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Marco Calafati, “Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi, in Il Rinascimento delle Grotte. Natura, arte e architettura tra Italia e Francia nel Cinquecento, "Opus Incertum", 2018, pp. 136-141.

rivista di storia dell’architettura università degli studi di firenze 2018 Nuova Serie, anno IV | 2018 Rivista del Dipartimento di Architettura Sezione di Storia dell’Architettura e della Città Università degli Studi di Firenze Pubblicazione annuale Registrazione al Tribunale di Firenze n. 5426 del 28.05.2005 ISSN 2239-5660 (print) ISSN 2035-9217 (online) Direttore responsabile Saverio Mecca | Università degli Studi di Firenze Direttore scientifico Gianluca Belli | Università degli Studi di Firenze Consiglio scientifico Amedeo Belluzzi | Università degli Studi di Firenze Mario Bevilacqua | Università degli Studi di Firenze Alessandro Brodini | Università degli Studi di Firenze Cammy Brothers | Northeastern University, Boston (MA) Joseph Connors | Harvard University Francesco Paolo Di Teodoro | Politecnico di Torino Emanuela Ferretti | Università degli Studi di Firenze Sara Galletti | Duke University, Durham (NC) Roberto Gargiani | Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne Alessandro Nova | Kunsthistorisches Institut in Florenz Riccardo Pacciani | Università degli Studi di Firenze Susanna Pasquali | Università di Roma “La Sapienza” Brenda Preyer | The University of Texas at Austin Alessandro Rinaldi | Università degli Studi di Firenze Georg Satzinger | Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität, Bonn Coordinamento redazionale Daniela Smalzi Il Rinascimento delle grotte. Natura, arte e architettura fra Italia e Francia nel Cinquecento La Renaissance des grottes. Nature, art et architecture entre Italie et France au XVI siécle a cura di E. Ferretti, S. Frommel, A. Giannotti, M. Mozzo Questo numero raccoglie gli atti del Convegno Internazionale di Studi “Il Rinascimento delle grotte. Natura, arte e architettura fra Italia e Francia nel Cinquecento | La Renaissance des grottes. Nature, art et architecture entre Italie et France au XVI siécle” (Firenze, Villa Medicea di Castello, 22 febbraio 2018) In copertina Unicorno, Firenze, Villa Medicea di Castello, Grotta degli Animali. Particolare della nicchia centrale Tutte le immagini relative al giardino della Villa Medicea di Castello sono pubblicate su gentile concessione del Mibac / Polo Museale della Toscana L’opera è stata realizzata grazie al contributo del DIDA Dipartimento di Architettura | Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 50121 Firenze Segreteria scientifica Daniela Smalzi e Eleonora Caggiati Coordinatore editoriale e progetto grafico Susanna Cerri, Gaia Lavoratti Caratteri albertiani della testata Chiara Vignudini Con il sostegno dell’Università per Stranieri di Siena piazza Carlo Rosselli, 27/28 53100 Siena Logo “Opus” Grazia Sgrilli da Donatello Copyright: © The Author(s) 2018 This is an open access journal distribuited under the Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International License (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/) Published by Firenze University Press | Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Via Cittadella, 7 - 50144 Firenze, Italy www.fupress.com Con la collaborazione del Polo Museale della Toscana e della École Pratique des Hautes Études, PSL (Équipe HISTARA 7347) Marco Calafati “Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi The “Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di Pratolino” of 1575 which is kept at the University of Pennsylvania in Philadelphia, includes the name of the Gondi as administrators of the accounts of the construction. In the same period in Noisy-le-Roi, on the hill north of the valley of Versailles and on the edge of the Marly forest, Alberto