Tra Bologna, Venezia e Vienna: notizie di spettacolo nel carteggio di Sicinio Pepoli, in Patrons, Intermediaries, Venetian Artists in Vienna & Imperial Domains (1650-1750), a cura di Enrico Lucchese e Matej Klemenčič, Firenze, Polistampa, 2022.

Rinomato mecenate d’arte, clavicembalista dilettante con una profonda passione per l’opera in musica, il conte Sicinio Pepoli (Bologna, 1684-1750) fu un punto di riferimento per la vita culturale della Bologna del Settecento. La sua fama tra gli studiosi è legata in particolare all’amicizia con Farinelli e i Bibiena, e ai rapporti epistolari con Hasse, Vivaldi e l’ambiente veneziano. Questo intervento intende mettere in valore la sua capacità, finora trascurata, di sfruttare le proprie competenze in campo artistico, musicale e teatrale per annodare stretti rapporti con la migliore aristocrazia italiana ed internazionale e assicurarsi una posizione di rilievo sullo scacchiere delle relazioni dello spettacolo europeo nel cuore del XVIII secolo, a partire dai fitti rapporti con Vienna. Sarà inoltre approfondita la sua ipotizzata attività di impresario teatrale. A lui si rivolsero committenti come Ludovico Pio di Savoia, Fabrizio e Carlo Colonna, Filippo d’Assia-Darmstadt, chiedendogli consigli o coinvolgendolo in dispute o trattative particolarmente delicate. Grazie alla protezione accordata a musicisti come i Predieri e ad architetti-scenografi come i Bibiena, Pepoli intrattenne una fitta corrispondenza con gli emissari di Carlo VI, che in più occasioni si rivolsero a lui come intermediario nella ricerca di maestranze atte a soddisfare le esigenze della vita spettacolare e artistica della corte imperiale. Ripercorrendo il suo carteggio, edito solo in minima parte, si proporranno all’attenzione degli studiosi preziose notizie di spettacolo che permetteranno sia di tracciare una nuova mappatura dei suoi contatti italiani ed europei, sia di meglio conoscere il suo ruolo di intendente di teatro.

Patrons, Intermediaries, Venetian Artists in Vienna & Imperial Domains (1650-1750) a cura di / edited by ENRICO LUCCHESE & MATEJ KLEMENČIČ s dello TORIA PETTACOLO 2 collana diretta da Siro Ferrone Patrons, Intermediaries, Venetian Artists in Vienna & Imperial Domains (1650-1750) a cura di / edited by ENRICO LUCCHESE & MATEJ KLEMENČIČ This publication was published within the research project Patrons, Intermediaries and Venetian Artists in Vienna and Imperial Domains (1650-1750) (no. N6-0110), co-ﬁnanced by the Slovenian Research Agency from the state budget. The project was carried out at the ICCHS (International Center for Comparative Historical Studies), Department of Art History, Faculty of Arts, University of Ljubljana, from 1 April 2019 to 31 March 2022. Scientiﬁc Committee: Linda Borean, Matej Klemenčič, Metoda Kokole, Nina Kudiš, Edgar Lein, Enrico Lucchese, Dušan Mlacović, Gianluca Stefani, Ingeborg Schemper-Sparholz, Jana Zapletalová. Each of the contributions in this volume has been peer-reviewed. In copertina: Particolare dell’incisione di J.J. Grassmann da un disegno di S. Kleiner, Gallerie, 1734. www.polistampa.com © 2022 LEONARDO LIBRI srl Via Livorno, 8/32 - 50142 Firenze - Tel. 055 73787 info@leonardolibri.com - www.leonardolibri.com ISBN 978-88-596-2263-5 CONTENTS 9 Preface Enrico Lucchese, Matej Klemenčič Part I. BETWEEN VENICE AND VIENNA. THE NETWORK OF INTERMEDIARIES 13 I Burnacini a Vienna – il trasferimento di una famiglia di scenograﬁ da Venezia alla corte imperiale Rudi Risatti 23 «Quanto debolmente son andato ﬁgurando»: Alessandro Zen e il pronao di San Nicolò da Tolentino a Venezia (1706-1714) Marco Capponi 31 Giovanni Pacassi (1685-1745) suddito imperiale e maestro lapicida Alessandro Quinzi 47 From Imperial Sculptor in Vienna to Royal Sculptor in Dresden: Lorenzo Mattielli (1687-1748) and his Career-enhancing Social Connections Ingeborg Schemper-Sparholz 63 Daniele Antonio Bertoli (1677-1743), disegnatore e cortigiano nella Vienna imperiale: studio di due suoi disegni e rilievo delle sue relazioni artistiche veneziane Jean-Philippe Huys 75 Angela Carriera, Giovanni Antonio Pellegrini e Daniele Antonio Bertoli tra Venezia, Vienna e San Daniele del Friuli Enrico Lucchese 93 Il ritratto di Daniele Antonio Bertoli di Rosalba Carriera, una precisazione documentaria Stefano Aloisi PATRONS, INTERMEDIARIES, VENETIAN ARTISTS IN VIENNA 6 97 & IMPERIAL DOMAINS Un diplomatico a Vienna: mecenati, musici e artisti nella corrispondenza di Giuseppe Riva (1729-1737) Gianluca Stefani 111 1730: il viaggio di Rosalba Carriera a Vienna. Uno sguardo agli intermediari e a Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg, imperatrice vedova Bernardina Sani 125 Anton Maria Zanetti and Antonio Daniele Bertoli as Agents in the Sale of Eugene of Savoy’s Collection Silvia Tammaro 135 Anton Maria Zanetti e i Canaletto Liechtenstein Bożena Anna Kowalczyk 149 Algarotti e Metastasio tra Vienna e Venezia: ultimi bagliori rococò dell’intermediazione artistica Paolo Pastres 161 «[...] la contessa d’Althann, ed il suo divino Correggio» – Francesco Algarotti and the Art Collection of Maria Anna Pignatelli Althann in Vienna Julia Strobl 175 PLATES Part II. CENTER AND PERIPHERY. VENETIAN ART IN THE DOMAINS OF THE EMPIRE 243 Rijeka’s Finest 18th Century Art Commission: The Orlando Family and the Presbytery of the Collegiate Church of St. Mary’s Assumption Damir Tulić, Mario Pintarić 253 Venetian Sculptors, Patrons and Intermediaries in Habsburg Lands in the 18th Century: The Case of Francesco Robba Matej Klemenčič 267 Gian Domenico and Daniele Antonio