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il Nome nel testo Rivista internazionale di onomastica letteraria XXI 2019 Edizioni ETS il Nome nel testo Direzione Maria Giovanna Arcamone, Donatella Bremer, Maria Serena Mirto, Luigi Surdich Giunta di Direzione Matteo Milani, Elena Papa, Giorgio Sale, Leonardo Terrusi Comitato di Consulenza Giusi Baldissone, Marco Bardini, Luca Bellone, Daniela Cacia, Marina Castiglione, Franco De Vivo, Simona Leonardi, Giorgio Masi, Simone Pisano, Luigi Sasso, Lorella Sini Comitato Scientifico Giorgio Baroni, Pierre-Henri Billy, Ana María Cano Gonzáles, Roberto Cardini, Alberto Casadei, Richard Coates, Friedhelm Debus, Giuseppe Di Stefano, Enrico Giaccherini, Botolv Helleland, Rosa Kohlheim, Volker Kohlheim, Dieter Kremer, Angelo R. Pupino, Alda Rossebastiano, Grant W. Smith, Alfredo Stussi, Mauro Tulli, Mats Wahlberg Questo fascicolo esce a cura di Daniela Cacia, Elena Papa, Giorgio Sale, Luigi Surdich *** Inviare i testi in copia cartacea o elettronica alla redazione della rivista presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, Via Santa Maria, 36, 56126 Pisa; e-mail: magiarc@gmail.com o donatella.bremer@unipi.it I testi in inglese, tedesco, francese e spagnolo (lingue accettate, oltre l’italiano, dalla rivista) dovranno essere accompagnati da un breve riassunto in italiano. La redazione non è tenuta a restituire i lavori che non possono essere pubblicati. http://riviste.edizioniets.com/innt periodico annuale - autorizzazione del Tribunale di Pisa n. 26 del 1999 Direttore responsabile: Alessandra Borghini abbonamento annuale: Italia € 52,00, estero € 65,00 Modalità di pagamento / Payment information Bonifico bancario/Bank draft Edizioni ETS srl – IBAN IT 97 X 06160 14000 013958150114 - BIC/SWIFT CRFIIT3F Causale/Reason: Abbonamento “il Nome nel testo” PayPal info@edizioniets.com Oggetto: Abbonamento “il Nome nel testo” il Nome nel testo Rivista internazionale di onomastica letteraria dedicato a Annamaria Carrega INDICE Ricordando Annamaria Carrega di Luigi Sasso 13 Presentazione 17 I Il nome in un autore o in un genere letterario Giusi Baldissone Guido Gozzano dalla Metamorfosi all’ultima rinuncia. Il nome della Morte 27 Daniela Cacia Ciuffettino e compagni. Antroponomastica fittizia nella letteratura per l’infanzia del primo Novecento 43 Chiara Coppin L’onomastica nei romanzi storici di Francesco Mastriani 53 Luigi Matt Per uno studio sistematico dell’onomastica nei poemi eroicomici italiani: primi sondaggi 63 Elena Papa Le voci della sera di Natalia Ginzburg: suggestioni onomastiche di un piccolo mondo 75 8 INDICE Leonardo Terrusi Fiorenza e le altre. Risonanze politico-ideologiche dei toponimi in Dante e altri scrittori 87 Laura Vallortigara «Come sipari dietro cui c’è qualcosa». Note di onomastica nel ciclo di Nane Oca di Giuliano Scabia (con un inedito d’archivio) 97 Maria Caracausi Nomi mitologici nell’opera di Ghiannis Ritsos 111 Martina Treu Aristofane, nomi in commedia (Parte I). Il destino nel nome: Acarnesi, Cavalieri e Nuvole 125 Anna Beltrametti Aristofane, nomi in commedia (Parte II). Nomi ed enigmi (non troppo oscuri), due casi di studio: Pistetero e Prassagora, Uccelli e Donne in assemblea 135 Anna Ferrari Le identità celate. Nomi divini ed epiteti nell’Alessandra di Licofrone 143 Patrizia Paradisi Donne oraziane: onomastica e identità 155 Rosa Kohlheim Considerazioni sulla nominatio nei romanzi di Theodor Fontane ambientati nella società del suo tempo 169 Giulia Baselica Nomen Numen: nel nome il potere metamorfico di un destino letterario. Il caso di Čerubina de Gabriak 177 Alessandra Cattani Strategie onomastiche nei romanzi di Dostoevskij: l’evoluzione del ribelle 187 Igor Piumetti L’identificazione del simbolo: riflessioni sul Gabbiano di Čechov 199 INDICE 9 Laura Luche Riflessioni sull’onomastica nel romanzo del dittatore ispano-americano 211 Sílvia Veà Vila Toponímia real i inventada a l’Aplec de Rondaies Mallorquines d’En Jordi d’Es Racó 221 Matteo Rei Perché Maria è Parda? Intorno al nome di un personaggio di Gil Vicente 235 Roberta De Felici Di fiore in fiore... di genere in genere... Le trasformazioni onomastiche della Signora delle Camelie 247 Anna Paola Pioggiosi Personne de Linda Lê: le nom générateur de diffraction et de composition dans le processus littéraire 259 Giorgio Sale Il catalogo onomastico dell’Histoire comique de Francion di Charles Sorel 271 II Il nome nel (con)testo non letterario Elvira Assenza Trasposizioni onomastiche nelle parodie disneyane 287 Richard Brütting Nomi e soprannomi di Giuseppe Garibaldi nelle biografie di Giuseppe Guerzoni (1882) e di Pierre Milza (2014) 299 Marina Castiglione I nomi dietro i numeri: Michele Salvemini aka Caparezza 313 Silvia Corino Rovano Il pòvr òm! Gelindo 329 10 INDICE Antonietta Dettori Strutture onomastiche nel fumetto cagliaritano Fisietto & C. La saga dei Pistis 341 Antonio Iurilli L’inquietante primum italiano del macrotoponimo America 355 Alda Rossebastiano Mirtilla, eroina dei Tuchini 367 Francesco Sestito Da Balatrone a Golasecca: sondaggi sulle modalità di traduzione in italiano di antroponimi e toponimi ‘minori’ dei fumetti Disney di realizzazione statunitense (1945-1960) 379 Roberto Sottile Nomi d’arte e soprannomi di cantautori, rapper e band della scena musicale siciliana 397 III Il nome nelle traduzioni Simona M. Cocco «Tiene demasiados nombres»: il trattamento in spagnolo di alcuni antroponimi in The Maltese Falcon 417 Erika Raniolo Tradurre i nomi dei Sette Nani in LIS: riflessione sui segni-nome 431 IV Riflessioni metodologiche intorno al nome proprio Volker Kohlheim Apetti metodologici dell’onomastica letteraria 447 INDICE 11 Indice dei nomi 455 Indice degli autori 465 RICORDANDO ANNAMARIA CARREGA La prima immagine che mi viene incontro, ricordando Annamaria Carrega, è un’aula affollata dell’Università di Genova, in via Balbi 6. Erano gli anni Settanta e in quell’aula seguivamo i corsi di Edoardo Sanguineti. Ci accostavamo allo studio delle dinamiche formali dei testi e delle loro implicazioni ideologiche (la VII giornata del Decameron, i sonetti della scuola siciliana), imparavamo a commentare le pagine dei Quaderni dal carcere di Gramsci. Erano occasioni, percorsi mai prima da noi esplorati, grazie ai quali potevamo avvicinarci alla critica dei miti d’oggi di Roland Barthes, alla grammatica della narrazione di Tzvetan Todorov, ai sondaggi stilistici di Leo Spitzer. Si formava in noi un’etica della scrittura, del lavoro intellettuale. A ciò contribuivano le pagine di Walter Benjamin, le teorie di Derrida e di Paul de Man, l’archeologia del discorso di Foucault. Annamaria si appassionava alla lettura di questi e di altri autori, voleva approfondire la conoscenza del dibattito critico contemporaneo e nel frattempo spostava sempre più i propri interessi, inizialmente rivolti all’area classica, verso la letteratura – in particolare la poesia d’amore – del Medioevo. Si colloca in questo ambito di ricerca anche l’attenzione rivolta all’universo, ricco di implicazioni morali e simboliche, degli animali e delle loro proprietates, meticolosamente catalogate nei cosiddetti bestiari. Proprio di una raccolta enciclopedica di questo genere Annamaria curò l’edizione critica presso una casa editrice, la Costa & Nolan, che aveva iniziato a operare a Genova all’inizio degli anni Ottanta. Si tratta del Bestiario moralizzato di Gubbio, la prima testimonianza, cui altre e di non poco conto seguiranno, dell’attenzione da lei prestata a quella linea sottile che divide ciò che è naturale dal suo opposto, e che porta a individuare, tra queste due sfere, gli scambi e le oscillazioni. Muovendosi lungo queste direzioni di indagine, Annamaria arriverà a offrire i suoi contributi intorno alle valenze simboliche delle figure animali nei convegni organizzati dall’International Reynard Society: a Durham, per esempio, dove proporrà un’interpretazione del Detto del gatto lupesco come rivisitazione parodica del racconto di viaggio (del Detto curerà l’edizione critica in abbinamento col Mare amoroso presso le Edizioni dell’Orso di Alessandria, nel 2000), e 14 LUIGI SASSO due anni più tardi, nel 1989, a Losanna, con un intervento sulla figura, fra tradizione e retorica, del Gerione dantesco. Avevano nel frattempo avuto inizio, presso l’istituto di Filologia Romanza, i seminari del Centro di Ricerche in Scienza della Letteratura. I modelli culturali di riferimento erano costituiti, in quella sede, dai saggi di Michail Bachtin, dagli studi di antropologia culturale, dai lavori di Carlo Ginzburg e Giorgio Raimondo Cardona. Occasioni di confronto e di dibattito, i seminari concretizzavano l’idea del lavoro critico come dialogo, come apporto e scambio tra differenti prospettive di indagine, come operazione non del tutto confinabile nel pur necessario isolamento richiesto dalla ricerca e dallo studio. Annamaria partecipava a questi incontri, sviluppando modalità di lettura nelle quali sapeva ritagliarsi un proprio spazio di originalità. Ne costituisce conferma il contributo proposto al seminario del 1988 e pubblicato l’anno successivo col titolo La scrittura sognata. È un intervento che intende verificare, su documenti relativi a epoche e ambiti differenti quali i Discorsi sacri di Elio Aristide e la Vita nuova dantesca, il nesso tra scrittura autobiografica e sviluppo onirico. Nel testo dantesco, in particolare, Annamaria individuava la promozione del sogno da segno a codice, la sua trasformazione in una chiave ermeneutica dell’evento di cui è all’origine, facendo del sogno, insomma, la reale interpretazione del testo. Anziché appiattire le pagine prese in esame limitandosi a riconoscerne i loro possibili archetipi, Annamaria mostrava come nella Vita nuova il motivo dell’ispirazione onirica, pur riconducibile al modello del poeta sciamano, finisce per essere immesso in un circuito testuale che lo nega e lo supera. Veniva così centrato l’obiettivo dell’investigazione critica: evidenziare il passaggio dalla figura del poeta come semplice tramite di un messaggio in gran parte inconscio a quella di un soggetto responsabile delle scelte e delle strategie adottate. Un risultato ancor più destabilizzante veniva raggiunto da un altro fondamentale contributo alle attività del Centro di ricerche, Al posto dell’altro: in margine al Don Chisciotte per una riflessione sull’«apocrifo letterario». Un lavoro con il quale Annamaria usciva dall’ambito medievale per affrontare il romanzo all’origine del nostro modo di intendere la letteratura. E lo faceva scegliendo di confrontarsi con la nozione e il ruolo di colui che chiamiamo autore, di chi, in questo caso, si mostra capace di evocare una sua controfigura o addirittura una moltitudine di ego, con i quali, di volta in volta, diversamente rapportarsi. Il risultato era, al termine dell’indagine, la definizione di un proprio modo di vedere la letteratura: una parola capace di appropriarsi di ciò che appare come vivente, che assorbe anche quanto, rivendicando una priorità logica, si pretende irriducibile alla dimensione testuale. La valorizzazione degli strumenti e delle strategie di costruzione formale, già messa in atto nella Scrittura sognata, qui viene ripresa, viene estesa, si radicalizza. Il RICORDANDO ANNAMARIA CARREGA 15 testo si trasforma in un labirinto, in un intreccio di fili che, nella dinamica dei rinvii e dei rovesciamenti, dissimula, traveste, cancella le figure. Diventava a questo punto indispensabile, nell’accostarsi al discorso letterario, ritagliare spazi di autonomia e di approfondimento per la riflessione di tipo teorico. È quanto emerge da un articolo uscito sulla rivista «Nuova corrente» nel 2003 dal titolo Le forme di una persistenza. Teoria e pratica del commento in Benjamin, Foucault e Derrida. Venivano portati in primo piano, e discussi, aspetti quali l’inesauribilità del testo e la relazione con l’idea di un enigma, di un segreto che nessuna lettura può in fondo svelare. Occuparsi di letteratura significava per Annamaria in modo sempre più chiaro indagare la nozione di opera letteraria, i compiti che spettano al lettore e all’autore. Di qui la necessità di proseguire la propria ricerca anche nella realtà contemporanea. L’occasione le si presentò nel 2005, al XXII Congresso Internazionale di Scienze Onomastiche, in cui scelse di occuparsi della narrativa di uno scrittore americano vivente. Il suo intervento, dal titolo Nomi di vetro: note sulla narrativa di Paul Auster, poneva di nuovo al centro, come già era accaduto soprattutto col Don Chisciotte, la figura dell’autore, ma sottolineando questa volta con forza come il nome possa giocare una funzione spiazzante perché, anziché garantire la separatezza di realtà e di finzione, opera sconfinamenti inquietanti tra l’io fittizio e l’altro io, quello biografico. Il nome si ritrova a essere la pezza che tenta di tenere insieme l’identità – scissa, frantumata – del soggetto che scrive. Ma non sfuggiva, ad Annamaria, che la pagina di Auster, pur presentandosi come uno spazio babelico, come luogo segnato dall’oscurità, sa disegnare anche una realtà altra, e che i nomi ci mostrano, scaturendo dal nulla, la loro dimensione magica, quello che potremmo chiamare il potere di creare delle vite. La partecipazione di Annamaria ai convegni di O & L sarà da questo momento in poi assidua. Anche se in realtà era già iniziata nel 1995, quando aveva seguito, tra il pubblico, i lavori del primo convegno. A Pisa tornerà nel 2009, questa volta con una relazione intitolata Indizi onomastici nel Roman du Comte d’Anjou: rilevanza estetica e implicazioni strutturali, nel 2011 (Storie di nomi, pseudonimi e mantelli. Fate, animali e fanciulle perseguitate) e nel 2013 (Έλένη δ΄’εκλήθην: il nome come doppio, simulacro, ombra); sarà poi presente a Genova nel 2014 (Il sospetto di un nome. Onomastica criptata in alcuni testi medievali), e di nuovo a Pisa nel 2015 (Strategie dantesche nella denominazione dei poeti. Bertran de Born e Pier della Vigna) e nel 2017 (Il nome del giullare), La letteratura medievale restava, come si vede, il suo spazio di manovra privilegiato. Una menzione particolare merita in tal senso l’intervento al convegno onomastico del 2015. Venivano presi in esame due passi dell’Inferno, in modo da verificare l’intensità e la profondità di una scrittura, quella dantesca, non di rado affetta da una «coazione onomastica», da un prolife- 16 LUIGI