Gondi (1522-1602), Duke of Retz and Marshal of France, right arm of the Queen mother, commissioned the construction of a castle with large gardens, which was later destroyed. In Noisy, Alberto Gondi began the construction of a grotto represented in a series of engravings by Jean Marot (1619-1679), but the recent archaeological excavations carried out in 2017 by Bruno Bentz, show that the architectural plan was possibly inverted. In the creation of the grotto, evidence was found of Florentine craftsmanship and the mixing of Italian models with the French . Michel de Montaigne, nel suo Viaggio in Italia tra il 1580 e il 1581, esalta il primato mediceo nel campo delle invenzioni delle grotte1. Si deve a Francesco I de’ Medici (1541-1587) committente della villa di Pratolino e alle sue relazioni con i principi del tempo, la fortuna del giardino con ninfei antropomorfi, mentre sono diffusi in tutta Europa libri come quello di Francesco De Vieri, Delle meravigliose opere di Pratolino et d’Amore del 1586, che ripropongono il giardino come luogo d’incanto2. Dopo l’acquisto della proprietà di Pratolino da parte del granduca Francesco I nel 1568, i lavori iniziano su progetto di Bernardo Buontalenti e fino all’aprile 1586 seguono una serie di accorpamenti di terreni agricoli attorno alla villa. La recente analisi del Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di Pratolino del 1575 (fig. 2), conservato alla University of Pennsylvania a Philadelphia3, permette di comprendere, in un momento centrale per la costruzione, le tecniche, le maestranze e gli artisti impiegati, come “maestro David Fortini” e “Niccolò suo figlio”, “Francesco dello Sciorina”, “Giovanni detto Lo Spagna” e “Baccio di Michele pittore”. Tra i vari materiali che giungono in cantiere emergono in grande quantità “rena e sassi da murare”, “panconcelli” lignei, “embrici et tegoli”, “mezzane alla campigiana” insieme alle forniture di piombo retribuite ad “Antonio di Bernardo et Pasquino suo garzone”. Il libro di fabbrica in- 136 clude il nome di Alfonso Gondi come amministratore dei conti della costruzione e quello di “Tommaso di Gio. Parigi in assenza di Alfonso Gondi”4, permettendo di supporre una conoscenza diretta di Pratolino da parte dei membri della famiglia Gondi, alcuni dei quali trasferitisi a Lione all’inizio del Cinquecento come marchands-banquiers poi a Parigi come ambasciatori e diplomatici nella seconda metà del secolo. Quando la corte di Francia si stabilisce a Parigi, durante il periodo delle guerre di religione, in Île-de-France sorgono residenze suburbane come quelle erette a Saint-Cloud da Girolamo Gondi (1550-1604) o sulle colline di Chaillot progettate da Étienne Dupérac per Caterina de’ Medici5. Nello stesso periodo del cantiere della villa di Pratolino, a Noisy-le-Roi, sulla collina a nord della vallata di Versailles e al limite della foresta di Marly (fig. 3), Alberto Gondi (15221602) duca di Retz e maresciallo di Francia, braccio destro della regina madre, commissiona la costruzione di un castello con ampi giardini, ma attualmente distrutto (figg. 5-6). Come documentano in disegni seicenteschi (fig. 1) e la dettagliata descrizione stesa nel 1732 al momento della sua demolizione6, la dimora disposta su terrazzamenti degradanti verso la vallata, in un contesto topografico analogo a quello della villa medicea La Petraia, presenta una successione gerarchica di cortili d’onore sull’asse centrale, avant-cours affiancate da giardini, tali da competere con una residenza principesca7. Come nel limitrofo castello di Wideville costruito intorno al 1580 per Benoît Milon intendente di finanze di Enrico III, la cui pianta appare confrontabile con alcune del Livre d’architecture di Jacques Androuet du Cerceau (1582), anche quello di Noisy si erge su una terrazza con pavillons d’angle circondata da un fossato. La pianta