rivista di
storia dell’architettura
università degli studi
di firenze
2018
Nuova Serie, anno IV | 2018
Rivista del Dipartimento di Architettura
Sezione di Storia dell’Architettura e della Città
Università degli Studi di Firenze
Pubblicazione annuale
Registrazione al Tribunale di Firenze
n. 5426 del 28.05.2005
ISSN 2239-5660 (print) ISSN 2035-9217 (online)
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Coordinamento redazionale
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Il Rinascimento delle grotte. Natura, arte e
architettura fra Italia e Francia nel Cinquecento
La Renaissance des grottes. Nature, art et architecture
entre Italie et France au XVI siécle
a cura di E. Ferretti, S. Frommel, A. Giannotti, M. Mozzo
Questo numero raccoglie gli atti del Convegno Internazionale di
Studi “Il Rinascimento delle grotte. Natura, arte e architettura fra
Italia e Francia nel Cinquecento | La Renaissance des grottes. Nature,
art et architecture entre Italie et France au XVI siécle”
(Firenze, Villa Medicea di Castello, 22 febbraio 2018)
In copertina
Unicorno, Firenze, Villa Medicea di Castello, Grotta degli Animali.
Particolare della nicchia centrale
Tutte le immagini relative al giardino della Villa Medicea di Castello
sono pubblicate su gentile concessione del Mibac / Polo Museale
della Toscana
L’opera è stata realizzata grazie al contributo del DIDA
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Marco Calafati
“Acconciar grotti”
alla villa di Pratolino e nei giardini del
castello dei Gondi a Noisy-le-Roi
The “Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di Pratolino” of 1575 which is kept at the University of Pennsylvania in Philadelphia,
includes the name of the Gondi as administrators of the accounts of the construction. In the same period in Noisy-le-Roi, on the hill north
of the valley of Versailles and on the edge of the Marly forest, Alberto Gondi (1522-1602), Duke of Retz and Marshal of France, right
arm of the Queen mother, commissioned the construction of a castle with large gardens, which was later destroyed. In Noisy, Alberto
Gondi began the construction of a grotto represented in a series of engravings by Jean Marot (1619-1679), but the recent archaeological
excavations carried out in 2017 by Bruno Bentz, show that the architectural plan was possibly inverted. In the creation of the grotto,
evidence was found of Florentine craftsmanship and the mixing of Italian models with the French .
Michel de Montaigne, nel suo Viaggio in Italia
tra il 1580 e il 1581, esalta il primato mediceo
nel campo delle invenzioni delle grotte1. Si deve a Francesco I de’ Medici (1541-1587) committente della villa di Pratolino e alle sue relazioni con i principi del tempo, la fortuna del
giardino con ninfei antropomorfi, mentre sono
diffusi in tutta Europa libri come quello di Francesco De Vieri, Delle meravigliose opere di Pratolino et d’Amore del 1586, che ripropongono il
giardino come luogo d’incanto2.
Dopo l’acquisto della proprietà di Pratolino da
parte del granduca Francesco I nel 1568, i lavori iniziano su progetto di Bernardo Buontalenti e fino all’aprile 1586 seguono una serie di accorpamenti di terreni agricoli attorno alla villa.
La recente analisi del Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di Pratolino del 1575 (fig. 2), conservato alla University of Pennsylvania a Philadelphia3, permette di comprendere, in un momento centrale per la costruzione, le tecniche, le maestranze e gli artisti impiegati, come
“maestro David Fortini” e “Niccolò suo figlio”,
“Francesco dello Sciorina”, “Giovanni detto Lo
Spagna” e “Baccio di Michele pittore”. Tra i vari materiali che giungono in cantiere emergono in grande quantità “rena e sassi da murare”,
“panconcelli” lignei, “embrici et tegoli”, “mezzane alla campigiana” insieme alle forniture di
piombo retribuite ad “Antonio di Bernardo et
Pasquino suo garzone”. Il libro di fabbrica in-
136
clude il nome di Alfonso Gondi come amministratore dei conti della costruzione e quello di
“Tommaso di Gio. Parigi in assenza di Alfonso
Gondi”4, permettendo di supporre una conoscenza diretta di Pratolino da parte dei membri
della famiglia Gondi, alcuni dei quali trasferitisi a Lione all’inizio del Cinquecento come marchands-banquiers poi a Parigi come ambasciatori e diplomatici nella seconda metà del secolo.