SASSO rare di nomi che si diramano fino a disegnare immagini di straordinaria, e talvolta persino intollerabile, evidenza. La sagoma scissa, straziata di Bertran de Born, che tiene in mano, come in una allucinata epifania, il proprio capo trasformato in un oggetto che è insieme specchio e lucerna, quella, altrettanto sfigurata nella sua riduzione a tronco, a groviglio metamorfico, di Pier della Vigna, sono interpretate e restituite, dall’analisi di Annamaria, alla complessa, alla densissima problematica onomastica, mostrando in ultimo il dissolversi del più diretto e in apparenza inscindibile dei legami, quello tra l’individuo e il proprio nome. Tra i meriti di questo intervento sta l’aver dimostrato come le forme della nominatio, per esempio l’autopresentazione del personaggio, possano contagiare l’intera materia del canto e come l’indagine onomastica sia sempre destinata, quando viene condotta con una strumentazione sensibile e affidabile, a tradursi non solo in una incisiva lettura del testo in oggetto, ma in una interpretazione della fisionomia e del senso della letteratura. Ci sarebbero ancora altri aspetti del lavoro critico di Annamaria da ricordare, con pagine spesso affidate alla rivista «L’immagine riflessa»: quelle dedicate al Decameron e alla categoria del «carnevalesco», alla rilettura del mito di Narciso, all’esame della narrativa fantastica del XIX secolo a partire dal motivo del ritratto, al rapporto tra scrittura e immagine nella Commedia. E l’elenco non è ancora completo. In ogni sua nuova attività di ricerca, Annamaria dava prova di uno scrupolo che la portava a interrogarsi sulle scelte fatte, a sottoporle continuamente a verifica, a discuterne la logica e la fondatezza. Ma non è certo questo il motivo che le ha impedito di raccogliere i suoi numerosi contributi in uno o più libri. C’era, così credo, una ragione più profonda. Era come se tutte le sue pagine fossero in realtà parte di un unico lavoro, fossero le tappe di un medesimo percorso che lei considerava non ancora finito perché avvertiva sempre la necessità di una nuova prospettiva, di farsi ancora una volta sorprendere, di lasciarsi tentare da una possibile deviazione, da un’intuizione improvvisa. Per questa stessa ragione dietro ogni sua pagina si può cogliere, a voler guardare bene, il nucleo essenziale del suo pensiero: la consapevolezza che scrivere non possa prescindere da un’accorta orchestrazione di artifizi, che sia sostanzialmente una finzione, ma nel contempo uno strumento efficace per sondare il lato più profondo del reale e per mettere in gioco se stessi. Un ri-trarsi, dunque, per scandire il verbo come ironicamente amava fare lei, un modo di costruire e di delineare la propria identità e, con la stessa discrezione, di prendere congedo dalle voci del testo, dall’andamento inquieto delle parole. Luigi Sasso PRESENTAZIONE Il XXI volume della rivista «il Nome nel testo» testimonia, una volta ancora, il crescente interesse degli studiosi, di varie scuole e provenienze, per l’onomastica letteraria. I numerosi saggi qui raccolti indagano la funzione del nome secondo prospettive di ricerca diversificate, applicate a differenti letterature e a contesti meno convenzionali (testi destinati a un pubblico di giovanissimi, fumetti, documenti poco noti al di fuori di circuiti eruditi), distinti per tipologia, lingua, epoca di produzione, sia nella loro versione originale che nelle traduzioni. Per comodità del lettore, il vasto panorama dei contributi è stato articolato in quattro sezioni che indagano aspetti specifici della pratica onomaturgica in ambito letterario, inteso sia in senso stretto che in senso più ampio. Il volume si apre con le ricerche rivolte alle creazioni onimiche prodotte da singoli autori, come si evincono da dichiarazioni esplicite o soltanto dalla prassi scrittoria, oppure, con un allargamento di prospettiva, presenti in uno specifico genere letterario, basate su opzioni poetiche, usi ricorrenti, ma anche inversioni di tendenza rispetto a movimenti e consuetudini precedenti. Al primo aspetto, quello che indaga il nome in un determinato autore, sono ascrivibili due indagini parallele condotte sulla nominatio in Aristofane (Anna Beltrametti e Martina Treu): sull’invenzione degli antroponimi a partire da costruzioni fonetiche e morfologiche di nomi etnici, patronimici e antroponimi correnti, con variazioni che introducono informazioni semantiche ulteriori, affidate a procedimenti metaforici e metonimici che fanno riferimento ad aspetti inattesi e a tratti caricaturali dei personaggi. Il lungo monologo dell’Alessandra del poeta ellenistico Licofrone (Anna Ferrari) offre molti spunti onomastici soprattutto per gli epiteti inusuali, rari, ricercati, preziosi, a volte inventati dall’autore stesso e dietro i quali si celano le divinità, quasi mai designate con il loro nome abituale. Restando sempre nel campo delle culture classiche, l’indagine sulle denominazioni delle donne oraziane (Patrizia Paradisi) individua antroponimi già esistenti nel repertorio onomastico greco-romano (sia mitologico che letterario che storico) e neoformazioni originali ascrivibili all’inventiva del grande poeta latino. 18 PRESENTAZIONE Seguono cinque interventi di ambito italianistico. Il primo studio (Leonardo Terrusi) esplora la funzione politica e ideologica di alcuni toponimi, spesso usati come personificazione del luogo al quale si attribuisce un potenziale mitico, primo fra tutti il nome di Firenze, anzi, Fiorenza, in Dante e altri scrittori, per proseguire con una carrellata che, dal Duecento, giunge all’estremo contemporaneo. Il saggio successivo si sofferma sull’onomaturgia dei romanzi storici di un popolare scrittore d’appendice, il partenopeo Francesco Mastriani, che, con intento sia comico che tragico, per designare i suoi personaggi ricorre a soprannomi, a nomi parlanti e alla plurinominazione (Chiara Coppin). Il terzo contributo studia il codice onomastico delle opere di Guido Gozzano (Giusi Baldissone), per individuare, anche per il tramite delle scelte onimiche, echi che, in una prospettiva intertestuale, conducono alle letture, alle opere e agli autori che più hanno ispirato il poeta e che, soprattutto nelle ultime poesie, si manifestano con un marcato parossismo citatorio. In Voci della sera, Natalia Ginzburg ha adottato scelte mimetiche o allusive per gli antroponimi e i soprannomi dei personaggi, sia in italiano che in dialetto; tali alternative sono indizi di un determinato codice sociale e costituiscono un segno di appartenenza o, al contrario, e in modo complementare, di esclusione dalla comunità cui l’autrice stessa appartiene (Elena Papa). L’ultimo testo di questo percorso effettuato all’interno del campo dell’italianistica riferisce del fantasioso sistema onimico creato dallo scrittore contemporaneo Giuliano Scabia nella saga di Nane Oca (Laura Vallortigara); vi si indaga l’elaborata ricerca linguistica e stilistica che, a partire da forme dialettali padovane, prelude all’attribuzione dei nomi ai personaggi. L’articolo è corredato di un inedito d’autore. Gli studi sugli espedienti onomaturgici seguiti da alcuni autori stranieri spaziano in un ampio orizzonte di epoche, generi, letterature nazionali. Oggetto del primo intervento (Matteo Rei) è la vivace inventiva onomastica del drammaturgo portoghese Gil Vicente, che, nel suo Pranto de Maria Parda (1562), fornisce un’interpretazione dell’attributo assegnato alla protagonista eponima, una vecchia disperata per la mancanza del vino, protagonista di un rovesciamento parodico del modello del lamento. Segue lo studio delle forme onomastiche adottate da Theodor Fontane, rappresentante del realismo poetico tedesco (Rosa Kohlheim), contese e comprese tra l’intento realistico e quello comico. Nel settore della produzione catalana, un saggio (Sílvia Veà Vila) si concentra sui toponimi nella produzione etnopoetica nella raccolta dell’Aplec de Rondaies Mallorquines d’En Jordi d’es Racó, rielaborata letterariamente da Antoni M. Alcover. La ripresa dei nomi mitologici in uno dei poeti più noti della Grecia moderna, Ghiannis Ritsos, che affida alle risonanze onimiche il riferimento a tematiche di carattere sociale e autobiografico, costituisce l’oggetto di studio di un contributo di PRESENTAZIONE 19 letteratura neogreca (Maria Caracausi). I tre studi successivi sono incentrati su altrettanti autori della letteratura francese e francofona. Quello sul romanzo barocco e libertino di Charles Sorel, l’Histoire comique de Francion (Giorgio Sale), mette in evidenza il complesso sistema onomastico del testo seicentesco, dove le attribuzioni dei nomi rispondono alle molteplici sfaccettature, ai diversi livelli narrativi del racconto e seguono procedimenti multireferenziali e diversificati. Un altro saggio di area francese (Roberta De Felici) osserva le variazioni dei nomi dei personaggi in dispositivi finzionali diversi: dal romanzo di Alexandre Dumas figlio, La Dame aux Camélias (1848), ai suoi adattamenti per la scena, la pièce teatrale dello stesso autore, poi tradotta in italiano, e infine al libretto della Traviata (1853), musicato da Verdi. Il romanzo di un’autrice francofona contemporanea, Personne di Linda Lê (2003), è il testo sul quale si concentra il terzo intervento di francesistica (Anna Paola Pioggiosi); in esso si mette in risalto come le soluzioni onomastiche siano sintomo e indizio del problema identitario che investe i personaggi, sempre minacciati da un sentimento intrinseco di estraneità. Ai contributi di ambito francofono fanno da pendant tre studi di area slavistica. Il primo (Alessandra Cattani) indaga lo stretto rapporto tra le scelte onimiche e l’evoluzione della figura del ribelle in alcuni romanzi di Fëdor Dostoevskij – a partire dall’anonimo protagonista delle Memorie del sottosuolo per arrivare ai Fratelli Karamazov. Il Gabbiano di Anton Čechov è l’oggetto del secondo saggio (Igor Piumetti). Vi si analizzano le strategie onomastiche del drammaturgo russo e, in particolare, la funzione dello pseudonimo come nome-simbolo: è la protagonista stessa, Nina, a scegliere per sé il nome Čajka ‘gabbiano’, nel quale identifica la propria essenza. Le osservazioni sui diversi pseudonimi dietro i quali si è celata in misteriose identità, dalle molteplici e conturbanti implicazioni culturali, la giovane poetessa pietroburghese Elizaveta Dmitrieva chiudono la parte dedicata alla slavistica (Giulia Baselica). Le ricerche sulla funzione del nome in uno specifico genere letterario completano la prima sezione e comportano tre articoli. Il primo si concentra sui poemi eroicomici italiani quattro-cinque e secenteschi (Luigi Matt), nei quali l’inventiva onomastica costituisce uno dei più rilevanti ed efficaci procedimenti espressivi, dagli esiti linguistici e stilistici particolarmente marcati in direzione comica (nomi di impronta popolare attribuiti ai personaggi epici, nomi parlanti, nomi comuni assegnati a personaggi eroici). La funzione del nome nella letteratura per l’infanzia del primo Novecento è il tema affrontato nel secondo contributo di questa sotto-sezione (Daniela Cacia). Il terzo saggio (Laura Luche), di area ispano-americana, analizza le denominazioni sorprendenti, gli epiteti elogiativi o, al contrario, infamanti e i titoli roboanti attribuiti ai dittatori (o creati da questi ultimi) nel romanzo 20 PRESENTAZIONE latinoamericano del Novecento, una produzione letteraria che ha dato vita a un vero e proprio genere: la novela del dictador. La seconda sezione ripropone una tematica inaugurata nel numero precedente della rivista: il trattamento del nome nel (con)testo, o più propriamente nei (con)testi non letterari, visto che si tratta di scritti e documenti eterocliti, non convenzionali, che si soffermano sull’esplorazione di scritture ‘allotrie’ rispetto all’ambito delle ‘belle lettere’. Fra questi il codice che tramanda l’Esposizione del Pater noster del salentino Antonio De Ferrariis, detto il Galateo, scritto tra il 1507 e il 1509, dove compare la precocissima attestazione italiana del geonimo ‘America’ (Antonio Iurilli), la cui prima testimonianza editoriale nota, nella cultura geografica europea, è databile agli stessi anni (1507), ma in ambiente lorenese. Di diverso tenore la figura popolare piemontese di Gelindo, il pastore del presepe che porta l’agnello sulle spalle (Silvia Corino Rovano): un personaggio delle sacre rappresentazioni del Natale, tramandato da fonti orali seicentesche e poi giunto, attraverso edizioni a stampa del XIX secolo, sino ai giorni nostri. Di taglio ancora diverso lo studio sui nomi, gli epiteti e i soprannomi attribuiti a Giuseppe Garibaldi in due biografie dell’eroe risorgimentale italiano per antonomasia (Richard Brütting): una del XIX secolo, redatta da Giovanni Guerzoni (1882), e una francese, molto più recente, scritta da Pierre Mirza (2014). Il caso del poemetto drammatico Mirtilla (1936) di Nino Costa riprende, invece, il soggetto della trecentesca rivolta popolare dei Tuchini (Alda Rossebastiano): l’ambientazione canavese, confortata dagli abbondanti toponimi, si accompagna all’evocazione della cultura occitanica, affidata ad alcune ricorrenze antroponimiche. A un genere di denominazione molto settoriale sono dedicati due contributi che indagano i nomi d’arte in ambito musicale: l’uno (Roberto Sottile) si interessa alle soluzioni e ai processi di formazione del nome – a volte originalissimi e imprevedibili, frutto di mescolanze di codici linguistici diversi – adottati da cantautori, cantanti rap e band siciliani; l’altro (Marina Castiglione) si sofferma sul talento espressivo del rapper Caparezza, al secolo Michele Salvemini, capace, nelle sue molteplici e ricercate trovate pseudonimiche, di mescolare stili diversi, con rara consapevolezza linguistica, oltre che di sovvertire stereotipi locuzionali. Tre dei sette contributi riuniti in questa sezione si volgono allo studio del fumetto. Il caso delle strisce umoristiche di Fisietto, di ambientazione cagliaritana (Antonietta Dettori), fornisce un esempio della creatività nata dal connubio tra forme colloquiali stereotipate, legate alla tradizione dialettale, e la più stringente attualità. L’articolo sulle parodie disneyane ispirate ai classici della letteratura, della lirica, del cinema (Elvira Assenza) mette in evidenza come le riscritture diano vita a rimaneggiamenti che comportano strategie linguistiche e retoriche