del castello esibisce riferimenti alla villa di Poggio a Caiano8, dove Alberto Gondi è spesso ricevuto da Francesco I de’ Medici9, ma i prospetti sono in brique et pierre, mascherando la distribuzione italiana degli ambienti dietro cortine laterizie rinforzate da cantonate bugnate e cornici lapidee (fig. 4). Questa soluzione crea una bicromia d’impronta bellifontiana, evocando la facciata dell’ala Luigi XII nel castello di Blois e il paramento esterno del castello di Vallery progettato da Pierre Lescot. A Noisy, Alberto Gondi promuove la costruzione di una grotta inserita sotto uno dei terrapieni terrazzati del suo giardino, in modo analogo alla grotta degli Animali della villa medicea di Castello, ma con un padiglione superiore, una sorta di “grotta in forma di palazzo” come definisce Vasari quella costruita da Primaticcio per il cardinale Charles de Guise, di fronte al suo castello di Meudon10. Sia a Meudon che a Noisy la grotta è costituita da una successione di ambienti decorati a mosaico e assume diverse funzioni, quella di belvedere e cabinet d’antiquités, Opus Incertum (2018) pp. 136-141 | ISSN 2239-5660 (print) ISSN 2035-9217 (online) © The Author(s) 2018. This is an open access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License (CC BY-SA 4.0). If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your contributions under the same license as the original. DOI: 10.13128/opus-25314 www.fupress.com/oi “Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati Esprimo la mia gratitudine nei confronti di Sabine Frommel, Emanuela Ferretti, Alessandra Giannotti e Marco Mozzo per l’invito al convegno e a scrivere questo saggio. 1 M. De Montaigne, Viaggio in Italia (1580-1581), Milano 1942, pp. 299-300. 2 F. De Vieri, Delle meravigliose opere di Pratolino et d’Amore, Firenze 1587, pp. 34, 64. Sull’argomento si rimanda a H. Brunon, Une scintillante pénombre: vingt-cinq ans de recherches sur les grottes artificielles en Europe à la Renaissance, “Perspective, la revue de l’INHA: actualités de la recherche en histoire de l’art”, 2007, 2, pp. 341-376; H. Brunon, M. Mosser, L’imaginaire des grottes dans les jardins européens, Paris 2014; id., Quelques topiques dans l’imaginaire des grottes en Europe, in Ville e Giardini Medicei in Toscana e la loro influenza nell’arte dei giardini, atti del convegno internazionale (Firenze, 8 novembre 2014), a cura di L. Zangheri, Firenze 2017, pp. 13-36. 3 University of Pennsylvania, Philadelphia, ms. Codex 1551. Ho consultato e fotografato il manoscritto nell’autunno del 2010 nella Special Collections della biblioteca dell’Università di Pennsylvania dove ho studiato i documenti Gondi con una borsa di studio dell’Istituto Italiano di Scienze Umane (Palazzo Strozzi, Firenze). Questo documento è in corso di analisi da parte dell’autore e una trascrizione completa sarà pubblicata in un volume dedicato ai giardini dei Gondi in Francia, in particolare al castello di Noisy nel Cinquecento, con un saggio introduttivo di S. Frommel e appendice archeologica di B. Bentz, nella collana “Giardini e Paesaggio”, diretta da Lucia Tongiorgi Tomasi e Luigi Zangheri, Leo S. Olschki, Firenze. Il manoscritto è attualmente accessibile online: https:// dla.library.upenn.edu/dla/medren/pageturn.html?id=MEDREN_9945394023503681&fq 4 University of Pennsylvania, Philadelphia, ms. Codex 1551: «[c. 14r] Alfonso Gondi di contro de havere a dì 10 di settembre trentaquattro di moneta, recò Tommaso Parigi, conto 138 – […]». «[c. 20r] Uscita generale di tutti e danari che si pagheranno per me Tommaso di Gio. Parigi in assenza di Alfonso Gondi sostituito come da parte composta a dì 7 di settembre 1575». Un Alfonso Gondi (1522-1574) risulta maestro di Casa della Regina di Navarra. Correspondance du nonce en France Antonio Maria Salviati (1572-1578), 2 (1574-1578), editee par P. Hurtubise, R. Toupin, Rome 1975, p. 116; Lettera di Salviati a Galli, Lione, 29 novembre 1574. 