Questo articolo nasce dal-l'esigenza di riflettere su alcuni importanti aspetti ... more Questo articolo nasce dal-l'esigenza di riflettere su alcuni importanti aspetti di natura storico-economica legati alle ricerche che da tempo conduco sul pastoralismo in Sardegna, e piii precisamente sui rapporti socio-produttivi tra i pastori. I1 mio intento e quello di ...
This essay is on identity in Sardinia, and it's composed of two parts. The first analyses som... more This essay is on identity in Sardinia, and it's composed of two parts. The first analyses some aspects of the identity of an old shepherd at the end of his working life. The man offers a perfect example of a strong identity based on work and production, a type of identity - constructed on work - that is largely recurrent in modern times. The second part of the text introduces some theoretical reflections and hypotheses about identity in postmodernity, identifying its distinctive features in: flexibility, uncertainty, the loss of traditional work's central role, and the importance of the one played by the market and consumption in people's every day life. The author's reasoning begins by proposing a distinction between a «primary identity» (which is developed in daily face-to-face relationships) and a «exhibited identity» as the one that - including some aspects of «traditional» culture - represents, through the «sale of identity», an important resource for local poli...
Book review of Sebastiano Mannia, In tramuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna , Nuoro,... more Book review of Sebastiano Mannia, In tramuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna , Nuoro, Il Maestrale, 2014, pp. 256.
In questo articolo ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il p... more In questo articolo ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’ habitat fisico (lo spazio, il tempo, il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “ habitat- caprile”, ho voluto sottolineare il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini, ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura.
Il lavoro di Giulio Angioni si e mosso costantemente tra antropologia e letteratura. I due campi ... more Il lavoro di Giulio Angioni si e mosso costantemente tra antropologia e letteratura. I due campi permettono di cogliere livelli elevati di complessita e di profondita su tematiche talvolta comuni. E il caso di Assandira e dei testi scientifici dedicati al lavoro agropastorale. Nel romanzo l’antropologo mette in scena aspetti particolari della cultura, con una forte presenza delle emozioni, evanescenti e contradditorie. L’ammirevole risultato e debitore dell’impegno che l’antropologo-nativo ha dedicato all’etnografia ma anche alla riflessivita rispetto alla propria origine culturale.
Can one talk of interspecific culture in pastoralism? This question may be a topic of interest to... more Can one talk of interspecific culture in pastoralism? This question may be a topic of interest today, thanks to the renewed attention that several disciplines, including anthropology, dedicate to man-animal relationships. The bringing back up to date of a classical theme in anthropology is probably fostered by the substitution of working animals with pets, even in rural settlements; it is like the incorporation, within common sense, of ecological principles and the urgency of ethical topics regarding nature. In this paper I have described some aspects of the relationships established between the goatherd and the animals in a wild and semi-wild goat breeding farm. The paper focusses on the complex dynamics linking the physical habitat (space, time and climate), the ‘animal nature’ (instinct, behaviour observed and volitions) and the work of man, in organisational, relational, emotional and aesthetic terms, as well as anthropopoietic. With the expression ‘goatfold habitat’, I have attempted to highlight the contemporary natural and cultural characteristic of the context in which men, the environment and animals relate to and influence one another, establishing forms of negotiation in meaning and communication. The use of sheep bells represents an efficient example of dialogue with nature. Although the theme opens many perspectives, this paper concentrates beautifully on the anthropological view, with the aim of interpreting the structural and defining process of man in a context in which the animal is the central focus.
Si può parlare di cultura interspecifica nel pastoralismo? La domanda può essere oggi argomento d’interesse, grazie anche alla rinnovata attenzione che varie discipline, compresa l’antropologia, riservano al tema del rapporto uomo-animale. La riattualizzazione di un tema classico dell’antropologia è probabilmente favorita dalla sostituzione degli animali d’utilità con i pet (animali d’affezione) anche negli insediamenti rurali, così come dall’assimilazione nel senso comune di principi ecologisti e dall’urgenza dei temi etici che riguardano la natura. Nel saggio ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’habitat fisico (lo spazio, il tempo, il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “habitat-caprile”, ho voluto sottolineare il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini, ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura. L’interesse per queste tematiche, pur aprendo a differenti prospettive, rimane in questo saggio squisitamente antropologico, nell’intento di interpretare le modalità di strutturazione e di definizione dell’umano in contesti in cui l’animalità è centrale.