capaci di richiamare i nomi dei personaggi e PRESENTAZIONE 21 i co(n)testi delle fonti a dispetto dell’inevitabile distorsione alla quale questi sono sottoposti. Il contributo sulla resa in italiano dei nomi dei personaggi disneyani minori (Francesco Sestito) si concentra su un campione di storie prodotte negli Stati Uniti nel quindicennio 1945-1960. Il saggio individua i diversi procedimenti traduttivi di antroponimi e toponimi e costituisce un ideale passaggio alla sezione successiva, dedicata alle dinamiche della traduzione in una prospettiva che è, dunque, di tipo interlinguistico. Questo terzo indirizzo di ricerca comprende due articoli che esplorano le procedure di conversione ‘funzionalmente equivalenti’ di un elemento dal testo d’arrivo a quello di partenza applicate a due prospettive specifiche. Le versioni italiane e spagnole del romanzo The Maltese Falcon (1930) di Dashiell Hammett palesano quanto le traduzioni dei dati onomastici siano spesso condizionate da fattori extra-testuali, quali il mercato editoriale e l’appartenenza a un determinato genere o, ancora, motivi politici e di censura (Simona Cocco). Su un piano diverso si svolge l’originale ricerca sulle traduzioni nella Lingua dei Segni Italiana dei nomi dei Sette Nani di Biancaneve (Erika Raniolo), atta a svelare la funzione del ‘segno-nome’, descrittivo o arbitrario nell’adattamento cinematografico Disney (1937), assente nel noto racconto dei fratelli Grimm. Chiude il volume la sezione che propone riflessioni teoriche e metodologiche sulla ricerca onomastico-letteraria. Si tratta di una tematica già dibattuta in altri numeri della rivista, in cui si indagano i meccanismi che presiedono alla formazione e alla scelta del nome unitamente alle strategie stilistiche e narrative adottate dagli autori. Nell’unico contributo di cui consta questa sezione (Volker Kohlheim) si considera la disciplina come ‘scienza di collegamento’ tra l’ambito linguistico e quello prettamente letterario. Per l’analisi dei nomi nelle opere di finzione, infatti, la linguistica, affiancata all’indagine etimologica e al metodo biografico e confortata da uno studio statisticocomparatistico, sorretto, a sua volta, anche da nuovi strumenti tecnologici, offre il supporto per un’indagine di tipo multidisciplinare, indispensabile per un approccio al nome inteso come microtesto. Come suggerisce l’autore la discussione sembra essere «ancora alle soglie delle sue possibilità» ed è aperta, dunque, a nuove future stimolanti ricerche. I testi contenuti in questo numero della rivista abbracciano – come abbiamo cercato di mettere in evidenza – un ampio spettro metodologico, e ampio è anche il quadro delle letterature nazionali, delle epoche, dei generi, degli autori e delle tipologie dei testi studiati. Alcune tematiche si sono rivelate particolarmente feconde, altre, meno praticate, sono probabilmente destinate a suscitare l’interesse dei ricercatori forse proprio in virtù della penuria di studi che le riguarda e che qui si è cercato, almeno in parte, di compensare. Starà al lettore, dunque, trovare il proprio percorso e allo stu- 22 PRESENTAZIONE dioso intraprendere nuove ricerche, che ci auguriamo di poter accogliere presto tra le pagine di questa stessa rivista. Il Comitato direttivo di O&L Pisa, settembre 2019 II Il nome nel (con)testo non letterario MARINA CASTIGLIONE I NOMI DIETRO I NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA Abstract: The paper focuses on the onomastic interest shown by a singer belonging to the new generation of Italian rappers, Michele Salvemini, aka Caparezza. The pattern of his CDs, what he himself calls a sort of «phononovel», modernises the structure of the concept-album of the ’70s on the basis of constant references to contemporary Italian news events and characters, and of his figure as an artist. In particular, his latest CD (Prisoner 709) represents an autobiographical translation of an onomastic equivalence in a numerical correspondence which is always unexpected and where the real name contrasts with the pseudonym. Keywords: Caparezza, pseudonyms, music, rap, numerical correspondence 1. Da Mikimix a Caparezza Ho il nome di Santoro, il cognome di Gaetano e sono meridionale come la questione Troppo politico (M) Michele Salvemini, rapper molfettese dalla voce nasale e dall’indubbio talento eclettico, autoironico e teatrale,1 ha al suo attivo due CD editi2 con Per i primi riscontri sulla dimensione musicale e linguistica di Caparezza, si cfr. GIUSEPPE ANMa cosa vuoi che sia una canzone, Bologna, il Mulino 2010, pp. 70-71, 163, 239; MASSIMO ARCANGELI, Vera poesia per le nostre orecchie. Altro che canzonette, «LId’O Lingua italiana d’oggi» V (2008), pp. 13-21; LORENZO COVERI, Le canzoni che hanno fatto l’italiano, in Italia linguistica: gli ultimi 150 anni. Nuovi soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario, a c. di E. Benucci e R. Setti, Firenze, Le Lettere 2011, pp. 69-126, in part. pp. 118-119. La qualità originale della costruzione lessicale è data dal continuo mescidamento tra lessico alto e basso, anglismi e giovanilismi, marchionimi e nomi di personaggi del cinema e della TV, fumetto e videogames. Tale permeabilità «al plurilinguismo e alla pluralità dei registri dei testi di Caparezza può spingersi sino a creare voluti doppi sensi che richiedono un passaggio ermeneutico non ovvio» (MARINA CASTIGLIONE, Un giullare contemporaneo: Caparezza tra fonoromanzi e locuzioni rivisitate e (s)corrette, in La lingua variabile nei testi letterari, artistici e funzionali contemporanei (1915-2014): analisi, interpretazione, traduzione, Atti del XIII Congresso SILFI, Palermo 21-25 settembre 2014, a c. di G. Ruffino e M. Castiglione, su CD). Un necessario riferimento bibliografico, in questo ambito, è ACCADEMIA DEGLI SCRÀUSI, Versi rock. La lingua nella canzone italiana negli anni ’80 e ’90, Milano, Rizzoli 1995. 2 Il primo uscì nel 1996, Tengo duro [Td]; il secondo nel 1997, La mia buona stella [Bs]. Nel 1998 chiuse la stagione con un singolo, Vorrei che questo fosse il paradiso. Durante questa prima 1 TONELLI, 314 MARINA CASTIGLIONE lo pseudonimo di Mikimix e sette CD editi3 con lo pseudonimo più noto di Caparezza: Folgorante cantore dei nostri tempi, ironico, autoreferenziale, debordante, sa abbinare ritmi trascinanti a testi di grande interesse, ricchissimi di citazioni e riferimenti all’attualità e alla cultura pop. (ANNA PARODI in COVERI, Le canzoni..., cit., p. 118) Il primo pseudonimo rispecchia in un nome macedonia una fase legata ad un posizionamento nel mondo dell’editoria musicale di stampo melodico:4 la testa del composto non è che l’ipocoristico del nome proprio dell’artista, Michele,5 e la seconda parte denuncia una proclamata dimensione di mescidazione tra testi minimali e ritmi rap. La proposta musicale di Mikimix non venne apprezzata dalla critica che ignorò queste prime prove e venne causticamente abiurata dallo stesso autore. Le ragioni del disgusto vengono dichiarate in modo esplicito in una prova non musicale del Nostro. Infatti, nel 2008 la casa editrice Rizzoli pubblica un libro dall’impaginazione grafica funambolica (uso di stampatello maiuscolo, corsivi, font differenti, alternati a disegni, fotografie, fumetti, cornicette infantili, ecc.)6 in quattro ‘Tomi’, che seguono cronologicamente la discografia ufficiale apparsa sino a quel momento.7 I testi di ciascuna sezione ‘accompagnano’ i brani del CD corrispondente. Nella retrocopertina lo stesso Caparezza si autorecensisce scrivendo: Caparezza visse tutto il tempo con la frustrazione di non poter diventare il musicista più noto della sua città perché Molfetta aveva dato i natali al maestro Riccardo fase partecipò per due volte a Sanremo Giovani (1995 e 1996). Nel 1997 fu ammesso tra le ‘Nuove proposte’ del Festival di Sanremo. Indichiamo tra parentesi quadre le sigle con cui si farà riferimento ai CD. 3 Nel 1998 uscì la prima demo Ricomincio da Capa [RC], il primo CD nel 2000 ?! [?!], a seguire nel 2003 Verità supposte [Vs], nel 2006 Habemus Capa [HC], nel 2008 Le dimensioni del mio caos [Dc], nel 2011 Sogno eretico [Se], nel 2015 Museica [M], nel 2017 Prisoner 709 [709]. 4 In questi anni Mikimix condusse su Videomusic un programma musicale, Segnali di fumo, e partecipò ad alcune serate nei locali di Milano, dove aveva cominciato a frequentare l’Accademia di Comunicazione. 5 In considerazione dell’imposizione onomastica dei nomi dei neonati e della consuetudine devozionale radicata soprattutto nel meridione d’Italia, può essere utile fare riferimento alla presenza al culto di san Michele Arcangelo, molto radicato nella Puglia settentrionale, tanto che a un centinaio di chilometri da Molfetta ne è presente il noto santuario a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, di cui si riparlerà a breve. 6 CAPAREZZA, Saghe mentali. Viaggio allucinante in una testa di Capa, Milano, Rizzoli 2008. 7 Il libro è così diviso: I Tomo ?! aka Caro diario stracciapalle; II Tomo Verità supposte aka Fiabe senza fronzoli; III Tomo Habemus Capa aka L’opera tronfia; IV Tomo Le dimensioni del mio caos aka il fonoromanzo. IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 315 Muti. Altresì non poté sperare di divenire il «Salvemini» più popolare poiché di Molfetta era anche lo storico Gaetano Salvemini. [...] La vita artistica di Michele Salvemini si divide in due tronconi: «quando aveva i capelli corti» e «quando aveva i capelli lunghi». «Quando aveva i capelli corti» le sue opere erano acerbe, svuotate di senso critico e per nulla scomposte. «Quando aveva i capelli lunghi» invece, la sua poetica divenne ficcante, urticante ed altri aggettivi ancora, permettendogli di pubblicare ben 4 dischi e chissà quanti altri ancora. Nel passaggio da «quando aveva i capelli corti» a «quando aveva i capelli lunghi» si consuma una ridefinizione onomastica sostanziale che ha i suoi prodromi nel rientro a Molfetta dopo gli anni milanesi.8 Da un nomignolo un po’ fumettistico, a cui manca fortunatamente il successo («Se fossi andato bene sarebbe stato difficile scrollarmi di dosso quella storia»)9 ad un soprannome dialettale motivato non tanto dalla lunghezza dei capelli, quanto dalla chioma riccia:10 Caparezza. La prima demo apparsa dopo la metamorfosi fisica e onomastica gioca su una locuzione fraseologica fondata proprio a partire dal nuovo identikit: Ricomincio da Capa. L’immagine della demo riproduce lo pseudonimo come sintagma ancora non univerbato: Sin dai primi brani appare la centralità della nuova immagine e del nome, una sorta di rigenerazione che viene ribadita, sillabata, con anafore ed esplicite dichiarazioni di abiura della precedente vita artistica, condizionata dal mercato discografico, un ‘nome in codice’ con cui emendare le proprie colpe: Caparezza11 on the microphone/ Nel futuro proiettato come Tron (bon)/ Nuovo per il ninety-nine (so fine!)/ La C-A, la P-A (si sa che...)/ La C-A, la P-A/ La C-A, la P-A/ Si sa che... [...] Spero che abbiate perdonato ciò che sono stato nel passato/ 08 Esiste però qualche ulteriore traccia di altri due pseudonimi, uno precedente a Mikimix e l’altro successivo, ma anteriore a Caparezza, di cui non c’è conferma in discografia. Infatti, in una intervista sul «Corriere della Sera» (9 luglio 2018, rilasciata a VITTORIO ZINCONE), Caparezza dichiara: «All’inizio mi chiamavo Mix, poi Mikimix, poi Passolungo...». https://www.corriere.it/sette/18_luglio_05/caparezza-quanto-paga-coerenza-musica-zero-5d19286c-7ea5-11e8-9a5a-8ee160d32254_ amp.html La dichiarazione ha generato un topic sul suo sito ufficiale che ha lasciato, però, senza risposte i fans: Michele, Mikimiz, Caparezza. Tutto qui? 9 Sulla intervista del «Corriere della Sera» citata. 10 Lo stesso composto, in italiano, capo riccio sta alla base della parola ‘capriccio’, nel doppio senso di ‘ribrezzo, brivido di paura, raccapriccio’ e ‘desiderio, idea, progetto bizzarro’ (DELI). Nell’intervista sopra citata afferma che questo era il nomignolo familiare con cui veniva chiamato da bambino. 11 I corsivi delle forme onomastiche all’interno delle canzoni sono della sottoscritta. 316 MARINA CASTIGLIONE Un fantoccio spacciato impegnato più nel risultato che nella partita. (Tutta Flava e famiglia [RC]) Signor giudice, Caparezza è il mio nome in codice/ Ma voglio piangere me stesso come un salice/ Benedico il nome di chi vorrà bere nel mio calice/ E irrimediabilmente sarà complice (Mea culpa [RC]) L’affezione a questa nuova immagine si rafforza attraverso richiami autoreferenziali che scandiscono, da questo momento, un autoracconto onomastico replicato attraverso scomposizioni e sigle (MC, nell’ultima citazione, sigla per Michele e Capa): vorrei accendere la radio e sintonizzarmi su Jannacci che ammette che è astemio/ vorrei stare al Music Awards vincere un premio/ Michael Jackson dice «Capa sei un genio». (Tutto ciò che c’è [?!]) Aspetta a giudicare se non mi vuoi su questo sample,/ la mia capa é rezza più di Shirley Temple. (La gente originale [?!]) Come un tiranno tra le mura non ho paura/ C A P A, no fregatura, monnezza pura,/ senti che attrezzatura é la mistura che infuria/ nella fitta sassaiola dell’ingiuria./ Mi piace che mi grandini sul viso/ la fitta sassaiola dell’ingiuria l’agguanto solo per sentirmi vivo/ al guscio della mia capigliatura. (La fitta sassaiola dell’ingiuria [?!])12 12 Il testo riprende in maniera esplicita una canzone di ANGELO BRANDUARDI (altra ‘capa riccia’ IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 317 Non rappresento che me stesso perché questo sono/ se sbaglio mi perdono/ prima di essere MC sii uomo mi ripeto/ fa 1000 passi indietro e il risultato/ è che non mi sento per niente arrivato. (Cammina solo [?!]) Il CD è una prova immediatamente riuscita di un nuovo stile musicale e di una testualità attenta ai giochi di parole, ai calembour, ma anche alla dimensione onomastica che si esprime dichiarando la propria ritrovata normalità, al punto che potrebbe chiamarsi Tizio o Caio, in un contesto autentico e senza artificiose esteriorità: Non fumo, non mi canno, non mi drogo, non bevo,/ a volte penso di essere il vero alternativo,/ più contorto di un ulivo sono quando penso,/ scanso lo scarso col piercing e tatoo sul dorso:/ sono, non appaio, mordo, non abbaio,/ coi soldi che c’ho più che una coca piglio due Pejo, chiamami Caio o Tizio,/ dammi un giudizio tanto schizzo come spumante a poco prezzo./ Altro che grezzo, sono un bravo ragazzo, educato, posato,/ creato per essere maritato e trascurato,/ come potrei fare il fighetta di Montecarlo se ti parlo da Molfetta. (La gente originale [?!]) Con Verità supposte, nel 2003, lo pseudonimo che appare in copertina è univerbato, ma mantiene l’autonomia dei costituenti evidenziando una maiuscola in corpo di parola: Nel CD la capigliatura riccia non è soltanto un fatto biologico, ma è soprattutto una caratteristica legata alla alterità etica, comportamentale, all’estraneità rispetto ad un contesto ipocrita, reazionario, disumano: chi è fuori dal branco conosce con fermezza/ l’ebbrezza di una capa quando è rezza (Nessuna razza [Vs]) Il ‘capo riccio’ è identificativo di una dissonanza sociale che esplicitamente il cantante riconduce ai nonni, più che ai genitori.13 Caparezza si colloca onomasticamente dentro un’identità dialettale che è anche una dialettalità antropologica, in cui l’arcaicità è resistenza, la periferia un valore: della canzone pop italiana), Le confessioni di un malandrino, apparsa nel 1975 nell’album La luna. L’assetto citazionale è un’altra componente caratteristica della testualità del rapper. Cfr. nota 14. 