Bertoli: The Castle and Estate of Bribir and the Donations to its Parish Church Nina Kudiš 279 Let There Be Light – Donors of Venetian Lamps in the Churches of Rijeka on the South-Eastern Border of the Holy Roman Empire Mateja Jerman CONTENTS 7 291 Un dilettante trentino a Salisburgo: Francesco Lattanzio Firmian, i suoi ritratti e la sua collezione di pittura veneta Roberto Pancheri 305 PLATES Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES 331 Ljubljana Based Bookbinders and the Book-trade between the Printing Centres and Ljubljana. A Case Study of the Fuerstlich Auerspergsche Fideicommisbibliothek zu Laybach Luka Ručigaj 343 Mediatori, agenti e mercanti di Karl von Lichtenstein-Castelcorno, principe vescovo di Olomouc, tra Venezia e l’Europa centrale Zuzana Orálková, Jana Zapletalová 353 Tre dipinti per il principe Eugenio di Savoia acquistati a Bologna Michele Danieli 361 Tra Bologna, Venezia e Vienna: notizie di spettacolo nel carteggio di Sicinio Pepoli Lorena Vallieri 373 Pietro Maria Guarienti. Un agente per Dresda tra l’Italia e l’Impero Francesco Speranza 381 On the Move: Itinerant Impresarios as Intermediaries of Operatic Personnel, Music and Spectacle Berthold Over 397 L’intermediazione del dramma per musica a metà Settecento (tra Venezia e l’Europa centro settentrionale): alcune riﬂessioni Giovanni Polin 407 PLATES 425 BIBLIOGRAPHY 483 Index of Names Lorena Vallieri Tra Bologna, Venezia e Vienna: notizie di spettacolo nel carteggio di Sicinio Pepoli Il nome del conte Sicinio Pepoli (1684-1750), appartenente a una delle più illustri famiglie del patriziato bolognese (ﬁg. 1),1 non è certo ignoto ai musicologi: spesso citato in relazione a Hasse,2 Predieri3 e Vivaldi,4 è stato oggetto di studi fondamentali nella bibliograﬁa farinelliana.5 Le indagini di Su cui si veda l’accurato studio Le famiglie senatorie di Bologna, 5. Pepoli 2018 (con una scheda bibliograﬁca su Sicinio alle pp. 353-354). Tutte le lettere – a eccezione di quelle di Farinelli già pubblicate da Vitali in BROSCHI FARINELLI 2000 – sono state trascritte dagli originali con criteri prevalentemente conservativi. Tuttavia le abbreviazioni sono state sciolte tra quadre in quanto talvolta rendevano diﬃcoltosa la comprensione del testo. Tra quadre anche le aggiunte e le parole ricostruite. Gli a capo e le maiuscole sono stati rispettati solo in parte e, quando necessario, sono stati regolarizzati gli accenti e la punteggiatura. 2 Fu Sergio Durante a pubblicare per primo una lettera, datata 20 aprile 1733 e indirizzata a Carlo Antonio Benati, in cui Bernacchi criticava un’aria composta da Hasse per il Siroe da rappresentarsi al teatro Malvezzi nella primavera di quell’anno. Dal documento emerge come la lite tra il compositore e Anna Maria Peruzzi, a cui era destinata l’aria, avesse coinvolto tutto l’ambiente musicale bolognese, in primis un imbarazzato Pepoli, esplicitamente indicato come il protettore della cantante (cfr. DURANTE 1982, pp. 441n., 452-453, 461 [per un commento alla lettera], 465469 [per la trascrizione]). L’episodio è stato successivamente approfondito da Vitali, Sven H. Hansell e Raﬀaele Mellace che hanno dimostrato il ruolo decisivo giocato da Sicinio nella chiamata di Hasse a Bologna, una scrittura ottenuta anche grazie all’intermediazione di Farinelli. Cfr. VITALI 1990, pp. 241-242; HANSELL 1992; MELLACE 2004, pp. 106-112 (a p. 109 viene tra l’altro riportata una lettera inedita di Hasse a Sicinio Pepoli datata Roma, 29 marzo 1733). Fu merito di Sicinio anche per l’arrivo a Bologna del giovane Nicolò Jommelli, che compose per il teatro Malvezzi la prima versione dell’Ezio su libretto di Metastasio (1741) e dell’Eumene su libretto di Apostolo Zeno (1742). Cfr. VALLIERI 2021. 3 Cfr. GUIDOTTI 1988; MELLACE 2016. 4 Cfr. CAVICCHI 1967, pp. 71, 74; VITALI 1989; VITALI 1991; HELLER 1991, pp. 54-55; TALBOT 2011, pp. 122, 139; WHITE 2013, pp. 207-210. I rapporti tra Vivaldi e Pepoli non furono idilliaci. Se è stata avanzata l’ipotesi che la quasi totale assenza del compositore-impresario da una piazza operistica importante come quella bolognese sia da attribuire alla neanche troppo velata opposizione di Sicinio, è altrettanto vero che Vivaldi si rivolse a lui più volte tra il 1731 e il 1735 perché facesse da intermediario con alcuni cantanti, tra cui Pietro Morigi. 5 Impossibile registrare qui l’ampia bibliograﬁa su Farinelli, anche solo in relazione a Pepoli. Si veda almeno BORIS, CAMMAROTA 1990; CAPPELLETTO 1995; ARMELLINI 2002; BORIS 2005; CORP 1 362 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES Carlo Vitali6 – approdate nella pubblicazione delle sessantasette lettere autografe scritte da Broschi tra il 1731 e il 17497 – hanno dimostrato un «lungo e qualiﬁcato»8 rapporto tra i due che, iniziato almeno nel 1727,9 assunse presto «una tonalità aﬀettiva più calda e un respiro più ampio».10 In quelle lettere Farinelli aggiornava il suo generoso mecenate sulle novità politiche e teatrali delle piazze visitate; lo informava su malattie, ansie, diﬃcoltà e intrighi di una vita sempre in viaggio; non esitava ad avanzare richieste e favori, come l’invio in Spagna di un «buonissimo cembalo» quale era quello «in casa del Conte Pietro Albergati, defonto compositore»11 o di «50 braccia di seta o taﬀetà ingerato».12 Parimenti s’impegnava a soddisfare i desideri e le curiosità del suo protettore e della di lui moglie, la nobile romana Eleonora Pepoli Colonna: Spiacemi fortemente di non aver potuto sodisfare il genio di Vostra Eccellenza con mandarle quei frutti con le cartine dentro; mentre avendo fatta esatta diligenza in Milano mi hanno detto che quell’uomo è morto e non vi è alcuna altra persona che lo sappia immitare; ben però dal genio che ho di sodisfarla ho fatto scrivere da un mio tanto amico in Francia per averli, che subito ricevuti non tralascerò mandarceli.13 Io mi ricordo del sale che Vostra Eccellenza desidera, siccome della lana che desidera Donna Eleonora. Tutto questo tengo appresso di me, ma la diﬃcoltà d’inviarle è quella che ﬁn ad ora mi ha trattenuto; partendo qualche vascello per Livorno io le spedirò.14 2005; Il Farinelli e gli evirati cantori 2007; HARRIS 2008; Il Farinelli ritrovato 2014; MAZZONI 2018 (con ampia bibliograﬁa); Mito storia e sogno 2021. 