Quando la corte di Francia si stabilisce a Parigi, durante il periodo delle guerre di religione,
in Île-de-France sorgono residenze suburbane
come quelle erette a Saint-Cloud da Girolamo
Gondi (1550-1604) o sulle colline di Chaillot
progettate da Étienne Dupérac per Caterina de’
Medici5. Nello stesso periodo del cantiere della villa di Pratolino, a Noisy-le-Roi, sulla collina
a nord della vallata di Versailles e al limite della foresta di Marly (fig. 3), Alberto Gondi (15221602) duca di Retz e maresciallo di Francia,
braccio destro della regina madre, commissiona la costruzione di un castello con ampi giardini, ma attualmente distrutto (figg. 5-6). Come
documentano in disegni seicenteschi (fig. 1) e
la dettagliata descrizione stesa nel 1732 al momento della sua demolizione6, la dimora disposta su terrazzamenti degradanti verso la vallata,
in un contesto topografico analogo a quello della villa medicea La Petraia, presenta una successione gerarchica di cortili d’onore sull’asse centrale, avant-cours affiancate da giardini, tali da
competere con una residenza principesca7. Come nel limitrofo castello di Wideville costruito
intorno al 1580 per Benoît Milon intendente di
finanze di Enrico III, la cui pianta appare confrontabile con alcune del Livre d’architecture di
Jacques Androuet du Cerceau (1582), anche
quello di Noisy si erge su una terrazza con pavillons d’angle circondata da un fossato. La pianta
del castello esibisce riferimenti alla villa di Poggio a Caiano8, dove Alberto Gondi è spesso ricevuto da Francesco I de’ Medici9, ma i prospetti
sono in brique et pierre, mascherando la distribuzione italiana degli ambienti dietro cortine
laterizie rinforzate da cantonate bugnate e cornici lapidee (fig. 4). Questa soluzione crea una
bicromia d’impronta bellifontiana, evocando la
facciata dell’ala Luigi XII nel castello di Blois e
il paramento esterno del castello di Vallery progettato da Pierre Lescot.
A Noisy, Alberto Gondi promuove la costruzione di una grotta inserita sotto uno dei terrapieni
terrazzati del suo giardino, in modo analogo alla grotta degli Animali della villa medicea di Castello, ma con un padiglione superiore, una sorta di “grotta in forma di palazzo” come definisce Vasari quella costruita da Primaticcio per il
cardinale Charles de Guise, di fronte al suo castello di Meudon10. Sia a Meudon che a Noisy
la grotta è costituita da una successione di ambienti decorati a mosaico e assume diverse funzioni, quella di belvedere e cabinet d’antiquités,
Opus Incertum (2018) pp. 136-141 | ISSN 2239-5660 (print) ISSN 2035-9217 (online)
© The Author(s) 2018. This is an open access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License (CC BY-SA 4.0).
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“Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati
Esprimo la mia gratitudine nei confronti di Sabine Frommel,
Emanuela Ferretti, Alessandra Giannotti e Marco Mozzo per
l’invito al convegno e a scrivere questo saggio.
1
M. De Montaigne, Viaggio in Italia (1580-1581), Milano
1942, pp. 299-300.
