SCUOLA di OSTEOPATIA
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TESI di LAUREA in OSTEOPATIA
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Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa
(CRPS) • Case Report
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RELATORE
CANDIDATO
Ciro Cosenza, D.O.
dott. Lorenzo Appetito
Anno accademico 2020
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I - SINDROME DOLOROSA REGIONALE COMPLESSA (CRPS)
4
1.1 Cenni di anatomia
4
1.1.1 Sistema Nervoso Autonomo Orto-Simpatico (SNS)
4
1.1.2 Anat. Topografica: Polso
11
1.2 Classificazione
12
1.3 Epidemiologia
14
1.4 Fattori di rischio
14
1.5 Fisiopatologia e sintomatologia
15
1.6 Diagnosi differenziale
20
1.7 Esami Strumentali
23
1.7.1 Scintigrafia ossea trifasica
23
1.7.2 Radiologia convenzionale
23
1.7.3 Ecografia
23
1.7.4 Risonanza magnetica
24
1.8 Trattamento Medico
25
1.9 L’osteopatia: Storia e Fondamenti
25
1.9.1 Trattamento Manipolativo Osteopatico
28
1.8.1A Concetto Olistico
28
1.8.1B Controllo neurologico
28
1.8.1Bα Infiammazione Neurogena
29
1.8.1Bβ Convergenza
30
1.8.1Bγ Facilitazione Spinale
30
1.8.1Bδ Integrazione Viscero-Somatica
32
1.9.1C Funzione circolatoria
33
1.9.1D Dispendio di energia
34
1.9.1E Autoregolazione
34
1.9.2 Disfunzione Somatica
35
1.10 Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
35
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
II - CASO CLINICO
36
2.1 Dati personali
36
2.2 Diagnosi clinica
36
2.3 Anamnesi
36
2.3.1 Motivo della consultazione
36
2.3.2. Anamnesi Prossima
36
2.3.3 Anamnesi Remota
37
2.3.4 Anamnesi fisiologica
37
2.4 Esame obiettivo
38
2.5 Protocollo di Valutazione (tests)
38
2.6 Valutazione Osteopatica
39
2.7 Trattamento Manipolativo Osteopatico OMT e FKT
39
2.8 Conclusioni
40
III - RINGRAZIAMENTI
47
IV - BIBLIOGRAFIA
47
Sitografia
53
Tavole Anatomiche
53
Scale Di Valutazione
54
Pag. 3 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
I - SINDROME DOLOROSA REGIONALE COMPLESSA (CRPS)
La Sindrome da Dolore Regionale Complesso (o Distrofia
Simpatica Riflessa, o Causalgia) è uno stato di dolore cronico
provocato da lesioni dei tessuti molli o dei tessuti ossei (CRPS di
tipo I o distrofia simpatica riflessa) o da lesione dei nervi (CRPS tipo
II o causalgia) in cui il dolore è associato ad alterazioni vegetative
(es. sudorazione o alterazioni vasomotorie) e/o alterazioni trofiche
(es. atrofia cutanea ossea, contratture articolari).1, 2
1.1 Cenni di anatomia
1.1.1 Sistema Nervoso Autonomo Orto-Simpatico (SNS)
La fenomenologia semeiologica che attiene alla CRPS è riferibile
alla componente vegetativa del sistema nervoso, in particolare la
“divisione toraco-simpatica”, ovvero ortosimpatica, essendo l’unica
rappresentata nell’anatomia appendicolare, nella fattispecie
dell’arto superiore.3
I corpi neuronali situati nella colonna cellulare intermediolaterale del midollo spinale nell’intervallo tra i livelli mielomerali T1 e
L2 si portano fuori dal canale midollare insieme alle fibre somatiche
sensitive e motorie; dopo aver formato il nervo spinale, le fibre
viscerali sensitive ed effettrici se ne distaccano attraverso il Ramo
comunicante bianco(vedi fig. 2), si portano nei gangli della catena
gangliare latero-vertebrale; essi, interconnessi da tronchi nervosi,
sono localizzati in situ paravertebrale4 (vedi fig. 1) dal collo fino alla
regione coccigea3 (C1-S5, vedi fig. 3 e fig. 4).
Tali fibre possono fare sinapsi allo stesso livello con un ganglio
della catena oppure con gangli a livello/i superiore/i o inferiore/i,
oppure non fare sinapsi nei gangli della catena latero-vertebrale e
proseguire in sede di un ganglio pre-vertebrale ove fare sinapsi
(vedi fig. 5).
Dai gangli si dipartono fibre postgangliari naradrenergiche che
vanno a fornire innervazione viscero-effettrice ai tessuti bersaglio
in periferia2. I gangli inviano fibre noradrenergiche postgangliari
tramite i rami comunicanti grigi nei nervi periferici che servono la
muscolatura liscia dei vasi sanguigni (fibre vasomotorie), delle
ghiandole sudoripare (fibre sudomotorie) e dei muscoli erettori del
pelo associati con i follicoli piliferi (fibre pilomotorie).
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Fig. 1 - Gangli della catena gangliare latero-vertebrale localizzati in situ
paravertebrale dal collo fino alla regione coccigea (C1-S5). Netter.
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Fig. 2 - Panoramica del Sist. Nerv. comprendente SNC (midollo spinale), SNP
(radici nervose e nervi spinali) e SNA con le fibre ortosimpatiche (rosso) che dal
ramo comunicante bianco si distribuiscono ai Gangli della divisione toracosimpatica (SN ortosimpatico) facendo sinapsi nel ganglio dello stesso livello oppure
in un ganglio prossimale o distale oppure anche in prossimità dell’organo
bersaglio. Netter.
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Fibre pre-gangliari: colinergiche (Ach, acetilcolina).
Fibre post-gangliari: adrenergiche (Ne, noradrenalina/
norepinefrina).
Questo sistema - per completezza - è sotto il controllo regolatorio
di aree centrali telencefaliche (sistema limbico,), diencefaliche
(ipotalamo) e truncali.5
La divisione toraco-simpatica del sistema nervoso autonomo/
vegetativo è deputato ad aumentare le attività metaboliche
dell’organismo durante le reazioni di attacco-o-fuga (fight-or-fly),
ossia nelle situazioni di attivazione/emergenza. L’attivazione del
sistema ortosimpatico determina sudorazione profusa (recettori
colinergici), vasocostrizione più frequente, aumento forza
contrazione dei muscoli del sistema muscolo-scheletrico.6
Le ghiandole sudoripare del palmo della mano (e del piede) sono
innervate da fibre adrenergiche6. La sudorazione può essere intesa
come una funzione posta sotto il controllo parasimpatico, anche se
gli impulsi sono trasportati alle cellule ghiandolari da fibre nervose
che, dal punto di vista anatomico, appartengono al sistema
ortosimpatico.
Sulla muscolatura liscia dell’app. vascolare i recettori ∂1 inducono
contrazione e quelli ∂2 anch’essi contrazione.5
Controllo neuro-endocrino – Il SNA possiede anche una funzione
trofica di trasporto di sostanze lipidiche e proteiche attraverso i
neuroni e le loro sinapsi in senso anterogrado e retrogrado,
pertanto una alterazione di tale sistema determina anche una
alterazione funzionale delle strutture ad esso correlate.7
Un fenomeno che si verifica allorché un organo venga denervato
è quello della Ipersensibilità da Denervazione in cui vi è un
aumento di flusso ematico a seguito di ablazione ortosimpatica,
come effetto, in parte, dell’aumento del numero di recettori postsinaptici sulla membrana delle cellule effettrici e quindi
dell’aumentata sensibilità alla noradrenalina.6 Tale fenomeno in
parte spiegherebbe la cronicità dell’edema in caso di Sindrome
Dolorosa Regionale Complessa (CRPS).
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Fig. 3 - Sistema Neuro-Vegetativo SNV o Autonomo SNA, nella componente
ortosimpatica (rosso): la parte a sinistra evidenzia la presenza di fibre post-gangliari
dirette agli arti. Netter.
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Fig. 4 - Connessioni della divisione simpatica del sistema nervoso autonomo. I
neuroni del corno laterale del midollo spinale (fibre nervose pre-gangliari - linee
continue) proiettano sui gangli alla catena su entrambi i lati della colonna
vertebrale o sui gangli prevertebrali che sono anteriori alla colonna vertebrale
nella cavità addominale. Gli assoni di questi neuroni gangliari (fibre nervose postgangliari - linee tratteggiate) si proiettano verso bersagli effettori in tutto il corpo.
https://opentextbc.ca/anatomyandphysiology/
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Fig. 5 - Connessioni simpatiche e gangli a catena. L'assone di un neurone simpatico
centrale nel midollo spinale può proiettare verso la periferia in diversi modi. (a) La
fibra può sporgere verso il ganglio allo stesso livello e sinapsi su un neurone
gangliare. (b) Un ramo può proiettarsi su un ganglio superiore o inferiore nella
catena. (c) Un ramo può proiettare attraverso il ramus communicans bianco, ma non
terminare su un neurone gangliare nella catena. Invece, proietta attraverso uno dei
nervi splancnici verso un ganglio collaterale o il midollo surrenale (non nella foto)
https://opentextbc.ca/anatomyandphysiology
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1.1.2 Anat. Topografica: Polso
Polso - L’.articolazione dell’avambraccio con la mano. Limiti:
prossimalmente un piano orizzontale che passa immediatamente
sopra la testa dell’ulna, distalmente un piano orizzontale che passa
immediatamente sotto all’osso pisiforme (art. medio-carpica).8
Le formazioni anatomiche che entrano nella costituzione della
regione anteriore del polso, sono essenzialmente un insieme di
tendini in mezzo ai quali decorrono le due arterie (a. radiale e a.
ulnare) e i due nervi ( n. mediano e n. ulnare). Pertanto queste
strutture risultano esposte durante i traumatismi
Arterie principali: a. radiale e a. ulnare.
Vene: quelle profonde accompagnano a coppie le arterie, le
superficiali derivano da rami palmari.