5 S. Deswarte-Rosa, C. Grodecki, Le dernier caprice architectural de Catherine de Médicis: une villa à hippodrome sur la colline de Chaillot par Étienne Dupérac, “Revue de l’Art”, 150, 2005, pp. 21-34; S. Frommel, Florence, Rome et la France: la convergence des modèles dans l’architecture de Catherine de Médicis, in Il mecenatismo di Caterina de’ Medici: poesia, feste, musica, pittura, scultura, architettura, a cura di S. Frommel, G. Wolf, Venezia 2008, pp. 281-303: 301-302. 6 Bibliothèque Municipale, Versailles, ms. 280, cc. 93-117: Description du chasteau de Noisy dans le Grand Parc de Versailles, entièrement démoly sur la fin de l’année 1732. La descrizione è scritta da François Bernard Boulin e una copia è conservata alla Bibliothèque Nationale de France, Paris, ms. FR 11651. B. Bentz, Les jardins du château de Noisy, in Fabrique et usages du jardin du xive au xviie siècle, actes du colloque international (Tours, 28 juin 2010-2 juillet 2010), in corso di stampa. 7 H. Couzy, Le château de Noisy-le-Roi, “Revue de l’Art”, 38, 1977, pp. 23-34; F. Boudon, Jardins d’eau et jardins de pente dans la France de la Renaissance, in Architecture, jardin, paysage. L’environnement du château et de la villa aux XVe et XVIe siècles, actes du colloque international (Tours, 1-4 juin 1992), études réunies par J. Guillaume, Paris 1999, pp. 137183; M. Calafati, Tra Firenze, Lione e Parigi. Architettura e committenza dei Gondi nel beau XVIe siécle, tesi di post-dottorato, Université Paris-Sorbonne, 2015; M. Calafati, La Francia dei fiorentini: i Gondi, tra Lione e Parigi, in Stato e Potere. I Concini di Terranuova tra Firenze e Parigi, atti delle giornate di studio (Firenze-Terranuova Barcciolini, 30-31 gennaio 2015), a cura di F. De Luca, L. Fabbri, Firenze 2018, pp. 38-55. 8 Comunicazione di S. Frommel, Le château de Noisy entre tradition française et italienne, “Journées européennes du Patrimoine”, 16 settembre 2017, Les Gondi et l’architecture Renaissance en France, “Salle des Anciennes Écuries”, Noisy-leRoi (Yvelines). 9 Nell’estate del 1578 Alberto Gondi soggiorna a Poggio a Caiano dove riceve meriti e onorificenze da parte di Francesco I de’ Medici per le sue ambasciate tra Firenze e la Francia. Archivio Gondi, Pontassive. 138 per raccogliere la collezione di sculture; ricevere visitatori e ambientare sontuosi banchetti. Se tra gli oggetti della collezione del cardinale de Guise spiccano i busti degli imperatori romani, anche i Gondi raccolgono a Noisy una collezione di marmi antichi seguendo l’esempio di Anne de Montmorency, ricollegando il nome della propria famiglia al modello morale offerto dagli Antichi11. Sviluppando una pianta tréflée, con un grande salone ottagonale centrale collegato a tre piccoli cabinets con nicchie in corrispondenza degli assi, la grotta di Noisy è rappresentata in prospetto e in sezione nelle incisioni di Jean Marot (1619-1679), ma i recenti scavi archeologici eseguiti nel 2017 dall’archeologo Bruno Bentz, portano a riflettere su una possibile inversione del rilievo12. Se nel novembre 1581, il duca Gugliemo V di Baviera chiede a Francesco I de’ Medici l’invio di conchiglie e spugne e differenti altri ornamenti13 per costruire un ninfeo nel giardino della Residenz di Munich, in una lettera del maggio 1582 – citata da Jullien de Pommerol, poi da Hélène Couzy e trascritta completamente da Giulia Cicali14 – anche Alberto Gondi domanda al granduca di Toscana, tramite il fiorentino Andrea Albertani, ambasciatore straordinario in Francia15, di ricevere a Parigi un artefice che “s’intenda di acconciar grotti”. Inoltre, dal documento emerge come il maresciallo di Retz ha “infiniti nicchi, et spugne, et altri cose simili” per realizzare una grotta in “un suo bellissimo luogo”. Non è esplicitato il riferimento