13 In una intervista esclude che la sua famiglia sia causa delle continue depressioni: «Le mie sorelle sono diverse da me. Ho vissuto in una famiglia tranquilla e tutto sta nella sensibilità della persona» (intervista a VALERIO MILLEFOGLIE, Sì faccio musica. Col fischio, «il venerdì di Repubblica», 3 novembre 2017, n. 1546, pp. 106-109, a p. 109). Nei quasi due anni trascorsi a combattere l’acufene, sarà proprio la famiglia il porto sicuro: «Tutti mi chiedono di avere polso ma non sono Serena Williams/ Da questa finestra ho la valle innevata è una meraviglia/ È un mondo reale ma qui di reale c’è solo la mia famiglia.» (Sogno di potere [709]). 318 MARINA CASTIGLIONE Io mi faccio con dosi di insolazione/ Sniffo ossigeno liberato da foglie buone/ Calo le pillole di saggezza che/ i nonni di Caparezza spacciano senza timore/ Sto su nel sud che è su di me eh (Giuda me [Vs]) Io non faccio spettacolo, io do spettacolo come/ mio nonno ubriaco nel giorno della mia comunione./ Talmente fuori di melone/ che ho parenti per niente contenti di portare il mio stesso cognome/ [...] L’unica certezza è che finisco male/ muore Caparezza, tutti al funerale./ È paradossale/ ma io non vengo, non ci tengo./ Mamma quanti dischi venderanno se mi spengo! (Jodellavitanonhocapitouncazzo [Vs]) Proprio da quest’ultimo verso, alla maniera delle coblas capfinidas, riprende il terzo CD dell’artista, il concept album con cui ancora una volta ostenta il suo nome: Habemus Capa. La sequenza dei brani comincia con Annunciatemi al pubblico, un funerale in cui i presenti, anziché compiangere il morto, ne immaginano una vita destinata alla calvizie. La salma (parlante e giudicante) continua a vedere le ciocche ricce come segno distintivo della propria inconciliabilità con la massa: «Ecco l’ipocrita che giudica senza toga,/ quello fuori dal tunnelelel della droga14 AH AH,/ l’alieno di moda tipo ciribiribì Kodak,/ poga poi va in pagoda e fa yoga./ Cesare Ragazzi gli ha fatto la chioma,/ a quest’ora avrebbe la capa da Kojak,/ si fa piste di coca come piste di go-kart,/ si goda il grande sonno alla Bogart.»/ Folla di tricofobici mai doma,/ prendi le forbici e tagliami i riccioli con voga,/ folla idiota con le mie palle giochi a pelota,/ ma svuotala quella testa ed innesta un filtro da moka./ Come Ricky Martin io vivo una «vida loca»,/ piantala con i pianti da soap opera con Andrea del Boca,/ sono freddi mi viene la pelle d’oca tu tocca,/ Tommaso tocca ed attaccati a questa ciocca. (Annunciatemi al pubblico [HC]) In questo caso Caparezza si autocita, facendo riferimento ad un brano dell’album precedente che ebbe molto successo commerciale, Sono fuori dal tunnel. 14 IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 319 L’ultimo brano dell’album è un definitivo addio al Mikimix, che ancora però gli resta appicciato addosso, come una vita da cui non riesce a liberarsi del tutto: E tutti intingono il loro pane nel mio piatto/ Ma porco Giuda! Avete i vostri,/ un minimo di rispetto!/ «Sei tu Mikimix?»,/ «Tu lo hai detto»/ Recito un ruolo che mi sta stretto, vuoi capirmi?/ [...] Setaccio termini e non termino/ Se vado a braccio, ma sono io/ o colui per cui mi spaccio? (Habemus Capa [HC]) È interessante riportare un commento che lo stesso Caparezza posta sul suo sito ufficiale il 29 settembre 2006, giorno della celebrazione della festività di san Michele: Oggi è il mio onomastico. Casualmente mi ritrovo ad avere lo stesso nome di un santo che non solo non è mai stato frequentato da nessuno (trattasi infatti di un arcangelo) ma è anche piuttosto contraddittorio, in quanto tiene con orgoglio una spada e schiaccia col piede e con altrettanto orgoglio (celato in modo pessimo dal volto serafico) le tempie di un povero diavolo..che pena mi fa..ma quando a letto lui ti chiederà di più.. ecc.. Sono sempre stato affascinato da questa figura e ciò mi ha portato a volerne sapere di più. La mia bisnonna aveva un San Michele in gesso chiuso dentro una campana di vetro, come fosse un batacchio. [...] Un angelo armato, un angelo intemperante, un angelo a cui girano le palle. San Pietro per difendere Gesù estrasse la spada e tagliò l’orecchio di un centurione, ma fu subito rimproverato dal Maestro. San Michele invece può andare in giro a sezionare chiunque, indisturbato, mena a destra e a manca senza problemi di sorta. Non è un caso che sia diventato il santo patrono della polizia di stato. Per saperne di più sono andato a Monte S. Angelo (Foggia) nel santuario dove San Michele apparve intorno al 490. Ho chiesto di lui ma nessuno lo aveva più visto dall’epoca. Peccato, perché io so dove ha militato dagli anni ’70 in avanti: nei Led Zeppelin. San Michele per me era Robert Plant, con quei boccoli biondi, quelle movenze leggiadre, quella potenza vocale... dai, non poteva che essere lui. E poi uno dei simboli del gruppo di Plant è proprio un uomo con le ali. E vogliamo parlare di «Stairway To Heaven»? [...] Perché scrivo tutto questo? Perché non c’è nulla da festeggiare. Non ho nessun merito nel portare questo nome e i genitori, da queste parti, non hanno molta fantasia. Se un nome non è nel calendario praticamente non esiste. Vallo a spiegare che se chiami tuo figlio «Flamenco Indigesto» può diventare santo comunque, come tutti gli altri, e un giorno il calendario potrebbe prevedere una data in cui si festeggia San Flamenco Indigesto, e potranno erigere chiese dedicate a San Flamenco Indigesto, e santini, portachiavi, quadretti e accendini con su la scritta «San Flamenco Indigesto proteggimi». [...] Ok, lo ammetto, tutto è partito da una riflessione: se mi fossi chiamato Flamenco Indigesto non avrei avuto l’onomastico in concomitanza col compleanno di Silvio Berlusconi e col raduno della destra europea a Viterbo. [...] 320 MARINA CASTIGLIONE Appaiono alcune considerazioni che esplicitamente rimandano alle scelte agio-onomastiche familiari, alla figura angelica ma pur combattiva del Santo di cui condivide il nome, alla presenza del santuario pugliese (cfr. nota 5), ad una evocazione analogica con la musica rock, alla opacità delle etichette onomastiche («Flamenco Indigesto»), al fastidio che l’onomastico coincida con il compleanno di un personaggio politicamente agli antipodi dal suo pensiero. Caparezza si è affermato, ma Michele continua a far capolino... Nel 2008, in Le dimensioni del mio caos, Caparezza diventa protagonista, insieme ad altri personaggi, dell’intera vicenda: l’album è un ‘fonoromanzo’ da affiancare al libro Saghe mentali. Viaggio allucinante in una testa di capa15 e tutte le canzoni sono legate da recitativi con la consueta voce nasale che ne ricostruiscono la fabula. L’allucinazione consiste in una doppia apertura spazio-temporale: la prima porterà una giovane hippy di nome Ilaria nell’Italia contemporanea, in cui incontrerà Caparezza. Lui, che non fuma spinelli e ama la musica rock, che tenta di tradurre l’arte in vita e non si lascia corrompere dal potere, ne resterà affascinato, tanto quanto lei sarà sedotta dal consumismo e dal potere espresso da un rappresentante politico del ‘Fronte dell’uomo qualunque’, il quale, vinte le elezioni con il 100% dei consensi, inizierà un’inutile infrastruttura in Puglia. Caparezza vi si opporrà, ma verrà arrestato e man15 Cfr. CASTIGLIONE, Un giullare..., cit. IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 321 dato ai lavori forzati nello spazio. Nel frattempo un operaio precario, Luigi delle Bicocche, vero eroe dell’Italia che lavora e stenta, riuscirà ad aprire un nuovo varco temporale che trasformerà l’umanità in scimmie bonobo, le quali presentano uno stadio evolutivo più avanzato dell’uomo e si dedicano unicamente al sesso. Con Sogno eretico, del 2011, comincia ad affiorare il vero nome dell’artista. Smessi i panni di Mikimix e affermatosi ormai come Caparezza, sembra che possa permettersi di uscire fuori dal mascheramento e dichiarare il proprio nome senza schermi: Ci sono cose che non capisco/ E a cui nessuno dà la minima importanza/ E quando faccio una domanda mi rispondono con frasi di circostanza, tipo:/ «Tu ti fai troppi problemi, Michele»/ «Tu ti fai troppi problemi, Michele»/ «Tu ti fai troppi problemi, Michele»/ «Tu ti fai troppi problemi, non te ne fare più». (Ci sono cose che non capisco [Se]) Sebbene la nuova prova musicale, Museica del 2014, prenda spunto da opere d’arte e si contrassegni come una passeggiata all’interno di un museo, in realtà l’autobiografismo è sempre presente, perché Caparezza non ha e non vuole avere la funzione del critico, quanto di colui che osserva dalla sua particolare prospettiva e con l’intento di attualizzare l’opera.16 Da qui, una certa ipertrofia autocitazionale: Capasound/ Con la rabbia che c’è nell’aria tipo/ «Ei io ho la maglia di Che Guevara e vado a CasaPound». Grugni da cinghiale/ Mi prendono a pugni e cinghiate/ Mi schiacciano come il pane carasau/ Sono pazzo pazzo. (Avrai ragione tu – ritratto [M])17 Mi interessa l’arte,/ ma le emozioni zero,/ mi ha detto: Capa io canto le mie canzoni fiero!/ Si, mi ricordano un’opera di Manzoni, credo,/ e non parlo di Alessandro, ma Manzoni Piero.(Comunque dada [M])18 Caparezza non mi piace perché Troppo politico/ perché vivo in un talk show dove se parlo troppo poi litigo,/ perché sono più vecchio di Yoda, perché seguo la moda del Paleolitico./ Sono politico, l’ennesimo, prevedi il flop come l’exit poll./ Il mio lessico poco compreso, chi mi critica lo fa per partito preso. [...] Sono politico, che 16 L’album è «l’audioguida delle mie visioni messe in mostra», come dice nell’intervista http:// www.laprovinciadivarese.it/stories/cultura-e-spettacoli/caparezza-si-racconta-ecco-il-nuovo-singolo_1055413_11/. I quadri e le opere che lo hanno ispirato sono contenute in http://www.soundsblog.it/post/269117/caparezza-museica-viaggio-nei-quadri-che-hanno-ispirato-il-disco. 17 Il brano si ispira al graffito My God, Help Me to Survive This Deadly Love di Dmitri Vrubel. 18 Il brano prende lo spunto dal ready-made L.H.O.O.Q. di Marcel Duchamp, in cui viene rappresentata una Gioconda con i baffi. 322 MARINA CASTIGLIONE c’è di strano?/ Ho il nome di Santoro, il cognome di Gaetano/ e sono meridionale come la questione,/ migliaia di persone, poche per il questore./ [...] Capa, capa, capa, capa, capa, capa, capa,/ caparezza non mi piace perché capa, capa, capa, capa, capa, capa, capa,/ caparezza non mi piace perché è troppo politico. (Troppo politico. [M])19 It’s getting late but the game ain’t over/ Caparezza pass the mic over/ so I can take the world off my shoulders/ put it in a song and call it rock and roll/ My voice is my weapon, it’s my choice to use it/ lacing up the track a Franti exclusive/ rockin’ in the jungle out here in Bali/ but you can feel the bass at my home in Cali. (È tardi [M])20 Pietrifico i vostri visi in gita da primo liceo,/ sono medusa di Merisi mi manda Perseo,/ per dare un taglio a ciò che sento,/ poca musica/ e poca musa,/ anagramma di capamuseo/ seguitemi, vi mando in crisi per i corridoi. (Canzone all’uscita [M]) Il ‘capamuseo’ si chiude dopo 19 brani straordinari per musica, immaginario e qualità delle liriche, tra cui una delle canzoni più intense della sua intera produzione, China town, in cui il rapporto con la scrittura è il protagonista non di un album, ma di una vita. Nello stesso anno un suo decennale collaboratore dà alle stampe una pseudo biografia che sempre preannunciare una ulteriore svolta: Capa chi?21 E, d’altra parte, nel primo brano del CD, lo stesso artista sembra prendere le distanze dal nome che gli ha dato il successo: Non mi chiamare più Capa, chiamami Pala eolica sulla statale/ Se per le rime che scrivo (schivo)/ provi un trasporto eccezionale/ Se invece sta roba ti provoca dissenteria tu dillo di pancia/ Sono abituato ai piedi in faccia/ Sono della bilancia/ Non parlo di ghetto perché io vengo,/ dalla terra di Banfi/ Se parlassi di ghetto tu capiresti,/ l’animaletto coi baffi/ Se mi stai ascoltando e pensi/ «Capa, ma che pezzo originale»./ Sei più banale dell’allusione sessuale sulle banane. (Canzone all’entrata [M]) 2. Il caso di Prisoner 709: if you call my name I don’t recognize it Sepolto Mikimix, affermatosi l’artista Caparezza che ormai ha conquistato un suo spazio sulla scena della canzone pop italiana, riappare l’uomo che deve fare i conti con la quotidianità del vivere. La causa scatenante di questa riemersione è, in realtà, uno sprofondamento in un disturbo uditivo Il brano è ispirato dal celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo Il quarto stato. È ispirato al dipinto La persistenza della memoria di Salvador Dalí. 21 MICHELE MONINA, Capa chi? Una fenomenologia possibile di Caparezza, Genova, Chinaski editore 2014. 