Politecnico di Milano
SCUOLA AUIC Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura
TINY HOUSE:
PASSATO, PRESENTE E FUTURO DI UNA TIPOLOGIA ABITATIVA
DIVENUTA IL SIMBOLO DI UN MOVIMENTO ARCHITETTONICO E SOCIALE
DI DIFFUSIONE GLOBALE
Relatore: Prof.ssa Elisabetta Ginelli
Correlatore: Arch. PhD Student Giulia Vignati
Tesi di Laurea di: Chiara Fabbri
matr. 880309
Anno Accademico 2019-2020
Dedico questa tesi a tutti gli insegnanti che hanno sempre creduto in me, forse più di quanto non facessi io.
Chiara
INDICE
INTRODUZIONE ………………………………………………………………………………………………………………………...…
pag.
5
1. ORIGINI E DIFFUSIONE ………………………………….…………………….………………………………………………….…..
pag.
7
1.1. LE PRIME TINY HOUSES
pag.
8
1.2. IL MOVIMENTO AMERICANO
pag. 10
1.3 L'IMPORTAZIONE EUROPEA
pag. 12
1.4. LA TINY HOUSE IN ITALIA
pag. 14
2. TINY HOUSE: UNA DEFINIZIONE …..……………………………………………………………………………………………..…
pag. 17
3. INTERESSE E PRODUTTORI ………………………………………….……………..….………….………………….…....…………
pag. 27
4. ESEMPI NEL MONDO …………………………………………………………………………………………………………………..
pag. 36
4.1. ESEMPI DI MICRO CASA FISSA:
Apogea ……………………………………………………………………………………
Ipogea …………………………………………………………………………………….
Sopraelevata ………………………………………………………………………………
pag.
pag.
pag.
39
63
68
4.2. ESEMPI DI MICRO CASA MOBILE:
Scomponibile ……………………………………………………………………………..
Trasportabile .…………………………………………………………………..…………
Trainabile …………………………………………………………………………………
Galleggiante …………………………………………………………….……….………..
pag.
pag.
pag.
pag.
90
102
120
139
4.3. SCHEDA DI SINTESI …………………………………………………………………...……………………….………..
pag. 143
4.4. LOCALIZZAZIONE DEI CASI …………..…………………..……………………………………………………..……..
pag. 152
5. MACROCATEGORIE ……………………………………...…….………….….……………………….……….………………….…….
pag. 153
5.1. LA CASA TRAINABILE …………………………………………………………….……….…..…
pag.
153
5.2. LA CASA TRASPORTABILE ……………………………………………………….……….…..…
pag.
158
5.3. LA CASA SCOMPONIBILE ……………………………………………….……….……...…..……
pag.
160
5.4. LA CASA GALLEGGIANTE ……………………………………………………….………….……
pag.
165
5.5. LA CASA IPOGEA ……….……………………………………………….……….…..…………….
pag.
168
5.6. LA CASA SOPRAELEVATA ……………………………………………………….……….…..….
pag.
170
6. LA TINY HOUSE: VANTAGGI, LIMITI E POTENZIALITA’ ……………………………………………….….……..…………......
pag. 174
7. IL FUTURO DELLA MICRO ABITAZIONE …………………….......……………….…………….……….……………..……….......
pag. 187
BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA ……………………………………...….……………….……………….…….….……....………………
pag. 193
FONTI ICONOGRAFICHE ………………………..…..…….…….………...……………………….……….……………………………
pag. 207
INTRODUZIONE
Tema centrale di questa tesi, la micro abitazione, anche conosciuta con il nome di "Tiny House", è tipologia
abitativa che negli ultimi anni ha visto crescere esponenzialmente la propria popolarità in tutto il mondo,
affermandosi come il simbolo di un movimento architettonico e sociale di dimensioni globali. Esploso in America e
diffusosi poi rapidamente nel resto del mondo, il Movimento della Micro Abitazione (meglio conosciuto con il
nome di "Tiny House Movement"), è corrente architettonica che si distingue rispetto ad altre sia per la natura
amatoriale di alcune delle strutture che la rappresentano sia per i valori che la corrente di pensiero di cui è
espressione promuove e mette in pratica, quali la semplicità, il contatto con la natura, l’autosufficienza e la
sostenibilità. Da elemento cardine di un movimento di natura indipendente, la micro abitazione è divenuta
recentemente oggetto dell’interesse dei media, oltre che di numerose attività professionali, in quanto percepita come
possibile soluzione ai problemi oggi affrontati dalle grandi città, quali la crescente urbanizzazione, il consumo di
suolo, l’elevato costo degli affitti, la scarsità di alloggi o ancora l’alto numero di senzatetto, e valutata per le sue
potenzialità nel campo dell'ecologia, essendo forma abitativa dall’impatto ambientale estremamente ridotto. Uno dei
maggiori benefici di questo genere di abitazioni è infatti una forte riduzione delle emissioni di carbonio, insieme ad
una riduzione delle emissioni di gas serra, dovute principalmente alla minore quantità di energia necessaria al
riscaldamento degli ambienti interni². Influenzata dalla corrente minimalista, la micro casa è in parte interpretabile
come una rielaborazione del micro appartamento, tipologia residenziale largamente diffusa nei centri urbani e
riflesso di un nuovo modo di vivere la casa, diventata per molti un mero punto d’appoggio per lo studio, il lavoro e
più in generale per la vita in città. Come per quanto riguarda il micro appartamento, anche con la micro abitazione il
fruitore sceglie di ridurre il proprio spazio abitativo in cambio di una serie di vantaggi, che, come per gli affittuari di
un micro appartamento possono essere lo stabile in cui l’appartamento è collocato, il quartiere, la posizione, la
vicinanza rispetto al centro, la presenza di servizi ed i costi relativamente contenuti³, così per i proprietari di una
micro abitazione possono essere la riduzione o la quasi totale assenza di tasse, la sostenibilità ambientale, la
mobilità ed il senso di indipendenza legati a questo stile di vita. In quest’ottica, la micro abitazione, specialmente
nella sua più conosciuta forma trainabile, può essere vista come uno slegamento da parte del micro appartamento
dal suo contesto urbano e condominiale, da cui si rende indipendente in virtù di una nuova volontà dell’essere
umano di affermare la propria individualità rispetto alla totalità, di andare oltre i confini imposti dalla finitezza
dell'essere oltre che dall’ambiente sociale, storico e culturale in cui è immerso. Questo distacco da parte dell’unità
abitativa dal suo complesso di appartenenza, e quindi del singolo dal gruppo, può essere interpretato come una
richiesta da parte dell’essere umano odierno di autonomia ed emancipazione motoria ed energetica, come
espressione di una curiosità e di un’apertura verso l’esterno emblemi di una nuova visione del mondo, che non è più
limitata al solo spazio in cui l’individuo vive ed opera, ma che va oltre, al di là dei limiti generati dall’immobilità
della propria abitazione, in virtù di un movimento ideologico e sociale specchio di una ricerca umana di libertà ed
indipendenza rispetto al contesto sociale ed economico in cui l’individuo è inserito. Altro fattore contribuente al
diffondersi di questa tipologia abitativa può essere inoltre il crescente individualismo che in questi ultimi decenni ha
caratterizzato in maniera crescente la società in cui viviamo, sempre più influenzata dai valori e dal modello
americani importati con la globalizzazione. Insieme a ciò, il fenomeno della micro abitazione è in un certo senso
identificabile come indice del bisogno umano di ritorno alla natura, di ricongiungimento con il suo stato originale, e
della sua necessità di rapportarsi ad essa al fine di riappropriarsi di quella armonia che solo l'ambiente naturale è
capace di infondere nella mente e nello spirito umani.
Nonostante la sua così rapida diffusione sia un fenomeno relativamente recente, è importante tenere presente come
la micro abitazione sia in realtà una tipologia abitativa di origini antiche, la cui storia pare essere indissolubilmente
interconnessa a quella umana: iglù, tende e capanne sono di fatto solo alcuni fra i primi esempi di micro abitazione,
tipologia abitativa che ancora oggi ci accompagna, seppure sotto vesti leggermente differenti.
La prima espressione di questo genere di abitazioni è infatti probabilmente da ricondursi alla capanna paleolitica¹,
tipologia abitativa che, costruita dall'uomo tramite l’impiego di materiali di fortuna², condivideva con la micro
abitazione
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1. Druetti G., 1938, Il ciclo evolutivo dell'abitazione umana, Istituto Superiore di sanità, Roma.
2. Carlin T. M., 2014, «Tiny homes: Improving carbon footprint and the American lifestyle on a large scale», in https://scholar.google.com/scholar?start=10&q=tiny+house+impact&hl=it
&as_sdt=0,5 #d=gs_qabs&u=%23p%3DsKGE3JpKpgMJ
3. Dezza P., 2018, «La casa diventa sempre più piccola», in https://www.ilsole24ore.com/art/la-casa-diventa-sempre-piu-piccola-AETKik7D
5
abitazione sia le dimensioni contenute che la concentrazione di più funzioni in un unico spazio abitativo.
Tipo dei abitazione nata più per questioni di necessità e di sopravvivenza che per specifica domanda dell'utente
medio, la micro casa è oggi riemersa come un vero e proprio trend, di cui si è fatta icona dall’inizio del ventunesimo
secolo fino ad oggi.
Data la vastità del fenomeno, è sorprendente come la micro abitazione abbia suscitato un così esiguo interesse da
parte del mondo accademico. Per questo motivo, è stato ritenuto opportuno mettere in atto una prima esplorazione
del tema, in maniera da fornire un’analisi dello stato attuale oltre che delle principali tipologie e caratteristiche che
compongono questa vastissima forma abitativa.
Finalità del qui presente elaborato è infatti una restituzione il più possibile completa ed esaustiva dello stato dell'arte
relativo a tale tipologia architettonica, giunta sino a noi attraverso un lungo processo di innovazione ed evoluzione.
Oltre a ciò, questa tesi ha l'obiettivo dichiarato di definire l'oggetto "micro abitazione" come oggi si presenta
all'interno del panorama internazionale, determinandone insieme il principale target d'interesse, i criteri progettuali
e le destinazioni d'uso, ma soprattutto le potenzialità ad essa attribuibili nel campo dell’architettura.
La stesura della tesi si è servita sia della lettura di fonti cartacee che della consultazione di fonti disponibili in rete,
ed ha coinvolto diversi metodi e strumenti di ricerca, tra cui l’indagine storica, la conduzione di interviste e
sondaggi, l’analisi di un ampio numero di esempi di micro abitazione, con conseguente confronto dei dati raccolti, e
la lettura di saggi, autobiografie ed altre opere letterarie, ma anche la consultazione di indagini statistiche,
enciclopedie, report, ricerche accademiche, trasmissioni radio e articoli in rete.
Entro il primo capitolo, verranno trattate le origini del movimento oltre che la storia relativa alla sua diffusione,
prima in America e poi nel mondo. Nel secondo capitolo si intende invece restituire una definizione, sia in termini
generali che normativi, di "micro abitazione", volta a stabilirne le principali caratteristiche dimensionali, formali e
funzionali di questo genere di abitazioni. All’interno del terzo capitolo si è invece voluto analizzare il contesto
all’interno del quale la micro abitazione si inserisce, indagine atta a stabilire l’offerta di mercato oggi esistente
all’interno del panorama internazionale per questo genere di abitazioni, ma anche a stabilire l’effettiva richiesta e
percezione di questa tipologia abitativa in suolo italiano, mentre il quarto capitolo vuole essere una raccolta di vari
esempi di micro abitazione, principalmente volta a stabilirne gli elementi comuni e le diverse tipologie. Da questo
lavoro di analisi, si procederà poi con una prima divisione in categorie, accompagnata da un’analisi storica per
ognuna delle tipologie identificate. Infine, il sesto capitolo vaglierà vantaggi e limiti della micro abitazione,
fornendo inoltre una serie di considerazioni che possano evidenziarne le potenzialità presenti e future.
6
ORIGINI E DIFFUSIONE
Il movimento della "Tiny House" (conosciuta in Italia anche con il nome di "Micro Abitazione") è movimento
architettonico e sociale oggi largamente diffuso¹, che trova la propria origine negli Stati Uniti d'America e, più
precisamente, quando i primi pionieri di questa forma architettonica iniziarono a progettare una serie di strutture
residenziali alternative in risposta alla crisi abitativa registratasi in quegli anni. Con gli anni ottanta, anche in
letteratura, si assistette inoltre ad una lenta ma costante presa di coscienza verso i vantaggi ed i benefici del vivere
in piccolo. Questa si perpetuò fino alla fine degli anni novanta², mentre, tra il 1978 e il 2013, con il boom
economico del secondo dopoguerra³, la dimensione media delle abitazioni passava gradualmente dai 165 ai 247
metri quadrati di superficie, con un aumento di quasi il 50% in 35 anni⁴. Naturalmente, tale aumento nelle
dimensioni medie delle case americane, fu accompagnato da un repentino incremento dei prezzi, mentre
l'emergenza abitativa del 2009, accompagnata da un drammatico aumento dei pignoramenti in tutto il paese, non
fece altro che spingere in una nuova direzione, trovando nell'idea di Tiny house la soluzione ai propri problemi.
Ma il concetto di micro casa non è poi così innovativo come viene invece oggi esaltato dai media: basti infatti
pensare ad abitazioni quali le tende, gli igloo o le capanne, architetture costituenti il perfetto emblema delle origini
nomadi dell'essere umano, oltre che della temporaneità dell'esistenza. Ovviamente, le conoscenze ed i mezzi di cui
noi oggi disponiamo hanno reso questa forma dell'abitare molto più efficiente, compatta ed organizzata di quanto
non fosse in antichità, dando modo all’essere umano di mantenere parte delle comodità presenti in un'abitazione di
maggiori dimensioni ed allo stesso tempo di implementarne altre, quali la mobilità, la versatilità e la sostenibilità.
La maggior parte delle micro abitazioni oggi progettate sono infatti pensate per essere trasportabili altrove in caso di
necessità, in maniera da avere la capacità di adattarsi con facilità ad ogni esigenza, temporanea o permanente che
sia. Tali caratteristiche rendono la Tiny House un importante strumento di rivoluzione del concetto stesso di
abitazione, dove l'essere umano non è più confinato ad un solo luogo, ma è altresì in grado di scegliere e di potersi
spostare in maniera indipendente, divenendo in un certo senso abitante non più di un solo particolare quartiere, città
o paese, bensì del mondo. L'individuo e la sua abitazione, in questo modo, non sono più legati al contesto in cui la
casa è stata costruita. Allo stesso tempo, il valore dell'abitazione non è più condizionato né da agenti esterni né dalle
sue proprietà estrinseche, bensì esclusivamente da quelle intrinseche, oltre che dalla sua capacità di adattamento e
dai suoi caratteri di autonomia ed autosufficienza. Altra particolarità di questa riduzione dello spazio abitativo è
inoltre l'uscita dell'atto stesso di abitare dalla mera abitazione: il rimpicciolimento dei confini in cui l'uomo vive ed
opera fa infatti sì che l'individuo sia in un certo senso spinto ad abbandonare la propria zona di comfort, vivendo
così, oltre che la propria abitazione, l'ambiente che lo circonda. Quando posizionata al di fuori della città, la Tiny
House è infatti in grado di favorire il rapporto con la natura e con lo scorrere naturale del tempo, delle ore di luce,
delle stagioni, con tutti i benefici che ne conseguono. Altra influenza che ha giocato un ruolo fondamentale nella
nascita e nella diffusione del movimento delle Tiny Houses, è inoltre la Kyosho-Jutaku⁵ giapponese: casa costruita
in lotti dalla superficie ridotta diffusasi nell'isola nipponica come soluzione alla sovrappopolazione ed agli spazi
ristretti delle città, che ha guadagnato la sua popolarità per la fantasia con cui gli architetti progettisti di questo
genere di abitazioni disegnano gli spazi. La necessità di rispondere a diverse necessità con meno spazio a
disposizione ha dato infatti vita ad una serie di abitazioni dal design innovativo, versatile, giocoso ed intelligente
quanto vivibile⁶. Simbolo di una nuova generazione sensibile alle problematiche di riduzione delle risorse, ridotta
accessibilità economica delle residenze ed aumento nel numero dei senzatetto, il movimento delle Micro Case è
indice di una rinnovata visione del mondo, oltre che di nuove necessità abitative e sociali. Esso è inoltre specchio
della volontà di molti di ribaltare la propria esistenza, e con questa ogni idea professata dalla società consumista in
cui viviamo, in favore di un nuovo recupero della semplicità, e perciò di uno stile di vita più libero e meno vincolato
allo
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1. «In Search of the “Good Life”: The Appeal of the Tiny House Lifestyle in the USA», in https://www.mdpi.com/2076-0760/8/1/26
2. Nonko E., 2017, «A tiny house movement timeline: How did we get here? Curbed reports», in https://www.curbed.com/2017/7/19/15974554/tiny-house-timeline
3. Papa E., 2018, «La nuova moda? Vivere in mini case, le Tiny house (dai 7 mq in su)», in https://corriereinnovazione.corriere.it/cards/nuova-moda-vivere-mini-case-tiny-house-dai-7-mqsu/tiny-house_principale.shtml
4. Positvr, 2018, «Quelle est l'origine du mouvement Tiny House?», in https://positivr.fr/question-reponse/mouvement-tiny-house/
5. Realty Today, 2016, «Kyosho Jutaku: Why Are these Micro-Homes Largely Popular in Japan?», in http://www.realtytoday.com/articles/72093/20160112/kyosho-jutaku-why-micro-homeslargely-popular-japan.htm
6. Craft L., 2010, «In Japan, Living Large In Really Tiny Houses», in https://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=128953596&t=1575566335840
7
alle pressioni imposte dalla società del nostro tempo⁷.
1.1. LE PRIME TINY HOUSES
Grotte, iglù, capanne: queste le prime forme di microliving e queste, in un certo senso, la culla della civiltà
umana. La tenda, a differenza degli altri generi di
abitazione primitiva sopra elencati, condivideva con la
Tiny House odierna la possibilità di essere trasportata,
fornendo ai suoi abitanti una casa economica e flessibile
quando pratica. Come riportato da Torvald Faegre nel
suo libro "Tende: Architettura dei nomadi", è interessante notare come molte delle recenti innovazioni rivendicate dall'architettura odierna siano state impiegate per
millenni dalle popolazioni nomadi. I triangoli multipli
collegati a formare una struttura regolare (principio su Figura 1. Robert E. Peary, 1909, Foto raffigurante un iglù durante una spedizione al Polo Nord,
cui si basa la volta geodetica) sono difatti riconducibili da https://www.nationalgeographic.org/photo/icecap-blackwhite-990-60980/
alla Jaranga siberiana ed alla Iurta mongola, mentre le strutture estensibili di Frei Otto presentano una forte
somiglianza con le "tende nere" del Medio Oriente⁹. Altra caratteristica che la maggioranza delle abitazioni di un
tempo avevano in comune con l'odierna Tiny House è il fatto che gli ambienti principali della casa fossero tutti
collegati a creare un solo grande ambiente condiviso. L'iglù (fig.1), ad esempio, abitazione di forma emisferica
composta di blocchi di ghiaccio, era caratterizzata da un ambiente unico, riscaldato da un fuoco acceso al centro
dell'abitacolo. Nella sua semplicità, questa dimora, tipica dell’Artico orientale e centrale, era capace, con il solo
calore corporeo, di raggiungere i 3-4°C, nonostante una temperatura esterna di -35°C¹⁰. Inoltre, un iglù
(dall'eschimese igdlu="casa"), poteva essere costruito rapidamente in un’ora da due o tre persone, rendendo questo
genere di costruzioni ripari veloci ed energicamente efficienti. Accomunati dalla stessa pianta rotonda, le case
tradizionali della comunità montuosa nel centro di Papua, gli "honai", erano abitazioni dal diametro di circa 4-6
metri solitamente occupate da una famiglia di cinque o dieci persone. Questi rifugi venivano realizzati con l'impiego
di materiali locali e di facile reperibilità, quali assi di legno grezzo e steli di palma per la copertura. Un honai poteva
raggiungere un'altezza di cinque o sette metri ed era sorretto da un sistema di pali collocati al centro della struttura,
tenda
dove un camino riscaldava l'intera abitazione. Diversamente dagli iglù, un honai poteva contare al suo interno
ben due livelli, compreso il piano terra, e presentava
un'unica porta d'ingresso¹². Allo stesso modo, la "iurta"
(fig.2), tenda utilizzata in estate dalle popolazioni
mongole e chirghise¹³, era caratterizzata da un perimetro
circolare e da un'unica porta. A differenza delle precedenti abitazioni, la iurta costituiva un rifugio leggero e
trasportabile in legno e feltro. L'ambiente interno poteva
essere unico, come per gli iglù, o suddiviso in più parti
con l'utilizzo di sottili pareti divisorie sorrette dalla
struttura lignea che andava a comporre la costruzione
stessa¹⁴. L'installazione o il disassemblaggio di una di
queste abitazioni (anche dette "ger") impiegavano dai 30 Figura 2. Matthier Paley, Yurta, da https://www.nationalgeographic.org/encyclopedia/yurt/
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minuti
7. Pagliani B., 2017, «Il futuro dell’abitare arriva su due ruote, talk con gli architetti Van Bo Le-Mentzel e Leonardo Di Chiara. Mercoledì 23 maggio 2018, ore 19 presso la Sala Conferenze
del Goethe-Institut.», in https://www.canalearte.tv/news/il-movimento-delle-tiny-house/
8. Thoreau H.D., 1854, Walden or life in the woods, Ticknor and Fields, Boston (trad. it., 1928, Walden ovvero vita nei boschi, La Nuova Italia, Venezia).
9. Faegre T., 1979, Tents: architecture of the Nomads, Torvald Faegre, John Murray Publishers Ltd, London (trad. it., 1993, Tende: Architettura dei nomadi, Edizioni Dedalo, Bari).
10. Riewe R., 1991, «Inuit Use of the Sea Ice», in Arctic and Alpine Research, Vol. 23, No. 1, pp. 3-10, in
https://scholar.google.com/scholar?hl=it&as_sdt=0,5&qsp=2&q=inuit+igloo&qst=ib#d=gs_qabs&u=%23p%3DLAU8ZPrX4aIJ
11. Encyclopaedia Britannica, «Igloo», in https://www.britannica.com/technology/igloo
12. Saragi T.R., 2008, «HONAI HOUSE», in https://globalwindow.wordpress.com/2009/01/23/honai-house/
13. Treccani, «Iurta», in http://www.treccani.it/vocabolario/iurta/
14. Ganjali Bonjar M.R., Gantumur T., Kistelegdi I. e Shih R.R., 2018, «A review and systemization of the traditional Mongolian yurt (GER)», Pollack Periodica, Vol. 13, No. 3, pp. 19–30, in
https://www.researchgate.net/publication/329345661_A_review_and_systemization_of_the_traditional_Mongolian_yurt_GER
8
minuti alle 3 ore, ed una sola iurta poteva ospitare dalle
cinque alle quindici persone. La loro altezza poteva inoltre
raggiungere i 2 metri, e presentavano una cima a cupola
che saliva di un ulteriore metro. La iurta tradizionale era
solitamente di colore bianco e dotata di una porta rossa,
mentre al centro dell'ambiente una stufa a legna in ferro
saliva fino alla cima della tenda, riscaldando l'interno¹⁵.
Ancora oggi le iurte, allo stesso modo delle altre innumerevoli abitazioni che, come lei, sono nate dalla cultura e
dal sapere dei popoli antichi, sono conosciute ed utilizzate
in tutto il mondo, prese come ispirazione dagli architetti
odierni nelle loro forme e tecniche costruttive o come soluzione alle diverse problematiche energetiche, edilizie ed
3. The Russian Museum of Ethnography, XX Secolo, Gruppo di allevatori dei monti
ambientali di cui la nostra società è testimone oggi più che Figura
Altaj accanto alla propria ail, da http://www.azerbaijanrugs.com/oldphotos/old-photographsno1.htm
mai. Come iglù, honai e iurte, i "čum" della taiga sibedella
riana, insieme alle "ail" dei monti Altaj (fig.3), alle "jaranga" siberiane ed ai "tipi" ed alle "wigwam" dei nativi
americani, sono rifugi efficienti ed allo stesso tempo elementi in profonda sintonia con l'ambiente che li circonda,
andando a costituire abitazioni dalle dimensioni ridotte quanto perfettamente adeguate alle esigenze dei popoli che
le hanno costruite. A differenza di Sioux, Samoans ed Inuit, i quali non possedevano altra prospettiva se non quella
quale
di abitare in case di piccole dimensioni, chi oggi
decide di abitare in una Tiny House lo fa però in
maniera volontaria. Le ragioni di questo moderno
stile di vita non possono infatti essere esclusivamente pratiche o economiche, essendo una scelta
rilevatasi difficile se non impossibile per molti,
bensì anche intime e filosofiche. In questo senso, la
figura dell'abitante di una Tiny House odierna può
essere oggi accostata a quella dell'eremita¹⁶, il quale
si allontana dagli agi che la società in cui è nato gli
offre per dedicarsi ad una vita fatta di minimalismo
e semplicità. Altro tipo abitativo da cui la Tiny
House odierna ha preso esempio è sicuramente la
Kyosho-Jutaku giapponese (fig.4), abitazione che
sta crescendo di popolarità nelle città nipponiche in
risposta alla crescita dei prezzi immobiliari ed alla
scarsità di suolo riscontrati negli ultimi anni in tutto
il paese. Dette anche "nidi di anguilla" per la forma
stretta e allungata che le caratterizza, queste
abitazioni possono arrivare ad avere una larghezza
di soli 1,80 metri, facendo un uso intelligente dello
spazio ed assumendo spesso forme stravaganti pur
di rispondere alle esigenze di luce dei loro inquilini,
nonostante le dimensioni degli spazi che hanno a
disposizione, ricavati dall'incessante suddivisione di
lotti praticata nelle città¹⁷. In ultima analisi, tante
sono le influenze che oggi hanno portato alla
nascita ed alla diffusione delle Tiny Houses in tutto
il mondo, dando vita ad un vero e proprio
movimento che, nel suo piccolo, si fa voce di una
provocazione culturale volta a scardinare le convenzioni dell’abitare contemporaneo.
Figura 4. Kyung Roh, Grown House, da https://www.archdaily.com/803737/grown-house-fhhh-friends
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15. National Geographic, «Yurt», in https://www.nationalgeographic.org/encyclopedia/yurt/
16. Lasky J., 2016, «The Surprising Origins of the Tiny House Phenomenon. Why ancient hermits are the key to understanding our tiny home obsession», in
https://www.curbed.com/platform/amp/2016/7/13/12162832/tiny-house-history-hermits#aoh=15756246422861&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=Da%20%251%24s
17. Crossley-Baxter L., 2018, «Eel's nests: The trend of Japan's narrow houses», in https://www.rethinktokyo.com/2018/02/28/eels-nests-japan-narrow-houses/1519765731
9
Figura 5. Lance Brewer, 2016, ‘Wagon Station Encampment’ by Andrea Zittel, da https://www.dezeen.com/2016/08/19/wagon-station-encampment-andrea-zittel-tiny-camping-pods-creativerefuge-california-desert/
1.2. IL MOVIMENTO AMERICANO
“Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose delle quali può fare a meno.”⁸
HENRY DAVID THOREAU
Negli anni settanta, l'artista Allan Welxler fece dell'idea di vivere in uno spazio compatto uno dei perni
fondamentali della sua ricerca artistica¹⁸. Come lui, affrontarono questo tema anche autori come Lester Walker,
Loyd Kahn e Bob Easton, ma uno degli autori maggiormente coinvolti fu lo scrittore Henry David Thoureau, il
quale, nel 1854, pubblicò il famoso libro "Walden; ovvero vita dei boschi". Tale volume, racconta dell'esperienza
dell'autore, naturalista, agrimensore e filosofo, dei suoi due anni passati a vivere in un cottage di 14 metri quadrati
costruito da lui stesso nei pressi del lago Walden, nel New England. In quel Luglio del 1845, Thoureau lasciò la
cittadina di Concord per andare a vivere in una capanna di legno, nei boschi. Il suo gesto, assunse un significato
politico oltre che filosofico, un atto di sfida e ribellione contro una società di cui non condivideva gli ideali, volto a
dimostrare quanto poco costasse vivere¹⁹. Nel 1990, l'artista Andrea Zittel impiegò il concetto di Tiny Home come
ispirazione per i suoi lavori, come la sua "Wagon Station Encampment" (fig.5), i quali, a loro volta, ispirarono in
seguito la nascita del movimento. Nel 1987, invece, l'architetto Lester Walker pubblicò "Tiny Houses: Or How to
Get Away From It All", una raccolta di fotografie e disegni che avranno poi grande impatto nella realizzazione di
numerose micro case²⁰. Nel 1997, l'architetto Sarah Susank pubblicò il libro "The not so big house", facendosi uno
fra i principali portavoce dei benefici ambientali e psicologici del vivere in piccolo, in virtù di una progettazione
incentrata sulla qualità delle abitazioni piuttosto che sulle loro dimensioni. Inoltre, nel 2001, fu fondata la "Small
House Society", cooperativa dedicata al supporto della ricerca, dello sviluppo e della diffusione di questo genere di
abitazioni sostenibili, mentre nel 2012 Jay Shafer, cofondatore della Small House Society, fondò la "Tumbleweed
Tiny House Company" e successivamente la "Four Lights Tiny House Company", conferendo popolarità alle micro
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18. Home stratosphere, «The History and Evolution of Tiny Homes», in https://www.homestratosphere.com/tiny-homes-history/
19. Città della spezia, 2019, «La recensione: "Walden. Ovvero vita nei boschi" di Henry David Thoreau», in http://www.cittadellaspezia.com/mobile/Verba-Manent/La-recensione-WaldenOvvero-vita-nei-44723.aspx
20. Wilkinson A., 2011, «Let’s Get Small. - The rise of the tiny-house movement.», in https://www.newyorker.com/magazine/2011/07/25/lets-get-small/amp
10
Figura 6.
Buckminster
Fuller,
Dymaxion
Deployment
Unit: (a)
Sezione con
dettaglio del,
da
https://www.
archdaily.com/
401528/adclassics-thedymaxionhousebuckminsterfuller
Figura 7. Buckminster Fuller, 1936, Disegno del
Dymaxion Bathroom, da https://blogs.uoregon.
edu/dymaxionhouse/thedymaxion-bathroom/
case prima con il suo primissimo progetto di Tiny House, di soli 9 metri quadri, e poi con le Tiny House su ruote
che tutt'ora progetta e realizza tramite la sua compagnia, a dispetto delle leggi che in alcuni stati americani
proibivano di vivere in case al di sotto di certe dimensioni (forma, secondo Shafer, di consumo forzato)²¹. Il trend
delle tiny houses continuò a crescere per gli anni a seguire e ad espandersi sempre di più all'interno
dell'immaginario collettivo. Esempi sono le "Dymaxion Deployment Units", unità abitative progettate da Richard
Buckminster Fuller nel 1946. Il termine "Dymaxion", generato dalla combinazione delle parole "dinamico"
(dynamic), "massima" (maximum) e "tensione" (tension), fu coniata dallo stesso architetto a definire una serie di
case prefabbricate ed autosufficienti da lui disegnate, progettate al fine di essere vere e proprie "macchine
dell'abitare del futuro"²². L'unità esagonale, di circa 100 metri quadri, era una struttura antisismica, oltre che
resistente alle tempeste, sostenuta da un palo centrale (fig.6a). A quest'ultimo era collegata una serie di cavi, volti a
sostenere le pareti esterne. Raggruppando tutte le utenze permanenti nel polo centrale, Fuller permetteva agli
inquilini di trasformare lo spazio, di natura modulare (fig.6b), in base alle loro esigenze. Il design della Dymaxion
mostrava anche una serie di turbine eoliche, posizionate sul tetto dell'abitazione insieme ad un complesso sistema di
cisterne volto alla raccolta ed al riciclo delle acque piovane, mentre, per i servizi, Fuller brevettò il "Dymaxion
Bathroom", bagno provvisto di una toilette a secco e di una doccia che per funzionare richiedeva solo una tazza di
acqua calda (fig.8).
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
21. Networx, 2018, «Tumbleweed Homes: Jay Shafer Interviewed», in https://www.networx.com/article/tumbleweed-homes
22. Merin G., 2019, «AD Classics: The Dymaxion House/Buckminster Fuller», in https://www.archdaily.com/401528/ad-classics-the-dymaxion-house-buckminster-fuller
11
Le Tiny Houses si estesero presto anche ai
media, dando vita a programmi televisivi e
film sul tema. Un esempio ne è la nota serie
televisiva "La casa nella prateria" ("The
Little House on The Prairie”), del 1974²³,
ispirata alla serie di romanzi scritti da Laura
Ingalls Wilder tra il 1943 e il 1945 e
pubblicati col titolo di "Little House". E così
via attraverso i decenni, sino a giungere in
Europa.
1.3 L'IMPORTAZIONE EUROPEA
Figura 8. Jean Prouvé, 1950, Pavillon préfabriqué 6x6, da https://www.centrepompidou.fr/fr/ressources/oeuvre/c
"Proprio la cosa più piccola, più sommessa, più lieve, il fruscìo di una lucertola, un soffio, un guizzo, uno sbatter di
occhi. Di poco è fatta la miglior felicità²⁴."
FRIEDRICH NIETZSCHE
Il movimento americano si diffuse presto nel continente europeo, dove, con il dopoguerra, una sempre maggiore
esigenza di abitazioni a basso costo richiedeva il coinvolgimento di un copioso numero di architetti per la
progettazione di nuove case di facile trasporto e produzione. La "Maison Démontable 6×6" del 1944 di Jean
Prouvé, abitazione composta di due mezzi portali collegati ad una trave reticolare di colmo, è esempio dell’imimpegno
Figura 9. (a) 1935, Abitazione per vacanze BLPS di Jean Prouvè, da https://www.citedelarchitecture.fr/fr, (b) 1959, Jossel House, da http://www.andrewgeller.net/residential/jossel.html, (c)
1958, Pearlroth House, da https://the189.com/architecture/residential-series-from-the-andrew-geller-architectural-archive/
Il movimento americano si diffuse presto nel continente europeo, dove, con il dopoguerra, una sempre maggiore
esigenza di abitazioni a basso costo richiedeva il coinvolgimento di un copioso numero di architetti per la
progettazione di nuove case di facile trasporto e produzione. La "Maison Démontable 6×6" del 1944 di Jean
Prouvé, abitazione composta di due mezzi portali collegati ad una trave reticolare di colmo, è esempio dell’impegno sociale dei progettisti e dei costruttori europei del dopoguerra in risposta al problema delle abitazioni.
Realizzata sotto com-missione del Ministero della Ricostruzione francese, il quale aveva fatto richiesta di 450
abitazioni provvisorie, l'abitazione è progetto frutto della ricerca dell'architetto, già iniziata negli anni trenta, nel
campo della costruzione industrializzata²⁵, oltre che suo personale tentativo di creare una casa prefabbricata
economica, facilmente trasporta-bile e che potesse rispondere con efficienza alle necessità abitative di quegli anni²⁶.
Altro progetto di abitazione trasportabile, disegnato dallo stesso architetto, fu inoltre l'"Abitazione per vacanze
BLPS" (fig.9a) del 1935, unità abitativa di 10 metri quadri concepita “per liberare dalle dipendenze dell’Hotel”,
anch'essa trasportabile e montabile rapidamente, tramite il semplice incastro dei suoi componenti. Intanto, negli
anni cinquanta, Andrew Geller cominciava a progettare le sue "Beach Houses": piccole abitazioni adibite a casa________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
fine
23. Fanpage, 2014, «La casa nella prateria”: la famiglia Ingalls compie 40 anni», in https://tv.fanpage.it/la-casa-nella-prateria-la-famiglia-ingalls-compie-40-anni/
24. Nietzsche Friedrich, 1883, Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen, Verlag von Ernst Schmeitzner, Chemniz, (trad. it., 199, Così parlò Zarathustra, Hermann Loescher,
Torino) in http://www.deutschestextarchiv.de/book/view/nietzsche_zarathustra02_1883?p=66
25. Firrone T., 2007, Sistemi abitativi di permanenza temporanea, ARACNE editrice S.r.l., Roma.
26.Stott R., 2015, «5 Things the Tiny House Movement Can Learn from Post War Architecture», in https://www.archdaily.com/771596/5-things-the-tiny-house-movement-can-learn-frompost-war-architecture
12
vacanza, dall’architettura avveniristica oltre che dal minimo impatto ambientale e facili da montare e smontare alla
fine della stagione. Prototipo di tali costruzioni era la "A-Frame" house, conosciuta anche come "Reese House". A
questa seguirono poi le case a palafitta dello stesso, chiamate "Pearlroth House" e "Hunt House", di cui
quest’ultima progettata in collaborazione con Irving Hunt, insieme alla "Lynn House", la "Jossel House" (fig.9b) e
la "Eileen Hunt House" (fig.9c).
Come Prouvé, nel 1977, l’architetto Arturo Lopez Fernandez propose una struttura turistica mobile, composta di
cellule autonome realizzate industrialmente. Tali cellule erano da inserirsi all’interno di una struttura prefabbricata,
anch'essa trasportabile, progettata ad accogliere i moduli abitativi su diversi piani di elevazione (fig.10a e 10b). Il
progetto si fermò però alla fase di studio preliminare, in quanto
determinava, a causa delle sue dimensioni, oltre che dei materiali ivi
adottati, un forte impatto ambientale.
Un previo esempio di Tiny House può essere inoltre riscontrato nel
Boudoir collocato all'interno del "Hameau de la la reine" (fig.11), a
Versailles, cottage parte di un villaggio bucolico progettato dall'architetto
Richard Mique su richiesta della reggente Maria Antonietta²⁷. Situato nei
giardini del palazzo, venne costruito fra il 1782 ed il 1783²⁸, ispirandosi al
casa
al "Hameau de Chantilly", borgo Figura 10. Domus Nº576, 1977, Proposta di Fernandez per una
struttura turistica mobile, da http://arqueologiadelfuturo.blogspo
realizzato nel 1774 dall’architetto t.co m/2009/01/propuesta-para-centro-turstico-1977.html
casa
Jean-François
Leroy per volere di Luigi Giuseppe, principe di Condé. Paesi
europei in cui il movimento della Tiny House ha preso maggiormente piede
in questi anni sono sicuramente Germania ed Inghilterra, entrambi caratterizzati dalla presenza di affitti proibitivi oltre che di un alto numero di
cittadini senzatetto. In Germania però, a differenza degli altri paesi in cui il
movimento è approdato, tale soluzione abitativa è andata organizzandosi ed
Figura 11. GettyImages, Hameau de la la reine, da https://www.
affermandosi sempre di più, fino a fare il suo ingresso persino all’interno
dailymail.co.uk/news/article-5692327/Marie-Antoinettes-hamle
t-opens-public-326million-restoration-project.html
delle
casa università: qualche anno fa, infatti, una serie di piccole
casa strutture abitative
iniziarono ad apparire di fronte al Bauhaus-Archiv di Berlino,
museo collocato nei pressi del Landwehrkanal, ed a moltiplicarsi, accogliendo studenti e professori da ogni parte del paese.
Un nutrito numero di persone iniziò così a lavorare, studiare,
cucinare e dormire all'interno di queste micro-unità, dando vita
a quella che prese il nome di "Tiny House University
Collective", associazione non-profit fondata nel 2016 dall’architetto Van Bo Le-Mentzel (fig.12a) e volta alla ricerca di
soluzioni innovative alla gentrificazione, al sovrappopolamento
ed alle problematiche ambientali del nostro secolo e future.
Sostenitore del movimento architettonico, culturale e sociale
delle Tiny Houses, l'architetto vede le micro-houses come
"spazi di possibilità", in quanto unità abitative dalle dimensioni
ridotte, promotrici di un senso di comunità, oltre che
caratterizzate dal loro stretto rapporto con l'esterno, tratti che
condividono, in un certo senso, con i garage e le rimesse degli
studenti-imprenditori della Silicon Valley, in California.
Mentzel è convinto che la nascita del movimento sia infatti
legata al fenomeno della famosa area nel sud della California,
dove lo spazio ridotto degli ambienti in cui gli studenti
lavoravano, insieme alla loro collocazione, favoriva il dialogo
fra menti ed il confronto di idee²⁹. Piano piano il movimento Figura 12. Robert Rieger, 2016, (a) Van Bo Le-Mentzel a Berlino, (b) Foto della
al "Tiny House University Collective" presso il Bauhaus-Archiv di
irruppe nel resto d'Europa, dando vita a numerose iniziative e mostra
Berlino, da https://ngl.sanktoberholz.de/housing/van-bo-le-mentzel/
comunità e collezionando sostenitori in tutto il mondo.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
27. Morosi S., 2018, «Versailles, apre al pubblico il villaggio bucolico di Maria Antonietta», in https://www.corriere.it/esteri/18_maggio_06/versailles-apre-pubblico-villaggio-bucolico-mariaantonietta-fac3615a-50b4-11e8-b1fd-5e018169feec.shtml
28. Gyulai-Gaal A.,«Tiny Houses, Big Dreams: Van Bo Le-Mentzel on opening up spaces of possibility», in https://next-generation-living.com/housing/van-bo-le-mentzel/
29. Di Chiara L., «TINYHOUSE UNIVERSITY: BERLINER COLLECTIVE EXPLORING TINY HOUSES», in www.leonardodichiara.it/tinyhouse-university/
13
Figura 13. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) Foto sull’interno con bagno a sinistra, (b) Foto dell’interno verso l’angolo cottura e il letto, (c) Particolare del letto, (d) Particolare del tavolo da
pranzo, (e) Particolare della sedia pieghevole, (f) aVOID in viaggio nelle Alpi, da https://drive.google.com/drive/mobile/folders/1CuoPEnURaFp15TctgTfF8crZLt5VbbIm?usp=drive_open
1.4. LA TINY HOUSE IN ITALIA
"Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori,
forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci
di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo
scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più. Teoricamente
ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare
nel togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose
e comunicarle nella loro essenzialità³⁰."
BRUNO MUNARI
Intanto, in Italia, le prime Tiny House iniziarono ad essere costruite sia da progettisti esperti che da privati
volenterosi di intraprendere questo particolare stile di vita. Prima Tiny House progettata e realizzata in Italia,
aVOID è abitazione di soli 9 metri quadri che racchiude in sé ogni funzione del vivere quotidiano, presentandosi
come una stanza vuota, luogo fluido ed in divenire, che nasconde gli arredi in maniera da evolversi a seconda delle
esigenze del suo utente. Ispirata all'armonia del vuoto, da cui l'abitazione stessa prende nome, la Tiny House
aVOID (fig.13) è in diretto contatto con l'ambiente esterno grazie alla finestra ed alla porta finestra collocate su
ambi i lati dell'architettura, lasciando che la luce attraversi completamente lo spazio interno da parte a parte e
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
30. Munari Bruno, 1942, Le Macchine di Munari, Einaudi, Torino.
14
Figura 15. Renzo Piano,
Diogene by Renzo Piano
Building Workshop:
Sketch, da https://www.ar
chdaily.com/396082/dio
gene-renzo-piano?ad_me
dium=gallery
Figura 14. Renzo Piano, Diogene by
Renzo Piano Building Workshop:
Esploso assonometrico, da
https://www.archdaily.com/396082/d
iogene-renzopiano?ad_medium=gallery
regalando al suo abitante la sensazione di essere
sempre al di fuori dell'abitacolo. Attraverso
l’apertura di specifici dispositivi a parete, i pannelli
lasciano spazio ad una cucina e poi ad un piccolo
bagno realizzato in okumè provvisto di una doccia e
di una serie di servizi concepiti per ridurre al
minimo i consumi di acqua. In fondo, il letto
reclinabile può trasformarsi in un divano per
l’angolo studio e successivamente in una comoda
panca per due persone fornita di un tavolino
pieghevole, allo stesso modo delle sedie Infine, una
scala a piolo retrattile permette l’accesso alla
terrazza posta sulla copertura³¹.
Altra famosa Tiny House italiana è sicuramente
"Diogene" (fig.15), micro abitazione progettata
dall'architetto Renzo Piano che prende il suo nome
dal celebre filosofo greco che, al fine di fuggire
dallo stile di vita convenzionale, decise di abitare in
una botte. Caratterizzata da una linea di colmo di
3,2 metri di altezza³² e da una superficie di 2,5 per 3
metri³³, la casa in legno di tiglio³⁴, rivestita in
alluminio, presenta due serbatoi per la raccolta e la
purificazione delle acque piovane, collegati ad una
caldaia, un bagno compostante, una stanza adibita
Figura 15. Diogene: (a) The New York Times, 2013, Foto dell’interno dal bagno verso il soggiorno, (b) The New York Times, 2013, Foto del soggiorno, da https://www.nytimes.com/2013/
07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tiny-house.html, (c) Diogene: Julien Lanoo, 2013, la micro abitazione Diogene by Renzo Piano Building Workshop, da https://www.archdaily.com/
396082/diogene-renzo-piano?ad_medium=gallery
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
31. Scalco C., 2017, «aVOID – Leonardo Di Chiara», in https://www.arketipomagazine.it/avoid/
32. Louie E., 2013, «Renzo Piano’s Dream of a Tiny House», in https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tiny-house.html
33. Archdaily, 2013, «Diogene / Renzo Piano», in https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano?ad_medium=gallery
34. Terracrea, «Le Tiny houses: ora anche in Italia?», in http://terracrea.org/le-tiny-houses-ora-anche-in-italia
15
sia a soggiorno che a studio (fig.13), finestre a tripli vetri e pareti isolate. L'elettricità proviene invece da tre batterie
ricaricabili, mentre diversi impianti e sistemi tecnici permettono l'autosufficienza dell'abitacolo dalle infrastrutture
locali: la Tiny House è infatti dotata di celle fotovoltaiche e pannelli solari, oltre ad un serbatoio di acqua piovana.
Caratterizzata da un tetto a doppio spiovente, la forma dell'abitazione richiama fortemente l’archetipo della casa,
nonostante gli angoli arrotondati ed il rivestimento integrale della facciata rendano il suo profilo insieme
estremamente contemporaneo.
In Italia le leggi sono ancora vaghe sulla questione "Tiny Houses", ma una serie di proposte di legge dedicate al
turismo ed alle abitazioni per situazioni di emergenza sta lentamente interessandosi al tema³⁵.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
35. Di Chiara L., «CAMPEGGI MUNICIPALI», in http://www.leonardodichiara.it/campeggi-municipali/
16
TINY HOUSE: UNA DEFINIZIONE
Ma cos'è una Tiny House?
Per rispondere a questa domanda, in questo capitolo verranno analizzati diversi punti, in maniera da dare una
definizione il più chiara ed esaustiva possibile, che sia comprensiva di ogni aspetto che va a definire una Tiny
House e a renderla distinguibile rispetto alle altre tipologie abitative oggi esistenti.
Al fine di comprendere un fenomeno globale come quello della Tiny House, è infatti opportuno fornire prima una
definizione del termine che lo identifica. Il termine "Tiny House", che tradotto dall'inglese significa letteralmente
"piccola casa", pare essere apparso per la prima volta nel 1987, con la pubblicazione di una raccolta di fotografie ed
illustrazioni con il titolo, appunto, di "Tiny Tiny Houses"¹. La raccolta, contenente una serie di fotografie
dell'architetto Lester Walker e corredata da una cospicua serie disegni ad opera dello stesso, illustrava una serie di
micro abitazioni sparpagliate un po' ovunque all'interno del paese, spesso realizzate in maniera autonoma dagli
stessi abitanti locali in luoghi più o meno sperduti nei meandri del territorio americano. La stesura di questo libro ha
infatti comportato una notevole ricerca da parte dell'autore, che ha dovuto consultare numerose biblioteche e
compiere numerosi viaggi per trovare le diverse abitazioni contenute nel suo libro oltre che le informazioni
necessarie alla stesura dell'opera. Cominciato nel 1983, in seguito alla vittoria, da parte dell'ex docente di
architettura presso l'University College a New York, di un contest di architettura organizzato dalla rivista "House
Beautiful", il volume ha impiegato all'architetto un lavoro di almeno 3 anni per la sua realizzazione, arricchita dalle
illustrazioni disegnate a mano da parte dell'autore. Ispirato dai primi progetti ideati e dagli studi condotti negli anni
60 da parte della NASA per la realizzazione di uno spazio abitativo minimo che potesse viaggiare nello spazio ed al
contempo rispondere in maniera efficiente alle necessità abitative dell'essere umano, l'architetto fu incoraggiato alla
creazione di questa raccolta anche dall'assenza, al tempo, di scritti su quel tema che raccogliessero insieme una serie
esempi esistenti di questo genere di architettura, che potè di fatto raccogliere anche grazie alla testimonianza di
alcuni dei partecipanti al concorso per la "Best Small House" del 1983, pubblicato un anno dopo ed incentrato sulla
progettazione di un ambiente abitabile di 1500 piedi quadri. Con la sua opera, fonte di ispirazione per molti, Lester
Walker fu uno dei pionieri del movimento della Tiny House come oggi lo conosciamo, oltre che autore di numerose
opere a venire. Con il suo lavoro, egli influenzò infatti numerosi architetti e progettisti seguenti, rivoluzionando il
mondo dell'architettura fino ai giorni nostri².
Un'altra opera, a questa antecedente, sul tema delle micro abitazioni, può essere inoltre considerata l'opera letteraria
"Shelters", scritto nato dalla collaborazione tra lo scrittore e fondatore della casa editrice "Shelter Publications"
Lloyd Kahn e Bob Easton. Pubblicato nel 1973, il volume è una raccolta di illustrazioni, fotografie, racconti di vita
e spiegazioni pratiche utili alla conoscenza ed alla costruzione di micro architetture attraverso l'impiego di materiali
naturali³. Allo stesso modo di "Tiny Tiny Houses", anche il libro scritto da Kahn e Easton continua ad essere
tutt'oggi fonte d'ispirazione per molti, oltre che un'opera letteraria innovativa ed unica al suo tempo.
Nonostante le numerose opere che hanno preceduto il movimento della Tiny House e nonostante la rapida ascesa
che tale tipologia abitativa ha avuto nel corso degli anni all'interno del panorama edilizio internazionale, una prima
vera e propria definizione di "Tiny House" è stata fornita solo nel 2017, da parte dal produttore esperto di Tiny
Houses Andrew Morrison, e dall'architetto statunitense Martin Hammer⁴, che hanno deciso di adoperarsi al fine di
ottenere la creazione di leggi apposite mirate alla regolamentazione della micro abitazione negli Stati Uniti e
presentare, insieme a David Eisenberg, Macy Miller, Beth Ann Norrgard, Jeremy Weaver, David Latimer, Zack
Giffin, James Herndon e Meg Stephens una nuova appendice legislativa in occasione delle udienze pubbliche di
Kansas City⁵. Tale definizione, ancora molto recente, è contenuta all'interno della cosiddetta "Appendix Q",
appendice legislativa che nel 2018 è stata incorporata anche all'interno dell'International Residential Code (IRC),
codice edilizio sviluppato dall'International Code Council (ICC). All'interno di questa legge, la Tiny House viene
definita
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1. Wilkinson A., 2011, «Let’s Get Small - The rise of the tiny-house movement», in https://www.newyorker.com/magazine/2011/07/25/lets-get-small
2. Tiny House Podcast, «S1E26: Blasting Through the Past with Architect and Tiny House Grandfather, Lester Walker», in http://tinyhousepodcast.com/episodes/s1e25-blasting-through-thepast-with-architect-and-tiny-house-grandfather-lester-walker
3. Kahn L., 1973, Shelter, Shelter Publications, Bolinas.
4. Holt F., 2017, «Lawmaker seeks to shrink building codes to fit tiny homes», in https://www.google.com/amp/s/amp.thenewstribune.com/news/politics-government/article133808419.html
5. Tiny House Build, «TINY HOUSE APPENDIX Q», in https://tinyhousebuild.com/code/
17
definita come "abitazione con una metratura di 400 piedi quadrati (circa 37 m²) o inferiore, esclusi i soppalchi"⁶.
In generale, la definizione di Tiny House varia ampiamente fra i produttori, gli appassionati e gli esperti del settore
stessi: per alcuni, una Tiny House è infatti semplicemente una casa costruita su ruote, come è stata ad esempio
descritta da Murphy in uno dei suoi articoli, risalente al 2014 (2014, p. 54), mentre per altri una micro abitazione è
invece una qualsiasi casa di dimensioni inferiori ai 46 m², com'è stata definita nel 2020 dalla Small House Society.
Per altri ancora, la Tiny House è un'arte di estremo ridimensionamento (Williams, 2018), come definita nel 2018 da
Williams in un articolo su New Atlas. In Italia, invece, purtroppo non esiste ancora una definizione ufficiale di
Micro Abitazione, essendo quello della Tiny House un fenomeno ancora recente, specialmente in suolo europeo.
Diversamente che negli Stati Uniti, in cui vige un codice edilizio per lo più uniforme in più di 40 stati che si estende
anche ad alcuni paesi al di fuori degli USA, in Europa le leggi variano molto da paese a paese⁷ e ciò si riflette anche
nelle definizioni ed alle norme dimensionali conferite alle diverse tipologie edilizie. Non essendo la Tiny House
menzionata all'interno della normativa italiana, costruzione e commercio di tali strutture sono in Italia ancora poco
diffusi oltre che limitati, sia dalle leggi poco chiare che dalla scarsa informazione che le circonda: nonostante
l'interesse suscitato dalle micro abitazioni in tutto il mondo, ormai crescente anche in Europa grazie alla
pubblicazione di libri, riviste ed alla diffusione di programmi e serie televisive sul tema, molte sono infatti le
persone a non conoscere questo genere di abitazioni, se non per sentito dire. Il fatto che la legge italiana non abbia
ancora dato alcuna definizione di tale tipologia abitativa costituisce purtroppo per molti, produttori e privati, un
ostacolo all'informazione oltre che alla vendita ed all'acquisto di case di questo genere, poiché spesso erroneamente
confuse e paragonate a veicoli ricreazionali quali roulottes, camper e simili. Anche nella legge italiana, infatti, gli
stessi produttori specializzati nella realizzazione di questo genere di abitazioni si sono dovuti momentaneamente
affidare alle norme riferite a manufatti leggeri e strutture temporanee, a cui, nell'eventualità di Tiny House su ruote,
devono essere aggiunte anche quelle leggi relative ai veicoli ricreazionali⁸. Per quanto riguarda le leggi che
regolano la costruzione di questo genere di case, essendo il "Tiny House Movement" di origine americana, questo
capitolo si concentrerà prevalentemente sulle norme legislative vigenti in America e in Italia, mettendo a confronto
le principali differenze ed i diversi approcci burocratici assunti in relazione alla Tiny House e in particolare alla
THOW ("Tiny House On Wheels"), ovvero la micro casa trainabile su ruote, simbolo con cui il recente fenomeno
della micro casa è andato diffondendosi in tutto il mondo. In America, come in Europa, le leggi riguardanti questa
tipologia abitativa differiscono di paese in paese, ma negli Stati Uniti, dove il movimento si è generato, troviamo
differenze sia tra i vari stati che tra le diverse contee⁹. La prima suddivisione da fare riguardo alle leggi sulla Tiny
House On Wheels è quella doverosa tra le leggi inerenti alle caratteristiche costruttive e le leggi relative alla sosta e
al trasporto su strada, leggi che sono egualmente essenziali oltre che interconnesse all'interno della progettazione e
realizzazione di una Tiny House. Negli Stati Uniti, nonostante le numerose varianti di legge, la lunghezza totale di
una Tiny House, compresa di rimorchio, così come sono definite dai vari stati, variano in genere da un massimo di
85 piedi (circa 26 m), come nel caso del Wyoming, ad un minimo di 53 piedi (circa 16 m), come per il New
Hampshire, ma la maggior parte degli stati ha stabilito una lunghezza totale massima di 65 piedi (circa 20 m). Per
quanto riguarda la larghezza del modulo abitativo, la misura standard prevista dalla maggioranza degli stati è di 8
piedi e 6 (che corrispondono a circa 2,5 m), mentre, per quanto concerne l'altezza, l'abitazione trainabile non deve
superare i 13 piedi e 6 (circa 4 m). In Canada, invece, la lunghezza totale massima è stata fissata, nella maggior
parte degli stati membri, a 23 m (75’5”), la larghezza massima a 2,6 m (8’6”) e l'altezza massima a 4,15 m (13’7”).
In Australia, altro paese in cui la Tiny House è andata diffondendosi ampiamente, le misure definite dalla legge
sono principalmente 12,5 m per la lunghezza massima, 2,5 m per lo spessore e 4,5 m per quanto riguarda l'altezza¹⁰.
In Europa, le dimensioni di queste strutture variano di molto in base al paese: come riportato sul sito del produttore
sloveno di Tiny Houses "HouzEKO", la larghezza massima per una Tiny House in Europa è, indicativamente, di
2,55 m, mentre l'altezza deve essere compresa fra i 4 ed i 4,5 m, anche se ciò varia in base al paese (ad esempio, in
Francia l'altezza massima è di 4,3 m, mentre in Austria e Germania è di 4 m ed in Slovenia di 4,5). Allo stesso
modo di altre forme abitative mobili, quali i caravan, una Tiny House deve essere sottoposta ad immatricolazione,
oltre che al pagamento di una tassa annuale, a cui possono essere applicate una serie di esenzioni in caso di reddito
inferiore ad una certa soglia (determinata anche in questo caso dallo stato del paese di residenza)¹¹. In Italia le
casetta
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
6. International Code Council, 2017, «2018 International Residential Code», in https://codes.iccsafe.org/content/IRC2018/appendix-q-tiny-houses?site_type=public
7. Revere P., 2017, «Andrew Morrison on Tiny Home Appendix Q», in https://www.mhvillage.com/pro/andrew-morrison-tiny-home-appendix-q/
8. Adami F., 2018, «Trattasi di legalità – 3 domande comuni», in https://pangeaalloggiodinamico.altervista.org/trattasi-di-legalita-3-domande-comuni/
9. McGee M., 2018, «Tiny House Laws in the United States; States That Allow Tiny Houses», in https://www.tinysociety.co/articles/tiny-house-laws-united-states/
10. TinyHouseBuild.com, 2017, «WHAT ARE TINY HOUSES?», in https://tinyhousebuild.com/what-are-tiny-houses/
11. Kodarin D., 2019, «Tiny House Legislation In Europe», in https://houzeko.com/tiny-house-legislation-in-europe/
18
dimensioni massime stabilite sono molto simili: infatti, come riportato all'interno del Decreto 97-572 del 1997, le
misure massime consentita per il trasporto su strada sono di 2,5 m di larghezza, 4 m di altezza e 12 m di lunghezza.
Le regole per la sosta ed il trasporto delle Tiny Houses sono simili a quelle vigenti per il camper: è infatti possibile
parcheggiare la propria micro abitazione su ruote all'interno del proprio giardino, entro quello di amici e parenti o,
in alternativa, in altri luoghi di interesse. Solitamente è richiesta una sola condizione, ossia che la micro abitazione
in questione non rimanga per più di un certo lasso di tempo (che varia a seconda del paese o del comune analizzato)
in un luogo senza aver dichiarato la sua presenza al municipio. Per quanto riguarda la sosta di una Tiny House,
secondo la legge italiana, case mobili, camper e roulottes stabilmente ancorati al suolo sono infatti considerabili al
pari di vere e proprie costruzioni edili: il Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/01) include infatti le strutture di tipo
mobile che sono fissate al terreno in maniera stabile fra gli interventi di nuova costruzione, interventi per i quali è
sempre necessario un Permesso di Costruzione. All'interno dell’art. 3 del Testo Unico dell’Edilizia, è infatti
riportato come l’installazione di manufatti leggeri (anche quando prefabbricati), o di strutture di quali camper,
roulottes, imbarcazioni, case mobili, eccetera, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro o come
depositi, magazzini e simili, e che non siano volti a soddisfare esigenze di carattere temporaneo, necessiti sempre di
un permesso da parte del comune di riferimento, esclusi i casi in cui tali strutture siano di natura precaria o turistica:
nel 2015, l'art. 52, comma 2, della L. 28/12/2015, n. 221 ha infatti modificando il Testo Unico dell’Edilizia,
alterando di fatto il D.P.R. 380 del 2001 con un aggiornamento della legge relativa al regime edilizio dei manufatti
temporanei, secondo cui "ad eccezione di quelli che siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee o
siano ricompresi in strutture ricettive all’aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il
profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore"¹². Per
quanto concerne invece i manufatti leggeri con funzione estranea a quella turistica, nonostante la norma non indichi
difatti alcun termine temporale per la sosta di strutture quali roulottes, camper e simili, né tantomeno il lasso di
tempo per cui una sosta sia da reputarsi o meno come di natura temporanea, una serie di sentenze in merito, hanno
infine determinato come tale lasso di tempo debba essere uguale o inferiore ai 90 giorni consecutivi. Qualora queste
strutture siano invece destinate ad essere rimosse definitivamente entro un termine non superiore a 90 giorni, esse
rientreranno di fatto all'interno dell’attività edilizia libera realizzabile previa comunicazione al comune, come
previsto dalla legge ai sensi dell’art. 6, comma 2, del D.P.R. 380/2001¹³. Nel caso si desideri rimanere più a lungo
del tempo limite, è però possibile richiedere al Comune in questione l'autorizzazione al soggiorno.
In quanto abitazione di natura mobile, una Tiny House deve essere coperta da assicurazione al pari di un veicolo (in
quanto soggetto al trasporto su strada pubblica) oltre che di un'abitazione (in quanto soggetta ai rischi relativi
all'alloggio). Il costo dell'assicurazione può variare a seconda della zona.
Per quanto riguarda il peso del rimorchio, negli Stati Uniti non vi sono veri e propri limiti, è però consigliato
rimanere al di sotto dei 10.000 libbre (che corrispondono a circa 4535,9237 kg)¹⁴. In Italia, il limite di peso imposto
è leggermente inferiore: nel caso si fosse in possesso di una patente di tipo B, la somma complessiva del peso della
motrice e del rimorchio a pieno carico non dovrà infatti superare i 3500 kg, mentre, nel caso di patente di tipo B96,
lo stesso valore dovrà essere inferiore ai 4500 kg. Per coloro che sono in possesso di una patente di tipologia BE, la
massa complessiva di motrice a pieno carico (il cui peso non dovrà superare i 3500 kg) e rimorchio (massimo
3500Kg) non dovrà invece superare i 7000 kg¹⁵. Al di sopra di tale peso, la patente di circolazione necessaria al
trasporto di una casa di quel genere potrà invece essere di tipo BE o C1E, con le quali è di fatto possibile viaggiare
in tutta la comunità europea¹⁶.