Linfatici: superficiali e profondi scorrono nella loggia anteriore.
Nervi: mediano in sede radiale (laterale) e ulnare in sede
omonima, mediale.
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Radici Nervose Dei Nervi Del Polso:
C1 - N. Ulnare
C6 - N radiale
C6-T1 - N. Mediano (vedi fig. 7).8
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Pag. 11 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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Fig. 6 - Panoramica della colonna vertebrale, plesso brachiale, nervi del polso, in
azzurro il n. mediano e i tronchi del plesso brachiale da cui trae origine. I gangli
della catena del simpatico hanno fibre che si appaiano ad altre motorie e sensitive
nella distribuzione del plesso brachiale.
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1.2 Classificazione
Il primo a parlare della CRPS fu S. W. Mitchell nel 1864
nominandola “Causalgia”.2
Fino a introduzione del nome concordato in Sindrome Dolorosa
Regionale Complessa (CRPS) ad indicare la stessa affezione sono
stati adoperati 13 diversi appellativi presenti nella produzione
scientifica italiana (distrofia ossea, algo-neuro-distrofia, sindrome
spalla-mano, spalla congelata, rigidità post-frattura, sindrome di
Leriche, atrofia ossea acuta, morbo di Sudeck, osteoporosi
transitoria, distrofia simpatico-riflessa, causalgia, osteoporosi
dolorosa post-traumatica) e 49 appellativi nella sola lingua inglese,
Nel 1997 ne hanno parlato KENNETH e NELSON, d.o., come
“distrofia simpatica riflessa” (RSD) ossia una condizione di dolore
cronico che colpisce gli arti. È caratterizzata da dolore diffuso,
alterazione del colore della pelle, alterazione della temperatura
cutanea, edema e limitazione del movimento.1
Fino ad arrivare al 1993, quando l’International Association for
the Study of Pain (IASP) definì la Sindrome Dolorosa Regionale
Complessa (CRPS9 o Distrofia Simpatica Riflessa (RSD) o Causalgia)
come uno stato di dolore cronico provocato da:
• lesioni dei tessuti molli o dei tessuti ossei (sindrome da dolore
regionale complesso (CRPS tipo I o distrofia simpatica riflessa
RSD) nessuna evidenza di lesione dei nervi periferici
• od anche lesione dei nervi (CRPS tipo II o causalgia)2
in cui il dolore è associato ad alterazioni vegetative (es.
sudorazione o alterazioni vasomotorie) e/o alterazioni trofiche (es.
atrofia cutanea ossea, contratture articolari).3
Fermo restando queste due varianti su criterio di distretto
colpito, altri autori sviluppano la classificazione su altri criteri:
• Acuta/Cronica (la tempestività di diagnosi e trattamento sono
essenziali)
• CRPS incipiente
• CRPS non responsiva (Zyluk A.)
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• Forme distrettuali (limitate a segmenti della regione interessata
dell’evento lesivo)
• Forma calda / Forme fredde (atrofiche o fruste, già rigide)
1.3 Epidemiologia
L’incidenza della CRPS1 varia da 5 a 45/100.000/anno (il tasso di
incidenza europeo è 26/100.000 casi l’anno2 ) a seconda delle varie
casistiche, con il sesso femminile più frequentemente interessato
con un rapporto femmine/ maschi di 3-4:1. In circa il 60% dei casi
interessa l’arto superiore, nel restante 40% quello inferiore. Più
colpita è la mezza età anche se nessuna fascia di età sembra
essere esclusa, compresa l’età pediatrica e la prima adolescenza.2
1.4 Fattori di rischio
Eventi predisponenti all’insorgenza di tale sindrome sono:
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•
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•
•
•
•
•
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Trauma
Immobilizzazione
Emiplegia
Interventi chirurgici del midollo spinale
Affezioni pleuropolmonari
Affezioni cardiache (infarto)
Ipertiroidismo
Neoplasie
Farmaci (antitubercolari, anticonvulsivanti)
Elettrocuzione
Manovre intra-articolari (artrocentesi, artroscopia, infiltrazioni)9
In caso di trauma fratturativo, il dolore urente riferito al territorio
di distribuzione di un nervo periferico dovrebbe essere
immediatamente valutato dal chirurgo per la possibile esistenza di
lesioni del nervo stesso correlate al trauma o all’intervento
chirurgico. Dopo applicazione di un apparecchio gessato, sia per
trattamenti incruenti che post-chirurgici, la comparsa di edema
delle dita, l’evidenza di un apparecchio gessato stretto, e un dolore
non giustificato durante l'immobilizzazione vanno considerati come
potenziali segnali di allarme per il rischio di insorgenza di una
CRPS.2
Pag. 14 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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1.5 Fisiopatologia e sintomatologia
La fase acuta (fase 1, Steinbrocker10) si presenta con dolore,
edema, eritema, aumento della temperatura e compromissione
della funzionalità: i cinque segni cardinali dell’infiammazione25; ciò
supporta l'ipotesi che lo sviluppo di questa condizione sia dovuto a
una risposta infiammatoria esagerata al trauma.2, 24
Il trauma tissutale innesca il rilascio di citochine proinfiammatorie come interleuchina (IL) -1β, IL-2, IL-6 e fattore di
necrosi tumorale-α (TNF-α) insieme a neuropeptidi tra cui peptide
correlato al gene della calcitonina, bradichinina e sostanza P.
Queste sostanze aumentano lo stravaso di plasma e la
vasodilatazione.26, 27
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Innervazione cutanea alterata - Il danno neuronale iniziale, per
quanto impercettibile, è stato implicato come un fattore scatenante
importante nello sviluppo di entrambi i tipi di CRPS I e II28. Ciò è
stato supportato da studi che dimostrano una riduzione della
densità delle fibre di neurone afferente cutaneo di tipo C e di tipo
Aδ nell'arto affetto da CRPS rispetto all'arto non affetto, con questi
cambiamenti che colpiscono principalmente le fibre nocicettive29, 30.
La diminuzione delle fibre di tipo C e di tipo Aδ è stata associata ad
un aumento delle fibre aberranti di origine sconosciuta, ed è stato
ipotizzato che la sensazione di dolore esagerato possa essere
dovuta all'alterata funzione di queste fibre30.
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Sensibilizzazione centrale e periferica - A seguito di danni ai
tessuti e / o lesioni neuronali, alterazioni del sistema nervoso
centrale e periferico portano ad un aumento dell'infiammazione e
ad una maggiore reattività al dolore. Questi adattamenti fungono
da meccanismi protettivi per inibire attività che causano ulteriori
lesioni. All'interno del sistema nervoso centrale (SNC), la
stimolazione nociva persistente e intensa dei neuroni nocicettivi
periferici provoca sensibilizzazione centrale. Di conseguenza, vi è
un'alterazione nell'elaborazione nocicettiva nel sistema nervoso
centrale e una maggiore eccitabilità dei neuroni nocicettivi centrali
secondari nel midollo spinale. Ciò è mediato dal rilascio di
neuropeptidi come la sostanza P, la bradichinina e il glutammato
da parte dei nervi periferici, che sensibilizzano e aumentano
l'attività dei neuroni nocicettivi centrali periferici e secondari locali
con conseguente aumento del dolore da stimoli nocivi (iperalgesia)
Pag. 15 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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e dolore in risposta a stimoli non-nocivi (allodinia)26, 31, 32. La ricerca
ha dimostrato che i pazienti con CRPS hanno un avvolgimento
significativamente maggiore rispetto alla stimolazione ripetuta
dell'arto interessato rispetto all'arto controlaterale o ad altri arti33,
34.
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Alterata funzione del sistema nervoso simpatico - Nella fase
cronica (fredda) del decorso clinico della CRPS, l'arto interessato
dalla CRPS è cianotico e viscido a causa della vasocostrizione e
della sudorazione. Ciò suggerisce che un eccessiva attività del
sistema nervoso simpatico è un fattore trainante nella progressione
della condizione e nel mantenimento del dolore28, 35.
L'ipotesi si basa su due assunti: che un alto tasso di scarica nei
neuroni spinali ad ampio intervallo dinamico (WDR) provochi
sensazioni dolorose, e che le risposte nocicettive associate al
trauma possono produrre sensibilizzazione a lungo termine dei
neuroni WDR.35
C i ò è s t a t o d i m o s t ra t o i n p a z i e n t i c o n d o lo re C R P S
simpaticamente mediato in cui un'elevata attività del sistema
nervoso simpatico ha aumentato il dolore spontaneo del 22% e
aumentato l'estensione spaziale dell'iperalgesia dinamica e
punteggiata del 42 e 27% rispettivamente36.
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Catecolamine circolanti - La variazione delle caratteristiche
cliniche del CRPS man mano che la condizione progredisce dalla
fase acuta (calda) alla fase cronica può essere attribuita ad
alterazioni dei meccanismi catecolaminergici28. Durante la fase
acuta, l'arto affetto da CRPS mostra una riduzione dei livelli di
noradrenalina plasmatica circolante rispetto all'arto non
interessato 37 . Di conseguenza, vi è una sovraregolazione
compensativa dei recettori adrenergici periferici che causano la
supersensibilità alle catecolamine circolanti38. Di conseguenza, a
seguito dell'esposizione alle catecolamine si verifica un'eccessiva
vasocostrizione e sudorazione, che danno origine alla
caratteristica estremità fredda e blu osservata durante la fase
cronica.
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Autoimmunità - La presenza di auto-anticorpi immunoglobulinici
G (IgG) contro antigeni di superficie su neuroni autonomi nel siero di
pazienti con CRPS suggerisce che l'autoimmunità può svolgere un
ruolo nello sviluppo di questa condizione39, 40.