2
F. De Vieri, Delle meravigliose opere di Pratolino et d’Amore, Firenze 1587, pp. 34, 64. Sull’argomento si rimanda a H.
Brunon, Une scintillante pénombre: vingt-cinq ans de recherches sur les grottes artificielles en Europe à la Renaissance,
“Perspective, la revue de l’INHA: actualités de la recherche en
histoire de l’art”, 2007, 2, pp. 341-376; H. Brunon, M. Mosser, L’imaginaire des grottes dans les jardins européens, Paris
2014; id., Quelques topiques dans l’imaginaire des grottes en
Europe, in Ville e Giardini Medicei in Toscana e la loro influenza nell’arte dei giardini, atti del convegno internazionale (Firenze, 8 novembre 2014), a cura di L. Zangheri, Firenze 2017, pp. 13-36.
3
University of Pennsylvania, Philadelphia, ms. Codex 1551.
Ho consultato e fotografato il manoscritto nell’autunno del
2010 nella Special Collections della biblioteca dell’Università
di Pennsylvania dove ho studiato i documenti Gondi con una
borsa di studio dell’Istituto Italiano di Scienze Umane (Palazzo Strozzi, Firenze). Questo documento è in corso di analisi
da parte dell’autore e una trascrizione completa sarà pubblicata in un volume dedicato ai giardini dei Gondi in Francia,
in particolare al castello di Noisy nel Cinquecento, con un
saggio introduttivo di S. Frommel e appendice archeologica
di B. Bentz, nella collana “Giardini e Paesaggio”, diretta da
Lucia Tongiorgi Tomasi e Luigi Zangheri, Leo S. Olschki, Firenze. Il manoscritto è attualmente accessibile online: https://
dla.library.upenn.edu/dla/medren/pageturn.html?id=MEDREN_9945394023503681&fq
4
University of Pennsylvania, Philadelphia, ms. Codex 1551:
«[c. 14r] Alfonso Gondi di contro de havere a dì 10 di settembre trentaquattro di moneta, recò Tommaso Parigi, conto 138
– […]».
«[c. 20r] Uscita generale di tutti e danari che si pagheranno
per me Tommaso di Gio. Parigi in assenza di Alfonso Gondi
sostituito come da parte composta a dì 7 di settembre 1575».
Un Alfonso Gondi (1522-1574) risulta maestro di Casa della
Regina di Navarra. Correspondance du nonce en France Antonio Maria Salviati (1572-1578), 2 (1574-1578), editee par P.
Hurtubise, R. Toupin, Rome 1975, p. 116; Lettera di Salviati a
Galli, Lione, 29 novembre 1574.
5
S. Deswarte-Rosa, C. Grodecki, Le dernier caprice architectural de Catherine de Médicis: une villa à hippodrome sur
la colline de Chaillot par Étienne Dupérac, “Revue de l’Art”,
150, 2005, pp. 21-34; S. Frommel, Florence, Rome et la France: la convergence des modèles dans l’architecture de Catherine
de Médicis, in Il mecenatismo di Caterina de’ Medici: poesia,
feste, musica, pittura, scultura, architettura, a cura di S. Frommel, G. Wolf, Venezia 2008, pp. 281-303: 301-302.
6
Bibliothèque Municipale, Versailles, ms. 280, cc. 93-117:
Description du chasteau de Noisy dans le Grand Parc de Versailles, entièrement démoly sur la fin de l’année 1732. La descrizione è scritta da François Bernard Boulin e una copia è
conservata alla Bibliothèque Nationale de France, Paris, ms.
FR 11651. B. Bentz, Les jardins du château de Noisy, in Fabrique et usages du jardin du xive au xviie siècle, actes du colloque international (Tours, 28 juin 2010-2 juillet 2010), in corso di stampa.
7
H. Couzy, Le château de Noisy-le-Roi, “Revue de l’Art”, 38,
1977, pp. 23-34; F. Boudon, Jardins d’eau et jardins de pente dans la France de la Renaissance, in Architecture, jardin,
paysage. L’environnement du château et de la villa aux XVe et
XVIe siècles, actes du colloque international (Tours, 1-4 juin
1992), études réunies par J. Guillaume, Paris 1999, pp. 137183; M. Calafati, Tra Firenze, Lione e Parigi. Architettura e
committenza dei Gondi nel beau XVIe siécle, tesi di post-dottorato, Université Paris-Sorbonne, 2015; M. Calafati, La Francia dei fiorentini: i Gondi, tra Lione e Parigi, in Stato e Potere. I Concini di Terranuova tra Firenze e Parigi, atti delle giornate di studio (Firenze-Terranuova Barcciolini, 30-31 gennaio 2015), a cura di F. De Luca, L. Fabbri, Firenze 2018, pp.