6 Cfr. VITALI 1990; VITALI 1992a; VITALI 1992b. 7 Cfr. BROSCHI FARINELLI 2000. 8 VITALI 1990, p. 239. 9 Risalgono al 1727 sia due lettere di raccomandazione scritte al Pepoli da don Fabrizio Colonna, connestabile di Roma e principe di Pagliano, e dal cardinale Carlo Colonna, rispettivamente fratello e zio della moglie di Sicinio; sia il debutto felsineo di Farinelli ne La fedeltà coronata, ossia l’Antigona di Pasqualigo-Orlandini rappresentata durante l’estate al teatro Malvezzi, la cui gestione, come vedremo, coinvolgeva anche il Pepoli. Cfr. VITALI 1990, p. 240; VITALI 1992a, p. 2; CALORE 2007; ANZANI 2019. 10 VITALI 1990, p. 243. 11 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Palazzo del Pardo, 22 febbraio 1738 (in BROSCHI FARINELLI 2000, pp. 148-150: 148-149). 12 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, San Ildefonso, 8 settembre 1740 (in BROSCHI FARINELLI 2000, pp. 161-167: 167). 13 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Torino, 15 dicembre 1731 (in BROSCHI FARINELLI 2000, pp. 92-94:93). 14 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Londra, 30 novembre [ma 11 dicembre] L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI 363 A riscontro una lettera spedita da Livorno il 21 giugno 1737 in cui Antonio Cosimo Pastacaldi accusava l’arrivo da Londra di una «cassettina» col «sigillo del s.r Farinello»: Essendo Lode all’Altissimo, arrivata a salvamento la nave S. Giorgio procedente di Londra, mi son fatto conseg[na]re la consaputa cassettina avvolta con tela incerata, e ben condizionata, sigillata in più luoghi con cera di Spagna rossa col sigillo del s.r Farinello, diretta a V. Ecc[ellen]za, e tale quale, l’ho spedita al s.r Dom[eni]co Batacchi di Firenze, con ordine al med[esi]mo d’avanzarglela costì con tutta la possibile sollecitudine, e sicurezza, che però si compiacerà d’andarla procurando per accusarmene a suo luogo la ricevuta, e bene stare, servendole che nella Bulletta ho fatto speciﬁcare, che d[ett]a cassettina contiene cioè: una catena d’oro per orologio da Uomo una detta d’oro per orologio da Dama una detta d’argento per orologio da Uomo una custodia con rasoj un paro ﬁbbie d’argento per scarpe un paro calzette nere uno scatolino con cinque vezzi di margherite e alcune piccole per le falze [?] tanto mi avvisò contenere il mio fratello secondo la nota che le fu data dal sud[dett]o virtuoso, e tanto ho fatto dichiarare nella d[ett]a Bulletta, per uniformarmi all’ordine statomi conferito da V. Ecc[ellen]za, alla quale trasmetto la nota di mie spese occorse in ricevere e spedire d[ett]a cassetta ascendenti a p. 4·7·6 da 8/7, che unite a p. – 16 – per porto delle due lett[e]re mand[ate]mi per Londra, sono in tutto p. 5·3·6 da 8/11, che tanto si compiacerà rimettermj con tutto suo comodo, o pure farle pagare, a cotesti SS.ri Rizzardi, e Giovanardi, a disposizione del mio S.r Gio. Gio. [sic] Dufour, come meglio le tornerà in acconcio, non essendovi niente che prema; mi preme bensì di ricevere dalla somma benignità di V. Ecc[ellen]za nuovi e maggiori suoi comandam[en]ti, onde la supplico umilm[ent]e a favorirmente con più frequenza, acciò ch’io possa nell’esecuzione di essi esercitare la viva brama che sempre più nutro di servire il suo alto merito, per esser degno in qualche parte dell’onor della sua grazia e protezione, che la prego con tutto lo spirito di conservarmi.15 1734 (in BROSCHI FARINELLI 2000, pp. 132-133: 133; p. 208, per la datazione tra quadre della lettera). Sull’importante documento cfr. MAZZONI 2018, pp. 91 ss. 15 Lettera di Antonio Cosimo Pastacaldi a Sicinio Pepoli, Livorno, 21 giugno 1737, Archivio di stato di Bologna (ASB), Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 157, fasc. 1737. Nello stesso cartone si trova anche una lettera di Domenico Batacchi spedita da Firenze in data 29 giugno 1737: «Di missione dal Sig.re Ant[oni]o Cosimo Pastacaldi da Livorno inviai all’E.V. ﬁno di mercoledì scorso e col mezo di cod[est]i SS.ri Landi, e Roncadelli, una cassettina avvolta in incerato con sua mans., che dice contenere merci div. La quale spero p[ri]ma di ora in di lei potere; E sicome da Livorno ﬁno di qui spedita vi è occorsa la spesa di paoli otto, e mezo, questi la supplico 364 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES Le richieste del nobile bolognese venivano dunque esaudite, a meno che non rappresentassero un pericolo per la sua salute, come nel caso di una misteriosa medicina inglese che Farinelli si riﬁutò di spedire: Non voglio mandarle le goccie che desidera, perché danno molta mano a passare all’altro mondo, essendo cossì intravenuto ad alcune dame qui in Londra, sicché questa volta non voglio ubbidirla.16 Da quella corrispondenza, densa di notizie, traspare un’Europa cosmopolita, apparentemente priva di conﬁni, dove gli oggetti – dalle sete preziose al tabacco, dagli spartiti musicali