Coordinate: 0°40′59.99″S 11°30′00″E

Gabon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Gabon (disambigua).
Gabon
(FR) Union, Travail, Justice
(IT) Unione, Lavoro, Giustizia
Gabon - Localizzazione
Gabon - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Gabonese
Nome ufficialeRépublique Gabonaise
Lingue ufficialifrancese
Altre linguefang
Capitale Libreville  (703.904 ab. / 2013)
Politica
Forma di governoRepubblica presidenziale (de iure)
Giunta militare (de facto)
PresidenteBrice Clotaire Oligui Nguema (ad interim)
Primo ministroRaymond Ndong Sima
IndipendenzaDalla Francia il 17 agosto 1960
Superficie
Totale267.667 km² (74º)
% delle acque3,76%
Popolazione
Totale2 119 275 ab. (stima 2018) (153º)
Densità7,92 ab./km²
Tasso di crescita1,977% (2012)[1]
Nome degli abitantiGabonesi
Geografia
ContinenteAfrica
ConfiniGuinea Equatoriale, Camerun, Repubblica del Congo
Fuso orarioUTC+1
Economia
ValutaFranco CFA
PIL (nominale)18 397[2] milioni di $ (2012) (109º)
PIL pro capite (nominale)11 942 $ (2012) (60º)
PIL (PPA)27 808 milioni di $ (2012) (109º)
PIL pro capite (PPA)19 478 $ (2013) (54º)
ISU (2011)0,674 (medio) (106º)
Fecondità3,2 (2011)[3]
Varie
Codici ISO 3166GA, GAB, 266
TLD.ga
Prefisso tel.+241
Sigla autom.G
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleLa Concorde
Festa nazionale17 agosto
Gabon - Mappa
Gabon - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedenteFrancia (bandiera) Comunità francese
 

Il Gabon, ufficialmente Repubblica Gabonese (in francese République Gabonaise), è uno Stato dell'Africa centrale. Confina a nord con la Guinea Equatoriale e il Camerun, a nord-est, est e sud con la Repubblica del Congo, a occidente si affaccia sul Golfo di Guinea. Occupa una superficie di 267.667 km², conta 2 119 275 abitanti e la sua capitale è Libreville. La lingua ufficiale è il francese.

Governato da presidenti autocratici fin dall'indipendenza dalla Francia ottenuta il 17 agosto 1960, il Gabon ha introdotto un sistema multipartitico e una nuova costituzione all'inizio degli anni novanta, che hanno permesso un processo elettorale più trasparente e la riforma delle istituzioni governative. La piccola popolazione, le abbondanti risorse naturali e gli investimenti stranieri hanno contribuito a rendere il Gabon una delle nazioni più prospere della regione e dell'intero continente africano.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Gabon.

I primi abitanti dell'area furono delle tribù pigmee dedite alla caccia e raccolta, circa 1000 anni fa cominciarono le migrazioni Bantu che rimpiazzarono e in parte assorbirono le popolazioni pigmee. Ciononostante una piccola percentuale dell'attuale popolazione del Gabon è ancora costituita da pigmei. I Bantu che si insediarono nell'area diedero origine all'etnia Mpongwe, gli ultimi ad insediarsi nell'area, nel XIX secolo furono i fang provenienti da settentrione.

Prima del contatto con gli europei, esistevano comunità tribali di piccole dimensioni ma l'arte tribale suggerisce ricche eredità culturali. I primi visitatori europei del Gabon erano commercianti portoghesi arrivati nel XV secolo che definirono il territorio dell'attuale Gabon con la parola portoghese gabao, un cappotto con il manicotto ed il cappuccio che assomiglia alla figura creata dall'estuario del fiume Komo. Il litorale si trasformò in un centro del commercio di schiavi. Nel XVI secolo vi giunsero commercianti olandesi, inglesi e francesi.