a Noisy ma è probabile che si tratti del castello dove già il 25 ottobre 1579 Caterina de’ Medici “s’è compiaciuta di fovorire il S.re Marescial di Retz [Alberto Gondi], visitando le delitie di Noysi, sua bellissima villa, dove fu da Sua Eccellenza splendidamente ricevuta”16. Già nelle Relazioni di Francia del 1577, l’ambasciatore veneziano Girolamo Lippomano, annovera Noisy tra le magnifiche fabbriche nei dintorni di Parigi “dove si veggono archi, acquidotti, statue, giardini, parchi, peschiere, e tutte quelle commodità in fine, che si ricercano a edificii regii”17. Nella lettera del 1582 a Francesco I de’ Medici, Albertani precisa che se “quel che sta a Pratolino” – probabilmente Bernardo Buontalenti – “havessi qualche garzone, et che con buona grazia di Sua Altezza gli volessi far guadagnare qualcosa et in breve tempo, Vostra Signoria me lo potrebbe inviare con il ritorno del Martelli”. Si tratta forse di Ugolino Martelli (1519 -1592) vescovo di Glandéves in Provenza tra il 1572 e il 1591, il quale compie numerosi viaggi con il vescovo Strozzi al seguito della corte francese, dominata dalla personalità di Caterina de’ Medici e degli italiani al suo seguito18. Non è conosciuta la risposta di Francesco I, ma è noto come Pratolino sia il punto di partenza della formazione di ingegneri idraulici tra i quali spiccano i Francini19. I giardini dei Gondi in Francia incantano i visitatori e il nunzio apostolico Guido Bentivoglio scrive il 22 settembre 1618 a Monsignor Mar- “Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati C. Bourel Le Guilloux, “Pour donner plaisir & contentement”: la grotta all’antica in Francia negli anni Cinquanta, in Villa Lante a Bagnaia, a cura di S. Frommel, Milano 2005, pp. 230-243: 230. Sulla grotta dei Pini a Fontainebleau e quella di Meudon, sono determinanti i contribuiti di F. Bardati, La “grotte des Pins” a Fontainebleau, in Francesco Primaticcio architetto, a cura di S. Frommel, Milano 2005, pp. 270-274 e C. Bourel Le Guilloux, Il castello e la porta di Meudon, in Francesco Primaticcio architetto… cit., 283-303; S. Frommel, Vers l’architecture monumentale: les travaux pour Charles de Guise (1550-1559), in Primatice architecte, sous la direction de ead., Paris 2010, pp. 119-131. 11 Il padiglione sopra la grotta di Meudon era ornato all’esterno da due antichi busti di pietra, uno di Platone e l’altro di Aristotele, posti a fianco di un’iscrizione che dedica la grotta alle muse di Enrico II. Secondo la descrizione del 1732 (vedi nota 6), anche a Noisy il padiglione superiore esibiva un frontone in cui comparivano i bassorilievi di Nettuno allusivo ad Alberto Gondi e una ninfa identificata come sua moglie Catherine de Clermont (1543-1603). 12 Si rimanda al saggio di Bruno Bentz in questo volume. I materiali ritrovati, in corso di studio, esemplificano l’interesse per lo sviluppo di cantieri archeologici per lo studio della storia dei giardini. Su questo argomento si veda A. Allimant-Verdillon, “Terre à terre”, ou le pragmatisme en jardins, “Carnets du Paysage”, 27, 2015, pp. 26-35; B. Dix, Experiencing the Past: the Archaeology of some Renaissance Gardens, “Renaissance Studies”, 25, 2011, 1, pp. 151-182. 13 L. Zangheri, La grotta nella residenza di Monaco di Baviera, “Antichità Viva”, 18, 1979, 4, pp. 45-49: 45. Per i doni di conchiglie e spugne da parte del granduca Ferdinando I de’ Medici a Enrico IV di Francia, si veda: E. Lurin, Seeds, Marbles, and Spugni: The Many Presents of Ferdinando of Tuscany to Henri IV of France, comunicazione al 63th Annual Meeting of the Renaissance Society of America, Chicago, al panel Medici Materials: From Substance to Artefact, dir. Antonella Fenech, Sefy Hendler et Elinor Myara Kelif, Chicago, The Palmer House Hilton, 30 Mars 2017. 