all’oreﬁceria – viaggiavano al pari dei professionisti dello spettacolo. Una cultura del viaggio, spesso narrato,17 che è alla base stessa dell’identità teatrale e culturale europea.18 Le pagine per noi più interessanti sono proprio quelle dove, dismessi almeno in parte i rispettivi ruoli, i due si confrontavano alla pari su cantanti, compositori, ballerini e impresari, discutendo di contratti, compensi, stagioni in corso o da programmare. Entrambi si dimostrano profondi conoscitori delle scene europee. E se la cosa, da parte di Farinelli, non sorprende, è straordinaria la competenza del Pepoli, che si rivela ben più che un nobile dilettante appassionato di teatro. Competenze che, se da una parte gli derivarono da un’innata passione per la musica e da una solida tradizione familiare,19 dall’altra furono sicuramente stimolate dagli anni di studio con il compositore Pietro Giuseppe Sandoni – accademico ﬁlarmonico e marito di Francesca Cuzzoni20 – che gli insegnò i rudimenti del clavicembalo.21 farne fare lo sborso in mano dei suscritti SS.ri Landi, e Roncadelli, oltre le loro spese» (ibid.). 16 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Londra, 2 [ma 13] luglio 1735 (in BROSCHI FARINELLI 2000, pp. 137-139: 137; p. 208, per la datazione tra quadre). 17 Il riferimento è al recente volume di Sergio Bozzola (2020). Per un riscontro cronologicamente più pertinente basta ricordare il Viaggio musicale in Italia di Charles Burney. Cfr. BURNEY 1979 (pp. 174-201 per Bologna). 18 Senza il viaggio, ad esempio «mai si sarebbe sviluppato […] il fenomeno teatrale che è conosciuto con il nome di Commedia dell’Arte» (FERRONE 2018, p. 25). E cfr. FERRONE 1993, pp. 351; FERRONE 2014, pp. 62-83. 19 Il padre Cornelio, colto scrittore e poeta, fece parte delle accademie degli Inabili, degli Accesi e dei Gelati, di cui fu per tre volte principe. Fu lui a trasmettere al ﬁglio l’interesse per le cose preziose, a cui Sicinio si dedicò con l’infallibile competenza dell’intenditore: quadri, libri, porcellane, abiti eleganti, vini francesi, pregiati cavalli di razza furono solo alcune delle cose da lui collezionate. Cfr. La Colonia Renia 1988, pp. 70, 193; Le famiglie senatorie di Bologna 5. Pepoli 2018, pp. 346-347. La passione per il teatro e la musica furono più probabilmente ereditate dalla madre, la ferrarese Maria Caterina Bentivoglio, e dalla famiglia di lei con cui, come vedremo, Sicinio mantenne stretti rapporti. Cfr. qui nota 43. 20 Sulla Cuzzoni cfr., a consuntivo, BARBIERI 2019, da integrare con quanto riportato più avanti. 21 Cfr. LORA 2017, p. 148. L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI 365 Purtroppo di quel dialogo rimane una sola voce, quella del cantante, che ha ﬁnito per mettere in ombra il suo nobile protettore. Occorre invece un cambio di prospettiva che, attraverso una sistematica ricognizione dell’epistolario, a oggi indagato solo in minima parte, permetta di ricostruire le conoscenze e le esperienze che permisero al Pepoli sia di svolgere un eﬃcace ruolo di intermediario a livello internazionale, sia di essere un lungimirante committente, che contribuì a fare di Bologna una delle capitali europee dello spettacolo operistico e un importante crocevia della migrazione artistica.22 In altre parole, è necessario rimetterlo al centro di quella rete di relazioni da lui intessute nel corso di oltre un cinquantennio. Sarà così possibile tornare con maggiore cognizione di causa su molte delle questioni ancora aperte intorno alla sua personalità, alla vita spettacolare petroniana e alle biograﬁe di molti dei professionisti con cui fu in stretti rapporti. Senza dimenticare che Pepoli fu un punto di riferimento per la vita culturale bolognese della prima metà del Settecento e che si impegnò in prima persona nella gestione del teatro Malvezzi.23 Un episodio stranamente passato in secondo piano24 anche nelle ricerche su quello che fu uno dei poli della vita operistica felsinea, assieme al Formagliari e, in seconda battuta, al Marsigli Rossi. Il Malvezzi si distingueva peraltro rispetto ai due teatri rivali proprio per la qualità degli spettacoli: dalla sontuosità degli allestimenti – con nomi del calibro di Marc’Antonio Chiarini,25 della famiglia Bibiena e dei suoi allievi –26 al livello professionale dei cantanti e del corpo di ballo. Cosa da cui non fu estraneo Sicinio, che faceva parte di quei «Cavalieri uniti» o «Interessati all’Opera» che compaiono nei documenti a partire dal 169427 e che, almeno in un’occasione, Il ruolo di Bologna come Crocevia e capitale della migrazione artistica è stato recentemente indagato da un quadriennale progetto di ricerca che ha dimostrato lo straordinario contributo che gli artisti e i letterati bolognesi dettero allo sviluppo delle arti, lasciando tracce profonde in molti paesi. Cfr. Crocevia e capitale 2010, 2012 e 2013; Da Bologna all’Europa 2017. 23 Su cui cfr. almeno RICCI 1888, pp. 117-162; CALORE 1994; CALORE 2007. 24 Ma si veda CALORE 2007, pp. 33 ss. 25 Cfr. BRSKOVSKY 1980; PIGOZZI 1989. 26 I libretti degli spettacoli andati in scena al teatro Malvezzi, quasi tutti disponibili presso il Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna, restituiscono non di rado i nomi degli scenograﬁ e dei macchinisti, segnalano i cambi di scena e talvolta sono accompagnati da incisioni esplicative. Per un elenco cronologico cfr., oltre a La librettistica bolognese 1989, passim; CALORE 1994, pp. 99-123. 