Ma quali sono le caratteristiche principali che fanno di un'abitazione una Tiny House?
Innanzitutto, per essere considerata tale, la micro abitazione, come suggerito dal termine che la identifica, dovrà
avere una dimensione più o meno ridotta rispetto alle abitazioni di tipologia tradizionale, ma soprattutto in rapporto
al numero di individui che la abitano e quindi alla quantità di spazio solitamente destinata ad un individuo entro
un'abitazione di tipo comune.
Infatti, molte micro abitazioni che potrebbero essere molto grandi per un singolo individuo, divengono tali con
l'aumentare dei suoi fruitori, che rendono lo spazio certamente più esiguo rispetto a quello che di norma si avrebbe
in una casa tradizionale. Un esempio di Tiny House di dimensioni abbastanza importanti è Drake dello studio Land
casa
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12. Bosetti Gatti & Partners, «LEGGE 28 dicembre 2015, n. 221: Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di
risorse naturali», in https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2015_0221.htm
13. Redazione Legislazione Tecnica, «Il Regime Edilizio dei Manufatti Temporanei», in http://areaformazione.legislazionetecnica.it/articolo/1005/il-regime-edilizio-dei-manufatti-temporanei
14. Tiny House Bloom, 2020, «Road Limits for Tiny Houses on Wheels», in https://tinyhousebloom.com/road-limits/
15. 2020, «LE NORMATIVE SUL TRAINO», https://www.mossogroup.it/index.php/2020/04/03/le-normative-sul-traino/
16. S.V. Mini House Simone Vecchiato, «FAQ», in https://svminihouse.it/faq/
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Ark, che con i suoi 33 m² può dare alloggio fino ad un numero di 6 persone¹⁷. In generale, quindi, una Tiny House è
tale non tanto per lo spazio che occupa quanto per lo spazio che offre in relazione sia a chi la abita che alla funzione
a cui è destinata. In secondo luogo, la micro abitazione è solitamente caratterizzata da una serie di attributi, che non
costituiscono dei requisiti quanto una serie di connotazioni ritrovabili nella maggioranza delle Tiny Houses, oltre
che caratteristiche spesso dovute proprio alle dimensioni ridotte che identificano questo genere di abitazioni.
Al fine di comprendere le principali caratteristiche della micro casa e di comprendere quando una struttura possa
essere o meno ritenuta una Tiny House, si è infatti reso necessario stilare una lista di aspetti più o meno comuni a
tutte le abitazioni appartenenti a questa categoria, che sono, tipicamente:
- uno spazio abitativo ridotto al minimo necessario
- una forte attenzione alla scelta dei materiali (solitamente di origine naturale e sostenibile)
- una progettazione volta alla durabilità della struttura
- una cura meticolosa per il dettaglio
- un design personalizzato
- una progettazione volta al singolo
- un'alta efficienza energetica
- la presenza di impianti che permettano un'autonomia energetica
- la possibilità di essere trasportate (quando su ruote o non ancorate al terreno)
- la multifunzionalità degli spazi
- la trasformabilità dello spazio abitativo
- una forte cura per la sostenibilità ambientale (anche nella tipologia di impianti energetici, servizi igienici e
materiali da costruzione scelti)
- un design volto a conciliare armonia estetica e razionalità compositiva degli spazi
Oltre a ciò, le Tiny Houses contengono generalmente al loro interno le stesse funzioni abitative che sono ritrovabili
nella abitazioni tradizionali. Al fine di essere considerata una vera e propria casa, una Tiny House deve infatti
rispondere a tutta una serie di requisiti e funzioni abitative che sono comuni a tutti i tipi di abitazione, al pari di
quelle tradizionali.
La natura minimale di queste abitazioni, infatti, fa sì che chi la progetta debba prestare una particolare attenzione
alla selezione di tutte quelle funzioni abitative strettamente necessarie ed alla loro collocazione nello spazio. Oltre a
ciò, la forte riduzione dello spazio abitativo obbliga chi progetta una micro abitazione a trovare sempre nuovi modi
di risparmiare spazio e di concentrare più di una funzione all'interno di mobili trasformabili appositamente ideati.
Solitamente, anche grazie all'osservazione degli esempi prima riportati, è stato possibile notare come spesso, le
micro abitazioni oggi realizzate abbiano in comune tutta una serie di ambienti necessari al compimento della
funzione abitativa:
- un soggiorno
- un angolo cottura o una piccola cucina
- un bagno
- una camera da letto
Molte Tiny Houses presentano sovente anche una piccola zona studio, adibita al lavoro (magari in caso di smart
working o nomadismo digitale) o all'apprendimento scolastico, specialmente all'interno di quelle Tiny Houses
progettate per studenti o da professionisti che lavorano da casa. Alcune di esse, al loro esterno, presentano anche un
piccolo portico o una terrazza, dove potersi sedere all'esterno pur restando al riparo da agenti esterni. Essenziale è
inoltre la presenza di spazi dove poter riporre i propri oggetti o il proprio vestiario: quasi tutte le Tiny Houses sono
infatti dotate di una serie di soluzioni di stoccaggio solitamente ricavate tramite il particolare posizionamento di
vani, cassetti, armadietti e botole, inseriti all'interno di quelle superfici rimaste altrimenti vuote o inutilizzate, quali
pavimenti, scale e scomparti ricavati al di sotto di letti, panche, divani ed altri arredi. Comune a tutte le micro
abitazioni è infatti l'impiego delle cosiddette strategie salvaspazio, soluzioni atte ad utilizzare lo spazio disponibile
alla massima efficienza. Tali strategie sono infatti in grado di rendere uno spazio alquanto ridotto estremamente
capiente oltre che funzionale, poiché massimizzano la metratura dell'abitacolo, rendendolo uno spazio
multifunzionale. Un esempio lampante di questa multifunzionalità, di questo uso calcolato e massimizzato dello
spazio, è la già citata Tiny House aVOID di Leonardo Di Chiara, progettata per contenere al suo interno ogni
funzione abitativa necessaria in un'unica parete incastonata da una serie di mobili multifunzione. Un'altra
particolarità è inoltre la presenza, in molte di queste abitazioni, di impianti a fonte rinnovabile e di soluzioni a basso
impatto ambientale, scelte che denotano una progettazione attenta alla sostenibilità dell'edificio oltre che all’indiindipendenza
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17. TINY LIVING, «Drake by Land Ark», in https://tinyliving.com/drake-land-ark/
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pendenza energetica di chi lo abita. La maggioranza delle micro abitazioni è infatti pensata per avere alte
prestazioni energetiche, oltre che per essere autonoma rispetto alla rete. Ciò rende molte delle Tiny House oggi
esistenti degli ottimi esempi di architettura nZEB, ZEB o EnergyPlus, facendo delle micro abitazioni tra i più
numerosi esempi di abitazioni ecosostenibili oggi esistenti.
In molti, però, ancora oggi, specialmente in Italia, parlando di Tiny Houses, pensano che ci si stia riferendo
esclusivamente alle Tiny Houses On Wheels (T.H.O.W) e che queste siano in realtà semplicemente una versione
più esteticamente "curata" o "sofisticata" di una roulotte. La domanda che sorge spontanea è perciò la seguente:
cosa differenzia, quindi, una Tiny House da una più classica roulotte?
Per rispondere a questa domanda, si è deciso di affidarsi alla risposta di personalità esperte nel campo, quali
produttori ed architetti specializzati. È stata infatti condotta una serie di interviste, riportate qui di seguito, che
hanno coinvolto più di una figura fra quelle oggi attivamente impegnate in questo campo, tra cui l'architetto
specializzato in Tiny Houses Giulia Fasoli ed il titolare dell'azienda S.V. Mini House Simone Vecchiato, anche, e
soprattutto, in maniera da rispondere il più esaustivamente possibile a quei quesiti a cui è spesso difficile dare una
risposta se non tramite l'esperienza diretta, oltre che al fine di dare una definizione il più possibile accurata di "Tiny
House", come definita dalla legge italiana oltre che in base alle caratteristiche che la contraddistinguono rispetto ad
altre tipologie abitative.
INTERVISTE A UN PROGETTISTA E A UN PRODUTTORE ITALIANI
LA TINY HOUSE: DEFINIZIONE E NORMATIVA ITALIANA
metratura rientri nei minimi standard (seguendo quindi anche le direttive del
DECRETO MINISTERIALE SANITÀ 5 luglio 1975, soprattutto l’art. 3).”
1. La Micro Casa è citata nella normativa italiana? Se sì, come? Se no, come
viene considerata?
Vecchiato S. - “In Italia ancora non viene riconosciuta come una vera e
propria abitazione, a causa delle misure ridotte. Quelle trasportabili arrivano
ad un massimo di 30 mq.”
Fasoli G. - “La micro casa non viene citata all'interno della normativa italiana:
l’unica soluzione che si avvicina a questo mondo sono i monolocali, in quanto la
loro metratura, in media sui 30 mq, rispecchia quella di una micro casa, anche se
la disposizione interna e l’efficienza di questi appartamenti dipendono sempre
dall’edificio preso in esame e dalle scelte stilistiche dei proprietari (o dei
progettisti). Quindi sì: i “micro appartamenti” esistono, anche se non hanno un
riferimento normativo differente dagli altri appartamenti e non possono essere
definiti tiny houses.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House non sono citate nella normativa Italiana: non sono
conosciute e nemmeno prese in considerazione.”
2. Com'è classificata la Tiny House entro la normativa italiana?
Fasoli G. - “Se per TINY HOUSE intendiamo quella “su ruote” (on wheels) allora
ci si può rifare al Testo Unico dell’Edilizia, art. 6, comma 2, del D.P.R. 380/2001,
il quale descrive come OPERE TEMPORANEE le opere dirette a soddisfare
obiettive esigenze contingenti e temporanee (manufatti leggeri quali prefabbricati,
roulottes, camper, case mobili, imbarcazioni, utilizzati come abitazioni, ambienti
di lavoro, o depositi, magazzini e simili) e destinate ad essere immediatamente
rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a
90 giorni, rientrano nell’attività edilizia libera realizzabile previa comunicazione
al Comune: prende quindi la stessa definizione di una casa mobile. In Italia non
abbiamo una normativa specifica: per questo ci rifacciamo anche alle leggi che
regolamentano i “veicoli ricreazionali”, secondo la UNI EN 13878:2007. Per le
misure, ci si rifà invece al Decreto 97-572 del 30/05/97, la larghezza massima per
la circolazione è di 2,55 m, con una lunghezza massima compresa di veicolo e
rimorchio è 18,00 m, mentre la larghezza massima del solo rimorchio è di 12,00
m. La Norma UNI EN 721:2005, relativa alla sicurezza e alla qualità abitativa dei
camper, stabilisce le aperture di ventilazione del compartimento. Per le
Installazioni elettriche a bassissimo voltaggio (12V) in corrente continua, ci si
rifá alla Norma UNI EN 1648-2 per gli autocaravan.”
Vecchiato S. - “In Italia, se regolarmente targate, le Tiny House su ruote sono
classificate come un caravan, mentre se fisse (quindi senza ruote) esse devono
necessariamente seguire la normativa edile vigente nel nostro paese.”
3. Può essere abitata come una vera e propria casa tradizionale? Se sì, è
soggetta alle normative di legge relative alla residenza?
Fasoli G. - “Per poter essere abitata come una casa tradizionale, è necessaria
l’abitabilità, oltre che la possibilità di richiedere la residenza. Questo è possibile
solo nel caso in cui il terreno dove viene posizionata la casa sia edificabile e la
4. In Italia, la Tiny House può sostare ovunque? Se no, dove possono
sostare e per quanto tempo?
Fasoli G. - “In Italia sì: può sostare in qualunque campeggio, area di sosta, o
parcheggio camper (in quest’ultimo non ci si può risiedere). Nei terreni
agricoli si può posizionare, ma non ci si può abitare per non più di 90 giorni
consecutivi.”
Vecchiato S. - “Se targate, le Tiny House funzionano come un normalissimo
caravan, quindi possono sostare in aree attrezzate e campeggi. Possono essere
parcheggiate in giardino senza permessi, in quanto veicoli, e nei terreni
agricoli per un massimo di 90 giorni.”
5. Quali sono le dimensioni massime per cui un'abitazione può essere
considerata una Tiny House?
Fasoli G. - “Tendenzialmente con il termine TINY HOUSE si indicano quelle
abitazioni con metratura inferiore ai 37 metri quadri (400 piedi quadrati in
U.S.A.). Mentre per SMALL HOUSE si intendono case inferiori a 93 mq (1000
piedi quadrati in U.S.A.).”
Vecchiato S. - “Max 30 /40 mq.”
6. Qual è il peso standard di una Tiny House di tipo trainabile? Quale il
peso massimo secondo la normativa italiana?
Fasoli G. - “Per essere trainato senza la patente C, il peso del rimorchio a
pieno carico non deve superare le 3,5 tonnellate (3500 kg).”
Vecchiato S. - “In Italia, una Tiny House può pesare al massimo 35 quintali.
Oltre questo peso diventerebbe difficile trainarla da soli e servirebbero
camion molto grossi.”
7. Quali sono le normative energetiche che deve rispettare?
Fasoli G. - “Non ci sono normative specifiche, la scelta di progettisti e
costruttori però tende ad eguagliare le nuove costruzioni nZEB o ZEB, quindi
facendo in modo che l’abitazione consumi poco o niente e che sia
autosufficiente. Le persone che scelgono di vivere in piccolo sono
tendenzialmente propense ad avere un minore impatto sul territorio e vogliono
una casa ecosostenibile.”
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Vecchiato S. - “Se considerata come un’abitazione normale dovrebbe rispettare
gli standard classici, ma essendo di piccole dimensioni tutto viene ridotto al
minimo per via dei pesi da rispettare. Essendo molto piccola, però non presenta la
dispersione termica delle abitazioni tradizionali in muratura. Inoltre, le Tiny
House possono essere completamente indipendenti dal punto di vista energetico,
oppure possono essere allacciate alla rete esistente.”
8. A quali regole dimensionali deve sottostare la Tiny House (soprattutto
quando legata al trasporto via camion o quando di tipo trainabile)?
Fasoli G. - “La larghezza massima per la circolazione è di 2,55 m, mentre la
lunghezza massima, complessiva di veicolo e rimorchio, deve essere di 18,00 m,
con una lunghezza massima del solo rimorchio di 12,00 m. Tendenzialmente, per
non superare il peso di 3500 kg (che permette di trainare il rimorchio con una
patente BE), si realizzano abitazioni non più lunghe di 8,50 metri.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House omologate al trasporto su strada devono rispettare
pesi ed ingombri stabiliti dal ministero dei trasporti. Solitamente, le misure più
diffuse sono dai 4 ai 7 metri di lunghezza e fra i 2 ed i 50 metri di larghezza.
L’altezza è compresa fra un minimo di 3 metri ad un massimo di 4 metri. Il peso
massimo è invece di 35 quintali, salvo qualche struttura fatta per essere trainata
tramite camion: in quel caso, il peso può arrivare anche al di sopra dei 150
quintali.”
9. Per quanto riguarda i servizi, quali sono le norme igieniche da rispettare?
Risponde alle stesse normative di una casa tradizionale? Di che natura sono
gli scarti e dove vengono smaltiti?
Fasoli G. - “Per quanto riguarda i servizi igienici, la Tiny House risponde alle
normative per i veicoli ricreazionali, quindi sono necessari dei serbatoi di
accumulo per acque chiare, grigie e nere. Per i wc ci sono diverse soluzioni, ma,
se si vuole restare sul “classico”, il wc a cassetta dei caravan resta la soluzione
più pratica: se ci si muove frequentemente, si può andare in un qualunque camper
service per scaricare e ricaricare le acque. La scelta dipende quindi molto dal
tipo di utilizzo che si vuole fare della propria casa: nelle soluzioni a secco,
compostabili, è necessario avere un terreno dove scaricare i rifiuti, fare un
compost o simili. Gli inceneritori sono una soluzione interessante, anche se
ancora molto costosa ed energetica dispendiosa: nel caso l'abitazione sia
energeticamente autonoma, sarà infatti necessario tenere conto di questo ulteriore
consumo elettrico, visto che per motivi di sicurezza è meglio prediligere wc dotati
di inceneritore a resistenza elettrica invece che a gas. Tendenzialmente il gas non
è ben visto da chi vuole una tiny house on wheels.”
Vecchiato S. - “Le Tiny house sono principalmente dei monolocali, quindi non
possono avere antibagni, camere chiuse indipendenti eccetera. Difficilmente
rientrano nella normativa scritta per case di altre dimensioni. In Italia sono poco
conosciute e quindi non esiste una vera e propria normativa. I servizi igienici
possono essere di tipo compostante, chimico o tradizionale. Questo può essere
deciso in fase costruttiva in base al tipo di uso o terreno nel quale dovrà poi
sostare la casa.”
LA MICRO CASA ALL'INTERNO DEL MERCATO ITALIANO
10. Quante Tiny Houses vengono prodotte indicativamente all'anno in Italia?
Quante vengono vendute? Quanta richiesta c’è?
Fasoli G. - “In Italia i produttori sono pochi, tendenzialmente si producono case
mobili per i campeggi e non sono tiny houses. La richiesta è di nicchia e molti
sperano di poterla realizzare con le proprie mani come vedono fare in America o
in altri paesi europei come Francia e Germania, ma ovviamente qui questo non è
possibile, quindi si deve parlare con un costruttore e non molti capiscono il
concetto di Tiny House.”
Vecchiato S. - “La mia azienda ne produce dalle 5 alle 10 unità annue. La
richiesta è molto alta ed è in forte crescita.”
11. La domanda per queste tipologie abitative è in calo o in crescita? Rimane
costante nel tempo?
Fasoli G. - “Credo sia in crescita. Non ho un dato certo. Mi sono accorta che
negli anni l’interesse è aumentato e sempre più persone sanno cosa sono le “tiny
house”. Quando iniziai, nel 2016, quasi nessuno sapeva di cosa stessi parlando.
Ora invece, grazie anche alle repliche dei programmi TV, c’è molta più
informazione. Inoltre, ho visto crescere le pagine Facebook, i siti e sempre nuovi
articoli (in italiano) sul tema. Perciò penso sia in crescita anche in Italia (un po’
a rilento rispetto ai nostri vicini, ma sono ottimista).”
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Vecchiato S. - “Attualmente la domanda è in forte crescita, sia sotto il profilo
turistico che sotto quello abitativo.”
12. Chi sono i suoi maggiori acquirenti (fascia d'età, nazionalità, sesso,
status sociale, se sono famiglie, coppie o single, lavoratori, studenti, ecc)?
Quale funzione le assegnano?
Fasoli G. - “In questi ultimi 3/4 anni ho avuto richieste e parlato con diverse
tipologie di persone. Inoltre, pubblicando contenuti su questo tema, ho potuto
fare una prima analisi di target di riferimento. Paradossalmente, le persone
più interessate, che fanno domande e sognano di vivere in una tiny house, sono
giovani, single o in coppia, che però, una volta scontratisi con il prezzo (non
eccessivo, ma comunque alle volte proibitivo), si bloccano. Le persone che
seguono di più i contenuti sono invece donne tra i 45 e i 55 anni: anche nei
gruppi social, infatti, quelli che vogliono davvero realizzare una tiny house
appartengono ad una fascia d’età più alta e sono tendenzialmente ecologisti,
minimalisti e stufi della vita frenetica della città, o hanno un terreno o
pensano di comprarlo e si informano facendo domande concrete
(probabilmente perché dispongono di maggiori disponibilità economiche). Ci
sono state persone che mi hanno contattato per una casa per il figlio (stile
dependance) o anche chi è un genitore single che desidera una casa per sé ed
il figlio. È difficile definire un target esatto.”
Vecchiato S. - “Le fasce di età vanno dai 25/30 ad oltre i 60 anni. Possono
essere anche famiglie, single, pensionati, persone che si spostano in
continuazione per lavoro, ecc.”
LA MICRO CASA IN ITALIA - CARATTERISTICHE E
METODOLOGIE DI REALIZZAZIONE
13. Cosa differenzia una Tiny House su ruote (trainabile) da una roulotte
o da altre tipologie di alloggio temporaneo?
Fasoli G. - “La differenza principale è la funzione. La roulotte è pensata come
veicolo ricreazionale, per brevi periodi, è leggera, poco isolata e con più posti
letto possibili nel minor spazio. La tiny house è pensata come vera e propria
abitazione, per tutto l’anno. Ha un peso maggiore e delle prestazioni elevate.
Sia per quanto riguarda l’isolamento termico-acustico sia per gli impianti di
efficienza energetica. (Lo stesso motivo per cui si differenzia da una casa
mobile). Nella maggior parte sono progettate per essere autonome, è sempre
possibile collegarle alla rete (anche per esempio per ricaricare le batterie dei
servizi). Questo dipende molto dal cliente, dallo stile di vita e dal
posizionamento della casa.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House, concettualmente, sono un ibrido tra
un’abitazione tradizionale in legno ed un caravan, in quanto uniscono la
facilità dello spostamento al comfort abitativo al quale siamo solitamente
abituati, anche se, rispetto ai caravan, sono completamente diverse sia dal
punto di vista strutturale che da quello concettuale: l’isolamento
termoacustico di una Tiny House si avvicina infatti a quello delle abitazioni
tradizionali, così come lo spazio interno, che ricorda una casa di tipo classico,
e gli impianti elettrico ed idraulico. Gli arredi sono in legno massello e non
costruiti con materiali compositi come invece avviene nei caravan. Inoltre,
solitamente, noi usiamo serramenti in alluminio con taglio termico certificati e
dotati di vetro antisfondamento, mentre nei caravan gli oblò sono in plastica.”
14. Quali sono i materiali maggiormente utilizzati? (Questa domanda
riguarda la propria attività in particolare)
Fasoli G. - “La larghezza massima per la circolazione è di 2,55 m, con una
lunghezza massima compresa di veicolo e rimorchio di 18,00 m, mentre la
larghezza massima del solo rimorchio è di 12,00 m. Tendenzialmente, per non
superare il peso di 3500 kg (che permette di trainare il rimorchio con una
patente BE), si realizzano abitazioni non più lunghe di casetta
8,50 metri.”
Vecchiato S. - “Noi usiamo principalmente legno di larice per i rivestimenti
esterni, abbinato ad inserti in alluminio. Per quanto riguarda gli interni e
tutta la struttura, usiamo invece del legno di abete, rovere, pioppo o legno
antico. Essendo le nostre Tiny House completamente personalizzabili, la
gamma di scelta dei materiali è molto ampia.”
15. Qual è la sua durabilità? Per quanti anni di vita e di utilizzo è
pensata?
Fasoli G. - “La durabilità dipende molto dalla realizzazione, tendenzialmente
come un veicolo ricreazionale, circa 20 anni. Ma con le dovute cure ed attenzioni
non credo ci sia un limite di vita. Molto dipende anche dall’uso. Se viene spostata
frequentemente e abitata tutto l’anno ovviamente è soggetta all’usura, ma nulla
che un rinnovo, per esempio del pavimento, non possa aggiustare.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House che produco hanno mediamente una garanzia
strutturale di 10 anni, ma sono pensate per durare più di trent’anni.”
16. La Micro Casa è progettata per essere vissuta sul lungo periodo (anche
quando utilizzata per breve termine)? È potenzialmente una casa a tutti gli
effetti?
per chi ha bisogno di viaggiare (per lavoro o stile di vita), la si abiterà in
maniera più continua e quotidiana, mentre, per chi la utilizza come seconda
casa per le vacanze, sarà un luogo di riposo e ristoro per brevi periodi. Per
chi la posiziona su un terreno e riesce a viverci tutto l’anno come in una
qualunque altra abitazione, sarà invece uno stile di vita ancora diverso dai
due precedentemente descritti. ”
Vecchiato S. - “Può essere abitata sia a lungo termine che a breve termine.
Può essere usata al mare ed anche in montagna, senza nessun problema: la
capacità di carico del tetto è pensata per oltre 800 kg per metro quadrato.”
18. Come viene realizzata una Tiny House?
Fasoli G. - Sì: è potenzialmente una casa a tutti gli effetti. È una diversa
concezione di casa, essenziale e minimalista, che fonda le sue radici non sullo
spreco di spazio, ma sulle funzioni base e sul soddisfare ogni esigenza senza
sprecare spazio. Che sia utilizzata per brevi o lunghi periodi, la Tiny House
risponde ad ogni necessità che una persona possa avere in una casa, anche se si
dovranno adottare alcune accortezze magari non necessarie in un'abitazione di
tipo classico, come ad esempio il non poter fare più cose contemporaneamente o
l'acqua limitata, ma questo fa parte del pacchetto.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House sono generalmente pensate per essere vissute tutto
l’anno, ma possono essere anche utilizzate per brevi periodi. Grazie alla loro
versatilità, si prestano a qualsiasi genere di utilizzo.”
17. Come si abita? (Se a lungo o breve termine, con quale funzione, ecc)
Fasoli G. - “La risposta a questa domanda dipende molto dalla singola persona:
Fasoli G. - “La Tiny House viene realizzata come qualunque altro progetto di
“nuova costruzione”: si parte da un progetto, che il tecnico realizza per il
cliente, ci si affianca ad un costruttore (in questo caso una falegnameria o
un'azienda che costruisce case mobili) e si realizza la casa, che, per poter
essere trasportata su strada, deve uscire dalla fabbrica già con targa e
omologazione.”
Vecchiato S. - “Le Tiny House vengono realizzate quasi esclusivamente con
processi artigianali e su misura. La nostra azienda è abilitata alla costruzione
strutturale del legno ed anche alla costruzione di veicoli speciali. In Italia,
questi sono requisiti fondamentali per dare un prodotto sicuro, certificato ed
omologato. Tutto viene studiato e progettato nella nostra azienda in modo da
trovare sempre la giusta soluzione e risolvere qualsiasi problema in tempo
reale, senza l’ausilio di personale esterno: questo viene fatto per garantire la
massima qualità costruttiva, cosa fondamentale in una struttura che poi potrà
circolare regolarmente su strada.”
A proposito della differenza fra una Tiny House ed una roulotte (o altri tipi di alloggio temporaneo), Giulia Fasoli,
architetto specializzato nella progettazione di Tiny Houses, ha asserito come la differenza fra la prima e la seconda
sia principalmente dovuta alla loro funzione, in quanto la roulotte è in genere progettata come veicolo ricreazionale,
pensato per brevi periodi ed organizzato in maniera da ricavare il maggior numero di posti letto possibili all'interno
di uno spazio unico, di natura temporanea, oltre che per avere una struttura il più leggera possibile, spesso a
discapito di un adeguato isolamento termico, e come la Tiny House sia concepita come una vera e propria
abitazione, pensata e disegnata per essere pienamente funzionante durante tutto l’anno. Ciò determina anche un
peso maggiore, per quanto riguarda la sua struttura, oltre che delle prestazioni alquanto elevate dal punto di vista
energetico. Oltre a questo, nella maggior parte dei casi, le Tiny Houses, rispetto alla roulotte, vengono progettate
per essere completamente autonome, anche se ciò spesso dipende dal cliente che le commissiona o dalla
collocazione delle stesse. Alla stessa domanda, Simone Vecchiato, primo costruttore di Tiny House in Italia¹⁷, ha
invece risposto così: “Le Tiny House, concettualmente, sono un ibrido tra un’abitazione tradizionale in legno ed un
caravan, in quanto uniscono la facilità dello spostamento al comfort abitativo al quale siamo solitamente abituati,
anche se, rispetto ai caravan, sono completamente diverse sia dal punto di vista strutturale che da quello
concettuale: l’isolamento termoacustico di una Tiny House si avvicina infatti a quello delle abitazioni tradizionali,
così come lo spazio interno, che ricorda una casa di tipo classico, e gli impianti elettrico ed idraulico. Gli arredi
sono in legno massello e non costruiti con materiali compositi come invece avviene nei caravan. Inoltre,
solitamente, noi usiamo serramenti in alluminio con taglio termico certificati e dotati di vetro antisfondamento,
mentre nei caravan gli oblò sono in plastica” (13). Dalla serie di casi studio presi in esame, è possibile asserire come
la maggior parte delle Tiny Houses possano avere ben più di una funzione e quindi ricoprire un range di
destinazioni d’uso abbastanza ampio. Le micro case sono infatti spesso impiegate come alloggi per il tempo libero,
collocandosi al pari di camper e roulottes per quanto riguarda la normativa italiana. Nonostante ciò, quasi tutti i casi
esposti hanno in sé la potenzialità di essere utilizzate come delle vere e proprie abitazioni a lungo termine. La
differenza tra roulotte e micro abitazione trainabile può celarsi quindi nell'intenzione che l’oggetto si pone.
Nonostante la forte attenzione per la funzionalità, la roulotte è infatti generalmente concepita come alloggio a breve
termine e per lo stesso motivo non è progettata né per essere energicamente indipendente dal suo contesto né per
rispondere alle esigenze a lungo termine del suo utente, bensì limitarsi alla soddisfazione di bisogni basilari e, in
quanto tali, comuni a tutti gli esseri umani, senza che l’utente possa davvero porre modifiche significative allo
spazio che occupa e rendere quel luogo effettivamente suo. La roulotte si presenta infatti, a differenza della micro
casa, come un modulo abitativo sempre uguale a se stesso, con elementi formali, funzionali e materiali standard,
mai realmente personalizzabili se non nei loro rivestimenti. Il movimento della Tiny House può essere visto in
questo senso come un vero e proprio movimento di ribellione contro la standardizzazione attuata in questi anni dal
mercato nei confronti della casa mobile, un movimento di indipendenza volto ad elevare la progettazione di questo
genere di abitazioni al pari di quella attuabile per le altre forme abitative. Questo, sempre nel rispetto della
costruzione
casetta
23
normativa vigente.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati per la costruzione di queste abitazioni, c'è da dire che essi variano
ampiamente a seconda della tipologia di Tiny House considerata: quando di tipologia fissa, la micro abitazione può
infatti essere costruita impiegando un'ampia gamma di materiali, dai mattoni al cemento, fino al legno, in generale
gli stessi che potrebbero essere utilizzati nelle abitazioni di tipo tradizionale, mentre, quando di tipo mobile, esse
vengono per lo più realizzate in materiali quali il legno, l'alluminio ed altri materiali leggeri che ne possano
consentire il trasporto (come si è potuto tra l'altro osservare attraverso l'analisi dei casi studio raccolti). Alla
domanda riguardante i materiali prevalentemente utilizzati entro la costruzione di una Tiny House, Fasoli ha
affermato come i materiali più frequentemente utilizzati per la costruzione di una micro abitazione, ad esclusione
del telaio (generalmente realizzato in acciaio), siano principalmente il legno e l'alluminio, sia per quanto riguarda la
struttura che per quanto concerne i rivestimenti, e come in molti casi si prediliga l'uso di materiali naturali, anche
per quanto riguarda gli isolanti termici, o di riciclo. Allo stesso modo, Vecchiato ha affermato come la propria
azienda, la S.V. Mini House®¹⁷, prediliga principalmente l'uso del legno, in particolare del legno di larice per
quanto riguarda i rivestimenti esterni (solitamente abbinato a degli inserti in alluminio), e del legno di abete, rovere,
pioppo o legno antico per quanto riguarda invece la realizzazione degli interni e della struttura, ma come l'alta
possibilità di personalizzazione delle proprie micro abitazioni permetta comunque un'ampia scelta dei materiali che
si vogliono utilizzare (14).
Per quanto riguarda la durabilità di questo genere di abitazioni, l'architetto Fasoli ha affermato come la durabilità di
una micro abitazione dipenda prevalentemente dalla metodologia di realizzazione, anche se generalmente la vita
utile di una Tiny House pare aggirarsi intorno ai 20 anni, similmente ai veicoli ricreazionali, o più. Le Tiny Houses
realizzate da Simone Vecchiato, per esempio, hanno una garanzia strutturale di 10 anni ma sono pensate per una
vita utile di più di 30 anni (15).
In genere, le Tiny House sono pensate per essere perfettamente vivibili in ogni stagione e periodo dell'anno,
rendendole versatili nella loro funzione oltre che utilizzabili come abitazioni a tempo pieno (16). In particolare, le
Tiny House progettate da S.V. Mini House possono essere abitate sia per brevi che per lunghi periodi di tempo e
possono essere utilizzate sia al mare che in montagna. In generale, le Tiny House possono essere impiegate sia
come abitazioni permanenti che come case per le vacanze (17) e alloggi temporanei, ad esempio in caso di frequenti
trasferte lavorative.
Ma come si realizza una Tiny House? A questa domanda, Fasoli ha riportato come la realizzazione di una micro
abitazione debba sottostare necessariamente a tutta una serie di procedure e fasi progettuali comuni a tutte le
tipologie abitative, oltre che, in generale, alla maggioranza delle tipologie edilizie di nuova costruzione: si parte
infatti dal progetto, realizzato dal tecnico incaricato, affiancato dal costruttore, e, a progetto approvato, si prosegue
con la sua realizzazione, affidata in questo caso ad un'azienda specializzata nella costruzione di case mobili o ad un
artigiano specializzato nella lavorazione e costruzione di strutture in legno. Un esempio di produttore specializzato
è sicuramente S.V. Mini House, che, come azienda abilitata alla costruzione strutturale del legno ed alla
realizzazione di veicoli speciali, realizza le proprie Tiny Houses in maniera artigianale e con una particolare
attenzione alla qualità. I suoi prodotti sono realizzati su misura ed in maniera completamente autonoma, proprio per
garantire la realizzazione di un prodotto sicuro, omologato e certificato, che possa poi eventualmente circolare
anche su strada in completa autonomia e sicurezza (18).
Per quanto riguarda la normativa italiana, dalle interviste condotte, oltre che dalla consultazione della normativa
italiana, si è potuto determinare come la micro abitazione, per lo meno quella di tipo mobile ed omologata al
trasporto, debbano rispettare i pesi e gli ingombri stabiliti dal Ministero dei Trasporti avere una larghezza massima
di 2,55 m per poter circolare su strada, oltre che una lunghezza massima, complessiva di rimorchio e veicolo, di 18
m, con una lunghezza massima, per quanto riguarda il solo rimorchio, di 12 m. In generale, soprattutto per evitare di
superare i 3.500 kg di peso (il massimo per poter trainare un carico con una patente BE), le micro abitazioni
trainabili non superano mai gli 8,50 m. Come riportato da Simone Vecchiato, le misure più diffuse per le Tiny
House paiono essere quelle comprese tra i 4 e i 7 m di lunghezza, e tra i 2 ed i 50 m di larghezza, mentre l'altezza
deve essere compresa fra un minimo di 3 ed un massimo di 4 m. Il peso massimo che una micro abitazione può
raggiungere è invece quello di 3.500 kg, esclusi i casi in cui le Tiny House in questione siano pensate per essere
trainate via camion (in quest'ultimo caso il peso può infatti superare i 15.000 kg). Inoltre, per ciò che concerne la
definizione di Tiny House in Italia, l'architetto Fasoli ed il produttore Vecchiato hanno affermato come le micro
abitazioni su ruote, all'interno della normativa italiana, siano principalmente classificate come opere temporanee e
come esse debbano sottostare alle leggi sui veicoli ricreazionali, nel caso esse siano di natura mobile, o,
alternativamente, limitarsi a rispettare la normativa edilizia riguardante le abitazioni di tipo tradizionale nel caso
fossero fisse (1). "In Italia", riporta Fasoli, "non abbiamo una normativa specifica: per questo ci rifacciamo anche
alle leggi che regolamentano i “veicoli ricreazionali”, secondo la UNI EN 13878:2007. Per le misure, ci si rifà
invece al Decreto 97-572 del 30/05/97, la larghezza massima per la circolazione è di 2,55 m, con una lunghezza
casetta
24
massima compresa di veicolo e rimorchio è 18,00 m, mentre la larghezza massima del solo rimorchio è di 12,00 m.
La Norma UNI EN 721:2005, relativa alla sicurezza e alla qualità abitativa dei camper, stabilisce le aperture di
ventilazione del compartimento. Per le Installazioni elettriche a bassissimo voltaggio (12V) in corrente continua, ci
si rifà alla Norma UNI EN 1648-2 per gli autocaravan” (2).
Alla domanda riguardante le dimensioni massime per cui un'abitazione può essere considerata una Tiny House,
Fasoli ha affermato come, generalmente, con il termine "Tiny House" si indichino le abitazioni con dimensioni
inferiori ai 37 m², mentre il termine "Small House" si riferisca principalmente alle abitazioni inferiori ai 93 m²,
almeno negli Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Italia, Vecchiato ha asserito come le dimensioni massime per cui una
casa possa essere considerata una Tiny House solitamente si aggirino intorno ai 30 ed i 40 m² (5).
In riferimento alla sosta di una micro casa su ruote, l'architetto Fasoli ha riportato come, almeno in Italia, una di
queste strutture possa sostare, in linea di massima, in qualunque campeggio, area di sosta o giardino privato, con
l'obbligo però che essa rispetti le regole a cui sono soggetti i caravan: le Tiny Houses On Wheels possono infatti
sostare nei parcheggi per camper, dove però non è possibile risiedere, oltre che su terreni agricoli, dove invece può
sostare per un massimo di 90 giorni consecutivi. “Se targate”, afferma infatti Vecchiato, “le Tiny House funzionano
come un normalissimo caravan, quindi possono sostare in aree attrezzate e campeggi. Possono essere parcheggiate
in giardino senza permessi, in quanto veicoli, e nei terreni agricoli per un massimo di 90 giorni” (4). Allo stesso
modo dei veicoli ricreazionali, le micro abitazioni su ruote devono inoltre rispondere ad una serie di norme
igieniche necessarie al raggiungimento di un'adeguata abitabilità di tali strutture. “Per quanto riguarda i servizi
igienici”, riporta Fasoli, “la Tiny House risponde alle normative per i veicoli ricreazionali, quindi sono necessari dei
serbatoi di accumulo per acque chiare, grigie e nere. Per i wc ci sono diverse soluzioni, ma, se si vuole restare sul
“classico”, il wc a cassetta dei caravan resta la soluzione più pratica: se ci si muove frequentemente, si può andare
in un qualunque camper service per scaricare e ricaricare le acque. La scelta dipende quindi molto dal tipo di
utilizzo che si vuole fare della propria casa: nelle soluzioni a secco, compostabili, è necessario avere un terreno
dove scaricare i rifiuti, fare un compost o simili. Gli inceneritori sono una soluzione interessante, anche se ancora
molto costosa ed energetica dispendiosa: nel caso l'abitazione sia energeticamente autonoma, sarà infatti necessario
tenere conto di questo ulteriore consumo elettrico, visto che per motivi di sicurezza è meglio prediligere wc dotati di
inceneritore a resistenza elettrica invece che a gas” (9). In generale, i servizi igienici di una Tiny House possono
essere di vario tipo, dal bagno chimico a quello compostante, fino a quello di tipo tradizionale, sia in base
all'utilizzo che se ne vuole fare che in base al tipo di terreno su cui la micro abitazione sarà collocata (9).
Per quanto riguarda la sfera energetica, invece, Fasoli afferma come non vi siano ancora normative specifiche entro
la legge italiana, anche se, in generale, la performance di queste abitazioni tendono ad eguagliare quelle di altri
edifici di recente realizzazione, riuscendo a raggiungere un consumo energetico nullo o comunque drasticamente
ridotto. Molte delle Tiny Houses oggi esistenti sono infatti estremamente efficienti, se non completamente
autosufficienti, dal punto di vista energetico: le dimensioni estremamente ridotte di tali abitazioni favoriscono infatti
la riduzione dei consumi oltre che della dispersione termica (7).
Infine, per quanto riguarda la presenza della Tiny House all'interno della normativa italiana, essa non è purtroppo
nominata né contemplata all'interno di quest'ultima, rilevandone le evidenti lacune nei confronti delle innovazioni in
campo architettonico. Come affermato dall'architetto Giulia Fasoli, Fasoli G.: “La micro casa non viene citata
all'interno della normativa italiana: l’unica soluzione che si avvicina a questo mondo sono i monolocali, in quanto la
loro metratura, in media sui 30 mq, rispecchia quella di una micro casa, anche se la disposizione interna e
l’efficienza di questi appartamenti dipendono sempre dall’edificio preso in esame e dalle scelte stilistiche dei
proprietari (o dei progettisti). Quindi sì: i “micro appartamenti” esistono, anche se non hanno un riferimento
normativo differente dagli altri appartamenti e non possono essere definiti tiny houses” (1).
Ma qual è il reale impatto che la Tiny House ha avuto e tutt'oggi ha all'interno del mercato italiano?
Nonostante in Italia i produttori specializzati nella realizzazione di tali abitazioni siano pochi in confronto a quelli
presenti nel resto d'Europa, la domanda per questo genere di strutture pare essere in crescita: all'anno, l'azienda S.V.
Mini House ne produce infatti su richiesta dalle 5 alle 10 unità annue. Essendo un mercato di nicchia, ed essendo
molti produttori di caravan e case mobili non ancora informati su cosa sia una Tiny House, spesso la realizzazione
di una di queste abitazioni richiede molto impegno da parte degli individui interessati al loro acquisto. Vi è inoltre
ancora molta disinformazione fra gli stessi interessati, in quanto molti sono coloro che vorrebbero autocostruirne
una propria, come è possibile fare in altri paesi, ignari del fatto che in Italia ciò non sia possibile e che ci si debba
per forza rivolgere ad un costruttore specializzato (10). Secondo la stima fatta da Simone Vecchiato, la domanda
per questo genere di abitazioni sarebbe in crescita sia a fini residenziali che a fini turistici (11).
Secondo un'analisi pubblicata a Gennaio 2020 da Technavio, il mercato delle Tiny Houses è destinato infatti a
crescere in tutto il mondo, con un aumento calcolato, dal 2020 fino all'anno 2024, di circa 5,81 miliardi di dollari,
con un tasso medio di incremento del 7% annuo. Il 53% di questa crescita pare essere destinato ad avvenire in
casetta
25
America del Nord, seguita da Europa, America Latina e Asia¹⁸.
Per quanto riguarda il target d'interesse, Fasoli riporta come, secondo la propria esperienza “paradossalmente, le
persone più interessate, che fanno domande e sognano di vivere in una tiny house, sono giovani (single o in coppia),
che però, una volta scontratisi con il prezzo (non eccessivo, ma comunque alle volte proibitivo), si bloccano. Le
persone che seguono di più i contenuti [di siti, blog, pagine e gruppi social] sono invece donne tra i 45 e i 55 anni:
anche nei gruppi social, infatti, quelli che vogliono davvero realizzare una tiny house appartengono ad una fascia
d’età più alta e sono tendenzialmente ecologisti, minimalisti e stufi della vita frenetica della città, o hanno un
terreno o pensano di comprarlo e si informano facendo domande concrete (probabilmente perché dispongono di
maggiori disponibilità economiche). Ci sono state persone che mi hanno contattato per una casa per il figlio (stile
dependance) o anche chi è un genitore single che desidera una casa per sé ed il figlio. È difficile definire un target
esatto”. Anche Vecchiato testimonia come la fascia d'età delle persone interessate sia di fatto molto ampia e varia,
rendendo quasi impossibile la definizione di un target preciso: in generale, secondo la sua esperienza, il produttore
ha potuto notare come gli individui interessati all'acquisto di una Tiny House abbiano solitamente dai 25 agli oltre
60 anni d'età, e come questi creino insieme un ampio range di categorie, che varia dai nuclei familiari, alle coppie, a
persone single, fino a lavoratori spesso in viaggio, pensionati, eccetera (12).
In ultima analisi, la Tiny House è una tipologia edilizia ancora poco conosciuta oltre che in via di sviluppo, ancora
poco definibile dal punto di vista linguistico o normativo, anche se negli Stati Uniti, dove è nata e da cui si è diffusa
poi a macchia d'olio, essa è stata riconosciuta in molti degli stati membri.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
18. Technavio, 2020, «Tiny Homes Market by Product and Geography - Forecast and Analysis 2020-2024», in https://www.technavio.com/report/tiny-homes-market-industry-analysis
26
INTERESSE E
E PRODUTTORI
PRODUTTORI
INTERESSE
In questo capitolo risponderemo ad un quesito fondamentale per la comprensione del fenomeno della Tiny House e
del suo successo all’interno del mercato internazionale. Appresa la vastità della richiesta per questo genere di
abitazioni, verrà infatti spontaneo chiedersi: chi sono le persone interessate a possedere una Tiny House? E perchè?
Per rispondere a questa domanda, qui di seguito saranno riportati alcuni dati ricavati tramite una serie di sondaggi e
ricerche condotti sul tema.
Per quanto riguarda l'età di coloro che mostrano interesse nell'acquisto di una Tiny House, un'intervista a Matt
Zielenski, analista senior della società di ricerche di mercato "The Freedonia Group", ha rivelato come la
maggioranza degli individui che acquistano una Tiny House sia costituita principalmente da giovani, lavoratori in
pensione e da persone interessate ad uno stile di vita minimalista.
Secondo un sondaggio del 2018, condotto dalla National Association of Home Builders (NAHB), alla domanda
"Considereresti l'acquisto una Tiny House?", ben il 63% (con un 38% di "sì" e un 25% di "forse") dei millennials
americani considererebbe l'acquisto di una Tiny House (ivi definita come abitazione di dimensioni inferiori ai 600
piedi quadrati), più della metà. Oltre a ciò, dallo studio è emerso come il 53% (con il 28% di "sì" ed il 25% di
"forse") dei cittadini americani appartenenti alla Generazione X ed il 45% (20% "sì" e 25% "forse") di quelli
appartenenti alla categoria dei Baby Boomers consideri l'acquisto di una Tiny House in futuro. Al contrario, solo il
29% (con solo il 7% di "sì" ed il 22% di "forse") degli americani appartenenti alla generazione Senior considera
l'acquisto di una Micro Abitazione nel prossimo futuro¹. Nel 2018, uno studio pubblicato dalla Tiny House Society
aveva rivelato come 2 fra coloro che possedevano una micro abitazione su 5 aveva più di 50 anni², confermando in
tal senso come la maggioranza degli utenti di una micro abitazione sia di fatto costituita da giovani lavoratori, ma
anche da una buona parte di over 50. Uno studio condotto in Australia, e più specificamente nel Queensland, nel
2018, ha invece riportato come in quel caso il target d'interesse principale si fosse rivelato essere costituito in primis
da giovani coppie intorno ai vent'anni e da donne single al di sopra dei cinquant'anni di età³.
Il numero degli studi e dei sondaggi fatti a riguardo è purtroppo però ancora molto esiguo e perciò insufficiente a
garantire la restituzione di risultati attendibili. Per questo motivo non ci è ancora possibile avere una panoramica
affidabile della situazione e per lo stesso motivo si è deciso di condurre, al fine di analizzare l'interesse scaturito
dalla Tiny House anche in Italia, un breve sondaggio che potesse restituire un quadro generale, seppur
approssimativo, della situazione italiana.
IN ITALIA
Al fine di determinare il target d’interesse a cui la Tiny House si rivolge, specialmente all’interno del contesto
italiano, è stato infatti condotto un questionario online, attraverso il quale è stato possibile prendere in esame le
risposte fornite da un campione di soggetti volontari facenti parte di gruppi e pagine social selezionate. All’interno
del questionario sono stati analizzati i seguenti dati, con riferimento a quella fascia di popolazione presente sui
social media che correntemente mostra interesse verso l’acquisto o la realizzazione di una micro abitazione e in
generale verso il Tiny Living:
- Età
- Genere
- Funzione che è stata attribuita o che si vorrebbe attribuire alla propria Tiny House
- Modalità di acquisto/realizzazione dell’attuale o futura propria Tiny house
- Pro e contro della Tiny House secondo le esigenze e priorità dei partecipanti
Il questionario ha coinvolto un numero di 53 volontari, selezionati attraverso un metodo di campionamento non
probabilistico a scelta ragionata, essendosi limitato ad analizzare quella parte di popolazione più facilmente
reperibile (in quanto condotto principalmente tramite l'impiego di social media che secondo i dati ISTAT vengono
utilizzati principalmente da persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni, con solo il 28,8% di utenti con età superiore
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
1. Quint R., 2018, «Tiny Homes Might Have Potential Buyers», in http://eyeonhousing.org/2018/02/tiny-homes-might-have-potential-buyers/
2. Morneau D., 2018, «Tiny House Statistics», in https://www.tinysociety.co/articles/tiny-house-statistics/
3. Duccilli A., 2018, «Tiny houses: Planning for affordability and inclusion», in https://research-repository.griffith.edu.au/handle/10072/394198
27
ai 65 anni⁴) oltre che già dichiaratamente interessata al tema della Tiny House (in quanto membri di gruppi e pagine
social dedicate a questa tipologia architettonica). Ogni risposta individuale è stata analizzata singolarmente ed
organizzata in grafici su di un file Excel, in maniera da restituire i dati raccolti nella maniera più accurata possibile,
oltre che di correggere eventuali errori di compilazione da parte dei partecipanti.
Purtroppo, i dati raccolti non sono stati sufficienti a restituire le prospettive e le opinioni di quelle persone al di
sopra dei 65 anni, non essendo stato alcuno dei partecipanti categorizzato come over 65. Non è perciò stato
possibile raccogliere informazioni sulla percezione che le vecchie generazioni potrebbero avere nei confronti di
questo nuovo fenomeno che è quello della Tiny House, complice probabilmente anche la poca conoscenza e quindi
lo scarso utilizzo dei social media che caratterizzano la loro generazione: infatti, solo il 7% delle persone con un’età
superiore ai 65 anni utilizza i social network, meno della metà rispetto alla media europea⁵. Interessanti inoltre sono
i dati relativi all’effettivo numero di proprietari di una Tiny House all’interno del gruppo Facebook ‘Tiny House
Community Italia’: solo il 3,8% delle persone partecipanti al questionario possedeva una Tiny House: la
maggioranza di coloro che hanno risposto alle domande, costituita dal 96,2% dei partecipanti, non ne possedeva
infatti ancora una, ma ne pianificava l'acquisto o l'autocostruzione in futuro.
ETÀ DEI PARTECIPANTI AL QUESTIONARIO
8%
a)
Dall'analisi delle risposte ottenute, è emerso come la maggioranza
delle persone interessate alla costruzione o all'acquisto di una Tiny
House fosse costituita per lo più da donne (73,6%). Il 34% dei
partecipanti era invece di età compresa fra i 25 e i 34 anni, mentre
il 26,4% aveva tra i 18 e i 24 anni. Infine, il 17% dei partecipanti
aveva un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, il 15,1% tra i 45 e i 54
anni ed il 7,5% tra i 55 e i 64.
55-64
15%
26%
18-24
45-54
4%
35-44
25-34
17%
34%
(a)
GENERE DI APPARTENENZA DEI PARTECIPANTI AL
QUESTIONARIO
altro
4%
4%
uomo
23%
a)
Il 73% dei partecipanti al questionario era donna, mentre il 23% si
identificava come uomo. Infine, il 4% ha selezionato l’opzione
"altro".
73%
donna
(b)
Figura 1. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (a) Età, (b) Genere
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
4. CULT ADV, 2020, «Utenti social network: tutte le statistiche 2020», in https://cultadv.com/utenti-social-network-2020/
5. la Repubblica, 2020, «La nostra popolazione over 65 è la meno social d'Europa», in https://www.repubblica.it/cronaca/2020/01/13/news/social_network_over_65-245658835/
28
POSSIEDI UNA TINY HOUSE?
4%
sì
a)
b)
ciao
ciao
c)
Al quesito "Possiedi una Tiny House?", il 96% dei partecipanti ha
risposto "no", mentre solo il 4% ha risposto "sì".
no
96%
(c)
SE NO, VORRESTI POSSEDERNE UNA IN FUTURO?
E, SE SÌ, COME VORRESTI OTTENERLA?
a)
b)
ciao
ciao
c)
ciao
d)
Alla domanda "Se no, vorresti possederne una in futuro? E, se sì,
come vorresti ottenerla?", il 55% dei partecipanti al questionario
ha inoltre risposto "sì, vorrei acquistarne una mia", men-tre il 45%
ha risposto "sì, vorrei costruirne una mia".
a)
b)
ciao
ciao
4%
55%
acquisto
autocostruzione
45%
(d)
c)
ciao
d)
Alla domanda "Se no, vorresti possederne una in futuro? E, se sì,
come vorresti ottenerla?", il 55% dei partecipanti al questionario
ha inoltre risposto "sì, vorrei acquistarne una mia", men-tre il 45%
ha risposto "sì, vorrei costruirne una mia".
e)
Tra coloro che hanno espresso la volontà di acquistare una Tiny
House in futuro, il 25% dei partecipanti ha dichiarato di volere
acquistare da aziende europee, mentre la maggioranza, costituita
dal 75% ha espresso la volontà di acquistare da aziende italiane.
Nessuno dei partecipanti al sondaggio ha selezionato le opzioni
presenti di "azienda americana" o "azienda asiatica", esprimendo
implicitamente la preferenza verso l’acquisto di una di queste
strutture da aziende locali o comunque più geograficamente vicine
al proprio luogo di residenza.
NEL CASO DI PREFERENZA ALL’ACQUISTO
RISPETTO CHE ALL’AUTOCOSTRUZIONE, A
QUALI AZIENDE TI RIVOLGERESTI?
25%
aziende
europee
aziende
italiane
75%
(e)
Figura 2. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (c) Possesso di una Tiny House, (d) Modalità di acquisto/costruzione, (e) Preferenze
riguardanti l’azienda d’acquisto, (f) Destinazione d’uso della propria Tiny House odierna o futura
29
d)
Alla domanda "Se no, vorresti possederne una in futuro? E, se sì,
come vorresti ottenerla?", il 55% dei partecipanti al questionario
ha inoltre risposto "sì, vorrei acquistarne una mia", men-tre il 45%
ha risposto "sì, vorrei costruirne una mia".
DESTINAZIONE D’USO
e)
f)
Tra coloro che hanno espresso la volontà di acquistare una T
House in futuro, il 25% dei partecipanti ha dichiarato di volere a
abitazione
temporanea
10%
Per quanto riguarda la funzione che è stata attribuita o che si
vorrebbe attribuire alla propria Tiny House d’uso, il 55% degli
aderenti ha espresso la volontà di utilizzare la propria futura Tiny
House o di stare utilizzando la propria attuale Micro Abitazione
come abitazione permanente, mentre il 35% di loro ha affermato
di avere intenzione di impiegarla come casa per le vacanze ed il
10% come abitazione permanente.
casa
per le
vacanze
abitazione
permanente
55%
a)
b)
35%
ciao
ciao
(f)
Infine, per quanto riguarda i pro e i contro relativi a questa tipologia abitativa, i partecipanti hanno avuto la possibilità si esprimere la propria
c) ciao
opinione all’interno di una domanda a risposta aperta, dove hanno potuto scrivere i vantaggi riscontrati o percepiti verso questo stile di vita,
ma anche gli svantaggi o gli ostacoli ad esso legati.
d) ciao«
e) Ciao
f)
Ciao
g)
I vantaggi maggiormente riportati all’interno delle risposte individuali, svolte da ciascuno dei partecipanti in maniera completamente autonoma ed in seguito analizzate e categorizzate
singolarmente a seconda degli elementi presenti, sono stati
principalmente i vantaggi di tipo economico, corrispondente al
16% delle risposte, e quelli legati alla possibilità di spo-stamento
di questo genere di abitazioni (quando di tipo mobile),
corrispondenti invece al 14% delle risposte, oltre ai vantaggi di
tipo ambientale, corrispondenti al 12% delle risposte. Tra gli altri
vantaggi riportati, il 10% di questi era inoltre riferito al
minimalismo solitamente legato a questo stile di vita, mentre il
9% al contatto con la natura ed al benessere che ne possono
derivare e l’8% era legato al senso di libertà conferito da questo
genere di abitazioni oltre che alla minore manutenzione di cui
questa generalmente necessita. Oltre a questi, l’indipendenza è
stata nominata il 7% delle volte fra i vantaggi elencati dai
partecipanti, mentre la flessibilità il 5% e la salute il 2% delle
volte.
VANTAGGI DI UNA TINY HOUSE
benessere
9%
mobilità
indipendenza
16%
economici
2% salute
14%
minimalismo
10%
7%
8%
manutenzione
9%
5%
8%
flessibilità
contatto
con la natura
12%
ambiente
libertà
(g)
SVANTAGGI DI UNA TINY HOUSE
h)
Tra gli svantaggi maggiormente nominati dai partecipanti sono
invece stati lo spazio per eventuali ospiti (24%), la necessità di
dover intraprendere un percorso di adattamento al nuovo stile di
vita (21%), le possibili difficoltà relative alla convivenza ed agli
aspetti burocratici (17%) e le problematiche relative alla sosta
(10%) ed allo spostamento (4%). Oltre a questi, sono stati
riportati, anche se in minor parte, preoccupazioni riguardanti il
prezzo di una micro abitazione (3%) ed allo scarso numero di
produttori disposti a spedire in Italia (4%).
prezzi
spostamento
n° produttori
4% 3%
4%
burocrazia
17%
21%
adattamento
spazio per
gli ospiti
17%
24%
convivenza
10%
sosta
(h)
Figura 3. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (g), Vantaggi di una Tiny House (h) Svantaggi di una Tiny House
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
6. Schmidt S., «Tiny Homes: A Booming Market», in https://blog.marketresearch.com/tiny-homes-a-booming-market
7. Welsh N. P., 2019, «The "Tiny House Nation" Series is Now Available on Netflix», in https://www.archdaily.com/916946/the-tiny-house-nation-series-is-now-available-onnetflix#:~:text=Netflix%20has%20published%20a%20new,spaces%20under%20500%20square%20feet.
30
Se ne può dedurre come, essenzialmente, la richiesta di Tiny Houses sia presente in Italia allo stesso modo che
nel resto d’Europa, ma come questa domanda non sia purtroppo accompagnata da leggi chiare e da una
burocrazia efficiente che ne possano permettere un commercio diffuso ed un accesso relativamente immediato.
L’unica informazione riguardante questo genere di abitazioni è inoltre affettata e fornita, in maniera
estremamente incompleta, dai social media, dai pochi articoli e blog dedicati oltre che dai programmi televisivi
americani. Come riportato da MarketResearch.com⁶, negli ultimi anni la consapevolezza dei consumatori nei
confronti delle Micro Abitazioni è di fatto aumentata insieme alla popolarità di programmi televisivi come "Tiny
House Nation", "Tiny House Builders" e "Tiny House Hunters", resa possibile in parte anche grazie alla loro
disponibilità all’interno di importanti piattaforme di streaming tra cui Netflix⁷. Ciò ha reso la conoscenza di
questo genere di abitazioni estremamente approssimativa ed incapace di fornire gli strumenti adeguati a coloro
che desiderano abitare o possedere una Tiny House in virtù di un acquisto consapevole e ragionato. Il più grande
ostacolo per le persone che vorrebbero vivere all’interno di una micro abitazione o acquistarne una in futuro pare
infatti essere, insieme alla paura di un nuovo stile di vita e dei cambiamenti che esso può comportare, una
burocrazia confusa ed incompleta, che manca di definire una normativa chiara e facilmente applicabile per
questo genere di strutture, dalla legge paragonate erroneamente ai trailer nonostante l’utilizzo completamente
diverso per cui esse sono pensate e progettate. La maggioranza degli intervistati desidera infatti acquistare una
micro abitazione, ma non sa come ciò si possa concretizzare sul suolo italiano, essendo i pochi produttori di Tiny
Houses esistenti in Europa raramente disposti alla consegna in Italia ed essendo le leggi italiane ancora ferme a
ciò che era invece che proiettate verso ciò che sarà, rendendo estremamente difficile sia la produzione che
l’acquisto, e di conseguenza il commercio, di queste abitazioni, nonostante la loro domanda sia ormai costante
(se non addirittura in crescita) nel tempo, sia in America che in Europa. Su di un articolo di The Washington
Post, Dan George Dobrowolski, fondatore del Tampa Bay Village e CEO di Tiny House Escape Villages a Rice
Lake, ha affermato infatti come, in concomitanza del lockdown 2020, la propria attività abbia rilevato un
improvviso incremento delle vendite, con un aumento del 120% negli ultimi sei mesi⁸. Lo stesso è accaduto in
Australia, dove, nel mese di Aprile, i produttori hanno visto la vendita delle proprie Tiny Houses duplicarsi in
corrispondenza della pandemia, con cui molti hanno visto in questo genere di abitazioni una risposta rapida ed
efficace all’improvvisa necessità di alloggi. Come riportato dal presidente dell'Australian Tiny House
Association (ATHA), Kim Connolly, entro un articolo pubblicato da ABC News, numerosi sono stati infatti gli
abitanti di aree urbane ad interessarsi all’acquisto di una Tiny House in seguito alla diffusione del COVID-19,
sia da utilizzarsi come ufficio alternativo, lontano dalle distrazioni dell’ambiente domestico, sia come rifugio da
collocarsi in un luogo maggiormente isolato e sicuro dove poter vivere⁹. Come affermato da Matt Zielinski¹⁰,
Senior Analyst di The Freedonia Group, oggi, la maggior parte delle Tiny Houses è prodotta da aziende
specializzate, sebbene alcuni fra i produttori di case tradizionali, case modulari e case prefabbricate si siano
gradualmente interessati al tema, come dimostrato anche dalla recente messa in commercio della prima Tiny
House su rote firmata IKEA, l’IKEA BOHO XL, nata da un progetto iniziato nel 2017 e conclusosi nel 2020
frutto della collaborazione tra ESCAPE, IKEA e Vox Creative¹¹. Le Tiny Houses sembrano infatti essere, come
sostenuto da Zielinski, un segmento in crescita all’interno del mercato degli alloggi modulari, in quanto le loro
dimensioni ridotte permettono in genere una produzione, e quindi una vendita, più rapide. Nonostante le micro
abitazioni costituiscano ancora una quota minima all’interno del mercato immobiliare, il settore sembra essere in
forte crescita, soprattutto nel corso dell’emergenza sanitaria del 2020, emergenza globale con cui la micro
abitazione pare aver suscitato un rinnovato interesse anche per la sua innegabile utilità in caso di familiari in
quarantena a cui si vuole prestare però un aiuto il più possibile immediato ed efficace. Molte di queste abitazioni
sono infatti state impiegate, nel corso della pandemia, come alloggi per gli anziani e per i parenti positivi al
virus, in modo da garantire la sicurezza sia dell’individuo in questione che del suo nucleo familiare. Nonostante
l’innegabile romanticizzazione messa in atto dai media nei confronti delle Tiny Houses, è evidente come il
mercato di queste strutture non sia solo una mera campagna pubblicitaria, come affermato da Schmidt S. in un n
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
8. Edleson H., 2020, «Scaled-down living: Tiny houses make an impact in today’s market», in https://www.washingtonpost.com/realestate/scaled-down-living-the-impact-of-tiny-houses-ontodays-market/2020/10/21/3a6b2cac-f851-11ea-89e3-4b9efa36dc64_story.html
9. Martin M., 2020, «Coronavirus pandemic sees spike in demand for tiny homes as industry moves to make them more accessible», in
https://amp.abc.net.au/article/12248392#aoh=16114275202122&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=From%20%251%24s
10. The Freedonia Group, 2020, «Tiny Homes a Bright Spot in the Prefabricated Homes Market», in https://www.freedoniagroup.com/Content/tiny-homes-prefabricated-homes-market
11. Wang L., 2020, «Don’t Miss IKEA’s Chic, Sustainable Tiny Home—Now Open for Virtual Tours», in https://www.dwell.com/article/ikea-tiny-home-project-escape-923a72be
31
articolo del 2020 sul sito di MarketResearch.com col titolo di «Tiny Homes: A Booming Market». In questo
articolo, Schmidt riporta come, secondo la ricerca di Freedonia, la domanda per questo genere di abitazioni sarà
guidata da diversi fattori chiave, tra cui: il costo relativamente basso di queste strutture (solitamente 1/3 del
prezzo di una casa costruita in loco ed il quale rende la proprietà di una casa alla portata di più consumatori), il
loro potenziale nei confronti della multigenerazionalità (in quanto permettono alle famiglie di creare uno spazio
abitativo separato per i figli all’interno del proprio lotto senza violare i codici di costruzione), una
regolamentazione più rilassata (in quanto gli sforzi dei governi locali per allentare i codici di costruzione e le
leggi sulla zonizzazione potrebbero in futuro consentire la realizzazione di più Tiny Houses) e l’ingombro ridotto
di questo genere di abitazioni (alcune città stanno infatti modificando la propria zonizzazione al fine di
consentire l’installazione di più micro abitazioni su di uno stesso lotto, strategia che potrebbe rivelarsi utile nella
lotta contro l’odierna carenza di alloggi)¹².