19 20 IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA consistente in fischi e tintinnii nell’orecchio, l’acufene, che lo colpisce nel 2015 alla fine del tour di Museica. Il CD del 2017 Prisoner 709 descrive le traversie mediche affrontate a partire da quell’anno («ho visto più medici in un anno che Firenze nel Rinascimento», nel brano Larsen), le conseguenze fisiche («il suono del silenzio a me manca più che a Simon e Garfunkel», ibid.) e le conseguenze psicologiche («Non potevo ascoltare la musica come l’ascoltavo prima/ Io Lagostina, una pressione continua/ La depressione poi l’ira», ibid.). Caparezza si trova ingabbiato dentro uno spazio sonoro fastidioso e ineludibile; per liberarsi da questa gabbia ha tracciato 16 momenti delle ‘sue prigioni’, dal reato all’ora d’aria, dal colloquio alla tortura fino all’evasione e alla latitanza, una sorta di diario del detenuto. Chi vive il dramma dell’acufene? L’artista o l’uomo? In realtà entrambi, privato il primo della musica e il secondo della normalità. Per questo motivo il prigioniero ha un numero che lo contraddistingue: il numero 7 rappresenta il suo nome Michele, composto da sette lettere, mentre il numero 9 lo pseudonimo Caparezza, composto da nove. Il numero 0, invece, rappresenta la continua scelta fra il 7 e il 9. Lo stesso numero dei brani (16) nasce dalla somma del 7 e del 9 ed è interessante che l’album, almeno nella versione CD, termini con una ghost track che consiste una serie di bip e rumori. In realtà si tratta di suoni della Tinnitus Retraining Therapy, terapia mirata a contrastare il fastidio proprio dell’acufene. Il primo e l’ultimo brano indicano una circolarità non soltanto nel titolo, ma soprattutto nell’insistenza replicata di non riuscire a riconoscere (in questo caso magari di riconoscersi) volti abbinandoli ai nomi. And if you call my name I don’t recognise it If I look at my face I don’t recognise it! Anche l’esplosiva cromia dell’opera precedente si neutralizza e la copertina si presenta in un introspettivo bianco e nero: agli spazi aperti si sostituisce uno reticolo circoscritto e asfissiante, alla natura vitale una gabbia d’acciaio. Al centro di entrambi gli spazi iconici una chioma: quella verde di un albero in Museica e quella nera ispida dello stesso Caparezza in Prisoner 709. Non basta: ogni canzone è descritta da un subideonimo che costituisce una delle fasi del percorso di ‘detenzione’ e da due parole di sette e nove lettere, che indicano le due possibili soluzioni al problema. Si crea così una sorta di numerologia interna, accuratamente studiata con opposizioni semantiche rivelatrici di un dissidio profondo. Una catena di ideonimi che in 323 324 MARINA CASTIGLIONE qualche modo tracciano in maniera connotativa (il titolo vero e proprio) e denotativa (i sottotitoli) il percorso di ricezione di cui il pubblico deve essere consapevole su più livelli: 1. Prosopagnosia (Il reato - Michele o Caparezza) 2. Prisoner 709 (La pena - Compact o streaming) 3. La caduta di Atlante (Il peso - Sopruso o giustizia) 4. Forever Jung (Lo psicologo - Guarire o ammalarsi) 5. Confusianesimo (Il conforto - Ragione o religione) 6. Il testo che avrei voluto scrivere (La lettera - Romanzo o biografia) 7. Una chiave (Il colloquio - Aprirsi o chiudersi) 8. Ti fa stare bene (L’ora d’aria - Frivolo o impegnato) 9. Migliora la tua memoria con un click (Il flashback - Ricorda o dimentica) 10. Larsen (La tortura - Perdono o punizione) 11. Sogno di potere (La rivolta - Servire o comandare) 12. L’uomo che premette (La guardia - Innocuo o criminale) 13. Minimoog (L’infermeria - Graffio o cicatrice) 14. L’infinto (La finestra - Persone o programmi) 15. Autoipnotica (L’evasione - Fuggire o ritornare) 16. Prosopagno sia! (La latitanza - Libertà o prigionia) Spingendoci forse in un azzardo, potremmo valutare che tutti i sottotitoli di 7 lettere incarnino atteggiamenti, emozioni e stati d’animo dell’uomo mentre quelli di 9 lettere siano la traduzione del mondo dell’artista. In alcuni casi potrebbe essere una lettura possibile (ad esempio per le tracce 14 e 16), ma in altri casi questo parallelismo non sembra funzionare (ad esempio per 6 e 15). La vita si dà all’arte con tutta la sua concretezza e il suo malessere reale. Il primo effetto di questo stordimento è la perdita di sé, il mancato riconoscimento del proprio nome, del proprio volto e del proprio lavoro. Questo, forse, il reato: voler essere ciò che non si è. IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 325 And if you call my name/ I don’t recognize it/ If i look at my face/ I don’t recognize it/ [...]. Non mi riconosco più, prosopagnosia/ Sto cantando ma il mio volto non è divertito/ Quasi non capisco più quale brano sia/ Ogni volta mi riascolto e sono risentito/ Un video di chirurgia ricorda a me stesso/ Che può essere sgradevole guardarsi dentro/ Fino a diventare oggetto del proprio disprezzo/ E dire: «Sono io sputato quello nello specchio!» (Prosopagnosia [709]) L’opposizione tra compact e streming della canzone che dà il titolo all’album diventa, grazie al consueto gioco di parole, una sorta di correlativooggettivo: «Cerco me stesso quindi un supporto che ormai nessuno può darmi». La pena è, quindi, quella di trasformarsi anch’egli in un’opera da contemplare, una voce inscatolata, un nome da copertina, una star priva di una vita vera: Scordati qui, sullo scaffale di un porta CD,/ che delusione La casa di reclusione,/ pressati fino alla nausea, alla repulsione/ Chiamami «Opera» che mi danno la prigione,/ niente premio Nobel, segui la mia traccia/ feromone, 709 Io sono il disco, non chi lo canta. (Prisoner 709 [709]) Le canzoni che, in questo percorso, focalizzano le due dimensioni onomastico-esistenziali, sono, ovviamente, la traccia 7 e la traccia 9. La prima, Una chiave, è un viaggio a ritroso nel Michele adolescente che non trova alcuna sicurezza nel suo modo di essere. Il Michele adulto lo rassicura: Ti riconosco dai capelli, crespi come cipressi/ Da come cammini, come ti vesti/ Dagli occhi spalancati come i libri di fumetti che leggi/ Da come pensi che hai più difetti che pregi/ Dall’invisibile che indossi tutte le mattine/ Dagli incisivi con cui mordi tutte le matite/ Le spalle curve per il peso delle aspettative/ Come le portassi nelle buste della spesa all’Iper/ E dalla timidezza che non ti nasconde/ Perché hai il velo corto da come diventi rosso/ E ti ripari dall’imbarazzo che sta piovendo addosso/ Con un sorriso che allarghi come un ombrello rotto/ Potessi abbattere lo schermo degli anni/ Ti donerei l’inconsistenza dello scherno degli altri/ So che siamo tanto presenti quanto distanti/ So bene come ti senti e so quanto ti sbagli, credimi/ No! Non è vero! Che non sei capace, che non c’è una chiave. (Una chiave [709]) Ancora una volta ritorna la marginalità geografica e antropologica del ragazzo che vive i suoi anni della maturazione in un piccolo centro pugliese, lontano dalle mode e dalle innovazioni: «Sei nato nel mezzogiorno però purtroppo vedi/ Solo neve e freddo tutto intorno come un uomo yeti». Il testo, però, ad un certo punto si capovolge e il Michele adolescente è costretto a confortare il Michele maturo, giunto in una fase della sua vita in cui sembra non esserci più nessuna delle certezze faticosamente costruite: 326 MARINA CASTIGLIONE Siamo la stessa cosa, mica siamo imparentati/ Ci separano solo i calendari, vai!/ Tallone sinistro verso l’interno/ Caronte diritto verso l’inferno/ Lunghe corse, unghie morse, lune storte/ Qualche notte svanita in un sonno incerto/ Poi l’incendio/ Potessi apparirti come uno spettro lo farei adesso/ Ma ti spaventerei perché sarei lo spettro di me stesso/ E mi diresti «guarda, tutto a posto/ Da quel che vedo invece, tu l’opposto»/ Sono sopravvissuto al bosco ed ho battuto l’orco/ Lasciami stare, fa’ uno sforzo, e prenditi il cosmo/ E non aver paura che/ No! Non è vero!/ Che non sei capace, che non c’è una chiave (ibid.) La necessaria pausa dovuta all’acufene consente di riequilibrare le proprie forze e aspettative: Non vivo la crisi di mezza età dove «dimezza» va tutto attaccato/ Voglio essere superato, come una Bianchina dalla super auto/ Come la cantina dal tuo superattico, come la mia rima quando fugge l’attimo/ Sono tutti in gara e rallento, fino a stare fuori dal tempo/ Superare il concetto stesso di superamento mi fa stare bene. (Ti fa stare bene [709]) Nella traccia 9 si valuta la possibilità che questa dimenticanza di sé possa estendersi temporalmente, e la si possa surrogare grazie ad un hard disk che funga da deposito memoriale. L’accettazione del doppio e delle sue finzioni è nel brano Infinto, in cui, da Leopardi a Caparezza, la siepe e l’ermo colle diventano un computer, una realtà robotica, distopica, in cui appare anche Ungaretti («si sta come d’autunno sugli alberi le foglie fatte di pixel»). Per ritrovare l’umanità bisogna accettare che tutto sia finto, fingersi nel proprio pensiero. Così il prigioniero accetta la sua crisi, il suo bipolarismo, il suo disagio: In questo futuro che è simulato/ Ogni computer è un simulacro/ Vecchi altarini spariscono dall’isolato/ Un po’ come il tuo Si rubato/ Siamo dei sistemi operativi/ Figli performanti più dei padri/ Parti dai disegni primitivi/ E non distingui più le foto dai quadri/ Siamo fantocci, sicuro, siamo gli androidi di Hiroshi Ishiguro/ Crediamo nel vero amore finché non ne arriva uno nuovo/ Che lo manderà a fare in cu.../ E ti scandalizzi se ti rivelo che siamo finti?/ Proprio non realizzi che per gli alieni tu manco esisti/ Michele finto! (Infinto [709]) Ed ecco riapparire il nome! Non più Caparezza, Capa Rezza o semplicemente Capa, che d’altra parte nei testi del CD è assolutamente scomparso, ma il nome anagrafico, Michele. Perché il percorso somatico ha dissolto il personaggio e ha lasciato l’uomo nella sua sofferenza. Proprio la sofferenza senza posa e forse senza più recupero stanno alla base della seconda (e ultima) occorrenza del nome, stavolta in forma ipocoristica, attraverso un’assonanza che lo collega al nome di un altro artista: Io, Miki Munch (Minimoog [709]). IL NOME DIETRO AI NUMERI: MICHELE SALVEMINI AKA CAPAREZZA 327 Il detenuto ha compreso che questo viaggio gli impone di scucire e ricucire le premesse della sua vita prima che della sua arte; nel gioco dei nomi non c’è più Michele aka22 Caparezza, ma soltanto Michele, che nel suo nuovo percorso dovrà mettere la faccia e non quella dell’alias. Una cosa è certa: durante l’ultimo tour, il pubblico ha pagato un biglietto per ascoltare Caparezza, ma ha invitato a salire sul palco Michele. Biodata: Marina Castiglione è professore associato di Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Palermo e Coordinatrice del Dottorato in Studi umanistici. È responsabile del comitato scientifico dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), direttrice del Dizionario-Atlante dei Soprannomi Etnici in Sicilia (DASES) e curatrice della collana Piccola Biblioteca per la scuola del Centro di studi filologici e linguistici siciliani. Nella sua ricerca si occupa di lessici settoriali, sociolinguistica, didattica, linguistica testuale, in particolare, della scrittura di Silvana Grasso. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Parole e strumenti dei gessai in Sicilia. Lessico di un mestiere scomparso, in «Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia», vol. 32 (Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2012); Leggere la Lettera. Il maestro don Lorenzo Milani cinquant’anni dopo, in «Piccola biblioteca per la scuola», vol. 3 (con L. Amenta; Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2017); Fiabe e racconti della tradizione orale siciliana. Testi e analisi, in «Piccola biblioteca per la scuola», vol. 4 (Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2018). marina.castiglione@unipa.it La sigla sta per also known as, ‘anche conosciuto come’, ed è usata per descrivere pseudonimi e nickname. 22 INDICE DEI NOMI A. D., 251 Abracadabra, 262-4 Abraham Van Helsing/Pippo Van Helsing, 293 Acherontia Atropos, 36 Adalgisa, 350 Adelaide, 373 Adelheid von Stechlin, 172 Adelina/Evelina, 295 Adriano Bono, 402 Afisinu/Fisius/Fisiettus, 350 Afra, 175 Agamennone, 113, 116-7, 119-22 Agathe, 274-7 Agghiastru, 404 Agnese, 59 Agricantus, 404 Agrisca, 146, 151 Aiace, 119-20, 123 Aithyia, 150 Akkura, 405 Alba Nigra, 36 Alessandra, 146 Alessio Sbrakaloff, 51 Alex, 352 Alfred von Poggenpuhl, 172 Alfredo Germont, 249, 251, 254 Alfredo, 249, 251 Aloitis, 146, 151 Alonzo Gieshübler, 176 Alpette, 80 Ana, 448 Anastasja Filippovna, 195 Andratx, 227 Anfeira, 146, 151 Anfiteo, 128 Angelo, 383 Angus Whiskerville, 388-9 Anita, 448 Anna, 175 Anthocaris cardaminis, 36 Antonio Solario, 55 Anzikitanza, 405 apixedda Fisina o Fisinedda, 353 Apollo, 113, 116-7, 119-20 apostolo armato, 305, 309 AQ, 266 Arabella, 173 Archer, 421-2, 427 Arenta, 151 Aretuska, 404 Argo, 118, 121 Arkadina, 203, 206 Armand Duval, 251, 254 Armand, 249, 256 Armando Felicetti, 384, 391 Armgard von Barby, 172 Arsinoe, 144 Arthur Holmwood/Horace SorchWood, 293 Arthur von Gundermann, 172 Arthur, 174 Articolo 31, 407 Aspasia, 50 Assalti Frontali, 407 Assuntina, 350 Astie Lanyon/Archie Medyon, 294 Atena, 116, 120, 141, 146, 149-51 Atridi, 116, 121 Atropo, 38 Atta/Attis, 250 Attanasio, 50 Attila, 48 Augello/Cardillo, 295 Avino, 70-1 Avolio/Avoglio, 70-1 Azzeccagarbugli/Mescolaintrugli/Acchiappagarbugli, 291 Bacicin Parodi, 381 Bailamme, 51 Balatrone, 386, 392 Balbec, 88 Balduccio Sinagra/Totò Sinatra, 295 Ballywhinnity, 394 Balotta, 80-4 Bambarone De’ Topolis, 388, 391-2 Barbanera, 384, 390 Bardo/Garibaldi, 305 Barone di Münchhausen/Paperino di Münchhausen, 288 Bashful/Mammolo, 433, 437, 440 Bastiglia, 89 Beatipaoli, 406 Beawnes Carew/Paperon de’ Paperonew, 294 Becco Giallo, 381, 391 456 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Be-Folk, 405 Benefactor, 216 Berenice/Bernice, 387 Berlinghieri/Berlenzieri/Berlingiero, 64 Bermondsey/Sorchmondsey, 295 Bernardo Capacci, 57-8 Bertha, 175 Betty Grable, 384, 393 Bianca, 175, 372-5 Biggaspano, 405 Biscainha, 237, 243 Bistritz/Topitz, 294 Blacksnake McSquirt, 383, 391 Blepiro, 140 Boicheddu Boicu Sarbadoricu, 350 Bomba Serpenero, 383 Bomba, 385, 389 Bombilia, 146, 149 Bona Sforza, regina di Polonia, 356 Bonarina/Bonaria, 351, 353 Boncompagno, 139 Bonnye, 351 Borel/Borell, 305 Borgo Martino, 80 Bortolo/Gastolo, 291 Botho von Rienäcker, 171 Boudeia, 150 Boulaios, 147, 150 Bouvard, 266 Br1 [Bierreuno], 405 Braccio di Ferro, 436 Bram Stoker/Bram Topker, 294 Brásia Caiada, 242-3 Brigantony, 405 Brigid, 421, 427 Bruno Mancuso, 405 Bucaneve, 382 Burundún-Burundá, 213-4 Cacasotto, 136 Campiglia, 368 Canavese, 367-9, 372-3 Candaone, 147, 149 Candida, 60 Canidia, 159 Capa Rezza, 313, 326 Capa, 314-6, 318-22, 326 Caparezza, 313-24, 326-7 Capdepera, 227 CapitanoAnzini, 305-6 Caporetto, 90 Carfax/Cartadafax, 295 Carlotta, 35-6 Carpazi/Torpazi, 294 Casper, 426 