27 Il nome di «Cavalieri Uniti» compare per la prima volta in calce alla dedica del libretto La forza della virtù di Giacomo Antonio Perti (Bologna 1694) e ricorre con una certa frequenza ﬁno al 1721. Il Pepoli ne fece parte almeno a partire dal 1727 anno, come si è detto, del debutto bolognese di Farinelli. Cfr. CALORE 2007, pp. 31n., 33-34. 22 366 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES mise a disposizione per le prove degli spettacoli i saloni del palazzo di famiglia, splendidamente aﬀrescati dai fratelli Rolli, dal Crespi e dal Creti (ﬁgg. 2-4).28 Siamo di fronte, con tutta evidenza, a un gruppo di aristocratici che esercitava una forma di impresariato collettivo frequente tra la ﬁne del Seicento e la prima metà del Settecento,29 anche se ritengo che le peculiarità dell’esperienza bolognese andrebbero forse meglio studiate. La loro attività era nota anche a Vienna, come dimostra una lettera del 6 aprile 1737 con cui il conte Ferdinand von Lamberg, potente Cavaliere della musica alla corte imperiale, si complimentava con Sicinio Pepoli – con cui aveva un rapporto epistolare di reciproca stima e ﬁducia – per essere tra i primi («uno principalm[en]te») di quella «Nobile compagnia de’ SS.ri Cavallieri protettori».30 Proprio in quei mesi Sicinio era impegnato a trattare con Leonardo Leo, cui erano state commissionate le musiche per il Siface, andato in scena con successo al Malvezzi a partire dall’11 maggio 173731 e ripreso a Lisbona in quello stesso anno: Non potei nella passata posta adempire al mio dovere con rispondere a V.E. d’esser contentiss[i]mo dell’onore mi ha dato in servirla, e della causa ne feci partecipe conﬁdentem[en]te il Sig.r Domenico Grimaldi. In questa ne confermo l’istesso piacere, ed assicurare all’E.V. che sarò costantem[en]te e personalm[en]te a baciarle le mani. La prima grazia che le chiedo si è di favorirmj mandare il libro che per q[ua]nto ho inteso da Careghinj [?], è il Siface, aﬃnché me ne formi l’idea prima della partenza e mi serva di applicatione per il viaggio, e di divertim[en]to insieme, avendo anche il vantaggio di aver sonatto per la consaputa compagnia altre volte […]; il tuono de’ cembali credo che sarà consimile a q[ue]llo di S. Gio. Crisostomo di Venezia e non essendovj cosa in contrario, mi dichiaro sempreppiù vantaggioso per tali motivij, e per il libro anche, che l’ho presso di me nella [parola illeggibile] fu accomodato dal celebre Metastasio allora si rappresentò in Napoli.32 Nel suo ruolo di “Cavaliere Protettore” Pepoli poteva inﬂuenzare non poco la scelta degli interpreti: dei cantanti e dei compositori, come dei ballerini e dei coreograﬁ. L’attenzione del bolognese alla dimensione coreutica dello spetCfr. MELLACE 2004, p. 106n. Basti qui il rinvio a PIPERNO 1988. 30 Lettera di Ferdinand von Lamberg a Sicinio Pepoli, Vienna, 6 aprile 1737, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 158. La lettera è segnalata in VITALI 1992a, nota 8. Per i rapporti del Cavaliere della musica con Pepoli cfr. anche GUIDOTTI 1988. 31 Cfr. La librettistica bolognese 1989, p. 68; SARTORI 1990-1994, n. 21961. 32 Lettera di Leonardo Leo a Sicinio Pepoli, Napoli, 5 febbraio 1737, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 157, fasc. 1737. Nella busta si trovano anche altre lettere a ﬁrma del compositore. 28 29 L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI 367 tacolo è uno degli aspetti della sua attività non ancora adeguatamente messo in luce, nonostante la prima lettera intercorsa tra lui e Farinelli, almeno tra quelle note, riguardi proprio la ricerca di una «truppa de ballerini» da scritturare per l’imminente stagione felsinea: Non ho mancato di dare esecuzione a gl’ordini impostemi da Vostra Eccellenza circa la truppa de ballerini, sulla quale vengo a notiﬁcarla come ne ho parlato al signor Aquilanti, con cui abbiamo scelti questi: le due Galletti, il famoso Turinese ed un altro ballerino che presentemente balla in questo Teatro, che ancor il medesimo si fa onore, unitamente poi la moglie del sudetto Aquilanti chiamata Chiaretta; onde veda Vostra Eccellenza che questi sei ballerini sono i migliori che vi sieno. Ben sì due altri ballerini resterebbero in petto d’Aquilanti trovarli, per farsi il complesso di otto ballerini.33 Non posso purtroppo soﬀermarmi sull’importante documento, su cui spero di tornare in altra occasione. Ritengo però opportuno porre l’accento sul richiamo al coreografo ﬁorentino Francesco Aquilanti e alla moglie Chiaretta, che nel 1742 si esibì al Drury Lane di Londra;34 al «Turinese» Antonio Rinaldi, che ottenne poi successo a San Pietroburgo;35 e a due non meglio identiﬁcate «Galletti», forse parenti (ﬁglie?) del ballerino e coreografo Giovanni Galli, attivo sui teatri veneziani dal 1726 al 1749.36 Ma torniamo alla sala dei Malvezzi, utilizzata almeno dal 1653 al 1745, quando fu irrimediabilmente distrutta da un incendio scoppiato il 19 febbraio durante una recita di beneﬁcenza del Giustino, quasi certamente non quello di Nicolò Berengan e Giovanni Legrenzi, come spesso si aﬀerma sulla scia di Corrado Ricci,37 ma più probabilmente dell’omonima tragedia di Goldoni. Quasi un secolo durante il quale il teatro – costruito dall’architetto, scenografo e pittore quadraturista Andrea Seghizzi – fu più volte restaurato dai Bibiena, che, almeno a partire dagli anni Novanta del Seicento, curarono la quasi totalità degli allestimenti.38 Come nel 1697-1698, quando Ferdinando e Fran- 33 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Torino, 3 febbraio 1731 (in CARLO BROSCHI 2000, pp. 77-79: 77). 34 Cfr. HIGHFILL-BURNIM-LANGHANS 1973, vol. 1, p. 93. 35 Cfr. GIUST 2014, passim; PIERONI 2017, passim. 36 Cfr. BROSCHI FARINELLI 2000, p. 261. 