In Europa le analisi di mercato su questo tema sono purtroppo ancora difficilmente accessibili, anche se
un’indagine del 2016 ha affermato come, con l’incremento demografico e l’aumento dei prezzi di affitti e terreni
che si stanno verificando nelle città europee, le micro abitazioni, definite come trend urbanistico nato
principalmente da una necessità economica, potrebbero in parte fornire una risposta rapida alla crescente
richiesta di abitazioni compatte a prezzi accessibili delle grandi città, dati i loro ridotti tempi di realizzazione, la
loro bassa impronta ecologica ed i loro costi relativamente contenuti. Decisiva è (nel caso di micro abitazioni di
tipo mobile) anche la loro possibilità di essere spostate da un sito all’altro a seconda della necessità e di essere
quindi riutilizzate in diversi ambiti indipendentemente dal contesto di inserimento¹³.
Per comprendere meglio la natura del Tiny House Movement, è necessario volgere uno sguardo alla sua
influenza e trasposizione all’interno del mercato. Qui di seguito, una serie di grafici intendono illustrare il
numero approssimativo di produttori di micro abitazioni in base al continente (fig.4), al fine di analizzare il
fenomeno su scala globale in maniera semplice ed immediata e da restituire una fotografia il più accurata
possibile dell’attuale offerta di mercato di questa tipologia abitativa.
Produttori di Tiny Houses nel mondo per
continente (2020)
140
120
100
80
60
40
20
0
Nord America
115
Europa
Europa
42
Sud America
Oceania
Asia
10
12
12
Numero di aziende produttrici
Nord America
Sud America
Europa
Oceania
Asia
Figura 4. Grafico raffigurante il numero di produttori di micro case nel mondo divisi per continente
I dati sopra riportati sono stati ricavati attraverso la consultazione di quegli elenchi oggi disponibili (in questo
caso reperiti nel sito di Tiny Living¹⁴ e su quello di Home Builder Digest¹⁵) in rete, oltre che tramite una
valutazione approssimativa del numero di siti aziendali disponibili su internet per ognuno dei continenti
analizzati. Molti degli elenchi oggi reperibili online sono infatti purtroppo obsoleti, in quanto mancanti di molte
delle aziende oggi disponibili per la realizzazione di una Tiny House o al contrario contenenti i nomi di aziende
non più esistenti. Allo stesso modo, questa analisi potrebbe mancare del nome di alcuni dei produttori.
Nonostante ciò, l’elenco sotto riportato può essere utile al fine di restituire uno sguardo sullo stato attuale, in
maniera anche da visualizzare i reali numeri del fenomeno. In alcuni paesi il dato è emergente, soprattutto per
quanto riguarda gli Stati Uniti, dove il fenomeno ha avuto origine. Come reso evidente dal grafico sottostante, il
numero di produttori di queste strutture è spiccatamente elevato in Nord America, dove quest’ultimo raggiunge
un totale di circa 115 aziende, di cui 109 specializzate nella produzione e nella vendita di sole micro abitazioni.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
12. Schmidt S., «Tiny Homes: A Booming Market», in https://blog.marketresearch.com/tiny-homes-a-booming-market
13. Catella, 2016, «Micro houses in Europe: an urban trend born of economic necessity?», in https://www.catella.com/globalassets/cision/documents/2016/20160201-catella-micro-homesexamined-a-solution-to-urban-restructuring-en-1-2097588.pdf
32
In Europa, invece, i produttori di Tiny Houses sono circa 42 in totale, di cui 27 specializzati nella produzione e
vendita di sole micro abitazioni e di cui 15 si occupano anche di altre tipologie abitative e architettoniche, mentre
in Sud America tale numero scende a circa 10 produttori (di cui nessuno dedito alla progettazione e costruzione
di altre tipologie abitative, da quello che è stato possibile trovare in rete). Sia in Asia che in Oceania il numero di
produttori di Tiny Houses si aggira invece intorno ai 12, di cui, per quanto riguarda l’Asia, solo 1/3 (4) dei
produttori pare essere specializzato nell’esclusiva realizzazione di Tiny Houses, mentre i restanti 8 si occupano
anche di altri progetti, e di cui, per quanto concerne l’Oceania, 11 sono specializzati nella vendita di micro
abitazioni e solo 1, in Australia, è dedicato anche alla progettazione di altro (fig.5).
Produttori specializzati e non per continente
120
109
100
80
60
40
20
0
27
15
EUROPA
6
10
0
NORD AMERICA SUD AMERICA
Produttori Specializzati
4
8
ASIA
11
1
OCEANIA
Produttori non specializzati
Figura 5. Grafico raffigurante il numero di produttori di micro case nel mondo divisi per continente
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
14. Tiny Living, «Tiny House Builders», in https://tinyliving.com/builders/
15. Home Builder Digest, 2020, «The Best Tiny Home Builders in the US», in https://www.homebuilderdigest.com/the-best-tiny-home-builders-in-all-50-states/
33
LOCALIZZAZIONE PRODUTTORI
108
39
113
106 105
107
101 104102
34 92 97
66
59 61
35 15
62
60 58 63 89 93 96 94 95
90
67 64 68 91
65 69
35
6 17 11
21
2
1
1
98
19
22
13
2
7
37
24 23
5
32 20 34
28 33
29
36 25 18
3
12 40
13 16
38
26
11 31
15
4
9
14
10
41 30 42
8
112
111
115 110
41
114
103 39
36
109 48
40
37
49 1
26
55 56 70 50 87
99
3
25 21
8
18 22
71 88
4
16 11
20
5
24 23
11 13 10 12
2 74 73 51 46
7
14 19 57 47 6
42
76 53 52
85 4243
84 83 78 86 38 30 31 72
32
9 54 81
82
77 79
28 27
80
29
33
9
10 3
4
8
5
6
7
1
6
8
8
7
10
9
3
5
4
2 5
9
2
4
10
1
LEGENDA:
N. Produttori specializzati
N. Produttori non specializzati
Figura 6. Planisfero raffigurante la localizzazione dei diversi produttori di Tiny Houses al mondo
EUROPA:
1. Tiny House Scotland, Scozia,
https://tinyhousescotland.co.uk/
2. Tiny House Company, Polonia,
https://tinyhousecompany.pl/en/buy
3. Tiny Wunder House, Romania,
http://www.tinywunderhouse.com/
4. Serena.House, Spagna, https://serena.house/en/tinyhouse-construction-spain/
5. Ark Shelter, Danimarca, https://ark-shelter.com/
6. Kodasema, Estonia, https://www.kodasema.com/
7. Liberté Tiny House, Olanda,
https://libertetinyhouses.nl/en_GB/
8. Echo Living, Scozia, https://www.echoliving.co.uk/
9. ÁBATON Arquitectura, Spagna, https://abaton.es/es/
10. CHURTICHAGA+QUADRA-SALCEDO Arquitectos,
Spagna, http://www.chqs.net/
11. Pagano, Italia, https://www.pagano.it/
12. SV Mini House, Italia, https://svminihouse.it/
13. La maison qui chemine, Francia,
https://www.lamaisonquichemine.fr/
14. Tiny House Spain, Spagna, https://www.tiny-house.es/
15. Leonardo di Chiara, Italia,
http://www.leonardodichiara.it/your-tiny-house/
16. Bimify, Francia, https://tinyhouse-bimify.fr/
17. Katus, Estonia, https://katus.eu/
18. Ecocapsule, Slovacchia, https://www.ecocapsule.sk/
19. Tiny ECO Homes UK, Regno Unito,
https://www.tinyecohomesuk.com/about-us
20. KOOP Architekten, Germania, https://koop-hc.de/
21. Q-haus, Estonia, https://qhaus.eu/
22. Tiny Escape, Germania, https://en.tinyescape.de/
23. Tiny House, Regno Unito,
https://www.tinyhouseuk.co.uk/
24. Hello Wood, Ungheria, https://hellowood.eu/
25. Optinid, Francia, http://www.optinid.fr/
26. ekokoncept, Slovenia, http://www.ekokoncept.com/
27. Cahute, Francia, https://cahute.com/en/
34
28. Baluchon, Francia, https://tinyliving.com/baluchon/
29. Holandrés, Spagna, https://www.holandres.com/
30. houzEKO, Slovenia, https://houzeko.com/
31. tinyLiving, Germania, https://www.tiny-living.net/en/
32. Wenink \ Holtkamp Architecten, Pesi Bassi,
https://weninkholtkamp.nl/
33. Berghaus, Germania, https://berghaus.io/
34. Norske Mikrohus, Norvegia,
https://norskemikrohus.no/english
35. Solido House, Romania, https://solidohouse.ro/
36. Natura i architektura, Polonia,
https://naturaiarchitektura.pl/en/projects/
37. Alternative House, Svizzera,
https://www.alternativehouse.eu/
38. Feste, Norvegia, http://www.feste.no/
39. ECO TINY HOUSE, Romania,
https://ecotiny.house/company/
40. Nuno Pimenta, Portogallo,
https://www.nunopimenta.com/
41. Daniel Martí, Spagna, http://www.danielmarti.es/
42. The Tiny Housing Co., UK,
https://www.thetinyhousing.co/
NORD AMERICA:
1. Backcountry Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.backcountrytinyhomes.com
2. AL Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.altinyhomes.com/
3. Harmony Tiny Homes, Stati Uniti,
https://harmonycom.com/
4. Timbercraft Tiny Homes, Stati Uniti,
https://timbercrafttinyhomes.com/
5. Free2Roam Tiny Homes, Stati Uniti,
http://www.free2roamtinyhomes.com/
6. LuxTiny, Stati Uniti, http://www.luxtiny.com/
7. Tiny Treasure Homes, Stati Uniti,
http://www.tinytreasurehomes.com/
8. Uncharted Tiny Homes, Stati Uniti,
http://www.unchartedtinyhomes.com/
9. Artistree Home, Stati Uniti,
https://www.artistreehomes.com/
10. California Tiny House, Stati Uniti,
https://www.californiatinyhouse.com/
11. Forever Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.forevertinyhomes.com/
12. Humble Handcraft, Stati Uniti,
https://www.humblehandcraft.com/
13. KJE Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.kjetinyhomes.com/
14. Living Vehicle, Stati Uniti,
https://www.livingvehicle.com/
15. Molecule Tiny Homes, Stati Uniti,
https://moleculetinyhomes.blogspot.com/
16. Sierra Tiny Houses, Stati Uniti,
https://sierratinyhouses.com/
17. Tiny Mountain Houses, Stati Uniti,
https://www.tinymountainhouses.com/
18. Tumbleweed Tiny House Company, Stati Uniti,
https://www.tumbleweedhouses.com/
19. Zen Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.zentinyhomes.com/
20. Atlas Tiny House, Stati Uniti,
http://www.atlastinyhouse.com/
21. Hideaway Tiny Homes, Stati Uniti,
http://myhideaway.life/
22. Kamtz Tiny Home Company, Stati Uniti,
http://kamtztinyhomes.com/
23. Land Ark RV, Stati Uniti, https://landarkrv.com/
24. MitchCraft Tiny Homes, Stati Uniti,
https://mitchcrafttinyhomes.com/
25. Rocky Mountain Tiny Houses, Stati Uniti,
https://rockymountaintinyhouses.com/
26. SimBLISSity Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.simblissitytinyhomes.com/
27. Cornerstone Design Build, Stati Uniti,
https://www.cornerstonetinyhomes.com/
28. Movable Roots, Stati Uniti,
6
7
3
https://www.movableroots.com/
29. SANCTUARY, Stati Uniti,
https://www.sanctuarytinyhomes.com/
30. Free Range Tiny Homes, Stati Uniti,
https://freerangehomes.com/
31. Hummingbird Tiny Housing, Stati Uniti,
http://hummingbirdhousing.com/
32. Mustard Seed Tiny Homes, Stati Uniti,
https://mustardseedtinyhomes.com/
33. Tiny Home Builders, Stati Uniti,
https://www.tinyhomebuilders.com/
34. Tiny Idahomes, Stati Uniti,
https://www.tinyidahomes.com/
35. Tiny Portable Cedar Cabins, Stati Uniti,
https://www.tinyportablecedarcabins.com/
36. Bantam Built Homes, Stati Uniti,
https://bantambuilthomes.com/
37. Carpenter Owl, Stati Uniti,
https://www.carpenterowl.com/
38. Elite Tiny Homes, Stati Uniti,
http://elitetinyhomes.com/
39. Tiny Homes of Maine, Stati Uniti,
https://tinyhomesofmaine.com/
40. B&B Micro Manufacturing, Stati Uniti,
https://bbtinyhouses.com/
41. Alchemy Architects, Stati Uniti,
https://alchemyarch.com/
42. Custom Container Living, Stati Uniti,
https://www.customcontainerliving.com/
43. Mini Mansions Tiny Home Builders, Stati Uniti,
https://minimansionstinyhomebuilders.com/
44. Alternative Living Spaces, Stati Uniti,
https://alternativelivingspaces.com/
45. Old Hippie Woodworking & Design, Stati Uniti,
http://oldhippieww.com/
46. Big B’s Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.bigbtinyhomes.com/
47. Extraordinary Structures, Stati Uniti,
https://extraordinarystructures.com/
48. Bear Creek Tiny Houses, Stati Uniti,
https://bearcreektinyhouses.com/
49. Tiny Hamptons Homes, Stati Uniti,
https://tinyhamptonshomes.com/
50. Willowbee Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.willowbeetinyhomes.com/
51. Blue Ridge Tiny Homes, Stati Uniti,
http://blueridgetinyhomes.com/
52. Buck’s Tiny Houses, Stati Uniti,
https://www.buckstinyhouses.com/
53. Perch & Nest, Stati Uniti,
https://www.perchandnest.com/
54. Tiny Life Construction, Stati Uniti,
http://www.tinylifeconstruction.com/
55. Maverick Tiny Homes, Stati Uniti,
https://mavericktinyhomes.com/
56. Modern Tiny Living, Stati Uniti,
https://www.moderntinyliving.com/
57. Cheeky Monkey Tiny Houses, Stati Uniti,
https://cheekymonkeytinyhouse.com/
58. Covo Tiny House Company, Stati Uniti,
https://www.covotinyhouse.com/
59. Daystar Tiny Home, Stati Uniti,
https://www.daystartinyhomes.com/
60. Ideabox, Stati Uniti, https://www.ideabox.us/
61. Oregon Cottage Company, Stati Uniti,
https://oregoncottagecompany.net/
62. Rich’s Portable Cabins, Stati Uniti,
https://www.richsportablecabins.com/
63. Shelter Wise, Stati Uniti, https://www.shelterwise.com/
64. Thimble Homes, Stati Uniti,
https://www.thimblehomes.com/
65. Tiny Heirloom, Stati Uniti,
https://www.tinyheirloom.com/
66. Tiny Mountain Houses, Stati Uniti,
https://www.tinymountainhouses.com/
67. Tongue & Groove Tiny Homes, Stati Uniti,
http://tongueandgroovehomes.com/
68. Tru Form Tiny, Stati Uniti, https://truformtiny.com/
69. Wood Iron Tiny Homes, Stati Uniti,
https://woodirontinyhomes.com/
70. 84 Lumber, Stati Uniti, https://84tinyliving.com/
71. Liberation Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.liberationtinyhomes.com/
72. Green River Log Cabins, Stati Uniti,
https://www.greenriverlogcabins.com/
73. Incredible Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.incredibletinyhomes.com/
74. New Frontier Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.newfrontiertinyhomes.com/
75. Tiny House Chattanooga, Stati Uniti,
https://tinyhousechattanooga.com/
76. Wind River Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.windrivertinyhomes.com/
77. American Tiny House, Stati Uniti,
https://www.americantinyhouse.com/
78. ATX Tiny Casas, Stati Uniti,
https://www.atxtinycasas.com/
79. Backcountry Containers, Stati Uniti,
https://backcountrycontainers.com/
80. CargoHome, Stati Uniti, https://www.cargohome.com/
81. Hill Country Tiny Houses, Stati Uniti,
https://hillcountrytinyhouses.com/
82. Indigo River Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.indigorivertinyhomes.com/
83. Kanga Room Systems, Stati Uniti,
http://kangaroomsystems.com/
84. NOMAD, Stati Uniti,
http://www.nomadtinyhomes.com/
85. Raw Design Creative, Stati Uniti,
http://rawdesigncreative.com/
86. Tiny House Building Company, Stati Uniti,
https://www.tinyhousebuildingcompany.com/
87. Backcountry Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.backcountrytinyhomes.com/
88. Big Freedom Tiny Homes, Stati Uniti,
https://www.bigfreedomtinyhomes.com/
89. Greenpod Development, Stati Uniti,
https://www.greenpoddevelopment.com/
90. Handcrafted Movement, Stati Uniti,
https://handcraftedmovement.com/
91. Pocket Mansions, Stati Uniti,
https://www.pocketmansions.com/
92. Seattle Tiny Homes, Stati Uniti,
https://seattletinyhomes.com/
93. Tiny Houses of Washington, Stati Uniti,
https://tinyhousesofwashington.com/
94. West Coast Homes, Stati Uniti, http://www.westcoasthomes.com/
95. Zyl Vardos, Stati Uniti, http://www.zylvardos.com/
96. Minim Micro Homes, Stati Uniti,
https://minimhomes.com/
97. Escape Traveler, Stati Uniti,
https://www.escapetraveler.net/
98. Wheelhaus, Stati Uniti, https://wheelhaus.com/
99. Teacup Tiny Homes, Canada,
https://teacuptinyhomes.com/
100. Canadian Tiny Homes, Canada,
https://canadiantinyhomes.ca/
101. Healthy Homes, Canada,
https://www.bengarratt.com/tinyhealthyhomes/
102. Hummingbird Micro Homes, Canada,
https://hummingbirdmicrohomes.com/
103. Mint Tiny House Company, Canada,
https://www.minttinyhomes.com/
104. Nelson Tiny Homes, Canada,
https://nelsontinyhouses.com/
105. Rewild Homes, Canada,
https://www.rewildhomes.com/
106. Summit Tiny Houmes, Canada,
https://www.summittinyhomes.com/
107. Sunshine Tiny Homes, Canada,
https://www.sunshinetinyhomes.com/
108. Westcoast Outbuildings, Canada,
http://outbuildings.ca/
109. Cabinscape, Canada, https://www.cabinscape.com/
110. Cabane, Canada, http://minicabane.com/
111. Ma Maison Logique, Canada,
https://www.mamaisonlogique.com/
112. Minimaliste, Canada, https://minimalistehouses.com/
113. Leckie Studio Architecture + Design, Canada,
https://leckiestudio.com/
114. True North Tiny Homes, Canada,
https://www.truenorthtinyhomes.ca/
115. Barry's Bay Tiny Homes and Trailer Sales, Canada,
https://www.barrysbaytinyhomes.ca/
SUD AMERICA:
1. Tiny Houses Brasil, Brasile,
http://tinyhousebrasil.com.br/
2. Sustentic House, Argentina,
http://www.sustentichouse.com/
3. Tiny House Argentina, Argentina,
https://www.tinyhouseargentina.com.ar/
4. Mini casas Argentina, Argentina,
http://www.minicasasarg.com/
5. Latinys, Argentina, https://latinys.com/
6. Tiny Brasil, Brasile, https://www.tinybrasil.com.br/
7. Bruno Zaitter, Brasile, https://www.brunozaitter.com/
8. Piacesi, Brasile, https://www.piacesi.com/
9. FABRIHOME, Cile, http://www.fabrihome.cl/
10. Thompson’s Arquitectos, Cile,
https://www.thompsonsarquitectos.com/
ASIA:
1. Alex Nerovnya, Russia, http://en.alex-nerovnya.com/
2. BIO-Architects, Russia, http://www.bio-architects.com/
3. Snow Peak, Giappone, https://kkaa.co.jp/
4. Muji, Giappone,
https://www.muji.com/jp/mujihut/en.html
5. Tiny House, Giappone, https://tinyhouse-japan.com/
6. Tiny House Japan, Giappone,
https://www.tinyhousejapan.com/
7. Big Tiny, Giappone, https://www.bigtiny.com.sg/
8. People's Architecture Office, Cina, http://www.peoplesarchitecture.com/pao/en
9. Yadoraki, Giappone, https://yadokari.net/
10. TAKESHI HOSAKA Architects, Giappone,
http://www.hosakatakeshi.com/
11. Ul’janochkin, Russia, https://ds-au.ru/
12. Dubldom, Russia, https://dubldom.com/us
OCEANIA:
1. Wagonhaus Co, Australia,
https://www.wagonhaus.com.au/
2. Tiny Life Creations, Australia,
https://tinylifecreations.com.au/custom-creations/
3. Tiny House Builders, Nuova Zelanda,
https://tinyhousebuilders.co.nz/
4. studio edwards, Australia, https://www.studioedwards.com/
5. Häuslein, Australia, https://www.hauslein.com.au/
6. Absolute Tiny House, Nuova Zelanda,
https://absolutetinyhouses.co.nz/
7. Build Tiny, Nuova Zelanda, https://www.buildtiny.co.nz/
8. Aussie Tiny Houses, Australia,
https://aussietinyhouses.com.au/
9. Contained, Australia, https://contained.com.au/
10. Designer ECO Tiny Homes, Australia,
https://designerecotinyhomes.com.au/
11. The Tiny House Company, Australia,
http://www.tinyhousecompany.com.au/
12. Walden, Australia, https://meetwalden.com/
35
ESEMPI NEL MONDO
Qui di seguito sono riportati una serie di esempi di micro abitazione. Ciò è stato fatto principalmente con l’obiettivo
di tentare una prima classificazione di questo genere di abitazioni, ma anche con lo scopo di analizzare i diversi
contesti e modalità in cui queste abitazioni possono essere inserite, impiegate e realizzate.
A causa della vastità del fenomeno e dell’ampia varietà di esempi oggi disponibili, si è scelto di analizzare un
numero cospicuo di casi, principalmente al fine di garantire una comprensione il più possibile variegata del tema,
ma anche con lo scopo di trasmettere l’effettiva eterogeneità di questo genere di strutture, non riducibili a pochi
campioni, che renderebbero la consapevolezza verso questo genere di strutture molto parziale se non estremamente
semplicistica.
Dal vasto assortimento di casi selezionati sono stati scartati tutti quelle strutture realizzate in maniera indipendente
da cittadini privi di formazione professionale e sono invece stati favoriti quegli esempi frutto della progettazione di
figure professionali quali architetti, ingegneri e produttori specializzati.
Le Tiny Houses analizzate sono state inizialmente suddivise per tipologia e successivamente schedate secondo
diversi criteri finalizzati all'analisi di ognuna delle tipologie individuate.
La prima divisione da farsi è fra micro abitazione fissa e micro abitazione mobile, dove la "micro abitazione fissa" è
una micro abitazione che non è stata ideata o progettata per il suo trasporto e dove "micro abitazione mobile" è
invece definita come micro abitazione la cui progettazione e costruzione sono volte alla creazione di un edificio
residenziale pensato per il suo trasferimento nel corso del tempo, sia esso di natura frequente o occasionale.
Le categorie di micro abitazione fissa e mobile sono successivamente state suddivise a loro volta in ulteriori
tipologie: sotto la voce di "micro abitazione fissa" sono state infatti individuate quelle di tipo:
- Apogeo
- Ipogeo
- Sopraelevato
- Mentre fra le micro abitazioni di tipo mobile sono state individuate quelle di tipo:
- Scomponibile
- Trasportabile
- Trainabile
- Galleggiante
Con il termine "micro abitazione fissa apogea" si è voluto definire quel genere di micro abitazione che è stata
progettata per un'installazione definitiva a livello del terreno, mentre con il termine "micro abitazione fissa ipogea"
quelle micro abitazioni progettate per essere collocate al di sotto del livello del terreno. Con "micro abitazione fissa
sopraelevata" si è invece voluto definire quel genere di micro abitazioni che sono rialzate rispetto al livello del
terreno, che siano esse sorrette da palafitte, alberi o travetti.
Con il termine "micro abitazione mobile scomponibile" si è inoltre voluto indicare quelle micro abitazioni
progettate per il loro trasferimento (solitamente più sporadico) tramite smontaggio e rimontaggio in diversa sede,
mentre con "micro abitazione mobile trasportabile" si è voluto definire quelle micro abitazioni agganciare al terreno
le cui dimensioni sono pensate per rendere possibile il loro trasporto tramite l'uso di macchinari per il sollevamento
e di mezzi speciali. Con "micro abitazione mobile trainabile" sono invece state definite quelle micro abitazioni il cui
telaio è fissato ad un rimorchio dotato di ruote, rendendolo così trainabile su strada tramite l'impiego di un
automezzo, mentre con "micro abitazione mobile galleggiante" sono state definite quelle micro abitazioni in grado
di spostarsi e galleggiare sull'acqua.
I criteri indagati per ognuno dei casi studio, nell'ordine con cui essi sono stati inseriti all'interno di ognuna delle
schede analitiche, sono invece stati:
- Nome del progetto
- Nome dei progettisti
- Aziende e produttori coinvolti
- Localizzazione
- Anno di realizzazione
- Tempi di realizzazione
- Tempi d'uso
- Costo
- Dimensioni
- Contesto di inserimento
- Destinazione d'uso
- Fruitori
- Tipologia
- Caratteristiche
- Montaggio
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- Trasporto
- Attacco a terra
- Attrezzabilità
- Involucro esterno
- Ampliabilità
- Materiali
- Strategie costruttive ed energetiche
Ad ognuno degli esempi analizzati sono stati inoltre annesse una serie di immagini illustrative, una mappa con
rispettiva geolocalizzazione ed una pianta schematica. Alla fine del capitolo è invece stata inserita una scheda
riassuntiva di tutti i casi studio analizzati in maniera individuale comprensiva di ulteriori esempi disponibili in rete,
insieme ad un planisfero atto alla loro approssimativa localizzazione.
Seguono le schede.
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LA CASA FISSA APOGEA
A45
Bjarke Ingels Group
https://big.dk/#projects
Figura 1. Carbone Matthew, A45 by Bjarke Ingels Group, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/
NOME DEL PROGETTO: A45
PROGETTISTI: Bjarke Ingels Group (BIG) e Soren Rose Studio
PRODUTTORI E AZIENDE: Klein, Dinesen, Morsø, Gagganau, Kvadrat,
Carl Hansen & Søn, Suite New York, Københavns Møbelsnedkeri, XAL, Vola
LOCALIZZAZIONE: Shandanken, New York, United States, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 4-6 mesi
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: € 95.600
DIMENSIONI: 17 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: naturale, turistico, urbano, rurale
DESTINAZIONE D'USO: rifugio, abitazione, alloggio temporaneo
FRUITORI: da 1 a 3 persone
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Figura 2. A45: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 3. Carbone Matthew, A45: (a,b) Viste dell’interno, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/
Figura 4. Bjarke Ingels Group, A45: pianta e sezioni, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, prefabbricata, fissa, apogea
CARATTERISTICHE: la forma dell'abitacolo, caratterizzato da una superficie interna di 17 m², è frutto della rivisitazione del tradizionale
rifugio con tetto a falda (A-frame), da cui si distingue per la sua pianta quadrata, necessaria ad un migliore utilizzo dello spazio. La micro
abitazione raggiunge complessivamente un'altezza di 4 metri lineari, portando l'inclinazione della coperta al usufruire di tutti gli ambienti
interni.
MONTAGGIO: la struttura è assemblata in loco tramite il montaggio di moduli prefabbricati, montati e collocati su di una serie di pilastri,
che consentono di tenere separata la struttura dal suolo.
TRASPORTO: la struttura ha un peso complessivo di 8250 kg e viene trasportata disassemblata tramite l’impiego di un autocarro.
ATTACCO A TERRA: l'abitazione è rialzata di 3,9 m dal suolo da 4 pilastri in calcestruzzo
ATTREZZABILITÀ: al suo interno, la casa comprende una zona giorno, dotata di un camino a legna, un soggiorno, una zona pranzo ed un
angolo cottura, un bagno con doccia ed una camera da letto. Al di sopra di un soppalco, resa raggiungibile da una scala, si trova invece una
seconda camera da letto.
INVOLUCRO ESTERNO: realizzato in legno di pino e pannelli di sughero, la struttura si presenta come un volume geometrico piramidale,
ottenuto dalla rotazione a 45 gradi del più tradizionale rifugio con tetto a falda (A-frame), di cui questo progetto è la rivisitazione.
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AMPLIABILITÀ: l'ampia vetrata
triangolare che caratterizza la zona giorno
è composta da sette parti in vetro e rende
la micro casa un luogo di continuo
dialogo con l'ambiente esterno. Anche la
scelta dei materiali è allineata alla
tradizione architettonica scandinava ed è
mirata a portare la natura all'interno dello
spazio abitativo.
MATERIALI: legno di pino (struttura),
legno di abete Douglas (pavimentazione),
sughero (rivestimenti interni), legno di
cedro (rivestimenti interni), vetro
(aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE:
composta da una serie di elementi
prefabbricati, l’abitacolo è pensato come
una costruzione leggera, in grado di
essere facilmente installata su ogni tipo di
terreno. Dalle forme spigolose e
fotemente geometriche, l’abitazione è
leggermente rialzata dal terreno grazie
all'inserimento di 4 pilastri in
calcestruzzo, collocati al di sotto della
base in maniera da sollevare il volume
dal suolo, al fine di impedire le
infiltrazioni di umidità e di garantire
l'adattabilità della struttura, oltre che il
suo funzionamento, in tutte le zone
climatiche.
Figura 5. Carbone Matthew, A45 by Bjarke Ingels Group: (a) Dettaglio del lavandino, (b) Vista del bagno verso la doccia, (c) Vista dell’esterno, (d) Dettaglio del soffitto,
(e) Dettaglio delle pareti della zona giorno, (f) Angolo cottura, (g) Foto notturna dell’esterno con gli interni illuminati, da https://www.archdaily.com/89494 1/a45-big/
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Figura 6. Klein, A45: Dettaglio del soggiorno, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE:
la micro abitazione A45 è in grado di essere installata ovunque grazie agli impianti energetici di cui è dotata: essa è infatti completamente
alimentata ad energia solare. I materiali utilizzati nella sua realizzazione sono riciclabili al 100%. Fra questi, le pareti in sughero garantiscono
l'insonorizzazione dell'abitacolo rispetto al suo contesto, mentre la ricerca continua da parte dello studio verso la sostenibilità è attestata anche
dalla sua attuale esplorazione verso nuove tecnologie sia per quanto riguarda i servizi igienici che per quanto riguarda gli elettrodomestici.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Guernieri M., 2018, «New York. BIG progetta piccole case dall’atmosfera ‘hygge’», in
https://www.domusweb.it/it/notizie/2018/05/21/new-york-big-progetta-piccole-case-dallatmosfera-hygge.html
2. Carrai R., 2018, «A45», in https://www.area-arch.it/a45/
3. Cogley B., 2018, «BIG designs prototype tiny cabin in Upstate New York», in https://www.dezeen.com/2018/05/17/big-designs-prototypea45-tiny-cabin-klein-upstate-new-york/
4. Fazzare E., 2018, «Bjarke Ingels Designs His First Tiny House—And It’s Completely Off the Grid», in
https://www.architecturaldigest.com/story/bjarke-ingels-tiny-hous-a45-klein-soren-rose
5. González M. F., 2018, «A45 / BIG», in https://www.archdaily.com/894941/a45-big
6. Obermoser E., 2019, «Small – Smaller – Klein A45: Made-to-Measure Mini-House by BIG», in https://www.detailonline.com/artikel/small-smaller-klein-a45-made-to-measure-mini-house-by-big-33151/
7. Diaz J., 2018, «This startup wants to disrupt vacation homeownership», in https://www.fastcompany.com/90173228/this-startup-wants-todisrupt-vacation-homeownership
8. Archello, «KLEIN A45», in https://archello.com/it/project/klein-a45
9. Klein, «Klein A45 tiny house designed by Bjarke Ingels», in https://liveklein.com/houses/a45/
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House in Nada
Fujiwaramuro Architects
http://www.aplan.jp/
Figura 7. Toshiyuki Yano, House in Nada by Fujiwaramuro Architects, da https://www.dezeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/3
NOME DEL PROGETTO: House in Nada
PROGETTISTI: Fujiwaramuro Architects
PRODUTTORI E AZIENDE: n.d.
LOCALIZZAZIONE: Nada, prefettura di Hyogo, Giappone, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2012
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 63,33 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione
FRUITORI: 3 persone
TIPOLOGIA: micro-home, fissa, apogea, Kyosho-Jutaku, modulo finite
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Figura 8. House in Nada: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta al piano terra
CARATTERISTICHE: costruita su di un lotto di
36,95 m², l'abitazione si sviluppa principalmente in
altezza, andando a costituire un'architettura alta e
stretta, inserita fra due edifici di vecchia
realizzazione. La casa unifamiliare presenta una
superficie vivibile di 63,33 m², suddivisa su tre
piani fuori terra con una larghezza inferiore ai 3
metri. L'edificio è inoltre arretrato rispetto alla
strada e dotato di una grande apertura a piano terra,
destinata a garage e sulla cui parete è inserita la
porta d'ingresso principale
MONTAGGIO: la struttura è stata costruita in
cantiere.
TRASPORTO: l'abitazione non è pensata per il
suo trasporto, in quanto abitazione fissa.
ATTACCO A TERRA: fondazioni in cemento
armato
ATTREZZABILITÀ: pensata per accogliere una
famiglia di 3 persone, la casa è dotata di tutte le
funzioni abitative necessarie alla vita umana.
Al primo piano, cucina e sala da pranzo sono
collegate al soggiorno, mentre al secondo piano si
trovano rispettivamente la camera da letto
matrimoniale,
la quale può essere separata dal resto del piano
tramite l'uso di una tenda, la camera da letto del
bambino, la quale occupa l'area opposta al vano
centrale, rimanendo visivamente connessa alla
stanza dei genitori ed allo spazio abitativo
sottostante da una coppia di aperture contrapposte.
Infine, la scaffa-lature che si estendono attraverso
le pareti della zona giorno e della sala da pranzo si
estendono giungendo al vano centrale fino a
raggiungere il livello superiore.
INVOLUCRO ESTERNO: la facciata dell’abitazione che da verso la strada è completamente
rivestito di assi in legno disposte verticalmente
Figura 9. Toshiyuki Yano, House in Nada: Fronte su strada dell’edificio, da https://www.architecturaldigest.com/
gallery/tiny-houses-marie-kondo
a seguire la forma dell'edificio. Il ritmo uniforme che queste conferiscono alla facciata è interrotto esclusivamente dalla presenza di tre finestre di
varie dimensioni, disposte su diverse altezze per inquadrare al meglio la vista della città e delle colline circostanti.
AMPLIABILITÀ: progettata per contenere ogni funzione abitativa necessaria all'essere umano in un ambiente dalle dimensioni estremamente
ridotte, l'abitazione non è progettata per un eventuale ampliamento ed anzi cerca di sfruttare al massimo lo spazio di cui dispone in maniera da
unire eleganza e funzionalità.
MATERIALI: cemento (struttura), legno (arredi e rivestimenti esterni), lamiera (copertura), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: sviluppata in altezza al fine di ridurre al minimo il consumo di suolo, l'abitazione
occupa un'area di soli 22,13 m². Le ampie finestre di cui è dotata, insieme al sistema di lucernari e vani che ne caratterizza gli interni, consentono
alla casa di essere sufficien-temente illuminata su ogni livello, oltre che di ampliare visivamente lo spazio. Ogni spazio della casa è infatti
collegato agli altri tramite l'inseri-mento di aperture verticali ed orizzontali, in maniera da creare aree con livelli di privacy regolabili. Le ampie
finestre sul retro della cucina illu-minano l'interno e si aprono su di un piccolo balcone, permettendo alla luce di filtrare fino al cuore della casa
tramite una coppia di lucernari ret-tangolari. Il pavimento della sala da pranzo presenta una superficie a doghe in legno che consente alla luce
naturale di filtrare fino al livello infe-riore.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Griffiths A., 2017, «Skylights and slatted floors bring daylight into 2.5-metre-wide house in Japan», in https://www.dezeen.com/2017/06/
19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/
2. Hernández D., 2019, «House in Nada / FujiwaraMuro Architects», in https://www.archdaily.com/345709/house-in-nada-fujiwarramuroarchitects
45
3. Domusweb, 2013, «FujiwaraMuro: House in Nada», in https://www.domusweb.it/it/notizie/2013/04/01/ fujiwaramuro-house-in-nada.html
Figura 10. Figura 10. Toshiyuki Yano, House in Nada: (a) Vista verso il vano centrale, (b) Vista della camera da letto matrimoniale, (c) Vista dell’ingresso da
https://www.dezeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/3
Figura 11. Fujiwaramuro Architects, House in Nada: (a) Sezione laterale, (b) Sezione frontale, (c) Pianta del piano terra, (d) Pianta del primo piano, (e) Pianta del secondo piano, da https://www.de
zeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/3
Figura 12. Toshiyuki Yano, House in Nada: (a) Vista della terrazza in copertura, (b) Vista verso la sala da pranzo, (c) Vista verso il soggiorno, da https://www.archdaily.com/345709/house-in-nadafujiwarramuro-architects
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Love House
Takeshi Hosaka
http://www.hosakatakeshi.com/index_en.html
Figura 13. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House by Takeshi Hosaka, da http://www.hosakatakeshi.com/ english /works-projects_en/lovehouse_en.html
NOME DEL PROGETTO: Love House
PROGETTISTI: Takeshi Hosaka
PRODUTTORI E AZIENDE: n.d.
LOCALIZZAZIONE: Yokohama, Kanagawa, Giappone, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2005
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 38 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione
FRUITORI: 2 persone
Figura 14. Love House: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
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TIPOLOGIA: micro-home, fissa, apogea, modulo finito, rientra nella
tipologia delle Kyosho-Jutaku giapponesi
CARATTERISTICHE: l'edificio, distribuito su tre piani fuori terra,
misura 2,70 m di larghezza e 9 m di profondità e si inserisce
all'interno di un lotto di forma regolare nella città di Yokohama, in
Giappone. Di forma rettangolare, come il lotto in cui sorge, ha una
superficie interna di 38 m² e si presenta come un volume lungo e
stretto, dalle forme semplici e dai colori puri².
MONTAGGIO: Love House è un'abitazione fissa, il cui montaggio
viene svolto in cantiere
TRASPORTO: non trasportabile
ATTACCO A TERRA: fondazioni in cemento armato
ATTREZZABILITÀ: la casa è dotata, nonostante le dimensioni
ridotte, di ogni funzione abitativa necessaria alla quotidianità. A tal
fine, fa uso di soluzioni di carattere inedito, creativo, generando
un'abitazione dalle forme non convenzionali ed insieme armoniche,
volte ad accogliere in sé tutti gli ambienti necessari alla vita e
all'operato dell'essere umano. Tra gli ambienti di cui è fornita, Love
House presenta un ingresso, un salotto, un bagno, una cucina, una
camera da letto matrimoniale ed una terrazza sulla copertura, oltre ad
una piccola corta interna.
INVOLUCRO ESTERNO: la casa si presenta inizialmente come un
parallelepipedo regolare, dalle dorme quasi statiche. Un'unica
apertura, collocata in facciata, al pianterreno, garantisce l'accesso
Figura 15. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House: (a) Ingresso, (b) Scala al piano
terra, da https://www.archdaily.com/560387/love-house-takeshi-hosaka
Figura 16. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, (a) Foto notturna della corte, (b) Foto notturna
della corte con vista sugli interni illuminati, (c) Foto dell’interno, (d,e) Foto della corte interna, da
https://www.archdaily.com/56038 7/love-house-takeshi-hosaka
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all'abitazione. L'intonaco bianco utilizzato per l'edificio risaltano la presenza di questa minuscola casa all'interno del quartiere in cui sorge. Le
linee fortemente geometriche e statiche dello spazio esterno si scontrano con la sinuosità degli spazi interni, dove una scala in cemento
semicircolare sale fino al primo piano, ricavando sotto di sé un piccolo cortile oltre ad un'apertura sul soffitto abbastanza ampia da permettere
alla luce esterna di entrare.
AMPLIABILITÀ: il carattere estremamente introverso del fronte su strada, completamente cieco se non fosse per una piccola apertura che
permette l'ingresso all'interno dell'abitazione, rende evidente come Love House sia stata pensata come un luogo intimo, distaccato dal mondo
esterno. Essa vuole essere un nido d'amore per i suoi abitanti, un luogo di rifugio e di tranquillità. Nonostante la sua chiusura verso l'esterno, la
casa è caratterizzata da una profonda ricerca di un rapporto in armonia con la natura, con cui si lega indissolubilmente nella luce, nei colori e nei
suoni degli ambienti. La stessa progettazione inizia da una riflessione dell'architetto sulle origini della vita e sugli elementi che la compongono²,
riflessione che va poi a generare lo spazio abitativo nella sua totalità.
MATERIALI: legno (infissi e arredi), vetro (finestre), metallo (infissi), cemento (struttura).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: priva di qualsiasi fonte di illuminazione artificiale, la casa segue i ritmi del sole e delle
stagioni, alternando spazi in piena luce ed in piena oscurità a seconda dell'ora. Gli ambienti sono inoltre in tal modo estremamente soggetti alle
condizioni atmosferiche, dando origine ad un'architettura viva ed in continua trasformazione come il mondo intorno ad essa.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Archdaily, 2014, «Love House / Takeshi Hosaka», in https://www.archdaily.com/560387/love-house-takeshi-hosaka
2. Mele F., 2014, «LOVE HOUSE di Takeshi Hosaka – Un nido d’amore primordiale», in
https://www.artwort.com/2014/11/04/architettura/love-house-takeshi-hosaka-nido-damore-primordiale/
Figura 17. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House: (a) Planimetrie, (b) Fotografia della corte interna verso il cielo, (c) Fotografia dell’ingresso al primo piano, (d) Fotografia
notturna della scala verso il primo piano, da https://www.archdaily.com/560387/love-house-takeshi-hosaka
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Nakagin Capsule Tower
Kishō Kurokawa
https://www.kisho.co.jp/
Figura 18. Noritaka Minami, Nakagin Capsule Tower by Kishō Kurokawa, da http://microliving.altervista.org/nakagin-capsule-tower-il-movimento-metabolista/?doing_wp_cron=1585345130.
9472310543060302734375
NOME DEL PROGETTO: Nakagin Capsule Tower
PRODUTTORI E AZIENDE: aziende produttrici di container nella prefettura di Shiga
PROGETTISTI: Kishō Kurokawa
LOCALIZZAZIONE: Tokyo, Kanto, Giappone, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 1972
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 30 giorni
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: ogni modulo ha un costo di acquisto pari a €25.000, ma può essere anche
affittato dai 420 ai 620 euro al mese
DIMENSIONI: 10 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: edificio ad uso misto residenziale e commerciale
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Figura 19. Nakagin Capsule Tower: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: aggregato di micro abitazioni, fisso, apogeo,
prefabbricato
CARATTERISTICHE: espressione del movimento metabolista, il
complesso si presenta come un aggregato di 140 moduli di forma
rettangolare, impilati l'uno sull'altro a formare due torri da 11 e 13
piani ed illuminati da un'unica finestra circolare. Ogni capsula misura
2,5 m di larghezza e 3,8 di lunghezza, e, alta 2,3 m, presenta una
superficie interna di circa 10 m².
MONTAGGIO: la struttura è composta di elementi prefabbricati, i
quali sono stati assemblati in fabbrica e successivamente trasportati in
cantiere. Ogni capsula è stata posizionata in varie angolazioni grazie
all'impiego di una gru e fissata al corpo centrale.
TRASPORTO: le capsule non sono pensate per il trasporto, in quanto
nate come particelle di un più grande complesso. I moduli sono stati
trasportati in cantiere tramite l'impiego di camion e posizionati con
l'utilizzo di una gru.
Figura 20.
Assonometria
dell’unità abitativa,
da https://japan
propertycentral.com/
2018/08/nakagincapsule-toweredging-closer-todemolition/
Figura 21. Arcspace, Foto dell’edificio dall’alto, da https://www.archdaily.com/110745/adclassics-nakagin-capsule-tower-kisho-kurokawa
Figura 22. Foto dell’edificio dalla strada, da http://microliving.altervista.org/nakagin-capsuletower-il-movimento-metabolista/?doing_wp_cron=1585345130.9472310543060302734375
Figura 23. Nakagin Capsule Tower: (a) Interni con vista verso la finestra, (b) Bagno, (c) Interni
con vista verso la porta d’ingresso, da https://www.archdaily.com/110745/ad-classics-nakagincapsule-tower-kisho-kurokawa
Figura 24. Interno di alcuni dei moduli: (a,b) pareti attrezzate, da https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/amp/photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower
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ATTACCO A TERRA: i moduli sono impilati gli uni sugli altri ed agganciati alla struttura principale in cemento armato tramite un sistema di
aggancio costituito da 4 bulloni ad alta resistenza.
ATTREZZABILITÀ: ogni capsula è dotata al suo di tutte le tecnologie disponibili al tempo dell'architetto, quali TV, radio, sveglia ed una
lampada orientabile. Su di una parete attrezzata, troviamo una scrivania ribaltabile, dei cassetti, mensole ed un mini frigo.
Accanto al futon, collocato al di sotto dell’oblò, si trova il vano dei servizi igienici, caratterizzati da pareti interne in resina resina termoformata
che integrano un wc, un lavandino ed una piccola vasca da bagno.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura portante è realizzata in acciaio e cemento armato, mentre le cellule sono state fabbricate in acciaio
galvanizzato rivestito in kenitex.
AMPLIABILITÀ: la natura modulare dell'edificio rende quest'ultimo un'architettura potenzialmente ampliabile all’infinito. Le capsule sono
invece pensate per racchiudere al loro interno ogni funzione abitativa necessaria alla vita umana e non sono perciò progettate per essere ampliate,
nonostante vi sia la possibilità di affittare più unità qualora se ne sentisse la necessità.
MATERIALI: calcestruzzo armato (struttura portante), vetro (finestre),
resina termoformata (bagni), acciaio rivestito in kenitex (capsule abitative).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: i moduli
sono collegati al nucleo centrale tramite l'uso di 4 bulloni, ciò li rende facilmente rimovibili e sostituibili. Ogni capsula è inoltre collegata energicamente alla torre a cui fa riferimento, in maniera da
essere facilmente sostituibile con un'altra a fine vita.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Visentini A., 2018, «NAKAGIN CAPSULE TOWER: Il moviMento metabolista», in http://microliving.altervista.org/nakagincapsule-tower-il-movimento-metabolista/ ?doing_wp_cron=1585
345130.9472310543060302734375
2. Ming Y., 2017, «Pictures Reveal Life Inside Tiny Futuristic Cubes»,
in https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/amp/photography/
proof/2017/10/nakagin-capsule-tower
3. Sveiven M., 2011, «AD Classics: Nakagin Capsule Tower / Kisho Kurokawa»,
in https://www.archdaily.com/110745/ad-classics-nakagin-capsule-tower-kisho-kurokawa
Figura 25. Nikkei BPnet, Pianta
dell’edificio: disposizione delle capsule abitative,
da https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/
amp/photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower
Figura 26. Noritaka Minami, (a,b,c,d) Interno di alcuni dei moduli, da https://www.nationalgeographic.com/photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower/
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17.6 sqm Apartment
A Little Design
https://architizer.com/firms/a-little-design
Figura 27. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment by A Little Design, da https://architizer.com/projects/176-square-meter-apartment/
NOME DEL PROGETTO: 17.6 sqm Apartment
PROGETTISTI: A Little Design
PRODUTTORI E AZIENDE: Laufen, Kaldewei, Inax, Sakura
LOCALIZZAZIONE: Taipei, Taiwan, Cina, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: $ 10.000
DIMENSIONI: 17,6 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: appartamento, abitazione
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, fissa, apogea, appartamento, modulo finito
CARATTERISTICHE: l'appartamento ha una superficie interna di 17,6 m² ed un soffitto di
Figura 28. 17.6 sqm Apartment: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
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3,4 m di altezza. Si caratterizza per uno stile semplice ed elegante, dominato dall'uso
di colori tenui quali il bianco delle pareti, il grigio chiaro delle stoffe e dei pavimenti
di bagno e cucina, ed il beige dei mobili, delle mensole e dei pavimenti in legno.
MONTAGGIO: ricavato da uno vecchio studio, l'abitacolo è stato riconvertito ad
abitazione tramite il ricollocamento degli spazi ed il redesign degli interni con uno
stile minimale.
TRASPORTO: l'abitacolo non è pensato per il suo trasporto in quanto
appartamento collocato all'interno di uno stabile nella città di Taipei.
ATTACCO A TERRA: fondazioni in cemento
ATTREZZABILITÀ: l'abitazione è, nonostante le dimensioni, attrezzata con ogni
tipo di comfort.
Al suo interno, è infatti dotata di un soggiorno/studio, una camera da letto, una
piccola cucina ed un bagno. Oltre la porta di accesso, un piccolo ingresso accoglie
l'utente ed offre la possibilità di riporre cappotti e scarpe all'interno di un piccolo
guardaroba. A sinistra dell'ingresso si trova la cucina, sulle cui pareti si organizzano
ripiani di lavoro, angolo cottura, scaffalature, cassetti ed una lavatrice, mentre di
fronte all'ingresso si trova il soggiorno, dotato di un divano utilizzabile anche come
letto per gli ospiti, di un armadietto capace di trasformarsi in un tavolo da pranzo o
da lavoro, di un armadio a muro e di un mobiletto basso, oltre che di una piccola
libreria. Al di sotto delle scale sono collocati il frigorifero ed una serie di ripiani,
mentre sopra le scale, lungo la parete, è sistemato un armadio, il quale percorre tutta
la parete su ben due livelli, fino a raggiungere il soffitto. Al di sotto dell'armadio
Figura 29. A Little Design, Planimetrie, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-designtaipei-taiwan-micro-home/
Figura 30. Hey! Cheese, (a) Vista dalla scala per il soppalco, (b) Bagno, (c) Cucina, da
https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/
Figura 31. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: scrivania, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartmentlittle-design-taipei-taiwan-micro-home/
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troviamo la porta del bagno, dotato di una vasca e caratterizzato da una
porta scorrevole a vetri volta ad allargare visivamente lo spazio. Le scale
conducono infine alla zona notte, in cui vi sono un letto matrimoniale, un
comodino ed una piccola scrivania.
INVOLUCRO ESTERNO: l'appartamento è collocato in un edificio in
cemento, collocato nella città di Taipei, capitale di Taiwan.
AMPLIABILITÀ: pensato nei minimi dettagli, l'appartamento è disegnato
per concentrare ogni funzione abitativa in uno spazio ridotto al minimo.
MATERIALI: cemento (struttura), vetro (aperture), ceramica (rivestimenti
interni), legno (arredi e rivestimenti interni).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: l'appartamento è
stato riorganizzato in maniera da massimizzare l’uso dello spazio e
contemporaneamente contenere ogni funzione abitativa necessaria alla vita
umana. L'abitazione è infatti dotata di tutto, dall'aria condizionata al Wi-fi,
unendo design e funzionalità in un progetto volto all'essere umano moderno
ed alle sue esigenze. L'ampia finestra del soggiorno offre un'illuminazione il
più possibile naturale dall'ingresso fino al piano superiore. Sebbene il bagno
sia stato ridotto di dimensioni con il suo spostamento rispetto alla
collocazione originale, la sua nuova posizione garantisce una migliore
ventilazione oltre che un'illuminazione naturale, mentre la cucina è stata
ricollocata dove prima vi era il bagno ed illuminata artificialmente da una
serie di luci a soffitto.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Morris A., 2019, «A Little Design creates 17.6-square-metre micro flat in
Taiwan», in https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-littledesign-taipei-taiwan-micro-home/
2. Urdesignmag, 2019, «A LITTLE DESIGN BUILDS 17.6-SQUAREMETRE APARTMENT IN TAIWAN», in
https://www.urdesignmag.com/architecture/2019/03/08/17-6-square-meterapartment-a-little-design/
3. Architizer, 2019, «17.6-square-meter Apartment», in
https://architizer.com/projects/176-square-meter-apartment/
4. Archello, 2018, «17.6-square-meter apartment», in
https://archello.com/project/176-square-meter-apartment
Figura 32. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: (a) Vista sulle mensole della cucina,
(b,c) Vista della cucina dall’ingresso, (d) Letto, (e) Vista verso il soggiorno dal bagno, da
https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/
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Figura 33. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: (a) Vista sulla libreria e sull’ingress del bagno, (b) Vista sul bagno, (c) Vista verso l’ingresso dalla cucina, (d,e) Vista dall’alto del bagno, da
https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/
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Pradžia
IM Interior
http://www.iminterior.lt/
Figura 34. Leonas Garbačauskas, Pradžia by IM Interior, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/im-interior-garage-corten-micro-home-vilnus/
NOME DEL PROGETTO: Pradžia
PROGETTISTI: IM Interior
PRODUTTORI E AZIENDE: n.d.
LOCALIZZAZIONE: Vilna, Contea di Vilna, Lituania, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: medio-lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 21 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: studio, abitazione
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, fissa, apogea, modulo finito
CARATTERISTICHE: l'abitacolo, dal design fortemente industriale, ha una superficie interna di 21
m² e si presenta all'esterno come un volume basso, protetto da un guscio metallico ed affiancato ad un
edificio in rovina.
MONTAGGIO: l'edificio è stato ricavato da un vecchio garage in stato di abbandono, il quale è stato
riconfigurato tramite l'aggiunta di aperture e di rivestimenti esterni ed interni in acciaio corten ed in
legno di betulla.
Figura 35. Pradžia by IM Interior: (a) Planisfero
con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta,
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TRASPORTO: l'abitacolo non è pensato per il trasporto
ATTACCO A TERRA: fondazioni in cemento
ATTREZZABILITÀ: l'abitazione, concepita come un open
space fornito di ogni comfort, contiene al suo interno uno
studio, un angolo cottura, un letto ed un piccolo bagno.
INVOLUCRO ESTERNO: lo stile industriale che
caratterizza l'involucro esterno del modulo è influenzato dal
contesto urbano in cui il progetto si inserisce, caratterizzato dal
contrasto fra urbanità e natura conferitogli dagli edifici attorno
e dall'area verde accanto.
AMPLIABILITÀ: nato dalla volontà di Indrė MylytėSinkevičienė, fondatore dello studio, di dimostrare di quanto
poco una persona necessiti per vivere, l'abitacolo è pensato per
racchiudere in sé ogni funzione abitativa, organizzando queste
ultime all'interno di uno spazio minimo. Il letto è posizionato
al di sotto di un'ampia finestra, che consente un'illuminazione
naturale degli interni oltre che una vista diretta sull'esterno.
L'ambiente è infatti uno spazio in continuo contatto con il suo
contesto, offrendo una visione completa dell'intorno.
MATERIALI: cemento (fondazioni e struttura), acciaio
corten (rivestimenti esterni), legno di betulla (rivestimenti
interni), vetro (aperture), metallo (infissi).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE:
l'acciaio corten impiegato per il rivestimento esterno garantisce
una protezione del volume dagli agenti esterni e richiede una
manutenzione quasi nulla da parte dell'utente. Gli interni sono
stati pensati in contrasto con l'esterno, in maniera da conferire
agli ambienti un aspetto accogliente e confortevole.
L'illuminazione è garantita da una serie di luci a led, collocate
sia a muro che sul soffitto inclinato, oltre che al di sotto delle
finestre.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Astbury J., 2019, «IM Interior turns garage in Lithuania into
Corten-clad micro home», in
https://www.dezeen.com/2019/02/05/im-interior-garagecorten-micro-home-vilnus/
2. IM Interior, «Pradžia - IM Interior», in
http://www.iminterior.lt/galerija/Foto/Studija-Garazas/63.html
3. Architonic, «STUDIO/GARAGE MICRO HOME», in
https://www.architonic.com/it/project/im-interior-studiogarage-micro-home/20040040
Figura 36. Leonas Garbačauskas, Pradžia by IM Interior: (a) Foto del contesto
d’inserimento, (b) Involucro esterno, (c) Foto dell’interno, da https://www.archi
tonic.com/it/project/im-interior-studio-garage-micro-home/20040040
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Figura 37. Leonas Garbačauskas, Pradžia: (a) Foto dall’interno del bagno verso la cucina, (b) Foto dell’interno verso il letto, (c) Cucina e tavolo da pranzo/studio visti dal bagno, (d) Foto
dall’interno verso l’ingresso, (e) Foto della cucina e del tavolo da pranzo/studio, (f) Foto dell’interno verso il bagno e l’angolo cottura, (f) Dettaglio della finestra sopra la scrivania/tavolo da
pranzo, (g) Foto dall’alto del letto, da https://www.architonic.com/it/project/im-interior-studio-garage-micro-home/20040040
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Koto x Abodu Cabin
Koto e Abodu
https://kotodesign.co.uk/ e https://abodu.com/
Figura 38. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin, da https://www.dezeen.com/2019/11/11/koto-abodu-prefab-adus-san-francisco/
NOME DEL PROGETTO: Koto x Abodu Cabin
PROGETTISTI: Koto
PRODUTTORI E AZIENDE: Abodu
LOCALIZZAZIONE: San Jose, California, Stati Uniti
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2019
TEMPI DI REALIZZAZIONE: grazie ai permessi garantiti dall’azienda, una di
queste strutture può essere consegnata ed installata in qualsiasi zona di San Jose nel
giro di due settimane.
TEMPI D'USO: brevi/medio-lunghi o lunghi
COSTO: il prezzo di partenza di una di queste abitazioni è di $ 199.000 per quanto
riguarda gli acquisti anticipati. Tale cifra include autorizzazione, costruzione ed
installazionein loco della struttura.
DIMENSIONI: 45 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano, rurale, ecc
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, unità abitativa accessoria, casa per le
vacanze.
FRUITORI: 1 o 2 persone
TIPOLOGIA: modulo finito, prefabbricato, micro-house, fissa, apogea.
CARATTERISTICHE: unione fra semplicità ed eleganza, l’abitacolo ha una
pianta rettangolare ed una superfice interna di circa 45 m². Realizzata
principalmente in legno, la struttura si presenta come un volume rettangolare,
caratterizzato da una copertura leggermente inclinata.
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Figura 39. Koto x Abodu Cabin: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
MONTAGGIO: concepita come una struttura fissa, la struttura viene
montata in fabbrica e trasferita in loco tramite trasporto su camion e
tramite l’impiego di rulli o gru a seconda dello spazio disponibile.
TRASPORTO: le unità abitative hanno una larghezza di 426 cm,
larghezza che permette a queste abitazioni di essere facilmente
trasportate via camion ed installate in tutta l’America nel giro di circa
due settimane.
ATTACCO A TERRA: fondazione rialzata in calcestruzzo dotata di
vespaio
ATTREZZABILITÀ: al suo interno, l’abitacolo contiene una camera
da letto, un bagno con doccia, un soggiorno/sala da pranzo ed una
cucina. L’abitacolo è fornito inoltre di numerosi elementi salvaspazio,
che consentono agli occupanti di massimizzare lo spazio disponibile.
Tra questi, il letto è dotato di uno spazio di archiviazione sottostante,
così come la panca che corre lungo una delle pareti del soggiorno. È
inoltre possibile scegliere tra diversi gradi di personalizzazione, che
comprendono la scelta dei materiali di rivestimento, tra cui legno,
pannelli in fibra di cemento o stucco, e delle strategie energetiche
adottate.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura esterna dell’abitacolo è
rivestita in legno e sormontata da un tetto a due falde in lamiera,
mentre l’interno è rifinito da uno strato di intonaco bianco.
AMPLIABILITÀ: essendo progettata per racchiudere ogni funzione
abitativa in uno spazio abitativo ridotto, la struttura non è pensata per
un suo eventuale ampliamento, ma offre uno spazio supplementare a
servizio di abitazioni più grandi, e può essere utilizzata anche come
vera e propria casa fissa qualora ve ne fosse la necessità. Una parete in
vetro pivotante consente alla zona giorno di aprirsi completamente
verso l'esterno, sfruttando al massimo il clima californiano.