Cassandra, 144-5, 151 Castel Piccolo, 80 Castello della Morte, 51 Castello Nero, 51 Castello, 80 Castnia, 146, 151 Catarella/Quaquarella, 295 Caterina, 373 Cayo Bermúdez/Cayo Mierda, 215 Cecco delle Biètole, 47 Cécile von St. Arnaud, 172 Cecilia, 83 Cerdoo, 146-7, 149 Cerdula, 147, 149 Chef, 304, 306-8, 310 Cheirade, 146 Chicksand Street/Ratsand Street, 294-5 Chioggia, 394 Chivo, 212, 217 Christel, 175 Ciaka, 404 Ciane, 123 Ciaramella, 36 Ciaramira, 404 Ciccittu, 349-50 Cid Campeador/Kid Pampeador, 290 Cidonia, 146, 151 Cignano, 80 Cinara, 165-7 Cincinnato, 308-9 Cipeo, 146, 150 Cirillo, 386, 390 Città dei Sapienti, 49-51 Ciucco, 387 Ciuffettino, 43-52 Clarabella, 381 Cleombroto, 305 Clérante, 278-80 Clitennestra, 121 Cloe/Chloe, 158 Clomilde, 50 Clothilde von Gordon-Leslie, 172 Cloto, 38 Cocciapelata, 43, 47, 49-51 Coccodè, 47 Coito, 146, 150 Colico, 394 Colle, 89 Collegio Salice, 80 INDICE DEI NOMI Colleverde, 394 Comala, 219 Combomastas, 406 Conte Bragheonte, 104 Corinna Schmidt, 174-5 Corinna/Corinne, 175 Crisòtemi, 119-22 Cuorgné, 368 Cynthia, 157 Cyrano de Bergerac/Paperin de Paperac, 289 Daffy Duck, 380 Dagmar, 173 Dagobert von Briest, 172 Daniel Bello, 215 Danny Boodman T.D. Lemon Novecento/ Danny Boodman P.P. Pippo, Novecento, 293 Dante, 288 Davide Lo Re, 405 Delia, 157 Demo/Popolo, 129-30 Depeche Mode, 398-9 Derry Dooley, 394 Dialetno, 405 Diceopoli, 128-30 die lütte Marie/Marieken, 175 Disìu, 405 dj Delta, 402 Dmitrij, 195 Doc/doctor/Dotto, 433, 436-7, 441 Dolcino Cuordoro, 382, 389 Doloretta/Dolly, 351 Domanico, 376 Don Abbondio/Don Cicciondio/Don Pippondio, 291 Don Celeste/Celestino, 216 don Ettore il Parco, 102 Don Peppino/(Monsù) Peppin/Giuseppe, 3034, 307, 310 Don Quichotte, 266 Don Rodrigo/Don Paperigo/Don Pietrigo, 291 Donald Duck, 380 donna Bisodia, 345-6 Dopey/Cucciolo/Sepp(e)l, 433-4, 438, 441 Drago rosso, 51 Drimnio, 147, 150 Dubslav von Stechlin, 172 Dynamina, 381, 391 Eberhard von Poggenpuhl, 172 Ebua, 264, 266, 269 Edgar Allan Top, 292, 296 457 Edgerton, 382, 391 Edward Hyde/Donald Hyde, 294 Edwine von Bomst, 172 Effi Briest, 173 Effie Deans, 173 Efisio, Fisietto/Fisinu/Efisiu/Èfis, 341-53 El Supremísimo, 216 El Supremo, 216-8 Elena, 28, 11, 120-3, 148 Elettra, 114, 121 Elfriede, 173, 175 Elisabeth, 175 Elizaveta, 195 Elpènore, 120 Elsa, 76, 80, 83-5 Emil, 174 Émile/Ehm’, 174 Enza, 382 Ermyntrud Katzler (Ippe-Büchsenstein), 173 Es castell d’Iras i no Tornaràs, 232 Es castell de la Colometa, 232 Es castell de la Reina Negra, 232 Es castell del Rei Tortuga, 232 Es pou d’es Lleó, 232 Esmeralda, 383, 390 Essecestide, 138 Esther, 371 Etiope, 147, 150 Eulalia, 390 Eva, 173 Evangelina/Evangeline, 387, 389 Evelpide, 136 Fabio Vaccaro, 405 Falmer, 267, 269 Famiglia del Sud, 406 Fata dei bambini, 50 Fausterio, 146, 149-50 Fausto, 82 Fazio/Strazio, 295 Federico d’Aragona, re di Napoli, 356, 358, 361, 365 Fedra, 120 Félicité/Felicita/Felicità, 29-31, 33, 35-7 Fertilia, 394 Fidile/Phidyle, 163 Fidippide, 130 Figaleo, 146, 150 Filemone, 138 Filo da Torcere, 407 Filottete, 120 458 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Finnegan’s Dream, 394 Fiorenza, 91-5 Firenze, 88-9, 92-5 Firmino, 382, 392 Fisinu Pistis, 347, 349 Flora Bervoix, 249 Flora, 256 Fora-Mallorca, 227 Forever, 264 Fornariello, 56-7 Forno delle grucce/Forno delle stampelle, 291-2 Forzo, 368 Fra Galdino/Sor Postino, 291 Francion, 271-81 Franciscu/Ciccittu/Ciccitto, 350 Frankenstein/Duckenstein, 294 Friedrich Distelkamp, 174 Friedrich, 174 Fritz, 174 Fúlgido Estrella, 215 Funghetto, 48 G, 426 G.J. Utterson/G.J. Pipperson, 294 Gabbiano/il gabbiano/Čajka, 202, 204-6, 208-9 Gaetano Pagliucchella, 57 Galatea, 162-3 Garibaldi, 299-311 Garibaldo/Garibòldo/Garibaldi, 304, Gars, 450 Gaspare Gasparone, 384, 390 Gaspare Mirasolo, 405 Gasparina, 28 Gatti Bisiganti, 105 Gatto delle Trincee, 51 Gautier, 252 Gelindo, 329-39 Gelsomina, 383 Gemmina, 83 General Bebevidas, 218 Genova, 394 Genoveffa, 60 Gente Strana Posse, 406 Georg Joseph Kamel/Camellus, 250 Georges Duval, 249-50 Geppo, 389 Germont, 254 Gertrude/Gertruda, 60, 291 Genoveffa, 291 Gesuino, 351 Getty Grable, 384, 393 Giacomo Palombo, 57-8 Giacomo, 375, 382 Giamaica Lane/Jamairat Lane, 295 Gian Miniet, 376 Giangaleazzo Sforza, duca di Milano, 356 Giangia, 50 Gianni, 51 Gigaia, 146, 151 Gigi, 83 Gilhooley, 386 Gioacchino, 57 Giogio, 375 Giorgio Germont, 249, 254 Giovanni, 55, 98-103, 376 Girapsio, 147, 150 Giuseppe Giacalone, 405 Giuseppe, 300, 304, 376 Glauco Azzurro, 385 Glicera/Glycera, 156, 166 Golasecca, 394 Gorbagliu, 351 Gorgade, 146, 149 Goro, 51 Gratidia, 159 Grazia/Graziella, 28-31, 33-7 Grecia, 91 Griso e Nibbio/Grigio e Falco, 291-2 Growl, 294 Grumpy/Brontolo, 433, 348-41 Guaio, 405 Gudger, 386, 391 Guerin Meschino/Paperin Meschino, 288 Guido il Puliero, 102, 104, 107 Guido, 35 guidogozzano, 28 Gulliver/Papergulliver, 290 Gustavo, 35 Gutman, 426 H. Jekyll/H. Ratkyll, 293 Hadasa, 371 Hals, 450 Hannibal Kuh, 176 Happy Herman, 391 Happy/Gongolo/Felice, 433, 438, 440 Helene, 174 Hertha, 175 Hildegard, 174 Hoosat, 385 Hörner, 450 Hôtel de ville, 89 Hugo Großmann, 174 Hugo, 174 Hulda, 175 INDICE DEI NOMI I Brigantini, 405 I Lautari, 406 I Musicanti, 406 Ifigenia, 120 il Barba Tommaso, 82 il Brigante Signorino, 56 il Ciabòt, 80 Il conte Rosso, 374 il Galantuomo, 56 il Generale/le Général, 303-4, 307, 310 il Nebbia, 80 il Porcaio di Cerreto, 56 il Purillo, 82-3 Inca, 227 Inez, 173 Innominato/Mainomato/Innominabile Conte Macchia Nera, 291 Ion, 255 IPERcusSONICI, 405 Irlanda, 394 Isabella d’Aragona, duchessa di Bari, 356 Ismene, 120, 122 Isola dei Pappagalli, 51 Italia, 89, 91, 94 Ivan, 195-8, 353 Jahmento, 402 Jaka, 405 James, 382 Janeton, 273 Jelly Roll Morton/Jelly Blackspot, 293 Jenny Treibel, 173 Jessica, 353 Jimbo Jones, 406 Joel/Joe Cairo, 424-5 Johann, 174 Johanna, 175 John Seward/Buz Setton, 293 Jolanda, 374 Jonás Pitecántropo, 215 Jonathan Harker/Jonathan Ratker, 293 Jonathan, 352 José/Giuseppe, 305 Josefine von Rienäcker, 172 Joseph Pane, 305-6 Joseph/Giuseppe, 300, 304-5 Josephine/Jose/José, 420 Julia Marc, 451 Julia/Giulietta, 451 Kaballà, 405 Karamazov, 195-7 459 Kasperl, 434 Katharina, 173, 448-9 Käthe von Rienäcker, 173 Katimini, 263 Kevin, 352 Kilkeely, 394 Kirillov, 196 KolaBand, 405 Koppenhooper, 382, 389 Kore, 146, 150 Korinna, 175 Kunsertu, 405 Kurt von Rexin, 172 L’Abbadia/L’Abbaye, 89 L’Infern, 232 La Bella Font, 232 la Casetta, 80 la Cate, 83 la Lodola, 48-9 la Magna Maria, 82 la Pupazzina, 83 la Vigna, 80 Lachesi, 38 Lady Marianna/Lady Paperanna, 290 Lago di Como, 394 Lalage, 164-5 Lamaco, 129, 132 Lapersio, 147, 149 Laphria, 151 Laurette, 276-7 le bimbe di Bottiglia, 83 le condottiere/condottiero, 306-7, 309-10 le corsaire, 303, 306-7 le guérillero, 300, 303, 309-10 le héros des Deux-Mondes/l’eroe dei due mondi, 303, 306, 310 le héros/l’eroe, 303, 309-10 Le Menti Criminali, 407 le Niçois/il Nizzardo, 303, 306 Leblanc, 427 Lecco, 394 Leila, 301 Lello, 50 Lene Nimptsch, 174-5 Leopold, 173 Lepsio, 146, 151 Leptine, 146 Lesbia, 157 Leucofri (Tenedo), 152 Leuconoe, 158, 164 Leucothoe, 164 460 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Licinia, 61 Lidia/Lydia, 4, 7-8, 11, 158, 161, 165 Lina Gansauge, 175 Livia/Lidia, 295 Lizzi/Lizzie/Lizzy, 174-5 Lord Guillonk/Lord Paperong, 290 Lorrè, 405 Louis, 174 Luana, 352 Luca, 353 Lucia Mondella/Lucilla Paperella/Lucia Minnella, 291 Lucio Agnello, 383 Lucius Lamb, 383, 390 Lucy Westenra/Clara-Lucilla Westerna, 293 Luise von Briest, 172 Luisu, 351 Lumaca Imega, 103 Lupo Mannaro, 50 Lupomannaro, 56-7 Lužin, 194 Lyce, 159 Ma’arìa, 405 Macroglossa Stellatarum, 36 Maffeo, 332, 338 Magneto, 385, 391 Magnolia, 386 Maigret/Topet, 293 Majarìa Trio, 405 Makakita, 30 Mala Manera, 405 Malanova, 405 Maldoror, 267 Malmaritate, 406 Malpertugio, 88 Mamersa, 146, 151 Manfred von Klessentin, 172 Mangiavento, 50 Manon von Poggenpuhl, 172 Marcell Wedderkopp, 176 Marco Mancuso, 405 Marco Pellegrino, 405 Marco, 375 Marcolizzo/Marcolizzu, 405 Maremma, 89 Margharete, 301 Margherita d’Antiochia, santa, 252 Margherita Riotta, 406 Margherita, 248, 252-7 Marguerite Gautier, 249 Marguerite, 248-51 Maria Carolina della Pignasecca, 56 Maria das pernas compridas, 245 Maria e João, 245 Maria Panciadiscucita, 104 Maria Parda, 235-46 Maria Quaesma, 245 Maria-da-Borba, 245 Maria-da-fonte, 245 Maria-da-grade, 245 Maria-da-manta, 245 Marie Duplessis, 248, 251 Marie/Maria, 174, 300, 304 Marie-Thérèse, regina, 173 Mario, 84 Marple/Torple, 293 Marta, 369 Mary Shelley/Mary Shelduck, 294 Masto, 56 Mathilde Möhring, 174-5 Mato Ampadina, 102 Matticata, 404 Mau Mau, 407 Maud, 173 Maxwell Mouse, 386, 388 Mélibée, 278 Menelao, 120 Menorca, 227 Messie, 308 Michault Croupière, 274 Michele Salvemini, 313 Michele Venezia, 404 Michele, 314-6, 319-20, 323-7 Mickey Mouse, 380 Mickey, 392 Miguel Cara de Ángel, 216-7 Mikimix, 314-5, 319, 321-2 Miklos, 386 Mimì/Ninì, 295 Mina Murray/Minnina Murray, 293 Minette, 175 Mirta/Mirtilla/Myrtle, 382, 390 Mirtilla, 367-77 Molosso, 146, 150 Monaco/Monatop, 294 Montalcino, 89 Montelusa/Montillusa, 295 Montepulciano, 89 Mopsopia, 152 Morgante, 64 Mosca, 88 Moscovia, 69-70 Murra, 406 INDICE DEI NOMI Musidore, 278 Myrta/Myrtilla, 370 Nakrìa, 404 Nane Oca, 97-109 Neera/Neaera, 158, 162-3 Nerto, 369 New Orleans, 394 Newcomen/Newmanett, 294 Nicola Margiotta, 405 Nicola, 392 Niels Wrschowitz, 176 Nina, 199, 202-9 Niño santo, 216 Niobe,117 Nkantu d’Aziz, 405 Nubicuculia, 138 Nuovi Briganti, 407 O’Shaughnessy, 427-8 Obrimò, 146, 149 Occhio di bufalo, 57 Ohio, 394 Ohm-Eye, 390 Ombrio, 146 Omonèro, 104 Orazio, 381 Orchieo, 146, 150 Oreste, 114, 117, 120-21 Orfeo, 117-8 Ornithoptera Pronomus, 36 Ostel di città, 89 Ostiglia, 394 Otto, 173 Ottone/Otone, 70-1 Padre, 216 paese delle Chiacchiere, 51 Paese di Ceccobeppe, 51 Pandolfello, 56 Paolo di Masino, 374 Paolo Malatesta/Paolino Pocatesta, 291 Paolo, 35 Paperopoli, 393 Pappassinas, 342 Parnassius Apollo, 36 Pasquale/Natale, 295 Pasquale/Pasquali, 352 Passo Borgo/Passo Torvo, 295 Patroclo, 121, 123 Pauline Pittelkow, 172 Pavia, 394 461 Pécuchet, 266 Pedro Páramo, 218-9 Peggio di Stella, 103 Peppa Pig, 180 Peppa, 387 Peppino/Giuseppe, 304-5 Perrette, 273 Persèfone, 120, 123 Personne, 259-69 Persuasore, 137 Petunia, 385 Piacenza, 394 pian dell’Azaria, 368 Piarre, 273 Piccadilly/Toppadilly, 295 Pieris brassicae, 36 Pierre Bezuchov/Paperino Paperzukoff, 290 Pierre von St. Arnaud, 172 Pillacchera, 50 Pina, 28 Pinocchio,436 Pintail Duck, 388, 391 Pippetto, 384 Pippo, 383-5, 387, 389 Pirra/Pyrrha, 158, 161, 165 Pis(t)etero, 136, 138 Pisa, 89 Pisia, 138 Piva, 383, 392 Pluto, 288 Po, 394 Pog[g]iboniz’, 89 Pont, 368 Ponte Nuovo, 90 Poole/Basetpoole, 294 Porfy/Porfirio, 351 Prassagora, 140 Pratoverde, 394 Problasto, 146, 149 professor Sotutto, 49 Promanteo, 150 Prudence Duvernoy, 249 Prudence, 256 Pseudartabas, 128 Psiche, 37 Pulpheart Clabberhead, 389 Pupi di Surfaro, 404 Qbeta, 405 Quackly, 383 Quaquarone, 383, 392 Quarescia, 394 Quincey P. Morris/Rocky P. Sassis, 293 462 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA R. Enfield/R. Duckfield, 294 Ramajca Boyz, 404 Ras Pepi, 406 Raskol’nikov, 194, 266 Razumichin, 194 Reeknow, 405 Regina, 139 Regno dei Fannulloni, 51 Renato, 37 Renfield/Gambafield, 293 Renzo Tramaglino/Paperenzo Strafalcino/Renzo Topoglino, 291 Richard, 174 Rimrock, 387, 391 Rino Adamo, 405 Rivara, 369 Robaine, 274 Robert Oppenheimer, 382, 389 Roberta/Roby, 352 Rocciatosta, 391 Rodion, 194 Roger Rabbit, 380 Roma, 91 Romilde, 373 Ronco, 368 Rosa, 50, 370 Rosalinda Amadori, 102 Rosario Cavaiuolo, 57 Rossmann K., 266 Roswitha, 175 Rudolf Gansauge, 174 Rudolf Hartwig, 174 Rudolf von Gundermann, 174 Sa Bestia, 351 Sa cova dels Estudiants de la Sopa, 232 Sa font de la Bona Salut, 232 Sa font de les Nou Roques, 232 Sa Roqueta, 227 Salassa, 368 Salpia (Alpi), 152 Salsicciaio/Agoracrito/Agorakritros, 130 Salvador, 216 Salvo Montalbano/Savio Topalbano, 295 Samantha, 353 Samuel/Sam, 422-3 San Besso, 368 San Michele, 314, 319 Sandokan/Sandopaper, 290 Sandra, 28 Sangimignan, 89 Sangue Misto, 407 Sant’Onorio, 90 Santos Banderas, 216 Satanasio Somoza, 211, 217 Satanasso, 36 Saturnina Marras, 347 Saturnina, 347, 349-50, 353 Saturnino Farandola/Paperino Girandola, 290 Saturnino, 349 Sbadigliopolis, 51 Sbragagnaputine, 103-4 Sbroscia, 51 Sbucciamela, 51 Scarbonasso Serpente, 103 Schenia, 146, 151 Schiaste, 146, 150 Sciroccu, 404 Scottie McTerrier, 383, 391 Scricciolo, 48 Scritti Politti, 398 Secco Jones, 406 Sergianni Caracciolo, 56 Ses costes d’es Mig de Mar, 232 Ses Erasses, 227 Sesetto, 350, 353 Sesto Calende, 394 Sfrizzo, 385, 389 Shakalab, 406 Signora dalle camelie, 251, 257 Simona, 28 Sini (fiume Siri), 152 Sior Intento, 104 Sista Tita, 406 Skarafunia, 405 Sleepy/Pisolo, 433, 436-40 Sneezy/Eolo/Hatschi, 433, 438, 441 Socrate, 131 Sofia, 194 Sognidoro, 384, 392 Sonia, 194 sor Teodoro, 50 Sorin, 202, 206 Spade, 421-3, 427-8 Spaurito, 136 Spavento, 7 Spellacane, 48 Sperandeo/Sperandio/Speranzio/Speranza, 136 Speranza, 35-6 Sphalten, 149 Spintaro, 138-9 Squarciagole, 50 Stalin, 351 Stavrogin, 194 INDICE DEI NOMI 463 Stenea, 146, 152 Stine Rehbein, 175 Stramicione, 51 Strepsiade, 131 Strùmmula, 406 su Professori, 350 Sueve-na-mon, 394 Suricillo, 56-7 Susanne, 175 Susel Dörr, 175 Svidrigajlo, 194 Trigorin, 199, 203, 206-9 Trinakriù, 404 Trippetta, 50 Trucco, 382 Tuglierì/Tuileries, 89 Tunaman, 405 Taberna Mylaensis, 404 Taleh, 405 Talia, 90 Tamuna, 406 Tarascona, 369 Tarasque, 369 Tartarin di Tarascona/Paperin di Tarascona, 288 Tegolerie, 90 Telfusio, 146, 150 Teresa d’Ávila, santa, 172 Teresita, 83 Terminale, 147, 149 Terminteo, 146, 151 The Beatles, 390 The Levantine, 421, 424-5, 428 The Who, 399 Therese, 172 Thilde/Thildechen, 175 Thora Munk, 174 Thrasò, 151 Thug/Bassotthugs, 290 Thyra, 173 Ticino, 394 Tima, 260-1, 264-7 Timmy, 384, 389 Tinturia, 405 Tirano Banderas, 217 Tiresia, 119, 122 Tolomeo, 144 Tommasino, 76, 78, 82-5 Topolinia, 393 Topolino, 436 Topolone, 386 Torkio, 404 Torre, 80 Totò Merùmeni, Transilvania/Transilbarbabietolania, 295 Treplëv, 202-9 Tricks, 389 Valery, 249 Valkirio, 383 Valle Soana, 367 Valperga, 368 Vanessa, 352 Vega, 264 Venezia, 88, 394 Verdello, 394 Verdemare, 394 Verdeverde, 386 Verdino, 386 Verdone, 394 Versaglia, 90 Via dello Statuto, 80 vieux lion, 306-7 Vigata/Vigatta, 295 Villa Bottiglia, 80 Vincenzino, 83 Viola, 252 Violante, 373 Violetta Valery, 249 Violetta, 248, 251, 254-7 Virgilio, 288 Virginia, 35 Vlad III Principe di Valacchia/Vlad III della Malacchia Nera, 293 Volterra, 89 Vorianova, 408 Vreni/Vrenel/Verena, 175 U2, 398 Ulisse, 28, 118 Umbrage, 390 Upupa, 136 Waldemar/Woldemar, 172 Wendelin von Poggenpuhl, 172 Whitby/Rathby, 294 Wilibald Schmidt, 175 Woldemar von Stechlin, 172, 174 Wombat, 389 Wonderly, 427 Xena, 146, 151 Xenia, 84 464 Xenia-Gertha, 84 Zabara, 404 Zappo, 389 Zelluso, 56-7 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Zingaro/Zingarello, 55 Zippo, 387 Zisa, 404 Zu Lucianu, 406 Zurrundeddu, 353 INDICE DEGLI AUTORI Aarne A., 221, 223-4 Abio Villarig, C., 421 Acciani A., 32 Achmatova A., 183 Açvaghosa, 34 Adam A., 271 Addesso C.A., 58 Ageeva L., 177-8, 184-5 Ageno F., 64 Agostinelli M., 254, 256 Aguilera Malta D., 215 Al’tman M.S., 187 Alberti N., 370 Albonico M.C., 292 Alcover A.M., 227, 231-2 Alessio G., 82 Algranati G., 53 Alighieri D., 36, 39, 64-6, 92-5, 190, 288, 365 Aloni A., 126 Alonso L.R., 216 Amato S., 112 Amelonghi G., 71-2 Annenskij I., 178 Antifane, 126 Antonelli G., 313 Antonicelli F., 77 Apollodoro, 145 Apollonio Rodio, 149 Apuleio L.M., 39 Arbasino A., 76 Arcamone M.G., 373 Arcangeli M., 313 Archip E., 184 Arditi M., 360-1 Aretino P., 70-1 Argand C., 268 Ariosto L., 28, 70 Aristofane, 125-33, 135-42 Aristotele, 91, 126, 159 Artibani F., 295 Assenza E., 390 Asturias M.A., 212, 215-7 Atzeni S., 352 Augeri N., 300 Augusto, imperatore, 158, 163 Auster P., 152 Babkina V., 187 Bachelard G., 87 Bachtin M., 87, 188 Bailbé J.