38-55.
8
Comunicazione di S. Frommel, Le château de Noisy entre
tradition française et italienne, “Journées européennes du Patrimoine”, 16 settembre 2017, Les Gondi et l’architecture Renaissance en France, “Salle des Anciennes Écuries”, Noisy-leRoi (Yvelines).
9
Nell’estate del 1578 Alberto Gondi soggiorna a Poggio a Caiano dove riceve meriti e onorificenze da parte di Francesco I
de’ Medici per le sue ambasciate tra Firenze e la Francia. Archivio Gondi, Pontassive.
138
per raccogliere la collezione di sculture; ricevere visitatori e ambientare sontuosi banchetti. Se
tra gli oggetti della collezione del cardinale de
Guise spiccano i busti degli imperatori romani,
anche i Gondi raccolgono a Noisy una collezione di marmi antichi seguendo l’esempio di Anne de Montmorency, ricollegando il nome della propria famiglia al modello morale offerto dagli Antichi11. Sviluppando una pianta tréflée,
con un grande salone ottagonale centrale collegato a tre piccoli cabinets con nicchie in corrispondenza degli assi, la grotta di Noisy è rappresentata in prospetto e in sezione nelle incisioni di Jean Marot (1619-1679), ma i recenti scavi archeologici eseguiti nel 2017 dall’archeologo Bruno Bentz, portano a riflettere su una possibile inversione del rilievo12.
Se nel novembre 1581, il duca Gugliemo V di
Baviera chiede a Francesco I de’ Medici l’invio di conchiglie e spugne e differenti altri ornamenti13 per costruire un ninfeo nel giardino
della Residenz di Munich, in una lettera del
maggio 1582 – citata da Jullien de Pommerol,
poi da Hélène Couzy e trascritta completamente da Giulia Cicali14 – anche Alberto Gondi domanda al granduca di Toscana, tramite il fiorentino Andrea Albertani, ambasciatore straordinario in Francia15, di ricevere a Parigi un artefice
che “s’intenda di acconciar grotti”. Inoltre, dal
documento emerge come il maresciallo di Retz
ha “infiniti nicchi, et spugne, et altri cose simili”
per realizzare una grotta in “un suo bellissimo
luogo”. Non è esplicitato il riferimento a Noisy ma è probabile che si tratti del castello dove
già il 25 ottobre 1579 Caterina de’ Medici “s’è
compiaciuta di fovorire il S.re Marescial di Retz
[Alberto Gondi], visitando le delitie di Noysi,
sua bellissima villa, dove fu da Sua Eccellenza
splendidamente ricevuta”16. Già nelle Relazioni di Francia del 1577, l’ambasciatore veneziano Girolamo Lippomano, annovera Noisy tra le
magnifiche fabbriche nei dintorni di Parigi “dove si veggono archi, acquidotti, statue, giardini,
parchi, peschiere, e tutte quelle commodità in
fine, che si ricercano a edificii regii”17. Nella lettera del 1582 a Francesco I de’ Medici, Albertani precisa che se “quel che sta a Pratolino” –
probabilmente Bernardo Buontalenti – “havessi qualche garzone, et che con buona grazia di
Sua Altezza gli volessi far guadagnare qualcosa
et in breve tempo, Vostra Signoria me lo potrebbe inviare con il ritorno del Martelli”. Si tratta
forse di Ugolino Martelli (1519 -1592) vescovo
di Glandéves in Provenza tra il 1572 e il 1591,
il quale compie numerosi viaggi con il vescovo
Strozzi al seguito della corte francese, dominata
dalla personalità di Caterina de’ Medici e degli
italiani al suo seguito18. Non è conosciuta la risposta di Francesco I, ma è noto come Pratolino
sia il punto di partenza della formazione di ingegneri idraulici tra i quali spiccano i Francini19.