Pag. 16 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
Plasticità cerebrale - Studi di neuro-imaging su pazienti con
CRPS hanno dimostrato una diminuzione dell'area che rappresenta
l'arto affetto da CRPS nella corteccia somatosensoriale rispetto
all'arto non affetto42, 44. La rappresentazione sensoriale dell'arto
interessato, come parte dell'omuncolo di Penfield, è distorta, con
re s t r i n g i m e n t o e s p o s t a m e n t o d e l l 'a rea 4 2 . L'e n t i t à d e l la
riorganizzazione presenta una correlazione significativa con
l'intensità del dolore e il grado di iperalgesia vissuta dal paziente e
queste alterazioni ritornano alla normalità dopo il successo del
trattamento CRPS 42, 44, 45.
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Fattori genetici - Sebbene vi sia una mancanza di consenso
riguardo all'influenza dei fattori genetici nel CRPS, studi sulla
famiglia hanno suggerito una preponderanza genetica verso lo
sviluppo di questa condizione. I fratelli di pazienti con CRPS sotto i
50 anni avevano un rischio tre volte maggiore di sviluppare la
condizione, con un modello di ereditarietà mitocondriale46, 47.
Inoltre, i geni del principale complesso di istocompatibilità
codificante per le molecole dell'antigene leucocitario umano (HLA),
gli alleli HLA-B62 e HLA-DQ8 sono risultati fortemente correlati con
lo sviluppo del CRPS48.
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Fattori psicologici - A causa della prevalenza di ansia e
depressione nei pazienti con CRPS e della natura insolita dei
sintomi, è stato ipotizzato che i fattori psicologici svolgano un ruolo
nello sviluppo o nella propagazione del CRPS49. Tuttavia, l'evidenza
al riguardo rimane inconcludente poiché altri studi non hanno
confermato questa associazione e non è stata ancora identificata
una causalità definitiva28.
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Le manifestazioni cliniche variano a seconda del periodo di
osservazione.
La malattia è caratterizzata da dolore, tumefazione ed
impotenza funzionale associati ad alterazioni del trofismo cutaneo,
degli annessi oltre ad alterazioni vasomotorie.2
Il dolore può insorgere all’improvviso o avere lento sviluppo;
spesso è continuo e tende ad esacerbarsi con la mobilizzazione o il
carico. Frequenti anche allodinia (percezione dolorosa per stimoli
normalmente non algogeni), iperpatia (sensazione dolorosa che
tende ad aumentare al ripetersi dello stimolo e persiste dopo la sua
cessazione), ipoestesia.
Pag. 17 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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Il gonfiore è solitamente evidente durante le fasi iniziali della
malattia; la cute si presenta tesa, ispessita e lucida. La tumefazione
e l’alterazione del colorito cutaneo tendono a modificarsi durante il
decorso della malattia. L’edema sottocutaneo tende ad essere più
intenso nelle fasi iniziali. Vi possono essere alterazioni delle unghie
e degli annessi piliferi (ipertricosi o riduzione sino alla loro
scomparsa).
I disturbi vasomotori sono assai comuni e si esprimono con
vasodilatazione e vasocostrizione che determinano differenze di
temperatura e di colore tra l’arto malato e quello sano. Anomalie
della sudorazione, come iperidrosi, o occasionalmente anidrosi,
sono osservate in circa metà dei pazienti
In una seconda fase, più tardiva, questi sintomi tendono a
regredire lasciando spazio a manifestazioni distrofiche. In questo
stadio di malattia, la cute si presenta fredda e lucida con perdita
della normale elasticità e la rigidità articolare tende a stabilizzarsi.
Meno frequentemente possono osservarsi forme a esordio
“freddo”, caratterizzate sostanzialmente solo dal dolore, a carattere
persistente e sproporzionato rispetto all’evento scatenante, nelle
quali mancano i segni obiettivi che caratterizzano in maniera tipica
le fasi iniziali di malattia. La forma fredda di CRPS interessa circa un
terzo dei pazienti e ha prognosi peggiore in termini di durata di
malattia e di disabilità permanente.
Secondo la stadiazione proposta da Steinbrocker10 alla fase
iniziale, o stadio I - Fase edematosa - fa seguito, dopo un periodo
variabile, lo stadio II in cui alcuni sintomi possono regredire in
modo spontaneo per lasciare il posto ad alterazioni “distrofiche”. Si
rende evidente il deficit funzionale articolare legato all’ispessimento
e alla perdita di elasticità delle capsule articolari, delle guaine
tendinee e delle fasce. Lo stadio distrofico può evolvere in stadio III,
caratterizzato da atrofia dei tessuti, condizione irreversibile.
Da notare che nella pratica clinica è molto più frequente
riscontrare una fluttuazione delle manifestazioni cliniche tra il
primo e il secondo stadio, con un possibile progressivo passaggio
verso la fase atrofica, soprattutto se non trattate con tempestività.2
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Pag. 18 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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Fig. 7 - Illustrazione che mostra le caratteristiche cliniche e i loro meccanismi
patofisiologici (assunti o dimostrati). IL = interleuchina; TNF = fattore di necrosi
tumorale; NGF = fattore di crescita del nervo; CGRP = peptide correlato al gene
della calcitonina; SP = sostanza P; NO = ossido nitrico; ET = endotelina.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5511749/figure/F4/
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Pag. 19 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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1.6 Diagnosi differenziale
In un contesto ortopedico, le diverse cause di dolore persistente
ad un arto che entrano in diagnosi differenziale con una CRPS
includono: instabilità articolari, artrosi, infezioni o artriti,
intolleranza ai mezzi di sintesi ossea o protesici, il dolore
neuropatico da compressione o da lesione nervosa2. Relativamente
a questa ultima condizione, il dolore urente riferito al territorio di
d i s t r i b u z i o n e d i u n n e r vo p e r i f e r i c o d ov re b b e e s s e re
immediatamente valutato dal chirurgo per la possibile esistenza di
lesioni del nervo stesso correlate al trauma o all’intervento
chirurgico.
Segni e sintomi con cui si manifesta la CRPS si ritrovano anche in
svariate altre patologie, pertanto la delicata diagnosi differenziale
deve essere svolta da:
• Dolore neuropatico isolato (da danno nervoso periferico
incluse le neuropatie da compressione o intrappolamento, lesioni
nervose centrali o midollari).
• Sindrome di uscita dal torace (da compressione vascolare o
neuro-vascolare).
• Neuropatia o plessopatia brachiale (sindrome di Parsonage–
Turner o amiotrofia neuralgica).
• Neuropatie immuno-mediate (neuriti infettive, neuropatie
vasculitiche sistemiche e non, forme atipiche di sindrome di
Guillain-Barrè o di polineuropatia demielinizzante infiammatoria
cronica).
• diagnosi differenziale con la CRPS p.d.2
• l a t u m e f a z i o n e , i l d o l o re e l ’ i m p o t e n za f u n z i o n a l e
rappresentano i segni di esordio di altre malattie reumatologiche.
I dati di laboratorio in genere non risultano alterati nella CRPS,
ma hanno importanza per la diagnosi differenziale. La
ra d i o d i a g n o s t i c a e l a m e d i c i n a n u c le a re , v i c e ve r s a ,
rappresentano un elemento utile per confermare la diagnosi.
!
La diagnosi differenziale va fatta nei confronti di
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
• sindromi neuropatiche (nevralgia post-herpetica,
polineuropatia periferica, radi- colopatie meccaniche),
• problematiche vascolari (flebite, trombosi venosa,
ostruzioni linfatiche, acrocianosi, malattia di Raynaud,
malattia di Burger),
• disturbi miofasciali (tendiniti, borsiti, fibromialgia),
• processi infiammatori/infettivi (eresipela, artriti),
• compressioni meccaniche (sindrome dell’egresso
toracico, sindrome compartimentale)2,
• lesioni osteoarticolari (fratture da stress, artrosi in fase
acuta).9
!
Affinché si faccia Diagnosi di CRPS è necessario che il quadro
clinico soddisfi i requisiti proposti dai criteri di Orlando2:
!
!
!
Criteri di Orlando
1
Presenza di una noxa patogena iniziale riconoscibile ovvero di
un periodo di immobilizzazione
2
Dolore continuo, allodinia, iperalgesia di entità sproporzionata
rispetto alla causa scatenante
3
Evidenza occasionale di edema, alterazioni cromatiche della
cute, alterazioni dell’attività sudomotoria nella regione dolente
4
Tale diagnosi è da escludere in caso vengano riconosciute
condizioni capaci di spiegare il corteo sintomatologico
!
!
!
!
!
!
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
o almeno uno per ciascuna categoria dei Criteri di Budapest2:
!
Criteri di Budapest
1
Dolore continuo sproporzionato all’evento scatenante
alterazioni sensoriali: iperestesia
e/o allodinia
Il paziente deve
riferire la
presenza di
almeno un
2
sintomo in tre
delle quattro
seguenti
categorie:
alterazioni vasomotorie: asimmetria di
temperatura e/o alterazione e/o
asimmetria del colorito cutaneo
alterazioni sudomotorie/edema: edema e/
o anomalie
e/o asimmetria della sudorazione
alterazioni motorie/trofiche: ridotta
escursione articolare
e/o anomalie motorie (ipostenia, tremori,
distonia) e/o alterazioni trofiche (cute,
unghie, annessi piliferi)
alterazioni sensoriali: iperalgesia e/o
allodinia
Devono essere
obiettivabili
almeno un segno
in due o più delle
seguenti
categorie: tremori,
distonia) e/o
alterazioni
trofiche (cute,
unghie, annessi
piliferi)
3
4
alterazioni vasomotorie: evidenza di
un’asimmetria al
termotatto e/o alterazione e/o asimmetria
del colorito
cutaneo
alterazioni sudomotorie/edema: evidenza
di edema
e/o anomalie
e/o asimmetria della sudorazione
alterazioni motorie/trofiche: evidenza di
ridotta escursione articolare
e/o anomalie motorie
Assenza di una interpretazione diagnostica alternativa
!