-M., 249 Bal’mont K., 178 Baldacci L., 254, 256 Baldes D., 451 Baldini A., 59 Baldinucci F., 67 Baldissone G., 29, 31, 36 Bandini F., 104 Bàrberi Squarotti G., 29, 36, 83 Bardi P. de’, 69-71 Baricco A., 293 Barigazzi A., 163 Barks C., 381-3, 385, 388, 394 Baroni G., 90, 241 Barthes R., 13, 27, 88, 255, 273 Battaglia S., 83 Battisti C., 82 Baudelle Y., 248, 253 Bayard P., 266 Béchade H., 274, 279 Bechtel F., 113 Bedoya M., 218 Beghelli M., 249 Béhar H., 248 Bellini B., 68 Bellini G., 211-3 Belov S.V., 187 Beltrametti A., 126, 128-9 Bem A.L., 187 Benčić Ž., 181-2 Benedetti M., 212 Benseler G., 113 Benveniste E., 136-7 Berchet G., 355 Bernardin de Saint Pierre H., 29, 35 Bernardo Silvano, 363 Berni F., 68 Berruto G., 403 Bertone C., 434-6 Bertrand A., 262 Bianchi G., 29 Bianco O., 157 Bien P., 112 Bioletto A., 390 466 Biondi G.G., 165 Bizzilli P.M., 187 Blanchot M., 269 Blasucci L., 89 Blok A., 178 Bo D., 159 Boccaccio G., 28, 336, Bodin J., 179 Boero P., 44 Boiardo M.M., 70 Boine G., 32, 371 Böll H., 448 Bolli A., 397 Bonanno M. G., 126 Bonelli G.L., 342-3 Bonomi I., 254, 331 Bontempelli M., 37 Borrelli C., 54-7 Böschenstein R., 169 Bosi R., 436 Bossina L., 30, 39, 41 Bovio A., 375 Braccesi L., 145 Braga T., 242 Branduardi A., 316 Brenna F., 65 Brigaglia M., 343 Brightman H., 381 Brilli E., 92-3, 95 Brjusov V., 179, 181 Brognoligo G., 65 Brunetti S., 247, 253-4 Brütting R., 300, 451 Bufalini P., 158 Buiatti A., 71 Bulgakov S., 3 Burat T., 330, 336 Burelbach F., 423, 425, 427 Burkert W., 140 Buroni E., 254, 331 Cabani M.C., 63, 66 Cacia D., 373 Caffarelli E., 58, 68 Calcaterra C., 35, 40 Calì S., 29 Caltagirone P., 410 Calvino I., 76-7 Calviño Iglesias J., 212 Camarotto V., 43, 45 Camilleri A., 295-9 Campana D., 32 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Canali L., 157 Canetti E., 99, 448, 450 Caparezza, 318, 324, 326 Capra A., 133, 140 Caprini R., 181 Caproni G., 78 Caracausi, 116, 119 Cardeira E., 239 Carducci G., 32, 34, 299 Caro Baroja J., 243 Carpi G.B, 290 Carrega A., 13-6 Carrubba R.W., 164 Castellani A., 92 Castellani Pollidori O., 59 Castellanos J., 212 Castelo Branco F., 242, 244-5 Castiglione M., 313, 320 Castorina A., 156, 166 Caterina, santa, 34 Cattabiani A., 253 Catullo, 28, 157-8, 165 Cavallini E., 159, 161 Cavarzere A., 159 Čechov A.P., 88, 199-209 Celoni F., 293 Cerlogne J.-B., 375 Ceronetti G., 158 Cesariny M., 242, 246 Chevalier J., 256 Chiappini S., 254 Chiara, santa, 34 Chiesa A., 75 Chini M., 372 Christie A., 293 Ciampaglia N., 53 Ciani M.G., 146 Citti F., 163 Clemente Alessandrino, 149 Clivio G., 329, 332 Clogg R., 113 Cocco S., 423 Coletti M. L., 166 Colin M., 44 Coluccia R., 92 Compton-Burnett I., 75 Compton-Engle G., 128 Consolo V., 90 Contini G., 59 Contorbia F., 31 Corazzini S., 32 Corino Rovano S., 373 INDICE DEGLI AUTORI Cornford F.M., 126 Corominas J., 238 Coromines J., 227 Cortelazzo M., 98, 100 Corti M., 87-8 Costa N., 367, 371 Coveri L., 313-4, 403 Cratino, 125 Cresciani G., 299, 309 Crescimbeni G.M., 71 Croce B., 53, 365 Cubières Mme [Marie Aglaé Despans] de, 252 Cucchiarelli A., 162-3 Cuéllar Lázaro C., 419 Cugusi M., 344 Curino L., 81 Cusset Ch., 146 Cuxac C., 440, 442 D’Ancona A., 331 D’Angeli A., 370 D’Annunzio G., 32, 36, 90, 160, 310 Da Barberino A., 288 Dahlhaus C., 451 Dalmasso G.G., 289 Daniele A., 102-3 Daudet A., 288 Dauzat A., 252, 274 Davico Bonino G., 330-1 De Amicis E., 28 de Barros J., 238 De Camilli D., 256 De Casas Gancedo F., 418 De Cervantes M., 289 De Cèspedes A., 84 De Felice E., 58-60, 252, 256-7, 304, 349-52 De Ferrariis Galateo A., 355-6 de Gabrjak Č., 177-85 De Lollis C., 89 De Luca C., 44 De Marchi A., 32 De Martino F., 91 De Michelis E. 59 de Rojas F., 278 de Vasconcelos C., 245 Debidour V.H., 133 Degl’Innocenti Pierini R., 91 Deiana M., 344 del Encina J., 244 Del Ponte A., 144 Deledda G., 342 Dell’Aquila B., 44 Delopoulos K., 112 Demetz P., 175-6 Dettori A., 345 Di Bella M., 155 Di Filippo A., 53 Di Gesaro B., 408 Di Sant’Albino V., 81, 334 Di Stefano P., 100 Dias A.F., 237 Dilaktorskaja O.G., 190 Dionigi I., 157 Disney W., 432, 436 Dmitriev V., 180 Dmitrieva E., 177-85 Dolbina I.A., 187 Doležel L. , 261 Dostoevskij F.M., 187-209, 266 Dottori C. de’, 67, 69 Ducasse I., 267 Dumas A. figlio, 249-50, 253, 301 Dumas A. padre, 252 Duprez E., 247, 250 Durand T., 269 Durante D., 98 Eco U., 333, 338-9 Enna B., 293 Enzensberger H.M., 220 Ercolani A., 129 Erodoto, 128, 130 Eschilo, 151 Esiodo, 38 Etienne M.-F., 268 Eupoli, 125 Euripide, 28, 140-2, 149 Fabio N., 29 Faccioli E., 244 Faeti A., 44 Falchi R., 391 Falleberg C., 292 Fanciulli G., 44 Faraci T., 293 Fauvel M., 265 Fedeli P., 157, 159 Fernández Durán M., 212 Ferrari A., 275 Ferraro G., 334 Ferreira de Vasconcelos J., 238 Ferrero M., 29 Flaubert G., 29, 35, 248, 266 Florenskij P., 191 Folena G., 56 467 468 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Folengo T., 70 Fontana S., 436 Fontane Th., 452 Forcellini E., 161 Formichi C., 34 Förstemann E., 333 Fraenkel E., 157, 166 Francesco, santo, 34 Franco Aixelá J., 418-9, 421 Fratantuono L.M., 164 Furetière A., 279 Gadamer H.-G., 449-50 Gagliardi D., 157, 161, 165 Galaverni R., 158 Galimova L.R., 187 Galleppini A., 342 Garajová K., 432 Garboli G., 75 García J.C., 212 García Lozada A., 214 García Márquez G., 213-4 Garzone G., 296, 380, 432-3 Gasca Queirazza G., 373 Gautier Th., 252 Gavuzzi G., 334 Gazzarri M., 290 Gelabert M., 227 Gemelli G., 84 Genette G., 88 Getto G., 63 Gheerbrant A., 256 Ghiatromanolakis G., 112, 115 Ghiazza S., 28, 35 Giachi V., 158 Giacobbe O., 44 Gigante Lanzara V., 144-6, 148 Ginzburg N., 75-85 Gioanola E., 28 Giovannelli M., 127 Girard R., 191 Goethe W. von, 152, 252, 447 Gogol’ N., 202 Goncourt E. de, 250 González Echevarría R., 211 Gor’kij M., 199 Gottfredson F., 381-7 Gramsci A., 338 Grande S., 362 Grau-Dieckmann P., 426 Grazzini A.F., 72 Greimas A.J., 297 Gribaudo G., 334, 375 Griffiths M., 271 Grignani M. A., 102 Grimalt J.A., 223-4 Grimm J., 224 Grimm W., 224 Grossi G., 254 Gualandri E., 165 Gualfredo F., 373 Guardiani F., 53 Guerri G.B., 160 Guerzoni G., 299-304, 306, 309-10 Guglielminetti A., 30, 35 Guglielminetti M., 145 Guilleux N., 144 Guiscafrè J., 222, 231 Gumilëv N., 178 Hammett D.S., 417-29 Hannah J., 381 Harte B., 180 Hausner I., 449 Hazera L., 212 Hengst K., 447-8 Hoffmann E.T.A., 451 Horde T., 173 Hornblower S., 144 Howard C., 292 Howells R., 272 Hubbard M., 155 Hugo V., 251 Iacoli G., 87 Igort (Igor Tuveri), 342 Imperio O., 129 Isaura C., 371 Issartel Ch., 256 Istrate M., 182 Ivanov V., 181-2 Jácome G.A., 217 Jacopo da Varagine, 369 Jaramillo M.D., 213 Jasso V., 227 Jauß H.R., 449-50 Javier Hernández F., 417-29 Kafka F., 266 Kamptz H. von, 145 Kanavou N., 126-9, 131-2, 137 Karp B., 381 Kauchtschischwili N., 189 Kazack W., 190 INDICE DEGLI AUTORI Kogan G.F., 187 Kohlheim R., 18, 171, 449, 451, 453 Kohlheim V., 21, 87, 171, 431, 448-52 Kolde A., 146 Kondrat’ev A., 178 Köster R., 174 Kotti A., 112-3 Kripke S.A., 87 Kristeva J., 267 La Fauci N., 79 La Penna A., 157, 162 Ladoucette Baron de, 252 Lalli G., 69-70 Lamartine A. de, Lambin G., 148 Landa M., 181 Lanza D., 127 Laporte R., 268 Lê L., 259-69 Lecarme-Tabone E., 250 Leiner W., 272 Leite de Vasconcelos J., 240 Lenaz L., 159 Leopardi G., 89 Levi A., 334 Leydi R., 330, 339 Licciardello A., 409 Licer M., 371 Lico di Reggio, 143 Licofrone, 143-52 Lingua G., 189 Lippi L., 69-70 Loche P.F., 344 Longo Sofista, 165 Lotman J., 87 Luciano, 159 Macchetto A., 293 Machado J.P., 238 Mackensen L., 448 Maeterlinck M., 39 Magli P., 60 Maier A., 451 Makovskij S., 178-9, 181-4 Malavolta M., 156 Malvio de Cupin, 344 Manca G., 342 Mandruzzato E., 162 Manini L., 418 Mann Th., 451 Manzoni A., 291 469 Maragna S., 436 Marandino A., 150 Marcato C., 58 Marchesi C., 157 Marco Beneventano, 363 Margarido A., 240 Marguerite de Navarre, 252 Maria Parda, 235-46 Marini Q., 53 Mármol J., 214, 218 Martina G., 288-91, 390 Martinelli M., 130, 133 Martínez J.R., 212, 214 Martínez M.A., 216 Martorelli R., 349 Marzano P., 58 Marziale, 163, 165 Marzullo B., 131, 136-7 Masoero M., 27, 34 Massara A., 330 Mastrelli C.A., 75 Mastriani F., 53-61 Mattesini E., 65, 67 Mazzoldi S., 144 Mazzoli G., 162, 166 Mc Greal C., 293 Mc Greal P., 293 McNelis Ch., 148 Medda M., 343 Meneghello L., 104 Menichi P., 29 Mergen T., 302 Merlini D., 336 Michelangelo Buonarroti il Giovane, 241, 246 Michelstaedter C., 32 Migliorini B., 375 Milani D., 212, 214 Milkowska Samul K., 424 Millefoglie V., 317 Milza P., 299-300, 303-4, 306-10 Minucci P., 69 Mistral F., 370-2 Mitre B., 308 Moll, F.B., 222 Momigliano A., 144 Monaci Guidotti E., 44 Monina M., 322 Montale E., 84 Montevecchi F., 109 Moretti F., 88 Moretti G., 167 Moseeva N.I., 190 470 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Moya V., 417-20 Mulon M., 272 Murillo Fort L., 419 Musset A. de, 251 Musti D., 144 Negri M., 128 Neiger G., 451 Neri I., 68 Newmark P., 417 Nietzsche F., 32, 34 Nigra C., 30, 36, 330, 332 Nisbet R., 155 Nocera S., 409 Noguerol Jiménez F., 212, 215, 218, 220 Nomi F., 65, 67 Norde C., 417 Novelli E., 43-52 Nuñez Marcén J., 428 Ochetto V., 81 Olson D.S., 126 Omero/Homère, 66, 267 Operti P., 44 Orazio, 155-67 Origa G., 343 Oriol C., 225 Orsato S., 67 Orsi D., 330 Ovidio/Ovide, 28, 102, 144, 162-4, 175, 267 Paccagnella I., 101 Pacheco C., 212 Páez de la Cadena F., 419 Palazzeschi A., 37 Palermo A., 53 Palla M.J., 243 Palma L., 53 Panaino A., 426 Panzini A., 158 Paoli M., 418 Papa E., 18, 44, 50, 161, 192, 333, 338, 349, 369 Papadia B., 361 Pape W.,11 3 Pareyson L., 191, 196-7 Parodi A., 314 Pascoli G., 36, 39-40, 160-1, 163, 165, 253 Pasquali G., 157 Patrone A.M.N., 337 Paul J., 447 Pausania,150 Paveau M.-A., 90 Pavese O., 290 Perrachio L., 369 Perrotta G., 157 Perrotta M., 130, 133 Persoglio P.L., 331 Pestelli G., 367 Petrocchi G., 92 Pettinato G., 99 Pezzin, G., 293 Pfotenhauer H., 447 Piave F.M., 254, 251, 254-5, 257 Pietrini D., 379-80 Pinin, 334 Pinna S., 344 Pintor Sirigu E., 343, 349 Pipino M., 334 Pirandello L., 264 Pirrotta V., 133 Pjast V., 178 Plutarco, 139, 141 Poe E.A., 292 Pogaeckaja I., 180 Pohl I., 171, Pola-Faletti G.C.,369 Polese R., 90 Porcelli B., 27 Prete A., 254 Prévost A.F., abate, 251 Properzio S.A., 28, 157, 162, 165 Proust M., 88 Prudhomme R.-F.S., 32 Pulci L., 63-5, 70 Putzu I., 424 Quadrio B., 44 Raabe W., 452 Raffalli B., 248 Rama A., 212 Ramous M., 164 Raspe R. E., 288 Reeves H., 381 Regis R., 289, 380 Renda U., 44 Renier R., 329-33, 335-8 Renzi L., 92 Resche Ch., 257 Ribeiro Chiado A., 3, 5 Richelet P., 274 Riffaterre M., 88 INDICE DEGLI AUTORI Ritsos G., 111-24 Roa Bastos A., 216, 218 Robida A., 290 Rocca A., 32, 38, 41 Rohlfs G., 333 Rojzenzon L., 180 Romano E., 155-6, 159, 161-3, 166 Romei D., 68 Rondini A., 79 Rossebastiano A., 20, 44, 50, 82, 161, 192, 333, 338, 349, 369, 373, 376 Rostand E., 289 Rotolo V., 112, 116, 123 Roy E., 271 Rubio A., 418 Ruggieri R.M., 63 Rulfo J., 218-9 Russo Cardona T., 434-5 Safranski R., 451 Sala E., 250, 252 Salgari E., 290 Salmon L., 177, 180, 189, 393, 418, 420-1 Salvatori C., 292 Salvestroni S., 187 San’ko T., 179 Sanguineti E., 13, 34, 133, 257 Sarda B., 291 Sasso L., 88, 92, 251 Savio G., 373 Scabia G., 97-109 Scaffai N., 89 Scappaticci T., 53 Schade G., 144 Schiller F., 447 Schleiermacher F.D.E., 449 Schopenhauer A., 34 Schüller A., 448, 450 Schuster E., 449 Schwaderer R., 310 Segantini E., 291 Seglie S., 334 Seibicke W., 171, 173 Selbmann R., 176, 447 Selmin F., 103 Seneca, 28 Sens A., 148 Serafini M., 71-2 Serianni L., 56 Serra A., 343 Serra R., 32 Sestito F., 249-50 Shakespeare W., 267 Shelley M., 294 Sidney Ph., 278 Slataper S., 32 Sobrero A., 344 Socrate, 39 Söding Ch., 310 Sologub F., 179 Solov’ev A., 188 Solov’ëv S., 178 Sorel Ch., 271-81 Sottile R., 403, 410 Spagnolo L., 92 Spini S., 379 Stanislavskij K., 199 Stecchetti L., 30 Stegagno Picchio L., 235, 237 Steiner R., 179-80 Stevenson R.L., 294 Stifter A., 449-50 Stoker B., 293-4 Straparola G.F., 276 Subercaseaux B., 212, 215-7 Suida, 143 Surdich L., 93, 190 Surkova T., 180 Sutton D.F., 128 Swift J., 290 Szymborska W., 143 Tagliavini C., 332-3 Tanet Ch., 173 Tassoni A., 63, 65-6 Teocrito, 162 Teresa d’Avila, santa, 177, 180 Tettoni L.E., 247 Teyssier P., 243 Thompson S., 221, 223-4 Tibullo, 157, 163, 166 Tolstoj L., 290 Tomasin L., 89 Tomassini R., 436 Tommaseo N., 68 Toporov V.N., 190 Torre C., 68 Toschi P., 246 Tosti L., 55 Traina A., 155-6, 158, 162-4 Tremulo B., 345 Tremulo P., 345 471 472 RIVISTA DI ONOMASTICA LETTERARIA Treu M., 126-9 Tsianas E., 112 Tucidide, 129 Turato G.F., 98 Tynjanov J., 188, 195 Tzetzes, 144 Uspenskij B., 87 Uther H.J., 221, 223-4 Vacis G., 81 Valeri D., 371 Valle Inclán R., 217 Valriu C., 222 van Dalen-Oskam K., 419, 452 Van der Poel I., 268 Vargas Llosa M., 215, 217 Vasil’eva N., 448 Vasil’ìev V., 184 Vayra P., 369 Vecchi A., 307 Veiga Oliveira E., 242 Venezia M., 408 Verdi G., 247, 250, 255, 257 Vicente G., 235-46 Vieira Mendes M., 241 Vigliongo G., 367, 370 Vigna B., 342, 345 Viktorovič V.A., 187 Villon F., 236 Viparelli V., 156 Virgilio, 28, 162 Vitale M., 92 Volli U., 297 Vološin M., 177-83 Volpi G., 65 Volta M., 292 Volterra V., 434-5 von Alvensleben L., 301 Vopisco M., 334 Wagner F., 248, 257 Wagner R., 84 Waldseemüller M., 356 Walsh B., 382-7 Wehr C., 211 West S., 152 White H., 144 Windberger-Heidenkummer E., 450 Wright B., 386-7 Wu Ming, 90 Xun Lu., 266 Yambo, 43-52 Yeager J. A., 266 Zalamea J., 213-4 Zalli C., 334 Zampieri A., 43 Zanetto G., 126 Zangrandi S., 127 Zanni R., 91 Zimmermann B., 126 Zincone V., 315 Zorzi L., 331 NORME REDAZIONALI Al fine di assicurare uniformità grafica alla rivista ed evitare spiacevoli ritardi nella fase di stampa, la redazione del «Nome nel testo» invita i suoi collaboratori a rispettare le norme tipografiche indicate di seguito. 