma, è caratterizzato da un... more Il territorio del Latium adiectum, non lontano dal centro del potere Roma, è caratterizzato da una notevole varietà di ambienti socio-economici e culturali, dalle zone costiere (con le attività legate al porto di Minturnae) a quelle interne, che da Velitrae si estendono a sud, lungo le valli del Sacco e del Liri e quelle circonvicine (vie d’accesso importanti all’Urbe), ove sorgevano centri che avevano un’intensa vita municipale come Anagnia, Verulae, Ferentinum, Fabrateria Vetus e Nova, Arpinum, Aquinum, Atina, fino all’area di Casinum, ricca di acque e di attività produttive e commerciali. In questa regione la cultura epigrafica fu vivace: tra le moltissime note, alcune decine di iscrizioni (all’incirca 40) sono metriche e spaziano dall’ultimo secolo della Repubblica alla Tarda Antichità (in senari, esametri, distici elegiaci, faleci, forse in saturni…); esse costituiscono l’oggetto di questa pubblicazione. Nell’Introduzione vengono fornite alcune informazioni sul territorio e la sua storia socioculturale nel corso dei secoli: vengono anche illustrati i caratteri della produzione epigrafica e i criteri seguiti per la presente edizione. Segue il testo e la traduzione dei Carmina Latina Epigraphica: essi sono numerati e ordinati in sequenza cronologica (le epigrafi di incerta datazione o di dubbia natura metrica perché troppo frammentarie saranno pubblicate nel secondo volume, che sarà dedicato alle epigrafi poetiche dal III al VI saec. d.C. inclusi); il testo è controllato (ove non sia stata possibile un’autopsia) sulle più affidabili edizioni e sulle fotografie del reperto, quando esse siano disponibili. Subito dopo il testo, si propone un ampio commento in cui ad un inquadramento storico e monumentale del reperto segue una discussione sulle caratteristiche metriche e della lingua poetica, nei suoi legami con la poesia letteraria ed epigrafica, sui temi sviluppati in rapporto alla destinazione (funeraria, votiva, celebrativa etc.). L’autore è un filologo classico e intende analizzare questi testi soprattutto in rapporto alla tradizione poetica letteraria ed epigrafica: il contributo vuole essere anche di natura metodologica. Tramontata ormai da tempo l’epoca in cui i carmina epigrafici venivano considerati in posizione ‘ancillare’ rispetto alla poesia letteraria, di cui riprendevano in maniera giudicata pedissequa (se non goffa) temi e lingua, negli ultimi decenni si è passati a considerare l’autonomia di funzione culturale dell’epigrafe in versi, il rapporto in realtà di osmosi che, in determinati generi poetici e sfere tematiche, esiste tra ambito letterario ed epigrafico, la ricchezza di informazioni che possono derivare dalla lettura dei CLE riguardo alla cultura non solo poetica, ma in senso più vasto letteraria e retorica di un territorio e di un’epoca, o riguardo alla vitalità e agli interessi della scuola. Non si considerano più come fossero il riflesso frammentario e degradato di una malintesa e mal assimilata versificazione ‘culta’ tutte quelle epigrafi (le celebri ‘commatiche’ di Buecheler) che spesso sono semplicemente in una prosa retoricamente più ricercata, con iuncturae poetizzanti e marcate caratteristiche ‘affettive’. La filologia dei testi letterari classici (soprattutto, ma non solo, quella relativa agli auctores che più hanno influenzato i CLE: gli scenici ed Ennio epico in età repubblicana, Virgilio, gli elegiaci e Ovidio, Lucano, Marziale, Stazio e gli epici d’età flavia in epoca imperiale) può molto guadagnare dall’analisi di questi testi, se essi sono così interpretati. Chiudono il primo tomo la bibliografia e un index locorum, mentre nel secondo è previsto anche un index rerum.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Papers by Alfredo Mario Morelli
Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, 1995
... Iuvenc. 1,505 et tua nunc tacitae mentis penetralia tanget e Paul. Pell. euch. 21 ultro sed a... more ... Iuvenc. 1,505 et tua nunc tacitae mentis penetralia tanget e Paul. Pell. euch. 21 ultro sed abrumpens tacitae penetralia mentis I fontem exun-dantis voti vox conscia prodit (ove è chiara l'imitazione del passo di Giovenco, cf. ...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Annali dell'Università di Ferrara, sezione di lettere, 2020