MATERIALI: legno (rivestimento esterno), lamiera (copertura),
intonaco (rivestimento interno), vetro (finestre e vetrate).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: le strutture
possono funzionare sia on-grid che off-grid e possono essere dotate di
pannelli solari e altri sistemi finalizzati all’autonomia energetica
Figura 40. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: (a) Camera da letto, (b) Soggiorno, (c) Vista
dell’interno dalla cucina, da https://www.dezeen.com/2019/11/11/koto-abodu-prefab-adus-sanfrancisco/?li_source=LI&li_medium=bottom_block_1
Figura 41. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: Vista sul soggiorno con scorcio della cucina, da
https://wowowhome.com/architecture/modular-prefab-tiny-homes-by-koto-and-abodu/
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dell’abitazione. Gli acquirenti possono inoltre scegliere finiture
elettrodomestici premium Wolf e Fisher & Paykel o richiedere un
pacchetto comprensivo di mobili, cura del paesaggio e di un ponte
esterno.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Brillon J., 2019, «Koto and Abodu launch tiny prefab ADUs for San
Francisco Bay Area», in https://www.dezeen.com/2019/11/11/kotoabodu-prefab-adus-san-francisco/?li_source=LI&li_medium
=bottom_block_1
2. Gessato, 2019, «Koto X Abodu Modular Backyard Homes», in
https://www.gessato.com/koto-abodu-modular-backyard-homes/
3. Archello, «KOTO x ABODU», in https://archello.com/project/kotox-abodu
4. Abodu, Frequently Asked Questions, in https://abodu.com/faq/
Figura 42. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: (a) Dettaglio dell’armadio nella camera da
letto, (b) Vista sul bagno dotato di doccia in vetro, da https://wowowhome.com/architecture/
modular-prefab-tiny-homes-by-koto-and-abodu/
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LA CASA FISSA IPOGEA
Sugokri : Earth House
BCHO Architects
http://www.bchoarchitects.com/ws/
Figura 43. Wooseop Hwang, Sugokri (Earth House) by BCHO Architects, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse
NOME DEL PROGETTO: Sugokri (Earth House)
PROGETTISTI: BCHO Architects
PRODUTTORI E AZIENDE: n.d.
LOCALIZZAZIONE: Contea di Yangpyeong, Provincia di Gyeonggi, Corea del Sud, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2009
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 1 anno (dal 2008 al 2009)
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 32,49 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: naturale, rurale
DESTINAZIONE D'USO: biblioteca, luogo di meditazione e incontri culturali
FRUITORI: 1 o più persone
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, fissa, ipogea.
CARATTERISTICHE: con un’area di 32,49 m², questa architettura si distingue per il suo
design semplice e minimale, volto alla progettazione di un edificio in armonia con il suo
contesto. Costruita in onore del defunto poeta coreano Yoon Dong-joo ed ispirata alle sue
poesie, oltre che alle forme della casa a corte della tradizione architettonica coreana, questa
64
Figura 44. Earth House: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
struttura presenta ben due cortili scavati nel terreno, di cui uno collocato sul retro dell’edificio, con l’obiettivo di fornire un’aereazione ed
un’illuminazione sufficienti agli ambienti interni, e di cui l’altro, leggermente più grande, collocato di fronte all’edificio, e reso accessibile da
una scala il cui vano è anch’esso ricavato da uno scavo nel terreno.
MONTAGGIO: ricavato da uno scavo di nel terreno, questo edificio è stato realizzato principalmente tramite l’impiego di cemento armato,
terra battuta e pannelli in legno riciclato. La pressione laterale della terra ai quattro lati dell’edificio è contrastata da uno spesso muro di
contenimento in cemento armato, da un tetto piano e da una piastra di base. Nascosta all’interno della parete centrale, a rinforzo delle piastre
strutturali, si trova una colonna in acciaio. I muri frontale e retrostante sono stati realizzati in terra battuta e fanno da divisione fra gli ambienti
interni ed esterni, mentre dei sottili paramenti in legno riciclato fanno da muri divisori fra le varie stanze. I muri in terra battuta, la cui terra
proviene dallo scavo del sito stesso, sono stati realizzati, nonostante la viscosità del terreno fosse alquanto bassa, tramite il solo impiego di
cemento bianco e calce in proporzioni minime, in maniera che la terra utilizzata possa un giorno tornare al suolo da cui è stata prelevata.
TRASPORTO: Earth House non è pensata per il trasporto, essendo un’architettura fissa
ATTACCO A TERRA: fondazioni in cemento armato
ATTREZZABILITÀ: l’abitazione è dotata di una piccolo cucina, uno studio, due bagni per gli ospiti ed un bagno dotato di vasca. Essendo
questo edificio utilizzato principalmente come luogo di meditazione e per l’accoglienza di eventi culturali, Earth House non presenta camere
da letto, in quanto non è pensata come abitazione quanto come un luogo per l’incontro e lo scambio umani, anche se l’aggiunta di un posto
letto potrebbe effettivamente renderla una micro abitazione a tutti gli effetti, essendo ognuna delle stanze (6 in totale) ampie 1 pyeong (ossia
Figura 45. Wooseop Hwang, Sugokri Earth House: (a,b) Foto notturna della corte illuminata, (c,d) Foto dell’interno con scorcio verso il cavedio collocate sul retro dell’edificio, da
http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse
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Figura 46. Wooseop Hwang, Sugokri Earth House: (a) Foto notturna della corte illuminata, (b) Foto della porta d’ingresso con gli interni illuminati, (c) Foto del portico all’ingresso, (d) Dettaglio
di una seduta in legno, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse
1 kan², corrispondente a un’area di 6x6 ja, dove 1 ja corrisponde a circa 30 cm) e perciò grandi abbastanza da permettere ad un uomo adulto di
stendersi, ed essendo l’edificio già dotato di servizi igienici oltre che di una cucina. Divise tra loro tramite l’impiego di sottili setti in legno, le
sei stanze che compongono l’interno dell’edificio possono essere inoltre accorpate a formare un ambiente unico tramite la rimozione di questi
paramenti non strutturali, in virtù di un’architettura volta alla polifunzionalità.
INVOLUCRO ESTERNO: realizzata prevalentemente tramite l’impiego di cemento armato e terra battuta, Earth House è architettura inglobata nel paesaggio naturale che la circonda e ricavata tramite l’escavazione del terreno. Ciò garantisce un buon isolamento termico degli
ambienti interni oltre che uno spazio protetto dagli agenti esterni.
AMPLIABILITÀ: la struttura non è pensata per un suo eventuale ampliamento. Ciononostante, è caratterizzata da un rapporto organico con il
paesaggio circostante, di cui è parte integrante e con il quale ciascuno degli ambienti interni è in diretto contatto grazie all’impiego di aperture
sia sul cavedio retrostante che sulla corte a cielo aperto all’ingresso, implementati in virtù di un’architettura in armonia con la natura, oltre che
grazie alla sapiente progettazione dello spazio, in quanto la planimetria interna, basata sulla successione di piani simili a quinte teatrali,
permette una visione dell’esterno da ogni punto della casa, attraversata da parte a parte da aperture collocate l’una di fronte all’altra.
Le porte che danno verso l’esterno sono inoltre molto piccole. Ciò costringe il visitatore a chinarsi, portandolo a farsi più piccolo nell’atto
stesso di entrare all’interno di un luogo di meditazione e raccoglimento come questo.
MATERIALI: calcestruzzo armato (struttura), acciaio (struttura della copertura) terra battuta (rivestimenti esterni), pannelli in cemento a vista
e legno di pino (rivestimenti esterni), legno riciclato (muri non strutturali, arredi, infissi), argilla e cemento (pavimentazione).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: per il drenaggio dei due cortili, ai quattro angoli del cortile sono state collocate
66
quattro grondaie. Per la regolazione della temperatura interna, l’edificio impiega un sistema di raffreddamento geotermico ed un sistema di
riscaldamento a pavimento radiante, che di notte impiega elettricità al fine di riscaldare la ghiaia al di sotto del pavimento in argilla e cemento,
mantenendo la temperatura fresca d'estate e calda d'inverno. Un pino che è stato abbattuto dal sito è stato tagliato in dischi di 80 mm di
spessore ed inserito all’interno dei muri di cemento del cortile in maniera che, consumandosi col tempo, possa in futuro ospitare del verde,
mentre tutti i mobili all’interno sono stati realizzati in legno riciclato da vecchi cancelli.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. BCHO Architects, «Sugokri : Earth House», in http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse
2. Etherington R., 2010, «Earth House by BCHO Architects», in https://www.dezeen.com/2010/06/10/earth-house-by-bcho-architects/
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LA CASA FISSA SOPRAELEVATA
Colorado Outward Bound Micro Cabins
University of Colorado Denver
https://architectureandplanning.ucdenver.edu/
Figura 47. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins by University of Colorado Denver, da https://www.archdaily.com/785103/colorado-outward-bound-micro-cabins-universityof-colorado-denver
NOME DEL PROGETTO: Colorado Outward Bound Micro Cabins
PROGETTISTI: University of Colorado Denver
PRODUTTORI E AZIENDE: Altitude Steel, Carlisle Syntec Systems, Oldcastle
Building Envelope, AirGas and Red-D-Arc, Glass Systems, VonMod
LOCALIZZAZIONE: Denver, Colorado, Stati Uniti, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2015
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 3 settimane
TEMPI D'USO: brevi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 13-14 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: boschivo
DESTINAZIONE D'USO: rifugio, dormitorio
FRUITORI: da 1 a 3 persone
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, fissa, prefabbricata, sopraelevata.
CARATTERISTICHE: con una superficie interna che va dai 13 ai 14 m², i moduli, 14 in
totale, sono il frutto del lavoro di più di 30 persone fra studenti, insegnanti e figure
Figura 48. Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a)
Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
69
professionali. Essi si presentano come volumi rettangolari sorretti da gabbie metalliche e protetti da una
copertura grecata.
MONTAGGIO: i moduli sono stati assemblati in loco in un periodo di due settimane. Ciò è stato
possibile grazie ad una progettazione delle strutture volta a ridurre il più possibile i tempi di
realizzazione. I dormitori sono stati infatti concepiti come due elementi separati, ossia come
una "scatola" ed un "telaio" di supporto. Il telaio funge da spazio utile alla collocazione di
attrezzature quali biciclette, sci e kayak, mentre la "scatola", ossia il volume prefabbricato
inglobato all'interno della struttura in metallo, accoglie in sé lo spazio residenziale.
TRASPORTO: i moduli non sono pensati per il trasporto e sono stati trasportati in loco tramite
camion.
ATTACCO A TERRA: le strutture poggiano a terra tramite un sistema di
palafitte in acciaio.
ATTREZZABILITÀ: gli spazi interni sono progettati per accogliere uno o tre
posti letto, oltre ai rispettivi spazi dedicati allo studio individuale. I moduli sono
inoltre dotati di una serie di ripiani e di cassettiere per il contenimento degli oggetti
personali, mentre servizi quali il bagno e la cucina sono stati collocati all'esterno
delle abitazioni, come parte di uno stabilimento balneare comune progettato dagli stessi
studenti. Scrivanie, letti ed aree di stoccaggio sono stati realizzati tramite l'impiego di
Figura 49. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a) Esploso assonometrico, (b) Dettaglio della vetrata,
(c) Portico e copertura, (d) Foto del portico e del modulo all’esterno, da https://www.archdaily.com/785103/coloradooutward-bound-micro-cabins-university-of-colorado-denver
Figura 50. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a) Interno di uno dei moduli con scrivania e camera da letto, (b) Interno
con letti reclinabili chiusi, (c) Interno con letti reclinabili aperti, da https://www.archdaily.com/785103/colorado-outward-bound-microcabins-university-of-colorado-denver
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pannelli multistrato in legno di betulla fresato, allo stesso modo del rivestimento interno delle pareti, utilizzando un processo di controllo
numerico computerizzato (CNC).
INVOLUCRO ESTERNO: l'involucro esterno è composto di uno scheletro in metallo, a cui è fissato il modulo abitativo, realizzato in legno
compensato. Al di sopra delle strutture, un tetto antineve protegge sia l'abitacolo che il portico sottostante, collocato di fronte alla porta di
ingresso.
AMPLIABILITÀ: la struttura è pensata per accogliere in sé lo spazio chiuso e lo spazio aperto in proporzioni equivalenti, al fine di offrire uno
spazio di mediazione tra esterno e interno, fra spazio abitato e ambiente naturale. Ciò è evidente anche dalle ampie aperture vetrate di cui è
dotato il modulo, le quali garantiscono un contatto con la natura anche all'interno dell'abitacolo.
MATERIALI: acciaio laminato a caldo (struttura), legno compensato di betulla (rivestimenti), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: l'acciaio laminato a caldo del telaio offre uno schermo anti pioggia a bassa
manutenzione per il volume abitativo. Sia il rivestimento in acciaio che le colonne verticali si fondono con la foresta circostante, minimizzando
l'impatto visivo delle strutture. Le vetrate sono inoltre caratterizzate dall'assenza di montanti, il che rende lo spazio interno un luogo di ritorno ed
immersione nella natura. Le grandi vetrate di cui sono dotati i moduli offrono inoltre un'illuminazione completamente naturale degli ambienti,
mentre aperture più piccole fungono da fonti di luce per scrivanie e zone meno illuminate. La struttura è infine protetta da una copertura inclinata
ed impermeabilizzata, sovrastata da un tetto anti-neve progettato per resistere al carico di neve invernale.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Archdaily, 2016, «Colorado Outward Bound Micro Cabins / University of Colorado Denver», in https://www.archdaily.com/785103/coloradooutward-bound-micro-cabins-university-of-colorado-denver
2. McKnight J., 2016, «Colorado architecture students design rugged micro cabins for Outward Bound», in
https://www.dezeen.com/2016/04/07/colorado-architecture-students-micro-cabins-outward-bound-rocky-mountains/
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Keret House
Jakub Szczesny (Centrala)
http://centrala.net.pl
Figura 51. Bartek Warzecha, Keret House by Jakub Szczesny – Centrala, da http://microliving.altervista.org/keret-house/?doing_wp_cron=15878 15225.3673119544982910156250
NOME DEL PROGETTO: Keret House
PROGETTISTI: Jakub Szczesny - Studio Centrala
PRODUTTORI E AZIENDE: Joanna Trytek
LOCALIZZAZIONE: Varsavia, Masovia, Polonia, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2012
TEMPI DI REALIZZAZIONE: un anno
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: $ 61.000
DIMENSIONI: 4,09 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, fissa, sopraelevata, modulo finito,
installazione artistica
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Figura 52. Keret House: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
CARATTERISTICHE: progettata come un volume di forma triangolare incastonato nel tessuto urbano, la casa è situata in un lotto con una
larghezza di 92 cm nel suo punto più stretto e di 152 cm di lunghezza, Keret House ha una superficie interna di 4,09 m² e misura 72 cm nel punto
più stretto e 122 cm in quello più largo.
MONTAGGIO: la struttura metallica è stata saldata e montata in fabbrica, come mostrato nella foto qui di seguito, per poi essere trasportata nel
suo lotto di appartenenza e rivestita.
TRASPORTO: l'abitazione non è concepita per il trasporto.
ATTACCO A TERRA: la struttura è rialzata di circa 3 m rispetto al suolo ed è sorretta da due pilastri in metallo inclinati e inseriti all'interno di
Figura 53. Bartek Warzecha, Polish Modern Art Foundation, Keret House: (a) Vista verso l’ingresso, (b) Camera da letto, (c) Vista verso la camera da letto, (d) Vista verso la botola all’ingresso,
da https://www.businessinsider.com/keret-house-the-worlds-narrowest-house-2016-4?IR=T#the-house-is-scheduled-to-remain-open-to-the-public-until-mid-2016-though-the-display-is-likely-tobe-prolonged-a-representative-for-keret-house-said-9
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due blocchi in cemento collocati al di sotto del piano di calpestio.
ATTREZZABILITÀ: sviluppata su tre livelli, l'abitazione racchiude in sé tutti i comfort necessari al vivere quotidiano. Essa è infatti dotata di
uno studio, una cucina, una camera da letto e di un piccolo bagno.
INVOLUCRO ESTERNO: collocata tra due edifici in un terreno di risulta, l'abitazione è realizzata principalmente in acciaio, isolata da una
serie di pannelli sandwich e rivestita da pannelli in legno compensato.
AMPLIABILITÀ: ispirata alle Kyosho-Jutaku giapponesi, l'abitazione è dotata di qualsiasi funzione abitativa necessaria alla quotidianità del
suo utente ed è stata progettata per ridurre al minimo il consumo di suolo e per essere inserita all'interno di un lotto di dimensioni ridotte,
affiancato ad altri edifici. L'abitazione non è perciò pensata per essere ampliata, ma anzi per perseguire e realizzare l'Exixtenzminimum.
MATERIALI: acciaio (struttura), cemento (fondazioni), compensato (rivestimento), polistirolo (isolante), intonaco (finitura interna), lastre di
vetro traslucido (pareti e copertura).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: alimentata ad energia elettrica, la casa è caratterizzata da un sistema fognario
indipendente. L'isolamento termico è garantito dai pannelli sandwich di cui è dotato l'involucro, insieme al legno compensato di cui sono rivestiti
gli interni. L'abitazione ricava energia dall'edificio adiacente ed è pensata per simboleggiare l'unione di passato e presente, essendo stata inserita
in uno spazio creatosi in tempo di guerra fra un edificio antebellico ed uno postbellico. Il progetto è infatti da intendersi come opera di recupero e
rivalutazione di uno di questi spazi fortemente segnati dalla memoria, in virtù di una volontà di ricucire le ferite della città.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Visentini A., 2018, «KERET HOUSE: La casa più stretta del mondo», in http://microliving.altervista.org/keret-house/
2. Rosenfield K., 2012, «Inside The Keret House - the World's Skinniest House - by Jakub Szczesny», in
https://www.archdaily.com/289630/inside-the-keret-house-the-worlds-skinniest-house-by-jakub-szczesny
3. The Interior Design, 2013, «Keret House», in https://www.theinteriordesign.it/articolo/keret-house/ 99
4. Fundacja Polskiej Sztuki Nowoczesnej, «Dom Kereta - przestrzeń pomiędzy budynkami przy ul. Chłodnej 22 a ul. Żelaznej 74», in
http://www.domkereta.pl/Kontakt
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weeHouse
Alchemy Architects
https://alchemyarch.com/
Figura 54. Arado weeHouse, da https://www.archdaily.com/434403/arado-weehouse-alchemy-architects
NOME DEL PROGETTO: weeHouse
PROGETTISTI: Alchemy Architects
PRODUTTORI E AZIENDE: Acor, Woodsport, Big Ass Fans, Bticino, Ikea, Innowood,
Metal Sales Manufacturing Corp., Toto, Weiland, Fidelity Builders, Inc.
Jim Dunlevy, M&E Engineering, Alchemy, Marr B. Olson
LOCALIZZAZIONE: Minnesota Prairie Land e Santa Rosa, Stati Uniti, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2003
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 9-12 mesi
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: da $ 120.000 a $ 350.000
DIMENSIONI: 1 unità ha un’area compresa fra i 27,8 74,3 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale o urbano
MONTAGGIO: gli elementi vengono realizzati in fabbrica,
per poi essere trasportati in loco ed assemblati.
Figura 55. WeeHouse: (a) Planisfero con geolocalizzazione di Arado
weeHouse (Minnesota Prairie Land, Stati Uniti) e Sonoma weeHouse
(Santa Rosa, Stati Uniti), (b) Schema della pianta di Arado weeHouse
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DESTINAZIONE D'USO: abitazione, studio, casa per le vacanze
FRUITORI: da 1 a più persone
TIPOLOGIA: micro-home, fissa apogea o sopraelevata, prefabbricata
CARATTERISTICHE: il sistema weeHouse è volto alla realizzazione di abitazioni dal design minimale quanto ecologicamente sostenibile. I
moduli standard si presentano come volumi dalle forme semplici e lineari, geometriche, in maniera da facilitare la personalizzazione di ciascun
abitacolo e degli ambienti interni, oltre alla loro adattabilità a seconda del contesto per i quali vengono pensati.
TRASPORTO: il costo del trasporto non è incluso nei vari pacchetti di acquisto. Ogni struttura è prefabbricata e trasportata su camion fino in
cantiere, dove viene infine assemblata.
ATTACCO A TERRA: weeHouse può essere collocata in sito con varie modalità, dalla classica fondazione in cemento (come nel caso di
Sonoma weeHouse) alle palafitte (come nel caso di Arado weeHouse, sorretta da pilastri in acciaio).
ATTREZZABILITÀ: ogni pacchetto standard propone un modulo finito completo di porte, finestre, isolamento, impianto idraulico, infissi,
cavi elettrici, impianto di illuminazione, ripiani per gli oggetti ed elettrodomestici.
INVOLUCRO ESTERNO: l'involucro esterno di una weeHouse può essere personalizzato sia nelle finiture esterne che in quelle interne, oltre
che nella forma e nel numero di piani della propria abitazione. I materiali possono variare a seconda del contesto di inserimento dell’abitacolo ed a seconda delle richieste del cliente. Nonostante ciò, il sistema
è fondamentalmente basato su di una struttura in acciaio caratterizzata
da ampie pareti vetrate, e quasi tutte le weeHouses realizzate sono per
lo più state rifinite esternamente con un rivestimento in in acciaio
ossidato o in vernice ossidante, la quale non necessita di manutenzione
e conferisce alle abitazioni una maggiore resistenza alle intemperie,
oltre ad un aspetto rustico in linea con il contesto naturalistico in cui la
maggioranza di queste è inserita. All'interno, le pareti perimetrali sono
solitamente rivestite in un legno locale, allo stesso modo dei
pavimenti.
Figura 56. Geoffrey Warner, (a) Sonoma weeHouse, da https://www.archdaily.com/803733/
WEEHOUSE-ALCHEMY, (b,c) Contesto di inserimento, (d) Soggiorno, (e) Dettaglio della
stufa a legna, da https://www.archdaily.com/434403/arado-weehouse-alchemy-architects/
524cdd1ce8e44eff0200046e-arado-weehouse-alchemy-architects-image?next_project=no
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AMPLIABILITÀ: nella progettazione della propria weeHouse, è possibile abbinare uno o più moduli a seconda delle necessità dell'utentza,
rendendo la combinazione degli elementi ed il numero di forme e dimensioni realizzabili praticamente infinite.
MATERIALI: acciaio (struttura e rivestimenti esterni), vetro (vetrate e finestre), legno (rivestimenti interni).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: pensati per ogni tipo di clima, i moduli soddisfano i requisiti richiesti alle abitazioni in
zone sismiche di livello 4, in quelle con vento superiore a 200 km/h e nelle zone soggette a neve. Ognuna delle abitazioni standard è inoltre
fornita di un impianto di riscaldamento e di aria condizionata, mentre i rivestimenti esterni sono solitamente scelti in maniera da massimizzarne
la durabilità, minimizzare i costi di manutenzione e in modo da legarsi il più possibile con l'ambiente circostante. Le grandi vetrate, di cui i
modelli standard sono forniti, garantiscono un’illuminazione prettamente naturale degli ambienti interni, mentre la forma semplice e lineare della
struttura garantisce l'adattamento delle abitazioni a qualsiasi contesto, oltre a permettere alle coperture di essere facilmente corredate di una serie
di pannelli solari o di altre fonti di energia rinnovabile. Su richiesta possono essere dotate di un sistema di riscaldamento a pavimento radiante
idronico, di una stufa a legna o a gas, di un sistema di ventilazione ad aria forzata o di un condizionatore d’aria split wall con compressore
remoto.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. MODERN PREFABS, 2019, «ALCHEMY ARCHITECTS», in https://modernprefabs.com/prefab-homes/alchemy-architects/
2. Archdaily, 2013, «Arado weeHouse / Alchemy Architects», in https://www.archdaily.com/434403/arado-weehouse-alchemy-architects
3. Archdaily, 2017, «Sonoma weeHouse / Alchemy Architects», in https://www.archdaily.com/803733/weehouse-alchemy
4. Wang L., 2020, «For Minimalist Modular Design on an Attainable Budget, Look No Further Than the weeHouse», in
https://www.dwell.com/article/weehouse-prefab-alchemy-architects-eabd59be
5. MetalBuildingHomes.org, 2020, «The WeeHouse From Alchemy Architects Gets Better With Age», in
https://metalbuildinghomes.org/weehouse-alchemy-architects/
6. Alchemy Architects, «PROCESS: FREQUENTLY ASKED QUESTIONS», in https://alchemyarch.com/design-process/faq/#1565976334845cd9523bb-bc12
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The Bird's Nest
Inrednings Gruppen
http://inredningsgruppen.se/
Figura 57. Peter Lundström, The Bird's Nest by Inrednings Gruppen, da https://divisare.com/projects/336237-inrednings-gruppen-peter-lundstrom-the-bird-s-nest
NOME DEL PROGETTO: The Bird's Nest
PROGETTISTI: Inrednings Gruppen
PRODUTTORI E AZIENDE: n.d.
LOCALIZZAZIONE: Harads, Norrbotten, Svezia, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2010
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 17 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: boschivo
DESTINAZIONE D'USO: casa per le vacanze, alloggio turistico
FRUITORI: 4 persone
TIPOLOGIA: micro house, modulo finito, fisso, casa sull'albero
CARATTERISTICHE: l'abitacolo si presenta come un volume sopraelevato e perfettamente
mimetizzato nel suo contesto grazie alla presenza di uno spesso strato esterno di rami, volto a celarne per
quanto possibile la presenza. Disegnata come un nido e caratterizzata da una superficie interna di 17 m²,
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Figura 58. The Bird’s Nest: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (a) Schema della pianta
Figura 59. Peter Lundström, The Bird's Nest: (a) Vista dell’interno con le due camera da letto e la
botola, (b) Camera doppia con letto a castello, da https://www.treehotel.se/en/rooms/the-bird-s-nest
la casa sull'albero è resa accessibile da una scala a scomparsa, collocata al
centro della struttura, e presenta una forma circolare.
MONTAGGIO: la struttura è fissata agli alberi che le fanno da pilastri
tramite dei ganci metallici.
TRASPORTO: la micro abitazione è fissa e non è pertanto pensata per il
trasporto.
ATTACCO A TERRA: il modulo è attraversato all'estremità da una serie
di alberi, che sostengono la struttura come pilastri.
ATTREZZABILITÀ: progettato per accogliere da una a quattro persone,
l'abitacolo contiene al suo interno un letto matrimoniale, un letto a castello
e bagni. La casa sull'albero è inoltre dotata di porte scorrevoli, pensate per
dividere le due camere da letto ed a garantire la privacy dei suoi ospiti
anche all'interno della struttura oltre che dal mondo esterno.
INVOLUCRO ESTERNO: evidente in questa costruzione è il carattere
di chiusura verso l'esterno, che ne esprime la volontà di imitare l'oggetto
naturale, ossia il nido, anche nella sua funzione protettiva. La stessa cosa è
rivelata anche dal numero di ospiti per la quale è stata pensata, che riflette
il carattere familiare insito nel concetto di nido. La struttura è realizzata in
legno e rivestita esternamente da una serie di rami incrociati fra loro in
aggetto rispetto al perimetro. Il design del modulo è chiaramente un
riferimento ai nidi degli uccelli, a cui si ispira in virtù di un'architettura di
mimesi con la natura.
AMPLIABILITÀ: l'abitacolo non è progettato per un eventuale
ampliamento, ma è pensato per rispondere pienamente alle esigenze dei
suoi ospiti. All'interno sono visibili le numerose finestrelle circolari di cui
la struttura è dotata, nascoste all'esterno dai rami di cui l'architettura è
rivestita. Essi permettono l'illuminazione naturale degli ambienti interni,
dai quali è possibile avere una vista a 360 gradi della natura intorno.
MATERIALI: legno (struttura), metallo (scala retrattile e infissi), vetro
(aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: l'abitacolo è
collegato alla rete elettrica locale ed è dotato di un sistema di risparmio
dell'acqua e di due bagni a secco forniti di un impianto di incenerimento.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Rajaei Z., 2011, «The Bird's Nest by Inrednin Gsgruppen», in
https://www.dezeen.com/2011/05/27/the-birds-nest-by-inredningsgruppen/
2. DIVISARE, 2017, «INREDNIN GSGRUPPEN: THE BIRD'S NEST»,
in https://divisare.com/projects/336237-inrednings-gruppen-peterlundstrom-the-bird-s-nest
3.Treehotel, «THE BIRD’S NEST», in
https://www.treehotel.se/en/rooms/the-bird-s-nest
Figura 60. Peter Lundström, The Bird's Nest: (a,b) Esterno, da
https://divisare.com/projects/336237-inrednings-gruppen-peter-lundstrom-the-bird-s-nest
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LA CASA MOBILE SCOMPONIBILE
ELM
Gray Organschi Architecture
https://www.grayorganschi.com/
Figura 61. ELM by Gray Organschi Architecture, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecological-living-module-off-grid-tiny-home-gray-organschi-architecture-yale-university-unitednations/
NOME DEL PROGETTO: Ecological Living Module (ELM)
PROGETTISTI: Gray Organschi Architecture, Yale’s Center for Ecosystems in
Architecture
PRODUTTORI E AZIENDE: Nordic Structures, Avantco, Benjamin Moore,
Brooklyn SolarWorks, FutureAir, HeliOptix, Kingston, Messana Radiant Cooling,
Minwax, Moen, Ruvati, Structure Fusion, Polygal USA, Sun-Mar, JIG Design Build
and ABR Construction
LOCALIZZAZIONE: New York City, New York, Stati Uniti, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: da € 65.000 a € 80.000
DIMENSIONI: 21 m²
Figura 62. ELM: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
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CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione
FRUITORI: fino a 4 persone
TIPOLOGIA: micro-home, prefabbricata, scomponibile, modulo finito
CARATTERISTICHE: il modulo si presenta come un parallelepido scuro, caratterizzato da una copertura drammaticamente inclinata e da un
muro dotato di una serie di tasche finalizzate alla coltivazione di piante. Con una superficie vivibile di 230 m², il prototipo è una costruzione
pensata per ospitare da 1 a 4 persone e per essere completamente autonoma dal suo contesto.
MONTAGGIO: gli elementi prefabbricati che compongono l'edificio sono stati realizzati in fabbrica nel corso di quattro settimane e quindi
trasportati su di un camion fino al cantiere, dove l'edificio è stato assemblato in un periodo di tempo di 3 giorni da un team di 16 persone.
TRASPORTO: composto di elementi prefabbricati, il prototipo è scomponibile e perciò trasferibile in diversa località qualora ve ne fosse
necessità.
ATTACCO A TERRA: piedi in legno (struttura temporanea).
ATTREZZABILITÀ: progettata per ospitare fino a quattro persone, il modulo si sviluppa su due livelli fuori terra. Al piano terra troviamo
rispettivamente un soggiorno dotato di un divano-letto, una zona pranzo ed una piccola cucina, quest'ultima situata al di sotto di un soppalco in
legno insieme ad un piccolo bagno con doccia. Al livello soppalcato, reso accessibile da una scala in legno, è invece collocata la zona notte, dove
un materasso funge da giaciglio per una o due persone.
INVOLUCRO ESTERNO: rivestita in legno di cedro rosso, l'abitazione è stata costruita principalmente tramite l'impiego di diverse tipologie
di legno ingegnerizzato. Lo scheletro della struttura è infatti realizzato in X-LAM, mentre i montanti sono in legno a trefoli paralleli e le travi in
legno lamellare. I pannelli di pareti e copertura sono invece composti da legno X-LAM con isolamento in fibra di legno e rivestimento in
Figura 63. Gray Organschi Architecture, 2018, ELM: Sistema di
autoproduzione del cibo, da https://www.dezeen.com/2018/
11/07/ecological-living-module-off-grid-tiny-home-grayorganschi-architecture-yale-university-united-nations/
Figura 64. Gray Organschi Architecture, 2018, ELM: (a) Schema delle funzioni abitative, (b) Materiali, da https://www.dezeen.com/2018/ 11/07/ecological-living-module-off-grid-tiny-home-grayorganschi-architecture-yale-university-united-nations/
82
Figura 65. David Sundberg/Esto, 2018, ELM: (a) Esterno, (b) Orto verticale (c) Foto dell’ingresso, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecologi cal-living-module-off-grid-tiny-home-grayorganschi-architecture-yale-university-united-nations/, (d) Scala per il soppalco, (e) Vista verso il bagno e la cucina, (f) Camera da letto sul soppalco, (g) Vista dell’interno verso il soppalco, da
https://www.architectmagazine.com/project-gallery/ecological-living-module-elm_o
83
compensato. Per l'isolamento termico di pareti, pavimenti e copertura è stato inoltre
inserito uno strato di barriera al vapore, in maniera da impedire fenomeni di
condensa interstiziale all'interno dell'involucro.
AMPLIABILITÀ: progettata per contenere ogni funzione abitativa necessaria
all'essere umano in un ambiente di dimensioni ridotte, l'abitazione non è progettata
per un eventuale ampliamento, anche se è possibile acquistare più di un modulo
qualora fosse necessario.
MATERIALI: X-LAM (struttura), fibra di legno (isolante), compensato
(rivestimento interno), legno di cedro rosso (rivestimento esterno), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE:
frutto della collaborazione fra lo studio di architettura ed un gruppo di ricercatori
dell'Università di Yale, il prototipo è stato commissionato dalle Nazioni Unite con
l'obiettivo di affrontare la questione abitativa sia da un punto di vista sociale che da
quello ambientale. Sul tetto dell'abitacolo è stata collocata una serie di pannelli
fotovoltaici, i quali, insieme alla facciata solare integrata di cui il modulo è fornito,
permettono alla micro abitazione di essere energeticamente indipendente. Costruito
principal-mente con materiali rinnovabili a base biologica e di origine locale, il
modulo è dotato di sistemi integrati per la gestione di energia, acqua, aria e rifiuti,
oltre che di un micro sistema di orti verticali idroponici. L'aria viene purificata
tramite l'impiego di un sistema di ventilazione passiva incrociata capace di
rimuovere fino al 99% di inquinanti atmosferici all'interno dell'abitacolo, mentre le
numerose finestre e vetrate di cui l'abitazione è dotata permettono un'illuminazione
naturale degli ambienti interni. Grazie al sistema di raccolta dell'acqua di cui è
fornita la copertura, ben l'80% delle acque piovane viene raccolto e filtrato per uso
potabile, mentre le acque grigie vengono riciclate allo scopo di fornire irrigazione al
sistema di microfarming collocato su di una delle pareti esterne al modulo e che, se
distribuito su entrambe le lunghezze, potrebbe fornire ogni anno fino al 65% delle
porzioni di frutta e verdura raccomandate per una famiglia.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. McKnight J., 2018, «Ecological Living Module is a UN-backed, off-grid tiny
home», in https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecological-living-module-off-gridtiny-home-gray-organschi-architecture-yale-university-united-nations/
2. Megan E., 2018, «Ecological Living Module (ELM)», in https://www.archi
tectmagazine.com/project-gallery/ecological-living-module-elm_o
3. Reggev K., 2018, This Tiny, Off-Grid Prefab Home Grows Its Own Food, in
https://www.dwell.com/amp/article/ecological-living-module-gray-organschiarchitecture-a4985a87
4. Archello, Ecological Living Module, in https://archello.com/project/ecologicalliving-module/specifications
84
Figura 66. Gray Organschi Architecture, 2018, ELM:
(a) Sezione verticale, (b) Sistema energetico, (c)
Sistema idrico, (d) Sistemi e impianti, da
https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecologicalliving-module-off-grid-tiny-home-gray-organschiarchitecture-yale-university-united-nations/
The Peak
Nicholas Grimshaw
https://grimshaw.global/practice/
Figura 67. Michael Kai, 2018, The Peak by Nicholas Grimshaw, da https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshaw-micro-home-charity-kids-under-cover-homeless-architecture/
NOME DEL PROGETTO: The Peak
PROGETTISTI: Nicholas Grimshaw
PRODUTTORI E AZIENDE: IKEA, Abbey Upholsterers, Caroma, Fisher & Paykel,
Heller Inc., LAMINEX, Lysaght, PHOENIX, Enseam, NAU, Enseam, Arkit, Nestd
LOCALIZZAZIONE: Melbourne, Victoria, Australia, Oceania
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: da $ 110.000 a $ 150.000
DIMENSIONI: 32,5 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: fieristico, urbano, rurale
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, studio, casa per le vacanze.
FRUITORI: 2 persone
TIPOLOGIA: micro-home, prefabbricata, padiglione, scomponibile, modulo finito.
CARATTERISTICHE: caratterizzato da un soffitto a doppia altezza, il modulo si
presenta come un volume geometrico a pianta quadrata, caratterizzato da una superficie
Figura 68. The Peak: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
85
Figura 69. Michael Kai, 2018, Soggiorno, da https://www.dezeen.com/2018/09/04/
grimshaw-micro-home-charity-kids-under-cover- homeless-architecture/
Figura 70. Nicholas Grimshaw, (a) Render dell’esterno dell’abitacolo, (b) Modellino, da
https://grimshaw.global/projects/the-peak/
Figura 71. Michael Kai, 2018, The Peak: (a) Involucro esterno, (b) Ingresso, (c) Interno,
da https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshaw-micro-home-charity-kids-under-coverhomeless-architecture/
interna di 32,5 m². Al suo interno, gli spazi sono integrati in un
elemento centralizzato, concepito come un sistema
multifunzionale che elimina quasi completamente la necessità di
pareti divisorie. Questo "pod" centralizzato consente ad ogni
funzione abitativa di essere rivolta verso l'esterno, creando in
questo modo un ambiente fluido, spazioso, pensato come un
open space
MONTAGGIO: composto di elementi componibili
prefabbricati, il modulo viene assemblato in loco.
TRASPORTO: gli elementi prefabbricati che compongono il
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modulo, sono realizzati in fabbrica e successivamente trasportati in cantiere con l'impiego di un camion.
ATTACCO A TERRA: piedi in legno celati da una serie di pannelli di finitura.
ATTREZZABILITÀ: progettato per essere arredato con una linea di arredi IKEA, lo spazio è fornito di tutto il necessario per vivere ed è dotato
di un soggiorno, un angolo cottura, un piccolo bagno con doccia ed un letto matrimoniale. Le finiture interne in legno offrono un'atmosfera
accogliente, mentre le luci sono studiate al fine di risaltare il calore del legno e massimizzare il senso dello spazio. Il pod al centro dell'abitacolo
è progettato per ospitare una varietà di moduli standard, al fine di essere modificato ed adattato con facilità alle necessità ed al budget degli
occupanti.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura è stata realizzata in legno microlamellare e rivestita esternamente in metallo, al fine di garantire la
protezione dagli agenti esterni.
AMPLIABILITÀ: l'abitacolo è progettato per contenere ogni funzione abitativa necessaria all'essere umano all'interno di uno spazio minimo e
non è quindi progettata per un eventuale ampliamento, anche se è possibile acquistare più di un modulo da accostare l'uno accanto all'altro in
caso di esigenza. Vi è inoltre la possibilità di aggiungere un portico esterno, mentre le grandi aperture di cui è dotata la struttura, rendono il suo
interno uno spazio fluido, aperto verso l'esterno, garantendo in tal modo un'illuminazione naturale dell'ambiente.
MATERIALI: legno microlamellare (struttura), legno (rivestimento interno e arredi), metallo (rivestimento esterno), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: progettata per la raccolta fondi dell'organizzazione non profit Kids Under Cover, la
struttura è realizzata in legno microlamellare proveniente da fonti sostenibili, ed è in grado di funzionare in completa autonomia, grazie anche
all'angolo del tetto che consente prestazioni fotovoltaiche ottimali. Sul tetto vi è infatti spazio per un totale di 16 pannelli solari. È inoltre
possibile installare un bagno di compostaggio, mentre le dimensioni contenute del modulo riducono il consumo di suolo al minimo. L'abitazione
è pensata per unire in sé funzionalità ed eleganza, dando vita ad un'architettura attenta all'essere umano quanto alla sostenibilità ambientale ed
economica del progetto.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Block I., 2019, «Grimshaw designs tiny homes for Australian charity», in https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshaw-micro-homecharity-kids-under-cover-homeless-architecture/
2. Archdaily, 2018, «The Peak / hGrimshaw», in https://www.archdaily.com/903712/the-peak-grimshaw
3. Archello, «The Peak», in https://archello.com/it/project/the-peak/specifications
87
KODA
Kodasema
https://www.grayorganschi.com/
Figura 72. Paul Kuimet, KODA by Kodasema, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema
NOME DEL PROGETTO: KODA
PROGETTISTI: Kodasema
PRODUTTORI E AZIENDE: Harmet
LOCALIZZAZIONE: Tallinn, Harjumaa, Estonia, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2016
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 1 giorno
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: € 120.000
DIMENSIONI: 25,8 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano, terreno pianeggiante
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, ufficio, studio, aula, ecc.
FRUITORI: 2 persone (abitazione), 3-4 dipendenti (ufficio), 12-16 studenti (aula)
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, scomponibile.
CARATTERISTICHE: l'abitacolo presenta una superficie interna di 25,8 m² ed una larghezza esterna
88
Figura 73. KODA: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta,
di 3,93 m. Il modulo occupa un'area totale di 7,32×3,93 m ed è pensato come un
modulo finito e pronto all'uso.
MONTAGGIO: il fatto che si tratti di un modulo prefabbricato, rende la
realizzazione di KODA veloce tanto quanto la sua installazione. La micro house può
infatti essere trasferita da un luogo ad un'altro in sole 7 ore tra smontaggio e
rimontaggio.
TRASPORTO: i moduli possono essere trasportati con un camion fino in cantiere,
ma possono anche essere smontati in componenti più piccoli in sole 4-7 ore. In linea
di principio, la casa Koda può quindi essere smontata e riadattata altrove,
prestandosi così anche a un uso temporaneo in siti in attesa di sviluppo. Come
sottolineano gli architetti, i grandi progetti di pianificazione urbana possono
richiedere anni dall'inizio della pianificazione alla cerimonia di inaugurazione
effettiva e i moduli Koda potrebbero servire come alloggi per studenti, padiglioni
scolastici o uffici provvisori durante questo periodo.
ATTACCO A TERRA: non necessita di fondazioni in quanto è sistema integrato
per cui è sufficiente un terreno livellato e con una capacità di carico sufficiente.
ATTREZZABILITÀ: Lo spazio interno si presenta come un open-space
illuminato da un'unica apertura posta in facciata. La planimetria si dispone su due
livelli, di cui uno soppalcato. Nella parte posteriore della struttura, sono stati inseriti
un soppalco, un piccolo bagno ed una cucina completamente attrezzata, rendendo
KODA un edificio pronto all'uso, oltre che pienamente personalizzabile.
INVOLUCRO ESTERNO: la strutturan dell’abitacolo, caratterizzata da muri
esterni dello spessore di 178 cm, è realizzata principalmente in legno e cemento. La
divisione interna dello spazio è proiettata in facciata tramite la presenza di un
deflettore solare collocato al di sopra della porta d'ingresso. L'ingresso è inserito
all'estrema destra del prospetto frontale del modulo, dove un piccolo portico
garantisce un luogo esterno all'abitacolo dove sostare sotto la protezione della
copertura.
AMPLIABILITÀ: l'interno dell'abitacolo è in diretto contatto con l'esterno grazie
alla presenza di una vetrata a tutta altezza, collocata in facciata a garantire la giusta
luminosità degli ambienti. Le funzioni abitative del modulo sono concentrate in un
ambiente unico, eccezion fatta per i servizi igienici. L'open-space è diviso in 2
livelli grazie all'impiego di un piano a soppalco.
MATERIALI: cemento e legno (struttura), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: le pareti esterne del
modulo presentano una trasmittanza termica di 0,1 W/m², mentre il vetro a quattro
strati collocato nella parte anteriore dell'edificio presenta una trasmittanza termica di
0,33 W/m². I pannelli solari sul tetto rendono il modulo un'architettura Zero Energy,
mentre le pareti laterali sporgenti, tetto e deflettore solare, quest'ultimo collocato
all'altezza dell'architrave della porta, proteggono la parte anteriore dell'edificio dal
sole estivo. Il modulo include uno scambiatore di calore entalpico per l'aerazione e
la ventilazione, oltre ad una pompa di calore reversibile per il riscaldamento ed il
raffreddamento dell'ambiente. Il tubo di scarico è anch'esso dotato di uno
scambiatore di calore, volto a consentire al calore residuo dell'acqua della doccia di
essere utilizzato per riscaldare l'acqua potabile. KODA non dispone di alcun sistema
Figura 74. Kodasema, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a)
Prospetto del lato destro e del retro, (b) Prospetti del lato sinistro e del
fronte, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema
Figura 75. Kodasema, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a)
Sezione trasversale e longitudinale, (b) Piante di piano terra e piano
soppalcato, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/kodakodasema
89
di accumulo e necessita perciò di una connessione di
rete. La micro casa progettata dallo studio Kodasema
è inoltre dotata di dispositivi a controllo remoto quali
allarmi, illuminazione a LED regolabili ed impianti di
climatizzazione. Le pareti, realizzate con sottili
pannelli di cemento ed isolate termicamente da uno
strato di pannelli sottovuoto (VIP) che aiuta a regolare
la temperatura interna a seconda della stagione oltre
che l'isolamento acustico dell'abitacolo.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Archdaily, 2016, «KODA / Kodasema», in
https://www.archdaily.com.br/br/791926/kodakodasema
2. Mairs J., 2017, «Kodasema launches tiny prefab
home for £150k in UK», in
https://www.dezeen.com/2017/07/05/kodasema-kodahouse-launches-tiny-25-square-metres-prefab-homeuk/
3. Urban Contest Magazine, 2017, «KODA: UNA
PICCOLA CASA CON GRANDI QUALITÀ», in
https://www.urbancontest.com/architecturedesign/koda-kodasema-tiny-house
4. Schoof J., 2017, «25 square metres of
independence: The Koda micro-home by Kodasema»,
in https://www.detail-online.com/artikel/25-squaremetres-of-independence-the-koda-micro-home-bykodasema-29478/
Figura 76. Paul Kuimet, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a)
Esterno dell’abitacolo, (b) Dettaglio del portico all’ingresso, (c)
Dettaglio dell’involucro esterno, da
https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema
90
Slim Fit
Ana Rocha Architecture
https://www.anarocha.nl/
Figura 77. Christiane Wirth, Slim Fit by Ana Rocha Architecture, da https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-ana-rocha-architecture
NOME DEL PROGETTO: Slim Fit
PROGETTISTI: Ana Rocha Architecture
PRODUTTORI E AZIENDE: RENSON
LOCALIZZAZIONE: Almere, Flevoland, Paesi Bassi, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 2 giorni
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 50 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione
FRUITORI: 1 o 2 persone
TIPOLOGIA: micro-home, prefabbricata, scomponibile, modulo finito.
CARATTERISTICHE: caratterizzato da una larghezza di 4 m e da una superficie vivibile di
50 m², il modulo si presenta come un volume alto e stretto, sviluppato su 3 livelli, ed è pensato
come potenziale soluzione alla sovrappopolazione delle città, all'elevata richiesta del mercato
Figura 78. Slim Fit: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
91
immobiliare ed insieme alle esigenze dei giovani lavoratori.
MONTAGGIO: la struttura, realizzata tramite l'assemblaggio
di elementi prefabbricati, è stata montata in cantiere in soli due
giorni.
TRASPORTO: gli elementi prefabbricati che compongono il
modulo sono stati realizzati in fabbrica e successivamente
trasportati in cantiere con l'impiego di camion.
ATTACCO A TERRA: il modulo non necessita di
fondazioni.
ATTREZZABILITÀ: progettato per massimizzare l'uso della
superficie disponibile, il modulo è caratterizzato da una serie
di mobili salvaspazio, realizzati in legno multistrato di betulla.
Al suo interno, le funzioni abitative sono divise su 3 piani
fuori terra: il piano inferiore ospita infatti una cucina compatta,
insieme ad una zona pranzo, mentre al primo e secondo piano
sono collocate rispettivamente zona giorno e zona notte, la
prima dotata di un soggiorno e la seconda di un letto, un
armadio ed un piccolo bagno.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura è stata realizzata
principalmente in legno: la facciata dell’abitacolo è infatti
rivestita in pannelli in legno di Ayous, mentre le pareti interne
sono state rivestite da uno strato in legno di betulla.
AMPLIABILITÀ: progettata per contenere ogni funzione
abitativa necessaria all'essere umano in uno spazio minimo,
l'abitazione non è progettata per un eventuale ampliamento. Le
numerose aperture di cui è dotata,, rendono la casa, sviluppata
prevalentemente in altezza, uno spazio aperto verso l'esterno,
pensato per garantire una vista completa e privilegiata
dell'intorno.
MATERIALI: legno di Ayous (rivestimento esterno), legno
di betulla (rivestimento interno), legno di pino, legno
multistrato di betulla (mobili), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE:
sviluppata in altezza al fine di ridurre al minimo il consumo di
suolo, l'abitazione occupa un'area di 16 m². Le finestre su
entrambi i lati della casa consentono il flusso d'aria attraverso
gli ambienti interni, mentre i pannelli scorrevoli sono pensati
per essere chiusi al fine di evitare perdite di calore fra i vari
piani. Per ognuna delle finestre si è fatto uso di un vetro
resistente al calore, allo stesso modo del tetto, rifinito da una
lamina bianca resistente al calore. Per quanto riguarda il
riscaldamento, la casa si collega alla rete, a cui fa affidamento
anche per luce e gas. Le planimetrie dei vari livelli, di forma
semplice e lineare, consentono varie organizzazioni della
facciata. È di conseguenza possibile utilizzare in maniera
ottimale l'illuminazione e la ventilazione naturali a seconda
dell'orientamento e del contesto in cui la struttura è inserita.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Block I., 2018, «Sliding doors and built-in furniture save
space inside skinny house by Ana Rocha Architecture», in
https://www.dezeen.com/2018/02/27/ana-rocha-architectureslim-fit-skinny-house-micro-home-netherlands-dutch-housebirch-plywood-space-saving-furniture/
2. González M. F., 2018, «Micro House Slim Fit / ANA
ROCHA architecture», in
https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-anarocha-architecture
Figura 79. Christiane Wirth, (a) Angolo cottura al piano terra, (b) Scala per il secondo piano, (c) Tavolo da pranzo al piano terra, (d) Vista del piano terra, da https://www.archdaily.com/
889708/micro-house-slim-fit-ana-rocha-architecture
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Figura 80. Christiane Wirth, (a) Camera da letto, (b) Vista dal primo piano verso le scale, (c) Render, (e) Foto dell’abitacolo con interni illuminati, (f) Fotomontaggio, (g) Modellini, (h) Foto
dell’abitacolo con interni illuminati, (i) Fronte dell’edificio, da https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-ana-rocha-architecture
93
Tikku
Marco Casagrande
https://www.casagrandelaboratory.com/
Figura 81. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment by Marco Casagrande, da https://www.archdaily.com/881462/tikku-micro-apartment-marco-casagrande
NOME DEL PROGETTO: Tikku Micro-apartment
PROGETTISTI: Marco Casagrande
PRODUTTORI E AZIENDE: Crosslam, Woodpolis Kuhmo
LOCALIZZAZIONE: Helsinki, Uusimaa, Finlandia, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2017
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 12,5 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano, terreno pianeggiante
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, attività commerciale, ecc
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, scomponibile.
94
Figura 82. Tikku: (a) Planisfero con geolocalizzazione,
(b) Schema della pianta
CARATTERISTICHE: l'appartamento si
presenta come un volume stretto e lungo,
progettato per ridurre al minimo il consumo di
suolo tramite la sua costruzione in altezza.
La micro abitazione, il cui nome tradotto dal
finlandese significa letteralmente "stick" (stecco),
ad indicare la forma esile della struttura, ha una
planimetria di 2,5 x 5 m, la stessa dimensione di
un posto auto. La natura modulare
dell'architettura ermette un'infinita combinazione
delle funzioni e dei moduli che la compongono. È
possibile affiancare più appartamenti al fine di
ospitare funzioni più complesse o che necessitano
di uno spazio più ampio.
MONTAGGIO: il modulo può essere montato in
una notte
TRASPORTO: realizzata in X-LAM, materiale
cinque volte più leggero rispetto al cemento
armato, la micro casa Tikku può essere smontata,
trasportata via camion e poi rimontata ovunque.
ATTACCO A TERRA: la micro casa non
necessita di fondazioni, anche se, data la
leggerezza dei materiali impiegati nella sua
realizzazione, è stato necessario l'inserimento di
una scatola di sabbia sul fondo per garantirne la
stabilità.
ATTREZZABILITÀ: l'abitazione è strutturata
su 3 livelli, i quali possono accogliere diverse
funzioni a seconda delle esigenze del fruitore.
All'ultimo piano si trova una serra, che può essere
adibita a giardino d'inverno, zona giorno o studio.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura è
costruita interamente in X-LAM e vetro. Sulla
cima dell'appartamento si trova una serra in vetro
caratterizzata da una copertura a doppio
spiovente, la quale è un chiaro riferimento
all'archetipo della casa.
AMPLIABILITÀ: è possibile unire più moduli
al fine di creare strutture più ampie e complesse
MATERIALI: X-LAM (struttura e isolante),
vetro (aperture), sabbia.
Figura 83. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment a Helsinki, da https://www.archdaily.com/881462/tikku-microapartment-marco-casagrande
Figura 84. Jenni Gästgivar, 2017, (a) Vista dell’appartamento dall’alto, (b) Copertura in vetro, da
https://www.archdaily.com/881462/tikku-micro-apartment-marco-casagrande
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED
ENERGETICHE: il modulo è energeticamente
Figura 85. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment: Foto dell’interno al piano terra, https://www.dezeen.com/
autosufficiente grazie alla presenza di pannelli
2017/10/23/casagrande-laboratory-designs-tikku-micro-house-cross-laminated-timber-installation-helsinki-design-week/
solari e di un bagno a secco, mentre l'isolamento
termico è garantito da uno strato di X-LAM di 20 cm, sufficiente anche in caso di inverni particolarmente freddi.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Archdaily, 2017, «TIKKU Micro-apartment / Marco Casagrande», in https://www.archdaily.com/881462/tikku-micro-apartment-marcocasagrande
2. Casagrande Laboratory, «Tikku», in https:// www.casagrandelaboratory.com/portfolio/tikku/
3. Morris A., 2017, «Casagrande Laboratory designs wooden micro house for city dwellers», in
https://www.dezeen.com/2017/10/23/casagrande-laboratory-designs-tikku-micro-house-cross-laminated-timber-installation-helsinki-designweek/
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U-Build system
Studio Bark
https://studiobark.co.uk/
Figura 86. Lenny Codd, U-Build system by Studio Bark, da https://u-build.org/
NOME DEL PROGETTO: U-Build
PROGETTISTI: Studio Bark
PRODUTTORI E AZIENDE: Cut and Construct
LOCALIZZAZIONE: Londra, Inghilterra, Regno Unito, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2017
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: varia a seconda delle dimensioni degli elementi
DIMENSIONI: variabili
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione/studio/rifugio/ufficio/attività
commerciale o turistica
FRUITORI: pubblico e privati
TIPOLOGIA: elemento componibile, prefabbricato, scomponibile
CARATTERISTICHE: il sistema U-Build è stato progettato per combattere la crisi abitativa a
cui è soggetto in questi ultimi anni il Regno Unito, gli alti tassi di affitto che i giovani
96
Figura 87. U-Build: (a) Planisfero con geolocalizzazione,
(b) Schema dell’elemento costruttivo
professionisti devono sostenere e contro l'elevato numero di
proprietà vacanti all'interno del paese. L'elemento costruttivo
fornirà una soluzione sicura per i lavoratori che cercano una
residenza a breve termine e, in futuro, potrebbe essere un fattore
cruciale per alleviare i senzatetto e la crisi dei rifugiati.
MONTAGGIO: il modulo è stato progettato per essere
assemblato in un giorno
TRASPORTO: caratterizzati da dimensioni e peso ridotti al
minimo,
gli elementi possono essere agevolmente trasportati ovunque
con il supporto di qualsiasi mezzo.
ATTACCO A TERRA: l'elemento non necessita di fondazioni
ATTREZZABILITÀ: la morbidezza dei materiali, la
superficie piana e la forma regolare degli elementi componibili
consentono all'utente di attrezzare le pareti del proprio abitacolo
in maniera semplice ed immediata, rendendo le strutture create
attraverso questo sistema facilmente personalizzabili.
INVOLUCRO ESTERNO: l'involucro esterno di ogni
elemento opaco è costituito da pannelli in OSB, mentre quelli
semitrasparenti sono realizzati in poliestere riciclato
incorniciato da una struttura in OSB.
AMPLIABILITÀ: con il sistema U-Build è possibile realizzare
strutture di qualsiasi forma e dimensione che possono essere
infinitamente ampliate e trasformate a seconda delle esigenze
del fruitore.
MATERIALI: pannelli OSB in abete o betulla (struttura), lana
di agnello (isolante), poliestere riciclato (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED
ENERGETICHE: i moduli, ottenuti da materiali riciclati o di
natura organica, sono facilmente sostituibili e riciclabili,
rendendo tale sistema costruttivo estremamente sostenibile, sia
ecologicamente che economicamente.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. U-build, «U-Build is a Revolutionary Self-build System», in
https://u-build.org
2. Squier A., 2017, «A New Concept For Modular, Affordable
Housing Is Coming to London’s Vacant Buildings», in
https://www.dwell.com/article/a-new-concept-for-modularaffordable-housing-is-coming-to-londons-vacant-buildings11bcfdad
3. Crook L., 2019, «Studio Bark's flat-pack U-build system lets
anyone self-build», in
https://www.dezeen.com/2019/05/10/ubuild-studio-barkmodular-architecture/
Figura 88. Studio Bark, (a) Prospettiva dell’interno di un modulo realizzato tramite il Sistema u-Build, (b) Sala da pranzo all’interno di una struttura realizzata tramite il sistema U-Build, (c)
Esempio di struttura realizzata tramite il Sistema U-Build, (d) Esempio di assemblaggio, (e) Prospettiva disegnata di un soggiorno realizzato tramite il sistema U-Build, (f) Procedimento di
assemblaggio, da https://u-build.org/
97
Smart Student Unit
Tengbom
https://tengbom.se/
Figura 89. Bertil Hertzberg, Smart Student Unit, 2013, da https://www.archilovers.com/projects/113771/smart-student-units.html
NOME DEL PROGETTO: Smart Student Unit
PROGETTISTI: Tengbom (Linda Camara e Pontus Åqvist)
PRODUTTORI E AZIENDE: Martinsons
LOCALIZZAZIONE: Virserum, Kalmar län, Svezia, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2013
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: periodi brevi/medio-lunghi
COSTO: la scelta dei materiali e l’attenzione alla sostenibilità del progetto
permettono agli student di pagare solo 2.500 corone svedesi al mese
(circa 282 euro), riducendo il loro affitto del 50%.
DIMENSIONI: 10 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: alloggio temporaneo
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: modulo finito, prefabbricato, scomponibile.
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Figura 90. Smart Student Unit: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
CARATTERISTICHE: nata dalla collaborazione tra lo studio di
progettazione architettonica Tengbom e gli studenti dell’Università
di Lund, la Smart Student Unit ha una superficie interna di 10 m²,
sviluppata su due livelli, ed occupa una superficie di 4,20 x 2,85 m.
Caratterizzata da un tetto a spiovente, la struttura sirifà in parte
all’architettura locale, nel rispetto della tradizione. Abitazione dalle
forme organiche ed eleganti, Smart Student Unit è unità abitativa
realizzata in risposta alla necessità dell’università di nuovi spazi
abitativi per i suoi studenti ed è progettata per rispondere alle
esigenze di questi ultimi in maniera efficiente oltre che sostenibile.
MONTAGGIO: segati e sagomati dalla ditta Martinsons e montato
sul posto dall’impresa di costruzioni svedese Ulestedt, i pannelli che
costituiscono l’abitacolo possono essere assemblati direttamente in
loco, in maniera da ridurre notevolmente costi di trasporto e tempi di
costruzione della struttura.
Figura 91. Bertil Hertzberg, 2013, Smart Student Unit: (a) Vista dall’alto del piano terra, (b)
Dettaglio delle scale per il piano soppalcato, (c) Vista verso la camera da letto, (d) Foto
dell’interno, (e) Dettaglio dell’angolo cottura, da
https://www.archilovers.com/projects/113771/smart-student-units.html
99
TRASPORTO: la struttura può essere smontata e trasferita tramite camion
ATTACCO A TERRA: base lignea poggiata su di una serie di piedi in cemento che tengono la struttura leggermente rialzata rispetto al
terreno.
ATTREZZABILITÀ: concepito come alloggio temporaneo da affittarsi piuttosto che come abitazione permanente, l’abitacolo è, nonostante
le dimensioni ridotte, dotato di tutto il necessario per vivere: esso contiene infatti un angolo cottura, un piccolo bagno con doccia, un’amaca ed
una piccola camera da letto, collocata su di un soppalco e resa accessibile da una serie di mensole in grado, all’occorrenza, di fungere anche da
gradini. La significativa riduzione dello spazio è resa possibile dalla trasformabilità e dalla multifunzionalità degli elementi che lo
compongono. Tra questi, due tra le finestre al piano terra possono essere ripiegate al fine di essere utilizzate come tavolo da pranzo o come
scrivania per lo studio a scomparsa. Dal soppalco mansardato, in cui è stato ricavato un vano con letto futon, è possibile inoltre accedere al
patio esterno, che sfoggia un piccolo giardino in virtù del rapporto uomo-natura.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura è completamente realizzata
in legno e pannelli in X-LAM ed è stata pensata per ridurre al
minimo lo spreco di materiale. I pannelli dell’abitacolo sono stati
infatti ritagliati in maniera da riutilizzare i pezzi di risulta all’interno
dello stesso edificio. Il ritaglio dell’ingresso è infatti stato utilizzato
per creare l’anta della porta d’accesso, mentre quelli ricavati dalle
finestre sono stati impiegati per realizzare i ripiani/gradini verso il
soppalco.
AMPLIABILITÀ: l’abitacolo è pensato per ridurre al minimo il
consumo di suolo e non è perciò pensato per un eventuale
ampliamento. Nonostante ciò, le unità abitative sono aggregabili,
oltre che personalizzabili, qualora ve ne fosse la necessità.
