Chapter Text
Simone si è rotto il cazzo.
È la terza volta che De Angelis fa la ramanzina alla classe nell’ultima settimana perché Pin si rifiuta di tornare a scuola.
Ma che stesse a casa quel pazzo. Per due scherzi s’è fatto venire una sincope e ha pianto come un bambino, deve pure ringraziare che Simone non l’ha detto agli amici suoi di rugby, sai come lo corcavano.
Vabbè lui non sta male solo per quello, c’è anche la lettera di quel grandissimo bastardo di suo padre. Ovviamente Dante Balestra non poteva telefonare per parlargli di Torre, non che Simone volesse ascoltarlo, doveva fare tutto in grande stile mandandogli una lunghissima lettera, che non verrà letta, tra l’altro, perché se c’è una cosa che il corvino non farà è interessarsi a come suo padre si immischia nelle vite di tutti i ragazzi della sua età tranne lui.
Simone tira un calcio ad un sasso per strada, lo guarda rimbalzare sull’asfalto, non aiuta. Riporta i suoi pensieri su una cosa più gestibile, Laura.
Sono mesi che Matteo e Chicca gli dicono di buttarsi, che lei gli muore dietro. Simone lo sa che potrebbe farlo, voleva farlo. Ma con Pin sempre attaccato a lei gli passava la voglia, magari ora che s’era levato dal cazzo…
Certo che è diventato proprio uno stronzo. Il ragazzo si ferma a contemplare quest’ultima rivelazione quando sente una voce chiamarlo
“Oh coso! Balestra! E girate!”
La sa chi è. Quel coglione di Manuel Ferro, terza E, anche lui è un suo problema, ma non ci vuole pensare.
Il corvino si volta verso l’altro ragazzo, che, dalla sella della sua moto, gli fa segno di avvicinarsi. Quando Simone è sufficientemente vicino il più grande continua, a voce bassa “C’ho la roba che m’hai chiesto se ti serve ancora” la roba, certo. Simone gli ha chiesto giusto 2 grammi per riposare un po’ il cervello, magari fumarseli con Matteo il prossimo weekend. “Si, me servono” sussurra cercando di sembrare il più rilassato possibile. Sto Manuel lo mette in soggezione, è il tipo di Chicca e, a detta sua, un gran bono. A Simone sembra solo uno scemo e gli da del tutto sui nervi. “Allora domani te li porto, nun crepa” il maggiore ghigna, Simone lo odia “manco te” bisbiglia voltandosi e prontamente costringendosi ad allontanarsi, quel tipo c’aveva zero concezione di spazio vitale.
Il rombo della moto lo avvisa che se n’è andato, così Simone riaccende le cuffie con la playlist workout e si domanda di nuovo per quale motivo delle 200 canzoni che c’ha messo Spotify gli faccia sempre partire Capri Sun, ma che cazzo.
Tornato a casa la madre lo accoglie con un piacevolissimo “l’hai letta la lettera?” Grazie tante, Floriana, Simone sta benissimo, a scuola tutto bene, si, ha anche fame, grazie per averlo chiesto. Gli occhi preoccupati della madre dovrebbero incuriosirlo sui contenuti di quei fogli, in realtà, visto che ormai sia lei che sua nonna non parlano d’altro, ma a simone non interessa. Finché lo stronzo rimane dove sta è tutto più che apposto. E Dante a torre ci rimane, sua madre l’ha detto più volte, come se la cosa dovesse in qualche modo intristirlo. Il ragazzo invece non vede l’ora di stargli ancora più lontano, sceglierà l’università nel posto più remoto possibile apposta.
Ciò che effettivamente lo ferma dal dirigersi direttamente in camera sua senza pranzare è il “guarda che per il 6 giugno sta qua” pronunciato da Floriana mentre il riccio sale le scale. Il 6 giugno cosa? Chi? Dante?
Simone è spiazzato, percorre lo spazio che lo separa dalla sua stanza in tempo record, sbatte la porta e si fionda alla scrivania. Rovista tra i fogli fin quando non trova la stupida lettera ed inizia a leggerla in fretta e furia.
“Caro Simone
Come stai? Spero tutto bene”
seh vabbè sticazzi
“Un mio alunno sta avendo problemi con sua madre”
il corvino è totalmente disinteressato
“visto che ora non ha nessuno ed io sto per partire per la Tailandia rimarrà con voi quest’estate”
Aspetta che?!?? Chi???
Il ragazzo si trova costretto a rileggere più e più volte per carpire il succo del discorso. Un perfetto sconosciuto, un tale Domenico, non potendo più vivere a casa di Dante, impegnato in un pellegrinaggio trimestrale non rimborsabile in Tailandia, rimarrà a Villa Balestra tutta l’estate. È una lettera informativa, la decisione è, ovviamente, stata presa senza consultarlo. Fosse una volta che la sua opinione conti qualcosa in quella casa.
Simone si sente male, gli gira la testa e gli viene da vomitare, non pensa a nulla, ripesca il telefono dallo zaino e chiama l’unica persona che pensa possa aiutarlo
“Pronto Manuel, posso passare ora a ritirare da te? Vengo adesso” l’altro ragazzo non ha nemmeno il tempo di grugnire in assenzo che Simone ha già attaccato.
Mentre infila nuovamente il giubbotto pensa bene di chiamare anche Laura, quale giorno migliore per fidanzarsi di questo? Così almeno avrà una scusa per stare fuori casa tutto il giorno.
“La, ciao, dobbiamo parlare. Si, certo, passo da te, va bene tra mezz’ora? Ok, ciao”
Scende le scale correndo, raccatta le chiavi della vespa ed esce dalla portafinestra, cristo, avrà bisogno di più di due grammi.