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
1.7 Esami Strumentali
1.7.1 Scintigrafia ossea trifasica
La scintigrafia ossea trifasica con bifosfonati marcati con
tecnezio costituisce ad oggi, secondo la letteratura, la metodica
diagnostica in grado di fornire con maggiore precocità le
informazioni utili alla diagnosi. È inoltre utilizzata per il controllo
dell'efficacia della terapia. Nella metodica a tre fasi avremo un
uptake periarticolare, regionale in tutte la fasi, ma soprattutto in
quella ossea. I soggetti che presentano una captazione del radiotracciante normale (o più̀ frequentemente un deficit di captazione)
sono il più̀ delle volte i casi inveterati (stadio atrofico) o i pazienti in
età̀ pediatrica. Nella metodica a tre fasi è apprezzabile un aumento
dell’uptake rispetto all’arto contro-laterale sia nella prima fase
(vascolare), come nella seconda (pool ematico), che nella terza (fase
ossea). Alcuni Autori sottolineano, tuttavia, come solamente una
diffusa ed estesa ipercaptazione durante la fase ossea possegga i
requisiti di specificità, mentre un’ipercaptazione nelle fasi iniziali sia
osservabile anche in corso di patologie artritiche o infettive.2
1.7.2 Radiologia convenzionale
La radiologia convenzionale si positivizza tardivamente dopo 4/8
settimane dall’esordio della malattia pertanto se l’evento
scatenante è recente ha un basso valore predittivo negativo.
Questo intervallo è correlato ai fenomeni di porosi che richiedono
alcune settimane per rendersi evidenti. I quadri radiologici sono
molteplici e non patognomonici essendo legati ad altre condizioni
in cui è presente un’alterazione del turn over osseo. Si possono
osservare diversi quadri di osteoporosi: maculata, iuxta articolare
con piccole erosioni ossee, a banda, scalopping, distrettuale o
diffusa. Essendo i quadri radiologici a volte molto sfumati è
opportuno effettuare RX comparativo con il segmento scheletrico
sano per meglio cogliere le iniziali alterazioni della densità ossea. In
tutti i casi, i quadri radiologici, proprio perché aspecifici, devono
essere correlati con la clinica.2
1.7.3 Ecografia
L’ecografia non svolge un ruolo significativo nella diagnosi di
CRPS di tipo I visto il suo limite nella valutazione dell'osso. Può
essere indicata nella stima dell'evoluzione del coinvolgimento dei
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tessuti molli essendo in grado di evidenziarne l’edema e nella
diagnosi differenziale, con l'ausilio di Power Doppler e Eco Color
Doppler, con forme di tipo artritico, essendo in grado di appurare e
definire con estrema precisione il coinvolgimento tendineo,
articolare ed il grado di attività sinoviale.
È invece largamente indicata nell'analisi delle strutture nervose
nelle CRPS di II tipo in quando con questa metodica ben si
indagano lesioni di tronchi o rami nervosi.
È inoltre appropriata nella valutazione prechirurgica delle forme
atrofiche (per valutare la funzionalità residua grazie alla sua
peculiare capacità di studio dinamico delle strutture tendinee con
la precisa stima del deficit di mobilità) e nella diagnosi differenziali
delle forme avanzate/atrofiche con la Malattia di Dupuytren.2
1.7.4 Risonanza magnetica
Buona sensibilità e specificità nella diagnosi di CRPS di tipo I fin
dalle fasi più precoci della malattia. Con l’esame in condizioni
basali si può infatti evidenziare la presenza o meno di edema
midollare osseo e/o edema/ispessimento delle parti molli. Permette
inoltre di valutare, se necessario, l’andamento della malattia e la
risposta alla terapia.
Riveste, inoltre, un ruolo fondamentale nelle diagnosi differenziali
con lesioni radicolari cervicali e dei plessi brachiale e lombo
sacrale, dove l'impiego dell'ecografia non è ancora sufficientemente
validato, e con forme infettive/reumatologiche: in questo caso è
utile ricorrere alla somministrazione del mezzo di contrasto
endovena che evidenzierà aree di ipervascolarizzazione infettivo/
flogistica.
Si deve precisare che l'Artro-RM (RM con mezzo di contrasto
endoarticolare) non è assolutamente indicata nella diagnosi di
CRPS poiché non aggiunge alcuna informazione efficace rispetto
alla risonanza diretta ed anzi può essere causa essa stessa di
insorgenza di tale morbosità.
Il ricorso alla Scintigrafia trifasica o alla Risonanza magnetica
per la diagnosi di CRPS deve tener conto sia dell’accessibilità alle
metodiche sul territorio, sia all’esposizione, seppur bassa, a
radiazioni con Scintigrafia.2
!
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1.8 Trattamento Medico
La Terapia riflette le difficoltà diagnostiche e le incertezze circa
un’univoca interpretazione patogenetica della CRPS. Ad oggi non vi
è una chiara ed unanime strategia terapeutica. Dalla revisione della
letteratura, risultano chiari i seguenti principi cardine:
• Il trattamento deve essere multidisciplinare ed integrato per
ottenere il miglior risultato.
• La prima scelta è la fisioterapia che deve essere coadiuvata
dalla terapia farmacologica.
• Gli obiettivi della terapia farmacologica sono: ridurre il dolore
e l’edema, “proteggere” il tessuto osseo e coadiuvare l’operato del
fisioterapista, per incrementare la mobilità articolare e
ripristinare l’uso dell’arto interessato.
• Quanto più tempestiva è la cura tanto minore è il rischio di
disabilità.2
1.9 L’osteopatia: Storia e Fondamenti
L’osteopatia è un sistema comprensivo di Diagnosi e Trattamento
(Manipolativo Osteopatico OMT), basato sull’interrelazione fra
anatomia e fisiologia, che ha per fine lo studio, la prevenzione e la
cura della malattia. Riguarda lo stato dell’intero corpo umano,
meccanismo unitario, in relazione ai fluidi che vi scorrono
all’interno e ai suoi involucri. L’intero corpo se adeguatamente
nutrito e con struttura e fisiologia che si esplicano secondo
normalità, risulta in grado di conservare, riparare e guarire se
stesso al meglio. L’integrità strutturale implica che tutte le parti del
corpo siano in corretto rapporto tra loro e libere di muoversi
nell’ambito della normale ampiezza di movimento; che la resistenza
dei tessuti alla malattia dipenda da vascolarizzazione e
innervazione normali.
Necessità fondamentale è di prendere in considerazione, anziché
la malattia che colpisce l’individuo, piuttosto l’individuo affetto
dalla malattia. Pertanto l’approccio consisterà in un’adeguata
normalizzazione dell’intera struttura corporea che ne regola la
funzione.11
!
L’osteopatia nacque come nuova filosofia medica denominata
“medicina osteopatica” nel 1874 ad opera di Andrew Taylor Still M.D
(1828-1917), come conseguenza ad una profonda disillusione nei
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confronti della medicina dell’epoca, di cui denunciava l’uso
inappropriato dei farmaci che, assieme alla sintesi con antiche
verità della medicina, insieme ai successi dell’epoca
rappresentarono l’origine della nuova “filosofia osteopatica”, che si
fondava su alcuni principi fondamentali:
• l’unità dell’organismo, il concetto olistico;
• la naturale capacità di auto-guarigione. L’organismo possiede
all’interno tutto quanto necessario per mantenersi in salute e
riprendersi dalla malattia. Il ruolo del medico è quello di
potenziare tale capacità;
• considerare la componente somatica della malattia: il sistema
muscolo-scheletrico è parte integrante dell’organismo, pertanto
una sua alterazione può determinare una alterazione dello stato
di salute dell’individuo;
• sostenere la relazione reciproca tra struttura e funzione
(Virchow): la struttura regola la funzione, la funzione influenza la
struttura.
• concepire l’uso della terapia manipolativa come ripristino della
massima capacità funzionale che determina il potenziamento del
livello di benessere dell’individuo e il contributo alla ripresa da
traumi e malattie.7
!
L’approccio eziologico dell’osteopatia mira a trovare la causa
all’interno dei tre sistemi di cui il corpo è costituito:
• Osteo-Strutturale
• Viscerale
• Cranio-Sacrale.
Attraverso la raccolta di dati dalla persona (anamnesi, esame
obiettivo, tests) e stabilita la primarietà (un particolare organo o
distretto corporeo) intorno alla quale il corpo si è organizzato nella
forma e nelle funzioni (fino ad arrivare allo squilibrio e alla
disfunzione) in uno dei tre sistemi, l’osteopata usa tecniche
manipolative specifiche (OMT) per aiutare il sistema a ripristinare la
miglior forma e funzione, il miglior stato di salute.14
Affluisce al patrimonio di conoscenze e tecniche della medicina
osteopatica il contributo della tradizione manipolativa chiropratica
attribuita a Daniel David Palmer (1845-1913) , Barlett Joshua Palmer
Pag. 26 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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(1881-1961). Rispetto all’Osteopatia la Chiropratica considera del
corpo solo l’aspetto osteo-strutturale per quanto riguarda
valutazione e trattamento; infatti considerava causa delle malattie
un’alterata espressione della normale funzione neurale, credeva
nell’innata intelligenza del cervello e del SNC, e riteneva che una
alterazione della colonna vertebrale (nei termini di ciò che essi
consideravano “sub-lussazioni”, ovvero variazioni dei normali
rapporti reciproci intervertebrali) determinasse una alterazione
della funzionalità neuronale che può esitare in malattia. Il
Trattamento Manipolativo nella chiropratica (come nell’osteopatia)
consiste nella rimozione della sub-lussazione (altrimenti detta
disfunzione osteopatica) ovvero in una normalizzazione
chiropratica. Tale orientamento manuale non prevede chirurgia e
l’uso farmaci (eccezion fatta talora per vitamine e analgesici),
mentre appartiene a specifici orientamenti l’integrazione con
fisioterapia, elettroterapia, dieta.7
!
Parlando del contesto storico in cui l’osteopatia si è sviluppata,
anche altri medici oltre A. T. Still adoperavano tecniche
manipolatorie. Eminenti Medici che hanno usato e diffuso l’uso dei
trattamenti manipolativi furono James Mennell, Edgar Cyriax e
John Bourdillon.7
!