La prima potenza europea che si insediò stabilmente sulle coste del paese fu la Francia. Il 9 febbraio 1839 l'ammiraglio francese Louis Edouard Bouet-Willaumez firmò un contratto con uno dei sovrani dell'etnia Mpongwe di nome Rapontchomboroi Denis»); seguirono altri contratti con i capi delle tribù residenti sulla costa. Tramite i contratti la Francia trasformò la costa del paese in un protettorato e iniziò a rafforzare la sua posizione nel paese, appellandosi alla conduzione della lotta contro la tratta degli schiavi per la costruzione di insediamenti militari. Del 1843 è la costruzione del Fort Aumale usato come base per la marina nell'estuario del fiume Komo e nel 1849 venne fondata la capitale, chiamata Libreville in quanto destinata a residenza degli schiavi liberati (analogamente alla città di Freetown in Sierra Leone).

L'Africa Equatoriale Francese, 1910 - 1958

I missionari americani dalla Nuova Inghilterra stabilirono una missione a Baraka (ora Libreville) nel 1842. Nel 1849 i francesi catturarono una nave di schiavi e liberarono i passeggeri alla foce del fiume Komo. Gli schiavi chiamarono la loro città Libreville (Città libera). Gli esploratori francesi penetrarono nelle dense giungle del Gabon fra il 1862 e il 1887. Il più famoso di loro fu Pietro Savorgnan di Brazzà, di origini friulane, mentre gli elementi portanti di queste spedizione furono le guide gabonesi che sotto il controllo degli esploratori cercavano le sorgenti del fiume Congo. La Francia occupò il Gabon nel 1885, ma non lo amministrò fino al 1903.

Nel 1910, il Gabon venne trasformato in uno dei quattro territori dell'Africa Equatoriale Francese, una federazione che è sopravvissuta fino al 1959. Durante la Seconda guerra mondiale il Gabon fu una delle poche colonie africane a schierarsi con la Repubblica di Vichy (alleata del Terzo Reich) e per questo fu occupato dalle truppe britanniche. Tuttavia, mentre il resto dell'Africa Equatoriale Francese (fedele alla Francia Libera) fu liberato già nell'agosto 1940, il Gabon verrà riconquistato completamente solo il 12 novembre, giorno della resa delle truppe collaborazioniste locali e quindi della fine della Campagna del Gabon.
Nel 1946 il Gabon ottenne l'indipendenza amministrativa e l'autonomia interna. I territori dell'Africa Equatoriale Francese divennero indipendenti il 17 agosto 1960, dividendosi in quattro stati indipendenti: Repubblica Centro Africana, Ciad, Congo e Gabon.

Lo stesso giorno il filofrancese Léon M'ba divenne il primo presidente della repubblica indipendente del Gabon. Nel 1967 Léon M'ba morì; gli succedette il vicepresidente Omar Bongo, che l'anno dopo instaurò un regime a partito unico. In cambio dell'appoggio dell'Eliseo, che può intervenire per destituirlo, Bongo accetta di mettere a disposizione della Francia una parte delle ricchezze del Gabon, in particolare il petrolio e l'uranio, risorse strategiche. In materia di politica internazionale, il Gabon si è allineato con Parigi. Alla fine del 1968, Omar Bongo, ancora sotto l'influenza di Jacques Foccart, fu costretto dalla Francia a riconoscere la pseudo-indipendenza del Biafra (Nigeria sud-orientale). Ha anche dovuto accettare che l'aeroporto di Libreville serviva come hub per le consegne di armi al colonnello Ojukwu (il leader secessionista del Biafra). Fu anche dal Gabon che i mercenari di Bob Denard tentarono di destabilizzare il regime marxista del Benin.[4] Bongo venne rieletto alla presidenza nel 1979. Nel 1990, in seguito a proteste popolari, Bongo instaurò di nuovo il sistema multipartitico, vincendo in maniera poco chiara le elezioni presidenziali del 1993 e del 1998.

Dopo la morte di Bongo, avvenuta l'8 giugno 2009, Rose Francine Rogombé assunse la carica di presidente ad interim della Repubblica, come stabilito dalla costituzione, con il compito di guidare il paese sino alle successive elezioni presidenziali, alle quali non poteva candidarsi. Le elezioni si svolsero il 30 agosto 2009, con l'elezione di Ali Bongo Ondimba, già ministro della difesa e figlio del defunto presidente. A seguito dell'ufficializzazione della nomina, avvenuta il 16 ottobre, vi furono delle rivolte popolari, prontamente represse.