MATERIALI: plexiglass (finestre), legno chiaro e X-LAM
(struttura, arredi e riversimento).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: impatto
ecologico e impronta di carbonio di quest’edificio sono stati
significativamente ridotti dalla scelta dei materiali e dall’accurata
progettazione architettonica. I materiali impiegati sono infatti stati
selezionati per le loro caratteristiche di riciclabilità, biocompatibilità
e riutilizzabilità, al fine di perseguire un impatto ambientale minimo,
insieme ad una notevole riduzione delle emissioni di diossido di
carbonio nell'atmosfera durante la fase costruttiva. La struttura è stata
Figura 92. Tengbom, Smart Student Unit: schizzo di progetto, da
https://www.infobuildenergia.it/ progetti/smart-student-unit-tiny-house-legno-da-10-mq567.html?utm_source=Redazionale &utm_medium=email&utm_campaign=redazionale506#
Figura 93. Bertil Hertzberg, 2013, Smart Student Unit: (a) Dettaglio della finestra, (b) Retro
dell’abitacolo, da https://www.archilovers.com/projects/113771/smart-student-units.html
100
realizzata in legno locale che è stato inoltre lasciato a vista, scelte che sono espressione sia di una ricerca verso la sostenibilità ambientale che
di una volontà di realizzare un ambiente accogliente, che sia in grado di infondere un senso di calore ed armonia, in maniera da favorire la
concentrazione e la serenità degli studenti. Lo stesso intento si riflette nelle forme morbide ed irregolari di porte, finestre ed arredi, che con la
loro sinuosità trasmettono un senso di benessere.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Ecologico, 2019, «Smart Student Unit: un’abitazione in legno da 10 mq», in https://ecologico.altervista.org/smart-student-unitunabitazione-in-legno-da-10-mq/
2. Baker M., 2013, «Smart Student Unit by Tengbom Architects», in https://dzinetrip.com/smart-student-unit-tengbom-architects/
3. Abbate M., 2013, «In Svezia nasce la Smart Student Unit, la mini-casa prefabbricata progettata in 10 Mq di superficie», in
http://www.prefabbricatisulweb.it/guida/smart-student-unit-la-mini-casa-prefabbricata-in-10-mq.html
4. Ratoi L., «Smart Students Unit | Tengbom Architects», in https://www.arch2o.com/smart-students-unit-tengbom-architects/
101
LA CASA MOBILE TRASPORTABILE
MINIMOD
MAPA
https://mapaarq.com/en/
Figura 94. Leonardo Finotti, MINIMOD Curucaca (Brasile), da https://www.dezeen.com/2019/05/02/minimod-curucaca-mapa-prefab-house-brazil/
NOME DEL PROGETTO: MINIMOD
PROGETTISTI: MAPA
PRODUTTORI E AZIENDE: Adall Home systems, Ecotelhado, Enovare,
Sistema Steel house
LOCALIZZAZIONE: Maquiné, Stato del Rio Grande do Sul, Brasile, Sud America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2013
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 1 anno (prototipo)
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: $ 1.000 per m² ($ 27.000 per il modello fabbricato tramite la
realizzazione del prototipo) esclusi costi aggiuntivi (quali realizzazione
delle fondazioni, sistemi energetici, sistemi idraulici, etc.)
DIMENSIONI: 27 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano, fieristico,
museale, zone equatoriali/mediterranee/temperate
DESTINAZIONE D'USO: essendo una struttura prefabbricata, oltre che componibile, Minimod consente alla clientela
di definire in maniera autonoma la destinazione d'uso del proprio modulo, di sceglierne le finiture e le opzioni di automazione. A seconda della composizione delle unità, possono essere ospitate diverse funzioni, che vanno dalla casa per le vacanze a piccoli
showroom, fino a destinazioni più ampie ed elaborate quali hotel e piccoli
ristoranti, ospitabili grazie alla combinazione di un maggior numero di moduli.
Figura 95. MINIMOD: (a) Planisfero con geolocalizzazione di MINIMOD
Curucaca (Curucaca, Santa Catarina, Brasile) e MINIMOD Catuçaba (Catuçaba,
Sao Paulo, Brasile), (b) Schema della pianta di MINIMOD Catuçaba
103
Figura 96. Leonardo Finotti, MINIMOD Curucaca: (a) Sala da pranzo, (b) Soggiorno, (c,d) Camera da letto, (e) Zona giorno, da https://www.dezeen.com/2019/05/02/minimod-curucaca-mapaprefab-house-brazil/
104
Figura 97. Leonardo Finotti, (a) MINIMOD Catuçaba: contesto di inserimento, (b) MINIMOD Catuçaba al tramonto, (c) MINIMOD Catuçaba: esterno, (d) Soggiorno, (e) vista dall’interno, (f)
Cucina e sala da pranzo, (g) MINIMOD Catuçaba dall’esterno, da https://www.archdaily.com/802159/minimod-catucaba-mapa
105
FRUITORI: da 1 a più persone
TIPOLOGIA: micro-home, prefabbricata, elemento
scomponibile, trasportabile
CARATTERISTICHE: il modulo abitativo ha una
superficie interna di 27 m² ed un volume di 81 m³ ed è
realizzato tramite la tecnologia del sistema steel frame.
Punto di forza del progetto è la modularità: ogni
MINIMOD è infatti il risultato dell'aggregazione di più
moduli di base.
MONTAGGIO: i lavori per la realizzazione del prototipo
sono iniziati nel 2013 e si sono conclusi nello stesso anno.
La possibilità di personalizzare di spazi e finiture di questa
micro architettura rende la gamma di moduli realizzabili
pressoché infinita, insieme alle forme ed alle combinazioni
realizzabili tramite il loro assembramento. Ogni unità è
prefabbricata in un lasso di tempo di circa 45 giorni e viene
montata prima del suo trasporto in loco.
TRASPORTO: dopo essere stati assemblati, i moduli
vengono spostati su di un camion e posizionati poi tramite
l'uso una gru, oppure smontati in pezzi più piccoli e
trasportati in cantiere per il montaggio finale.
ATTACCO A TERRA: travi in acciaio
Figura 98. Figura 94. MAPA, MINIMOD: (a) Esploso assonometrico, (b) Dettaglio tecnico, da https://www.archdaily.com.br/br/01-176781/minimod-slash-mapa
Figura 99. Leonardo Finotti, MINIMOD: (a) Collocazione del prototipo, (b) Tetto verde, (c) Prototipo visto dall’esterno da https://newatlas.com/mini-mod-mapa-architects/30566/
Figura 100. Leonardo Finotti, MINIMOD: prototipo visto dall’esterno, da https://newatlas.com/mini-mod-mapa-architects/30566/
106
ATTREZZABILITÀ: parole chiave di questo progetto sono sicuramente personalizzazione, design e sostenibilità. Il modulo è attrezzabile a
seconda delle esigenze del suo fruitore e quasi interamente personalizzabile, sia nelle dimensioni che negli arredi e nelle sue finiture.
L'espansione o l'aggiunta di nuovi moduli possono essere eseguite al momento dell'installazione iniziale o nel mezzo del processo, in base alle
esigenze ed al budget del cliente. Alcuni arredi sono inclusi nel piano di realizzazione della casa, tra cui un mini-frigo, un armadio ed un
piccolo forno.
INVOLUCRO ESTERNO: l'involucro è caratterizzato da una facciata parzialmente ventilata ed è realizzato principalmente in acciaio, legno
di pino e rivestito in compensato. L'isolamento termico e l'isolamento acustico sono entrambi garantiti da uno strato di PET, protetto alla base
del modulo da un pannello OSB. La stratigrafia muraria della micro home, relativamente leggera se paragonata ad altre strutture abitative,
suggerisce come MINIMOD sia concepita in riferimento a zone climatiche dalle temperature miti. Il volume è inoltre rialzato rispetto al
terreno da una serie di travi in acciaio come protezione dall'umidità, mentre in copertura troviamo un tetto verde. La scelta dei materiali
permette di ottenere un'abitazione dal design minimale ed insieme innovativo, coniugando sostenibilità, praticità ed eleganza in un unico
progetto.
AMPLIABILITÀ: attraversata da portefinestre scorrevoli, MINIMOD è in rapporto quasi simbiotico con l'ambiente esterno, con cui dialoga
in qualsiasi punto della casa. Il modulo può essere ampliato grazie alla combinazione di più moduli, rendendo la progettazione un continuo
processo evolutivo, una forma potenzialmente in divenire ed in continua trasformazione. La presenza in cantiere del cliente, rende la
progettazione del proprio modulo dinamica e partecipata, mentre la forma essenziale di MINIMOD conferisce al committente piena libertà
compositiva dello spazio interno, rendendo quest'ultimo ogni volta unico e creato sulla base delle abitudini e delle scelte del singolo.
MATERIALI: acciaio (struttura), legno (rivestimento interno ed esterno), legno compensato (isolante), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: nonostante non sia stata specificatamente ideata come modulo operativo off-grid, la
micro architettura MINIMOD è già dotata di aria condizionata e può essere fornita su richiesta di pannelli solari e di un bagno compostante.
Un tetto verde ed una tanica per la raccolta dell'acqua in copertura garantiscono il filtraggio e il riciclo dell'acqua piovana, mentre la luce è
fornita da lampade a LED. La facciata parzialmente ventilata e la sua costruzione su palafitte la rendono ideale per i climi caldi e proteggono
l'abitazione dall'umidità del terreno.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Williams A., 2014, «Minimod small home designed with flexibility», in https://newatlas.com/mini-mod-mapa-architects/30566/
3. Cogley B., 2019, «MAPA hides prefab Minimod Curucaca in Brazilian forest», in https://www.dezeen.com/2019/05/02/minimod-curucacamapa-prefab-house-brazil/
4. Archdaily, 2013, «Minimod / MAPA», in https://www.archdaily.com/476916/minimod-mapa
5. Archdaily, 2016, «MINIMOD Catuçaba / MAPA», in https://www.archdaily.com/802159/minimod-catucaba-mapa (ultimo accesso 7
Febbraio 2021)
107
Cabin on the border
SO? Architecture&Ideas
https://www.soistanbul.com/
Figura 101. SO? Architecture&Ideas, 2018, Cabin on the border by SO? Architecture&Ideas, da https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border
NOME DEL PROGETTO: Cabin on the border
PROGETTISTI: SO? Architecture&Ideas
PRODUTTORI E AZIENDE: Asmaz, Kerabit, WISA
LOCALIZZAZIONE: Edirne, Tracia, Turchia, Asia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi
COSTO: € 9,800 incluso il trasporto
DIMENSIONI: 18 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale
DESTINAZIONE D'USO: casa per le vacanze
FRUITORI: 3 persone
TIPOLOGIA: micro-home, fissa, modulo finito, prefabbricato
CARATTERISTICHE: l'abitazione si presenta come un volume semplice, di forma
rettangolare. Al suo interno, l'abitacolo è caratterizzato da una superficie di 18 m² divisa in
due ambienti, di cui uno polifunzionale. All'esterno dell'abitacolo, a protezione della porta
108
Figura 102. Cabin on the border: (a) Schema della pianta, (b)
Planisfero con geolocalizzazione
d'ingresso, un pergolato in legno offre un riparo dai
raggi solari, mentre la base rialzata in legno protegge
l'interno dall’umidità del luogo. La facciata è scandita
da una serie di listelli in legno, i quali costituiscono lo
scheletro della struttura.
MONTAGGIO: la struttura è composta di elementi
prefabbricati, i quali sono stati assemblati in fabbrica e
successivamente trasportati in cantiere su camion.
TRASPORTO: l'abitazione non è pensata per il
trasporto, ma può essere eventualmente spostata
tramite l'impiego di un camion.
ATTACCO A TERRA: il modulo è rialzato da terra
tramite l'impiego di una base in legno, sorretta da una
serie di pilastri dello stesso materiale.
ATTREZZABILITÀil progetto è ideato per
rispondere in maniera efficiente ai continui
cambiamenti climatici a cui la zona climatica è
soggetta, andando a definire un un'architettura in
divenire, capace di trasformarsi a seconda delle
esigenze del suo utente. In un caldo pomeriggio
uggioso, la finestra in policarbonato è infatti in grado
di trasformarsi in una copertura trasparente, per poter
guardare il cielo ed essere contemporaneamente al
riparo dalla pioggia, mentre la facciata in compensato
si inclina fino a divenire una terrazza. Nel corso di una
tempesta, sia la finestra che la facciata possono essere
invece chiuse, rendendo l'abitazione un rifugio
completamente isolato e protetto dalle intemperie. Al
suo interno l'abitacolo contiene un letto matrimoniale,
due letti soppalcati, resi accessibili da due scale a pioli
in legno, un angolo cottura, un tavolo da pranzo
reclinabile, pensato per fungere anche da scrivania, ed
un bagno. Sotto al letto a piano terra, una serie di
Figura 103. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: (a) Render, (b)
Contesto, (c) Trasporto su camion, da https://divisare.com/projects/385868cabin-on-the-border
109
Figura 104. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: sezioni verticali che mostrano la
trasformazione della parete in terrazza, da https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-theborder
Figura 105. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: sezioni orizzontali che illustrano il la
trasformabilità della struttura, da https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border
Figura 106. SO? Architecture&Ideas, Dettaglio dei cassettoni e della scaletta per raggiungere il
soppalco, da http://www.dezeen.com/2018/ 05/21/so-architecture-cabin-border-turkey-greece/
Figura 107. SO? Architecture&Ideas, Vista verso cucina e porta del bagno: in alto dietro il
mobile dell’angolo cottura è inserito un letto singolo, da http://www.dezeen.com/2018/05/21/soarchitecture-cabin-border-turkey-greece/
Figura 108. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: esterno, da
https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border
Figura 109. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: schema delle strategie energetiche,
da https://www.soistanbul.com/cabin-on-the-border
110
cassettoni fornisce uno spazio dove riporre abiti ed altri oggetti.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura è completamente realizzata in legno lamellare e rivestita in compensato, mentre la coibentazione è
fornita da uno strato di materiale isolante in lana di roccia e da una serie di fogli multistrato in legno di betulla, inseriti all'interno delle pareti³.
AMPLIABILITÀ: essendo la struttura realizzata tramite l'assemblaggio di più elementi componibili, la casa è potenzialmente ampliabile
tramite l'aggiunta e il riassemblamento di nuove pareti, ma non è pensata principalmente per un eventuale ampliamento quanto per la capacità
di racchiudere in uno spazio ridotto l'intimità e la tranquillità di cui necessita la vita familiare. La struttura è inoltre pensata per trasformarsi ed
espandersi verso l’ambiente esterno, in maniera da fornire diverse funzioni. La parete della zona notte è infatti in grado di aprirsi e diventare,
da elemento interno, ad elemento in relazione con l’esterno, in virtù di un’architettura in grado di mutare sè stessa insieme alle esigenze del
suo utente.
MATERIALI: policarbonato (finestre), lana di roccia (isolante), legno lamellare (struttura), compensato (rivestimento interno).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: il modulo è pensato per essere trasformato dai suoi utenti a seconda delle condizioni
atmosferiche, in virtù di un'architettura in rapporto con la natura a lei circostante. Il progetto tiene infatti conto degli insetti e dell'umidità
tipiche di quella zona, la quale è soggetta giornalmente a continui cambiamenti atmosferici a seconda della stagione. L'ambiente è inoltre
riscaldato da una piccola stufa a legna, mentre le numerose finestre garantiscono un'illuminazione naturale degli ambienti. Tutti gli elementi
trasformabili sono da muoversi manualmente. L'abitacolo è infatti privo di una qualsiasi fonte di energia, essendo stata pensata per brevi
periodi di villeggiatura estiva e per fornire alla famiglia un luogo di riconnessione con la natura ed i suoi ritmi, ma è reso energeticamente
indipendente dall’installazione di sistemi di raccolta e riscalamento dell’acqua che fa uso di una vasca esterna e di una serie di pannelli solari
collocate sulla copertura.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. DIVISARE, 2018, «CABIN ON THE BORDER», in https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border
2. González M. F., 2018, «Cabin on the Border / SO? Architecture&Ideas», in https://www.archdaily.com/896403/cabin-on-the-border-soarchitecture-and-ideas
3. Griffiths A., 2018, «Cabin on the Border is an off-grid shelter with walls that open on pulleys», in
https://www.dezeen.com/2018/05/21/so-architecture-cabin-border-turkey-greece/
111
Diogene
Renzo Piano
http://www.rpbw.com/
Figura 110. Diogene by Renzo Piano, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano?ad_medium=gallery
NOME DEL PROGETTO: Diogene
PROGETTISTI: Renzo Piano
PRODUTTORI E AZIENDE: Vitra
LOCALIZZAZIONE: Vitra Campus, Weil am Rhein, Germania, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2013
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 3 anni
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: da $ 45.000 a $ 75.000
DIMENSIONI: 7,5 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione/studio/casa per vacanze
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, energeticamente autosufficiente,
trasportabile.
DESTINAZIONE D'USO: abitazione/studio/casa per vacanze
112
Figura 111. Diogene: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
CARATTERISTICHE: il modulo ha un'area interna di 7,5
m² ed un'altezza di 3,2 metri dalla linea di colmo. La forma
dell'abitazione, caratterizzata da un tetto a doppio spiovente,
è un evidente richiamo all’archetipo della casa, nonostante
gli angoli arrotondati ed il rivestimento in alluminio della
facciata conferiscano a tale forma un forte carattere di
contemporaneità.
MONTAGGIO: abitazione prefabbricata, Diogene è il
risultato della ricerca dell'architetto verso la realizzazione di
un prodotto complesso che fosse però adatto alla produzione
industriale in serie. L'abitazione non necessita di essere
smontata e rimontata per ogni spostamento: è infatti
sufficiente il suo trasporto tramite autocarro.
TRASPORTO: con un peso di 1,2 tonnellate³ ed un
ingombro ridotto al minimo, l’abitacolo può essere caricato
su di un camion già completamente assemblato ed arredato ,
oltre che trasferito ed installato in qualsiasi luogo a
prescindere dal clima o dalle infrastrutture presenti.
ATTACCO A TERRA: il modulo non necessita di
fondazioni e poggia sul terreno tramite dei piedi in metallo.
Figura 112. Lanoo Julien, Diogene: esterno, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano?ad_
medium=gallery
ATTREZZABILITÀ: parola chiave di questo progetto è l'essenzialità. Nonostante le dimensioni ridotte, Diogene risponde infatti ad ogni
necessità abitativa in maniera efficiente ed efficace. Il modulo è diviso in due spazi abitativi principali, di cui uno impiegato a zona abitativa,
fornita di un divano letto e di un tavolo pieghevole, e di cui il secondo è invece dotato di una doccia e di una toilette, oltre che di una piccola
cucina.
INVOLUCRO ESTERNO: il modulo, realizzato in legno e rivestito in alluminio, è caratterizzato da aperture a triplo vetro ed è progettato
per resistere a temperature estreme, che vanno da un minimo di 10 ad un massimo di 105 gradi Fahrenheit. Il colmo del tetto arriva ad
un'altezza di 3,2 m dal terreno, mentre la porta d'ingresso presenta una forma non convenzionale, adattandosi alla forma del tetto. L'involucro
esterno è interrotto da un totale di 5 aperture, di cui due porte, due finestre ed un lucernario, collocato sulla falda destra della copertura.
AMPLIABILITÀ: le dimensioni ridotte del modulo, progettato per contenere in sé ogni funzione abitativa e non ampliabile se non tramite
l'accostamento di più moduli uguali fra loro indipendenti, vogliono essere uno stimolo da parte dell'architetto a vivere l'abitazione come luogo
di studio e riposo, incoraggiando in tal senso l'uscita del suo abitante dalla propria dimora, in virtù di una socialità esterna alla casa, che trova
luogo altrove, nell'edificio o sul suolo pubblici,
invitando così a ripensare la relazione tra individuo e
comunità.
ATTREZZABILITÀ: parola chiave di questo
progetto è l'essenzialità. Nonostante le dimensioni
ridotte, Diogene risponde infatti ad ogni necessità
abitativa in maniera efficiente ed efficace. Il modulo è
diviso in due spazi abitativi principali, di cui uno
impiegato a zona abitativa, fornita di un divano letto e
di un tavolo pieghevole, e di cui il secondo è invece
dotato di una doccia e di una toilette, oltre che di una
piccola cucina.
INVOLUCRO ESTERNO: il modulo, realizzato in
legno e rivestito in alluminio, è caratterizzato da
aperture a triplo vetro ed è progettato per resistere a
temperature estreme, che vanno da un minimo di 10
ad un massimo di 105 gradi Fahrenheit. Il colmo del
tetto arriva ad un'altezza di 3,2 m dal terreno, mentre
la porta d'ingresso presenta una forma non
convenzionale, adattandosi alla forma del tetto.
L'involucro esterno è interrotto da un totale di 5
aperture, di cui due porte, due finestre ed un
lucernario, collocato sulla falda destra della copertura.
AMPLIABILITÀ: le dimensioni ridotte del modulo,
progettato per contenere in sé ogni funzione abitativa
e non ampliabile se non tramite l'accostamento di più
moduli uguali fra loro indipendenti, vogliono essere
uno stimolo da parte dell'architetto a vivere
l'abitazione come luogo di
Figura 113. RPBV Architects, Vista sul soggiorno, da https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianosdream-of-a-tinyhouse.html
113
studio e riposo, incoraggiando in tal senso l'uscita del suo abitante dalla propria dimora, in virtù di una socialità esterna alla
casa, che trova luogo altrove, nell'edificio o sul suolo pubblici, invitando così a ripensare la relazione tra individuo e comunità.
MATERIALI: pannelli X-LAM in legno di cedro (struttura), alluminio (rivestimenti esterni), VIP (isolante), vetro a triplo
strato (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: costruita in materiali ad alta sostenibilità, Diogene presenta due
serbatoi per la raccolta e la purificazione delle acque piovane, collegati ad una caldaia, un bagno compostante, finestre a tripli
vetri e pannelli solari: tutte strategie che permettono l'autosufficienza dell'abitacolo dalle infrastrutture locali, rendendolo un
sistema abitativo a circolo chiuso pienamente autonomo. La struttura è costituita da un volume in legno, completamente
rivestito in alluminio oltre che isolato termicamente da uno strato di VIP (Vacuum Insulated Panel) di 20 mm.
Figura 114. Renzo Piano, Diogene: esploso
assonometrico, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano
Figura 115. Renzo Piano, Schema degli impianti, da https://www.plataformaarquitectura.cl/cl/02269579/renzo-piano-presenta-diogene-una-cabina-auto-suficiente-y-desarmable-para-una-persona
Figura 116. Renzo Piano, Illustrazione dell’involucro, da
https://www.plataformaarquitectura.cl/cl/02-269579/renzo-piano-presenta-diogene-una-cabinaauto-suficiente-y-desarmable-para-una-persona
Figura 117. RPBV Architects, Diogene: vista dal bagno, da
https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tiny-house.html
114
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Louie E., 2013, «Renzo Piano’s Dream of a Tiny House», in https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianosdream-of-a-tiny-house.html
2. Archdaily, 2013, «Diogene / Renzo Piano», in https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzopiano?ad_medium=gallery
3. Domusweb, 2013, «Renzo Piano: Diogene», in
https://www.domusweb.it/it/architettura/2013/06/13/renzo_piano_diogene.html
4. Menocal C. G., 2013, «renzo piano's micro-home 'diogene' installed on vitra campus», in
https://www.designboom.com/architecture/renzo-pianos-micro-home-diogene-installed-on-vitra-campus/gallery/image/renzopianos-micro-home-diogene-installed-on-vitra-campus-33/
5. Da Campo N., 2013, «Diogene: la mini abitazione sostenibile firmata Renzo Piano», in
https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/diogene-mini-abitazione-renzo-piano-546
115
Portable House ÁPH80
Ábaton Arquitectura
https://abaton.es/es/
Figura 118. Juan Baraja, 2013, Portable House ÁPH80 by Ábaton Arquitectura, da https://www.archdaily.com/420623/portable-house-aph80-abaton-arquitectura/
NOME DEL PROGETTO: Portable House ÁPH80
PROGETTISTI: Ábaton Arquitectura
PRODUTTORI E AZIENDE: BATAVIA, Marset, HAY, POLS POTTEN, JIELDE
LOCALIZZAZIONE: Madrid, Comunità Autonoma di Madrid, Spagna, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2013
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 4-6 settimane
TEMPI D'USO: lunghi
COSTO: € 42.800
DIMENSIONI: 27 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale (abitazione
pensata per essere posizionata quasi ovunque su di una
Superficie pianeggiante)
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, alloggio temporaneo,
casa vacanze
FRUITORI: 2 persone
CARATTERISTICHE: l’unità abitativa ha una superficie interna di 27 m² ed è
116
Figura 119. Portable House ÁPH80: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
suddivisa principalmente in 3 ambienti, ricavati
dalla suddivisione del volume interno in base alle
funzioni accolte. Caratterizzata da una forma
semplice e minimale, la micro casa ÁPH80 è
ispirata all'archetipo della casa, dal quale di fatti
prende la classica forma con tetto a spioventi.
MONTAGGIO: l'assemblaggio del modulo
abitativo ÁPH80 ha richiesto un giorno.
L'abitazione è stata inoltre progettata e prodotta
interamente in Spagna.
TRASPORTO: il modulo è trasportabile su strada
tramite l’impiego di un autocarro
ATTACCO A TERRA:
ATTREZZABILITÀ: i 27 m² dell'abitacolo sono
suddivisi in 3 spazi, di cui una zona giorno dotata di
soggiorno e cucina, un bagno ed una camera da letto
matrimoniale INVOLUCRO ESTERNO: l'esterno
del modulo è rivestito tramite l'impiego di un
pannello di legno grigio cemento, mentre la facciata
è ventilata. Al fine di isolare termicamente
l'abitacolo è stato applicato uno strato isolante in
fibra di legno. La struttura è realizzata in legno
massiccio e fabbricata mediante controllo numerico.
Infine, pannelli in legno di abete spagnolo tinti di
bianco rivestono gli interni.
AMPLIABILITÀ: le ampie aperture di cui ÁPH80
è dotata, permettono all'abitacolo di dialogare
Figura 120. Juan Baraja, ÁPH80: (a) Contesto di inserimento, (b) Retro, (c) Prospetto laterale, da https://www.archdaily.com/420623/portable-house-aph80-abaton-arquitectura/
117
Figura 121. Juan Baraja, ÁPH80: (a) Zona giorno, (b,c) Zona notte, (d) Trasporto su camion, (e) Collocazione in sito, (f) Soggiorno, da https://www.archdaily.com/420623/portable-houseaph80-abaton-arquitectura/
118
Figura 122. Juan Baraja, ÁPH80: Vista del mdulo dall’esterno con interni illuminati, da https://www.archdaily.com/420623/portable-house-aph80-abaton-arquitectura
armoniosamente con l'ambiente circostante, facendo dell'esterno una vera e propria estensione dell'ambiente interno e
viceversa.
MATERIALI: bio rivestimento by ICA in legno grigio cemento (rivestimento esterno), legno (struttura), legno di abete tinto
di bianco (rivestimento interno), acciaio inossidabile (infissi), fibra di legno XPS 10 cm (isolante), vetro (finestre e vetrate).
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, trasportabile
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: la maggior parte dei materiali impiegati nella realizzazione della
micro home può essere riciclata, soddisfando in tal senso i criteri di sostenibilità che lo studio ÁBATON applica in tutti i suoi
progetti. L'uso del legno in tutte le componenti del modulo rende l'ambiente armonico oltre che ipoallergenico, mentre il fatto
che lo stesso provenga da foreste regolamentate, assicura il ripopolamento di alberi entro i boschi da cui il legno è stato
ricavato.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Bergamasco P., 2013, «Abitare nomade: una casa trasportabile di 27 mq - Living Corriere», in
https://living.corriere.it/case/minimal/casa-nomade-portatile-abaton-401693143418/
2. Archdaily, 2013, «Portable House ÁPH80 / Ábaton Arquitectura», in https://www.archdaily.com/420623/portable-houseaph80-abaton-arquitectura
3. Howarth D., 2013, «Casa Transportable ÁPH80 by Ábaton», in https://www.dezeen.com/2013/08/28/casa-transportablehouse-aph80-by-abaton/
4. Mueller N., 2015, «Compact and mobile: Portable House ÁPH80», in https://www.detail-online.com/article/compact-andmobile-portable-house-aph80-27138/
5. Archello, «Portable House ÁPH80», in https://archello.com/nl/project/portable-house-aph80
6. Architizer, «Portable Home ÁPH80», in https://architizer.com/projects/portable-home-aph80/
119
LA CASA MOBILE TRAINABILE
Kugelschiff trailer
Edmonds + Lee Architects
https://edmondslee.com/
Figura 123. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer by Edmonds + Lee Architects, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmonds-lee-architects-kugelschiff/
NOME DEL PROGETTO: Kugelschiff trailer
PROGETTISTI: Edmonds + Lee Architects
PRODUTTORI E AZIENDE: Sergey Shevchuk, Silver Buillet Trailer
LOCALIZZAZIONE: California, Stati Uniti, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 7,4 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, studio
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, trainabile
Figura 124. Kugelschiff trailer: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
121
CARATTERISTICHE: ricavato da un Airstream
Bambi II del 1964, l'alloggio ha una superficie di
7,4 m² ed è stato fornito di tutte le tecnologie
necessarie al suo utente per vivere e lavorare in
ogni luogo.
MONTAGGIO: la roulotte è stata prima
acquistata e poi modificata con l'aiuto di un
interior designer.
TRASPORTO: il modulo è progettato per essere
trasportata ovunque grazie al rimorchio di cui è
dotato
ATTACCO A TERRA: il modulo, ancorato ad
un rimorchio, poggia al terreno su 2 ruote
posteriori ed un piede di sostegno anteriore.
ATTREZZABILITÀ: ispirati all'architettura
aeronautica, gli interni sono attrezzati per
rispondere efficientemente ad ogni esigenza del
suo committente. L'abitacolo è infatti dotato di una
scrivania regolabile che, grazie ad una serie di
pistoni metallici, può essere trasformata in un
letto, un materasso ad aria facilmente riponibile in
un cassetto qualora non ve ne fosse necessità, un
divano a sei posti, un tavolino, una piccola cucina
con lavandino e frigorifero.
INVOLUCRO ESTERNO: l'involucro esterno è
originale e realizzato in metallo cromato, mentre
l'interno è rivestito in alluminio verniciato di
bianco.
Figura 125. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer: (a,b) Possibili contesti di
inserimento, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmonds-leearchitects-kugelschiff/
122
AMPLIABILITÀ: il modulo è progettato per racchiudere
in sé ogni funzione abitativa, tramite un impiego diligente
dello spazio volto a racchiudere più funzioni in una
superficie di dimensioni ridotte, non è perciò pensato per
un eventuale ampliamento.
MATERIALI: alluminio (struttura), legno di rovere
(mobili), corian (ripiano dei mobili), legno di frassino
(pavimento), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE:
dotato di pannelli solari, il modulo è energicamente
autosufficiente e pensato per permettere al suo utente di
stazionare ovunque senza la necessità di infrastrutture o di
un collegamento alla rete nazionale. La roulotte è fornita di
più fonti di energia: essa è infatti dotata di pannelli solari,
ma può anche sfruttare fonti quali benzina, propano e
batterie AGM per il suo funzionamento. La roulotte può
anche attingere alla rete elettrica ed è inoltre dotata sia di
un ripetitore Wi-Fi che di un ripetitore cellulare, al fine di
garantire la connettività in località remote.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Dezeen, 2019, «Vintage Airstream becomes mobile
office for Silicon Valley entrepreneur», in
https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmondslee-architects-kugelschiff/
2. Mauk L., 2019, «A Vintage Airstream Trailer Is Now the
Ultimate Live/Work Mobile», in
https://www.dwell.com/article/the-kugelschiff-edmondslee-architects-0deba98c
3. Williams A., 2019, «Classic 1960s Airstream is ready for
work and play», in https://newatlas.com/kugelschiffairstream-trailer-office/58357/
4. Airstream, 2020, «Bambi brochure», in
https://www.airstream.com/travel-trailers/bambi/
Figura 126. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer: (a) Letto, (b) Tavolo da pranzo, (c) Il letto
si trasforma in uno studio, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmondslee-architects-kugelschiff/
123
Drake
Land Ark
https://landarkrv.com/
Figura 127. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark, da https://www.dezeen.com/2018/06/27/colorado-startup-land-ark-unveils-drake-modern-american-rv/
NOME DEL PROGETTO: Drake
PROGETTISTI: Brian Buzarde
PRODUTTORI E AZIENDE: Land Ark RV
LOCALIZZAZIONE: Buena Vista, Colorado, Stati Uniti, Nord America
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2018
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 3-4 mesi
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: circa € 123.682
DIMENSIONI: circa 33 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano, rurale
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, casa per le vacanze
FRUITORI: fino a 6 persone (7 con il divano)
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, prefabbricato, trainabile
CARATTERISTICHE: progettato secondo il concetto di “forma che segue la funzione”, la casa
trainabile ha una superficie interna di 33 m² ed occupa un perimetro di 2,6 per 9 m. Con un peso di
124
Figura 128. Drake: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 129. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark può essere trasportata tramite l’utilizzo di un veicolo robusto, da https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632
circa 1006 kg, il trailer ha una capacità di carico di circa 1950 kg e un’altezza complessiva di quasi 4 m ed è pensato per ospitare fino a 7
persone. I toni scuri dell’esterno di questo abitacolo, caratterizzato da linee semplici e decise, sono in netto contrasto con i colori degli interni,
avvolti da uno strato di legno di pino bianco, che conferisce un'atmosfera confortevole ed elegante a tutti gli ambienti della casa.
MONTAGGIO: realizzata principalmente in legno e metallo, questa struttura è composta di elementi montati in fabbrica e fissata ad un
rimorchio, che ne permette lo spostamento
TRASPORTO: progettato rispetto delle norme stradali, il trailer Drake pesa circa 8.000 kg e può essere trasportato tramite l’impiego di un
veicolo robusto anche in autostrada
ATTACCO A TERRA: l'abitacolo, fissato ad un rimorchio, poggia a terra su ruote.
ATTREZZABILITÀ: Una porta a vetri conduce all’interno dell'abitazione, la cui parte centrale comprende una cucina con elettrodomestici in
acciaio inossidabile ed un soggiorno. Entrambe le estremità dell'abitazione sono caratterizzate da soppalchi, resi accessibili da scale a pioli in
legno. Sotto uno dei due soppalchi si trova inoltre un bagno, dotato di wc, lavandino e vasca, mentre sotto l'altro soppalco si trova una stanza
dotata di due armadi a muro resa accessibile da una porta scorrevole, che può essere impiegata sia come camera da letto aggiuntiva a quelle
collocate ai piani superiori che come studio o altre funzioni a scelta. Nonostante le sue dimensioni, l’abitacolo è fornito di ogni funzione
abitativa ed è dotato di numerose comodità, tra cui un frigorifero dotato di freezer, un bagno con vasca che funge anche da doccia, una lavatrice
ed un’asciugatrice, letti queen size e king size, numerose prese elettriche, scomparti, armadi e ripiani e un angolo bar. Gli interni di questo
trailer sono completamente personalizzabili, con la possibilità di inserire letti a castello, spazi dedicati allo studio o al lavoro, prese USB,
tapparelle automatizzate e molto altro.
INVOLUCRO ESTERNO: Il telaio è realizzato in acciaio laminato a freddo. Le pareti esterne sono rivestite in metallo nero ondulato e sono
Figura 130. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Fotografia a tre quarti del trailer, (b) Retro del trailer, da https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632
125
Figura 131. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Dettaglio del rivestimento esterno, (b) Foto dell’ingresso, (c) Foto del retro, da https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632
126
Figura 132. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Foto dell’interno verso il soggiorno, (b) Foto
dell’interno verso la cucina, (c) Foto della stanza multifunzionale al piano terra, da
https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632
punteggiate da una serie di finestre di dimensioni diverse. Un ulteriore
strato di isolamento consente al camper di rimanere accogliente
durante i forti temporali.
AMPLIABILITÀ: rivestendo la psicologia un ruolo importante
all’interno della progettazione architettonica, in special modo qualora
si tratti di spazi relativamente ridotti, ogni dettaglio all’interno ed
all’esterno di questo modello è pensato per fornire il massimo
benessere sia dal punto di vista funzionale che estetico: le pareti
anteriori e posteriori dell’abitacolo sono infatti progettate in maniera
da creare l’impressione di uno spazio in espansione, luminoso e
confortevole. Le 14 aperture vetrate forniscono un’ottima
illuminazione naturale in tutte le stanze della casa. Ognuna delle
camere da letto è infatti dotata di almeno una finestra sull’esterno, in
virtù di un’architettura in costante dialogo con il suo contesto.
Essendo progettata per il trasporto su ruote, questa struttura non è
pensata per un eventuale ampliamento, ma, nonostante ciò, riesce a
contenere in sé ogni funzione abitativa necessaria alla vita umana con
la massima funzionalità ed il massimo comfort.
MATERIALI: legno di pino bianco (rivestimenti interni), polimero
espanso a celle chiuse (isolante), acciaio laminato a freddo (struttura),
metallo nero ondulato (rivestimenti esterni), vinile impermeabile
(pavimenti), vetro temperato (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: nato
dall’esperienza diretta dei suoi progettisti, i quali hanno avuto modo
di testare il funzionamento del modello ad esso precedente in ogni
clima e periodo dell’anno, il trailer Drake è struttura mobile isolata
termicamente tramite l’uso di uno strato di polimero espanso a celle
chiuse (impiegato sia nella realizzazione dei pavimenti che delle
127
pareti perimetrali e della copertura) e di uno strato isolante rigido per quanto riguarda le pareti esterne e la copertura. Il
coefficiente di resistenza termica delle pareti esterne è R-28, mentre quello dei pavimenti è R-30 e quello del tetto R-33. Il
rivestimento esterno in metallo del trailer permette una manutenzione minima se non praticamente nulla dell’esterno del
trailer, mentre il pavimento in vinile, pensato per imitare le fattezze del legno, è reso facilmente lavabile dalla sua
impermeabilità. L’illuminazione degli interni è affidata ad un impianto con tecnologia a LED, mentre la regolazione termica
interna è assicurata da un impianto di climatizzazione.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Buzarde B., 2018, «Land Ark RV - Drake», in https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632
2. Land Ark RV, «Drake», in https://landarkrv.com/models/drake/
3. McKnight J., 2018, «Land Ark unveils modern take on classic American RV», in
https://www.dezeen.com/2018/06/27/colorado-startup-land-ark-unveils-drake-modern-american-rv/
128
Astrild Tiny House
Baluchon
http://www.tinyhouse-baluchon.fr/
Figura 133. Baluchon, Astrild Tiny House by Baluchon, da http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/
NOME DEL PROGETTO: Astrild Tiny House
PROGETTISTI: Baluchon
PRODUTTORI E AZIENDE: Baluchon
LOCALIZZAZIONE: Besançon, Borgogna-Franca Contea, Francia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2019
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: da € 65.000 a € 80.000
DIMENSIONI: 14,4 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, casa per le vacanze
FRUITORI: 3-4 persone
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, trainabile
CARATTERISTICHE: il modulo, a base rettangolare, ha una lunghezza complessiva di 6 m ed
una larghezza di 2,4 m ed è progettato per essere trasportato con facilità grazie alla presenza di 4
Figura 134. Astrild Tiny House: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
129
ruote collocate al centro del libreria, un tavolo da pranzo reclinabile, una cucina, una stufa a legna, un bagno con doccia, 2
camere da letto ed un armadio per i vestiti.
INVOLUCRO ESTERNO: il modulo, fissato ad un rimorchio che ne permette il trasporto, si presenta come un volume dal
design minimale quanto elegante. L'involucro della casa rivela infatti una forte cura per i dettagli, insieme ad una marcata
attenzione per i materiali, resa evidente anche dal rivestimento esterno in legno di cedro rosso e di pioppo da cui è
caratterizzato.
MONTAGGIO: la struttura è stata realizzata artigianalmente dal team di progettisti e costruttori che fanno parte della
compagnia ed è poi stata consegnata completata e pronta all'uso ai suoi committenti al termine dei lavori.
TRASPORTO: la tiny house Astrild è trainabile e progettata per essere trasportata ovunque con l'ausilio di un automobile.
ATTACCO A TERRA: il modulo non necessita di fondazioni in quanto poggia al terreno su ruote.
ATTREZZABILITÀ: progettata per una famiglia di 3 persone, la mini house Astrild contiene al suo interno un soggiorno
dotato di un divano e di una libreria, un tavolo da pranzo reclinabile, una cucina, una stufa a legna, un bagno con doccia, 2
camere da letto ed un armadio per i vestiti.
AMPLIABILITÀ: la micro casa è in diretto contatto con l'esterno grazie alle numerose finestre e porte vetrate che la
Figura 135. Baluchon, Astrild: (a) Dettaglio dell’esterno: ruote e mensole per piante e fiori, (b) Esterno, (c) Vista dell’ingresso con soggiorno e tavolo da pranzo, (d) Dettaglio del divano, da
http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/
Figura 136. Baluchon, Astrild: (a) Vista dell’interno: camera del bambino, (b) Camera matrimoniale, (c) Dettaglio della stufa, (d) Bagno con wc compostante, da http://www.tinyhousebaluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/
130
caratterizzano, e che permettono alla luce naturale
di entrare all'interno dell'abitazione.
MATERIALI: legno di rovere (struttura), legno
di cedro rosso e pioppo trattato termicamente
(rivestimento esterno), legno di abete (rivestimenti
interni e parte degli arredi), legno di quercia
(arredi), vetro (aperture), alluminio e legno misto
(infissi), cotone (isolante pareti e pavimenti), lino
(isolante pareti e pavimenti), canapa (isolante
pareti e pavimenti), fibra di legno (isolante
copertura).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED
ENERGETICHE: il rivestimento dell'abitacolo
è stato realizzato in cedro rosso e pioppo trattato
termicamente con uno strato di saturatore anti-UV.
Finestre e portefinestre a doppio vetro di cui è
dotata la mini abitazione, insieme al freno a
vapore ed allo strato isolante in cotone delle
pareti, in lino e canapa dei pavimenti ed a quello
in fibra di legno della copertura, garantiscono il
mantenimento di temperature ottimali all'interno
dell'abitacolo durante tutto l'anno. L'ambiente è
illuminato da luci a LED, mentre raffrescamento e
riscaldamento dell'abitacolo sono forniti
rispettivamente da un impianto VMC a doppio
flusso e da una piccola stufa a legna. Il bagno è
dotato di uno scaldabagno elettrico e di servizi
igienici a secco, forniti di un secchio in acciaio
inossidabile e di uno scomparto per trucioli.
L'abitazione necessita di un attacco alla rete
elettrica per il suo funzionamento.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Williams A., 2019, «Astrild Tiny House
shoehorns a family into 20 ft», in
https://newatlas.com/tiny-houses/astrild-baluchon/
2. Baluchon, «Tiny house Astrild», in
http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tinyhouses/tiny-house-astrild/
3. Tiny Living, «Astrild by Baluchon», da
https://tinyliving.com/astrild-baluchon/
Figura 137. Baluchon, Astrild: (a) Dettaglio della cucina: cassettoni
per la conservazione di frutta e verdure, (b) Dettaglio dell’esterno:
copertura, (c) Foto dell’interno verso la porta del bagno, (d) Dettaglio
della stufa a legna, (e) Foto dell’esterno, (f) Dettaglio del tavolo in
legno, (g) Dettaglio del divano in soggiorno, da
http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/
131
aVOID
Leonardo Di Chiara
http://www.leonardodichiara.it/
Figura 138. Leonardo Di Chiara, aVOID by Leonardo Di Chiara, da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURaFp 15TctgTfF8crZLt5VbbIm
NOME DEL PROGETTO: aVOID
PROGETTISTI: Leonardo Di Chiara
PRODUTTORI E AZIENDE: Häfele, Schüco
LOCALIZZAZIONE: Pesaro, Italia, Marche, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2017
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 3 mesi
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: n.d.
DIMENSIONI: 9 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: rurale, urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, studio, casa per le vacanze.
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, trainabile.
CARATTERISTICHE: rielaborazione in chiave mobile della casa a schiera, il modulo
presenta una superficie esterna di 671×253×400 cm, un peso totale di 3000 kg ed una
.
132
Figura 139. aVOID: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
superficie interna di 481×198×135 cm, per un totale di 9 mq
vivibili. La forma e le dimensioni dell'abitacolo sono pensate per
il suo adattamento in qualsiasi contesto
MONTAGGIO: la realizzazione del prototipo di aVOID ha
richiesto la partecipazione di una squadra di ben 25 persone, che
hanno lavorato al progetto per un periodo di 3 mesi, più
precisamente da maggio 2017 fino al 9 agosto dello stesso anno.
L'appartamento mobile è stato interamente fabbricato a Pesaro,
dove il cantiere si è spostato da un'azienda all'altra a seconda
della fase costruttiva affrontata, sfruttando in tal modo la
mobilità del modulo abitativo. Tutti i prodotti ed i materiali
impiegati sono stati recuperati tramite la donazione da parte di
aziende italiane e tedesche, le quali hanno creduto nell'impatto
rivoluzionario che le micro houses avranno sul mercato
immobiliare.
TRASPORTO: il modulo è reso trainabile grazie alla presenza
di dispositivi di traino AL-KO in alluminio. Le dimensioni
(671×253×400 cm) ed il peso totale dell'abitacolo (3000 kg)
consentono il trasporto di aVOID a qualsiasi guidatore in
possesso di una patente BE, alla velocità massima di 80 km/h,
nel rispetto del codice stradale europeo.
ATTACCO A TERRA: aVOID è in tutto e per tutto
un'abitazione su ruote, non è infatti direttamente appoggiata al
terreno se non per le ruote che la rendono trainabile.
ATTREZZABILITÀ: l'abitacolo
racchiude in sé tutti i comfort necessari al vivere quotidiano,
rispondendo con efficacia a tutte le più comuni funzioni
abitative. Esso è infatti dotato di una piccola cucina con fornelli,
una cappa ed un frigorifero, oltre che di un bagno in legno di
okumè, di una scrivania. In fondo alla stanza, il letto reclinabile
può essere trasformato in un divano per l’angolo studio, e
successivamente in una comoda panca per due persone, fornita di
un tavolino pieghevole. Due sedie pieghevoli sono inserite nella
parete in maniera da essere estratte o riposte a seconda delle
esigenze dell'utenza.
INVOLUCRO ESTERNO: i sistemi impiegati per la
realizzazione dell’involucro sono stati forniti da Schüco Italia,
allo stesso modo dei serramenti ad alto isolamento (portafinestra
a tre ante Schüco AWS 65 BS HI, finestra con anta ribalta
Figura 140. Leonardo Di Chiara, aVOID:
Pianta e prospetto, da http://www.leonardo
dichiara.it/avoid-details/
Figura 141. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) aVOID a Zurich, (b) aVOID trainata da un’auto, (c)
aVOID Zurich, (d) aVOID in viaggio per la Toscana, da https://drive.google.com/drive/folders/
1CuoPEnURaFp15TctgTfF8crZLt5VbbIm
133
Schüco AWS 65 BS HI e lucernario a tre
specchiature di cui due realizzate con apribili
Schüco AWS 65 HI).
AMPLIABILITÀ: ispirata all'armonia del
vuoto, aVOID (letteralmente "un vuoto") si
presenta come una stanza all’apparenza priva
di arredi, ma che racchiude invece in sè tutte le
funzioni necessarie al vivere quotidiano.
Luogo fluido ed in continua evoluzione, cela
infatti gli arredi dietro a pannelli in legno
rimovibili e rivelando gli arredi a seconda delle
esigenze del suo utente grazie all'impiego di un
complesso sistema di ante apribili. Lo spazio
interno è inoltre in diretto contatto con
l'esterno grazie alla presenza di una porta
finestra e di una finestra a tutta altezza,
collocate rispettivamente sul fronte e sul retro
dell'abitacolo in maniera che la luce attraversi
lo spazio interno nella sua interezza. La microcasa è inoltre dotata di una terrazza, posta sulla
copertura e resa accessibile da una scala a pioli
retraibile collocate all'interno dell'abitacolo.
MATERIALI: alluminio (struttura e
rivestimento esterno), legno (struttura),
pannelli in legno di okumè (arredi e
rivestimenti int. bagno), acciaio inox
(rivestimenti esterni), bio rivestimento by ICA
(arredi), fibra di legno (isolante), polistirene
estruso (isolante), vetro (aperture).
dell'abitazione.
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED
ENERGETICHE: l'abitazione è dotata di un
sistema elettrico [220 V] e fotovoltaico [1kW],
oltre che di un sistema di ventilazione
meccanica e di un sistema di riscaldamento
(che può essere elettrico, a gas o a diesel a
seconda delle esigenze). Il bagno è dotato di
servizi concepiti per ridurre al minimo il
consumo di acqua corrente.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. Scalco C., 2017, «aVOID – Leonardo Di
Chiara», in https://www.arketipo
magazine.it/avoid/
2. Visentini A., 2018, «aVOID TINY HOUSE:
La casa su due ruote», in
http://microliving.altervista.org/avoid-tinyhouse-la-casa-su-ruote
3. Mok K., 2018, «Minimalist aVOID tiny
house is an ever-transforming living
experience», in
https://www.treehugger.com/tinyhouses/avoid-tiny-house-leonardo-dichiara.html
4. Schüco, 2018, «aVOID - La mini casa
italiana per le nuove generazioni di nomadi
urbani», in
https://www.schueco.com/web2/it/privati/news
/tutte_notizie/tiny_house
5. Di Chiara L., «Tiny House “aVOID” dimensions and specifications», in
http://www.leonardodichiara.it/dimensionsspecifications/
Figura 142. Leonardi Di Chiara, aVOID: (a) aVOID in tour a Pesaro (pannelli solari ben visibili sulla copertura), (b) aVOID in viaggio lungo le Alpi, da https://drive.google.com/drive/
folders/1CuoPEnURa Fp15TctgTfF8cr ZLt5VbbIm
Figura 143. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) Letto ed angolo cottura, (b) Vetrata al piano terra e apertura verso la terrazza, da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnU RaFp15T
ctgTfF8crZLt5VbbIm
134
Figura 144. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a,b) Foto del tavolino pieghevole visto dall’alto, (c) Foto dall’esterno, (d) aVOID trainata da un auto, (e) Foto dell’interno con bagno in okumè,
(f) Foto dell’interno con tavolo da pranzo, (g) Foto dell’interno con letto montato da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURa Fp15T ctgTfF8crZLt5VbbIm
135
Tiny100
Van Bo Le-Mentzel
http://www.hartzivmoebel.de/
Figura 145. Bauhaus Campus, Tiny100 by Van Bo Le-Mentzel, da https://www.businessinsider.de/leben/wohnen/wir-haben-die-tiny-town-in-berlin-besucht-um-zu-sehen-ob-sich-der-tinyhouse-trend-jemals-durchsetzen-wird-2018-7/
NOME DEL PROGETTO: Tiny100
PROGETTISTI: Van Bo Le-Mentzel
PRODUTTORI E AZIENDE: Hartz IV Moebel
LOCALIZZAZIONE: Berlino, Germania, Europa
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2017
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: secondo i calcoli, l'affitto di un appartamento del genere, ideato col fine di abbattere il divario
sociale ed economico esistente in campo abitativo,
costerebbe 100 euro al mese, compresi luce, gas e connessione internet.
DIMENSIONI: 6,4 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: urbano
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, appartamento,
studio o rifugio per i senzatetto
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, trainabile
CARATTERISTICHE: l’appartamento, realizzato in legno, ha una
superficie interna di 6,4 m² ed un perimetro esterno di 2 x 3,20 m.
Il soffitto dell'abitacolo ha un'altezza di 3,60 m ed è dotato di un
piano soppalcato adibito a studio e zona notte.
MONTAGGIO: Tiny100 è stata montata in laboratorio e successivamente spostata in diverse zone di
Berlino, essa è infatti una struttura pensata per vivere in simbiosi con la città, di cui si propone di
136
Figura 146. Tiny100: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 147. Bauhaus Campus, Tiny100: (a) Interni, (b) Esterno, da https://positivr.fr/tinyhouse-berl in-100-euros-mois/
Figura 148. Bauhaus Campus, Tiny100: (a,b) Interni, da https://positivr.fr/tiny-house-berlin100-euros-mois/
ripensarne e trasformarne gli spazi, tra cui anche alcuni parcheggi,
in virtù di un’abitazione accessibile a tutti.
TRASPORTO: con un peso di 40 kg, l’appartamento può essere
trasportato con facilità tramite l'impiego di un'automobile, grazie al
rimorchio di cui è dotato.
ATTACCO A TERRA: l'abitacolo non necessita di fondazioni e
poggia a terra su ruote.
ATTREZZABILITÀ: al piano terra dell'appartamento, c'è un
piccolo soggiorno, collocato di fronte ad un angolo cottura. Dietro
a quest'ultimo è inserito un piccolo bagno dotato di wc, lavandino
e di doccia. Una scala a pioli in legno conduce poi al piano
soppalcato, dove si trova la zona notte, dotata di un letto oltre che
di una zona studio. Una nicchia nel pavimento, insieme allo
137
scaffale della cucina che si estende fino al secondo piano,
costituisce infatti una piccola scrivania, la cui seduta è data
dal bordo del soppalco stesso.
INVOLUCRO ESTERNO: la struttura dell'abitazione è
realizzata in legno, materiale di cui è rivestita sia
esternamente che internamente.
AMPLIABILITÀ: è possibile combinare più di un modulo
grazie ad un muro progettato per essere eventualmente
rimosso e per costituire il potenziale punto di raccordo di
più appartamenti.
MATERIALI: legno di larice e legno di rovere (struttura e
riverstimenti interni ed esterni), vetro (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: il
riscaldamento dell'abitacolo è fornito da una piccola stufa a
legna, mentre per il funzionamento dell'acqua è necessario
collegarsi alla rete idrica. La casa è dotata di ampie
portefinestre e di finestre, in modo da fornire
un'illuminazione il più possibile naturale agli ambienti
interni. La struttura dell'appartamento è inoltre progettata in
maniera tale da poter essere realizzata in legno, argilla e
paglia, in virtù di una forte attenzione per la sostenibilità,
sia economica che ambientale.
Figura 149. Van Bo Le-Mentzel, Tiny100: Schizzo progettuale degli interni, da
https:// positivr.fr/tiny-house-berlin-100-euros-mois/
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
1. Bauhaus Campus Berlin, «100–Euro–Wohnung (Co–Being House)», in http://bauhauscampus.org/tiny-houses/100-eurowohnung/
2. Otto, 2019, «Neues Wohnen – Tiny100: Kann man auf 6,4 qm leben?», in https://www.otto.de/reblog/experimentellearchitektur-tiny100-und-die-frage-ob-man-auf-64-qm-leben-kann-15478/
3. Leclercq A., 2017, «Tiny100 : une mini-maison à 100€ par mois dans Berlin», in https://positivr.fr/tiny-house-berlin-100euros-mois/
4. Tanja Pabelik T., 2018, «DA BERLINO MENO SPAZIO MA PIÙ LIBERTÀ E FANTASIA», in
https://www.goethe.de/ins/it/it/index.html
5. Conti L., 2017, «Una “tiny house” su ruote: la casa del futuro? A colloquio con Van Bo Le-Mentzel, fondatore del Bauhaus
Campus», in https://ilmitte.com/2017/05/tiny-house-van-bo-le-mentzel-bauhaus-campus/
138
LA CASA MOBILE GALLEGGIANTE
KODA LIGHT FLOAT
Kodasema
https://www.kodasema.com/
Figura 150. Daniel Mets, KODA Light Float, da https://www.dwell.com/article/koda-light-float-tiny-house-kodasema-df45c609
NOME DEL PROGETTO: KODA Light Float
PROGETTISTI: Kodasema
PRODUTTORI E AZIENDE: Harmet
LOCALIZZAZIONE: Saue, Harjumaa, Estonia
ANNO DI REALIZZAZIONE: 2019
TEMPI DI REALIZZAZIONE: n.d.
TEMPI D'USO: brevi o lunghi
COSTO: circa € 45.496 ($ 55.000)
DIMENSIONI: 25,8 m²
CONTESTO DI INSERIMENTO: acquatico
DESTINAZIONE D'USO: abitazione, spazio per
attività commerciale, studio, casa per le vacanze, ecc
FRUITORI: 1 persona
TIPOLOGIA: micro-home, modulo finito, galleggiante
140
Figura 151. KODA Light Float: (a) Planisfero con
geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 152. Riku Kylä, KODA Light Float, da https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/
CARATTERISTICHE: con un’altezza complessiva di circa 4 m, questa micro abitazione galleggiante, lunga 7 m e larga circa 4, si presenta
come un volume dalle forme semplici e lineari collocato al centro di una piattaforma galleggiante di forma rettangolare, larga 6 metri e lunga
12. Caratterizzata da una superficie interna di circa 25,8 m², distribuita su due piani, di cui uno soppalcato, KODA Light Float è pensata per
accogliere in sè diverse funzioni, da quella commerciale a quella abitativa. È infatti struttura pensata come spazio multifunzionale e
personalizzabile, in virtù di un’architettura pensata per l’individuo.
MONTAGGIO: 1 giorno
TRASPORTO: rispetto alle 26,6 tonnellate tonnellate originali di Koda, Koda Light Float ha un peso di 8,9 tonnellate che gli permettono di
viaggiare sull’acqua ad una velocità di 1 m/s (con onde non superiori ai 0,3 m).
ATTACCO A TERRA: l'abitacolo non necessita di fondazioni in quanto è dotata di una piattaforma galleggiante che gli permette di spostarsi
lungo le acque di fiumi, canali e corsi d’acqua.
ATTREZZABILITÀ: nonostante le sue dimensioni, la micro abitazione flottante KODA Light Float è dotata di ogni funzione necessaria alla
vita umana. Essa è infatti dotata, al piano terra, di un soggiorno, un angolo cottura ed un bagno, mentre al piano superiore si trova una camera
da letto matrimoniale dotata di diversi scomparti, dove poter riporre vestiti ed altri oggetti. L’esterno della struttura, come il suo interno, è
personalizzabile e può essere rivestita in diverse finiture, tra cui legno e zinco, e colori, a discrezione del cliente. Gli interni possono inoltre
essere personalizzati a seconda delle proprie esigenze oltre che della funzione che la propria KODA Light Float andrà a rivestire.
INVOLUCRO ESTERNO: il telaio della struttura è realizzato in legno, mentre le pareti sono costituite da uno strato esterno in legno o legno
compensato (a scelta), uno strato interno di isolante in lana minerale (200 mm) ed uno strato di rivestimento interno in legno compensato (12
mm). Lo strato isolante in lana minerale è presente anche in copertura ed all’interno del pavimento, dove il suo spessore raggiunge i 250 mm.
La vetrata a tutta altezza in facciata è invece realizzata in vetro temperato a triplo strato, limitando la dispersione termica.
AMPLIABILITÀ: l’abitacolo non è pensato per un suo eventuale ampliamento, anche se l’accostamento di più piattaforme galleggianti o di
più KODA Light Float su di un’unica piattaforma galleggiante potrebbe virtualmente consentire un ampliamento dello spazio disponibile.
MATERIALI: legno (struttura e rivestimento esterno), lana minerale (isolante), legno compensato (rivestimento interno ed esterno), acciaio
(struttura), vetro temperato a triplo strato (aperture).
STRATEGIE COSTRUTTIVE ED ENERGETICHE: la micro abitazione KODA Light Float è pensata come volume indipendente (può
infatti essere collocate in diversi contesti al di fuori di quello acquatico) poggiato su di una superficie galleggiante, che usa lo spazio in
maniera attenta e ragionata, rendendo gli ambienti interni ampi e luminosi quanto compatti e funzionali. Al fine di sfruttare al massimo lo
spazio disponibile senza però renderlo opprimente, si è infatti scelto di concentrare tutte le funzioni abitative sul fondo del micro
appartamento, collocando la zona notte su di un piano soppalcato, reso accessibile da una scala appoggiata al muro, e lasciando in questo
141
modo uno spazio a tutta altezza nella parte anteriore
dell’edificio. Al suo interno, un sistema di riscaldamento
a pavimento alimentato ad energia elettrica fornisce
all’ambiente una temperatura ottimale in ogni periodo
dell’anno, mentre l’energia elettrica è fornita da un
sistema di collegamento alla rete elettrica pubblica.
Questa micro abitazione non è infatti energicamente
indipendente, ma è necessario un allacciamento alla rete
pubblica per il suo funzionamento. L’energia elettrica
alimenta anche caldaia e sistema di ventilazione, mentre
di collegamento alla rete fognaria è garantito dal
collegamento alla rete idrica.
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA DI
RIFERIMENTO:
1. West C., 2019, «Koda Light Float Modular Home By
Kodasema», in https://hiconsumption.com/koda-lightfloat-modular-home-by-kodasema/
2. Williams A., 2019, «Koda tiny house sheds some
weight and floats on water», in
https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/
3. Bendix A., 2019, «This $55,000 floating tiny home
can be assembled in one day», in
https://www.businessinsider.com.au/floating-tiny-homeassembled-in-one-day-2019-3
4. Stinson L., 2019, «Floating prefab tiny home is not
your average houseboat», in
https://archive.curbed.com/2019/3/12/18260972/prefabtiny-house-kodasema-floating
5. Kodasema, 2018, «KODA Light Float», in
https://www.kodasema.com/wpcontent/uploads/2018/11/KODA-LightFloat_brochure_2018.11.13.pdf
6. Kodasema, 2020, HARMET AND KODASEMA TO
SERVE JOINTLY LARGE DEVELOPMENTS IN
EUROPE, https://www.kodasema.com/press/harmetand-kodasema-to-serve-jointly-large-developments-ineurope/
Figura 153. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del piano terra, da
https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/
Figura 154. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del primo piano adibito a
camera da letto, da https://archive.curbed.com/2019/3/12/18260972/prefab-tiny-housekodasema-floating
Figura 155. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del soggiorno al piano terra,
da https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/
Figura 156. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: Dettaglio della cucina, da
https://www.businessinsider.com.au/floating-tiny-home-assembled-in-one-day-2019-3
142
SCHEDA DI SINTESI
Di seguito è stata fornita una scheda riassuntiva di tutti gli esempi di micro abitazione finora analizzati, insieme ad
altri esempi disponibili in rete. Questo è stato fatto principalmente in maniera da agevolare la lettura dei diversi casi
studio, ma anche al fine di facilitarne l'analisi ed il confronto.
Per ognuno dei progetti ivi inseriti, sono stati riportati gli stessi dati approfonditi all’interno delle schede
previamente viste, trattati però qui in maniera più sintetica al fine di favorirne una comprensione il più possibile
immediata. Ciò può essere utile a trarre delle considerazioni, sia per quanto riguarda le modalità di costruzione e
trasporto più diffuse per questo genere di abitazioni, il loro costo indicativo e l’uso che mediamente se ne fa, ma
anche per verificare quanto le dimensioni dei modelli oggi disponibili siano effettivamente in linea con la
definizione di micro abitazione corrente.
Segue la scheda di sintesi.