I giardini dei Gondi in Francia incantano i visitatori e il nunzio apostolico Guido Bentivoglio
scrive il 22 settembre 1618 a Monsignor Mar-
“Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati
C. Bourel Le Guilloux, “Pour donner plaisir & contentement”: la grotta all’antica in Francia negli anni Cinquanta, in
Villa Lante a Bagnaia, a cura di S. Frommel, Milano 2005,
pp. 230-243: 230. Sulla grotta dei Pini a Fontainebleau e quella di Meudon, sono determinanti i contribuiti di F. Bardati,
La “grotte des Pins” a Fontainebleau, in Francesco Primaticcio
architetto, a cura di S. Frommel, Milano 2005, pp. 270-274 e
C. Bourel Le Guilloux, Il castello e la porta di Meudon, in
Francesco Primaticcio architetto… cit., 283-303; S. Frommel,
Vers l’architecture monumentale: les travaux pour Charles de
Guise (1550-1559), in Primatice architecte, sous la direction de
ead., Paris 2010, pp. 119-131.
11
Il padiglione sopra la grotta di Meudon era ornato all’esterno da due antichi busti di pietra, uno di Platone e l’altro di Aristotele, posti a fianco di un’iscrizione che dedica la grotta alle
muse di Enrico II. Secondo la descrizione del 1732 (vedi nota
6), anche a Noisy il padiglione superiore esibiva un frontone
in cui comparivano i bassorilievi di Nettuno allusivo ad Alberto Gondi e una ninfa identificata come sua moglie Catherine
de Clermont (1543-1603).
12
Si rimanda al saggio di Bruno Bentz in questo volume. I materiali ritrovati, in corso di studio, esemplificano l’interesse per
lo sviluppo di cantieri archeologici per lo studio della storia
dei giardini. Su questo argomento si veda A. Allimant-Verdillon, “Terre à terre”, ou le pragmatisme en jardins, “Carnets du Paysage”, 27, 2015, pp. 26-35; B. Dix, Experiencing
the Past: the Archaeology of some Renaissance Gardens, “Renaissance Studies”, 25, 2011, 1, pp. 151-182.
13
L. Zangheri, La grotta nella residenza di Monaco di Baviera, “Antichità Viva”, 18, 1979, 4, pp. 45-49: 45. Per i doni di
conchiglie e spugne da parte del granduca Ferdinando I de’
Medici a Enrico IV di Francia, si veda: E. Lurin, Seeds, Marbles, and Spugni: The Many Presents of Ferdinando of Tuscany
to Henri IV of France, comunicazione al 63th Annual Meeting
of the Renaissance Society of America, Chicago, al panel Medici Materials: From Substance to Artefact, dir. Antonella Fenech, Sefy Hendler et Elinor Myara Kelif, Chicago, The Palmer House Hilton, 30 Mars 2017.
14
ASF, Mediceo del Principato, 4611, c. 113bis, maggio 1582.
Lettera di Andrea Albertani, ambasciatore straordinario in
Francia, al granduca Francesco I de’ Medici: “Il Marescial di
Res hoggi duca m’ha pregato di farli venir qua uno che s’intenda di acconciar grotti, per che ha infiniti nicchi, et spugne,
et altri cose simili per farne una a un suo bellissimo luogo, ne
sa dove buscarsi un homo simile. Se quel che sta a Pratolino
havessi qualche garzone, et che con buona grazia di Sua Altezza gli volessi far guadagnar qualcosa et in breve tempo, Vostra Signoria me lo potrebbe inviare con il ritorno del Martelli che sarà benissimo trattato, in ogni evento Vostra Signoria me ne scriva di grazia lettera a parte, acciò la possa mostrarsi a questo signore”. Citato in: M.J. de Pommerol, Albert
de Gondi, maréchal de Retz, Genève 1953, p. 193; G. Cicali, Le sculpteur Francesco Bordoni, collaborateur des Francini,