Si delinea un quadro in cui una serie di personalità praticavano
tecniche manipolative per la cura delle persone: medici, osteopati,
chiropratici, ciascuno con un razionale, un approccio, determinate
tecniche, alcuni specifici altri comuni, in generale tutti ascrivibili nel
novero della Medicina Manipolativa.
Essa considera la capacità funzionale dell’organismo umano.
Coloro che la praticano sono interessati ai processi patologici
dinamici. Si concentra sul sistema muscolo-scheletrico (> 60% del
corpo). La diagnosi Strutturale valuta disfunzioni/patologie del
sistema muscolo-scheletrico (osteo-strutturale) e valuta anche le
manifestazioni somatiche di una malattia e le alterazioni dei visceri.
Le procedure manipolative vengono principalmente usate per
aumentare la mobilità di zone in cui si riscontra restrizione e per
ridurre il dolore.7
!
Nel 1983 a Fischingen (Svizzera), un seminario di 6 giorni tenuto
da 35 medici manipolativi provenienti da tutto il mondo molto
Pag. 27 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
diversi tra loro portò alla alla valutazione dello stato dell’arte della
medicina manipolativa con la formulazione dell’obiettivo della
manipolazione, ovvero ripristinare la mobilità del sistema muscoloscheletrico al massimo grado e indolore, nell’ambito dell’equilibrio
posturale7, concetto questo in pieno accordo ed integrato nel
razionale osteopatico.
1.9.1 Trattamento Manipolativo Osteopatico
Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT) che guarda al
sistema muscolo-scheletrico come parte integrante e interconnessa
dell’organismo umano nel suo complesso, si basa su cinque
concetti:
A. Olismo
B. Controllo neurologico12, 13
C. Funzione circolatoria
D. Dispendio di energia
E. Autoregolazione
1.8.1A Concetto Olistico
Il sistema muscolo-scheletrico merita una valutazione completa e
uno studio ben ponderati indipendentemente dalla natura del
disturbo che la persona presenta. Esso rappresenta la maggior
parte dell’organismo umano, pertanto le sue alterazioni
influenzano il resto dell’organismo; e viceversa.14 Allo stesso modo il
OMT si rivolge non a patologie/disturbi/etc. bensì all’individuo, alla
persona.
1.8.1B Controllo neurologico
Tutte le funzioni sono sotto il controllo esercitato dal sistema
nervoso. I recettori disseminati a livello cutaneo, muscolare,
tendineo, articolare e enterico (corpuscoli di Pacini, terminazioni di
Ruffini, fusi neuromuscolari, organi tendinei del Golgi, terminazioni
libere, dischi di Merkel) ricevendo stimolazioni esterne ed interne
(pressione, propriocezione, , dolore, chimiche…), le trasducono in
segnali chimici ed elettrici e li inviano tramite le vie afferenti a centri
di controllo superiori nel SNC, che, informato, passerà alla
programmazione di risposte consce e inconsce, il cui comando è
ritrasmesso in periferia tramite vie efferenti.5
Questo meccanismo è costituito da riflessi somato-somatici. Una
via del tutto analoga riguarda il SNV (SNA), i cui riflessi sono detti
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
viscero-viscerali. Tali meccanismi neurologici (somatici e viscerali)
utilizzano strutture anatomiche comuni o in comunicazione tra loro
( n e r v i , m i d o l lo s p i n a le ) , p e r t a n t o p o s s o n o i n fl u e n za r s i
vicendevolmente.7
Un’alterazione dell’attività del sistema nervoso ortosimpatico
collegata ai visceri cutanei determina cambiamenti rilevabili alla
palpazione e individuabili mediante strumenti di diagnosi
strutturale.5
L’organizzazione segmentaria del SN ortosimpatico comporta
una correlazione tra alcuni organi viscerali e certe parti del sistema
muscolo-scheletrico. Infatti un’alterazione biomeccanica del
sistema muscolo-scheletrico è in grado di alterare la funzionalità
dell’organismo attraverso meccanismi neuro-endocrini.16 Il SN
possiede anche una funzione trofica di trasporto di sostanze
lipidiche e proteiche attraverso neuroni e sinapsi in senso
anterogrado e retrogrado17, pertanto l’alterazione anatomica ad un
livello del SN può essere dannosa per lo stato di salute dell’organo
viscerale ad esso collegato.18
!
Numerosi sono i fattori che possono influenzare l’ipertonia del
sistema nervoso ortosimpatico al fine di diminuire l’iperattività negli
organi innervati.
Sembrerebbe ragionevole, di conseguenza, cercare di ridurre gli
stimoli afferenti aberranti verso le parti ipereccitabili del sistema
nervoso ortosimpatico al fine di diminuire l’iperattività negli organi
innervati.7
Poiché le manipolazioni ad alta velocità e bassa ampiezza (che
rientrano nel novero del Trattamento Manipolativo Osteopatico
(OMT)) a livello toracico della colonna appaiono essere in grado di
influenzare l’efferenza vegetativa (come ad es. quella diretta al
cuore12) è possibile ipotizzare che lo stesso discorso valga anche
per gli altri organi bersaglio del SNA.
!
1.8.1Bα Infiammazione Neurogena
Quando vengono stimolate, le fibre di piccolo calibro più sottili
sono nocicettori, cioè sensori del dolore. In caso di attivazione esse
producono polipeptidi che vengono secreti localmente. I polipeptidi
segreti comprendono l’istamina, la bradichinina, la sostanza P, la
somatostatina, il polipeptide intestinale vasoattivo ed altri. Molti di
questi polipeptidi si comportano come sostanze pro-infiammatorie,
Pag. 29 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
favorendo una reazione infiammatoria localizzata in quel sito. Gli
elementi infiammatori sono irritanti per il recettore afferente
primario. Di conseguenza, l'attivazione di questi recettori può
mantenersi attraverso la reazione infiammatoria auto-prodotta o
reazione infiammatoria neurogena, che:
• può essere localizzata nel sito originario della lesione oppure
• può verificarsi in aree lontane, attraverso neuroni convergenti
oppure attraverso la facilitazione spinale (Bonica 1990, Wall &
Melzack 1999).50
1.8.1Bβ Convergenza
La convergenza si verifica quando le informazioni provenienti da
due o più recettori afferenti primari fanno sinapsi su un unico
corpo cellulare oppure su un gruppo di cellule:
• le fibre afferenti provenienti da tessuti diversi possono
condividere lo stesso corpo cellulare,
• due fibre possono fare sinapsi sulla stessa cellula del corno
dorsale, oppure,
• le informazioni provenienti da due afferenti primarie possono
convergere sul tronco cerebrale o sulla corteccia.
Determina una risposta infiammatoria localizzata sul sito della
lesione. Tuttavia, l'irritazione può essere percepita come
proveniente da un'area diversa oppure può scatenare una reazione
infiammatoria in un sito distale innervato da una afferente
primaria accoppiata con quella già attivata. Si tratta di un'altra
forma di dolore riferito. Mc-Neill & Burden (1986) hanno dimostrato
che le afferenti provenienti dal nervo ulnare condividono un
ganglio della radice dorsale con le afferenti provenienti dal
pericardio; e Langhorst et alt (1996) che le fibre provenienti dai
tessuti viscerali e somatici convergono sulla formazione reticolare.
50
1.8.1Bγ Facilitazione Spinale
Quando le fibre nocicettive vengono attivate alterano il
comportamento dei neuroni del corno ventrale. L'abbassamento
della soglia di attivazione in una popolazione di cellule viene
denominata facilitazione spinale. È stato dimostrato che le fibre
afferenti primarie di piccolo calibro sono necessarie per innescare
questo tipo di attività nel midollo spinale (Anderson & Winterson
1955). La facilitazione è una caratteristica del "sistema di piccolo
calibro”. Le fibre del "sistema afferente di piccolo calibro" possono
Pag. 30 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
provenire dai muscoli, dalle articolazioni o dalla cute. Le
informazioni in uscita dalle cellule del corno ventrale provocano la
contrazione del muscolo. Quando un'articolazione si infiamma, si
contraggono i muscoli ad esso associati. Se la contrazione
muscolare è forte oppure prolungata, vengono attivate le piccole
afferenti primarie all'interno del muscolo. Questi nocicettori del
muscolo trasmettono lo stimolo alle stesse cellule che inizialmente
erano state attivate dalla dall'infiammazione articolare. L’attività
nocicettiva va a sommarsi sulle stesse cellule, aumentando il loro
livello di attività. La facilitazione spinale può essere sostenuta
poiché l'attività nocicettiva proveniente dal muscolo controlla le
cellule del corno dorsale, che a loro volta controllano il corno
ventrale. La facilitazione si verifica e viene mantenuta a livello del
midollo spinale. Non si tratta di un processo periferico. Essa si
verifica quando viene alterata l’attività di un gruppo di
interneuroni. Gli interneuroni interessati dalla facilitazione ricevono
stimoli provenienti da molti tessuti periferici differenti: cute,
muscolo, osso, tessuto connettivo e visceri. Essi vengono
denominati cellule ad elevata attività dinamica (wide dynamic
range WDR) perché rispondono ad una vasta gamma di
stimolazione. Tale stimolazione convergente si accumula sulle
cellule WDR. Di conseguenza la facilitazione può essere mantenuta
poiché la stessa cella del midollo spinale che ha ricevuto lo stimolo
iniziale viene ora bombardata dai segnali provenienti dal soma e
dei visceri affetti dalla lesione. Alla fine, quando la lesione si risolve,
la cellula WDR può continuare a ricevere gli stimoli provenienti dal
dalle cellule convergenti. Sebbene tale stimolo possa essere di
normale intensità e non nocicettivo, esso riuscirà a mantenere la
soglia di attivazione.