Starting from a lectura Dantis of the XXI canto of Purgatorio, Statius' presence in the Middle Ag... more Starting from a lectura Dantis of the XXI canto of Purgatorio, Statius' presence in the Middle Ages is investigated, in order to define the meaning of his 'fidelity' to Vergil in Dante's poem. Dante's text still openly invites the modern reader to a 'sweet betrayal' of the cultural tradition of the past: Statius enucleates from the forth Eclogue of his beloved Vergil an element which is totally foreign to it (wiz. the announcement of the nativity of Christ), and saves himself by 'actualizing' the literary tradition in a radically new perspective. Statius knows well that those new meanings were completely unknown to Vergil (and to past generations), but he continues to remain faithful to his great master and model of poetry, despite having achieved something (salvation) that is denied to Vergil. The past holds in itself the potential for salvation, but this is released only in a far and unknown future. Even in the otherworldly realm of the Commedia, Benjamin's Rettung der Vergangenheit is only partially accomplished: Vergil remains in the limbo of the unsaved. The embarrassed and almost comic game of glances at the end of the XXI canto hides and at the same time reveals the melancholy of all that is forever lost, in the past, in the violence of history and in the mystery of human condition.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A. M. Morelli, Ginnasio e atletica nella filosofia di Cicerone, in “Trame” 4, 2020, pp. 99-113, 2020
The philosophical question concerning gymnasium education and athletic culture in the Greek world... more The philosophical question concerning gymnasium education and athletic culture in the Greek world (with the connected problem of nudity, characteristic of both areas) was unavoidable for Cicero, if he wanted to propose a moral and political philosophy modeled on social and ideological needs of the ruling classes of Rome. He looks with extreme suspicion at the gymnasium in Greece: in passages like Tusc. 4,70-71 (if analyzed in their context) the polemic against the Stoic doctrine of amor amicitiae turns into the condemnation of an educational project, indeed, of an entire civilization in its paideutic practices. In Cicero’s meaning, there is a radical foreignness between Greek and Roman culture on this point: the purpose is to exclude not only any idea of telos but also any ‘erotics of friendship’ from his philosophical discourse on amicitia; the body, its care, its beauty, its social effects simply disappear from this horizon. Many scholars mean that there is a less negative attitude to athletic competitions, but passages such as Tusc. 2.62 and Off.1.144 propose the paradigm of the athlete, of his virtue and resistance to pain and fatigue in the same way as it is done with gladiators or actors. It is a spectaculum virtutis, a ‘staging’ of moral values that can be easily deployed as an exemplum; all this, however, does not attenuate the attitude of haughtiness or even contempt for such forms of entertainment, which are exemplary only ex minore, if compared to the ‘true’, civil virtus.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A. M. Morelli, Martial et les voleurs au banquet (Épigrammes 8, 59 et 12, 28) : métamorphoses d’un motif entre iambe et épigramme, in D. Vallat (éd. par), Martial et l’épigramme satirique. Intentions, thèmes et style, Actes du Colloque, Lyon, 18-19 octobre 2018, Hildesheim, Olms, 2020, pp. 201-221 A. M. Morelli, Martial et les voleurs au banquet (Épigrammes 8, 59 et 12, 28) : métamorphoses d’un motif entre iambe et épigramme, in D. Vallat (éd. par), Martial et l’épigramme satirique. Intentions, thèmes et style, Actes du Colloque, Lyon, 18-19 octobre 2018, Hildesheim, Olms, 2020, pp. 201-221, 2020