37 Cfr. RICCI 1888, p. 159. L’opera era andata in scena al Malvezzi nel 1691 e nel 1692. Cfr. CALORE 1994, p. 120. 38 Per l’attività dei Bibiena al teatro Malvezzi si veda, oltre all’ancora insuperato catalogo I Bibiena 2000, il più recente contributo di LENZI 2013, pp. 293-311. Su Seghizzi si veda almeno L’OCCASO 2018. 368 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES cesco ampliarono e restaurarono la sala e realizzarono le scene per il Perseo di Jacopo Martello; o nel 1737, quando il solo Francesco intervenne proprio nel ricordato Siface di Leo, uno dei compositori favoriti dal Pepoli. L’incarico di scenografo passò poi al ﬁglio Giovanni Carlo Sicinio Bibiena, il cui terzo nome è un omaggio al conte bolognese,39 che fu protettore e in più occasioni intervenne come intermediario a favore di vari membri della famiglia. Lo attestano tra l’altro alcune lettere scritte proprio da Vienna dove, nel giugno del 1737, troviamo Giovanni Maria Bibiena che, dopo aver chiesto al Pepoli di raccomandare il fratello Giuseppe per alcuni incarichi londinesi,40 è in ansiosa attesa di risposta: Ieri mi pervenne l’umanissimo foglio di V[ostr]a Ecc[ellen]za segnato li 28 decorso, dal quale intendo non Le sia ancor giunto verruna notizia delle casse dove siano arrivate; ma mi dò a credere che a quest’ora tutto sarà giunto felicemente al luogo destinato, perché questo Sig.r Pichinini di Vienna che ne haveva havuto la comissione d’innoltrarle, mi signiﬁcò otto giorni sono d’haver havuto l’avviso dal corispondente suo di Trieste d’esser la medesima già colà arivata, e fatto sub[it]o inoltrare alli Sig.ri Spinetta; cosiche non ho dubbio che tutto sarà giunto alle mani di V[ostr]a Ecc[ellen]za e non occorrerà più verrun passo sopra questo particolare. […] Passando all’aﬀare del mio Fratello Giuseppe, io non posso bastantem[en]te esplicare le inﬁnite obligazioni che io devo a V[ostr]a ecc[ellen]za per la particolar grazia e favore che ha fatto di già scrivere in Londra, sapendo bene quanto valevano le forti persuasive e proposte suggerite colà a quelli Sig.ri Direttori delle opere o sia Accademia; Dimodoche si possa sperare in felice esito, e che tutta la mia casa sia sempre più avida di fare ogni studio per meritarsi un sì alto Padrocinio di V[ostr]a Ecc[ellen]za, che in eterno sarà da tutti noi distintam[en]te venerato. Ardisco pregare V[ostr]a Ecc[ellen]za, acciò si degna dirmi se habbia ricevuto due mie consecutive ultime scrittale quattro giorni di data una doppo l’altra toccante l’aﬀare di mio Fratello Giuseppe; mentre mi dispiacerebbe che l’ultima fosse andata smarrita; e per ﬁne raccomandandomi col più vivo sentimento d’ossequio e venerazione alla particolar grazia di V[ostr]a Ecc[ellen]za, alla quale bacio con tutto il dovuto rispetto le mani.41 Torino, Vienna Londra. Mano a mano che la lettura dell’epistolario procede si vanno deﬁnendo le coordinate geograﬁche delle relazioni che Pepoli intrecciò Cfr. I Bibiena 2000, p. 31. Cfr. GUIDOTTI 1988, pp. 227, 246; I Bibiena 2000, p. 435. 41 Lettera di Giovanni Maria Bibiena a Sicinio Pepoli, Vienna, 19 giugno 1737, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 157, fasc. 1737. La lettera è segnalata in GUIDOTTI 1988, p. 227 nota 10. 39 40 L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI 369 in Italia, con interlocutori a Roma, dove risiedeva la famiglia della moglie;42 Ferrara, dove si trovava quella della madre;43 Venezia, dove soggiornò a lungo il fratello Alessandro;44 Firenze, dove poteva contare sull’appoggio del marchese Luca Casimiro degli Albizzi, deus ex machina delle stagioni al teatro della Pergola;45 senza dimenticare Napoli e Verona.46 Per poi raggiungere le principali capitali europee: Madrid,47 Londra,48 ma soprattutto Vienna. Alla corte imperiale Sicinio era infatti legato ﬁn dalla nascita. Suo padrino di battesimo era stato il conte Enea Caprara, celebre generale asburgico, e Carlo VI, con diploma datato 10 febbraio 1740,49 lo aveva nominato Geheimrat, ovvero suo intimo consigliere, incarico poi confermato da Maria Teresa d’Austria. Senza dimenticare che nell’Europa delle alleanze più o meno destinate a rovesciarsi, Farinelli rivendicava con convinzione per sé e per il suo protettore l’appartenenza al partito dell’Impero: «noi altri imperialiste bisogna che mangiamo pillole. Speriamo Iddio che le cose si aggiustino bene con una buona pace, per non veder di peggio»,50 postillava da Londra dopo aver riportato dettagliate notizie sui venti di guerra che stavano funestando il continente. 42 Come detto, furono proprio i parenti della moglie, Eleonora Colonna, a raccomandare al Pepoli un giovanissimo Farinelli. Rivedi qui nota 9. 43 Motivi di spazio non permettono di ripercorrere la corrispondenza tra il marchese Guido Bentivoglio d’Aragona e Sicinio Pepoli. Tra i due, ad esempio, si instaurò un ﬁttissimo scambio epistolare relativo alla messa in scena dell’Artaserse di Leonardo Vinci al teatro Bonaccorsi nell’autunno 1731, o sulla mancata stagione operistica ferrarese del 1737-1738, non realizzata forse per l’opposizione del cardinale Ruﬀo. Cfr. BROSCHI FARINELLI 2000, p. 288. 44 Cfr. Le famiglie senatorie di Bologna, 5. Pepoli 2018, pp. 352-353. 45 Cfr. VITALI 1990, p. 241. E v. HOLMES 1993; SECHI 2012. 46 Lo testimoniano, ad esempio, alcune lettere scritte nel 1731 da Vivaldi e dal conte Rambaldo Rambaldi in cui veniva richiesta la mediazione del Pepoli aﬃnché convincesse il principe napoletano Caracciolo della Torella a concedere a un suo virtuoso, Francesco Bilanzoni, il permesso di recarsi a Verona in occasione del carnevale successivo per cantare ne La ﬁda Ninfa di Maﬀei, in programma al nuovo teatro Filarmonico. Cfr. CAVICCHI 1967, pp. 71, 74; VITALI 1989. 