Al fine di alleviare i sintomi della persona, vengono utilizzate le
modalità terapeutiche che teoricamente possono smussare lo
stimolo diretto verso il midollo. Si ritiene che le procedure che
riducano lo spasmo muscolare, diminuiscano l’edema e migliorino
la distribuzione dell'ossigeno e di nutrienti, possano abbassare il
livello di impulsi nocicettivi che entrano nel midollo. Tuttavia, una
volta che le cellule WDR sono stati sensibilizzati, ogni nuovo stimolo
può riattivare il circuito. La persona spesso presenterà gli stessi
disturbi che aveva lamentato in occasione della lesione iniziale,
anche se il problema è diverso. Questo è uno dei meccanismi
utilizzati per spiegare il dolore cronico. I pazienti affetti da dolore
cronico sperimentano l’esacerbarsi del dolore anche per irritazioni
Pag. 31 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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molto lievi. Sebbene si tenda ad associare il processo della
facilitazione spinale con il tessuto muscolo-scheletrico, ne possono
essere interessati anche i visceri. Ad esempio, l'infiammazione
dell'esofago può indurre una facilitazione spinale. Una volta che sia
stato risolto il disturbo esofageo, il paziente può avere acquisito
una certa sensibilità gastrointestinale. La facilitazione spinale può
anche esprimersi nei tessuti somatici dell'area interessata.50
1.8.1Bδ Integrazione Viscero-Somatica
La convergenza viscerale e somatica viene ottenuta soprattutto
per mezzo del sistema afferente B. Le fibre del sistema afferente B
che entrano nel midollo spinale possono essere adibite al tatto
discriminativo o alla nocicezione. Fibre sensitive provenienti dai
visceri viaggiano insieme alle fibre autonome e vengono
denominate afferenti viscerali. Queste fibre trasmettono
soprattutto le informazioni nocicettive provenienti dei visceri e
dalle strutture vascolari ad esso correlate, che alimentano i loro
tessuti connettivi. Tali fibre proiettano nel midollo spinale, dove
fanno sinapsi su i corpi cellulari del corno dorsale. Mentre le fibre
sensitive somatiche sono ben rappresentate sui corpi cellulari del
corno dorsale, creando una relazione "a impronta digitale", le
afferenze viscerali sono meno specifiche. In effetti, molto spesso, le
fibre afferenti e efferenti viscerali convergeranno sui corpi cellulari
che ricevono gli stimoli somatici (Garrison et al 1992, Hobbes et al
1992). Di conseguenza, gli stimoli nocicettivi diretti verso tali fibre
viscerali possono essere interpretati come se si verificassero nel
tessuto somatico. Questo è uno dei meccanismi del dolore riferito.
Quest’ultimo è frutto della convergenza tra i tessuti viscerali e
somatici. Tuttavia, mentre la localizzazione del dolore può essere la
stessa per il tessuto somatico e per quello viscerale, la qualità del
dolore tende ad essere diversa. Il dolore proveniente dei visceri
tende ad essere diffuso, sordo, opprimente o a presentarsi come
una sofferenza, mentre il dolore somatico solitamente è acuto,
circoscritto, bruciante o pungente. le fibre afferenti di piccolo
calibro che entrano nel midollo spinale hanno diverse soglie di
attivazione. Alcune fibre dotate di soglia molto alta vengono
denominate nocicettori silenti. Tali fibre hanno bisogno di
raggiungere una determinata soglia di stimolazione prima di
potersi attivare. Questi nocicettori rimangono silenti finché non
vengono sottoposti ad un determinato grado di stimolazione. Altre
fonti di informazioni sensoriali provenienti dei visceri sono relative
Pag. 32 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
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alla pressione e alla temperatura che normalmente non sono
stimoli nocicettive. Tuttavia, al di sopra di un determinato livello di
attività, e se possono di venirlo. Se il midollo spinale è facilitato ed
acquisito una maggiore sensibilità per le informazioni nocive, la
maggior parte di tali informazioni non nocive diviene intensamente
nociva per il paziente. Questa è una delle spiegazioni
dell'iperalgesia. Tutte le informazioni sensoriali provenienti dei
visceri e dal soma convergono sul midollo spinale, e la persona
interpreta lo stimolo non nocivo come dolore. Una percentuale
variabile tra il 5 ed il 10% delle cellule dei gangli della radice dorsale
è configurata in modo tale da non poter distinguere tra il soma e i
visceri. Esse sono dotate di assoni che si biforcano. Tali neuroni
sono in grado di secernere polipeptidi: ne consegue che se viene
irritata una fibra afferente somatica, tale irritazione potrebbe
rimbalzare verso i visceri. Ciò descrive il fenomeno per cui è
possibile che un'infiammazione neurogena si verifichi ad una
estremità di una biforcazione assonale, poiché all'altra estremità è
presente una lesione (Riflesso viscero-somatico e somato-viscerale
(Aihara et al 1979). È ben noto che gli stimoli nocicettivi alterano la
f u n z i o n e a u t o n o m a ( S a t o & S we n s o n 1 9 8 4 , S a t o 1 9 9 2 ) ,
incrementando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna
(Gockel et al 1995): la risposta immediata è neurogena e si verifica
attraverso l'innervazione convergente. 50
1.9.1C Funzione circolatoria
La massima funzionalità del sistema muscolo scheletrico
rappresenta un fattore importante nell’efficienza del sistema
circolatorio e nel mantenere un ambiente cellulare normale in tutto
l’organismo. L’obiettivo del OMT è il mantenimento dell’ambiente
cellulare appropriato per ciascuna cellula dell’organismo,
garantendone l’adeguato apporto in termini di ossigeno O2,
glucosio C6H12O6, ed altre sostanze.
L’afflusso di sangue arterioso dipende dal miocardio il suo
controllo è sottoposto al SNC e del SNV (plesso cardiaco).
Q u a l u n q u e c o s a i n t e r fe r i s c a c o n le e ffe re n ze d e l S N V
ortosimpatico - si pensi ad es. alla pressione e alla torsione che può
talora subentrare a livello delle strutture fasciali delle arterie - può
influenzare il tono vasomotorio verso un determinato organo.20
!
Inoltre per garantire una buona omeostasi è necessario un
sistema di drenaggio delle sostanze di scarto, ad opera dei sistemi
Pag. 33 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
venoso e linfatico detti “a bassa pressione” poiché non posseggono
mezzi di propulsione propri ma dipendono dall’attività del sistema
muscolo-scheletrico, in particolare dal diaframma che con la sua
escursione esercita un’azione diretta di compressione e
propulsione sulla vena cava inferiore. Altra struttura da mantenere
pervia è lo stretto toracico: quello destro attraverso cui la linfa
proveniente dalla testa, dal collo e dall’arto superiore destro si
riversa nella vena succlavia destra; e quello sinistro, attraverso cui
la linfa proveniente dal resto del corpo si getta nella vena succlavia
sinistra. Se in uno o più dei suddetti livelli vi fosse una qualsiasi
ostruzione, l’accumulo dei cataboliti andrebbe ad “ingolfare” le
cellule di pertinenza, intaccandone la salute così come la capacità
di recupero. 21 Pertanto A. T. Still, parlando dell’importanza
dell’aspetto circolatorio, usava rimandare alla “Supremazia
dell’Arteria”, e di conseguenza all’istanza di “irrigare i Campi Aridi”,
ovvero garantire una circolazione funzionale.
!
!
« Questo grande fiume di vita va alimentato
ed i campi che inaridiscono subito irrigati,
altrimenti il raccolto della salute sarà per sempre perso. »
W. G. Sutherland11
1.9.1D Dispendio di energia
Il sistema muscoloscheltrico essendo il più rappresentato in
termini di massa, è anche il maggior consumatore di energia
dell’organismo. Qualsiasi aumento dell’attività muscoloscheletrica
richiede una maggior attivazione dei visceri per produrre e fornirgli
maggior apporto energetico. Ne consegue che qualsiasi
alterazione della richiesta energetica a carico del sistema
muscoloscheletrico, come ad es. il recupero da una qualsiasi
disfunzione/patologia, può avere un effetto negativo sull’intero
organismo.7, 22, 23
1.9.1E Autoregolazione
Vi sono migliaia di meccanismi che operano nell’autoregolazione
dell’omeostasi e che concorrono al mantenimento della salute.
Lo scopo del terapeuta dovrebbe essere quello di supportare tali
meccanismi di autoregolazione per favorire il processo di
guarigione dalla malattia.7
Pag. 34 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
1.9.2 Disfunzione Somatica
Il sistema strutturale (muscolo-scheletrico) è da valutare in ogni
sua parte, in particolare la colonna nei suoi segmenti vertebrali,
sulla base di 3(5) aspetti fondamentali, compresi all’interno della
così detta Triade Diagnostica della Disfunzione Somatica ART(ds)7:
!
• A = A-simmetry, ovvero la a/simmetria con il controlaterale;
• R = R-ange of movement, vale a dire l’ampiezza di movimento,
che deve anch’essa essere simmetrica rispetto al punto neutro N;
• T = T-enderness, vale a dire la “tenerezza”, o meglio, la
consistenza del tessuto, che varia da tessuto a tessuto e che può
essere alterata in caso di disfunzione/patologia;
a questi tre aspetti fondamentali si possono talora considerare
anche:
• D = D-olore, il segno/sintomo maggiormente riferito dalle
persone con disturbi;
• S = S-ensibilità alla palpazione1, che il clinico potrà trovare
aumentata o diminuita.
1.10 Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
L’obiettivo del OMT è la gestione terapeutica della persona
durante uno o più momenti del processo di patologia/disfunzione/
affezione/disturbo che sta vivendo, dando indicazioni ed
eseguendo manovre utilizzando le mani, al fine di ottenere la
massima mobilità del sistema muscoloscheletrico in uno stato di
equilibrio posturale e senza provocare dolore. Il terapeuta può
ricercare l’evocazione di effetti di vario tipo:
• ee. circolatori;
• movimento dei liquidi corporei;
• effetto tonico;
• ee. neurologici, ovvero una modifica dei riflessi:
• somato-somatici
• somato-viscerali
• viscero-viscerali
• viscero-somatici
• viscero-somato-viscerali
• somato-viscero-somatici;
• trattamenti di mantenimento per patologie irreversibili.
1
P E GREENMAN e L DESTEFANO, Principi di Medicina Manuale 3^ ediz, (2012), pp.