143
NOME
PROGETTISTA
PRODUTTORI E AZIENDE
ANNO
LOCALIZZAZIONE
A45
Bjarke Ingels Group (BIG) e Soren
Rose Studio
Klein, Dinesen, Morsø, Gagganau, Kvadrat, Carl Hansen
& Søn, Suite New York, Københavns Møbelsnedkeri,
XAL, Vola
2018
Stati Uniti
Apan Prototype
Artist Bothy +2
Francisco Pardo Arquitecto
Bobby Niven e Iain MacLeod
n.d.
Bothy Stores, Colin Parker
2019
2019
Messico
Regno Unito
Ashen Cabin
Hannah Design Office
Cornell Robotic Construction Laboratory
2020
Stati Uniti
Astrild Tiny House
Baluchon
Baluchon
2019
Francia
aVOID
Leonardo di Chiara
Häfele, Schüco
2017
Italia
Cabin on the Border
SO? Architecture & Ideas
Asmaz, Kerabit, WISA
2018
Turchia
Cabin Y
dmvA architects
n.d.
2019
Belgio
Catskills tiny house
Walden (Den Outdoors)
Den Outdoors o altro produttore a scelta
n.d.
Australia
Colorado Outward Bound Micro Cabins
University of Colorado Denver
Altitude Steel, Carlisle Syntec Systems, Oldcastle
Building Envelope, AirGas and Red-D-Arc, Glass
Systems, VonMod
2015
Stati Uniti
Diogene
Renzo Piano
Vitra
2013
Germania
Drake
Brian Buzarde
Land Ark RV
2012-2016
Stati Uniti
ELM
Gray Organschi Architecture in
collaborazione con lo Yale’s Center
for Ecosystems in Architecture
Nordic Structures, Avantco, Benjamin Moore, Brooklyn
SolarWorks, FutureAir, HeliOptix, Kingston, Messana
Radiant Cooling, Minwax, Moen, Ruvati, Structure
Fusion, Polygal USA, Sun-Mar, JIG Design Build and
ABR Construction
2018
Stati Uniti
House in Nada
Fujiwaramuro Architects
n.d.
2012
Giappone
IKEA BOHO XL
IKEA + Vox Creative
ESCAPE
2020
Svezia
Koto x Abodu
Koto e Abodu
Abodu
2019
Stati Uniti
Keret House
Jakub Szczesny - Studio Centrala
Joanna Trytek
2012
Polonia
KODA
Kodasema
Harmet
2016
Estonia
KODA Light Float
Kodasema
Harmet
2019
Estonia
Kugelschiff trailer
Edmonds + Lee Architects
Sergey Shevchuk, Silver Buillet Trailer
n.d.
Stati Uniti
lightHouse
Alchemy Architects
Plant Prefab
2020
Stati Uniti
Love House
Takeshi Hosaka
n.d.
2005
Giappone
Makatita
Libertè Tiny Houses
Libertè Tiny Houses
2019
Norvegia
MINIMOD
MAPA
Adall Home systems, Ecotelhado,
Enovare, Sistema Steel house
2013
Brasile
Mirrorcube
Tham & Videgård Arkitekter
Bomek AB
2010
Svezia
MONO
DROP Structures
DROP Structures
2018
Canada
Nagakin Capsule Tower
Kishō Kurokawa
produttori di container della prefettura di Shiga
1972
Giappone
Portable House ÁPH80
Ábaton Arquitectura
BATAVIA, Marset, HAY, POLS POTTEN, JIELDE
2013
Spagna
Pradžia
IM Interior
n.d.
2018
Lituania
Rifugio nel bosco
Uhlik architekti
carpentieri locali
2015
Repubblica Ceca
17.6 sqm Apartment
A Little Design
Laufen, Kaldewei, Inax, Sakura
2018
Cina
Slim Fit
Ana Rocha Architecture
RENSON
2018
Paesi Bassi
Smart Student Unit
Tengbom
Martinsons
2013
Svezia
Sugokri
BCHO Architects
n.d.
2009
Sud Corea
The Bird's Nest
Inrednings Gruppen
n.d.
2010
Svezia
The Mountain Refuge
Massimo Gnocchi e Paolo Danesi
n.d.
n.d.
Italia
Nicholas Grimshaw
IKEA, Abbey Upholsterers, Caroma, Fisher & Paykel,
Heller Inc., LAMINEX, Lysaght, PHOENIX,
Enseam, NAU, Enseam, Arkit, Nestd
2018
Australia
Tikku Micro-apartment
Marco Casagrande
Crosslam, Woodpolis Kuhmo
2017
Finlandia
Tiny 100
Van Bo Le-Mentzel
Hartz IV Moebel
2017
Germania
U-Build
Studio Bark
Cut and Construct
2017
Regno Unito
weeHouse
Alchemy Architects
Geoffrey C. Warner
2003
Stati Uniti
Wikkelhouse
Fiction Factory
Fiction Factory, Wikkelhouse BV
n.d.
Paesi Bassi
The Peak
144
NOME
MONTAGGIO
TRASPORTO
DIMENSIONI
COSTO
COSTO AL MQ
ATTACCO A TERRA
A45
Apan Prototype
in loco
in loco
camion
/
17 m²
36 m²
€ 95.600
n.d.
5.623 €/m²
n.d.
pilastri in cemento
fondazioni in cemento armato
Artist Bothy +2
in fabbrica
/
17,7 m²
£ 39.000
2.932 €/m²
blocchi per rialzamento base lignea
Ashen Cabin
in loco
/
9 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento armato
Astrild Tiny House
in fabbrica
automobile
25,8 m²
€ 65.000 - 80.000
3.100 €/m²
ruote
aVOID
In fabbrica
automobile
9 m²
n.d.
n.d.
ruote
Cabin on the Border
in fabbrica
camion
18 m²
€ 9.800
544 €/m²
base in legno
piedi in legno
Cabin Y
in fabbrica
camion
12 m²
n.d.
n.d.
Catskills tiny house
in fabbrica
camion
13 m²
$ 22.000
1.395 €/m²
n.d.
Colorado Outward Bound
Micro Cabins
in loco
n.d.
13-14 m²
n.d.
n.d.
palafitte in acciaio
Diogene
in fabbrica
/
7,5 m²
$ 45.000 - 75.000
2.857 €/m²
piedi in metallo
Drake
in fabbrica
camion
33 m²
€ 126.462
3.832 €/m²
ruote
ELM
in loco (3 giorni)
pick-up
21 m²
$ 65.000-80.000
1.963 €/m²
piattaforma in legno
House in Nada
in loco
camion
63,33 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento armato
IKEA BOHO XL
in fabbrica
/
19,7 m²
€ 40.000 - 54.000
2.741 €/m²
ruote
Koto x Abodu
in fabbrica
/
45 m²
$ 199.000
3.645 €/m²
base in legno ventilata
Keret House
in loco
/
4,09 m²
$ 61.000
12.292 €/m²
fondazioni in cemento +
pilastri in metallo
KODA
in loco (7 ore)
camion
25,8 m²
€ 120.000
4.651 €/m²
blocchi prefab. d’appoggio
KODA Light Float
1 giorno
camion
25,8 m²
€ 45.496
1.758 €/m²
base galleggiante
Kugelschiff trailer
in fabbrica
automobile
7,4 m²
n.d.
n.d.
rimorchio con ruote +
piede di sostegno
lightHouse
in fabbrica
camion
44,5 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento
Love House
in loco
/
38 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento armato
Makatita
in fabbrica
automobile
16,9 m²
/
n.d.
ruote
MINIMOD
in loco o in fabbrica
camion
42 m²
circa $ 1.134
1.384 €/m²
piedi in acciaio
Mirrorcube
in loco
n.d.
23 m²
n.d.
n.d.
aggancio su albero
MONO
in fabbrica
camion
14,6/27,6 m²
$ 24.500
732 €/m²
piedi in metallo
Nagakin Capsule Tower
prefabbricato
/
10 m²
€ 25.000
824 €/m²
sistema di aggancio ad un corpo
centrale in cemento armato
Portable House ÁPH80
in fabbrica (1 giorno)
camion
27 m²
€ 42.800
1.585 €/m²
piedi in metallo
Pradžia
in loco
camion
21 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento
Rifugio nel bosco
in loco
/
25 m²
n.d.
n.d.
collocata su serie di piedi metallici
17.6 sqm Apartment
in loco
/
17,6 m²
$ 10.000
468 €/m²
fondazioni in cemento
Slim Fit
in loco
camion
50 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento
Smart Student Unit
in loco
/
10 m²
n.d.
n.d.
base in legno + blocchi prefabbricati
in cemento per livellamento
Sugokri
in loco
/
32,49 m²
n.d.
n.d.
fondazioni in cemento armato
The Bird's Nest
in loco
/
17 m²
n.d.
n.d.
albero
The Mountain Refuge
n.d.
camion
21,8 m²
€ 40.000 - 50.000
2.293 €/m²
platea di fondaz. in cemento
o elementi prefab.
The Peak
in loco
camion
32,5 m²
$ 110.000 - 150.000
3.806 €/m²
base rialzata in legno
Tikku Micro-apartment
in loco (1 notte)
automobile
12,5 m²
n.d.
n.d.
base riempita di sabbia
Tiny 100
in fabbrica
/
6,4 m²
n.d.
n.d.
ruote
U-Build
in loco
camion
variabili
variabile
variabile
base lignea rialzata da piedi in legno
weeHouse
in loco
camion
27,8/74,2 m²
$ 120.000 - 350.000
3.891 €/m²
pilastri o basi leggermente
rialzate dal terreno
Wikkelhouse
in fabbrica
/
dai 5 m² in su
€ 50.000 - 85.000
17.000 €/m²
n.d.
145
NOME
CONTESTO
TEMPI DI REALIZZAZIONE
TIPOLOGIA
FUNZIONE
A45
vario
4-6 mesi
fissa apogea
abitazione/casa vacanza/rifugio
Apan Prototype
urbano
n.d.
fissa apogea
abitazione
Artist Bothy +2
vario
poche ore
trasportabile
alloggio/abitazione/studio/laboratorio
Ashen Cabin
rurale
n.d.
fissa apogea
abitazione
Astrild Tiny House
rurale/urbano
n.d.
trainabile
abitazione/casa vacanze
aVOID
rurale/urbano
3 mesi
trainabile
abitazione/casa per le vacanze
Cabin on the Border
rurale
n.d.
trasportabile
casa per le vacanze
Cabin Y
rurale/urbano
n.d.
trasportabile
alloggio temporaneo
Catskills tiny house
rurale/urbano
n.d.
trasportabile
casa per le vacanze
Colorado Outward Bound
Micro Cabins
boschivo
3 settimane
sopraelevata
rifugio/dormitorio
Diogene
vario
3 anni
trasportabile
abitazione/studio/rifugio/casa vacanze
Drake
rurale/urbano
3-4 mesi
trainabile
abitazione/casa vacanze
ELM
rurale/urbano
n.d.
scomponibile + trasportabile
abitazione/ufficio
House in Nada
rurale/urbano
n.d.
fissa apogea
abitazione
IKEA BOHO XL
rurale/urbano
meno di 60 giorni
trainabile
abitazione/alloggio temporaneo/casa vacanze
Koto x Abodu
rurale/urbano
2 settimane
fissa apogea
abitazione/casa per le vacanze
Keret House
rurale/urbano
un anno
fissa sopraelevata
abitazione
KODA
rurale/urbano
n.d.
scomponibile
abitazione/ufficio/aula
KODA Light Float
acquatico
n.d.
galleggiante
abitazione/ufficio/negozio/studio
Kugelschiff trailer
rurale
n.d.
trainabile
alloggio temporaneo o permanente/studio
lightHouse
vario
n.d.
fissa apogea
abitazione/casa per le vacanze
Love House
urbano
n.d.
fissa apogea
abitazione
Makatita
urbano/rurale/boschivo
n.d.
trainabile
abitazione/casa per le vacanze
MINIMOD
rurale/urbano
1 anno
scomponibile + trasportabile
abitazione/studio/rifugio/ufficio/negozio/casa vacanze
Mirrorcube
boschivo
2 anni
sopraelevata
alloggio turistico
MONO
vario
6 settimane
trasportabile
abitazione/ studio/rifugio/ufficio/negozio/alloggio
temporaneo/casa per le vacanze/ecc
Nagakin Capsule Tower
urbano
30 giorni
fissa apogea
uso misto residenziale e commerciale
Portable House ÁPH80
rurale
4-6 settimane
trasportabile
abitazione/alloggio temporaneo/casa vacanze
Pradžia
rurale
n.d.
fissa apogea
abitazione
Rifugio nel bosco
urbano
1 anno
fissa apogea
rifugio/ricezione turisti
17.6 sqm Apartment
urbano
n.d.
fissa apogea
abitazione a lungo termine
Slim Fit
urbano
2 giorni
scomponibile
abitazione
Smart Student Unit
vario
n.d.
scomponibile
alloggio temporaneo
Sugokri
rurale
1 anno
fissa ipogea
biblioteca/luogo per la meditazione e
l'organizzazione di incontri culturali
The Bird's Nest
boschivo
/
sopraelevata
casa per le vacanze/alloggio turistico
The Mountain Refuge
rurale/boschivo
n.d.
fissa apogea
casa per le vacanze/alloggio turistico
The Peak
rurale/urbano
n.d.
scomponibile
abitazione/studio/depandance/casa vacanze
Tikku Micro-apartment
rurale/urbano
n.d.
scomponibile
abitazione/studio/negozio
Tiny 100
urbano
n.d.
trainabile
abitazione/studio/rifugio/alloggio temporaneo
U-Build
rurale/urbano
n.d.
scomponibile
abitazione/rifugio/studio/ufficio/casa vacanze/altro
weeHouse
rurale/urbano
9-12 mesi
fissa apogea
abitazione/rifugio/studio/casa vacanze
Wikkelhouse
rurale/urbano
n.d.
fissa apogea
abitazione/rifugio/studio/casa vacanze
146
NOME
TEMPI D'USO
FRUITORI
AMPLIABILE
ATTREZZABILITA'
A45
Apan Prototype
Artist Bothy +2
brevi o lunghi
lunghi
brevi o lunghi
1-4 persone
1 persona
1 persona
no
sì
no
soggiorno + zona pranzo + angolo cottura + bagno + 2 camere da letto
angolo cottura + bagno + camera da letto + spazio multifunzionale/magazzino
soggiorno + camera da letto + angolo cottura + bagno
Ashen Cabin
lunghi
1 o più persone
no
spazio polifunzionale personalizzabile
Astrild Tiny House
n.d.
1-4 persone
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto matrimoniale + camera da letto singola
aVOID
brevi
1-4 persone
no
cucina + bagno +letto + scrivania + terrazza
Cabin on the Border
brevi
1 persona
no
cucina + bagno + scrivania + 3 posti letto
Cabin Y
brevi
1-3 persone
sì
bagno con doccia + spazio polifunzionale
A
Catskills tiny house
n.d.
n.d.
no
2 posti letto + bagno con doccia + angolo cottura
Colorado Outward Bound
Micro Cabins
n.d.
1-2 persone
no
da 2 a 3 posti letto + 1 scrivania per letto
Diogene
brevi
1-3 persone
no
soggiorno/studio + bagno + camera da letto
Drake
brevi
1 persona
no
soggiorno + cucina + bagno + 2 soppalchi utilizzabili come camere da letto + 1 stanza
personalizzabile
ELM
brevi o lunghi
1-7 persone
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto
House in Nada
brevi o lunghi
1-4 persone
no
cucina + sala da pranzo + soggiorno + camera da letto matrimoniale + camera da letto
bambino + garage
IKEA BOHO XL
n.d.
n.d.
no
spazio polifunzionale
Koto x Abodu
brevi o lunghi
1 persona
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto
Keret House
brevi o lunghi
1-3 persone
no
studio + cucina + camera da letto + bagno
KODA
brevi o lunghi
2 pers. abit., 3-4 pers.
uff., 12-16 pers. aula
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto
KODA Light Float
brevi o lunghi
1-2 persone
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto
Kugelschiff trailer
brevi o lunghi
1-2 persone
no
soggiorno + cucina + scrivania + letto
lightHouse
brevi o lunghi
1-2 persone
no
camera da letto + bagno + angolo cottura + ripostiglio
Love House
brevi o lunghi
1-2 persone
no
ingresso + salotto + bagno + cucina + camera da letto matrimoniale + terrazza + piccola
corte interna
Makatita
brevi o lunghi
1 persona
no
soggiorno + angolo cottura + camera da letto + bagno
MINIMOD
brevi o lunghi
1 o più persone
sì
piano unico ampliabile e personalizzabile
Mirrorcube
brevi
1-2 persone
no
camera da letto matrimoniale + bagno + soggiorno + terrazza in copertura
MONO
brevi o lunghi
1-2 persone
no
piano unico personalizzabile
Nagakin Capsule Tower
brevi
1 persona
sì
angolo cottura + bagno + camera da letto
Portable House ÁPH80
brevi o lunghi
1-2 persone
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto matrimoniale
Pradžia
brevi o lunghi
2 persone
no
studio + angolo cottura + letto + bagno
Rifugio nel bosco
medio-lunghi
1 persona
no
spazio polifunzionale
17.6 sqm Apartment
lunghi
1 persona
no
soggiorno/studio + camera da letto + cucina + bagno + ingresso
Slim Fit
prolungati
1-2 persone
no
Smart Student Unit
brevi o lunghi
1 persona
no
soggiorno + cucina + studio + camera da letto
Sugokri
brevi o lunghi
1 o più persone
no
1 cucina + 1 studio + 2 bagni pubblici + 1 bagno privato
The Bird's Nest
brevi
3-4 persine
no
1 camera da letto matrimoniale + 1 camera da letto con letto a castello + bagno + scrivania
The Mountain Refuge
medio-lunghi
2 persone
sì
2 moduli polifunzionali + wc
The Peak
brevi o lunghi
1-2 persone
no
soggiorno + cucina + bagno + camera da letto
3 piani fuori terra con cucina +
zona pranzo + soggiorno + camera da letto + bagno
Tikku Micro-apartment
brevi o lunghi
1 persona
no
2 piani personalizzabili + serra all’ultimo piano
Tiny 100
brevi o lunghi
1 persona
no
soggiorno + cucina + bagno + studio + camera da letto
U-Build
brevi o lunghi
1 o più persone
sì
spazio modulare personalizzabile
weeHouse
brevi o lunghi
1 o più persone
sì
spazio personalizzabile
Wikkelhouse
brevi o lunghi
1 o più persone
sì
spazio modulare personalizzabile
147
NOME
MATERIALI
INVOLUCRO
A45
Apan Prototype
legno + vetro + sughero
legno di pino + cemento
pannelli OSB + acciaio corten + legno di larice scozzese +
lana minerale + legno di quercia ingegnerizzato
legno + sughero
cemento
Artist Bothy +2
pannelli OSB + acciaio corten ondulato
Ashen Cabin
cemento + legno di frassino
cemento + legno + schiuma biodegradabile
Astrild Tiny House
legno + alluminio + vetro
legno + cotone + lino + canapa + fibra di legno
aVOID
alluminio + legno + acciaio + vetro
alluminio + acciaio inox + fibra di legno + XPS
Cabin on the Border
legno + compensato + lana di roccia + policarbonato
legno + compensato + lana di roccia
legno di larice + legno di pino bianco + cavi in acciaio inox
Cabin Y
legno carbonizzato + acciaio inox + pannelli sandwich
Catskills tiny house
legno
legno
Colorado Outward Bound
Micro Cabins
legno compensato + acciaio + vetro
legno compensato + acciaio laminato a caldo
Diogene
legno + alluminio + vetro
X-LAM in legno di cedro + VIP + alluminio
Drake
legno + metallo + vetro
metallo + legno
ELM
legno + compensato + vetro
X-LAM + legno + fibra di legno + compensato
House in Nada
cemento + legno + vetro
legno
IKEA BOHO XL
legno di quercia/pino/ laminato + vetro + PET materiale riciclato
legno + vetro + polimero espanso a celle chiuse da materiale riciclato
Koto x Abodu
legno + lamiera + intonaco + vetro
legno + lamiera
Keret House
acciaio + pannelli sandwich + legno compensato
compensato + acciaio
KODA
cemento + legno + vetro
cemento + legno + vetro
KODA Light Float
legno + lana minerale + legno compensato + acciaio + vetro
temperato a triplo strato
legno + acciaio + lana minerale + legno compensato + vetro temperato a triplo
strato
Kugelschiff trailer
alluminio + legno + corian + vetro
alluminio
lightHouse
legno di cedro + vetro
legno di cedro
Love House
legno + vetro + metallo + cemento
cemento
Makatita
legno + lamiera + intonaco
legno
MINIMOD
legno + compensato + acciaio + vetro
acciaio + legno di pino + compensato + polimero espanso + OSB
Mirrorcube
alluminio + lana minerale + cellplast + compensato + vetro a controllo solare
alluminio + lana minerale + cellplast + compensato + vetro a controllo solare
MONO
legno + lamiera + vinile + vetro
lamiera + legno di cedro
Nagakin Capsule Tower
cemento armato + vetro + resina termoformata + acciaio
acciaio + cemento armato
Portable House ÁPH80
legno + intonaco + vetro
legno
Pradžia
cemento + acciaio corten + legno di betulla + vetro
acciaio corten
Rifugio nel bosco
legno carbonizzato e riciclato + vetro + asfalto + metallo + pannelli OSB
legno compensato
17.6 sqm Apartment
cemento + vetro + ceramica + legno
cemento
Slim Fit
legno di avous + betulla, pino + multistrato + vetro
legno di avous
Smart Student Unit
legno + plexiglass + X-LAM
legno + pannelli in legno X-LAM
Sugokri
calcestruzzo armato + terra battuta + cemento a vista + legno di pino +
acciaio + legno riciclato + argilla e cemento
legno + calcestruzzo + terra
The Bird's Nest
legno + metallo + vetro
legno
The Mountain Refuge
legno + vetro
legno compensato di pino trattato con la catramina
The Peak
legno + metallo + vetro
legno microlamellare + metallo
Tikku Micro-apartment
legno + vetro + sabbia + X-LAM
legno + vetro
Tiny 100
legno + vetro
legno
U-Build
OSB + lana di agnello + poliestere riciclato
pannelli OSB + lana di agnello
weeHouse
legno + acciaio + vetro
acciaio
Wikkelhouse
cartone + legno + vetro
legno
148
NOME
STRATEGIE COSTRUTTIVE
STRATEGIE ENERGETICHE
elementi prefabbricati + struttura leggera pensata per essere
installata su ogni tipo di terreno + materiali 100% riciclabili
sistema modulare di costruzione in legno e cemento
blocco multifunzionale, personalizzabile e trasportabile + impiego
di una macchina CNC per il taglio dei pannelli OSB
allacciamento a rete elettrica locale
stufa a legna + illuminazione a LED + bagno compostante + sistema di
approvvigionamento dell’acqua + energie rinnovabili su richiesta
Ashen Cabin
stampante 3D + impiego di un robot da costruzione
progetto sperimentale da sviluppare
Astrild Tiny House
blocco multifunzionale all'interno di una struttura mobile
impianto di ventilazione meccanica + wc a secco + illuminazione a LED + stufa a legna
A45
Apan Prototype
Artist Bothy +2
allacciamento alla rete locale
aVOID
rielaborazione in chiave mobile e moderna della casa a schiera
pannelli fotovoltaici + sistema di ventilazione meccanica
Cabin on the Border
struttura multifunzionale trasformabile + materiali riciclabili
pannelli solari + stufa a legna + sistema di raccolta e riscaldamento dell’acqua piovana
Cabin Y
elementi modulari prefabbricati + steel-frame
pannelli fotovoltaici
Catskills tiny house
struttura prefabbricata
stufa a legna o a gas
Colorado Outward Bound
Micro Cabins
abitacolo sorretto da una struttura in acciaio + elementi
prefabbricati
allacciamento alla rete elettrica locale
Diogene
struttura prefabbricata adatta alla produzione industriale in serie
2 serbatoi per raccolta e purificazione dell'acqua piovana + caldaia +
bagno compostante + pannelli solari
Drake
produzione industrializzata + spazi personalizzabili + materiali
che permettono nulla o minima manutenzione
illuminazione a LED + impianto di climatizzazione + connessione a rete pubblica
ELM
elementi prefabbricati scomponibili montati in loco
House in Nada
struttura portante in cemento armato con rivestimento esterno e
pavimenti in legno
IKEA BOHO XL
elemento multifunzionale su struttura mobile
pannelli fotovoltaici + facciata solare integrata + ventilazione passiva incrociata +
orto verticale idroponico + collettore acqua
ampie finestre e lucernai illuminano ed ampliano gli spazi ad ogni livello della casa +
allacciamento a rete pubblica
illuminazione a LED + impianto fotovoltaico + bagno compostante
alimentazione ad energia elettrica + sistema fognario indipendente + elevato isolamento termico
+ pannelli solari su richiesta + può funzionare on-grid o off-grid
energia elettrica da edificio adiacente + sistema fognario indipendente +
elevato isolamento termico
pannelli solari + deflettore solare + pompa di calore + scambiatore di calore entalpico +
illuminazione a LED + connessione alla rete (poiché manca di un sistema di accumulo)
riscaldamento a pavimento, caldaia e sistema di ventilazione ad energia elettrica +
collegamento alla rete elettrica e alla rete idrica locali
pannelli solari + ripetitore wi-fi e cellulare + sistema di alimentazione
a benzina, propano e batterie AVG
Koto x Abodu
struttura modulare prefabbricata
Keret House
struttura metallica saldata e montata in fabbrica con successivo
trasporto in sito, dove è stata rivestita e completata
KODA
struttura prefabbricata
KODA Light Float
struttura prefabbricata
Kugelschiff trailer
restauro di un Airstream Bambi II del 1964
lightHouse
elementi prefabbricati assemblati in loco
bassi consumi energetici + elevato isolamento termico
Love House
abitazione fissa costruita in altezza + in loco
allacciamento alla rete elettrica ed alla rete idrica locali
Makatita
struttura modulare prefabbricata in legno su ruote
n.d.
MINIMOD
elementi prefabbricati assemblabili in maniera personalizzata
aria condizionata + tetto verde + tanica per la raccolta dell’acqua +
luce a LED + wc a secco + pannelli solari
Mirrorcube
struttura in alluminio ricoperta da vetro riflettente
allacciamento alla rete pubblica
MONO
struttura prefabbricata pensata come uno spazio Plug&Play
luce a LED + collegamento alla rete elettrica locale + aria condizionata su richiesta
Nagakin Capsule Tower
capsule abitative prefabbricate agganciate ad una struttura
portante in cemento armato
ogni capsula è energeticamente collegata alla torre, rendendo facile la loro sostituzione a fine vita
Portable House ÁPH80
Pradžia
struttura prefabbricata in materiali riciclabili e
legno da foreste regolamentate
ristrutturazione di un vecchio garage abbandonato, riconfigurato
con aggiunta di nuove aperture e rivestimenti + poca
manutenzione per i rivestimenti esterni
n.d.
luci a LED + collegamento a rete pubblica
Rifugio nel bosco
struttura modulare prefabbricata trasportabile in legno
energicamente autosufficiente
17.6 sqm Apartment
ristrutturazione + multifunzionalità + strategie salvaspazio
aria condizionata + wi-fi + allacciamento a rete locale
Slim Fit
elementi prefabbricati da assemblare in loco
ridotto consumo di suolo + disposizione volta all’ottimizzazione di illuminazione e ventilazione
Smart Student Unit
pannelli in legno sagomati al fine di ridurre al minimo
lo spreco di materiale
n.d.
Sugokri
abitazione in terra battuta e cemento armato ricavata tramite
l'escavazione del terreno
sistema di raffreddamento geotermico + sistema di riscaldamento a pavimento radiante
The Bird's Nest
struttura circolare in legno sopraelevata e
collocata su alberi + materiali riciclabili
The Mountain Refuge
moduli prefabbricati componibili
collegamento alla rete elettrica + sistema di risparmio
dell'acqua e wc a secco con inceneritore
possibilità di raccolta delle acque piovane + wc chimico +
fotovoltaico per off-grid e/o allaccio alla rete locale
The Peak
elementi prefabbricati da assemblare in loco
pannelli fotovoltaici + wc compostante + materiali da fonti sostenibili
Tikku Micro-apartment
elementi prefabbricati modulari da assemblare in loco
pannelli solari + wc a secco + isolamento termico in X-LAM
Tiny 100
struttura prefabbricata su ruote
materiali da fonti sostenibili + stufa a legna
U-Build
weeHouse
Wikkelhouse
elementi prefabbricati componibili + materiali riciclati
o di natura organica
struttura prefabbricata dotate di strategie antisismiche ed antivento
+ bassa manutenzione + materiali riciclabili
struttura modulare prefabbricata in materiali riciclabili al 100%
varie (a scelta + a seconda del contesto e della funzione)
impianto di riscaldamento + aria condizionata
n.d.
149
Analizzando la scheda riassuntiva previamente riportata, è possibile notare come, a parità di tipologia di micro
abitazione, il costo di una micro abitazione di tipo trasportabile possa andare da un minimo di circa 1.400 ad un
massimo di circa 2.000 €/m² a parità di prestazioni e tipologia. Lo stesso si può affermare per quanto riguarda le
micro abitazioni di tipo scomponibile, mentre per ciò che concerne le micro abitazioni trainabili, il loro prezzo può
variare, in genere, fra i 2.800 e i 3.000 €/m² (in America, il costo medio di una Tiny House su ruote si aggira
solitamente intorno ai $ 59.884, da un minimo di $ 20.000 per i modelli più economici a circa $ 150,000 per quelli
di lusso). Il costo medio di una micro abitazione di tipo galleggiante, considerando i pochi esempi che oggi si
trovano in vendita, si aggira invece intorno ai 2.000 €/m². Lo stesso vale per quelle micro abitazioni fisse
sopraelevate, i cui pochissimi esempi oggi esistenti hanno oggi un costo che va dai 3.000 ai 4.000 €/m². Per quanto
riguarda le micro abitazioni fisse apogee, invece, il prezzo è in genere largamente influenzato dal contesto o dal
complesso abitativo di inserimento, come per quanto riguarda le abitazioni di tipo tradizionale e le micro abitazioni
di tipo ipogeo. In generale, la principale differenza fra il costo di una micro abitazione di tipo fisso e una di tipo
mobile è infatti costituita dalla forte indipendenza della seconda rispetto al suo contesto di inserimento, essendo
quest'ultima, e quindi il suo valore, completamente slegata dalle leggi che regolano il mercato immobiliare. Per
quanto riguarda il costo di una micro abitazione di tipo mobile, è però anche necessario specificare come a questo
vadano inevitabilmente ad aggiungersi anche quei costi relativi al trasporto, in gran parte influenzati anche dalle
dimensioni e dal peso della struttura. Fondamentale all'interno della progettazione di una micro abitazione di tipo
mobile diviene quindi anche il calcolo di tutta una serie di fattori quali il volume, la massa, l'altezza, la larghezza e
la lunghezza della struttura, la modalità di trasporto, eccetera.
A tal proposito, le dimensioni di una micro abitazione di tipologia fissa variano da un minimo di circa 5 (come nel
caso di “Keret House”) ad un massimo di circa 60 m² (come nel caso della Kyosho-Jutaku “House in Nada”),
mentre quelle di una micro abitazione mobile variano da un minimo di circa 7 m² ad un massimo di circa 40 m²
(che divengono 30 per quelle di tipo trainabile).
Per quanto riguarda l’attacco a terra, invece, la maggioranza delle micro abitazioni fisse apogee riportate in scheda
presenta delle classiche fondazioni in cemento, mentre la maggior parte di quelle fisse sopraelevate è solitamente
collocata su pilastri o, in alternativa, specialmente quando inserita all’interno di un’area boschiva, su alberi. La
maggior parte delle micro abitazioni trasportabili è invece collocata su di una base leggermente rialzata da terra
tramite piedi in legno o in metallo, mentre per quanto riguarda quelle di tipo scomponibile, esse sono spesso
collocate su di una serie di blocchi prefabbricati in maniera da impedire alla struttura di entrare in diretto contatto
con il terreno e di assorbire così l’umidità. Le micro abitazioni trainabili sono invece solitamente collocate su ruote
e tenute ferme da sistemi di blocco simili a quelli utilizzati per i veicoli ricreativi, mentre le micro abitazioni di tipo
galleggiante sono generalmente fissate ad apposite basi galleggianti (i pochi casi esistenti sono oggi un’abitazione
galleggiante realizzata tramite il sistema modulare Wikkelhouse, chiamata Wikkelboat¹, e la micro abitazione
KODA Light Float).
La maggior parte dei casi di micro abitazione riportati è inoltre dotata di ogni funzione abitativa: quasi ognuna di
loro è infatti dotata di un soggiorno, un angolo cottura, un bagno e almeno una camera da letto. Inoltre, la maggior
parte di esse è generalmente pensata per ospitare da un minimo di 1 ad un massimo di 2 persone (anche se in molti
casi possono ospitare fino a 3 o 4 persone), rivelando come il principale target d’interesse siano probabilmente
giovani lavoratori e giovani coppie in cerca di uno stile di vita più indipendente, economico e dinamico. Le
funzioni che questo genere di abitazioni può assumere sono però molto varie: vanno infatti da quella abitativa a
quella turistica, fino a quella commerciale. In generale, la maggioranza dei casi analizzati è stata progettata per
essere impiegata come abitazione di tipo permanente o, in alternativa, come casa per le vacanze, o come spazio
multifunzionale per attività quali lo studio e il lavoro.
Dal punto di vista energetico, molte delle micro abitazioni analizzate presentano un impianto di illuminazione a
LED, con una preferenza però verso l’illuminazione naturale che è solitamente garantita dall’inserimento calcolato
di finestre e vetrate, oltre che da una disposizione interna ragionata. Questi due fattori garantiscono una buona
visione dell’esterno, in virtù di un forte rapporto con l’ambiente esterno. Per ciò che concerne il riscaldamento,
invece, questo è spesso garantito da una piccola stufa a legna o a gas, mentre per quanto riguarda l’alimentazione
energetica, questa è sovente fornita da una serie di pannelli fotovoltaici, o in alternativa da un allacciamento alla
rete pubblica locale (specialmente in caso di micro abitazioni fisse). Per quanto riguarda i servizi igienici, per le
micro abitazioni di tipo mobile sono possibili diverse soluzioni, tra cui un bagno compostante, un wc con
inceneritore o un bagno chimico, anche se, in alcuni casi, come per quanto riguarda la maggioranza delle micro
abitazioni fisse analizzate (ma anche per alcune micro abitazioni di tipo trasportabile), questo genere di abitazioni
può essere dotato di un allacciamento alla rete fognaria locale, e quindi di un bagno di tipo classico.
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
1. Wikkelboat, «HOME WIKKELBOAT», in https://wikkelboat.nl/en/
150
I materiali attraverso cui è possibile costruire una Tiny House sono virtualmente infiniti, essendo la micro
abitazione fortemente legata alla casa tradizionale per tecniche costruttive e funzioni.
Fra i materiali maggiormente coinvolti nella realizzazione della struttura portante di una Tiny House troviamo,
come evidenziato dalla scheda:
- Legno (semilavorati, prodotti o derivati come XLAM e OSB)
- Metallo (principalmente acciaio ed alluminio)
In generale, la preponderanza di questi materiali all’interno della costruzione di una micro abitazione è
principalmente legata alla necessità di molte Tiny Houses, quando di tipo mobile, di essere trasportate nel corso del
tempo, rendendo il peso di tali strutture fondamentale all’interno della loro progettazione. Questo aspetto, in certi
casi essenziale, non deve però necessariamente significare una totale chiusura verso altri materiali. Nel caso di
micro abitazioni fisse è infatti possibile optare per l’utilizzo di materiali più pesanti come il calcestruzzo (anche da
materiali di riciclo come RCA ed MRA).
Per quanto riguarda l’isolamento termico, il materiale isolante maggiormente utilizzato pare essere la fibra di legno,
anche se è possibile fare uso di numerosi altri materiali, quali materiali di origine vegetale (come lino, cotone,
sughero, micelio, fibra di canapa, paglia di riso, fibra di mais, fibra di cocco, ecc), materiali di origine sintetica
(come il polistirene), materiali di origine minerale (come lana di roccia) o materiali di riciclo (come ad esempio la
fibra di cellulosa e il vetro cellulare).
Per ciò che concerne i rivestimenti esterni, invece, i materiali più utilizzati sembrano essere il legno, l’acciaio e
l’alluminio, mentre per il rivestimento delle pareti interne vengono spesso impiegati legno e compensato.
Non trascurabile è il fatto che la maggioranza dei casi analizzati sia stato realizzato tramite prefabbricazione, cosa
che permette, insieme con le loro dimensioni ridotte, l’accessibilità di queste strutture ad un più vasto pubblico
rispetto alle case di tipo tradizionale.
In generale si può notare come, anche per quanto riguarda la scelta dei materiali, vi sia una grande attenzione verso
la sostenibilità, evidenziata sia dalla preferenza verso materiali di origine organica che da quella verso materiali
spesso al 100% riciclabili o comunque provenienti da fonti controllate e rinnovabili, testimoniando in tal senso un
forte interesse per la qualità dei materiali impiegati oltre che per l’ambiente.
151
LOCALIZZAZIONE DEI CASI
35
25
38
17
18
23
41
41
9
11
42
32
7
39
40
21
12
19
20
14
6
33
2
26
16
4
3
28
29
15
30 36
10
27
13 22
5
6
31
1
34
24
8
37
Figura 156. Planisfero raffigurante la localizzazione dei casi studio
ELENCO DEI CASI STUDIO:
1. Apan Prototype (Francisco Pardo Arquitecto)
2. Artist Bothy +2 (Bobby Niven e Iain)
3. Ashen Cabin (Hannah Design Office)
4. Astrild Tiny House (Baluchon)
5. aVOID (Leonardo di Chiara)
6. Cabin on the Border (SO? Architecture & Ideas)
7. Cabin Y (dmvA architects)
8. Catskills tiny house (Walden)
9. Colorado Outward Bound Micro Cabins (University of
Colorado Denver)
10. Diogene (Renzo Piano)
11. Drake (Land Ark)
12. ELM (Gray Organschi Architecture)
13. House in Nada (Fujiwaramuro Architects)
14. IKEA BOHO XL (IKEA + ESCAPE + Vox Creative)
15. Keret House (Jakub Szczesny - Studio Centrala)
16. Klein A45 (Bjarke Ingels Group)
17. KODA (Kodasema)
18. KODA Light Float (Kodasema)
19. Koto x Abodu (Koto e Abodu)
20. Kugelschiff trailer (Edmonds + Lee Architects)
21. lightHouse (Alchemy Architects)
22. Love House (Takeshi Hosaka)
23. Makatita (Libertè Tiny Houses)
24. MINIMOD (MAPA)
25. Mirrorcube (Tham & Videgård Arkitekter)
26. MONO (Drop Structures)
27. Nagakin Capsule Tower (Kishō Kurokawa)
28. Portable House ÁPH80 (Ábaton Arquitectura)
29. Pradžia (IM Interior)
30. Rifugio nel bosco (Uhlik architekti)
31. 17.6 sqm Apartment (A Little Design)
32. Slim Fit (Ana Rocha Architecture)
33. Smart Student Unit (Tengbom)
34. Sugokri (BCHO Architects)
35. The Bird's Nest (Inrednings Gruppen)
152
36. The Mountain Refuge (Massimo Gnocchi e Paolo
Danesi architetti)
37. The Peak (Nicholas Grimshaw)
38. Tikku Micro-apartment (Marco Casagrande)
39. Tiny 100 (Van Bo Le-Mentzel)
40. U-Build (Studio Bark)
41. weeHouse (Alchemy Architects)
42. Wikkelhouse (Fiction Factory)
EUROPA:
Artist Bothy (Bobby Niven e Iain)
Astrild Tiny House (Baluchon)
aVOID (Leonardo di Chiara)
Smart Student Unit (Tengbom)
Cabin Y (dmvA architects)
Diogene (Renzo Piano)
IKEA BOHO XL (IKEA + ESCAPE + Vox Creative)
Keret House (Jakub Szczesny - Studio Centrala)
KODA (Kodasema)
Koto x Abodu (Koto e Abodu)
Makatita (Libertè Tiny Houses)
Mirrorcube (Tham & Videgård Arkitekter)
Portable House ÁPH80 (Ábaton Arquitectura)
Pradžia (IM Interior)
Rifugio nel bosco (Uhlik architekti)
Slim Fit (Ana Rocha Architecture)
The Bird's Nest (Inrednings Gruppen)
The Mountain Refuge (Massimo Gnocchi e Paolo Danesi
architetti)
Tikku Micro-apartment (Marco Casagrande)
Tiny 100 (Van Bo Le-Mentzel)
U-Build (Studio Bark)
Wikkelhouse (Fiction Factory)
NORD AMERICA:
Ashen Cabin (Hannah Design Office)
Colorado Outward Bound Micro Cabins (University of
Colorado Denver)
Drake (Land Ark)
ELM (Gray Organschi Architecture)
Klein A45 (Bjarke Ingels Group)
Kugelschiff trailer (Edmonds + Lee Architects)
lightHouse (Alchemy Architects)
MONO (Drop Structures)
weeHouse (Alchemy Architects)
SUD AMERICA:
Apan Prototype (Francisco Pardo Arquitecto)
MINIMOD (MAPA)
ASIA:
Cabin on the Border (SO? Architecture & Ideas)
House in Nada (Fujiwaramuro Architects)
Love House (Takeshi Hosaka)
Nagakin Capsule Tower (Kishō Kurokawa)
17.6 sqm Apartment (A Little Design)
Sugokri (BCHO Architects)
OCEANIA:
Catskills tiny house (Walden)
The Peak (Nicholas Grimshaw)
MACROCATEGORIE
Nel corso della storia umana, varie forme di "Tiny Living" sono susseguitesi, protraendosi attraverso i secoli fino
ad oggi. Fra le varie tipologie di Tiny Houses, comprese quelle che oggi costituiscono la forma attorno cui il
movimento odierno ruota, possono essere definite 2 fondamentali categorie di Tiny House:
- Tiny House mobili
- Tiny House fisse
Le prime possono a loro volta essere suddivise nelle sottocategorie di:
- Micro casa trainabile (pesanti o leggere)
- Micro casa trasportabile
- Micro casa scomponibile
- Micro casa galleggiante
Quelle fisse sono invece divisibili in:
- Micro casa ipogea
- Micro casa apogea
- Micro casa sopraelevata (su albero, su palafitte, su pilastri)
Qui di seguito si procederà alla descrizione di ciascuna di queste categorie e delle rispettive sottocategorie,
trattandone la storia e le loro versioni contemporanee.
5.1. LA CASA TRAINABILE
Come precedentemente affermato, le abitazioni di natura mobile, e perciò solitamente anche di dimensioni ridotte e
comprese nella tipologia della Tiny House, si dividono in micro case trainabili, case galleggianti, scomponibili e
trasportabili. Si potrebbe affermare come la casa mobile sia stata creata a causa dell'innata esigenza dell'essere
umano di avere sempre un rifugio, di
umano
sentirsi al sicuro, ovunque egli sia costretto a spostarsi nel tempo. Similmente
ad animali quali la tartaruga o la lumaca, anche l'uomo ha deciso di utilizzare il proprio ingegno al fine di fabbricare un'abitazione che fosse possibile
trasportare con sé, in maniera da assicurare così la sua sopravvivenza oltre
alla possibilità di recarsi in luoghi
migliori senza il bisogno di lasciare
indietro la propria dimora. La casa
diventava in questo modo un vero e
proprio possedimento che era possibile
portarsi appresso al pari di una valigia,
una dimora non più legata ai mutamenti
Figura 1. Ware Bros. Co., 1862, Foto di un vecchio Conestoga Wagon, da https://www.lo c.gov/item/2012645747/
del contesto in cui era stata costruita. La prima tipologia che andremo ad analizzare
sarà la casa mobile da traino, o
del
trainabile: abitazione generalmente costruita su di un carrello e munita di ruote al fine di essere trasportata con
l'impiego di un'auto o di altri mezzi di traino. Verranno quindi trattate le prime forme di tale tipologia in relazione a
Stati Uniti ed Europa, esaminando infine le sue forme in data odierna. Negli Stati Uniti, il primo esempio di casa
mobile si registra negli anni settanta dell'ottocento, con una serie di piccoli cottages apparsi lungo gli Outer Banks
nella Carolina del Nord¹. Forme di dimora trainabile con l'aiuto di cavalli onde evitare l'alta marea, queste
abitazioni non erano propriamente definibili come case mobili, poiché non presentavano alcun carrello da trasporto.
La prima vera casa mobile, può essere infatti riconosciuta nella cosiddetta Conestoga Wagon (fig.1), abitazione
icona, insieme al più piccolo carro Coperto (il Prairie Schoner), dell'espansione americana verso Ovest nel
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
diciottesimo
coperto piccolo
1. Adkins C., 2019, «The History of Mobile Homes is Fascinating», in https://mobilehomeliving.org/the-history-of-mobile-homes/
153
diciottesimo secolo². In questo periodo, le città
americane erano particolarmente rumorose, oltre che
inquinate a causa dell'impiego copioso di carbone,
utilizzato sia per alimentare le fabbriche che per
riscaldare le abitazioni e far funzionare i mezzi di
trasporto. Allontanarsi dai centri abitati a piacimento
era infatti un lusso per i pochi che potevano
permetterselo, dato l'elevato costo che comportavano
sia il frequente uso del treno che il mantenimento di
una seconda casa in campagna, esclusivo allora dei
membri della borghesia. In seguito, però, l'avvento
dell'automobile appianò finalmente tale disuguaglianza, rendendo lo spostamento temporaneo dalle
città un'opzione accessibile ai più, e non più una
prerogativa confinata alla sola classe medio-alta,
Figura 2. Bain News Service, 1915, Il "Gypsy Van" della famiglia Conklin, da https://loc.gov/picture
rendendo il campeggio una realtà alla portata di tutti. s/resource/ggbain.19778/
Lo
Smithsonian
è considerato uno dei primi veicoli ricreativi americani, presentato nel 1910 al "Touring Landau"
spostamento
temporaneo
della casa automobilistica "Pierce-Arrow". Tale veicolo utilizzava allora un meccanismo di attacco del rimorchio a
ralla brevettato, il quale era fissato permanentemente all'automobile. Il modello venne mostrato al Madison Square
Garden ed era fornito di una linea telefonica di collegamento fra rimorchio e conducente, oltre che di un vaso da
notte. In seguito alla Prima Guerra Mondiale, il paese godeva di un'economia in crescita, che permise l'avvento
dell'automobile in America e la conseguente libertà che ne derivava. Il 21 agosto 1915, la famiglia Conklin lasciò
New York per un viaggio all'interno di un veicolo chiamato "Gypsy Van" (fig.2). Personalizzato per rispondere alle
esigenze della famiglia, il trasporto da 8 metri e 25 piedi finì sulle pagine del New York Times e divenne presto
oggetto dell'attenzione pubblica nazionale. Per molti americani, il Gypsy Van dei Conklin rappresentava una
straordinaria innovazione nel settore dell'accampamento e del concetto stesso di campeggio, segnando la nascita del
camper e della roulotte. L'origine di questi ultimi può essere ricondotta agli anni tra il 1915 ed il 1930, quando negli
americani convivevano i desideri apparentemente inconciliabili di ritorno alla natura e comfort cittadino, richieste a
cui l'industria automobilistica americana fu capace di rispondere grazie alle tecnologie di cui disponevano ed
all'impiego di queste ultime per l’invenzione di un nuovo prodotto³. Nel 1922, lo stesso New York Times predisse
che cinque di dieci milioni di automobili sarebbero state utilizzate per il campeggio. In questo periodo, i rimorchi di
piccole dimensioni, che ospitavano tende ed altri articoli da campeggio, venivano comunemente rimorchiati da
automobili del modello Touring, caratterizzate da un passo più lungo volto a consentire il sonno. La stessa industria
di camper e rimorchi da viaggio prese in prestito una notevole parte dei progetti dalla più antica industria dei
rimorchi
Figura 3. Covered Wagon, 1936, Illustrazione di uno dei modelli offerti dalla Covered Wagon Company in una brochure del 1936, da https://mobilehomeliving.org/the-history-of-mobilehomes/
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2. Encyclopaedia Britannica, 2011, «Conestoga wagon», in https://www.britannica.com/technology/Conestoga-wagon
3. Young T., 2018, «A Brief History of the RV», in https://www.smithsonianmag.com/innovation/brief-history-rv-180970195/
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rimorchi per il trasporto delle merci, mentre una notevole fetta
dei primi rimorchi da viaggio era per lo più costituita da sistemi
artigianali, fabbricati dagli utenti stessi. Arthur G. Sherman è
considerato da molti il padre della casa mobile, essendo
conosciuto come il primo a creare industrialmente una casa
mobile, grazie anche alla compagnia di cui era titolare, la "
Covered Wagon Company", che aveva fondato in seguito ad una
gita in campeggio, e grazie all'impiego di una vera e propria
catena di montaggio. Solo nel 1931, la compagnia vendette ben
117 camper, mentre per il 1936 ne aveva già venduti già più di
10.000, incassando più di tre milioni di dollari di vendite. La
posizione della "Covered Wagon" si rivelò un fattore essenziale
del suo successo: Detroit, in Michigan, si distinse infatti come la
capitale automobilistica del tempo, dando a Sherman l'opportunità di visitare e studiare da vicino le famose linee di produzione
della Ford Motor Company di avere un accesso diretto a tutti i
fornitori ed alle società di materiali di cui necessitava per la
realizzazione dei suoi rimorchi. I camper della Covered Wagon si
evolvettero in seguito nella forma che poi divenne la più
simbolica della compagnia oltre che di quell'era stessa, la
cosiddetta "bread loaf shape" (fig.3), che consentiva un minore
spreco di materiale ed un'altrettanto buona trazione tramite
rimorchio. Larghi poco più di 195 metri, tali camper erano
caratterizzati da una porta laterale, anziché posizionata sul retro
come nei modelli precedenti, permettendo una migliore disposizione della planimetria ed una minore infiltrazione dello sporco
all'interno dell'abitacolo.
Negli anni ‘30, il settore di roulotte e camper registrò una crescita
in tutto il paese, mentre il campeggio su ruote diventava il
passatempo nazionale. Contemporaneamente, la mancanza di
un'adeguata educazione al campeggio condusse a numerosi casi
di atti di disturbo della quiete pubblica oltre che di inciviltà verso
le zone in cui i campeggiatori sostavano durante il periodo di
villeggiatura, i quali, a loro volta, portarono alcune località a
prendere una serie di misure contro la sosta non regolamentata,
quali parcheggi appositi a notti e numero di camper e roulottes
limitati. La Seconda Guerra Mondiale influenzò ogni campo
dell'industria, imponendo il razionamento delle risorse oltre al
reindirizzamento delle industrie stesse alla produzione di armi
belliche. Il 1940 fu infatti un anno fortemente segnato da un calo
drastico delle vendite di camper e simili, causato anche dal
divieto di vendita degli stessi ai privati da parte delle aziende, di
cui molte furono costrette a chiudere. Fortunatamente, le
compagnie convinsero il governo di come camper e roulotte
fossero perfette abitazioni temporanee per i lavoratori, così
centinaia di queste vennero realizzate per gli impiegati delle
industrie reindirizzate a fine bellico. Pochi fra i design proposti
furono approvati: uno di questi era il cosiddetto "Committee
Trailer". L'esperienza dei lavoratori stessi all'interno di queste
abitazioni segnò fortemente il destino di questa industria, in
quanto i camper non erano pensati per un alloggio prolungato,
specialmente in tali condizioni. Nel 1943, fino a 43.000 persone
lavoravano alla "Willow Run Bomber Plant" ed almeno la metà
dell’ottocento
Figura 4. Pacemaker, Illustrazioni raffiguranti modelli di roulottes offerti dal produttore americano di trailer Pacemaker: (a) Illustrazione raffigurante una Tri-Level Mobile Home della
Pacemaker risalente al 1956, (b) Illustrazione di uno dei modelli di mobile home tra quelli offerti dalla compagnia Pacemaker, da https://mobilehomeliving.org/the-history-of-mobile-homes/
Figura 5. (a) Reginald Hotchkiss, 1941, Trailer park a Washingto, da http://photogrammar.yale.edu/records/index.php?record=fsa1998003833/PP, (b) Peter Sekaer, 1941, Foto storica di un
trailer camp nel Tennessee, da http://photogrammar.yale.edu/records/
index.php?record=fsa1998024174/PP
155
di queste vivevano in una roulotte a tempo pieno,
nonostante nella metà degli anni '40 queste abitazioni
fossero sprovviste di servizi igienici ed avessero una
dimensione di soli 8 piedi per 20. Nello stesso decennio,
poco dopo, la lunghezza delle roulotte passò a 30 piedi
e furono installati i bagni. In quel periodo, i membri
dell'esercito stavano rientrando in massa dalla guerra, e
l'esistenza di alloggi a basso prezzo si era rivelata una
necessità. Infatti, molte delle case mobili fabbricate
furono impiegate per dare una casa agli ex-militari. Il
paese aveva bisogno di abitazioni non più temporanee,
bensì fisse, data la carenza di alloggi per numerose
famiglie americane, dando modo all'industria di
evolversi e prosperare. Nel 1948, si stima invero che
Figura 6. Tipologie di Vardo, da http://www.wilsoncamps.com/history.html
almeno il 7% della popolazione vivesse in una roulotte
o in una casa mobile, mentre nel 1953 la TCMA cambiò nome in "Mibile Home Manufacturers of America",
secolo
iniziando a concentrare la propria produzione verso abitazioni mobili più grandi e migliori per l'alloggio prolungato. Con gli anni '50, il boom economico condusse ad un periodo di sviluppo ed innovazione che a sua volta
portò alla nascita di nuovi e più efficienti sistemi produttivi. Fiere ed esposizioni erano l'opportunità delle grandi
industrie di confrontarsi e di ricevere un feedback immediato sui loro prototipi e progetti. Con il "Pacemaker" del
1954 (fig.4a,4b), caratterizzato da una planimetria distribuita su tre piani, diversi marchi iniziarono a progettare e
costruire abitazioni mobili su più livelli, incontrando il favore del pubblico. ottone
Nel 1976, il Congresso degli Stati Uniti approvò inoltre il "National
Mobile Home Construction and Safety Act ", legge volta a garantire
la sicurezza e la qualità delle abitazioni mobili, dando vita a case
dagli standard energetici e qualitativi elevati, trasportabili solo
attraverso l'impiego di speciali attrezzature. Nel 1980, il Congresso
cambiò il nome della case mobile in "Manufactured Home",
bandendo l'uso della parola "Mobile Home" dalla letteratura governativa. Insieme alla maggiore qualità, l'aumento delle dimensioni e
degli standard portò gradualmente ad un aumento dei prezzi di tali
abitazioni, allontanandosi sempre di più dalla sua clientela originaria.
Le Conestoga Wagon, di cui si è trattato precedentemente,
erano in un certo senso la controparte americana del
come
Vardo rom (dall' iraniano "vurdon"= carro⁴) diffusosi in Europa, caravan apparso negli anni cinquanta dell’ottocento ed utilizzata come abitazione di questa popolazione nomade originari dell'India⁵.
Il tipico caravan era composto di un telaio in legno fissato a quattro ruote ed era trainato da uno o più cavalli. La
pianta interna era semplice, caratterizzata da uno specchio ed una stufa a destra ed un cassettone con accanto un
abitazioni
letto a sinistra, mentre l'abitazione stessa, solitamente
in legno di quercia, pino, frassino o noce, poteva essere
costruita in un lasso di tempo che andava dai 6 ai 12
mesi, dopodiché veniva decorata con pitture, ornamenti
e intagli.
Le principali tipologie di Vardo (fig.6) erano:
- "Burton Wagon"
- "Reading Wagon"
- "Brush Wagon"
- "Ledge Wagon"
- Rimorchi aperti (come il "Bow-top Wagon" e l'"Open
lot Wagon")
Figura 7. Architectural Heritage, Esempio di Burton Wagon (qui un modello originale restaurato), da https://www.architectural-heritage.co.uk/stock/d/a-fully-restored-burton-wagon/222149
Figura 8. Foto d’epoca ritraente un Reading Wagon, da https://www.liverpool.ac.uk/library/sca /colldescs/gypsy/photoind.htm
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4. Human Rights Fund “Progress”, 2016, ««Vardo» – How did it Resemble the Romani Caravans? (The story of the Roma)», in https://rozvitok.org/en/vardo-how-did-it-resemble-the-romanicaravans-the-story-of-the-roma/
5. Watkins J. A., 2019, «History of the Gypsies», in https://owlcation.com/humanities/The-Gypsies
156
Il Burton (fig.7) è il vagone da cui si evolvettero in seguito le carovane rom: utilizzato da attocircensi a metà del
XIX secolo, presentava ruote più piccole rispetto al vardo rom, dotati infatti di ruote di maggiori dimensioni anche
per rispondere alla necessità di viaggiare non solo su strada asfaltata, ma anche attraverso i campi. Oggi conservato
in musei e collezioni private, il Reading Wagon (fig.8) era un caravan caratterizzato da pareti rastremate verso
l'alto, oltre che da una struttura in legno e da ruote anteriori più piccole rispetto a quelle posteriori. Le finestre di
questo genere di vardo erano poste su tre dei lati dell'abitacolo, esclusa la parte anteriore, mentre il carro era
solitamente decorato con perline disposte in maniera regolare. Lo stile della decorazione dipendeva molto dalla
ricchezza della famiglia che la possedeva, mentre all'interno una serie di specchi, armadi e letti riccamente decorati
erano fissati al carro in maniera da non essere soggetti ai movimenti ed alle vibrazioni dell'abitacolo durante la
guida. Il Brush Wagon (fig.6), caratterizzato da pareti dritte e dalla presenza di ruote nella sola parte anteriore
dell'alloggio, era una tipologia di carro largamente diffusa tra le famiglie rom. A differenza del Reading Wagon,
nonostante la somiglianza fra i due, questo vardo presentava una scala ed una porta d'accesso semivetrata, entrambe
poste sul retro del rimorchio. Il nome di questa tipologia di carro derivava inoltre dalla presenza sul retro di numerose scatole contenenti spazzole, scope, cesti ed altri oggetti destinati alla ven-dita per il sostentamento della
famiglia che li occupava.
Anche questo molto simile al Reading, il Ledge Wagon (fig.6) presentava un telaio più stabile rispetto agli altri,
poiché solitamente realizzato in ottone, oltre che ad arco. Caratterizzato da grandi ruote posteriori, questo genere
di vardo presentava ingressi sia davanti
casa
che sul retro dell'abitacolo, mentre le
facciate laterali erano entrambe inclinate
verso il basso. L'esterno del vardo era
solitamente decorato con diversi tipi di
ornamenti, intagli e talvolta con motivi
dorati.
Infine vi erano i rimorchi aperti, tra cui
il Bow-top Wagon (fig.6) e l'Open lot
Wagon. Il primo era caratterizzato da
una struttura simile alle tipologie elencate sopra, ma presentava un telaio in
legno più leggero rispetto agli altri ed
era coperto con un panno di protezione
contro le intemperie, inoltre si distingueva per l'esistenza di un lunotto;
mentre la seconda tipologia, detta anche
"Yorkshire Bow" ed apparsa tra la fine
del XIX secolo e gli anni Trenta del
Novecento, era un carro di facile costruzione e maggiormente economico
rispetto a quelli prima di lui: non presentava infatti alcuna porta d’ingresso,
la quale era sostituita da un portico
sostenuto da due colonne e da un panno
pesante. Grazie al successo riscontrato
in America, la casa trasportabile si
diffuse presto anche in Europa, dove la
roulotte ed il camper si affermarono
come i veicoli ricreativi più largamente
utilizzati dal vasto pubblico. Ancora
oggi spesso utilizzati non solo a fini
ricreativi, ma anche come abitazioni
vere e proprie, camper e roulottes si
sono lentamente evoluti in quelle che
oggi vengono comunemente chiamate
col nome di "Tiny Houses".
Figura 9. Wide Path Camper: (a,b) Foto dell’involucro esterno, (b,c) Foto del Wide Path Camper con scorci sull’interno e tavolo da pranzo esterno, da https://www.widepathcamper.eu/
Figura 10. Kevin Cyr, Camper Bike: (a) Foto a tre quarti del camper in movimento, (b) Illutrazione a colori del Camper Bike di Kevin Cyr, (c) Foto laterale del camper in movimento, da
https://www.kevincyr.net/camper-bike
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Trainabili allo stesso modo delle roulottes, le Tiny House si differenziano da queste ultime principalmente nei
materiali e nelle fattezze esterne, oltre che nel modo in cui queste vengono spesso fabbricate: le Tiny Houses sono
infatti spesso il frutto del lavoro e della progettazione di persone comuni, che desiderano un cambiamento nel loro
stile di vita o anche solo un’abitazione dove trascorrere le vacanze. Recente-mente si è potuto assistere alla
comparsa di modelli di abitazioni trainabili non solo da mezzi forniti di motore, e quindi caratterizzate da un peso
notevole, ma persino da biciclette. È il caso delle roulottes per bicicletta come il "Wide Path Camper" (fig.9a e 9b):
progettato in Danimarca, questa piccola roulotte pieghevole pesa soli 45 kg ed è progettata per ridursi in dimensioni
in maniera da agevolarne il trasporto⁶. Insieme a questa, numerosi sono gli esempi di case mobili ideate per essere
trainate da questo mezzo di trasporto. Un esempio sono il "Supertramp", l'abitacolo trasportabile progettato da
Lehman B. e realizzato prevalentemente in stoffa, ed il "Camper Bike" (fig.10a, 10b e 10c) realizzato da Kevin
Cyr, pensato come mini camper trainabile con l'uso di una bicicletta e simile in tutto e per tutto simile ad un camper
tradizionale⁷.