1. In nota nomi e cognomi degli autori vanno indicati in tondo se inseriti all’interno del discorso, con nome e cognome la prima volta; con il solo cognome, salvo nel caso di omonimia, nelle occorrenze e note successive); in maiuscoletto se facenti parte di un’indicazione bibliografica. 2. Titoli di opere, libri, saggi, articoli e contributi: sempre in corsivo. I titoli delle opere citate all’interno dei titoli degli articoli o dei volumi: in tondo; le citazioni in corsivo tra apici doppi. Esempio: ALESSANDRO MANZONI, Come avrei scritto i Promessi sposi se non fossi andato a “risciacquare i panni in Arno”. Per un eventuale rinvio in nota del titolo utilizzare l’asterisco (*), evitando l’esponente numerico. 3. Titoli di riviste, periodici e quotidiani: in tondo tra virgolette basse (« »): «Italianistica», «Linea d’ombra», «Corriere della sera», ecc.; ovvero si può ricorrere, quando è il caso, a sigle conosciute e usuali: GSLI, LN, ecc. 4. In nota i riferimenti bibliografici devono rispettare un assetto preciso: a. per citare da un libro: AUTORE, Titolo del libro, numero del volume (se necessario), sede dell’edizione, editore o tipografia e anno di stampa (tra editore e anno non usare la virgola), numero della/e pagina/e a cui si rimanda. Esempio 1: UMBERTO ECO, Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Milano, Bompiani 1979, p. 50. Esempio 2: ERICH AUERBACH, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, vol. II, Torino, Einaudi 19756, pp. 28-29. L’esponente posto in alto a destra rispetto all’anno di stampa indica il numero della ristampa effettivamente pubblicata nell’anno indicato. Se gli autori sono due, vengono separati da una virgola. Dove fosse opportuno è necessario segnalare la collana nella quale compare il volume. Il nome della collana va inserito, tra parentesi e tra virgolette basse, dopo l’editore e non va separato dalla data di edizione da alcun segno di interpunzione.: Esempio 3: ROLAND BARTHES, S/Z, Paris, Seuil («Points») 1970. Eventualmente, qualora lo si ritenga utile, si può inserire il numero del volume all’interno della serie. b. per citare da una raccolta d’autore: AUTORE, Titolo del contributo, in Titolo del libro, ecc. Esempio 4: IPPOLITO NIEVO, Il barone di Nicastro, in Novelliere campagnuolo e altri racconti, Torino, Einaudi 1956, pp. 473-583. Esempio 5: MARIO FUBINI, Stile della critica, in Critica e poesia, Bari, Laterza 1956, pp. 82-94. c. per citare da una miscellanea: AUTORE, Titolo del contributo, in Titolo del libro, a c. di ecc. I cognomi degli eventuali curatori, preceduti dall’iniziale del nome, vanno in tondo minuscolo dopo il titolo del volume. Esempio 6: LEONARDO TERRUSI, «I nomi non importano». L’onomastica delle Città invisibili di Italo Calvino, in Studi di onomastica e critica letteraria offerti a Davide De Camilli, a c. di M. G. Arcamone, D. Bremer, B. Porcelli, Pisa-Roma, Fabrizio Serra 2010, pp. 263-272. In mancanza di indicazioni esplicite sul curatore, prima del titolo dell’opera generale che contiene il contributo, introdurre l’abbreviazione: AA.VV. Esempio 7: GIUSI BALDISSONE, Gozzano consolatore di se stesso, in AA.VV., Guido Gozzano. I giorni, le opere, Atti del Convegno nazionale di studi (Torino, 26-28 ottobre 1983), Firenze, Olschki 1985. Nel caso di un volume collettivo fortemente caratterizzato dal (o tradizionalmente identificato col) suo curatore, è possibile anteporre il nome di questi, in maiuscoletto, al titolo del volume stesso. Esempio 8: GIUSEPPE PETRONIO, Giovanni Boccaccio, in W. BINNI (a c. di), I classici italiani nella storia della critica, vol. I, Firenze, La Nuova Italia 1974, pp. 173-236. d. per citare un articolo di rivista: AUTORE, Titolo dell’articolo, «Titolo della rivista», numero del volume in numeri romani, anno in cifre arabe tra parentesi, numero del fascicolo in cifre arabe, numero delle pagine. Esempio 9: BRUNO PORCELLI, Echi purgatoriali nei Pastori di Alcyone, «Italianistica», XXVII (1998), 3, pp. 437-9. Se la rivista presenta cadenze stagionali, indicate in copertina, occorre segnalarle. Es. 10: ROBIN HOWELLS, Ancients and Moderns: generation through naming in the Comic Novels of Charles Sorel, «French Studies Bulletin», A Quarterly supplement 37, Winter 1990-1991, pp. 5-7. Il titolo della rivista non deve essere preceduto dalla preposizione “in”. e. per citare un articolo di giornale: Autore, Titolo dell’articolo, «Titolo del giornale», data, numero della pagina. 5. L’eventuale soppressione di una parte all’interno della citazione si indica con […]. Non si deve, invece, indicare il taglio all’inizio e alla fine della citazione. 6. I numeri delle pagine vanno indicati per esteso. 7. Al fine di evitare, nelle note, la ripetizione dell’intero riferimento bibliografico è opportuno ricorrere ad abbreviazioni. A ogni successiva apparizione di un testo già citato (in maniera completa) sarà sufficiente indicare: autore (solo il cognome, salvo equivoci), titolo (abbreviabile con tre puntini di sospensione, purché facilmente riconoscibile), cit. (opera/edizione citata), numero della/e pagina/e. Esempio 11: MANZONI, I promessi sposi, cit., pp. 156-157. Esempio 12: MANZONI, Saggio comparativo…, cit., p. 3. Nel caso di indicazioni bibliografiche tra loro immediatamente consecutive: se rinviano a opere diverse dello stesso autore, il nome di tale autore deve essere sostituito con ID./EAD.; se rinviano alla medesima opera si deve usare Ivi (in tondo), numero della/e pagina/e. Ibidem (abbreviato in Ibid.) si usa quando si fa riferimento alla stessa opera e alla stessa pagina citate immediatamente prima. 8. Le citazioni brevi inserite nel testo devono essere evidenziate da virgolette basse (« »). Al contrario, le citazioni lunghe fuori dal testo e in corpo minore non hanno bisogno di virgolette. Le traduzioni letterali vanno comprese tra apici semplici (‘ ’), che devono essere usati anche per segnalare le connotazioni particolari di una parola. 9. Le parole straniere in alfabeto latino vanno scritte in corsivo; possono essere riportate in corsivo le parole, anche italiane, evidenziate perché oggetto di studio. 10. Gli esponenti delle note vanno posti dopo i segni d’interpunzione. 11. Gli autori dovranno provvedere a compilare un indice degli antroponimi e toponimi presi in esame, nonché un indice degli autori citati. 12. Il contributo da far pervenire alla redazione deve essere inviato via email in formato RTF (Rich Text Format) o doc(x). Il carattere da adottare è Times New Roman. Il testo va battuto in corpo 12 con spaziatura 1,5; le citazioni lunghe all’interno del testo in corpo 11 con spaziatura singola; le note a piè di pagina in corpo 10 con spaziatura singola. Una stampa conforme deve essere spedita alla redazione per posta. Abbreviazioni a cura di capitolo - capitoli carta - carte confronta eadem = = = = = edizione - edizioni edizione/opera citata et cetera ibidem idem = = = = = a c. di (sempre abbreviato) cap. - capp. c. - cc. cfr. EAD. (in MAIUSCOLO-MAIUSCOLETTO, sempre abbreviato, per i richiami bibliografici) ed. - edd. cit. ecc. ibid. ID. (in MAIUSCOLO-MAIUSCOLETTO, sempre abbreviato, per i richiami bibliografici) manoscritto - manoscritti nota numero pagina - pagine prefazione di recto - verso (di carta) scilicet seguente/i traduzione di traduzione italiana vedi verso - versi volume - volumi = = = = = = = = = = = = = ms. - mss. n. n° p. - pp. pref. di r-v scil. (sempre abbreviato in corsivo) sg./sgg. trad. di trad. it. vd. v. - vv. vol. - voll. Avvertenze Si ricorda che i contributi possono essere redatti in italiano o in una lingua straniera di larga diffusione e che tutti i testi in lingua non italiana inviati alla rivista devono essere accompagnati da un riassunto in italiano. I contributi in lingua italiana dovranno essere preceduti da un breve abstract in lingua inglese e seguiti da un succinto profilo dell’autore, in italiano, in cui dovranno essere indicati anche istituzione di appartenenza, status e indirizzo e-mail. La redazione non restituirà i lavori eventualmente non accettati Qui di seguito si forniscono indicazioni di massima per la redazione degli indici degli autori e dei nomi, da far pervenire alla redazione al momento della correzione delle bozze. Indice degli autori 1. Devono essere citati i nomi degli autori, ma non dei curatori (a meno che non si tratti di opere per le quali la figura del curatore assume una particolare rilevanza). 2. Prima va citato il cognome, cui segue senza virgola l’iniziale del nome puntato; ad es.: De Amicis E. 3. I nomi degli autori vanno annotati seguendo i criteri di citazione vigenti nei rispettivi settori di ricerca. 4. Il nome deve essere seguito da una virgola e dal numero della pagina in cui esso compare nella prima bozza, che ogni autore riceverà per la revisione: ad es. Rosenfeld H., 3; Barthes R., 8; Suitner F., 12. 5. Qualora si tratti di personaggi storici di particolare rilievo (papi, re, santi, ecc.) è opportuno fornire, dopo il nome, l’identità dell’autore citato: ad es. Francesco, santo; Celestino V, papa. Lo stesso dicasi relativamente ai personaggi che compaiono nell’elenco dei nomi. Nel caso che san Francesco non venga in un determinato contesto considerato come autore, bensì come personaggio, il suo nome, posto nell’Indice dei nomi citati, dovrà ugualmente essere seguito dall’indicazione “santo”. Si impone infatti talora di effettuare distinzioni fra personaggio e autore: se ad es. Dante compare come autore, va segnalato nell’Indice degli autori (Alighieri D.), se è invece considerato quale personaggio della Commedia, va posto nell’Indice dei nomi (Dante). 6. I titoli delle opere anonime vanno collocati nell’indice degli autori e posti in corsivo. Indice dei nomi 1. Si raccomanda di annotare solo quei nomi che, più o meno approfonditamente, vengono presi in esame. Si evitino quindi lunghi elenchi di nomi che, pur comparendo nel testo, non presentano alcuna rilevanza ai fini dell’indagine onomastica. 2. Qualora un nome presenti varianti, queste devono essere affiancate alla forma base, dopo una barra: ad es. Bartolo/Bortolo. 3. Il nome del personaggio dovrà essere citato nel modo in cui compare nel testo: ad es. Maddalena Scata, Babette d’Interlaken, Vasilca a lu Porojan. 4. Non vanno citati, seppur maiuscolati, i nomi di divinità (e relative personificazioni), i nomi di entità astratte e i toponimi (a meno che essi non vengano specificamente presi in esame sotto il profilo onomastico). 5. Anche per la redazione dell’Indice dei nomi valgono le indicazioni riportate sopra per l’Indice degli autori ai punti 4 e 5. Onomastica & Letteratura O&L è nata a Pisa nel maggio 1994 con l’obiettivo di promuovere e diffondere studi di onomastica letteraria attraverso giornate di studio, seminari, convegni e pubblicazioni. Attualmente il Comitato direttivo di O&L è costituito da Luigi Surdich, Presidente; Maria Serena Mirto, Vicepresidente; Matteo Milani, Vicepresidente; Donatella Bremer, Segretario; Giorgio Sale, Tesoriere. Per ulteriori notizie sull’Associazione si può consultare la pagina web http://www.fileli.unipi.it/ricerca/siti-ospitati/ I contributi presentati in occasione dei convegni che, a partire dal 1995, l’associazione annualmente organizza vengono, dopo valutazione dei Comitati di Direzione, di Consulenza e Scientifico e dopo essere stati sottoposti al giudizio di due Revisori anonimi, pubblicati nella rivista il Nome nel testo Direttori della rivista sono Maria Giovanna Arcamone, Donatella Bremer, Luigi Surdich, Maria Serena Mirto. La Giunta di Direzione è composta da Matteo Milani, Elena Papa, Giorgio Sale e Leonardo Terrusi. La rivista è consultabile anche sul sito http://riviste.edizioniets.com/innt/index.php/innt O&L pubblica inoltre, sempre presso le Edizioni ETS di Pisa, la collana di studi di onomastica letteraria Nominatio fondata da Maria Giovanna Arcamone e diretta da Maria Giovanna Arcamone, Luigi Surdich, Alda Rossebastiano e Donatella Bremer con lo scopo di raccogliere dizionari, repertori, manuali, opere monografiche e miscellanee. I volumi sinora pubblicati sono i seguenti: Maria Giovanna Arcamone, Giorgio Baroni, Donatella Bremer (a c. di), L'incanto del nome, 2002 Luigi Sasso, Nomi di cenere. Percorsi di onomastica letteraria tra Ottocento e Novecento, 2003 Massimo Castoldi, L’ombra di un nome. Letture pascoliane, 2004 Pasquale Marzano, Il male che coglie Napoli e altre note di onomastica letteraria, 2005 Bruno Porcelli, Leonardo Terrusi, L’onomastica letteraria in Italia dal 1980 al 2005. Repertorio bibliografico con abstracts, 2006 Alessio Bologna, Studi di letteratura popolare e onomastica tra Quattro e Cinquecento, 2007 Maria Giovanna Arcamone, Donatella Bremer, Davide De Camilli, Bruno Porcelli (a cura di), Atti del XXII Congresso Internazionale di Scienze Onomastiche, Pisa, 28 agosto - 4 settembre 2005, voll. I (2007), II (2008), IV (2010) e V (2012). Il III volume è uscito come «iNnt» (2006) Mariana Istrate, Strategie denominative in letteratura, 2012 Leonardo Terrusi, I nomi non importano, 2012 Leonardo Terrusi (a cura di), L’onomastica letteraria in Italia dal 2006 al 2015. Repertorio bibliografico con note introduttive, 2016 Maria Giovanna Arcamone, Simone Pisano (a cura di), La Nominatio in Grazia Deledda e in Carlo Cassola. Prove di ricerca (in corso di stampa) Silvia Zangrandi, Fanta-onomastica. Scorribande onomastiche nella letteratura fantastica del Novecento, 2017 Edizioni ETS Palazzo Roncioni - Lungarno Mediceo, 16, I-56127 Pisa info@edizioniets.com - www.edizioniets.com Finito di stampare nel mese di settembre 2019