19-31
Pag. 35 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
II - CASO CLINICO
2.1 Dati personali
Cognome e Nome: G. S.
Nazionalità/Etnia: italiana
Età: 42
Sesso: femminile
Lavoro: infermiera.
2.2 Diagnosi clinica
04/05/2018 - “ Frattura scomposta epifisi distale radio (10/12/2017)
trattata con fili di K. e EG block (18/12/2017) e successivamente con
placca e viti (15/01/2018). Presenta fenomeni algodistrofici con
dolore, iperalgesia, limitazione funzionale. Placca ben posizionata.
Necessita di Clodron 200 1 fl a giorni alterni 1 settimana poi ogni 15
gg per 4 mesi, Nicetile cp 500 1 x 2, in caso di dolore Patrol 1 ogni 8
ore. Esercizio Assistito in acqua 2 volte/settimana per un mese,
prove contro resistenza palla-clava-… lavoro con fulcri parassiali di
estensione fasce brachiali. Proseguire con Rieducazione Motoria
Complessa nei giorni rimanenti (20 sedute). Dott. Passa Antonio
medico-chirurgo - fisiatra Iscrizione Albo n° 52530 ”.
!
05/07/2018 – controllo – “ Postumi di frattura scomposta epifisi
distale di radio dx con fenomeni algodistrofici e deficit sensitivi sul
nervo mediano dx.
TC - buon allineamento dei frammenti. Riduzione. Osteorarefazione a livello del carpo. Continuare come segue: • Clodron
200 • IFL ogni 15 giorni • nicetile 500 1 capsula x 2 • Rockd3 1 capsula/
dì. FKT rieducazione motoria complessa 93.11.3 + rieducazione arto
superiore dx 93.11.4 compreso anche di lisi aderenziale delle cicatrici
con Amioil. – Dott. Passa Antonio medico-chirurgo - fisiatra
Iscrizione Albo n° 52530 ”.
2.3 Anamnesi
2.3.1 Motivo della consultazione
Esiti Chirurgici Frattura Radio e Ulna
2.3.2. Anamnesi Prossima
• 10 dic 2017 • Frattura Radio e Ulna
gesso fino alla spalla;
Pag. 36 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
• 18 dic 2017 chir.: IG block e 1 filo di Kirkshner e gesso stretto fino
al gomito cambiato ogni settimana;
• dopo una 15 giorni ca. riscomposizione;
• chir.: 2 placca e viti e gesso (in tot. gesso 3 mesi);
apertura gesso
• in seguito, avverte grande dolore “esplosivo”
poiché non si capiva cosa stesse succedendo;
• riduzione non perfetta;
• algodistrogia.
!
2.3.3 Anamnesi Remota
• Nata di parto naturale; Esantemi: morbillo;
• a 8 anni circa psoriasi: caduta, escara che non guariva (pomate
cortisone, catrame, sole);
• a 12-14 anni ca. febbri altissime (perso un anno di scuola), mal di
gola => a 14 anni tonsillectomia
emorragia importante « dopo gli
interventi ho sempre problemi aggiuntivi. »;
• a 16 anni ca. colon irritabile;
• a 23 anni ca. varicella;
• cresi ipertensiva importante, diagnosi ipertensione emotivocorrelata (studio): finiti studi, cessata ipertensione e mal di testa
(ora sporadici se non beve);
• mal di testa da adulto;
• astigmatismo;
ipo-acusia;
• otiti, rottura timpano
• iper-osmia;
• ortodonzia: impianto rigettato;
lussazione mandibola;
• bruxismo
•
•
•
•
•
!
da quando è a Colleferro, 2 polmoniti;
chir.: 2 polipi: uno cervicale e uno istimico (luglio 2018);
allergia al ribes;
frattura costale cadendo da un’amaca;
2013 - frattura malleolare.
2.3.4 Anamnesi fisiologica
• 12 anni, menarca;
• alimentazione stagionale:
• colazione: acqua e limone, caffè, gallette riso e marmellata;
Pag. 37 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
• metà mattina: frutta;
• pranzo: riso integrale verdure grigliate/pomodori o insalata
legumi;
• metà pomeriggio: nulla o frutta
• cena: minestra legumi, soia, uova, pizza (1/sett), formaggio (1/
sett)
• bambina di 9 aa nata di parto naturale
2.4 Esame obiettivo
Devono essere valutati:
• Dolore (VAS/NRS / McGill: short form);
• Edema (antropometria con metro a nastro);
• Sensibilità;
• Disturbi della percezione corporea.2
2.5 Protocollo di Valutazione (tests)
La valutazione globale della persona con qualsiasi disturbo/
affezione in una visione olistica comprende una serie di test la cui
integrazione insieme all’anamnesi porta a dedurre una Valutazione
Osteopatica, correlata pato-fisiologicamente con un razionale
specifico, indispensabile a stabilire la struttura responsabile del
disturbo e in quale sistema (Strutturale, Viscerale o Cranio-Sacrale)
pianificare un Trattamento Manipolativo Osteopatico (OM). Tale
protocollo comprende:
• ascolto generale
• ispezione in piedi
• ispezione da supino
• ascolto tra i piedi
• ascolto locale arti inferiori
• test della gamba corta
• test coxo-femorale
• test dell’articolazione sacro-iliaca
• ascolto locale addome e torace
• test gleno-omerale
• ascolto della fascia cervicale
• ascolto locale del cranio
• ascolto differenziale
• test di mobilità.14
Pag. 38 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
2.6 Valutazione Osteopatica
Tenendo in considerazione e integrando le informazioni raccolte
in Anamnesi, Esame obiettivo e Protocollo di valutazione (tests di
ascolto fasciale) risulta a livello cervico-dorsale zone di ipomobilità
e alterata consistenza tissutale, fulcro attorno al quale si è
organizzata la postura; la primarietà è stata rilevata a tale livello e
come tale sarà oggetto - poiché l’approcio è eziologico - dell’OMT.
Si è obiettivato notevole edema locale e si è ritenuto di aiutare il
sistema anche localmente con trattamenti locali.
2.7 Trattamento Manipolativo Osteopatico OMT e FKT
Trattamento fisioterapico (FKT):
• Taping drenante per ridurre gonfiore (effetto circolatorio)
• Mobilizzazione passiva per mantenimento/recupero range
articolare (trattamenti di mantenimento per patologie irreversibili)
• Mobilizzazione attivo-assistita per mantenimento/recupero
tono-trofismo muscolare
!
Trattamento Manipolativo Osteopatico OMT:
• approccio eziologico, effetto somato-viscero-somatico:
• release tessuti molli cervicali e legamento nucale,
• C0-C1,
• C7-D1,
• approccio locale di “supporto”, effetto locale somato-somatico:
• release fascia palmare e membrana inter-ossea avambraccio
• Mitchel per recupero articolare
!
!
!
!
!
!
Pag. 39 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
2.8 Conclusioni
Valutando gli outcome come da linee guida mediche2 vedi tabella
sinottica (tab. 1)
• Dolore (VAS/NRS / McGill: short form, vd. tab. 4 e 5);
• Edema (antropometria con metro a nastro, vd. tab. 1);
• Sensibilità (Criteri di Orlando e di Budapest, vd. tab. 2 e 3);
• Disturbi della percezione corporea (vd. tab. 2 e 3);
• Funzionalità (Indice algo-funzionale della mano di Dreiser, vd.
tab. 6 e 7);
a inizio e fine trattamenti risulta quanto segue:
• riduzione del dolore;
• riduzione delle turbe vasomotorie (edema) e sensitive;
• aumento della sensibilità;
• miglioramento della funzionalità
Pertanto è possibile ritenere utile affiancare il trattamento
osteopatico nell’approccio integrato alla CRPS, anche se
l’argomento richiederà ulteriore studio.
!
Osservate le analogie tra CRPS35 e infiammazione neurogena50, è
– ad es. iper-eccitabilità dei neuroni nocicettivi26 ( = facilitazione50),
l’interessamento degli interneuroni WDR35, 50, la secrezione di
polipeptidi infiammatori (bradichina e sostanza P) 26, 50 – e,
considerando il trattamento manipolativo osteopatico nella
riduzione della disfunzione somatica per abbattere il circuito della
facilitazione spinale50 (sostrato dell’infiammazione neurogena,
sostenuta dal SNA), è possibile ritenere che possa essere valido
strumento anche nel trattamento della CRPS.
!
!
!
!
!
Pag. 40 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
!
!
!
Tab. 1 - Tabella Sinottica
!
Criteri di Orlando (tab. 2)
Criteri di Budapest (tab. 3)
!
sensory
Short-Form McGill Pain
!
Questionnaire affective PPI
(SF-MPQ) (tab. 4 e 5)
VAS % 10 cm
!
Indice algo-funzionale mano Dreiser (tab. 6 e 7)
!
antropometria
!
Tab. 2 - Criteri di Orlando
1
1/3/18
23/7/18
3/4
1/4
10/10
5/10
18/45
9/45
4/7
2/7
8,9%
7,1%
29/30
15/30
21,7 cm
19 cm
1/3/18 23/7/18
Presenza di una noxa patogena iniziale
riconoscibile ovvero di un periodo di
immobilizzazione
✔
2 Dolore continuo, allodinia, iperalgesia di entità
sproporzionata rispetto alla causa scatenante
✔
3 Evidenza occasionale di edema, alterazioni
cromatiche della cute, alterazioni dell’attività
sudomotoria nella regione dolente
✔
✔
4 Tale diagnosi è da escludere in caso vengano
riconosciute condizioni capaci di spiegare il
corteo sintomatologico
tot.
3/4
1/4
!
!