Nonostante tutto, il Gabon rimane uno dei paesi più sviluppati dell'Africa a livello economico e sociale.

Il 7 gennaio 2019 vi è stato un tentato colpo di Stato militare.

Il 30 agosto 2023, dopo le elezioni, ufficiali dell'esercito hanno annunciato di aver preso il potere dopo un colpo di Stato e di avere annullato le elezioni.[5][6]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Gabon.

Il Gabon confina a nord con la Guinea Equatoriale e il Camerun, a sud e a est con il Congo, mentre a ovest si affaccia all'oceano Atlantico.

Nel territorio, attraversato dall'equatore e prevalentemente modellato sul basamento cristallino pre-paleozoico, è possibile riconoscere tre aree morfologiche distinte: la fascia costiera di origine alluvionale, frastagliata a nord di capo Lopez, lagunare e orlata di banchi sabbiosi a sud della foce dell'Ogooué; la sezione mediana, comprendente alcuni elevati massicci montuosi disposti simmetricamente rispetto al corso dell'Ogooué che li attraversa: a nord i monti Tembo (1200 m) e i monti di Cristallo (890 m), a sud il massiccio di Chaillu (1575 m). Infine più a est l'altopiano interno inciso dai numerosi affluenti del fiume Ogooué. Il bacino idrografico di questo fiume, che ha alcuni rami sorgentiferi nel vicino Congo, copre quasi l'intera superficie del Paese. Gli altri fiumi sono il Gabon, che nasce sui monti di Cristallo, e il Nyanga, proveniente dai lembi meridionali del massiccio di Chaillu.

Il clima ha un carattere nettamente equatoriale, caldo umido. L'area di maggior piovosità coincide con la fascia costiera al confine con la Guinea Equatoriale dove le piogge si mantengono al di sopra dei 2500 mm annui e possono superare i 4000 mm. Le temperature medie mensili oscillano fra i 24-27 °C.

Grandi distese di fitte foreste equatoriali ricoprono quasi interamente il territorio gabonese mentre gli altipiani centro-meridionali sono rivestiti da una vegetazione a savana e le aree costiere orlate da fasce impenetrabili di mangrovie.

La grande fauna africana, che spazia soprattutto nella savana, è protetta nei parchi di Wongua-Wongué, dell'Okanda e del Petit Loango.

Andamento della popolazione del Gabon dal 1961 al 2003

Abitanti: 2 119 275 ab. (stima 2018)

Densità: 5,3 ab. per km²

In Gabon vivono oltre 40 diversi gruppi etnici con lingue e tradizioni proprie.

I primi abitanti della regione furono probabilmente i pigmei, tuttora rappresentati, nella parte settentrionale del paese, da esigui gruppi sedentarizzati di bagielli e baka. Tra il XVI e il XVII secolo iniziò il popolamento da parte di popolazioni bantu e in particolare da parte di gruppi fang provenienti da settentrione. In seguito vi furono altre penetrazioni di gruppi bantu provenienti da sud.

Attualmente tra i gruppi più numerosi vi sono i Myene, i Bandjabi, gli Eshira, i Bapounou e gli Okande. I confini tra i gruppi etnici sono meno definiti rispetto a quanto avviene in altri paesi africani. In Gabon vivono inoltre oltre 10.000 francesi.

Di seguito la lista dei gruppi etnici del paese:

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Gabon.

I cristiani, protestanti e cattolici, compongono il 75% della popolazione, gli animisti il 20% e i musulmani il 5%. Gran parte della popolazione che si professa cristiana pratica però ancora i culti africani o religioni sincretiche come il Bwiti, mentre i musulmani sono principalmente immigrati provenienti dai Paesi confinanti.

Il francese è la lingua ufficiale del Paese e funge da lingua franca tra le varie etnie, mentre la lingua più diffusa è il fang, parlata da oltre il 30% della popolazione.