Le thème du vol a perdu beaucoup de l’agressivité et même de la polémique sociale, élitiste, qu’... more Le thème du vol a perdu beaucoup de l’agressivité et même de la polémique sociale, élitiste, qu’il avait dans la poésie ïambique des origines : la caractérisation du voleur comme un exclu et un déviant social, ou comme un être abominable, un freak, est un motif encore vivant, mais, de l’époque de l’épigramme hellénistique, elle a un bout comique et grotesque plus que moraliste. Dans la comédie, l’attention s’était concentrée sur le rapport entre le patron et le parasite et même dans l’épigramme satirique et dans la littérature en prose grecque de l’époque impériale on constate que le voleur-parasite commet ses vols au détriment du patron, bien sûr avec ingratitude. Dans les poèmes de Catulle et de Martial, la présence remarquable du vol des serviettes personnelles n’est pas un détail secondaire et futile : dans l’épigramme romaine, on trouve un changement d’orientation du thème du vol, on focalise l’attention sur les effets sociaux du vol au banquet, dans le milieu des convives ; c’est pour cause, donc, que Martial revivifie des topoi de la tradition littéraire, notamment le vol de la cape ou du manteau ou même de la lampe.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Alfredo M. Morelli, Il Cento Nuptialis di Ausonio. Il matrimonio, il sesso, il mondo del basso corporale come gioco erudito, in AA. VV., Donne sulla linea del tempo, Alvito, Teatro Palazzo Ducale, 17 marzo 2019, Arpino 2020, pp. 73-88 Alfredo M. Morelli, Il Cento Nuptialis di Ausonio. Il matrimonio, il sesso, il mondo del basso corporale come gioco erudito, in AA. VV., Donne sulla linea del tempo. Incontro culturale, Alvito, Teatro Palazzo Ducale , 17 marzo 2019, Arpino 2020, pp. 73-88., 2020
L’eros nuziale nel Cento e il disagio che gli interpreti provano di fronte alla imminutio (vv. 10... more L’eros nuziale nel Cento e il disagio che gli interpreti provano di fronte alla imminutio (vv. 101-131), la sezione che descrive la prima notte d’amore tra i coniugi come fosse un atto di violenza sessuale. La tecnica centonaria, maneggiata con abilità, permette di conferire al materiale virgiliano nuovi significati grazie al potenziale allusivo ad altri generi ed autori: si mette in scena uno ‘spettacolo di potenza’ letteraria, da parte di un membro dell’élite socioculturale come Ausonio (che ha ricevuto l’incarico di comporre il centone direttamente da Valentiniano I), per cui il controllo di tutti i diversi registri e generi letterari passa attraverso la padronanza completa degli strumenti filologici, retorici e letterari che presiedono al riuso dei classici. In tale operazione, deve essere recuperato anche l’ambito dell’oscenità e del burlesco: con gesto padronale (anche se con tutta l’ambiguità e l’ipocrisia che deriva dall’ostentazione di un potere culturale, sociale e sessuale), Ausonio vuol dimostrare che solo colui che è in grado di ludere in poesia su ‘certe cose’, mantenendosi nell’alveo di una raffinata ed esclusiva tradizione letteraria (che trae all’infinito ogni suo elemento dal testo dei classici, e di Virgilio in particolare, e dalla letteratura erudita ad esso connessa) è immune dal loro fascino lubrico nella realtà della sua vita proba e signorile, ciò che naturalmente non riesce alle grottesche figure dei filologi-Curii e dei filologi-priapi, che nella loro insipienza e mancanza di controllo culturale confondono i due piani della vita e della letteratura.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A. M. Morelli, The Beginnings of Roman Epigram and Its Relationship with Alexandrian Poetry, in Chr. Henriksén (ed.), A Companion to Ancient Epigram, Blackwell Companions to the Ancient World, Malden MA et al. 2019, pp. 425-440.
Capitolo 24 del Blackwell Companion sull’epigramma. La storia dell’epigramma latino dalle sue ori... more Capitolo 24 del Blackwell Companion sull’epigramma. La storia dell’epigramma latino dalle sue origini fino a Catullo escluso. Una particolare attenzione viene dedicata all’epigramma scommatico romano e alla sua relazione con quello ellenistico.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A.M. Morelli, La Pro Archia e il valore celebrativo della poesia in Cicerone. Alcune considerazioni, Arpino, Società Dante Alighieri, 16 aprile 2018 [2019], pp. II + 18, supplemento a Cicerone e il diritto di cittadinanza. Atti del convegno (Arpino, 16 aprile 2018), Arpino 2018, ISBN 9788894159165.