Questo articolo nasce dal-l'esigenza di riflettere su alcuni importanti aspetti ... more Questo articolo nasce dal-l'esigenza di riflettere su alcuni importanti aspetti di natura storico-economica legati alle ricerche che da tempo conduco sul pastoralismo in Sardegna, e piii precisamente sui rapporti socio-produttivi tra i pastori. I1 mio intento e quello di ...
This essay is on identity in Sardinia, and it's composed of two parts. The first analyses som... more This essay is on identity in Sardinia, and it's composed of two parts. The first analyses some aspects of the identity of an old shepherd at the end of his working life. The man offers a perfect example of a strong identity based on work and production, a type of identity - constructed on work - that is largely recurrent in modern times. The second part of the text introduces some theoretical reflections and hypotheses about identity in postmodernity, identifying its distinctive features in: flexibility, uncertainty, the loss of traditional work's central role, and the importance of the one played by the market and consumption in people's every day life. The author's reasoning begins by proposing a distinction between a «primary identity» (which is developed in daily face-to-face relationships) and a «exhibited identity» as the one that - including some aspects of «traditional» culture - represents, through the «sale of identity», an important resource for local poli...
Book review of Sebastiano Mannia, In tramuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna , Nuoro,... more Book review of Sebastiano Mannia, In tramuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna , Nuoro, Il Maestrale, 2014, pp. 256.
In questo articolo ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il p... more In questo articolo ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’ habitat fisico (lo spazio, il tempo, il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “ habitat- caprile”, ho voluto sottolineare il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini, ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura.
Il lavoro di Giulio Angioni si e mosso costantemente tra antropologia e letteratura. I due campi ... more Il lavoro di Giulio Angioni si e mosso costantemente tra antropologia e letteratura. I due campi permettono di cogliere livelli elevati di complessita e di profondita su tematiche talvolta comuni. E il caso di Assandira e dei testi scientifici dedicati al lavoro agropastorale. Nel romanzo l’antropologo mette in scena aspetti particolari della cultura, con una forte presenza delle emozioni, evanescenti e contradditorie. L’ammirevole risultato e debitore dell’impegno che l’antropologo-nativo ha dedicato all’etnografia ma anche alla riflessivita rispetto alla propria origine culturale.
Can one talk of interspecific culture in pastoralism? This question may be a topic of interest to... more Can one talk of interspecific culture in pastoralism? This question may be a topic of interest today, thanks to the renewed attention that several disciplines, including anthropology, dedicate to man-animal relationships. The bringing back up to date of a classical theme in anthropology is probably fostered by the substitution of working animals with pets, even in rural settlements; it is like the incorporation, within common sense, of ecological principles and the urgency of ethical topics regarding nature. In this paper I have described some aspects of the relationships established between the goatherd and the animals in a wild and semi-wild goat breeding farm. The paper focusses on the complex dynamics linking the physical habitat (space, time and climate), the ‘animal nature’ (instinct, behaviour observed and volitions) and the work of man, in organisational, relational, emotional and aesthetic terms, as well as anthropopoietic. With the expression ‘goatfold habitat’, I have attempted to highlight the contemporary natural and cultural characteristic of the context in which men, the environment and animals relate to and influence one another, establishing forms of negotiation in meaning and communication. The use of sheep bells represents an efficient example of dialogue with nature. Although the theme opens many perspectives, this paper concentrates beautifully on the anthropological view, with the aim of interpreting the structural and defining process of man in a context in which the animal is the central focus.
Si può parlare di cultura interspecifica nel pastoralismo? La domanda può essere oggi argomento d’interesse, grazie anche alla rinnovata attenzione che varie discipline, compresa l’antropologia, riservano al tema del rapporto uomo-animale. La riattualizzazione di un tema classico dell’antropologia è probabilmente favorita dalla sostituzione degli animali d’utilità con i pet (animali d’affezione) anche negli insediamenti rurali, così come dall’assimilazione nel senso comune di principi ecologisti e dall’urgenza dei temi etici che riguardano la natura. Nel saggio ho voluto descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’habitat fisico (lo spazio, il tempo, il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “habitat-caprile”, ho voluto sottolineare il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini, ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura. L’interesse per queste tematiche, pur aprendo a differenti prospettive, rimane in questo saggio squisitamente antropologico, nell’intento di interpretare le modalità di strutturazione e di definizione dell’umano in contesti in cui l’animalità è centrale.