Pag. 41 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
Tab. 3 - Criteri di Budapest
1
Dolore continuo sproporzionato all’evento
scatenante
Il paziente
deve riferire
la presenza
di almeno un
2 sintomo in
tre delle
quattro
seguenti
categorie:
Devono
essere
obiettivabili
almeno un
segno in due
o più delle
seguenti
categorie:
3
tremori,
distonia) e/o
alterazioni
trofiche
(cute,
unghie,
annessi
piliferi)
1/3/18 23/7/18
✔
alterazioni sensoriali: iperestesia
e/o allodinia
✔
alterazioni vasomotorie:
asimmetria di temperatura e/o
alterazione e/o asimmetria del
colorito cutaneo
✔
alterazioni sudomotorie/edema:
edema e/o anomalie
e/o asimmetria della sudorazione
✔
alterazioni motorie/trofiche:
ridotta escursione articolare
e/o anomalie motorie (ipostenia,
tremori, distonia) e/o alterazioni
trofiche (cute, unghie, annessi
piliferi)
✔
✔
alterazioni sensoriali: iperalgesia
e/o allodinia
✔
✔
alterazioni vasomotorie: evidenza
di un’asimmetria al
termotatto e/o alterazione e/o
asimmetria del colorito
cutaneo
✔
alterazioni sudomotorie/edema:
evidenza di edema
e/o anomalie
e/o asimmetria della
sudorazione
✔
alterazioni motorie/trofiche:
evidenza di ridotta escursione
articolare
e/o anomalie motorie
✔
✔
✔
✔
10
5
4 Assenza di una interpretazione diagnostica
alternativa
✔
Pag. 42 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
!
Tab. 4
1 marzo 2018
SCALE DI VALUTAZIONE E MALATTIE REUMATICHE. F. Salaffi, A. Stancati
Short-Form McGill Pain Questionnaire (SF-MPQ)
(Melzack R. The short-form McGill Pain Questionnaire. Pain 1987; 30: 191-97)
ISTRUZIONI: Legga attentamente ciascuno dei 15 aggettivi elencati qui sotto che descrivono il Suo
dolore. Indichi con una crocetta sul quadrato corrispondente all’aggettivo che le sembra più appropriato a descrivere il Suo dolore. Se non trova un aggettivo adatto, passi oltre.
Non dolore
(0)
Lieve
(1)
Moderato Forte
(2)
(3)
1) Che picchia
❑
❑
❑
❑
2) Come una molla che scatta
❑
❑
❑
❑
3) Come una pugnalata
❑
❑
❑
✔
❑
4) Tagliente come una lama
❑
❑
❑
❑
5) Come un crampo
❑
❑
❑
❑
6) Rode
❑
❑
❑
❑
7) Caldo, scotta
❑
❑
❑
❑
✔
8) Dà sofferenza
❑
❑
❑
✔
❑
9) Gravoso
❑
❑
❑
❑
10) Sensibile al tocco
❑
❑
❑
✔
❑
11) Che spezza
❑
❑
❑
❑
12) Stancante, spossante
❑
❑
❑
✔
❑
13) Nauseante
❑
❑
❑
❑
14) Allarmante
❑
❑
❑
❑
15) Affligge
❑
❑
❑
✔
❑
18/45
PRESENT PAIN INTENSITY INDEX (PPI)
Alle varie classi qui sotto indicate si associano termini che rappresentano livelli di dolore sempre più
elevati. Indichi con una crocetta la parola che meglio esprime il Suo dolore
1) Dolore assente
2) Dolore leggero
3) Dolore che mette a disagio
4) Dolore che angoscia
5) Dolore orribile
6) Dolore atroce
❑
❑
❑
✔
❑
❑
❑
SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS) DEL DOLORE
Vorremmo che Lei indicasse con una crocetta su questa scala da 0 a 100 quanto è forte
il Suo dolore
✗
ASSENTE
0
100
IL PIÙ FORTE
DOLORE
183
!
Pag. 43 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
Tab. 5
23 luglio2018
SCALE DI VALUTAZIONE E MALATTIE REUMATICHE. F. Salaffi, A. Stancati
Short-Form McGill Pain Questionnaire (SF-MPQ)
(Melzack R. The short-form McGill Pain Questionnaire. Pain 1987; 30: 191-97)
ISTRUZIONI: Legga attentamente ciascuno dei 15 aggettivi elencati qui sotto che descrivono il Suo
dolore. Indichi con una crocetta sul quadrato corrispondente all’aggettivo che le sembra più appropriato a descrivere il Suo dolore. Se non trova un aggettivo adatto, passi oltre.
Non dolore
(0)
Lieve
(1)
Moderato Forte
(2)
(3)
1) Che picchia
❑
❑
❑
❑
2) Come una molla che scatta
❑
❑
❑
❑
3) Come una pugnalata
❑
✔
❑
❑
❑
4) Tagliente come una lama
❑
❑
❑
❑
5) Come un crampo
❑
❑
❑
❑
6) Rode
❑
❑
✔
❑
❑
7) Caldo, scotta
❑
❑
✔
❑
❑
8) Dà sofferenza
❑
❑
✔
❑
❑
9) Gravoso
❑
❑
❑
❑
10) Sensibile al tocco
❑
❑
❑
❑
11) Che spezza
❑
❑
✔
❑
❑
12) Stancante, spossante
❑
❑
❑
❑
13) Nauseante
❑
❑
❑
❑
14) Allarmante
❑
❑
❑
❑
15) Affligge
❑
❑
❑
❑
9/45
PRESENT PAIN INTENSITY INDEX (PPI)
Alle varie classi qui sotto indicate si associano termini che rappresentano livelli di dolore sempre più
elevati. Indichi con una crocetta la parola che meglio esprime il Suo dolore
1) Dolore assente
2) Dolore leggero
3) Dolore che mette a disagio
4) Dolore che angoscia
5) Dolore orribile
6) Dolore atroce
❑
✔
❑
❑
❑
❑
❑
SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS) DEL DOLORE
Vorremmo che Lei indicasse con una crocetta su questa scala da 0 a 100 quanto è forte
il Suo dolore
✗
ASSENTE
0
100
IL PIÙ FORTE
DOLORE
183
Pag. 44 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
!
!
!
1 marzo 2018
Tab. 6
SCALE DI VALUTAZIONE E MALATTIE REUMATICHE. F. Salaffi, A. Stancati
Indice algo-funzionale della mano di Dreiser
Dreiser RL, Maheu E, Guillou GB, Caspard H, Grouin JM. Validation of an algofunctional index for osteoarthritis of the
hand. Rev Rhum Engl Ed. 1995;62(6 Suppl 1):43S-53S.
ISTRUZIONI: In questo test ci interessa conoscere quanto la malattia limita la Sua capacità di adempiere alle comuni attività quotidiane e relazionali.
Vorremmo che Lei indicasse con una crocetta sul quadrato corrispondente, la risposta che meglio
descrive la Sua reale condizione riferita all’ultima settimana.
Punteggio
3
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
3
Tot ____
2
Tot ____
Tot ____
Senza
difficoltà
Con
qualche
difficoltà
Con
molta
difficoltà
No
Girare una chiave nella serratura
❑
❑
❑
✔
❑
Tagliare la carne?
❑
❑
❑
✔
❑
Tagliare della stoffa o della carta con le forbici?
❑
❑
❑
✔
❑
Sollevare una bottiglia piena con una sola mano?
❑
❑
❑
✔
❑
Chiudere completamente la mano a pugno
❑
❑
❑
✔
❑
Fare un nodo?
❑
❑
❑
✔
❑
Cucire? Avvitare?
❑
❑
❑
✔
❑
Abbottonarsi
❑
❑
❑
✔
❑
Scrivere per un lungo periodo di tempo senza interruzioni?
❑
❑
❑
✔
❑
Accettare una stretta di mano senza esitazione
❑
❑
✔
❑
❑
È in grado di:
29/30
Totale______
!
!
!
Pag. 45 di 54 di L. Appetito, Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)
nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
!
!
!
23 luglio2018
Tab. 7
SCALE DI VALUTAZIONE E MALATTIE REUMATICHE. F. Salaffi, A. Stancati
Indice algo-funzionale della mano di Dreiser
Dreiser RL, Maheu E, Guillou GB, Caspard H, Grouin JM. Validation of an algofunctional index for osteoarthritis of the
hand. Rev Rhum Engl Ed. 1995;62(6 Suppl 1):43S-53S.
ISTRUZIONI: In questo test ci interessa conoscere quanto la malattia limita la Sua capacità di adempiere alle comuni attività quotidiane e relazionali.
Vorremmo che Lei indicasse con una crocetta sul quadrato corrispondente, la risposta che meglio
descrive la Sua reale condizione riferita all’ultima settimana.
Punteggio
2
2
Tot ____
1
Tot ____
1
Tot ____
3
Tot ____
1
Tot ____
2
Tot ____
1
Tot ____
1
Tot ____
1
Tot ____
Tot ____
Senza
difficoltà
Con
qualche
difficoltà
Con
molta
difficoltà
No
Girare una chiave nella serratura
❑
❑
✔
❑
❑
Tagliare la carne?
❑
❑
✔
❑
❑
Tagliare della stoffa o della carta con le forbici?
❑
❑✔
❑
❑
Sollevare una bottiglia piena con una sola mano?
❑
✔
❑
❑
❑
Chiudere completamente la mano a pugno
❑
❑
❑
✔
❑
Fare un nodo?
❑
✔
❑
❑
❑
Cucire? Avvitare?
❑
❑
✔
❑
❑
Abbottonarsi
❑
✔
❑
❑
❑
Scrivere per un lungo periodo di tempo senza interruzioni?
❑
✔
❑
❑
❑
Accettare una stretta di mano senza esitazione
❑
✔
❑
❑
❑
È in grado di:
15/30
Totale______
!
!
!
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nella Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS) - Case Report
III - RINGRAZIAMENTI
Ringrazio prima di tutto i miei genitori
che mi hanno accompagnato insostituibili nel percorso di studi e
di vita,
il pres. dell’International College of Osteopathic Manual Medicine
ICOMM
A. J. De Köning, sempre di ispirazione,
e tutti i miei colleghi sodali, i migliori che mai avrei potuto avere:
in particolare Giulia, modello cui tendere,
e Vincenzo, per il partecipe confronto.
!
IV - BIBLIOGRAFIA
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