Ordinamento dello Stato

[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Province del Gabon e Dipartimenti del Gabon.
Province del Gabon

Il Gabon si suddivide in 9 province, ulteriormente divise in 47 dipartimenti, cui si aggiungono le città di Libreville e Franceville. I governatori provinciali sono di nomina presidenziale.

I dipartimenti, a loro volta, ricomprendono 152 cantoni, 50 comuni, 26 arrondissement, 26 distretti e 3.483 villaggi e raggruppamenti di villaggi[7].

Le province sono:

  1. Estuaire
  2. Haut-Ogooué
  3. Moyen-Ogooué
  4. Ngounié
  5. Nyanga
  6. Ogooué-Ivindo
  7. Ogooué-Lolo
  8. Ogooué-Maritime
  9. Woleu-Ntem

Città principali

[modifica | modifica wikitesto]

Nella seguente tabella vengono richiamate le principali città dello Stato con i dati sulla popolazione (censimento 1993 e 2006) e relativa provincia di appartenenza:

# Città Cens. ab. 1993 Cens. ab. 2006 Provincia
1. Libreville 419 596 591 356 Estuaire
2. Port-Gentil 79 225 111 655 Ogooué-Maritime
3. Masuku (Franceville) 31 183 43 948 Haut-Ogooué
4. Oyem 22 404 31 575 Woleu-Ntem
5. Moanda 21 882 30 839 Haut-Ogooué
6. Mouila 16 307 22 982 Ngounié
7. Lambaréné 15 033 21 187 Moyen-Ogooué
8. Tchibanga 14 054 19 807 Nyanga
9. Koulamoutou 11 773 16 592 Ogooué-Lolo
10. Makokou 9 849 13 881 Ogooué-Ivindo

Ordinamento scolastico e università

[modifica | modifica wikitesto]

Chiamata così in onore dell'ex presidente del Gabon Omar Bongo, nel 1970 venne fondata l'Università Omar Bongo[8].

Sistema sanitario

[modifica | modifica wikitesto]

Il Gabon ha un piccolo esercito professionale composto da circa 5.000 soldati divisi tra esercito, marina militare, aeronautica, gendarmeria e nella polizia nazionale. Le forze gabonesi sono orientate verso la difesa del paese e non sono state addestrate per un ruolo offensivo. Una ben addestrata e attrezzata guardia di 1800 membri garantisce la sicurezza per il presidente.

Reparti militari: Esercito, Marina militare, Aeronautica militare, Guardia (repubblicana) presidenziale (incaricata della protezione del presidente e degli alti funzionari), Gendarmeria nazionale, Polizia nazionale.

Uomini disponibili in caso di mobilitazione generale

Fascia di età 15-49: 284.358 (estate 2002)

Uomini disponibili per il servizio militare obbligatorio

Maschi nella fascia di età 15-49: 146.908 (estate 2002)

Convocazioni annuali al servizio militare

11,304 (2002 est.)

Spese militari $70,8 milioni (in dollari statunitensi) - 2% del PIL

In base alla costituzione del 1961 (modificata nel 1975 e riscritta nel 1991), il Gabon si è trasformato in una repubblica con una forma di governo presidenziale. Il parlamento era inizialmente monocamerale, con una Assemblea nazionale composta da 120 deputati scelti per un mandato di cinque anni. Il Senato, istituito a seguito della Costituzione del 1991, è composto di membri nominati. Il presidente è scelto a suffragio universale per un mandato di sette anni. Il presidente nomina il primo ministro, il governo e i giudici della Corte suprema indipendente. Il governo dal 1990 ha fatto importanti cambiamenti nel sistema politico. Una costituzione di transizione fu varata a maggio come conseguenza di un congresso politico nazionale tenutosi a marzo-aprile ed è stata successivamente modificata da un comitato costituzionale.