5.2. LA CASA TRASPORTABILE
Con la sempre più crescente diffusione della Tiny Houses, molti sono stati gli approcci progettuali verso questa
tipologia abitativa. L'elevata domanda di micro case e la visione di queste come risposta ai problemi abitativi ed
ambientali riguardanti il campo residenziale, ha infatti permesso la realizzazione di numerose tipologie di micro
casa, che dalla sua forma più classica trainabile ha generato ulteriori modelli, quali la micro casa fissa, che
conserva le dimensioni ridotte della Tiny House mobile pur non mantenendone la mobilità, ed altri sottotipi di casa
mobile, quali la casa scomponibile, la casa galleggiante e quella trasportabile. Quest'ultima è una micro abitazione
casa
Figura 11. (a) Illustrazione di vari modelli della roulotte Argosy 26 con relativo peso del trailer, (b) Copertina di Febbraio 1936 della rivista Life (dal libro Trailer Travel: A Visual History of
Mobile America di Bryan Burkhart), da https://mobilehomeliving.org/1936-mobile-homes/
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6. Urbancycling, 2015, «Wide Path Camper, anche in bici si puo’», in https://urbancycling.it/18955-wide-path-camper-anche-in-bici-si-puo/
7. Rogers S.A., 2012, «Bike Campers: 12 Mini Mobile Homes for Nomadic Cyclists», in https://weburbanist.com/2012/10/15/bike-campers-12-mini-mobile-homes-for-nomadic-cyclists/
158
pensata per un trasporto occasionale, attuabile tramite l'impiego di mezzi pesanti, ed è pensata per essere trasferita
ovunque a seconda delle esigenze dell'utenza. Generalmente prodotta in fabbrica e trasportata poi in loco tramite
l'impiego di automezzi, la micro abitazione trasportabile è Tiny House di tipo mobile che si differenzia da quella di
tipo trainabile principalmente per la mancanza di ruote, oltre che da quella scomponibile per il suo telaio composto
da elementi prefabbricati fermamente saldati fra loro. Come riportato sul sito dell'U.S. Department of Housing and
Urban Development, una casa Trasportabile (comunemente detta casa mobile) è un'abitazione costruita all'interno
di un ambiente controllato e trasportata, in blocco o divisa in più parti, su di un telaio permanente⁸. In U.S.A., una
"manufactured home" deve essere realizzata secondo gli standard di costruzione e sicurezza del codice HUD e
mostrare un'etichetta di certificazione all'esterno di ognuna delle sezioni trasportabili⁹. Queste sue caratteristiche la
rendono adatta ad un trasporto sporadico, ma pur sempre calcolato, in virtù di un'architettura mobile che renda
possibile il trasferimento della propria unità abitativa in caso di estrema necessità. Rispetto alla T.H.O.W. (ossia la
Tiny House On Wheels), questa tipologia di casa mobile è infatti progettata per poter essere trasportata senza il
bisogno di essere prima smontata e poi rimontata, come invece quella scomponibile, essendo infatti sufficiente
l'impiego di macchinari per il sollevamento di carichi e di camion di dimensioni idonee che la possano prelevare e
trasferire nella nuova ubicazione. Spesso utilizzata come casa permanente o come alloggio temporaneo, questo
genere di abitazioni viene solitamente installata in un luogo in maniera permanente o semipermanente, ma può
essere trasferita altrove nel caso vi fosse la necessità di un trasferimento, magari per motivi di natura legale.
Nonostante la casa mobile (a cui si fa riferimento, in questo particolare testo, con il termine di "casa trasportabile")
condivida con il trailer le stesse radici storiche, le due tipologie si differenziano oggi principalmente per le
dimensioni: i trailer sono infatti solitamente più piccoli, in maniera anche da ridurre al minimo il peso e consentire
la possibilità di traino. I primi esempi di casa mobile possono essere ricondotti alle comunità itineranti gipsy, che si
spostavano insieme alle proprie case trainate da cavalli sin dal 1500. Negli anni '40 del 1900, complice la forte
richiesta di alloggi del secondo dopoguerra, il trailer si evolvette nella cosiddetta "casa mobile", garantendo
un'abitazione economica e di rapida realizzazione a quei veterani tornati dalla guerra, oltre che alle loro famiglie.
La mobilità resa possibile da queste abitazioni consentiva inoltre a tali nuclei famigliari lo spostamento in zone
caratterizzate da una maggior offerta lavorativa, offrendo a queste una più alta probabilità di sopravvivenza.
Nel 1943, questo genere di abitazioni aveva una larghezza media di circa 8 piedi ed una lunghezza di 20, ed era
caratterizzato da un numero di circa 3 o 4 camere da letto separate, ma non era fornito di bagni, mentre 5 anni
dopo, nel 1948, la lunghezza di queste strutture, comprensive ora di bagni, poteva raggiungere i 30 piedi. Infine,
nel giugno del 1976 il Congresso degli Stati Uniti d'America approvò il National Manufactured Housing
Construction and Safety Act (42 U.S.C.), il quale garantiva che tutti gli edifici residenziali di nuova realizzazione
fossero costruiti nel rispetto di rigorosi standard nazionali. Ancora oggi, le case prefabbricate devono essere
realizzate in fabbrica e conformi ad un codice edilizio federale⁴. Fra le prime abitazioni di questo genere vi è
sicuramente la cosiddetta "Mobile Home", conosciuta anche col nome di “Trailer Home” o “Residential Caravan”,
tipologia abitativa nata in America nel 1956 con la messa in commercio da parte della Colonial Coach
Manufacturing Corporation della "Ten-wide", abitazione trasportabile caratterizzata da una lunghezza di 10 piedi
nata dall'ampliamento della casa trainabile degli anni '30, la quale era solitamente caratterizzata da una lunghezza
di 8 piedi o inferiore. Le case trasportabili di quegli anni erano rivestite esternamente da una serie di pannelli in
alluminio preverniciato, in quanto le loro forme, estremamente semplificate rispetto a quelle aerodinamiche delle
più piccole case trainabili, non necessitavano di una piegatura dei pannelli tale da richiedere la verniciatura del
modulo solo in seguito al montaggio. Insieme a ciò, le Ten-wide e le Twelve-wide si distinguevano dalle Eightwide per la differente modalità di trasporto, poiché il peso superiore delle prime due tipologie richiedevano il
servizio di società dedite al trasporto tramite camion e simili spesso unito ad un permesso di trasloco rilasciato
dallo State Highway Department (oggi il Department of Transportation). Dalla fine degli anni '60 all'inizio degli
anni '70 tali abitazioni crebbero ulteriormente di dimensioni, limitandone il trasporto dalla fabbrica al sito di
installazione, dove il modulo solitamente stanziava in maniera permanente: è così che nacquero le "manufactured
homes", case prive di fondazioni che è possibile trasferire principalmente tramite l'impiego di camion ed altri
mezzi speciali. Oggi, tale tipologia abitativa è stata rivalutata per l'estrema versatilità e sostenibilità che la
caratterizzano, tornando a diffondersi nel panorama architettonico globale con nuovi design in chiave moderna.
Esempi recenti di questo genere di abitazione sono sicuramente "Portable House ÁPH80" e "KODA". Realizzate
rispettivamente nel 2013 e nel 2016, queste due strutture sono entrambe funzionanti in maniera completamente
autonoma grazie ai sistemi off-grid di cui dispongono. Progettata dallo studio Kodasema, KODA è un modulo
multifunzionale pensato per rispondere ad esigenze sia abitative che lavorative o commerciali in un ambiente di
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casa
casa casetta casa
8. Bellis M., 2019, «The History of Mobile Homes», in https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.thoughtco.com/history-of-mobile-homes4076982&ved=2ahUKEwiyp9fzp_btAhUa7KQKHcWxA4wQFjACegQIAhAF&usg=AOvVaw0Shc6SCbPk_haijzlvOK2j
9. U.S. Department of Housing and Urban Development, «FREQUENTLY ASKED QUESTIONS», in https://www.hud.gov/program_offices/housing/rmra/mhs/faqs
159
soli 25,8 m². Lo spazio interno è pensato come un open-space, sviluppato su due livelli ed illuminato da una
grande apertura a doppia altezza, collocata in facciata. Pronta all'uso in un solo giorno, KODA è non solo una
abitazione trasferibile tramite l'impiego di mezzi pesanti, ma è anche struttura in grado di essere smontata e
rimontata in diversa sede in un lasso di tempo di sole 4-7 ore¹⁰. I pannelli solari sulla copertura, insieme al vetro a
quattro strati delle aperture ed alle altre scelte strutturali finalizzate al risparmio energetico, rendono il modulo
un'abitazione Zero Energy, dotata al suo interno di una pompa di calore reversibile per il riscaldamento ed il
raffrescamento degli ambienti, oltre che di uno scambiatore di calore entalpico per l'aerazione interna. Un
pacchetto Koda viene a costare soli 150.000 sterline, comprese di costi di pianificazione, consegna della struttura,
preparazione del sito ed installazione, oltre ai costi di allacciamento degli impianti di acqua, elettricità e fognature¹¹. Diversamente da KODA, la micro abitazione ÁPH80 non è pensata per essere smontata e rimontato più
volte, ma è solo trasportabile tramite l'impiego di mezzi speciali. Progettata dallo studio Ábaton Arquitectura,
l'abitazione si presenta come un volume lungo e stretto, caratterizzato da una copertura a doppio spiovente e
rivestito di una serie di pannelli in legno grigio cemento, che danno alla struttura un aspetto minimale dalle
influenze industriali. Protetta da una facciata ventilata, la struttura dell'abitacolo è realizzata in legno massiccio e
rivestita internamente di uno strato isolante in fibra di legno, mentre gli ambienti interni sono caratterizzati da
pareti rivestite di pannelli in legno di abete spagnolo tinteggiato di bianco. Quasi tutti i materiali impiegati nella
costruzione di tale modulo sono riciclabili, mentre l'uso del legno, ricavato da foreste regolamentate, rende il
modulo un ambiente ipoallergenico oltre che accogliente e confortevole. Con una superficie utile di 27 metri
quadri, ÁPH80 è pensata per ospitare un massimo di 2 persone e, dotata di ogni servizio necessario all'abitare, può
essere realizzata in un lasso di tempo compreso fra le 4 e le 6 settimane e montata in sole 24 ore¹².
Un altro esempio di micro abitazione trasportabile è inoltre Cabin on the Border, struttura progettata dallo studio
SO? Architecture&Ideas, ad Istanbul, e pensata come casa per le vacanze per una famiglia di 3 persone. Realizzata
nel 2018 e collocata nei pressi del confine fra Turchia e Grecia, l'abitacolo di 18 m² è stato fabbricato in uno
stabilimento a 300 chilometri dal sito di locazione, dove è stato trasportato tramite l'impiego di un camion. La
struttura, realizzata principalmente in legno lamellare, è avvolta da un isolamento in lana di roccia e fogli in
compensato di betulla, che rende gli interni ben isolati e protetti dalle intemperie esterne. Gli interni estremamente
semplici, caratterizzati da forme lineari e da colori tenui, rendono questa struttura un luogo di pace e silenzio, che
unisce funzionalità e minimalismo in un'architettura progettata nei minimi particolari. La cosa più interessante di
questo edificio è però la sua trasformabilità: le pareti esterne, quasi completamente sigillate dall'esterno se non
fosse per qualche piccolo spiraglio volto a permettere l'ingresso della luce, sono infatti pensate per essere aperte, in
virtù di un’architettura pensata per dialogare con la natura circostante¹³.
casa
5.3. LA CASA SCOMPONIBILE
Un'altra tipologia di Tiny House mobile,
oltre a quella di tipo trainabile, è la micro
abitazione scomponibile. È possibile affermare come la storia di questa categoria residenziale affondi le proprie radici
in quella più comprensiva della costruzione modulare, oltre che dell’architettura prefabbricata, in quanto la casa
scomponibile è generalmente costituita
da una serie di moduli prefabbricati uniti
da meccanismi ed agganci appositamente
ideati al fine di permettere alla struttura
di essere assemblata e disassemblata più
volte nel corso del tempo.casa
Figura 12. Kodasema, 2016, KODA by Kodasema, da https://www.domusweb.it/en/architecture/gallery/2020/06/12/thespeed-and-cost-effectiveness-of-prefabricated-buildings.html
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10. Urban Contest Magazine, 2017, «KODA: UNA PICCOLA CASA CON GRANDI QUALITÀ», in https://www.urbancontest.com/architecture-design/koda-kodasema-tiny-house
11. Mairs J., 2017, «Kodasema launches tiny prefab home for £150k in UK», in https://www.dezeen.com/2017/07/05/kodasema-koda-house-launches-tiny-25-square-metres-prefab-home-uk/
12. Archdaily, 2013, «Portable House ÁPH80 / Ábaton Arquitectura», in https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.archdaily.com/420623/portable-houseaph80-abaton-arquitectura&ved=2ahUKEwi_razSofbtAhXsIMUKHeJnDWoQFjAAegQIARAB&usg=AOvVaw0GhewJhEBIAvzTnVtYVdQ
13. Griffiths A., 2018, «Cabin on the Border is an off-grid shelter with walls that open on pulleys», in https://www.dezeen.com/2018/05/21/so-architecture-cabin-border-turkey-greece/
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La costruzione modulare, anche definita "costruzione volumetrica» o «sistema di costruzione modulare» (il
cosiddetto «modular system»), è metodo di costruzione basato sulla prefabbricazione volto alla realizzazione di
un edificio tramite l’impiego di unità tridimensionali o modulari assemblate e prodotte in fabbrica. Queste unità
tridimensionali possono essere di molte tipologie e materiali e sono solitamente composte da un telaio, che sia
esso in acciaio leggero, legno, cemento e materiali compositi, fissato a dei pannelli, che andranno a costituire
invece pavimenti, pareti e coperture. La costruzione modulare include anche l'aspetto logistico e di assemblaggio,
frutto di un adeguato coordinamento di pianificazione ed integrazione, e va ad accelerare il processo di
costruzione del progetto, andando inoltre a ridurre gli sprechi e migliorando la qualità dei prodotti da costruzione,
oltre a promuovere la sostenibilità. In generale, questa metodologia costruttiva risulta molto più efficiente quando
utilizzata per la costruzione in serie di un ampio numero di unità identiche fra loro. Le unità tridimensionali
possono costituire delle stanze complete, ma anche andare a comporre stanze più grandi o addirittura andare a
formare delle unità indipendenti. L’assemblaggio di più unità può andare a creare una struttura autoportante o, in
caso di realizzazione di un edificio di grandi altezze, può essere necessario l'impiego di una struttura portante a
sostegno dei vari elementi. In genere, l'edificio modulare ha le stesse caratteristiche dell'edificio convenzionale,
ma solitamente, almeno dal punto di vista strutturale, le prime paiono essere più resistenti, poiché ciascuno degli
elementi che lo compongono è progettato per resistere in maniera indipendente a diversi fattori e sforzi di vario
genere, compreso il trasporto.
La costruzione modulare è oggi considerata da molti come il futuro dell'edilizia, ma qual è stata la sua origine?
Per rispondere alla domanda, sarà innanzitutto necessario specificare come due siano stati i principali eventi che,
nei primi anni del XX secolo, condussero poi all'evoluzione dell'edificio modulare come oggi lo conosciamo: il
primo è la vendita, da parte di Sears, Roebuck and Company, di un kit per la costruzione di una vera e propria
casa completo di 30.000 pezzi e di un manuale di istruzioni di 75 pagine, da ordinarsi tramite catalogo e
consegnato direttamente nel sito di costruzione scelto, mentre il secondo è sicuramente l'introduzione, nel 1913,
da parte del pioniere automobilistico Henry Ford, della catena di montaggio all'interno del processo industriale
della propria azienda automobilistica. L'idea rivoluzionaria di Ford ridusse in maniera significativa i tempi di
costrizione, mantenendo però intatti qualità delle sue automobili ed i livelli di controllo in ogni fase del processo
produttivo. Quasi mezzo secolo dopo, sia i concetti introdotti da Ford e Sears, Roebuck and Company sarebbero
stati combinati in quella che oggi è l'industria delle costruzioni modulari. Negli anni '50, infatti, per sopperire alla
forte domanda di alloggi riscontratasi a seguito della Seconda Guerra Mondiale, le aziende iniziarono presto a
produrre vere e proprie abitazioni all'interno delle proprie fabbriche. A quel tempo, le case prefabbricate erano
percepite come equivalenti alle odierne case mobili, ma, quando, nel 1958, uno dei produttori riuscì per la prima
volta a realizzare una casa a due sezioni che fosse conforme al codice edilizio vigente, fu così che nacque
ufficialmente l'industria dell'edilizia modulare come oggi la conosciamo. Negli anni '70, la maggior parte delle
case e degli edifici modulari rimase per lo più costituita da semplici strutture rettangolari, a due o quattro unità
modulari. Oggi, con l'avvento dei computer e dei programmi di progettazione assistita (CAD), l’industria
dell’edilizia modulare ha iniziato a muovere i primi passi verso un sempre crescente miglioramento: le case e gli
edifici realizzati tramite un sistema di costruzione modulare rivaleggiano infatti oggigiorno con quelli costruiti
tramite metodi convenzionali¹⁴. Per quanto riguarda l'architettura prefabbricata, invece, si stima che essa affondi
le sue radici addirittura ai tempi dell'impero romano, con le fortezze legionarie¹⁵. La prima descrizione letteraria
che abbiamo di un edificio prefabbricato risale invece al XII secolo¹⁶, quando Robert Wace, nel suo poema epico
"Roman de Brut", ispirandosi a tecniche costruttive risalenti alla civiltà mesopotamica, descrisse un castello
assemblato attraverso l’utilizzo di un kit le cui parti erano state trasportate via mare tramite l'impiego di una
barca. Diversi secoli dopo, a Londra, le case dell'età elisabettiana (1558-1603) pare fossero per lo più costituite da
edifici prefabbricati in legno, prevalentemente di quercia, il quale garantiva sia la solidità degli edifici che la loro
resistenza agli agenti atmosferici. A quel tempo, la prefabbricazione di componenti strutturali al di fuori del sito
di costruzione si era infatti rivelata una strategia efficiente per l'edificazione nelle aree urbane più densamente
popolate. La stessa copertura della Westminster Hall, caratterizzata da una luce di poco più di 20 metri, venne
costruita alla fine del XIV secolo a Farnham, 67 chilometri a sud-est di Londra, per poi essere stata trasportata in
cantiere ed infine installata. La prima struttura interamente prefabbricata di cui si ha documentazione fu però la
casa
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14. Muhamad Faiz Musa, Mohd Reeza Yusof, Mohammad Fadhil Mohammad e Noor Sahidah Samsudin, 2016, «TOWARDS THE ADOPTION OF MODULAR CONSTRUCTION AND
PREFABRICATION IN THE CONSTRUCTION ENVIRONMENT: A CASE STUDY IN MALAYSIA», ARPN Journal of Engineering and Applied Sciences, VOL. 11, NO. 13, in
https://www.researchgate.net/publication/305550264_Towards_the_adoption_of_modular_construction_and_prefabrication_in_the_construction_environment_A_case_study_in_Malaysia
15. Redshift Video, 2019, «The History of Prefabrication, From Roman Forts to Modern Modular Housing», in https://redshift.autodesk.com/history-of-prefabrication/
16. Nys R., 2020, «History and success of prefabricated buildings», in https://www.google.com/amp/s/www.domusweb.it/en/architecture/gallery/2020/06/12/the-speed-and-cost-effectivenessof-prefabricated-buildings.amp.html
161
Nonsuch House, abitazione di 4 piani costruita
nei Paesi Bassi e divisa in sezioni successivamente spedite a Londra. Completata nel
1579, questa abitazione, unica nel suo genere,
venne collocata al centro del London Bridge, ma
nel 1757 fu demolita al fine consentire l’ampliamento della strada sul ponte in questione. Nel
corso del XVIII secolo, in Nord America, la
costruzione di grandi fienili in legno divenne
emblema dello spirito pionieristico di quegli anni,
mentre nel XIX secolo gli edifici agricoli
prefabbricati, insieme ai bungalow, guadagnarono una notevole popolarità, tanto che un falegname londinese di nome Henry Manning
costruì, intorno al 1837, un cottage portatile da
spedire in Australia. Due anni dopo, durante la
corsa all'oro in California, data la forte domanda
di abitazioni da parte dei coloni, molti furono i
kit per la costruzione di abitazioni spediti oltreoceano. Dal 1908 al 1940, la già citata compa- Figura 13. Margarete Schütte-Lihotzky, 1926, Frankfurt Kitchen: Disegno prospettico, da
gnia di Sears, Roebuck and Company riferì di a- https://hiddenarchitecture.net/frankfurt-kitchen/
ver
casa venduto, in un periodo di circa 34 anni, un numero approssimativo di 70.000 kit per la costruzione di
abitazioni, che andavano dai semplici bungalow ad un piano fino alle più complesse case coloniali a due piani.
Molte di queste case venivano assemblate dai nuovi proprietari con il sostegno di amici e vicini di casa, facendo
eco ai tradizionali fienili in legno delle comunità agricole del XVIII secolo. Tuttavia, con l'avvicinarsi dell'era
moderna, cemento ed acciaio divennero ben presto i materiali prediletti per la costruzione, sostituendo quasi
totalmente il legno. Negli anni del 900, influenzato dai principi del movimento della città giardino, l'architetto
tedesco Ernst May sperimentò un vasto numero di soluzioni all'interno del campo dell'edilizia sociale, adottando
forme semplificate realizzate tramite prefabbricazione, oltre che attrezzate con la famosa cucina progettata da
Margarete Schütte-Lihotzky. Di queste, furono realizzate ben diecimila unità, il cui concept diede vita ad un design
basato sull'efficienza e la praticità, oltre che sulla velocità di costruzione e sul risparmio economico, nel rispetto
dei parametri di Existenzminimum che garantivano il comfort e la funzionalità necessarie all'abitare e all'agire
umano. Tale approccio alla progettazione, acclamato anche dalla critica al CIAM del 1929, andò poi a segnare
profondamente il futuro dell'architettura, diffondendosi anche agli altri paesi e andando ad influenzare per sempre
il panorama architettonico globale. I pannelli prefabbricati, realizzati in quel periodo principalmente in cemento
armato ed acciaio, offrirono illimitate opportunità ai progettisti del tempo, opportunità che non potevano essere
eguagliate da quelle previamente offerte dalla costruzione in legno del passato. La produzione di case modulari e di
case prefabbricate vide negli anni seguenti un forte aumento, specialmente nei paesi europei, anche in risposta alla
carenza di alloggi del secondo dopoguerra. Nel 1953 innumerevoli furono inoltre i prigionieri dei campi di lavoro
rilasciati in seguito alla morte di Stalin, tanto che Krusciov decise di fornire alloggi ad un numero di quasi 54
milioni di persone in meno di 10 anni, dichiarando la necessità di un cambiamento radicale all'interno della progetcasa
tazione e della costruzione sovietiche, aggiungendo che, da
quel momento in poi, la prefabbricazione sarebbe stata
l'unico metodo di costruzione in URSS. Negli anni '30,
ispirandosi al modello automobilistico T prodotto in serie
da Henry Ford negli Stati Uniti, il pioniere francese
Monsieur Camus tentò la produzione in serie di una casa
prefabbricata a prezzi accessibili, la cui realizzazione si
basava fondamentalmente sull'impiego di un nastro
trasportatore, oltre che sulla scomposizione di un edificio
in più parti componibili, il che lasciava agli appaltatori il
mero compito di preparare il sito ed assemblare il tutto,
restituendo un edificio già dotato di tutti i servizi. In
Francia, Camus vinse diversi concorsi per la realizzazione
di migliaia di alloggi, resi necessari in seguito alla Seconda
Figura 14. Thornbury W., 1873, Stampa raffigurante la Nonsuch House a pagina 18 di
casa
“Old and new London: a narrative of its history, its people, and its places: Volume 2”, da
https://archive.org/details/ oldnewlondonanar02thor/page/18/mode/2up
162
Ggg
- casa
Figura 15. (a) A. Maulde e Co., 1889, Locandina dell’inaugrazione dell’EXPO del 1889, da https://notiziarte.com/2020/09/09/la-tour-eiffel-il-monumento-simbolo-di-parigi-storia-e-curiosita/,
(b) Alexandre Gustave Eiffel, Progetto per il Monumento Commemorativo dell’EXPO del 1889, da https://www.lofficiel.com/pop-culture/incontournable-la-tour-eiffel-fete-ses-130-ans
Guerra Mondiale, continuando intanto la sperimentazione di diversi modelli abitativi. Il successo del suo prodotto
fu tale da spingere l'amministrazione Krusciov ad acquistare uno dei suoi brevetti, grazie a cui il governo sovietico
poté donare numerosi pannelli prefabbricati, oltre che interi stabilimenti industriali, al popolo russo così come alle
altre nazioni, facendone un vero e proprio strumento politico. Architetti, ingegneri ed inventori di tutto il mondo
iniziarono in questo periodo a sperimentare diverse tecnologie, facendo uso di vari materiali tra cui ghisa e
cemento. Fu proprio grazie a questi che, in occasione dell’Esposizione Universale del 1889, a Parigi, l’ingegnere
Gustave Eiffel riuscì a realizzare con successo la propria torre sperimentale, costruita in elementi prefabbricati in
ferro tenuti insieme da un totale di 2,5 milioni di bulloni (in seguito sostituiti da rivetti¹⁷). Il celebre monumento
parigino impiegò infatti soli 2 anni, 2 mesi e 5 giorni per la sua realizzazione, resa così veloce soprattutto grazie
alla prefabbricazione dei suoi componenti, che ridusse significativamente sia i costi che la manodopera necessari.
Pochi anni dopo, i primi blocchi di appartamenti prefabbricati al mondo, i quali erano rivestiti in cemento armato,
furono introdotti per la prima volta sul suolo della città di Liverpool. Subito dopo, la compagnia Sears, Roebuck
and Company, con sede a Chicago, avviò un'operazione volta al confezionamento ed alla spedizione di oltre 400
tipi diversi di abitazioni ed edifici prefabbricati a chiunque avesse accesso ad uno dei cataloghi da loro offerti oltre
che ai contanti necessari all'acquisto di uno o più dei modelli da loro proposti. La vendita su larga scala di queste
abitazioni, resa possibile dal metodo industriale della catena di montaggio oltre che dalle innovative tecniche di
produzione sviluppatesi con la rivoluzione industriale, portò ad un significativo abbassamento dei prezzi, rendendo
questo genere di case accessibili a chiunque. Nel 1917, inoltre, lo stesso Thomas Edison ideò un progetto per la
costruzione di abitazioni in calcestruzzo gettato in opera. Questa idea, nonostante lo scarso successo riscontrato,
col tempo spianò la strada a molteplici innovazioni nel campo dell’edilizia, fino alle odierne abitazioni stampate in
3D. Poco più di dieci anni dopo, i metodi di produzione industriale che erano stati così essenziali durante la guerra
divennero fondamentali negli Stati Uniti per la realizzazione di abitazioni prefabbricate, che, in seguito al crollo
finanziario del 1929, anno che segnò l’inizio della Grande Depressione, offrirono una casa a migliaia di cittadini
americani che non potevano permettersi un’abitazione realizzata tramite l’impiego di metodi costruttivi
tradizionali. Lo stesso anno, Buckminster Fuller iniziò a sviluppare la propria visione di una casa con cupola
geodetica in metallo che potesse essere facilmente smontata e trasportata, mentre, sei anni dopo, nel 1935, Wally
casetta
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17. Focus, 2017, «128 anni fa l'inaugurazione della Torre Eiffel», in https://www.focus.it/cultura/storia/inaugurazione-della-torre-eiffel-il-simbolo-di-parigi-compie-126-anni
163
Byam creò il proprio design per la costruzione dell’oggi famosa roulotte in alluminio conosciuta col nome di
Airstream Clipper. I progressi tecnologici continuarono e, nel 1947, William Levitt iniziò la costruzione di
Levittown, città situata nello stato di New York interamente costruita tramite la magistrale applicazione delle
logiche di produzione sviluppate da Henry Ford, dando così vita ai primi veri sobborghi di massa, realizzati con un
costo inferiore del 20% rispetto a quanto di più economico fosse disponibile al tempo¹⁸. Nel 1960, a causa anche
del boom di alloggi prefabbricati registratosi nel secondo dopoguerra, le case mobili rappresentavano quasi il 15%
degli alloggi presenti negli Stati Uniti. Nel 1967, in Canada, l'appartamento sperimentale Habitat 67 di Moshe
Safdie fu presentato all'Expo universale, ospitata nella città di Montréal. Il gioco messo in atto dall'architetto,
basato sulla rotazione dei moduli e sulle infinite possibilità di assemblaggio offerte dalla geometria oltre che sulla
tecnologia del tempo, permise ad ognuno degli alloggi di cui l'appartamento è composto di variare per vista, punto
di accesso ed organizzazione spaziale interna, rendendo ognuno degli appartamenti unico ed irripetibile, unione di
funzionalità e seppur nella loro estrema semplicità. Composto da ben 58 parallelepipedi in cemento armato impilati
tramite l'uso di gru semoventi e collocato su di un’isola artificiale realizzata in occasione dell’Expo, questo
complesso architettonico, innalzato lungo le sponde del fiume San Lorenzo, divenne nel corso del tempo uno dei
quartieri residenziali più ambiti della città canadese, oltre che meta di innumerevoli pellegrinaggi da parte di
architetti provenienti da tutto il mondo¹⁹. Alcuni anni dopo, l'architetto Zvi Hecker ampliò ulteriormente i confini
dell'architettura prefabbricata con la progettazione e costruzione, alla fine degli anni '70, del suggestivo complesso
residenziale Ramot Housing, che, simile ad un alveare di grandi dimensioni, fu esperimento architettonico
d'avanguardia sia per quanto riguarda la morfologia che la sua realizzazione²⁰. Nel 1996, la collaborazione fra il
colosso IKEA e la società di costruzioni svedese Skanska gettò le basi per l'istituzione di "BoKlok", progetto
dedito alla realizzazione di abitazioni a prezzi contenuti che rese l'acquisto di una casa finalmente accessibile al
vasto pubblico scandinavo e non solo. Tuttavia, ciò che i modelli offerti da Boklok compensavano in termini di
costi ed efficienza, mancavano in design, perciò, per tutti gli anni '90, si assistette ad un calo di interesse generale
verso le abitazioni prefabbricate, anche e soprattutto a causa dello stigma ad esse associato di case estremamente
standardizzate e, quindi, impersonali. Questa situazione di stallo si concluse però con gli anni 2000, periodo che
segnò un rinnovato interesse verso questo genere di abitazioni, tanto che nel 2003 lo studio di progettazione
architettonica LOT-EK, con sede a New York²¹, presentò MDU - Mobile Dwelling Unit, un prototipo di unità
abitativa mobile ricavato da un container per spedizioni marittime. In seguito, ulteriori scoperte nel campo della
stampa 3D permisero la prefabbricazione di una vasta gamma di componenti e moduli da costruzione, permettendo
la realizzazione, tramite questa tecnica, di numerosi edifici ed infrastrutture, dalle case, ai ponti, fino ai grattacieli.
Nel 2010, Broad Sustainable Building, compagnia di costruzione specializzata in edifici a basso costo resistenti ai
terremoti, completò l'Ark Hotel, edificio di 57 piani a Changsha, in Cina, in soli 19 giorni, mentre nel 2016, a New
York, venne realizzato l'edificio più alto del mondo realizzato tramite costruzione modulare. Un anno dopo, KEF
Infra sfruttò la potenza della progetcasa
tazione 3D per costruire un ospedale da
500 posti letto a Calicut, il quale aveva
un costo di degenza inferiore di almeno
un quarto rispetto al costo di degenza
standard offerto dagli ospedali statunitensi. Nel 2018, Factory_OS aprì ufficialmente le sue porte, offrendo unità abitative prefabbricate a prezzi accessibili
nella Bay Area di San Francisco. Oggi,
architetti e designer di tutto il mondo continuano a sperimentare soluzioni architettoniche rese possibili dalla prefabbricazione, e l’arrivo del BIM, della stampante 3D e dell’automazione hanno risvegliato le possibilità legate a questo
campo. Ciò può farci capire come la
16. Safdie Architects, 1966, Foto del cantiere di Habitat 67 in costruzione, da https://www.abitare.it/it/eventi/
prefabbricazione sia un campo della pro- Figura
2017/08/02/habitat-67-moshe-safdie-mostra/
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
casa
18. Galanti A., 2014, La forma della città moderna: Temi, visioni, esperienze nella cultura urbanistica anglo-americana del Novecento - Vol. I. Da Coketown alle new towns, ARACNE
editrice, Roma, p. 206
19. Gallanti F, 2017, «Habitat 67 compie cinquant’anni», in https://www.abitare.it/it/eventi/2017/08/02/habitat-67-moshe-safdie-mostra/
20. Merin G., 2013, «AD Classics: Ramot Polin / Zvi Hecker», in https://www.archdaily.com/416666/ad-classics-ramot-polin-zvi-hecker
21. Viladas P., 2008, «A Lot-Ek Solution», in https://www.nytimes.com/2008/06/08/magazine/08LOTEK-t.html
164
Figura 17. (a) A Secret History of American River People, Vecchia foto ritraente una Shantiboat e la famiglia che la abitava, da https://peoplesriverhistory.us/project/history/, (b) MOHAI
(Museum of History and Industry di Seattle), Foto storica raffigurante una Houseboat del 1905 a Seattle, (c) UW Special Collection, Foto risalente agli anni 10 di una Houseboat sulle acque del
Lake Washington nei pressi di Madison Park, da https://www.historylink.org/File/9507
gettazione architettonica ancora fortemente in via di sviluppo, e come le case scomponibili siano, insieme alle case
trasportabili, come facce di una stessa medaglia, oltre che parte di un lungo e continuo processo di sperimentazione
ed innovazione. casa
5.4. LA CASA GALLEGGIANTE
La storia della casa galleggiante ha radici antiche, indissolubilmente legate al rapporto di dipendenza che l'uomo ha
verso l'acqua sin dall’antichità. Presente nel corso della storia in diverse parti del mondo, questa tipologia abitativa
ha avuto origine nelle aree fluviali, dove le attività e la vita umane si basavano principalmente sulla capacità di
spostarsi o meno lungo il corso del fiume, che costituiva il cuore di quelle civiltà. Impiegate in origine come
semplici mezzi di trasporto, le case galleggianti accoglievano solitamente piccole attività itineranti dedite alla
pesca o alla vendita ed allo scambio di merci. Il graduale incremento delle distanze percorse da tali imbarcazioni,
necessario al mantenimento delle attività sul lungo periodo, ed i continui spostamenti a cui erano soggetti i loro
proprietari, portarono ben presto commercianti e pescatori a convertire le proprie imbarcazioni in veri e propri
alloggi, in cui si trovavano così concentrati vita e lavoro di questi ultimi. In alcune zone del mondo, come in Cina,
tali imbarcazioni non costituivano solo alloggi per la popolazione, ma andavano talvolta a creare delle vere e
proprie città galleggianti, generate dal collegamento di più barche, e dotate di strade e quartieri come di numerose
attività, quali barbieri, medici e servizi di ristorazione²². La storia delle case galleggianti di Europa ed America,
diversamente da quella documentata, seppur da un numero limitato di testimonianze, in Asia, è relativamente
recente²³. Fra le più famose abitazioni galleggianti del continente americano è sicuramente la cosiddetta
"shantyboat". Anche conosciute col nome di "flatboat", "broadhorn", "ark", "scow" o "barge", le shantyboat erano
piccole case galleggianti simili a baracche, in quanto spesso erano fabbricate dalle mani inesperte di quelle
famiglie che non potevano permettersi altre forme di alloggio. Per tutto il diciannovesimo secolo fino agli anni '30,
i lavoratori itineranti spesso vivevano all'interno di piccole imbarcazioni, ormeggiate lungo i diversi canali e fiumi
delle città industriali americane. Le condizioni di vita della classe operaia erano principalmente legate alle precarie
condizioni economiche di quel periodo. Dal 1890, il continuo susseguirsi di boom e crolli economici aveva infatti
generato una povertà diffusa, a cui le famiglie cercavano rimedio tramite lo spostamento in massa nelle città.
Questa condizione di sovraffollamento causò non solo un forte incremento degli affitti, ma generò anche un nutrito
casa
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22. Kronenburg R., 2014, «Architecture in Motion: The history and development of portable building», in
https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=uWttAAAAQBAJ&oi=fnd&pg=PP1&dq=info:xvgla5yDOlcJ:scholar.google.com/&ots=6FEj2SyHfs&sig=1aKyZ3dx2mx6ymcrtgOfBvcRCDQ
&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false
23. Stopp H. e Strangfeld P., 2010, «Floating houses – chances and problems», in https://www.witpress.com/Secure/elibrary/papers/ARC10/ARC10019FU1.pdf
165
numero di sfollati e di senzatetto, costretti, in quanto tali, ad elaborare soluzioni di alloggio alternative. In seguito
al collasso economico del 1893, migliaia di famiglie americane lasciarono infatti le loro abitazioni, al fine di
cercare lavoro lungo le rive del Mississippi e per le valli dell'Ohio più industrializzate. Lo stesso accadde prima
negli anni '30 e successivamente negli anni '60 e '70, generando intere comunità, le cui case erano appunto
costituite da piccole baracche galleggianti. Fattori che suscitavano l'interesse delle famiglie operaie verso tali
abitazioni erano sicuramente la praticità e la tranquillità della vita sull'acqua, oltre che il forte senso di libertà che
ne derivava. Oggi le persone che scelgono di intraprendere questo stile di vita esistono ancora, anche se decimate
da ricorrenti periodi di scontri all'interno ed all'esterno delle diverse comunità. A dispetto delle numerose leggi che
oggi ne ostacolano la diffusione ed il mantenimento, le comunità galleggianti sono state recentemente ripopolate,
anche se in minima parte, da membri dell'odierna classe media, spesso parte del movimento punk e/o caratterizzati
da ideologie di stampo anarchico²⁴.
In Asia, la storia dell'architettura galleggiante ha radici ancora più antiche di quella Europea, ma purtroppo la
documentazione a riguardo pare essere estremamente ridotta oltre che raramente disponibile a consultazione,
rendendo quindi difficile la diffusione di informazioni o lo studio di tali argomenti. La costruzione delle prime case
galleggianti nell'India sud-occidentale pare risalire al 3000 a.C. circa, quando questo genere di imbarcazioni veniva
utilizzato principalmente per il trasporto di merci (riso e spezie in particolare) e di passeggeri. Tali strutture,
potevano raggiungere i 100 piedi di lunghezza (circa 30 metri) e collegavano i vari villaggi fra loro, offrendo una
vasta via di commercio sia ai produttori che ai venditori. I "kettuvalam", così erano chiamati, potevano trasportare
fino a 30 tonnellate di merce. Il corpo inferiore di queste costruzioni galleggianti era costituito principalmente da
assi di legno allungate e fissate saldamente tra loro dall'impiego di corde in fibra di cocco, il tutto senza l'utilizzo di
chiodi, mentre la parte superiore era realizzata tramite l'intreccio di materiali naturali, quali fibra di cocco, bambù e
panambu, con cui si cercava di realizzare un ambiente dagli interni spaziosi e dai soffitti elevati, arredati con mobicasa
li costruiti anch'essi tramite l'uso di materiali
naturali al fine di conferire un comfort ottimale.
Al fine di prevenire la prematura decomposizione
del legno dovuta alla sua continua esposizione
all'acqua, la struttura era infine rivestita da una
resina di colore nero, ricavata dalla lavorazione ed
ebollizione dei gusci di anacardo. Il kettuvalam
venivano manovrati tramite l'impiego di pali di
bambù. I reali di Cochin e Travancore erano soliti
sponsorizzare la costruzione di case galleggianti al
fine di impegnarsi nel commercio con paesi arabi
ed africani: è anche per questo che, col tempo, il
design di tali imbarcazioni fu presto influenzato
anche da quello di altre nazioni, dove queste
ultime transitavano per il trasporto di merci,
permettendo agli architetti del luogo di trarne
ispirazione e di adottarne le tecniche costruttive.
Dopo che l'India ottenne l'indipendenza nel 1947,
gli ex stati principeschi di Cochin e Travancore si
unirono a formare il Kerala, dove le case
galleggianti divennero un mezzo importante per
attirare turisti al fine di garantire delle entrate allo
stato, oltre che un lavoro retribuito ai nativi del
luogo. Molte di queste imbarcazioni da carico
furono in seguito convertite in vere e proprie
abitazioni galleggianti, anche per sfruttare appieno
l'opportunità offerta dal turismo²⁵.
Un esempio di città americana la cui storia è
fortemente legata all'architettura galleggiante è
Figura 18. Chicago Tribune, (a) Vista della Houseboat City di Chicago dall’Irving Park Road Bridge
città
nel 1936, (b) Alcune Houseboats a sud dell’Irving Park Road Bridge nel 1948, da
https://news.wttw.com/2017/11/08/ask-geoffrey-history-houseboats-chicago-river
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24. A Secret History of American River People, «History», in https://peoplesriverhistory.us/project/history/
25. Coco Houseboats Alleppey, «History of Houseboats», in https://cocohouseboatskerala.com/kerala-boat-househistory/#:~:text=History%20of%20Houseboats%20The%20houseboat%20in%20Kerala,%20popularly,parcel%20of%20the%20culture%20and%20heritage%20of%20Kerala.
166
sicuramente Seattle, città fondata intorno al 1852 come città portuale, in gran parte dedita al disboscamento, che, in
quanto mestiere stagionale, radunava periodicamente un vasto numero di braccianti, marinai e pescatori che, con
la bassa stagione, altro non potevano permettersi se non di vivere in baracche flottanti, spesso autocostruite tramite
l'impiego di materiali di scarto e di riciclo, ed ormeggiate lungo i corsi d'acqua della città, allora ampiamente
utilizzati anche per il trasporto di persone e merci. Numerose erano infatti le comunità galleggianti situate a largo
della costa e dei pontili di quella che era allora conosciuta come Railroad Avenue (l'attuale Alaskan Way), mentre,
a seguito della realizzazione della linea funicolare Yesler nel 1888, sulle sponde del Lago Washington iniziarono a
sorgere una serie di abitazioni galleggianti impiegate come residenza estiva dalle famiglie benestanti di Seattle.
Infatti, nel 1902, si pensa che, in tutta la città, vi fosse un numero pari a circa 1.000 case galleggianti, di cui una
parte abitata da lavoratori, radicali politici, bohémien, oltre che da una percentuale di criminali ed attività illecite, e
di cui l'altra vissuta principalmente dell'élite, che amava trascorrere l'estate a bordo delle proprie lussuose
imbarcazioni e case galleggianti. Con la crescente diffusione di queste comunità alternative, aumentò però anche lo
sdegno dell'opinione pubblica, oltre che la preoccupazione dei proprietari terrieri verso i valori delle proprietà,
accompagnati da decenni di battaglie per l'uso del suolo, indagini del dipartimento sanitario e altre crociate legali
contro queste forme abitative. Nel corso del tempo, diverse di queste colonie furono effettivamente decimate, sia
tramite numerose guerre di suddivisione in zone che tramite piani di riqualificazione del litorale o progetti per la
costruzione di autostrade, ma la colonia, sebbene ridotta ad un numero di circa 480 unità, rimase solida e fiorente,
tanto da rimanere ancora oggi uno dei principali simboli della città. Nel 1902, si pensa che, in tutta la città, si
trovasse infatti un numero di case galleggianti pari a circa 1.000, cifra di cui una buona parte era abitata da
lavoratori, radicali politici e bohémien, oltre che da una percentuale di criminali con le loro attività illecite, e di cui
l'altra vissuta principalmente dell'élite, che amava trascorrere l'estate a bordo delle proprie lussuose imbarcazioni e
case galleggianti. Con la crescente diffusione di queste comunità alternative, aumentò però anche lo sdegno dell’opinione pubblica, oltre che la preoccupazione dei proprietari terrieri verso i valori delle proprietà, accompagnati da
decenni di battaglie per l'uso del suolo, indagini del dipartimento sanitario e altre crociate legali contro queste
forme abitative. Nel corso del tempo, diverse di queste colonie furono effettivamente decimate, sia tramite numerose guerre di suddivisione in zone che tramite piani di riqualificazione del litorale o progetti per la costruzione
di autostrade, ma la colonia, sebbene ridotta ad un numero di circa 480 unità, rimase solida e fiorente, tanto da
rimanere ancora oggi uno dei principali simboli della città²⁶.
Un altro esempio americano è inoltre Chicago, dove molti erano coloro che sceglievano di vivere all'interno di case
galleggianti lungo il ramo nord del Chicago River, in un'area della città che alcuni chiamavano Boatville. Nel corso
della Grande Depressione, più di un centinaio di case galleggianti fiancheggiavano le rive del fiume da Montrose
Avenue fino ad Addison Street, proprio accanto al vecchio Riverview Park. La vita all'interno di una houseboat era
estremamente economica, tanto da divenire ben presto un modo per molti per evitare il pagamento di tasse sugli
immobili o affitti elevati. Ciò fu inoltre incoraggiato dalla scarsità di alloggi a cui al tempo gli abitanti di Chicago
erano soggetti, anche se il motivo principale era quello economico: un articolo si quegli anni riportò infatti come i
residenti di una houseboat pagassero in media un dollaro al mese per ormeggiare la propria casa galleggiante, che
in genere era fornita di molti se non di tutti i comfort delle case tradizionali. Alcune di queste imbarcazioni era
anche cablata per l'elettricità e collegata all'impianto idraulico cittadino, mentre altre facevano uso di generatori.
Molte case galleggianti venivano inoltre riscaldate nel corso dell'inverno da stufe a petrolio. Boatville era perlopiù
una comunità di adulti: molti dei residenti erano infatti barcaioli in pensione, ex marinai e autisti di tram. Queste
costruzioni galleggianti acquistarono una tale popolarità da giustificare addirittura la creazione di un bar
galleggiante, che rimase attivo finché i federali non fecero irruzione obbligando i proprietari alla chiusura. La
questione riguardante la legalità di queste abitazioni era ancora molto incerta al tempo e, negli anni '20, il distretto
sanitario di Chicago cercò di sfrattarne gli occupanti, citando fra le preoccupazioni sollevate l'inquina-mento
dell'acqua oltre ai possibili problemi per la navigazione, ma quando, nel 1930, un giudice di Chicago emise un’ingiunzione che impediva il sequestro di case galleggianti, la comunità di Boatville crebbe ulteriormente. Negli anni
'50, la maggior parte delle case galleggianti scomparve dal North Branch del Chicago River, mentre le poche
rimaste si trovarono, negli anni '70, di fronte ad un aumento dell’inquinamento oltre che delle norme di autorizzazione. Nonostante ciò, negli anni '90, c'erano ancora un paio di houseboats lungo le acque del North Branch.
Ancora oggi, secondo il Metropolitan Water Reclamation District, le case galleggianti non sono illegali a Chicago,
bensì semplicemente soggette ad una forte regolamentazione²⁷. casa
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26. Blecha P., 2010, «Seattle's Historic Houseboats», in https://www.historylink.org/File/9507
27. Gunderson E., 2017, , «Ask Geoffrey: The History of Houseboats on the Chicago River», in https://news.wttw.com/2017/11/08/ask-geoffrey-history-houseboats-chicago-river
167
Famosa in tutto il mondo per le sue abitazioni galleggianti è inoltre Amsterdam, città dei Paesi Bassi conosciuta per
i suoi numerosi canali popolati da case-imbarcazioni, anche conosciute come "houseboats", permanentemente
ormeggiate lungo le sue sponde. Diffusesi soprattutto a seguito della Seconda Guerra Mondiale, le houseboats
divennero un'innovativa soluzione residenziale in risposta alla crescente domanda di alloggi verificatasi al tempo
sia ad Amsterdam che in altre città come Utrecht e Haarlem, dotate anch'esse di numerosi canali navigabili²⁸. Oggi,
solo ad Amsterdam, è possibile contare un numero di circa 2.500 case galleggianti, numero che, in tutti i Paesi
Bassi, si estende a ben 100.000. Molte di esse vengono ancora oggi utilizzate come abitazione a lungo termine. I
tre tipi più noti di tali abitazioni galleggianti sono "Arken", "Scharken" e "Woonschepen": le "Arken", abitazioni
tipiche solitamente realizzate in legno, mattoni o materiale sintetico, sono strutture poggiate sull'acqua quasi a
sembrare delle vere e proprie case galleggianti, ma sono in realtà sorrette da pilastri subacquei in cemento a loro
volta fissati sul fondo del canale; le "Scharken", invece, anch'esse solitamente realizzate in pietra, legno o
materiale sintetico, nonostante siano molto simili alle Arken nelle fattezze, sono abitazioni galleggianti
caratterizzate da una base metallica, spesso ricavate da vecchie barche non più utilizzate per il trasporto o la
navigazione; Infine, le "Woonschepen" sono solitamente imbarcazioni storiche che hanno perso la loro funzione ed
hanno perciò acquisito una funzione residenziale²⁹. Molte delle case galleggianti oggi presenti ad Amsterdam
hanno quasi più di 100 anni e conservano tutt’ora le caratteristiche originali, pur essendo fornite di tutti i comfort
moderni, quali l'elettricità, il riscaldamento e l'acqua corrente, e sono ancora oggi utilizzate come abitazioni oltre
che come bed&breakfast o alloggi da affittare ai turisti, costituendo quindi oltre che un’attrazione turistica anche
un’ottima fonte di guadagno per chi vi abita. Ogni houseboat, tramite l’assegnazione di un permesso speciale
chiamato “ligplaats” che permette al proprietario di una di queste strutture di ormeggiarla in un determinato punto
della città, è ancorata ed assegnata ad un indirizzo specifico, così da rendere possibile il recapito postale. La
richiesta di permessi di locazione per questo genere di abitazioni è ancora oggi molto alta e, come per ogni genere
di proprietà, una posizione privilegiata aumenta notevolmente il valore della casa galleggiante in questione. Tra i
canali più pittoreschi di Amsterdam è oggi possibile ammirare un buon numero di case galleggianti, spesso anche
molto e-leganti, dotate di terrazze o giardini adiacenti oltre che costruite su più piani³⁰. Oggi l'architettura
galleggiante è vista da molti come un importante strumento per il futuro dell'abitare e, in generale, dell'edilizia: la
casa galleggiante costituisce infatti una forma residenziale potenzialmente utile in quei contesti di scarsità di
terreno edificabile (spesso in parte dovuti al crescente incremento demografico), o in quei casi di frequente
allagamento o innalzamento dei livelli del mare (quest'ultimo principalmente causato dal riscaldamento globale e
del conseguente scioglimento dei ghiacci). Per questo, la "Floating Architecture" (anche chiamata "Aqua
Architecture" o "Aquatecture" e definita come tipologia architettonica impiegata per mitigare e gestire al meglio le
inondazioni), potrebbe rivelarsi cruciale nel futuro dell'essere umano, rendendo possibile, un giorno, la costruzione
di intere città galleggianti³¹.
5.5. LA CASA IPOGEA
Tra le diverse tipologie di Tiny Houses, possiamo trovare anche quella ipogea. Micro abitazione collocata al di
sotto del livello di suolo calpestabile, sfrutta l'inerzia del terreno come fonte di isolamento termico³² e diviene parte
del paesaggio stesso, fondendosi con la natura. Tali architetture trovano senza dubbio la loro origine nella caverna,
abitazione impiegata dall'uomo paleolitico come riparo sia da animali feroci che da condizioni atmosferiche ostili.
Da questa tipologia di casa ipogea, anche definita "a tasca", ne derivano altre più complesse, quali gli insediamenti
"a pozzo", rifugi ipogei costituiti da più unità abitative collegate da un unico tunnel verticale e tutt'oggi presenti in
Asia centrale e in Nord Africa³³. Tra gli esempi più recenti di queste forme abitative, vi è sicuramente "Villa Vals"
(fig. 19-20), casa ipogea costruita sul fianco di una collina entro il villaggio di Vals, in Svizzera, da cui prende
casa
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28. Williams E., 2009, «Aquatecture: Architectural Adaptation to Rising Sea Levels», p. 7, in https://scholarcommons.usf.edu/etd/85/
29. MicroLife Institute, 2019, «HOUSEBOATS OF AMSTERDAM», in https://www.microlifeinstitute.org/new-blog/2019/6/24/houseboats-of-amsterdam
30. Holland.com, «Houseboats in the Amsterdam Canals», in https://www.holland.com/global/tourism/destinations/amsterdam/houseboats-in-the-amsterdamcanals.htm
31. H. Stopp & P. Strangfeld, 2010, «Floating houses – chances and problems», in https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.wit
press.com/ Secure/elibrary/papers/ARC10/ARC10019FU1.pdf&ved=2ahUKEwiR2cas-5zpAhVokIsKHXRbDK4QFjAAegQIBBAC&usg=AOvVaw0gI
ra9rtsjY09BcJjmQKEt
32. Pofessione Architetto, 2015, «A Comano (TN) una casa ipogea targata CasaClima Oro - un'abitazione senza precedenti, realizzata superando numerosi nodi
burocratici dagli architetti Saracino e Tagliabue», in https://www.professionearchitetto.it/news/notizie/21835/A-Comano-Trento-una-casa-ipogea-targataCasaClima-Oro
33. Corda S., 2012, «Architettura ipogea», in http://people.unica.it/emanuelemura/files/2012/04/Architettura-ipogea_Simone-Corda.pdf
168
Figura 19. Iwan Baan, Villa Vals: (a) Esterno dell’edificio, (b) Vista delle montagne, da https://www.archiportale.com/news/2010/01/architettura/villa-vals-firmata-search-cma_17549_3.html
nome. Disegnata dagli studi di architettura SeARCH e CMA come rifugio per le vacanze, Villa Vals è stata
realizzata tramite l'impiego di tecniche costruttive e materiali locali, nel rispetto della tradizione. Un tunnel
sotterraneo in cemento, lungo 22 metri, è ciò che rende possibile l'accesso all'abitazione, la quale si affaccia sulla
vallata grazie all'inserimento di un patio centrale comune a tutte le zone della casa, permettendo in tal modo
l'illuminazione naturale degli ambienti interni. Dal punto di vista energetico, la villa è dotata di scambiatori di
calore, pavimenti radianti e pompe geotermiche, oltre che isolata termicamente ed alimentata esclusivamente da
energia idroelettrica³⁴.
Altra costruzione ipogea degna di nota è la "Sugokri Earth House" (fig.21) realizzata dallo studio BCHO
Architects a Seoul³⁵, in Corea del Sud, in onore del famoso poeta coreano Yoon Dong-joo³⁶. Costruita per lo più in
cemento e terra pressata, la casa conta una piccola cucina, uno studio, due bagni ed una lavanderia, mentre le
camere sono tutte adiacenti tra loro e collocate in maniera da affacciarsi direttamente verso il patio, anch’esso
ricavato dal vuoto generato dallo stesso scavo nel terreno. Progettato dal medesimo studio è inoltre il Meditation
Space dello "Jedong Ranch", luogo di meditazione realizzato entro la provincia di Jeju, in Sud Corea, anch'esso
costruito in cemento e collocato sotto terra. Come affermato dai suoi progettisti, il ruolo di questo edificio è quello
di connettere architettura e natura attraverso un intervento minimo, mirato ad adattarsi al contesto a cui si rapporta
piuttosto che a modificarlo³⁷ ⁶. Sempre in Europa, in particolare nei Paesi Bassi, un esempio di ca-sa ipogea può
essere trovato nella "Dutch Mountain House" (fig.22). Casa ipogea progettata dallo studio di progettazione
Denieuwegeneratie (oggi Krft), è caratterizzata da un’estrema cura per i materiali e per la sostenibilità. Collocata
su di uno storico terreno agricolo posto entro una riserva naturale, l’abitazione è inglobata all’interno di una collina
artificiale, che funge sia da isolante termico che da tramite al fine di ridurre al minimo l'impatto visivo della
costruzione sul paesaggio. La casa risulta infatti completamente celata alla vista nella sua facciata a nord, mentre
verso sud l'abitazione è completamente aperta a lasciare entrare la luce naturale tramite una serie di vetrate in legno
di larice, che corrono lungo tutto il lato meridionale dell’architettura. L’uso dei materiali, che va dal cemento sino
al ferro ed al legno, denota un dualismo volto ad accompagnare il visitatore dall'interno all’esterno, andando da
spazi chiusi in cemento in cui l'unica fonte di luce è fornita da tagli sulla montagna a spazi vetrati completamente
illuminati e rivolti verso la foresta³⁹. Un esempio italiano di tale forma abitativa è infine la "Casa semi-ipogea" a
Marostica, in Veneto, progettata dall'architetto Dario Scanavacca come reinterpretazione della masiera, muro a
secco tipico del luogo, volta a realizzare un vero e proprio "muro abitabile". Sviluppata su diversi livelli, la casa si
presenta come un sistema di terrazzamenti verdi, in cui la copertura di ciascun livello fa da giardino al livello
superiore. Progettato con una forte attenzione alla sostenibilità ambientale, l'edificio sfrutta inoltre la presenza del
tetto verde per aumentare sia la permeabilità che lo sfasamento termico, mentre il suo orientamento e la sua
esposizione verso sud mantengono costante la temperatura e garantiscono l'equilibrio termico interno in ogni
stagione
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34. Greenbuilding Magazine, 2014, «Villa Vals, la casa nella montagna», in https://www.greenbuildingmagazine.it/villa-vals-casa/
35. Etherington R., 2010, «Earth House by BCHO Architects», in https://www.dezeen.com/2010/06/10/earth-house-by-bcho-architects/
36. BCHO Architects, 2010, «Earth House / BCHO Architects», in https://www.archdaily.com/73831/earth-house-bcho-architects
37. BCHO Architects, 2015, «Jedong Ranch : Meditation Space», in http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=jedong-ranch-meditation-space&ckattempt=1
38. Noorata P., 2012, «Underground Zero-Carbon Home in England», in https://mymodernmet.com/make-architects-bolton-eco-house/
39. Marshall J. L., 2011, Denieuwegeneratie, «Dutch Mountain / Denieuwegeneratie», in https://www.archdaily.com/213884/dutch-mountain-denieuwegeneratie
169
stagione. L'attenzione per l’ambiente è attestata anche
dall’impiego di fonti rinnovabili, quali pannelli solari ed
impianti fotovoltaici posizionati sulla copertura⁴⁰.
5.6. LA CASA SOPRAELEVATA
Fra le micro abitazioni sopraelevate più conosciute vi sono
sicuramente le case sugli alberi. Vi sono prove evidenti che le
case sugli alberi siano state utilizzate per migliaia di anni
dall'essere umano sia come riparo da un ambiente altrimenti
inospitale, sia come luogo di pace e meditazione. Le prime
testimonianze registrate di case sugli alberi risalgono al I secolo
d.C., durante l'epoca romana: Plinio il Vecchio ne descrisse
infatti una realizzata a Velitrae al sopra di un platano per volere
dell'imperatore Caligola. Molte di queste case erano realizzate
all'interno degli alberi stessi, ma altre, come quella costruita a
Velitrae, erano costruite su piattaforme fissate al tronco
dell'albero⁴¹. Nel Medioevo, gli stessi monaci francescani ed
indù utilizzavano questa tipologia di case per vivere e meditare.