in Hydraulique et fontaines ornementales en France autour de
Tommaso Francini (1572-1651), sous la direction d’E. Lurin,
A. Rostaing, “Bulletin monumental”, 175, 2017, 4, pp. 307438: 365, n. 22.
15
Andrea Albertani è documentato come segretario di Cosimo I de’ Medici (ASF, Indice della Segreteria Vecchia, IV,
cc. 92-95r) e svolge l’incarico di ambasciatore straordinario in
Francia per Francesco I, tra il 1581 e il 1583. M. Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del Principato (1537-1737), Roma 1953, pp. 67, 126.
16
ASF, Mediceo del Principato, 4096, c. 212; cit. M.J. de Pommerol, Albert de Gondi, maréchal de Retz, Genève 1953, De
Pommerol, Albert de Gondi… cit., p. 193.
17
“Fabrica adunque la nobiltà a i castelli e a i villaggi; e se ne
veggono, per dire il vero, per tutto il regno edificii tanto superbi chè un stupore. Perché, lasciando di parlare del parco
di Sciamburgh presso Blès, di quello di Fontanableo, di Madril, di San Germano in Loira, di quello di Boès di Vincennes,
di San Moro, allo intorno di Parigi, (senza la infinità di quelli che io non ho veduti, che sono machine reali, e di quelle a
punto che favoleggiano li romanzi esser state case di Morgana e di Alcina) dirò che in questo li prencipi e li particolari signori e cavalieri usano una estrema liberalità e spesa. E come
che pochi io ne abbia veduti, dirò nondimeno che a mio giudizio, non si può aggiungere né desiderare cosa alcuna nel
castello di Equan e in quella di Haion del cardinale di Borbon; in quello di Sciantilì ch’era del duca di Montemorency;
in quello di Noisi del marescial di Reez; quelo di Vernoy del
duca di Nemours; di Medun, del suddetto cardinale; tutti chi
sei, chi otto e chi dieci leghe lontani da Parigi”. Relations des
ambassadeurs vénitiens sur les affaires de France au XVIe siècle,
10
co Cornaro, vescovo di Padova: “Sono arrivato
da cinque giorni a Noesi, casa di campagna del
Signor Cardinal di Retz, distante da Parigi cinque lieues. La stagione hora non può essere invero più dilettevole per villeggiare; né la villa,
dove mi trovo, più delitiosa, per godere la stagione. È fabbricata questa casa in un sito eminente; ha giardini; ha boschi; ha pianure e colline; e questa sorte di scena non può essere più
bella, perché non può essere più varia; offerendoli agli occhi, hora tutte queste cose insieme, e
hora ciascuna a parte con tal diletto, che la vista
medesima alle volte resta confusa, non sapendo in qual modo più dilettarsi. A tante vaghezze
ne manca una sola, ch’è l’acqua. Si questo luogo havese fontane, sarebbe forse il più delitioso di Francia, e potrebbe quasi superar San Germano, casa del Re, ch’è qui appreso una lega”20.
La grotta del castello di Noisy esibisce una contaminazione tipologica tra l’Italia e la Francia e
il rapporto tra i Cornaro e i Gondi può essere
rintracciato anche attraverso documenti che stimolano riflessioni, tra cui una lettera del 1592
che rivela come Alberto Gondi nel corso dei
suoi viaggi tra la Francia e la penisola, soggiorni
spesso in Veneto “tenendo il cammino dei bagni
di Padova”21. Decorata da rocailles e coquillages, con jeux d’eau, la configurazione della grot-
139
“Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati
recueillies et traduites par M.N. Tommaseo, I-II, Paris 1838,
II, pp. 488-490. Si veda: G. Lippomano, Relazione di Francia. 1579, in Relazioni di ambasciatori veneti al Senato: tratte
dalle migliori edizioni disponibili e ordinate cronologicamente, a cura di L. Firpo, 5 (Francia: 1492-1600), Torino 1978, pp.