Fra le relative disposizioni, una in stile occidentale riguarda i diritti umani, con la creazione di: un Consiglio nazionale della democrazia, che sorveglia la garanzia di quei diritti, un comitato consultivo governativo sulle condizioni economiche e sociali e un ordinamento giudiziario indipendente. Dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea nazionale, del comitato centrale del PDG e del presidente, l'Assemblea ha adottato all'unanimità la costituzione nel mese di marzo del 1991. Le elezioni legislative multi-partitiche sono state tenute nel 1990-91, nonostante i partiti di opposizione non fossero stati formalmente dichiarati legali. Dopo una pacifica transizione, le elezioni hanno prodotto la prima rappresentanza multi-partitica all'Assemblea nazionale. Nel mese di gennaio del 1991, l'Assemblea approvò con voto unanime una legge che legalizzava i partiti di opposizione.

Il presidente Omar Bongo è stato rieletto alle elezioni presidenziali del 1993 con il 51% dei voti. Le formazioni sociali e politiche hanno condotto al congresso del 1994 e agli accordi di Parigi, che hanno fornito una base comune per le successive elezioni. Le elezioni locali e legislative sono state fatte ritardare fino al 1996-1997. Nel 1997 modifiche costituzionali sono state adottate per creare un Senato nominato, la carica di vice presidente e per estendere il mandato del presidente fino 7 anni. Di fronte ad un'opposizione divisa, il presidente Omar Bongo è stato rieletto nel mese di dicembre del 1998, con il 66% dei voti. Anche se i principali partiti di opposizione hanno sostenuto che le elezioni erano state soggette a brogli, non ci fu nessuna protesta civile. Il presidente mantiene poteri forti, quale il potere di sciogliere l'Assemblea nazionale, dichiarare lo stato di emergenza, prorogare la legislatura, indire referendum e il potere di nomina e di revoca del primo ministro e i membri del governo. Di fatto, il Gabon è uno Stato dominato da un solo partito, il Partito Democratico Gabonese (PDG).

Nel 2009 a Omar Bongo è succeduto il figlio Ali Bongo Ondimba, eletto in occasione delle elezioni presidenziali con il 41,8% dei voti (risultato tuttavia contestato dalle opposizioni); Bongo si è riconfermato alle successive presidenziali del 2016 e del 2023. In seguito a queste elezioni, è avvenuto un tentativo di golpe militare.[5]

Diritti umani

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti LGBT in Gabon.

L'economia del Gabon è basata soprattutto sull'esportazione del petrolio e del legname. L'agricoltura è poco sviluppata, ma in compenso si possono trovare numerose industrie petrolchimiche data la presenza di idrocarburi come gas naturale (metano), petrolio, carbone e uranio. Il PIL, negli ultimi anni, ha visto una grande crescita legata, in particolare modo, all'estrazione di petrolio lungo la costa, nonostante la maggior parte dei proventi rimanga tuttora in mano alle multinazionali e solo una quota modesta vada al governo gabonese.

Per quanto riguarda l'agricoltura si ha la già nota distinzione in colture commerciali (arachidi, cacao, banane e canna da zucchero) che occupano i suoli più fertili e produttivi e in colture riservate alla sussistenza (mais, manioca e patate dolci) che vengono coltivate ancora, talune volte, con mezzi arretrati e relegate su suoli marginali spesso poco produttivi, in quanto in passato già sfruttati per le colture commerciali, portando il terreno a uno stato di degrado grave ed esponendolo pericolosamente all'erosione e al dissesto.

Nonostante ciò, il Gabon possiede uno dei redditi procapite più alti d'Africa (nel 2012 era stimato a circa 18.000 $, a parità di potere d'acquisto), anche se la maggior parte della ricchezza è appannaggio di pochi individui, mentre la maggior parte della popolazione è sotto la soglia di povertà.