14 ASF, Mediceo del Principato, 4611, c. 113bis, maggio 1582. Lettera di Andrea Albertani, ambasciatore straordinario in Francia, al granduca Francesco I de’ Medici: “Il Marescial di Res hoggi duca m’ha pregato di farli venir qua uno che s’intenda di acconciar grotti, per che ha infiniti nicchi, et spugne, et altri cose simili per farne una a un suo bellissimo luogo, ne sa dove buscarsi un homo simile. Se quel che sta a Pratolino havessi qualche garzone, et che con buona grazia di Sua Altezza gli volessi far guadagnar qualcosa et in breve tempo, Vostra Signoria me lo potrebbe inviare con il ritorno del Martelli che sarà benissimo trattato, in ogni evento Vostra Signoria me ne scriva di grazia lettera a parte, acciò la possa mostrarsi a questo signore”. Citato in: M.J. de Pommerol, Albert de Gondi, maréchal de Retz, Genève 1953, p. 193; G. Cicali, Le sculpteur Francesco Bordoni, collaborateur des Francini, in Hydraulique et fontaines ornementales en France autour de Tommaso Francini (1572-1651), sous la direction d’E. Lurin, A. Rostaing, “Bulletin monumental”, 175, 2017, 4, pp. 307438: 365, n. 22. 15 Andrea Albertani è documentato come segretario di Cosimo I de’ Medici (ASF, Indice della Segreteria Vecchia, IV, cc. 92-95r) e svolge l’incarico di ambasciatore straordinario in Francia per Francesco I, tra il 1581 e il 1583. M. Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del Principato (1537-1737), Roma 1953, pp. 67, 126. 16 ASF, Mediceo del Principato, 4096, c. 212; cit. M.J. de Pommerol, Albert de Gondi, maréchal de Retz, Genève 1953, De Pommerol, Albert de Gondi… cit., p. 193. 17 “Fabrica adunque la nobiltà a i castelli e a i villaggi; e se ne veggono, per dire il vero, per tutto il regno edificii tanto superbi chè un stupore. Perché, lasciando di parlare del parco di Sciamburgh presso Blès, di quello di Fontanableo, di Madril, di San Germano in Loira, di quello di Boès di Vincennes, di San Moro, allo intorno di Parigi, (senza la infinità di quelli che io non ho veduti, che sono machine reali, e di quelle a punto che favoleggiano li romanzi esser state case di Morgana e di Alcina) dirò che in questo li prencipi e li particolari signori e cavalieri usano una estrema liberalità e spesa. E come che pochi io ne abbia veduti, dirò nondimeno che a mio giudizio, non si può aggiungere né desiderare cosa alcuna nel castello di Equan e in quella di Haion del cardinale di Borbon; in quello di Sciantilì ch’era del duca di Montemorency; in quello di Noisi del marescial di Reez; quelo di Vernoy del duca di Nemours; di Medun, del suddetto cardinale; tutti chi sei, chi otto e chi dieci leghe lontani da Parigi”. Relations des ambassadeurs vénitiens sur les affaires de France au XVIe siècle, 10 co Cornaro, vescovo di Padova: “Sono arrivato da cinque giorni a Noesi, casa di campagna del Signor Cardinal di Retz, distante da Parigi cinque lieues. La stagione hora non può essere invero più dilettevole per villeggiare; né la villa, dove mi trovo, più delitiosa, per godere la stagione. È fabbricata questa casa in un sito eminente; ha giardini; ha boschi; ha pianure e colline; e questa sorte di scena non può essere più bella, perché non può essere più varia; offerendoli agli occhi, hora tutte queste cose insieme, e hora ciascuna a parte con tal diletto, che la vista medesima alle volte resta confusa, non sapendo in qual modo più dilettarsi. A tante vaghezze ne manca una sola, ch’è l’acqua. Si questo luogo havese fontane, sarebbe forse il più delitioso di Francia, e potrebbe quasi superar San Germano, casa del Re, ch’è qui appreso una lega”20. La grotta del castello di Noisy esibisce una contaminazione tipologica tra l’Italia e la Francia e il rapporto tra i Cornaro e i Gondi può essere rintracciato anche attraverso documenti che stimolano riflessioni, tra cui una lettera del 1592 che rivela come Alberto Gondi nel corso dei suoi viaggi tra la Francia e la penisola, soggiorni spesso in Veneto “tenendo il cammino dei bagni di Padova”21. Decorata da rocailles e coquillages, con jeux d’eau, la configurazione della grot- 139 “Acconciar grotti” alla villa di Pratolino e nei giardini del castello dei Gondi a Noisy-le-Roi Marco Calafati recueillies et traduites par M.N. Tommaseo, I-II, Paris 1838, II, pp. 488-490. Si veda: G. Lippomano, Relazione di Francia. 