775-812 (con cenni sulla cronologia della missione a p. XVI).
18
Le lettere tra Martelli e Pier Vettori sono la fonte principale
per seguire le vicende di Ugolino in Francia negli anni compresi tra i regni di Enrico II e Enrico III. V. Bramanti, Ugolino Martelli, in Dizionario Biografico degli Italiani, 71, Roma 2008, pp. 64-67. Un ritratto di Ugolino Martelli, opera di
Angolo Tori detto il Bronzino, è conservato nella Staatlische
Gemäldegalerie di Berlino, inv. n. 338 A; M. Brock, Le “Portrait d’Ugolino Martelli” par Bronzino, un “Homère” florentin?,
in Homère à la Renaissance: mythe et transfigurations, actes du
colloque (Rome, 27-29 novembre 2008), sous la direction de
L. Capodieci, Ph. Ford, Paris 2011, pp. 323-344.
19
Hydraulique et fontaines ornementales… cit.
20
Il documento è citato in francese da J.P. Palewski, La Maréchale de Retz au château de Noisy-le-Roi, “Bulletin de la
Société Archéologique Historique et Artistique de Marly-leRoi”, II, 1957, p. 22.
21
ASF, Mediceo del Principato, 280, c. 150. Lettera di Giovanni di Agnolo Niccolini da Roma al granduca Ferdinando
I de’ Medici a Firenze, 26 giugno 1592: “Essendo noi tornati
dall’Ambrogiana, dove eramo stati da tre settimane per intervenir qui alla solennità del San Giovanni, il Signor Duca di
Rez andato a visitar Madama la Gran Duchessa nostra ci fece
chiamar quivi, et disse d’esser resoluto di ritornarsene in Francia, tenendo il cammino dei bagni di Padova per fermarsi forse quivi qualche poco di tempo”.
140
ta dei Gondi ricorda l’Odeo Cornaro progettato
da Giovanni Maria Falconetto per Alvise Cornaro nel 1524, destinato all’ascolto della musica e all’otium letterario che insieme alla Loggia
per le rappresentazioni teatrali costituisce una
sorta di forum all’antica della dimora patavina.
Come a Noisy, la sala ottagonale situata al centro dell’Odeo presenta pareti rettilinee alternate a nicchie simili ad alcune sale della Domus
Aurea neroniana, scoperta all’inizio del secolo.
Sembra difficile isolare le costruzioni dei Gondi
in Francia dall’architettura di Caterina de’ Medici che corrisponde all’evoluzione artistica generale del regno. Nella creazione della grotta di
Noisy si rintraccia la volontà del committente di
conformarsi alle tradizioni costruttive italiane
e di proporre soluzioni innovative, di chiamare
maestranze fiorentine, d’imporre cambiamenti radicali cercando mediazioni e sintesi inedite coniugando modelli italiani con la tradizione francese.
pagina 137
Fig. 1 Pianta del castello di Noisy-le-Roi, 1690 circa
(Montigny-le-Bretonneux, Archives départementales des
Yvelines et de l’ancienne Seine et Oise, A 119).
pagine 138-139
Fig. 2 Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di
Pratolino,1575 (University of Pennsylvania, Philadelphia,
ms. Codex 1551, c. 14r).
Fig. 3 P. Patel, Il castello di Versailles, 1668 (Château de
Versailles). Sullo sfondo a destra il castello di Noisy-le-Roi.
Fig. 4 Restituzione assonometrica del castello di Alberto
Gondi a Noisy (elaborazione di J. Brasseur e P. Barrau,
Association Renaissance du Patrimoine de Noisy-le-Roi).
Fig. 5 Vegetazione cresciuta in corrispondenza della
seconda corte e sulle sostruzioni delle rampe a ferro di
cavallo di accesso al castello di Noisy-le-Roi.
Fig. 6 Portale di accesso principale alla seconda corte del
castello di Noisy-le-Roi.
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