Testo ampliato, riveduto e corredato di note bibliografiche di una conferenza tenuta presso la fo... more Testo ampliato, riveduto e corredato di note bibliografiche di una conferenza tenuta presso la fondazione ‘Umberto Mastroianni’ di Arpino (convegno ‘Cicerone e il diritto di cittadinanza’, 16 aprile 2018). Si indaga sulle relazioni esistenti tra la poesia e la celebrazione delle res gestae in Cicerone, rivedendo in modo critico la teoria secondo la quale Cicerone si sarebbe cimentato nell’epos auto-elogiativo latino a seguito della ‘delusione’ ricevuta da Archia, che non volle scrivere un poema in greco sui fatti del suo consolato. L’idea ciceroniana di una differenza tra gli ambiti culturali, pur complementari, della poesia greca e di quella latina (Archia è grande poeta greco, cioè cittadino del mondo e quindi di Roma), il desiderio di aemulatio nei confronti di Ennio, la concezione di un ideale di uomo di Stato che si fonda su valori morali, culturali, educativi, letterari prima ancora che su virtù militari sono elementi che aiutano a definire un quadro molto più complesso e mosso dei motivi per i quali l’Arpinate si cimentò nel De consulatu meo e nelle altre opere epiche.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Studi Italiani di filologia classica, 2018
This paper focuses on Stat. Silu. 1.5: textual problems are re-examined and the meta-poetic aspec... more This paper focuses on Stat. Silu. 1.5: textual problems are re-examined and the meta-poetic aspects are fully discussed. The uninhibited Clio at the party (ll. 12-13) is a key-character in representing the relationships between the epic poet Statius and the occasional poetry of the Siluae; the Naiads are not simply Muses’ substitutes, but natural elements evocated by the uates (together with Vulcan ‘the fire’) in order to create in front of the readers the scenario of Etruscus’ thermae. From the beginning on (in spite of the commonly alleged bipartition of the poem) Statius plays on the paradoxical idea of a ‘symposium in honor of the waters (nymphae)’: this is the frame in which we have to re-consider the whole gesture of including or excluding not only waters, but also fire, marbles, glass, and so on. Catullus 27 (a poem on a symposium governed by drunken Postumia and forbidden for lymphae, waters) is an important and yet unobserved poetical model; it also had a special influence on Stat. Silu. 1.6, on Lygdamus (3.53-64), and on several Martial’s poems (exp. on 11.6 and 11.16).
La struttura di Stat. Silv. 1,5 è unitaria. Il poeta/vates Stazio chiama a raccolta (o esclude) le forze e gli elementi (le ninfe/acque personificate, il fuoco, ma anche il vetro e i marmi) che vanno sia a ‘costruire’ il balneum di Etrusco, sia a ‘partecipare’ al convito in suo onore. Il simposio, con la figura emblematica di Clio procax che folleggia, richiama alla memoria del lettore non solo precedenti oraziani, ma anche Catull. 27, ove il gesto era quello di allontanare le lymphae/acque personificate, in osservanza della lex imposta da una misteriosa e allegra figura femminile (la magistra Postumia, quasi sicuramente una personificazione allegorica). L’influsso di Catull. 27 è ancora ben visibile in Stat. Silv. 1,6, nonché nel contemporaneo Marziale (cfr. almeno 11,6 e 16).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Studi classici e orientali, 2018
In this paper Vincenzo Tandoi’s contribution to neoteric studies is fully re-examined. The Italia... more In this paper Vincenzo Tandoi’s contribution to neoteric studies is fully re-examined. The Italian scholar, whose memory is honored in the SCO volume, was the author of important essays on Laev. 21 Bläns., Tiburtinus’ and Praeneoteric Epigrams, Cic. Fragm. poet. 3 Bläns., Varro At. 3 Bläns., Catull. 54, Maec. 3 Bläns., Gall. 2-4 Bläns., and on many other fragmentary texts. A particular attention is paid to Tandoi’s interpretation of Corn. 3 Bläns. He considered it as part of the poem Glaucus and he was probably right: POxy 3965 (pub¬lished in 1992) brings new evidence in favor of this suggestion, even though Cornificius’ Glaucus was probably not the Pontius, but one of the Corinthian Glaucidae (see Hom. Il. 6,146 ff.).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
É. Wolff (Textes réunis et édités par), Ausone en 2015 : bilan et nouvelles perspectives, Collection des Études Augustiniennes, série Antiquité, 204, Paris 2018, pp. 43-62.