Uploads
Papers by Carlo Maxia
In this paper I have described some aspects of the relationships established between the goatherd and the animals in a wild and semi-wild goat breeding farm. The paper focusses on the complex dynamics linking the physical habitat (space, time and climate), the ‘animal nature’ (instinct, behaviour observed and volitions) and the work of man, in organisational, relational, emotional and aesthetic terms, as well as anthropopoietic.
With the expression ‘goatfold habitat’, I have attempted to highlight the contemporary natural and cultural characteristic of the context in which men, the environment and animals relate to and influence one another, establishing forms of negotiation in meaning and communication. The use of sheep bells represents an efficient example of dialogue with nature.
Although the theme opens many perspectives, this paper concentrates beautifully on the anthropological view, with the aim of interpreting the structural and defining process of man in a context in which the animal is the central focus.
Si può parlare di cultura interspecifica nel pastoralismo? La domanda può essere oggi argomento d’interesse, grazie anche alla rinnovata attenzione che varie discipline, compresa l’antropologia, riservano al tema del rapporto uomo-animale.
La riattualizzazione di un tema classico dell’antropologia è probabilmente favorita
dalla sostituzione degli animali d’utilità con i pet (animali d’affezione) anche negli
insediamenti rurali, così come dall’assimilazione nel senso comune di principi ecologisti e dall’urgenza dei temi etici che riguardano la natura. Nel saggio ho voluto
descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali
nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione
sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’habitat fisico (lo spazio, il tempo,
il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il
lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche
antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “habitat-caprile”, ho voluto sottolineare
il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini,
ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di
significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in
questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura. L’interesse per queste
tematiche, pur aprendo a differenti prospettive, rimane in questo saggio squisitamente
antropologico, nell’intento di interpretare le modalità di strutturazione e di
definizione dell’umano in contesti in cui l’animalità è centrale.
In this paper I have described some aspects of the relationships established between the goatherd and the animals in a wild and semi-wild goat breeding farm. The paper focusses on the complex dynamics linking the physical habitat (space, time and climate), the ‘animal nature’ (instinct, behaviour observed and volitions) and the work of man, in organisational, relational, emotional and aesthetic terms, as well as anthropopoietic.
With the expression ‘goatfold habitat’, I have attempted to highlight the contemporary natural and cultural characteristic of the context in which men, the environment and animals relate to and influence one another, establishing forms of negotiation in meaning and communication. The use of sheep bells represents an efficient example of dialogue with nature.
Although the theme opens many perspectives, this paper concentrates beautifully on the anthropological view, with the aim of interpreting the structural and defining process of man in a context in which the animal is the central focus.
Si può parlare di cultura interspecifica nel pastoralismo? La domanda può essere oggi argomento d’interesse, grazie anche alla rinnovata attenzione che varie discipline, compresa l’antropologia, riservano al tema del rapporto uomo-animale.
La riattualizzazione di un tema classico dell’antropologia è probabilmente favorita
dalla sostituzione degli animali d’utilità con i pet (animali d’affezione) anche negli
insediamenti rurali, così come dall’assimilazione nel senso comune di principi ecologisti e dall’urgenza dei temi etici che riguardano la natura. Nel saggio ho voluto
descrivere alcuni aspetti della relazione che si stabilisce tra il pastore e gli animali
nell’allevamento caprino brado e semibrado, cercando di focalizzare l’attenzione
sulla complessa dinamica che lega unitariamente l’habitat fisico (lo spazio, il tempo,
il clima), la “natura animale” (l’istinto, i comportamenti appresi, le volizioni) e il
lavoro umano, nei suoi aspetti organizzativi, relazionali, emotivi, estetici ma anche
antropopoietici. Ricorrendo all’espressione di “habitat-caprile”, ho voluto sottolineare
il carattere contemporaneamente naturale e culturale del contesto in cui uomini,
ambiente e animali si relazionano e si influenzano, stabilendo forme negoziali di
significazione e di comunicazione. L’impiego dei suoni dei campanacci rappresenta in
questo ambito un efficace esempio del dialogo con la natura. L’interesse per queste
tematiche, pur aprendo a differenti prospettive, rimane in questo saggio squisitamente
antropologico, nell’intento di interpretare le modalità di strutturazione e di
definizione dell’umano in contesti in cui l’animalità è centrale.