Il paese continua a basarsi su una strategia basata sulla rendita: l'economia è interamente dedicata alla produzione e all'esportazione di risorse naturali. Persistono diverse difficoltà: un tasso di disoccupazione di circa il 30% della popolazione attiva, arresti sommari durante le manifestazioni studentesche o sindacali (in particolare da gennaio 2016), il deterioramento dell'accesso alle cure sanitarie, carenze nei servizi pubblici e tagli ricorrenti di elettricità. Più della metà della popolazione è sotto la soglia di povertà.[9]

Il Gabon rispetto ad altri paesi africani sta attuando una politica di sfruttamento sostenibile delle sue immense risorse forestali. La foresta ricopre circa l'85% del territorio, nel quale abitano tra i 50.000 e i 70.000 scimpanzé (la maggior parte della popolazione mondiale), circa 45.000 gorilla e 60.000 elefanti della foresta, oltre a numerose altre specie di primati, altri mammiferi e rettili. Nel 2015 è stato avvistato anche un esemplare di leone, dichiarato estinto dal paese nel 1996, e la probabile presenza di un piccolo gruppo stanziale[10]. Circa il 12% del territorio è protetto ed esistono 13 parchi nazionali. Diffuso è il bushmeat, che rappresenta un'ottima fonte di proteine per buona parte dei gabonesi, ma non è chiaro che impatto abbia sul numero degli animali, mentre risulta essere diminuita la caccia ai primati a causa di alcune epidemie di Ebola.

Patrimoni dell'umanità

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Patrimoni dell'umanità del Gabon.

Alcuni siti del Gabon sono stati iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Antica è la cultura riguardante la costruzione di bonghi, antichi strumenti musicali della famiglia delle percussioni. In campo musicale, tra il XX e il XXI secolo, possiamo ricordare la figura di Patience Dabany.

Produzione letteraria

[modifica | modifica wikitesto]

In ambito di una produzione letteraria possiamo ricordare, tra gli altri, la figura di Janis Otsiemi [11].

In ambito cinematografico spicca la figura del regista Amédée Pacôme Nkoulou il cui film documentario Boxing Libreville (2018)[12] ha ricevuto diversi premi. Caratterizzato dalle lotte e le difficoltà di un giovane gabonese di nome Cristo, del suo percorso per diventare pugile nel contesto della lotta per la democrazia nel paese.

La nazionale calcistica del Gabon ha una discreta tradizione, avendo partecipato più volte alla Coppa d'Africa e sfiorando la qualificazione al Mondiale 2010.

Nella storia delle Olimpiadi il Gabon ha conquistato un'unica medaglia, l'argento nel taekwondo a Londra 2012, grazie ad Anthony Obame, sconfitto in finale dall'italiano Carlo Molfetta.

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina gabonese.

Ricorrenza nazionale

[modifica | modifica wikitesto]
  • 17 agosto: fête nationale ou de l'indépendance, si celebra l'indipendenza dalla Francia nel 1960

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Scheda del Gabon dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI.
  • I Pigmei del Gabon e del Camerun I primi abitanti della foresta, con foto e note etnografiche.
  • Sito ufficiale, su gouvernement.ga. Modifica su Wikidata
  • Gabon, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Lina Maria Calandra, Vincenzo Piglionica, GABON, in Enciclopedia Italiana, IX Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. Modifica su Wikidata
  • Anna Bordoni, Silvia Moretti, GABON, in Enciclopedia Italiana, VII Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007. Modifica su Wikidata
  • Anna Bordoni, Silvia Moretti, GABON, in Enciclopedia Italiana, VI Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000. Modifica su Wikidata
  • Giorgio Valussi, Giampaolo Calchi Novati, GABON, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992. Modifica su Wikidata
  • Elio Migliorini, Salvatore Bono, GABON, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978. Modifica su Wikidata
  • Eliseo Bonetti, GABON, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961. Modifica su Wikidata
  • Augustin Bernard, GABON, Baia del, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932. Modifica su Wikidata
  • Gabon, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. Modifica su Wikidata
  • (ITDEFR) Gabon, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera. Modifica su Wikidata
  • (EN) David E. Gardinier, Brian Weinstein e Jan S.F. van Hoogstraten, Gabon, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
Controllo di autoritàVIAF (EN159367021 · ISNI (EN0000 0001 2195 6165 · LCCN (ENn79063286 · GND (DE4019052-3 · BNE (ESXX451012 (data) · BNF (FRcb119341957 (data) · J9U (ENHE987007564352805171 · NDL (ENJA00562094
  Portale Africa Centrale: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Africa Centrale