Dans Ausone, les allusions à Catulle sont limitées à quelques motifs et à quelques poèmes : ce so... more Dans Ausone, les allusions à Catulle sont limitées à quelques motifs et à quelques poèmes : ce sont, très souvent, les mêmes thèmes et les mêmes éléments de codification des genres poétiques dans lesquels la valeur paradigmatique de Catulle a été reconnue par la grande poésie des premiers siècles de l’Empire. Ausone propose à ses lecteurs le Catulle ‘consacré’ par la tradition poétique et culturelle postérieure. Le poème d’incipit du Liber, les épigrammes consacrées au thème des ‘baisers’ sont, peut-être, les plus cités par Martial : Ausone les cite ou y fait clairement allusion, et ses lecteurs étaient sans doute en état d’apprécier ce ré-emploi savant. L’amour de Catulle pour Lesbia était certainement un modèle d’éros épigrammatique et élégiaque, célébré par Ovide et par le même Martial : dans ses épigrammes, Ausone propose, presque certainement, une relecture de ce paradigme-là. D’autres thèmes et d’autres poèmes des nugae catulliennes sont aussi familiers (le topos du ‘retour du printemps’, très répandu dans la poésie de l’Antiquité tardive, avait certainement un modèle dans le poème 46 de Catulle). Les épithalames sont bien appréciés, tandis que le poème 68, la ‘première élégie’ romaine, est aussi familière à Ausone et à ses lecteurs, notamment pour sa forme épistolaire, pour ses thèmes érotiques et funéraires ; vraisemblablement, on reconnaissait au poème 64 une valeur de fondation de la nouvelle poésie épique romaine. La tradition philologique a eu aussi son importance, en proposant des repêchages sélectifs et érudits de termes et de motifs catulliens.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
“Dictynna” 15, 2018, presso http://journals.openedition.org/dictynna/1525 (in linea dal 21 dicembre 2018). , 2018
This paper focuses on the relationship between otium and literature in the Carmina Priapea. In th... more This paper focuses on the relationship between otium and literature in the Carmina Priapea. In the double prologue of the collection (Priap. 1-2), although lexemes and idioms are similar to those which can be found in most epigrammatic authors, there are significant differences in the use of literary topoi connected to the theme of otium. The new idea of poetry as a ‘rough’ offering of a supposedly ‘idling’ poet in Priapus’ sacred space takes shape through a number of refined allusions to Catullus, Martial, and also (with high probability) to Strato’s Paidike Mousa, in the most important metapoetic poems of the Priapea (1-2, 42, 49, 80). This suggests that the collection is the work of a unique author largely inspired by Martial’s epigrammatic corpus (Mart. 1,1-4, 1,107, 8 pr., 8,3, 8,55, 11,1-6, 12 pr., and 12,1 are re-examined).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A.M. Morelli, Cultura letteraria ed epigrafia. Tre iscrizioni metriche da Ferentino (CIL X 5844, CIL X 5856 + 5859 e Suppl. It. I, Ferentinum 19), in Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del XV Convegno Epigrafico Cominese, Atina, 2 giugno 2018, a c. di H. Solin, Arezzo 2019, pp. 127-157. Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del XV Convegno Epigrafico Cominese, Atina, 2 giugno 2018, a c. di H. Solin, Arezzo 2019, pp. 127-157., 2019
Analisi delle tre epigrafi metriche note di Ferentinum. Riguardo a CIL X 5844, viene riesaminato ... more Analisi delle tre epigrafi metriche note di Ferentinum. Riguardo a CIL X 5844, viene riesaminato il costume, squisitamente italico, della distribuzione di mulsum e crustula e si propongono alcune riflessioni sulle modalità di produzione ed esposizione di epigrafi ‘pubblicitarie’ nell’antichità; si illustrano altresì i tratti della consistente cultura letteraria dell’anonimo poeta, con ogni probabilità influenzato dalla recente poesia marzialiana. Iscrizioni onorarie in poesia sembrano essere anche CIL X 5856 + 5859 e Suppl. It. I, Ferentinum 19.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La traduzione del Liber di Catullo da parte di Enzo Mazza nel 1962, per Guanda, viene analizzata ... more La traduzione del Liber di Catullo da parte di Enzo Mazza nel 1962, per Guanda, viene analizzata individuandone da un lato i legami con l’attività più complessiva di Mazza come poeta e intellettuale (soprattutto nel corso degli anni ’60: un nutrito numero di interessanti allusioni è possibile riscontrare in opere come i 70 epigrammi), dall’altro gli elementi di continuità e discontinuità con le traduzioni poetiche catulliane ‘d’autore’ pubblicate in quel medesimo torno di anni, soprattutto quella di Salvatore Quasimodo (1955) e di Guido Ceronetti (1969).