47 Dove poteva contare sull’appoggio di Farinelli. Cfr. BORIS 2005; MAZZONI 2018; CARRERAS 2020. 48 Come si è detto, lo scenografo Giovan Maria Galli Bibiena chiese l’intervento di Sicinio per ottenere un trasferimento a Londra, ma si vedano anche i rapporti del Pepoli e, più in generale di Bologna, con gli Stuart, ricostruiti da Edward Corp in uno speciﬁco contributo dedicato a Farinelli and the Circle of Sicinio Pepoli: A Link with the Stuart Court in Exile. Cfr. CORP 2005 e CORP 2011, passim. 49 Cfr. Patente di consigliere aulico conferita a Sicinio di Cornelio, 10 febbraio 1740, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie IV, Storia, genealogia, nobiltà, b. 7. Le preoccupazioni di Pepoli di perdere l’ambito riconoscimento sono evidenti nello scambio epistolare con il compositore Luca Antonio Predieri che alla morte dell’imperatore si trovava a Vienna. Cfr. GUIDOTTI 1988. 50 Lettera di Carlo Broschi Farinelli a Sicinio Pepoli, Londra, 2 [ma 13] luglio 1735, cit. 370 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES Risulta inoltre sempre più evidente come il ruolo del conte bolognese vada ripensato non come singolo mecenate e intermediario, ma all’interno di un sistema familiare che può essere accostato a quello ben più noto dei Bentivoglio.51 Un sistema che coinvolse in primis il fratello Alessandro, che nelle lettere da Venezia, dove soggiornò almeno dal 1719 al 1731, si rivela uno spettatore teatrale attento e critico, accurato nei suoi dettagliati dispacci, in cui riporta successi e fallimenti delle stagioni d’opera, spesso con dovizia di dettagli tecnici sulle esecuzioni dei cantanti e dei compositori. Se sono già note le informazioni inviate a Bologna sui successi di Hasse e di Faustina Bordoni,52 inedita è una testimonianza sulla rivalità tra quest’ultima e Francesca Cuzzoni. Rivalità che, alla luce di alcune lettere rintracciate all’Archivio di stato di Bologna, va anticipata almeno al 1720: sette anni prima che il loro antagonismo professionale sfociasse in quella bagarre tra il pubblico che la sera del 6 giugno 1727 nella sala londinese di Haymarker costrinse a sospendere a suon di ﬁschi la recita in corso.53 Il 23 novembre di quell’anno Alessandro Pepoli rassicurava il fratello «per la Cuzzoni», attesa a Venezia: «sono since[ramen]te persuaso, che non temerà il contrapposto di Faustina».54 Probabilmente a Bologna si temeva l’imminente confronto tra i due soprani, dubitando del successo della giovane protetta di Sicinio. Il 14 dicembre Alessandro scriveva nuovamente al fratello congratulandosi per il recente successo delle recite al Malvezzi e informandolo che la Cuzzoni non era ancora giunta in Laguna: sento terminata la vostra opera con aplauso, e supongo con pochissima perdita […] si attende la Cuzzoni lunedì, o martedì, e molto di ﬁdam[ent]o si fa sopra di lei, per migliorare la 2.a opera.55 La cantante era attesa dai Grimani al San Giovanni Grisostomo come ‘rinforzo’ per la seconda opera, che avrebbe inaugurato la stagione di carnevale Ai Bentivoglio Sicinio era legato sia attraverso la madre, sia tramite la zia Beatrice Bentivoglio a cui fu dedicato, in occasione delle nozze con Ercole Pepoli, il balletto a cavallo di Giovanni Paolo Colonna Le Stelle combattute dagli Elementi. Cfr. VANSKEEUWIJCK 2003. 52 Cfr. MELLACE 2004, pp. 54, 105. Sulla cantante si veda la monograﬁa di WOYKE 2009. 53 Sull’episodio cfr. OGRAJENŠEK 2011; ASPDEN 2013. Documenti inediti sulle due cantanti sono oﬀerti in questo stesso volume dal contributo di Gianluca Stefani. 54 Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 23 novembre 1720, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 143, fasc. 1720. 55 Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 14 dicembre 1720, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 143, fasc. 1720. 51 L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI 371 dopo il debutto autunnale del Teodorico di Giovanni Porta e Antonio Salvi.56 A Venezia evidentemente si puntava molto su di lei per la buona riuscita del carnevale: le aspettative sulla sua esibizione erano alte e la Cuzzoni era intenzionata a non deluderle Non ho ancora veduta la Cuzzoni, ma anderò al pres[ent]e a trovarla et dirli ciò che desiderate; so bene, che in due prove seguite, ella ha fatto stordir tutti, e subito oprimere la Faustina.57 Non conosciamo i desideri espressi da Sicinio e di cui Alessandro si era fatto carico. Le diﬃcoltà legate all’emergenza Covid non mi hanno ancora permesso di cercare le sue risposte. Di certo lo spettacolo a cui si fa riferimento, pur non venendo nominato, è il Lucio Papirio dittatore di Antonio Pollarolo,58 che debuttò al San Giovanni Grisostomo il 26 dicembre, battendo sul tempo il Filippo, re di Macedonia di Vivaldi (Sant’Angelo, 27 dicembre) e l’Arsacide di Fortunato Chelleri (San Moisé, 28 dicembre).59 La sera della prima decretò il trionfo della Cuzzoni sulla rivale: Fui dalla Cuzzoni, che mi fece un cortese acoglimento, e magg[iormen]te l’havria fatto, se non fosse sempre assediata dal suo cicisbeo di Ven[ezi]a Micheletto Grimani. Hieri sera andò in scena l’opera, e benché havessi sentito ancora la prova gen[era]le sempre più mi comparve molto migliore, la Cuzzoni del altra, e vi assicuro che hieri sera vi erano mille persone nel teatro e che furono più num[eros]i li Cuzzonisti, che li Faustinanti. Io sono per la p[rim]a cert[ament]e e per tale sono riguardato. Ella canta tutto q[uell]o, che mai può cantarsi, e con una delicattezza, che non ha eguale, e facilità.60 Così almeno secondo il mittente. Piacerebbe avere un riscontro di quella presa di posizione del pubblico a favore della Cuzzoni: fu davvero così, o piuttosto il Pepoli voleva rassicurare il fratello del successo della sua protetta? Cfr. SELFRIDGE-FIELD 2007, p. 356. Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 21 dicembre 1720, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 143, fasc. 1720. 58 Il libretto registra la Bordoni nella parte della protagonista femminile Papiria e la Cuzzoni in quella di Rutilia. Cfr. Lucio Papirio dittatore, Venezia 1721, p. 7. E v. SARTORI 1990-1994, n. 14472. 59 Cfr. SELFRIDGE-FIELD 2007, pp. 356-357. 60 Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 28 dicembre 1720, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 143, fasc. 1720. Michiel («Micheletto») Grimani, del quondam Zuan Carlo, era il proprietario del San Giovanni Grisostomo. 56 57 372 Part III. INTERMEDIARIES IN VIENNA, INTERMEDIARIES IN EUROPE: SOME CASE STUDIES Una possibile risposta si trova in una successiva lettera di Alessandro. Il 26 luglio 1721, dopo aver rassicurato Sicinio, preoccupato per gli ingenti danni che un violento temporale aveva causato al palazzo di famiglia, lo sollecitava a velocizzare i lavori di restauro in vista dell’imminente arrivo a Bologna di numerosi nobili veneziani: presto havrete costì una truppa di Gentiluomini venetiani, che vengono per sentir solo Faustina, che secondo al suo solito si porta ogni bene […] Faustina sempre più piacerà, io ve lo assicuro.61 L’occasione era oﬀerta dalla ripresa dell’Astarto di Apostolo Zeno con musiche di Luca Antonio Predieri e scene di Antonio Bibiena.62 Tra gli interpreti femminili va segnalata la presenza, oltre che della Bordoni, di altre due star particolarmente apprezzate a Venezia come a Bologna: alludo a Diana Vico e a Vittoria Tesi. Come visto Alessandro questa volta non esitò a dichiararsi a favore della Faustina, anche se è innegabile il suo apprezzamento per le doti canore della rivale, tanto che ancora nove anni dopo scriveva: il pretioso canto della Cuzzoni, che ancora conserva p[er]fetta la voce limpida, et argentina […] Senesino è troppo Freddo, et ineguale.63 Da notare, a conclusione, l’allusione al «freddo» Senesino, le cui doti attoriali sono controverse.64 Se ne trova un eloquente riscontro nella lettera di un altro bolognese, l’impresario Francesco Zambeccari, che, alludendo a una recita napoletana del 1715, aﬀermava: «Senesino continua a muoversi sulla scena piuttosto male; sta ritto come una statua e quando per caso fa qualche gesto, sceglie proprio l’opposto a quel che ci vorrebbe».65 Ma sappiamo bene che lo sguardo degli spettatori sugli artisti e sulle scene non sempre fu privo di faziosità e interessi. Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 26 luglio 1721, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 143, fasc. 1720. 62 Cfr. La librettistica bolognese 1989, p. 55; SARTORI 1990-1994, n. 3245. 63 Lettera di Alessandro a Sicinio Pepoli, Venezia, 2 aprile 1729, ASB, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 145. 64 Cfr. BUCCIARELLI, pp. 312-322. Si veda poi la caricatura di Anton Maria Zanetti databile probabilmente al carnevale 1729, che raﬃgura Faustina Bordoni e un massiccio Senesino in azione, studiata da LUCCHESE 2015, cat. 10.I. 65 Il noto documento è citato in ASPDEN 2013, p. 243, nota 99. 61 L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI Fig. 1. Stemma della famiglia Pepoli, Bologna, Archivio di Stato, Archivi privati e diversi, Fondo Pepoli, Serie V, Carteggi, b. 131. Fig. 2. Giuseppe e Antonio Rolli, Trionfo di Felsina, 1690 ca., aﬀresco, Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande. Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Pinacoteca Nazionale di Bologna. 419 420 L. VALLIERI, NOTIZIE DI SPETTACOLO NEL CARTEGGIO DI SICINIO PEPOLI Fig. 3. Giuseppe Maria Crespi, Sala dell’Olimpo, 1700 ca., particolare dell’aﬀresco, Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande. Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Pinacoteca Nazionale di Bologna. Fig. 4. Giuseppe Maria Crespi, Sala dell’Olimpo, 1700 ca., particolare dell’aﬀresco, Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande. Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Pinacoteca Nazionale di Bologna. Bibliography Ahnensaal 2003: Ahnensaal des Schlosses in Frain an der Thaya, ed. B. Samek, Brünn, Nationale Institut für Denkmalpﬂege, 2003. AIKEMA, MIJNLIEFF 1993: B. AIKEMA, E. MIJNLIEFF, Giovanni Antonio Pellegrini 1716-1718. 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Catalogus 1742: Catalogus van Schilderyen van de Heer Michiel van Hoeken, en de Heer Theodore Hartsoeker, verkogt den 1 May 1742 in’s Hage, 1742, https://bibliotheque-numerique.inha.fr/ collection/item/16956-catalogus-van-schilderyen-van-de-heer-michiel-van-hoeken-en-deheer-theodore-hartsoeker-vente-du-1er-mai-1742 (accessed 11 January 2021). CAVICCHI 1967: A. CAVICCHI, Inediti nell’epistolario Vivaldi-Bentivoglio, «Nuova rivista musicale italiana», 1. 1967, pp. 45-79. CEVC 2000: A. CEVC, Valentin Metzinger, exh. Narodna galerija Ljubljana, Ljubljana Narodna galerija, 2000. CHALDECOTT, MARTY DE CAMBIAIRE 2019: A. CHALDECOTT, L. MARTY DE CAMBIAIRE, JeanLuc Baroni & Marty de Cambiaire: Works on paper, London, Jean-Luc Baroni Ltd, 2019. CHIAPPINI DI SORIO 2013: I. 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