1579, in Relazioni di ambasciatori veneti al Senato: tratte dalle migliori edizioni disponibili e ordinate cronologicamente, a cura di L. Firpo, 5 (Francia: 1492-1600), Torino 1978, pp. 775-812 (con cenni sulla cronologia della missione a p. XVI). 18 Le lettere tra Martelli e Pier Vettori sono la fonte principale per seguire le vicende di Ugolino in Francia negli anni compresi tra i regni di Enrico II e Enrico III. V. Bramanti, Ugolino Martelli, in Dizionario Biografico degli Italiani, 71, Roma 2008, pp. 64-67. Un ritratto di Ugolino Martelli, opera di Angolo Tori detto il Bronzino, è conservato nella Staatlische Gemäldegalerie di Berlino, inv. n. 338 A; M. Brock, Le “Portrait d’Ugolino Martelli” par Bronzino, un “Homère” florentin?, in Homère à la Renaissance: mythe et transfigurations, actes du colloque (Rome, 27-29 novembre 2008), sous la direction de L. Capodieci, Ph. Ford, Paris 2011, pp. 323-344. 19 Hydraulique et fontaines ornementales… cit. 20 Il documento è citato in francese da J.P. Palewski, La Maréchale de Retz au château de Noisy-le-Roi, “Bulletin de la Société Archéologique Historique et Artistique de Marly-leRoi”, II, 1957, p. 22. 21 ASF, Mediceo del Principato, 280, c. 150. Lettera di Giovanni di Agnolo Niccolini da Roma al granduca Ferdinando I de’ Medici a Firenze, 26 giugno 1592: “Essendo noi tornati dall’Ambrogiana, dove eramo stati da tre settimane per intervenir qui alla solennità del San Giovanni, il Signor Duca di Rez andato a visitar Madama la Gran Duchessa nostra ci fece chiamar quivi, et disse d’esser resoluto di ritornarsene in Francia, tenendo il cammino dei bagni di Padova per fermarsi forse quivi qualche poco di tempo”. 140 ta dei Gondi ricorda l’Odeo Cornaro progettato da Giovanni Maria Falconetto per Alvise Cornaro nel 1524, destinato all’ascolto della musica e all’otium letterario che insieme alla Loggia per le rappresentazioni teatrali costituisce una sorta di forum all’antica della dimora patavina. Come a Noisy, la sala ottagonale situata al centro dell’Odeo presenta pareti rettilinee alternate a nicchie simili ad alcune sale della Domus Aurea neroniana, scoperta all’inizio del secolo. Sembra difficile isolare le costruzioni dei Gondi in Francia dall’architettura di Caterina de’ Medici che corrisponde all’evoluzione artistica generale del regno. Nella creazione della grotta di Noisy si rintraccia la volontà del committente di conformarsi alle tradizioni costruttive italiane e di proporre soluzioni innovative, di chiamare maestranze fiorentine, d’imporre cambiamenti radicali cercando mediazioni e sintesi inedite coniugando modelli italiani con la tradizione francese. pagina 137 Fig. 1 Pianta del castello di Noisy-le-Roi, 1690 circa (Montigny-le-Bretonneux, Archives départementales des Yvelines et de l’ancienne Seine et Oise, A 119). pagine 138-139 Fig. 2 Libro delle bestie di Firenze e fabbrica di Pratolino,1575 (University of Pennsylvania, Philadelphia, ms. Codex 1551, c. 14r). Fig. 3 P. Patel, Il castello di Versailles, 1668 (Château de Versailles). Sullo sfondo a destra il castello di Noisy-le-Roi. Fig. 4 Restituzione assonometrica del castello di Alberto Gondi a Noisy (elaborazione di J. Brasseur e P. Barrau, Association Renaissance du Patrimoine de Noisy-le-Roi). Fig. 5 Vegetazione cresciuta in corrispondenza della seconda corte e sulle sostruzioni delle rampe a ferro di cavallo di accesso al castello di Noisy-le-Roi. Fig. 6 Portale di accesso principale alla seconda corte del castello di Noisy-le-Roi. 141