The translation of Catullus’Liber by Enzo Mazza in 1962 (Guanda, Parma) is analyzed by identifying on the one hand the links with Mazza's overall activity as a poet and intellectual (especially during the 1960s: a large number of interesting allusions can be found in works such as 70 epigrammi), on the other the elements of continuity and discontinuity with the Catullian poetic translations published in that same period of time, especially with the ones by Salvatore Quasimodo (1955) and Guido Ceronetti (1969).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books by Alfredo Mario Morelli
Papers by Alfredo Mario Morelli
La struttura di Stat. Silv. 1,5 è unitaria. Il poeta/vates Stazio chiama a raccolta (o esclude) le forze e gli elementi (le ninfe/acque personificate, il fuoco, ma anche il vetro e i marmi) che vanno sia a ‘costruire’ il balneum di Etrusco, sia a ‘partecipare’ al convito in suo onore. Il simposio, con la figura emblematica di Clio procax che folleggia, richiama alla memoria del lettore non solo precedenti oraziani, ma anche Catull. 27, ove il gesto era quello di allontanare le lymphae/acque personificate, in osservanza della lex imposta da una misteriosa e allegra figura femminile (la magistra Postumia, quasi sicuramente una personificazione allegorica). L’influsso di Catull. 27 è ancora ben visibile in Stat. Silv. 1,6, nonché nel contemporaneo Marziale (cfr. almeno 11,6 e 16).
The translation of Catullus’Liber by Enzo Mazza in 1962 (Guanda, Parma) is analyzed by identifying on the one hand the links with Mazza's overall activity as a poet and intellectual (especially during the 1960s: a large number of interesting allusions can be found in works such as 70 epigrammi), on the other the elements of continuity and discontinuity with the Catullian poetic translations published in that same period of time, especially with the ones by Salvatore Quasimodo (1955) and Guido Ceronetti (1969).
La struttura di Stat. Silv. 1,5 è unitaria. Il poeta/vates Stazio chiama a raccolta (o esclude) le forze e gli elementi (le ninfe/acque personificate, il fuoco, ma anche il vetro e i marmi) che vanno sia a ‘costruire’ il balneum di Etrusco, sia a ‘partecipare’ al convito in suo onore. Il simposio, con la figura emblematica di Clio procax che folleggia, richiama alla memoria del lettore non solo precedenti oraziani, ma anche Catull. 27, ove il gesto era quello di allontanare le lymphae/acque personificate, in osservanza della lex imposta da una misteriosa e allegra figura femminile (la magistra Postumia, quasi sicuramente una personificazione allegorica). L’influsso di Catull. 27 è ancora ben visibile in Stat. Silv. 1,6, nonché nel contemporaneo Marziale (cfr. almeno 11,6 e 16).
The translation of Catullus’Liber by Enzo Mazza in 1962 (Guanda, Parma) is analyzed by identifying on the one hand the links with Mazza's overall activity as a poet and intellectual (especially during the 1960s: a large number of interesting allusions can be found in works such as 70 epigrammi), on the other the elements of continuity and discontinuity with the Catullian poetic translations published in that same period of time, especially with the ones by Salvatore Quasimodo (1955) and Guido Ceronetti (1969).
Il progetto ha come obiettivo quello di creare un processo di sensibilizzazione volto a prevenire e contrastare la violenza quale fenomeno multifattoriale e 'bersaglio mobile' presente nella nostra società. Il focus è quello quindi di analizzare il lemma ‘violenza’ al fine di poter riconoscere indicatori che alimentano ‘il discorso’ violento sia come matrice tradizionale, che nella digital society on e off line (es. hate speech on line et alii). Tracciare le dimensioni e gli indicatori del fenomeno della violenza potrà, auspicabilmente, contrastare i costi umani e sociali, fornire strumenti di policy efficaci e condivisi dalla società civile e dalla governance a più livelli.
Il progetto si articola in due stage fondamentali: uno di formazione, attraverso i ‘Seminari Lab-Oratori’ in cui verranno coinvolti gli studenti con project work, e uno di ricerca-azione con metodologia quali-quantitativa, che si svolgerà durante il mese di Novembre 2016. Il Progetto terminerà il 24 Novembre 2016 con la Conferenza dal titolo provvisorio: “Grammatica della violenza”.