Durante il periodo rinascimentale le case sugli alberi divennero
inoltre molto popolari in Europa, specialmente in Italia, dove
adornavano i giardini delle famiglie reali, anche grazie al libro
"Hypnerotomachia Poliphili" pubblicato da Francesco Colonna
nel 1499, il quale, descrivendo una di queste architetture, le rese
note al grande pubblico. La stessa potente famiglia dei Medici
casa
Figura 20. Iwan Baan, Villa Vals: (a) Foto notturna di Villa Vals, da https://www.area-arch.it/villa-vals/, (b) Vista dell’edificio dall’esterno, da https://www.edilportale.com/news/2016/03/
progettazione/vivere-sotto-terra-dieci-esempi-di-strutture-ipogee_50917_17.html
Figura 21. BCHO Architects, Sugokri Earth House, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=jedong-ranch-meditation-space&epik=dj0yJnU9YzExU3BSeHhvVk1XWE16Ml
gtbVFfMjgtSVN5c 0VVa2QmcD0wJm49TnRWTVZadW5WX2o3T3ZhYjVlcjdGdyZ0PUFBQUFBR0FaWDQ0
Figura 22. John Lewis Marshall, 2011, Dutch Mountain House, da https://www.archdaily.com/213884/dutch-mountain-denieuwegeneratie
sfoggiava infatti una serie di case sugli alberi all'interno dei loro giardini nei pressi di Fiesole e Pratolino. Le case
sugli alberi divennero ben presto una parte significativa anche della cultura inglese: in Inghilterra, le case sugli
alberi divennero infatti popolari aggiunte ai giardini formali del diciassettesimo secolo. Nel 1697 una visitatrice
descrisse la sua visita ai giardini del Duca di Bedford a Woburn, riportando la presenza di una di queste strutture,
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casa
40. Ieva V., 2015, «A Marostica la casa semi-ipogea a ridosso della collina», in http://www.archiportale.com:80/news/2015/07/case-interni/a-marostica-la-casa-semi-ipogea-a-ridosso-dellacollina_47100_53.html
41. Blueforest, 2013, «A Brief History of Treehouses», in https://www.blueforest.com/news/a-brief-history-of-treehouses/
170
mentre una delle più antiche case di questo tipo
mai realizzate in Inghilterra, costruita su di un
tiglio a Pitchford Hall, nello Shropshire, e
risalente al XVI secolo, è ancora oggi esistente
nel suo stile Tudor originale e famosa per la sua
ospite più celebre: la regina Vittoria, la quale vi
trascorse gran parte della sua infanzia. La stessa
regina Elisabetta I era conosciuta per utilizzare la
propria casa sull'albero in occasione di cene e
piccoli concerti. Nel 1700, Henry Chauncey
riportò nel suo libro, "The Historical antiches of
Hertfordshire", uno dei primi progetti di casa
sull'albero a scopo ricreativo del tempo, progettata
da John Drapentier a Pishobury, mentre nel diciannovesimo secolo le case sugli alberi raggiunsero la loro massima popolarità, con la diffusione
di numerosi ristoranti e locali notturni fra gli
alberi. Uno degli esempi più particolari di tali
ristoranti si trovava nel sobborgo di PlessisRobinson, poco fuori Parigi, dove grandi alberi di
castagno, su cui si inerpicavano cespugli di rose,
accoglievano il famoso ristorante "Le Grand
Robinson" (fig. 23), realizzato nel 1848 da Joseph
Gueusquin⁴² e che diede il via ad una serie di
nuovi locali dello stesso tipo per tutto il periodo
impressionista. Nel 1902 l'architetto Harold Peto
progettò e costruì una casa sull'albero per Daisy,
la contessa di Warwick, a Easton Lodge nell'
Essex, che venne restaurata nel 2009. A causa
della loro natura effimera, esistono tutt'oggi pochi
esemplari di case sull'albero che non siano di
costruzione recente, essendo solitamente realizzate in legno e dunque soggette più di altre
strutture alle intemperie ed all'azione costante del
tempo. Oggi, tali abitazioni sono state recentemente rivalutate nella loro funzione abitativa, al
di là di quella prettamente ricreativa a cui, in
seguito all'uso che ne veniva fatto in epoca romana, erano state comunemente legate. In alcune
parti dell'Asia, queste abitazioni sono infatti
ancora popolari presso quelle aree in cui le
inondazioni
rappresentano una potenziale minacFigura 23. Die Gartenlaube, 1887, Illustrazione di una vecchia casa sull’albero, da https://www.wallswith
stories.com/uncategorized/history-of-the-treehouse.html
cia. Un esempio di tali zone è sicuramente la
abitazioni
famiglia
Nuova Guinea, dove la tribù dei Korowai, famosa per le sue abitazioni
costruite
sulla cima di alberi di banyan, vive
ancora oggi in case collocate ad altezze che vanno dai 10 ai 40 metri dal terreno. Tali abitazioni, caratterizzate da
pavimenti e pareti in corteccia e coperture realizzate tramite l'impiego di foglie⁴³, sono abbastanza grandi da
contenere fino a 10 persone e consentono alle famiglie che le occupano di proteggersi dagli animali selvatici, oltre
che dai numerosi insetti che popolano l'area⁴⁴. Oggi, le case sugli alberi sono tornate ad affermarsi all'interno del
panorama architettonico come elementi di nostalgia e suggestione, utilizzati specialmente dai proprietari di attività
rivolte all'alloggio turistico⁴⁵ e commerciale, anche se non mancano esempi di case sull'albero commissionate da
privati come luoghi di ritiro, studio e meditazione, o startups che hanno scelto di collocare la propria attività all’inrivolte
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42. Barbieri N., 2018, «L’incredibile storia dei locali notturni sugli alberi che animavano la frizzante Parigi degli Impressionisti», in https://www.artbooms.com/blog/case-sugli-alberi-altempo-impressionisti-e-guinguettes
43. Noorata P., 2012, «The Korowai Tribe’s Incredible Tree Houses», in https://mymodernmet.com/korowai-tribe-treehouses/
44. Sterjova M, 2017, «History of the treehouse», in http://www.wallswithstories.com/uncategorized/history-of-the-treehouse.html
171
terno di edifici di questo tipo. Un esempio di quest'ultimo caso può essere "Bert", progetto realizzato dallo Studio
Precht per Baumbau, startup specializzata nella progettazione di case sugli alberi. Costituito da una se-rie modulare
di volumi cilindrici realizzati in legno, il progetto si è esteso nel tempo con la progressiva aggiunta di moduli, ed è
inoltre pensato come un complesso di edifici a basso impatto ambientale, reso indipendente dall'impiego di pannelli
solari e servizi igienici compostabili⁴⁶. Per quanto riguarda il turismo, molte sono le attività che hanno scelto la casa
sull'albero come elemento di attrattività per distinguersi all'interno del mercato. Un perfetto esempio è
"Mirrorcube", la casa sull’albero di quattro metri per quattro progettata da Tham & Videgård Arki-tekter per il
Treehotel, complesso alberghiero realizzato in Svezia e composto da una serie di alloggi sopraelevati, tra cui "The
Bird’s Nest" e "The 7th Room"⁴⁷. Anche in Italia, questo genere di costruzioni è entrato a far parte dell'architettura
di numerose attività di villeggiatura. Un esempio è il progetto di casa sull'albero ideata dall'architetto Claudio
Beltrame, alloggio caratterizzato da un design volto a ricordare le fattezze della pigna, oggetto da cui infatti essa
prende nome. Costruita in XLAM, isolata con fibra di legno e ricoperta di scandole in, legno di larice "Pigna - The
Treehouse" è una struttura che cerca il dialogo con il proprio contesto, raggiungendo una forma di mimesis con la
natura
ASA
Figura 24. Precht, 2019, in https://www.dezeen.com/2019/06/21/bert-modular-treehouse-precht-minions/?utm_medium=email&utm_campaign=Dezeen%20Weekly%20627&utm_content=
Dezeen%20Weekly%20627+CID_acad69420bf41349a5191ac051ce6f85&utm_source=Dezeen%20Mail&utm_term=Bert%20modular%20treehouse%20designed%20to%20look%20like%20car
toon%20characters
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45. De Rosa G., «Case sull'albero: il nuovo trend per vivere in mezzo alla natura», in https://www.designmag.it/articolo/case-sull-albero-il-nuovo-trend-per-vivere-in-mezzo-alla-natura/32099/
46. Baldwin E., 2019, «Studio Precht Designs Truncated Tiny-Home Treehouses for Baumbau», in https://www.archdaily.com/919553/studio-precht-designs-truncated-tiny-home-treehousesfor-baumbau
47. Etherington R., 2011, «Mirrorcube by Tham & Videgård Arkitekter», in https://www.dezeen.com/2011/01/12/tree-hotel-by-tham-videgard-arkitekter/
172
⁸.
Figura 25. (a,b) Peter Lundström, Mirrorcube by Tham & Videgård Arkitekter, (c)
The Bird’s Nest by Inrednings Gruppen, da https://insafari.it/destination/tree-hotellapponia/, (d) Johan Jansson, The 7th room by Snøhetta, da
https://www.floornature.it/snohetta-treehotel-7th-room-una-vacanza-sullalbero12941/, (e) Massimo Crivellari, Pigna by Claudio Beltrame and Luca Beltrame:
dettaglio del balcone, (f) Ulderica Da Pozzo, Pigna: Foto della struttura immersa
nella foresta (g) Claudio e Luca Bletrame, Pigna: Foto del contest innevato,da
https://www.archdaily.com/881097/pigna-architetto-beltrame-claudio
natura che la circonda⁴⁸.
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48. Claudio Beltrame and Luca Beltrame, 2017, «Pigna / Architetto Beltrame Claudio», in https://www.archdaily.com/881097/pigna-architetto-beltrame-claudio
173
VANTAGGI, LIMITI E POTENZIALITA’
Parlando di un movimento così diffuso come quello della Tiny House, è sì opportuno indagare le cause storiche,
economiche e sociali di questo fenomeno, ma è altrettanto necessario domandarsi le cause psicologiche della sua
rapida oltre che vasta diffusione globale. Una ricerca condotta in America nel 2017 ha rivelato come la maggior
parte dei proprietari di una Tiny House residenti negli Stati Uniti sia stato motivato alla scelta di una micro casa
come luogo di residenza per cause inerenti al costo. Come affermato da Kilman entro lo scritto "Small House, Big
Impact: The Effect of Tiny Houses on Community and Environment", del 2016, uno dei principali fattori di
diffusione della Tiny House è stato infatti, soprattutto negli Stati Uniti, un diffuso sentimento di insoddisfazione
legato all'aumento crescente di costi e dimensioni della casa americana. Secondo i dati raccolti dall'US Census
Bureau, mentre la dimensione standard di un'abitazione americana era, nel 1973, di 1.660 piedi quadrati, nel 2015
questa dimensione era cresciuta fino a raggiungere i 2.598 piedi quadrati, con un aumento di quasi 1.000 piedi
quadrati nel corso di 42 anni ed una simultanea riduzione degli abitanti per abitazione a 3,01 a 2,54¹. Oltre ai
motivi sopracitati, le ulteriori ragioni che la ricerca ha rivelato essere tra quelle più largamente condivise da coloro
che hanno deciso di abitare all'interno di una micro abitazione sono state principalmente il desiderio di uno stile di
vita dedicato alla semplicità, l'aspirazione ad una maggiore libertà, la ricerca di uno stile di vita più avventuroso e
di un maggiore senso di indipendenza, conferito principalmente dalla possibilità di spostarsi liberamente². Tra i
proprietari contattati, la metà di essi era stata motivata anche da ragioni legate alla sostenibilità, mentre solo un
terzo di questi era stato in parte incentivato da un interesse per il design, e meno di un quarto dal raggiungimento di
un maggiore senso di comunità³.
Pensando invece ai benefici legati alla vita entro una Tiny House, uno dei principali vantaggi che verrà in mente
sarà, specialmente per quanto riguarda le Tiny Houses di tipo mobile, la possibilità di spostare la propria abitazione
in tempi relativamente brevi, non essendoci di fatto la necessità di traslocare. Ciò permette a chi ha deciso di vivere
in una di queste abitazioni di scegliere con maggiore libertà il proprio luogo di residenza, oltre che di cambiare
zona, quartiere o città a seconda delle proprie necessità, che esse siano di natura permanente o temporanea, e di
sfruttare i benefici che determinati contesti ambientali hanno sulla salute fisica e mentale dell'essere umano o che
possono avere sul proprio benessere individuale. Un altro vantaggio è sicuramente il ridotto impatto ambientale
che questo genere di abitazioni comporta, testimoniato anche da alcuni studi condotti sul tema: facendo un
confronto tra una micro abitazione ed una casa di tipo tradizionale, si è infatti potuto osservare come una Tiny
House richieda in genere circa il 7% dell'energia impiegata per il funzionamento di un'abitazione di dimensioni
standard e come, diversamente dalla casa tradizionale, che utilizza circa 12.773 kWh annui, una micro casa,
all'anno, ne vada invece ad utilizzare solo 914⁴. Uno studio del 2019 ha inoltre riscontrato, tramite il confronto fra
l'impatto ambientale che lo stile di vita di 80 partecipanti ha avuto prima e dopo il trasferimento all'interno di una
micro casa, come vivere in una Tiny House riduca difatti notevolmente l'impronta ecologica di coloro che hanno
deciso di intraprendere questo stile di vita. I volontari, i quali hanno vissuto all'interno di una micro abitazione per
un minimo di un anno, sono infatti riusciti a ridurre la propria impronta ambientale da una media di 7,0 gha (Global
Hectar) ad una di 3,9 gha, oltre alla metà di quella nazionale, di circa 8,4 gha⁵. Inoltre, nel 2010, uno studio
pubblicato dal Dipartimento per la qualità ambientale dello stato dell'Oregon (Oregon Department of
Environmental Quality: DEQ) ha potuto constatare come una riduzione dei metri quadrati della propria abitazione
casa
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1. Kilman C., 2016, «Small House, Big Impact: The Effect of Tiny Houses on Community and Environment», da
https://pdfs.semanticscholar.org/2732/8c4ba21b4f6ae467210ddffd3edb2da8fa4b.pdf
2. Public Affairs (UC Berkeley), 2016, «The psychology behind the tiny house movement», in
https://vcresearch.berkeley.edu/news/psychology-behind-tiny-house-movement
3. Boeckermann L. M., Kaczynski A. T. e King S. B., 2018, «Dreaming big and living small: examining motivations and satisfaction in tiny house living», in
https://link.springer.com/article/10.1007/s10901-018-9616-3
4. iPropertyManagement.com, «Tiny House Statistics», in https://ipropertymanagement.com/research/tiny-home-statistics
5. Saxton M.W., 2019, «Dissertation: The Ecological Footprints of Tiny Home Downsizers: An
Exploratory Study», in https://www.researchgate.net/publication/332767326_Dissertation_The_Ecological_Footprints_of_Tiny_Home_Downsizers_An_Exploratory_Study
174
sia una tra le misure più efficaci per la riduzione del proprio impatto ambientale⁶. Secondo i dati riportati da questo
studio, un ciclo di vita (Life Cycle Assessment: LCA) all'interno di una Tiny House avrebbe infatti un impatto
ambientale del 40% inferiore a quello condotto all'interno di un'abitazione americana standard. Una Tiny House, le
cui dimensioni in America si aggirano intorno ai 28 m², produce difatti circa 11.700 kg/y di CO2 in meno rispetto a
quelli prodotti da un'abitazione di dimensioni tradizionali, che, con un'area media di 244 m² (come rilevato da un
censimento⁷ del 2017), va a produrre, in un anno, una quantità di CO2 pari a circa 12.700 kg/y, a differenza
appunto di una Tiny House, che in media, in un anno, ne produce solo 900.
Oltre alla forte sostenibilità, un ulteriore vantaggio correlato alla micro abitazione è di certo la forte
personalizzabilità che caratterizza questo genere di strutture, principalmente legato al fatto che molti, se non la
maggior parte, dei produttori offrano ai propri clienti la possibilità di progettare la loro Tiny House da zero, sulla
base delle proprie esigenze personali. Ciò diviene estremamente utile in caso di bisogni specifici, spesso
interconnessi a casi di neurodivergenti⁸ o di malattie mentali, quali il disturbo post traumatico da stress. Molte delle
Tiny Houses oggi esistenti sono infatti state adibite alla creazione di veri e propri villaggi per quei veterani affetti
da PTSD. Un esempio è l'ATCO Village Homes for Heroes a Calgary, in Canada, villaggio di Tiny Houses nato
nel 2019 che offre alloggio, programmi di counseling ed una vasta gamma di servizi a quei reduci di guerra che
faticano a trovare un lavoro ed una casa⁹. La possibilità di poter progettare personalmente la propria abitazione, e
di adattarla totalmente alle proprie necessità, permette anche a quelle persone rientranti nello spettro autistico che
hanno superato la maggiore età di avere un'abitazione che risponda perfettamente alle proprie esigenze, oltre che di
acquisire una maggiore indipendenza economica. Tra le ragioni elencate dalla Madison House Autism Foundation
per cui le persone nello spettro autistico dovrebbero considerare di abitare in una Tiny House¹⁰ sono:
- il prezzo accessibile e il ridotto costo di vita
- la possibilità per l'individuo di acquisire indipendenza in maniera graduale e di vendere, più avanti, qualora non
ve ne fosse più la necessità, la micro abitazione realizzata, garantendo un introito economico
- la possibilità di progettare un'abitazione da zero con la prerogativa di rispondere perfettamente ad ogni esigenza
della persona e di soddisfare qualsiasi interesse speciale, adattandosi in tutto e per tutto all'individuo che la abita
- un minor costo di manutenzione e gestione dello spazio ed un freno all'acquisto oltre che all'accumulo compulsivi
di oggetti
Un esempio pratico di come la micro casa possa essere una soluzione abitativa ideale per individui
neurodivergenti è sicuramente la Tiny House realizzata da Maximus Extreme Living Solutions per Sarah, una
giovane donna nello spettro autistico che ha scelto di vivere in una di queste abitazioni al fine di guadagnare una
maggiore autonomia pur mantenendo i contatti con la famiglia e che per questo ha deciso di commissionare
all'impresa sopracitata la realizzazione di una micro abitazione che rispondesse alle sue esigenze in maniera unica
e totale, grazie soprattutto alla sua diretta partecipazione all'interno del progetto. Fondato nel 2014, il LIFE (Living
Innovations For Exceptional) Village¹¹, è un esempio di come il concetto di Tiny House Village possa essere
applicato anche in relazione a condizioni neurologiche atipiche, dando a quelle persone autistiche che hanno
superato la maggiore età un luogo sicuro, uno spazio di aggregazione e supporto, progettato nel rispetto dei propri
bisogni e di quei disturbi sensoriali spesso presenti nell'autismo, dando vita ad una vera e propria comunit๲. Tali
abitazioni sono infatti state specificatamente progettate per rispondere a quelle esigenze legate all'autismo, con la
collaborazione dell'Appalachian State University’s Department of Sustainable Technology and the Built
Environment (STBE), che nell'estate del 2018 aveva avviato il secondo progetto con l'organizzazione, occupandosi
del design di uno schema abitativo ideato appositamente per adattarsi alle necessità degli adulti con autismo, anche
attraverso soluzioni creative. La progettazione di tali strutture è stata condotta anche attraverso l'accurata indagine
di diverse strategie abitative, oltre che attraverso la collaborazione dell'organizzazione e l'osservazione di un vasto
range di casi da cui si è preso esempio, al fine di conferire agli adulti con diagnosi di autismo una comunità dove
"vivere, imparare e crescere"¹³.
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6. DEQ, 2010, «A Life Cycle Approach to Prioritizing Methods of Preventing Waste from the Residential Construction Sector in the State of Oregon, Phase 2 Report, Quantis, Earth
Advantage, and Oregon Home Builders Association», in https://www.earthadvantage.org/assets/documents/DEQ-LifeCycleApproachtoWastePrevention-102210.pdf
7. United States Census Bureau, 2017, «Highlights of Annual 2016 Characteristics of New Housing», in https://www.census.gov/construction/chars/highlights.html
8. Kameka D., «Reasons why Autistic Adults Should Consider Tiny Homes», in https://www.madisonhouseautism.org/5-reasons-autistic-adults-consider-tiny-homes/
9. Brandt L., 2019, «A village of 15 tiny houses designed for homeless veterans just opened in a Canadian city, and it charges veterans $600 a month to live there until they get back on their
feet», in https://www.businessinsider.com/tiny-home-village-for-homeless-veterans-calgary-canada-2019-11?IR=T
10. 2018, «Sarah’s Autistic Tiny Home by Maximus Extreme», in https://tinyhousesnear.me/sarahs-autistic-tiny-home-by-maximusextreme/?utm_source=ReviveOldPost&utm_medium=social&utm_campaign=ReviveOldPost&fbclid=IwAR0YOxXy6yYXJ7YMH7S1ih-_aOCXrv8KIr12x2WXhWGumys3zVh7XJBS91M
11. The Life Village, 2020, «LIFE Village», in https://www.thelifevillage.net
12. Park J., 2018, «Tiny House provides new LIFE for adults with autism», in https://theappalachianonline.com/tiny-house-provides-new-life-for-adults-with-autism/?print=true
13. Stump J., 2019, «LIFE Village funds collaboration with Appalachian to design homes for adults with autism», in https://today.appstate.edu/2019/01/29/life-village
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L'impresa statunitense Humble Houses¹⁴ è un esempio di attività di produzione e vendita di Tiny Houses
appositamente ideate per adulti e giovani adulti autistici. Situata nel Maryland, l'attività è stata fondata da una
coppia di genitori, Peter e Julie Tittle, il cui figlio, diagnosticato con autismo, necessitava di un'abitazione a basso
costo e che permettesse lui di essere sufficientemente indipendente, ma anche di avere la possibilità di stare vicino
alla sua famiglia, adattandosi perciò alle sue esigenze. La soluzione è stata trovata in una micro abitazione
progettata su misura. Come LIFE Village, anche Humble Houses vede la potenzialità nelle Tiny Houses di dare
vita a villaggi dedicati alla creazione di comunità per individui autistici ormai adulti¹⁵. Uno degli obiettivi di
Humble Houses è infatti quello di dare vita ad un vasto numero di cosiddette "comunità pop-up", definite
dall'impresa come piccoli villaggi costituiti da diverse micro abitazioni, collocate entro un unico terreno. Questi
villaggi, ancora in fase di ideazione, vorrebbero essere delle comunità di sostegno e supporto per le persone
autistiche, villaggi dotati di servizi di assistenza condivisi e collocati in varie zone del paese (su terreni
possibilmente forniti dallo stato), in maniera da essere accessibili ovunque, e progettati con la possibilità di
spostarsi a seconda delle esigenze. L'idea, in sintesi, è quella di fornire una casa, ed una comunità, a tutti quegli
adulti con autismo che cercano o necessitano di un maggiore supporto da parte della società, ma soprattutto quella
di offrire loro la possibilità di usufruire di un servizio a prezzo accessibile ed in tempi ragionevoli, essendo la lista
di attesa per gli alloggi statali o provinciali, solitamente gratuiti, estremamente lunga (l'attesa media per una di
queste abitazioni era infatti, prima ancora della fondazione di Humble Houses, un'attesa di circa 30 anni). Un altro
esempio pratico di come la Tiny House possa essere una soluzione abitativa in presenza di esigenze particolari è il
caso di Christy Macmillan¹⁶, giovane uomo autistico che ha deciso di vivere all'interno di una micro abitazione per
venire incontro alle proprie esigenze sensoriali, soprattutto uditive. Avendo una forte sensibilità al rumore, Christy
aveva infatti bisogno di un luogo tranquillo e silenzioso dove vivere, che, al contempo, permettesse lui di fare parte
di una comunità. Ciò è stato reso possibile grazie alla realizzazione di una micro abitazione fatta creata su misura
ed installata, nel 2019, ad Hawke's Bay, presso la comunità di Hohepa.
La micro abitazione può perciò essere un'importante alternativa per tutti coloro che non hanno la possibilità di
vivere la città in maniera permanente senza avere per questo un impatto sulla propria salute mentale o fisica,
conferendo a chiunque ne senta il bisogno un luogo di pace e tranquillità, oltre che un senso di stabilità ed
indipendenza, e costituendo perciò un importante strumento in campo sia sociale che sanitario. Parlando dei
benefici legati alla vita in una Tiny House, e delle potenzialità di questa tipologia architettonica, sarà infatti bene
ricordare l'importanza che l'ambiente fisico riveste sul comportamento, sull'umore e in generale sulla psiche
umana. Una ricerca condotta sull'impatto dell'architettura ospedaliera sulla salute dei degenti, ha potuto osservare
come, a seconda dei colori scelti per il design degli interni ed a seconda della presenza o meno di piante all'interno
dell'ospedale e di viste verso il giardino, si siano potuti registrare diversi livelli di stress e depressione nei pazienti,
oltre che vari livelli di concentrazione nel personale sanitario. I fattori sopra citati hanno influito anche sulla qualità
del sonno dei pazienti, sulla loro soddisfazione generale e sui tempi di ricovero e guarigione di questi ultimi,
andando così a dimostrare la funzione che colori ed elementi naturali detengono sul benessere psicofisico della
persona, soprattutto in campo architettonico. Alcuni studi hanno inoltre potuto constatare come la vita nella città,
caratterizzata da continui stimoli visivi ed uditivi, possa spesso costituire un fattore di rischio per lo sviluppo o il
peggioramento di disturbi mentali, quali disturbi d'ansia, disturbi da stress, disturbi da dipendenza da sostanze,
schizofrenia e depressione¹⁷. Nel rispetto di tale correlazione, negli ultimi anni, la maggior parte delle Tiny Houses
sono state impiegate, soprattutto in America, come rifugi all'interno di aree naturali, in maniera da fornire, a quei
cittadini che necessitano di allontanarsi temporaneamente dalla città, un luogo tranquillo dove poter ricaricare le
energie, limitare l'uso della tecnologia, recuperare il contatto con la natura e ridurre in questo modo i livelli di
stress ed ansia¹⁸. In questo senso, la Micro Abitazione potrebbe essere, oltre che una risposta all'incremento dei
costi abitativi riscontrato negli ultimi anni, un valido supporto contro lo stress psicologico correlato alla vita
urbana. Come riportato dal sito Tiny House Bloom¹⁹, vivere in una Tiny House potrebbe infatti portare con sé
numerosi benefici per la salute, sia fisica che mentale. Il costo contenuto di tali abitazioni permette non solo di
annullare, o comunque di ridurre considerevolmente, lo stress associato ai problemi di natura finanziaria²⁰, ma
anche di offrire a persone di varia estrazione sociale e diversi livelli di reddito una casa sicura ed economica dove
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abitare
14. Humble Houses, «HOME», in https://humblehouses.com/
15. Hydeck M. e Jia E., 2017, «Tiny homes may offer adults with special needs independence», in https://www.seattletimes.com/nation-world/tiny-homes-may-offer-adults-with-special-16.
Wiltshire L., 2019, «Christy's tiny house isn't just a new home, it's a whole new world», in https://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=12192524
16. Wiltshire L., 2019, «Christy's tiny house isn't just a new home, it's a whole new world», in https://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=12192524
17. Golembiewski J., 2017, «Architecture, the urban environment and severe psychosis: Aetiology», in https://www.urbandesignmentalhealth.com/journal2-psychosis.html
needs-independence/
18. Sisson P., 2017, «Tiny houses: Big future, or big hype?», in https://archive.curbed.com/2017/7/18/15986818/tiny-house-zoning-adu-affordable-housing
19. Tiny House Bloom, «Tiny House Living Brings Many Health Benefits», in https://tinyhousebloom.com/health-benefits/
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abitare. Secondo recenti studi, oltre il 50% di coloro che hanno fatto di una Tiny House la propria abitazione riesce
a mettere da parte una maggiore quantità di risparmi rispetto ai proprietari di case più tradizionali. Inoltre, più
dell'80% di questi ha una quantità di debiti inferiore rispetto a quelli di un cittadino americano medio²¹. La
riduzione dei costi legata alla vita all'interno di una Tiny House, permette a chi ha scelto di vivere in una di queste
abitazioni di investire il proprio denaro quasi esclusivamente per cose che possano incrementare il proprio
benessere e migliorare, o alleviare, la propria salute mentale o fisica. In più, il costo ridotto di una micro
abitazione, permette agli individui ed alle famiglie con un minor introito economico di progettare la propria
abitazione nel rispetto del budget di cui si dispone, senza dover per questo rinunciare alla qualità ed alla sicurezza.
Uno studio pubblicato sull'American Public Health Association ha infatti potuto rilevare come il luogo di residenza
di una persona abbia un impatto rilevante sulla sua salute e gli scienziati affermano come condizioni abitative
scadenti, dovute magari ad una scarsa ventilazione, all'uso di materiali da costruzione di scarsa qualità, al
sovraffollamento o a servizi inadeguati, possano comportare rischi per la salute. Solo negli Stati Uniti, ogni anno,
si verificano difatti più di 13 milioni di casi di lesioni da avvelenamento chimico, spesso e volentieri causati
dall'impiego di materiali edilizi scadenti o addirittura tossici per l'organismo.
Invece di accontentarsi di costruzioni di dubbia qualità, a prezzi spesso anche elevati, famiglie e singoli individui
possono così dettare le proprie condizioni sulla sicurezza e sulla qualità della propria abitazione, essendo coinvolti
in ogni fase del progetto e garantendo in tal modo un'accurata selezione dei materiali da costruzione, oltre che il
perseguimento di un'architettura pensata per il singolo individuo. Ciò porta numerosi benefici anche dal punto di
vista psicologico, essendo salute fisica e salute mentale, come dimostrato da diversi studi, strettamente correlate.
Come riportato dalla Medical Health Foundation, fondazione anglosassone che opera nel campo della salute
mentale dal 1948, i disturbi mentali sono infatti spesso collegati ad una serie di disturbi fisici, e viceversa. È stato
infatti rilevato come depressione, sensazioni di angoscia e schizofrenia siano spesso accompagnate da problemi a
livello fisico, quali problemi cardiaci in caso di depressione e tumori in caso di forte angoscia. Si è potuto inoltre
osservare come gli individui affetti da schizofrenia siano il doppio più a rischio di morte per malattie respiratorie
ed il triplo per malattie cardiache²². Con tale consapevolezza, e con la consapevolezza dell'impatto che l'ambiente,
costruito e non, ha sulla psiche umana, è perciò importante non sottovalutare il compito che l'architettura riveste sul
benessere psicofisico della persona, e riconoscerne anzi le potenzialità.
Ma le Tiny Houses hanno trovato una particolare utilità, oltre che nella lotta contro i disturbi mentali, anche nella
battaglia contro il crescente numero di senzatetto a cui ormai numerosi paesi, sia americani che europei, sono
soggetti. Secondo le cifre stimate dalla quarta panoramica sull’esclusione abitativa in Europa condotta da
FEANTSA (European Federation of National Organisations Working with the Homeless) e dalla Fondazione Abbé
Pierre²³, sarebbero infatti ormai più di 700 mila le persone senza una fissa dimora, e questo solo in Europa.
Secondo le stime, su di un totale di 512 milioni di abitanti che vivono in Europa, ben il 10,4% è infatti schiacciato
dai costi relativi all'alloggio, che occupano in media almeno il 40% del reddito familiare²⁴, mentre il 7,8% della
popolazione è impossibilitato al mantenimento di temperature idonee entro il proprio domicilio ed il 4% di essa
alloggia all'interno di abitazioni inadeguate. In generale, si stima che, negli ultimi 10 anni, in Europa, il numero dei
senzatetto sia aumentato del 70% rispetto al 2009, evidenziando come spesso i servizi d'emergenza siano
impreparati di fronte alle sempre maggiori richieste di alloggio, e di come, in sintesi, in Europa manchino soluzioni
abitative durature ed economicamente convenienti per i più bisognosi. Come riportato a Gennaio 2020 entro un
articolo de Il Sole 24 Ore, il paese caratterizzato dal maggior numero in assoluto di persone senza fissa dimora
sono gli Stati Uniti, con un numero di senzatetto pari a 532 mila persone, corrispondente allo 0,17% della popolacasa
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20. Shepherds Friendly, 2017, «How financial problems can affect mental health», in https://www.shepherdsfriendly.co.uk/your-resource-centre/how-financial-problems-can-affect-mentalhealth
22. Mental Health Foundation, «Physical health and mental health», in https://www.mentalhealth.org.uk/a-to-z/p/physical-health-and-mental-health
23. Numeri Pari, 2020, «Le persone senza dimora crescono del 70% in Europa», in http://www.numeripari.org/2020/01/20/le-persone-senza-dimora-crescono-del-70-in-europa/
24. Habitante, 2020, «Senzatetto in Italia e in Europa: più 700mila abitanti che non dispongono di una casa», in https://www.habitante.it/habitare/ecco-quanti-senzatetto-ci-sono-in-italia-inumeri-spaventosi/?cli_action=1605615286.423
25. Licini G., 2020, «Quasi 2 milioni di senzatetto nei Paesi avanzati, in Italia sono oltre 50mila», in https://www.google.com/amp/s/amp24.ilsole24ore.com/pagina/ACNd62EB
26. FEANTSA e Fondation Abbé Pierre, 2020, «Fifth Overview of Housing Exclusion in Europe», in https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.feantsa.org/
public/user/Resources/OHEE/2020/Fifth_Overview_of_Housing_Exclusion_in_Europe.pdf&ved=2ahUKEwi1hIH524ntAhVS1xoKHYJKCc4QFjACegQIDRAP&usg=AOvVaw3GNfjbQY
npetafa_2HAGn6
21. Fredgaard M., «Tiny House Statistics: 8 Really Encouraging Numbers & Facts», in https://www.godownsize.com/tiny-house-statistics/
22. Mental Health Foundation, «Physical health and mental health», in https://www.mentalhealth.org.uk/a-to-z/p/physical-health-and-mental-health
23. Numeri Pari, 2020, «Le persone senza dimora crescono del 70% in Europa», in http://www.numeripari.org/2020/01/20/le-persone-senza-dimora-crescono-del-70-in-europa/
24. Habitante, 2020, «Senzatetto in Italia e in Europa: più 700mila abitanti che non dispongono di una casa», in https://www.habitante.it/habitare/ecco-quanti-senzatetto-ci-sono-in-italia-inumeri-spaventosi/?cli_action=1605615286.423
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zione, anche se la percentuale di incidenza è notevolmente maggiore nel Regno Unito, dove le percentuali di nuclei
famigliari soggetti al fenomeno si aggirano intorno allo 0,26% per l'Inghilterra, all'1,23% per l'Irlanda del Nord ed
all'1,5% per quanto riguarda la Scozia. Secondo i dati, anche in Germania la situazione non sarebbe migliore, con
uno 0,41% della popolazione costituita da senzatetto, mentre in Francia tale percentuale si aggira intorno allo
0,22%. In Italia, invece, gli ultimi dati relativi al numero di senzatetto all'interno della popolazione risalgono al
2014, anno in cui il numero di senzatetto registrati, relativi, tra l'altro, a soli 158 comuni (in cui la loro incidenza
era stata rilevata essere maggiore), fu di ben 50.724, numero che al tempo costituiva l'0,08% della popolazione
italiana. Tra l'altro, i dati registrati da Stati Uniti e Francia si riferiscono esclusivamente ai centri maggiori, allo
stesso modo di quelli italiani: ciò rende le informazioni incomplete e datate²⁵, mettendo in luce come l'ormai
crescente numero dei senzatetto che popolano le strade rimanga spesso invisibile oltre che ignorato dalle istituzioni
e dalle indagini sociali e dalle statistiche europee²⁶. In Italia, la città più colpita dal fenomeno pare essere Milano,
metropoli caratterizzata da più di 12.000 senzatetto, a cui seguono Roma, con un numero di quasi 8.000 senzatetto,
e Palermo, con circa 3.000 persone senza fissa dimora. A Firenze, questo numero è pari a circa 2.000, mentre a
Torino i senzatetto sembrano essere più di 1900. È però difficile calcolare con esattezza il reale numero di
senzatetto in Italia, essendo i dati a riguardo raramente aggiornati, oltre che relativi a pochi comuni e quindi
riduttivi rispetto ai reali numeri del fenomeno, spesso difficili da calcolare anche a causa della varietà nella forma e
nelle modalità che questo assume. I volti dei senzatetto sono infatti molto diversi fra loro, così come le loro
esperienze: ciò li rende pressoché irriconoscibili ad uno sguardo insufficientemente attento, portando molte
persone a sottovalutare il problema. Il rimanere senza una casa è purtroppo una condizione sempre più frequente
fra le donne e le famiglie con bambini, ma anche fra i migranti, le persone anziane e fra i giovani, e porta a gravi
conseguenze a chi ne è colpito, quali la morte prematura ed il maggiore rischio di abuso di sostanze, malattie
sessualmente trasmissibili e malattia mentale. Oltre a ciò, questo fenomeno comporta un altissimo costo anche per i
Governi, principalmente nella creazione, gestione e manutenzione di servizi sanitari ed alloggi d'emergenza, oltre
che nel finanziamento di interventi di emergenza, servizi di consulenza e servizi di giustizia penale. In generale,
negli ultimi anni, i senzatetto sono aumentati in circa 1/3 dei Paesi Ocse²⁷: ciò porterebbe a pensare che in Italia la
situazione non sia poi così differente.
Dai dati raccolti da parte di FEANTSA e della Fondation Abbé Pierre, si evince come i dati europei più recenti sul
fenomeno siano stati forniti dall'Irlanda, che tra il 2014 e il 2019 ha registrato una crescita del 211% nel numero di
senzatetto registrati all'interno del paese²⁸. La situazione più allarmante è però stata riscontrata nel Regno Unito,
che nel 2019, in una notte, ha calcolato un numero di senzatetto pari a 87.410 persone; mentre, lo stesso anno, un
censimento pubblicato dall'ente di beneficenza Shelter ha riscontrato, dal suo ultimo rapporto, risalente al 2016,
come il numero di senzatetto possa essere di almeno 280.000 persone, 23.000 in più rispetto al 2016²⁹. Allo stesso
modo, gli Stati Uniti sono il paese dove il numero di senzatetto
Ed è proprio in questi ultimi paesi che le Tiny Houses hanno dimostrato il loro valore in campo sociale: numerosi
sono infatti, in America e in Europa, i Tiny Villages dedicati a fornire un luogo di rifugio e supporto a quelle
persone rimaste senza una casa.
Un esempio di questo genere di villaggi è sicuramente il Dignity Village, complesso di micro abitazioni situato
nell'Oregon, e più precisamente a Portland³⁰, che dal 2001³¹ offre alloggio, cibo, servizi igienici ed un indirizzo
postale, oltre ad una serie di opportunità lavorative ed in generale una casa, a quasi 60 adulti senza fissa dimora.
Collocato nel suo attuale sito dal 2004, il Dignity Village opera come organizzazione no profit in collaborazione
con la città, i cui enti locali forniscono il terreno, al di là dei fondi destinati all'assistenza sociale dei residenti. Le
Tiny House che lo costituiscono, che sono circa una sessantina, sono state realizzate per lo più tramite l'impiego di
materiali riciclati o ricavati tramite donazioni³². Pensata come una soluzione abitativa di natura transitoria, offrendo
solitamente un soggiorno di un massimo di 2 anni, questo villaggio diviene, per la città in cui è stato costruito, un
mezzo di assistenza e reinserimento dei senzatetto, facendo loro da tramite con il mondo lavorativo e in generale
casa
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27. Licini G., 2020, «Quasi 2 milioni di senzatetto nei Paesi avanzati, in Italia sono oltre 50mila», in https://www.ilsole24ore.com/art/quasi-2-milioni-senzatetto-paesi-avanzati-italia-sonooltre-50mila-ACNd62EB
28. FEANTSA e Fondation Abbé Pierre, 2020, «Fifth Overview of Housing Exclusion in Europe», in https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.feantsa.org/
public/user/Resources/OHEE/2020/Fifth_Overview_of_Housing_Exclusion_in_Europe.pdf&ved=2ahUKEwi1hIH524ntAhVS1xoKHYJKCc4QFjACegQIDRAP&usg=AOvVaw3GNfjbQY
npetafa_2HAGn6
29. Shelter, 2019, «280,000 people in England are homeless, with thousands more at risk», in https://england.shelter.org.uk/media/press_release/280,000_people_in_england_are_homeless,
_with_thousands_more_at_risk
30. Dignity Village, «Home», in https://dignityvillage.org
31. Butler S., 2018, «How cities launch tiny house villages to shelter the homeless», in https://www.gov1.com/community-development/articles/how-cities-launch-tiny-house-villages-toshelter-the-homeless-QvWZ4O2KER8hYLzW/
32. Green M.H., 2016, «In a tiny house village, Portland's homeless find dignity», in https://www.pri.org/stories/2016-02-09/tiny-house-village-portlands-homeless-find-dignity
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con la società. Uno dei fattori chiave di questa condizione di estrema povertà ed emarginazione sociale è infatti
l'impossibilità, in mancanza di un indirizzo, di poter trovare un lavoro, così come l'impossibilità di pagare un
mutuo in mancanza di uno stipendio³³. Questo circolo vizioso è inoltre spesso alimentato dallo stato, che spesso
vede i senzatetto come dei veri e propri criminali, colpevoli della loro stessa condizione. La società odierna
percepisce infatti sovente la povertà come una vera e propria colpa³⁴, una prova schiacciante dell'inadeguatezza e
dell'incapacità di questi individui di dimostrarsi all'altezza di un mondo veloce quanto spietato, dove la debolezza
viene percepita in maniera negativa, al pari di una minaccia, e dove le persone che ne mostrano i segni vengono
disprezzate, emarginate, considerate quasi come individui pericolosi³⁵. Soprattutto in Inghilterra, dove l'epoca
vittoriana, generatrice di una serie di rigidi codici morali ed etici, ha irrimediabilmente segnato molti dei valori
tutt'ora condivisi dalla maggioranza della popolazione britannica, i senzatetto sono ancora oggi soggetti ad una
serie di pregiudizi che li vede in qualche modo responsabili della propria situazione di svantaggio e povertà. A
quanto pare, una porzione pari ad almeno un terzo della popolazione britannica è infatti convinta che la colpa delle
condizioni in cui le persone senza fissa dimora riversano sia da attribuire ai senzatetto stessi, i quali, secondo tale
narrazione, sarebbero i fautori indiscussi del loro stesso destino fatto di tribolazione e sofferenza³⁶.
In questo senso, le Tiny Houses potrebbero, se utilizzate in maniera efficiente, essere in grado di garantire dignità
abitativa a tutti i cittadini, a prescindere dall'estrazione sociale e dalle disponibilità economiche di questi ultimi,
abbattendo in un certo senso la divisione in classi sociali ancora fortemente sentita all'interno della cultura
inglese³⁷.
I Tiny House Villages forniscono infatti, a tutte le persone che si trovano in difficoltà, dalle persone senza fissa
dimora a quelle con disturbi mentali e esigenze particolari, un luogo di comunità e aggregazione, dove sia possibile
porre basi solide per la costruzione di relazioni sociali positive e durature, e dove sia possibile creare un ambiente
di confronto e supporto per le categorie più svantaggiate della nostra società. La maggioranza degli alloggi per
senzatetto oggi esistenti è infatti solitamente priva di ambienti di aggregazione che incoraggino la socialità fra i
residenti, causando un forte isolamento fra gli stessi e fallendo perciò nella costruzione di una rete di protezione a
sostegno degli homeless (termine che in inglese significa, appunto, senzatetto), ed è inoltre spesso caratterizzata da
una serie di regole molto rigide, che impediscono a chi vi alloggia di rimanere al loro interno nelle ore diurne e ,
oltre a ciò, di lasciare i propri effetti personali in un luogo sicuro durante il giorno. Diversamente da questo tipo di
alloggi d'emergenza, i Tiny Villages sino ad ora realizzati, permettono ai senzatetto di vivere, seppur per un
limitato periodo di tempo, in un luogo fisso, dove poter sistemare i propri averi e dove poter rimanere per tutto il
tempo necessario alla ricerca di un impiego lavorativo stabile ed al reinserimento di questi ultimi all'interno della
società. Inoltre, questo genere di villaggi, costituisce in genere un sistema più diretto per i volontari che vogliono
essere d'aiuto e più trasparente per coloro che desiderano fare una donazione, essendo possibile vedere l'impatto
delle proprie azioni in maniera immediata e concreta, senza più doversi affidare all'intermediazione di terze parti o
all'intricato sistema di donazioni che solitamente caratterizza gli alloggi d'emergenza e le associazioni più
tradizionali³⁸.
Particolarmente interessante il caso di Women4Women a Seattle, progetto che è riuscito nella realizzazione di un
rifugio alle donne senzatetto di Seattle, le quali dovevano affrontare ogni giorno situazioni di estremo pericolo
legate al solo fatto di essere donne. Come rivelano i dati, le persone di sesso femminile rimaste senza una casa
molto più soggette ad episodi di violenza fisica e sessuale sia per la strada che, purtroppo, spesso anche all'interno
degli alloggi d'emergenza che dovrebbero invece avere un ruolo di protezione e supporto³⁹.
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33. Ouellette G. R., 2019, «Why do homeless people have a hard time getting jobs?», in https://manchesterinklink.com/why-do-homeless-people-have-a-hard-time-getting-jobs/
34. Giustini C., 2011, «Povertà: sfida educativa e responsabilità sociale. Il ruolo dell’educazione verso una società più giusta, equa e solidale», pp.33-34, in
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://amsdottorato.unibo.it/3394/1/giustini_chiara_tesi.pdf&ved=2ahUKEwjYkrbFt5jtAhVoMewKHQWfAAU4ChAWMAF6BA
gIEAE&usg=AOvVaw2ri8UcqcCIkQQgVbD4Mzq7
35. Phelan J., Link B.G., Moore R.E., Stueve A., «The Stigma of Homelessness: The Impact of the Label "Homeless" on Attitudes Toward Poor Persons», Social Psychology Quarterly, Vol.
60, No. 4 (1997), pp. 328, da https://www.jstor.org/stable/2787093?origin=crossref&seq=1 (Consultazione: 23 Novembre 2020)
36. History Extra, 2018, «A history of homelessness», in https://www.historyextra.com/period/victorian/history-homelessness-postwar-blitz-can-it-be-solved-vagrancy-treatment/
37. Fox K., 2004, Watching the English - The Hidden Rules of English Behaviour, Hodder & Stoughton, Londra.
38. Mingoya C., 2008, «Building Together. Tiny House Villages for the Homeless: A Comparative Case Study», p. 73, in
https://dusp.mit.edu/sites/dusp.mit.edu/files/attachments/news/mingoya_2015.pdf
39. Biswas J., 2018, «Once homeless and helpless, woman now helps build 'tiny homes' for others like her», in https://abcnews.go.com/US/homeless-helpless-woman-now-helps-builds-tinyhomes/story?id=56538542
179
Realizzato da una squadra di volontarie, il villaggio è pensato come un sistema di alloggi temporanei che possa
fornire alle donne che hanno bisogno un luogo sicuro dove rimanere la notte, riporre i propri averi, dove allacciare
relazioni e costruire una rete di supporto, ascolto e conforto fra persone che condividono le stesse difficoltà ed
esperienze di vita. In generale, questo tipo di villaggi, spesso costruiti anche con l'aiuto dei residenti stessi⁴⁰,
regalano dignità ed indipendenza a coloro a cui queste ultime sono state sottratte, restituendo loro una rinnovata
consapevolezza di sé oltre che delle proprie capacità. Alcuni di questi complessi, come il Quixote Village a
Washington, un villaggio di 30 tiny houses aperto nell'inverno del 2013, sono infatti dotati di un orti comuni, che
permettono ai senzatetto di produrre il proprio cibo in maniera autonoma. Alcuni dei prodotti del villaggio, quando
in eccedenza rispetto al fabbisogno della comunità residente, vengono inoltre, come nel caso del Quixote Village,
donati ai banchi alimentari locali, in maniera da fornire supporto e assistenza anche al di fuori della comunità
stessa⁴¹.
Particolarmente interessante è inoltre il fatto che le Tiny Houses siano nate essenzialmente in risposta ad una
catastrofe naturale, che nel 1906 aveva sconvolto San Francisco, distruggendo buona parte della città⁴². Quell'anno,
quella che oggi è una metropoli, fu infatti colpita da un forte terremoto, di magnitudo 7.8, oltre che da un incendio,
eventi che lasciarono più della metà degli abitanti di San Francisco, 250.000 per la precisione, senza una casa. Per
questo, furono costruiti ben 21 campi per rifugiati, che ospitarono dentro una tenda un numero di almeno 20.000
persone. Tale soluzione però, adatta solo per un periodo di tempo limitato, si rivelò insufficiente con l'arrivo
dell'inverno, che spinse i falegnami sindacali alla costruzione di più di 5.000 cottages di legno, strutture che
diedero alloggio a più 16.000 persone oggi conosciute come earthquake shacks. Di dimensioni variabili, comprese
fra i 12 m² ai 20 m², queste abitazioni erano state realizzate grazie allo sforzo congiunto tra la San Francisco Relief
Corporation, la San Francisco Parks Commission e l'esercito americano, ed erano realizzate completamente in
legno: i muri erano infatti in legno di sequoia della California, mentre il pavimento era in legno di abete ed il tetto
in legno di cedro. Le abitazioni erano inoltre all'esterno, dipinte di verde, al fine di mimetizzarsi all'interno dei
parchi in cui erano collocate. Tale evento, per quanto tragico, permise a molte famiglie, che prima non potevano
permettersi l'acquisto di un'abitazione, di possedere una casa, in quanto l'alloggio in tali strutture, pagato 2 dollari
al mese, serviva principalmente a pagare i 50 dollari totali che esse valevano. Una volta che il costo di una
earthquake shack era stato pagato, ognuno dei residenti aveva il compito di spostare quella che ora era la propria
casa in un'ubicazione permanente. È infatti innegabile come le Tiny Houses possano costituire un importante
strumento abitativo in caso di calamità naturali, poiché, qualora si avesse necessità di alloggi temporanei ma
resistenti al freddo e ad ulteriori fattori di rischio esterni, questo genere di abitazioni, progettato per durare nel
tempo al pari di un'abitazione comune e in grado di spostarsi a seconda del bisogno, potrebbe fornire un rifugio
dignitoso a chi ne ha bisogno in ogni periodo dell'anno, oltre che essere riutilizzato più volte fino alla scadenza
della sua vita utile.
Poiché le micro case sono più piccole delle case tradizionali, si tende spesso a presumere che le sue ridotte
dimensioni parlino anche per la sua integrità strutturale. In realtà, le case minuscole sono molto più robuste di
quanto ci si aspetterebbe, poiché realizzate con gli stessi materiali e tecniche costruttive di una casa tradizionale,
ma applicate su di un telaio più piccolo. I rinforzi di cui si fa uso entro l'edilizia standard possono essere infatti
impiegati anche per la costruzione di una micro abitazione, così da rendere la struttura in grado di resistere a crolli
e a disastri naturali. Vivere in una Tiny House non aumenta di fatto le probabilità di subire gravi danni strutturali,
essendo tali strutture costruite con gli stessi codici edilizi imposti alle abitazioni più grandi: l'unico fattore di
rischio legato alla Tiny House su ruote, rispetto ad una casa di tipo tradizionale, è infatti costituito, in genere,
dall'area in cui la micro abitazione in questione è stata installata. Tale problema è facilmente risolvibile
parcheggiando adeguatamente la propria Tiny House su ruote ed evitando di sostare nei pressi di aree boschive
qualora l'area sia soggetta a disastri naturali. È inoltre importante specificare che una micro casa costruita su di un
rimorchio ed una costruita su solide fondamenta non sono del tutto simili. Quando la micro casa è costruita su di un
casa
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casa
40. Hunt K., 2018, «Can Tiny Homes Solve Homelessness?», in https://www.greenmatters.com/home/2018/03/30/Z24iHke/tiny-homes-homelessness
41. Green M.H., 2016, «In a tiny house village, Portland's homeless find dignity», in https://www.pri.org/stories/2016-02-09/tiny-house-village-portlands-homeless-find-dignity
42. Bevk A., 2019, «Remembering earthquake shacks, San Francisco's original tiny homes», in https://sf.curbed.com/2017/4/18/15333168/sf-quake-shack-houses-camps
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rimorchio, è necessario assicurarsi che la micro abitazione sia adeguatamente fissata al rimorchio, al fine di evitare
che l'intera casa si ribalti durante un terremoto. Se parcheggiata, è doveroso assicurarsi che il proprio rimorchio sia
adeguatamente supportato. È solitamente sconsigliato l'utilizzo di un cavalletto a lungo termine, poiché vi è la
possibilità che questo possa scattare sotto pressione. Un modo per rendere la propria Tiny House su ruote sicura in
caso di terremoti è installare un sistema di sospensione per rimorchi, al fine di ridurre al minimo la forza d'urto.
Utilizzato soprattutto al fine di assorbire gli urti durante il viaggio su strada, tale sistema diviene utile anche in caso
di terremoti, poiché aiuta ad evitare che il rimorchio oscilli troppo verticalmente. In generale, il modo più efficace
per rendere la propria micro casa su ruote sicura in caso di attività sismiche rimane però l'attenzione alla
progettazione. Tramite semplici accorgimenti costruttivi, quali il collegamento delle borchie nella parte superiore
ed inferiore della casa nei nodi della struttura, è possibile rendere la propria micro abitazione su ruote a prova di
terremoto. Oltre a ciò, è bene seguire una serie di precauzioni utilizzate in ogni altro tipo di abitazione, come
bloccare con dei lucchetti i mobili della cucina ed assicurare gli eventuali oggetti sistemati entro mobili privi di
sportelli e scaffali. Un esempio degno di nota è M.A.D.I., micro abitazione antisismica nata dalla progettazione
dell'architetto Renato Vidal in grado di essere montata in sole 6 ore, oltre che di essere completamente abitabile in
un lasso di tempo di appena 2 giorni⁴³. Costituita da elementi prefabbricati e collegati fra loro da cerniere in acciaio
che ne permettono il dispiegamento, M.A.D.I. non necessita di fondamenta, rendendo questa abitazione veloce da
costruire oltre che ideale sia come soluzione abitativa permanente che come struttura dedicata al primo soccorso o
all'alloggio di sfollati in caso di calamità naturali. Perfettamente autonoma dal punto di vista energetico, questa
casa può essere inoltre personalizzata sia dell'aggregazione di più moduli che dalla vasta scelta di materiali che
Madi Home offre⁴⁴.
Numerose sono inoltre le Tiny Houses progettate per le condizioni climatiche più estreme, come quelle a cui sono
soggette le zone colpite da uragani e le aree caratterizzate da venti particolarmente forti o da temperature
particolarmente fredde o calde. Un esempio di queste micro abitazioni è fornito dal Cortex Shelter, alloggio
d'emergenza ideato dallo studio parigino Cutwork. Concepiti come alloggi di natura temporanea, questi edifici
sono pensati per offrire un rifugio ai più di 25 milioni di rifugiati calcolati nel mondo dalle Nazioni Unite e
prendono nome dal materiale in cui sono stati realizzati, un innovativo rivestimento in cemento conosciuto come
Cortex Composit, il doppio più resistente rispetto al cemento tradizionale e caratterizzato dalla capacità di essere
arrotolato e srotolato al pari di un foglio, oltre che di indurirsi nella posizione desiderata in sole 24 ore con la
semplice aggiunta di acqua. Nonostante la loro funzione transitoria, queste strutture hanno una vita utile stimata di
circa 30 anni, il che li rende molto più efficienti rispetto alle tende per la costruzione di strutture comunitarie
all'interno dei villaggi d'emergenza, entro cui molti dei rifugiati si trovano costretti a vivere per lunghi periodi di
tempo⁴⁵. Studiati appositamente per i climi più rigidi, questi rifugi sono ignifughi, impermeabili⁴⁶ e perfettamente
isolati da una serie di pannelli isolanti interni, progettati per essere facilmente lavabili oltre che per regolare al
meglio
Figura 1. Cutwork, 2019, Cortex Shelter by Cutwork: (a) Vista verso l’interno, (b) Foto dell’esterno, da https://www.dezeen.com/2019/09/17/cortex-shelter-cutwork-refugee-architecture/
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43. Fanpage, 2020, «MADi, la casa Made in Italy che si costruisce in 6 ore e costa solo 33.000 euro», in https://design.fanpage.it/madi-la-casa-made-in-italy-che-si-costruisce-in-6-ore-ecosta-solo-33-000-euro/
44. Architetti.com, 2016, «Moduli abitativi prefabbricati: M.A.DI. Home per le emergenze terremoto», in https://www.google.com/amp/s/www.architetti.com/moduli-abitativi-prefabbricatiantisismici-madi-home-emergenze-terremoto.html/amp
45. Block I., 2019, «Refugee shelters could be built from concrete fabric in 24 hours», in https://www.google.com/amp/s/www.dezeen.com/2019/09/17/cortex-shelter-cutwork-refugeearchitecture/amp/
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meglio la temperatura interna degli abitacoli.
Un altro esempio di micro abitazione pensata per compiere alla sua funzione abitativa in diversi contesti climatici,
anche estremi, è inoltre la "Double Ring House", abitazione di forma sferica progettata dallo studio di architettura
Cloud Architects. Con una superficie utile di circa 48 m² (515 piedi quadrati), sviluppati su due piani, questa
abitazione, consegnata già dotata di impianto elettrico, idraulico e finiture, massimizza lo spazio interno grazie alle
sue pareti curve, che rendono lo spazio visivamente più ampio all'interno e che fungono da protezione esterna da
neve e pioggia. Al fine di rendere la propria Double Ring House perfettamente resistente alle condizioni climatiche
del luogo scelto per la sua installazione, possono anche essere aggiunti ulteriori pannelli isolanti, che rendono
questa 'abitazione perfetta per ogni contesto⁴⁷.Uno dei maggiori esempi di micro abitazioni ideate per il loro
funzionamento in condizioni estreme è però sicuramente MARS Case, progetto nato dalla collaborazione dello
casa
Figura 2. Wu Qingshan, 2018, (a,b,c) MARS Case, da https://www.archdaily.com/903198/open-architecture-and-xiaomi-unveil-mars-case-housing-prototype-at-china-house-vision-2018
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46. Nielsen D., 2019, «These “Just Add Water” Homes Can Be Built in Less Than 24 Hours», in https://www.google.com/amp/s/www.dwell.com/amp/article/cortex-tiny-homes-emergencyhousing-cutwork-eb680bd6
47. Meisenzahl M., 2020, «This orb-shaped tiny house's odd exterior allowed its designers to maximize interior space — take a look inside to see how», in
https://www.businessinsider.com/cloud-architects-double-ring-house-orb-tiny-home-2020-7?IR=Thttps://amp.scmp.com/magazines/style/news-trends/article/3096489/nasa-contractors-cloudarchitects-unveil-orb-space-age
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studio OPEN Architecture e Xiaomi e ideato al fine di rendere la vita umana su Marte una possibilità. Ispirata al
lavoro di Henry David Thoreau, "Walden", questa micro abitazione è basata sull'autosufficienza ed il riciclo. Essa
è infatti una costruzione zero waste, di dimensioni di 2,4×2,4×2 m, che fa affidamento sull'integrazione di
elettrodomestici firmati Xiaomi che possono essere controllati a distanza tramite smartphone. Il calore e la
condensa generati dai dispositivi elettronici interni alla struttura saranno inoltre filtrati, riciclati e sfruttati al fine di
creare un "ecosistema integrato"⁴⁸. In riferimento agli esempi sopra riportati, la micro abitazione potrebbe avere un
enorme potenziale anche per quanto riguarda l'architettura spaziale. Si può infatti affermare come la micro
abitazione abbia una stretta connessione con questa branca dell'architettura, essendo entrambe basate sul
restringimento e sulla massimizzazione dello spazio abitativo. Gli interni fluidi e trasformativi delle Tiny Houses,
la cui realizzazione necessita di una grande abilità progettuale finalizzata a rispondere alla molteplicità delle
esigenze abitative dell'essere umano in uno spazio ridotto al minimo, oltre al loro focus sulla configurazione
interna atta all'ottimizzazione dello spazio, sono, insieme all'attenzione per lo spazio tridimensionale,
caratteristiche fondamentali all'interno del design aerospaziale⁴⁹. Ciò rende questo genere di abitazioni uno
strumento essenziale per lo studio e la realizzazione di strutture adatte alla vita nello spazio oltre che su altri
pianeti.
Avendo analizzato le potenzialità che la micro casa offre, sarà ora quindi necessario trattare anche dei pro e dei
contro che caratterizzano questa tipologia abitativa, in maniera da fornire uno strumento di confronto a coloro che,
oggi o in futuro, potrebbero considerare di vivere all'interno di una di queste abitazioni. Tra i benefici riportati da
coloro che tutt'oggi vivono o hanno vissuto in una micro abitazione sono: un maggiore senso di libertà dovuto alla
possibilità di trasportare la propria abitazione ovunque e in qualunque momento lo si desideri (soprattutto per
quanto riguarda le micro case su ruote), un senso di individualità conferito dall'atto di creare e definire il proprio
spazio abitativo, un senso di calma e maggiore sicurezza, dovuto probabilmente alla riduzione dello spazio
disponibile, che permette all'individuo di definire lo spazio intorno a sé e di soddisfare così anche quello che Le
Corbusier definiva il primordiale istinto, comune a tutti gli esseri viventi, di assicurarsi un alloggio⁵⁰, un rifugio⁵¹.
Come ipotizzato nel 2016 da Hutchinson⁵², una delle ragioni legate ad una così vasta diffusione del movimento
della Tiny House potrebbe essere inoltre la ricerca di quell'autenticità spaziale teorizzata da Henri Lefebvre entro
l'opera "La produzione dello spazio", e realizzabile solo tramite il soddisfacimento di tre requisiti fondamentali,
che sono, nella sua visione, il "concepire", il "percepire" ed il "vivere". Rifacendosi a Heidegger, Lefebvre
affermava infatti come l’atto stesso di abitare coincidesse con quello di costruire, in quanto solo tramite il nesso tra
bauen (che in tedesco significa "costruire") e buan (parola da cui deriva il termine "bauen" e che in tedesco
significa "abitare") di Heidegger, era possibile la manifestazione del bin di ich bin (io sono), e quindi dell'essere.
La sua teoria ha origine dall'idea secondo cui l'atto stesso di abitare obbliga inevitabilmente ogni essere vivente a
costruire un luogo dove vivere, dove poter essere nel mondo, rendendo difatti il costruire dipendente dall'abitare. Il
filosofo francese accusava in tal senso il mondo moderno di aver separato l'uomo dalla possibilità di modellare lo
spazio intorno a sé, negandogli di fatto la facoltà di trasformarlo in un "luogo". Nella sua visione, il moderno (ed in
particolare il sistema capitalistico) falliva nel riconoscere l'interdipendenza tra bauen e buan, relegandoli a meri
mezzi per il raggiungimento di un fine, e realizzando, attraverso la costruzione su larga scala di spazi abitativi
standardizzati, quelli che il teorico francese definiva "non luoghi". Nella sua opera, Lefebvre affermava infatti
come il capitalismo avesse trasformato la costruzione, originariamente legata in maniera indissolubile all'abitare,
nella semplice ripetizione di spazi tutti uguali, di "habitat", ambienti concepiti non più sulla base del singolo
individuo e delle sue necessità, ma sulla maggioranza, dimenticandosi dell'unicità dell'essere e limitandosi per
questo al semplice rispetto di una normativa impersonale, unica ed ineluttabile, causando nell'essere umano
contemporaneo
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48. Baldwin E., 2018, «OPEN Architecture and Xiaomi Unveil MARS Case Housing Prototype at China House Vision 2018», in https://www.archdaily.com/903198/open-architecture-andxiaomi-unveil-mars-case-housing-prototype-at-china-house-vision-2018
49. Cokley J., Rankin W., Hanrick P., Mcauliffe M. e Heinrich P., 2018, «Tiny Homes Space Colony», in https://www.researchgate.net/publication/328610380_Tiny_Homes_Space_Colony
50. Le Corbusier, 1923, Vers une architecture, 2. ed., Les Éditions G. Crès et C, Parigi, p. 11 (1. ed. 1923, Vers une architecture, Les Éditions G. Crès et C, Parigi).
51. Boyes A., 2015, «The Psychological Benefits of Tiny House Living», in https://www.psychologytoday.com/us/blog/in-practice/201503/the-psychological-benefits-tiny-house-living
52. Hutchinson D., 2009, «Struggling for spatial authenticity: An analysis of the tiny house movement», in
http://digital.auraria.edu/content/AA/00/00/59/27/00001/Hutchinson_ucdenver_0765N_10778.pdf
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contemporaneo un turbamento dell'animo, uno spaesamento, dovuto alla sua impossibilità di sentirsi a casa
ovunque egli vivesse od operasse⁵³. Facendo riferimento alla teoria del filosofo francese, la micro abitazione
soddisferebbe perciò il bisogno umano di espressione individuale, restituendo al singolo il potere di trasformare ed
adattare, a seconda delle proprie esigenze, l'ambiente in cui vive ed opera, e quindi di tramutare lo "spazio" in
"luogo" e di esprimere il proprio essere servendosi del mondo a lui circostante. A differenza delle abitazioni
tradizionali, spesso costruite sulla base di planimetrie, dimensioni e tipologie standard, le micro case sono infatti
spesso uniche nel loro genere, costruite con la partecipazione dell'utenza e progettate per adattarsi alla perfezione
alle necessità ed alle richieste del committente, dando modo a questi di esternare la propria individualità entro uno
spazio fisico, reale, e di esprimere così il proprio essere, la propria individualità. A ciò si collega infatti un altro
beneficio legato alla vita entro la micro abitazione, ossia quello di un maggiore senso di individualità.
Oltre a quelli già elencati sopra, un altro beneficio correlato alla Tiny House sarebbe, secondo Hutchinson, quello
di incoraggiare, attraverso la concentrazione dello spazio abitativo in un ambiente di dimensioni ridotte, la
rivitalizzazione degli spazi pubblici, in quanto, essendo lo spazio disponibile all'interno di una micro abitazione
esiguo, ciò porterebbe i suoi abitanti a passare più tempo fuori casa, ed a frequentare quindi maggiormente le aree
comuni ed i servizi ad esse associati. La vita in una micro casa porta infatti spesso i suoi residenti a passare più
tempo all'esterno, incoraggiando indirettamente il movimento e quindi l'attività fisica, e andando perciò ad influire
positivamente sulla salute fisica e psicologica dei suoi abitanti. Un altro possibile beneficio legato al Tiny Living
potrebbe inoltre essere il miglioramento dei rapporti familiari ed il rafforzamento di legami sociali preesistenti⁵⁴.
Molte sono infatti le famiglie che hanno deciso di vivere in una micro abitazione. È il caso di famiglie come quella
dell'architetto inglese Tim Francis, che, insieme con la moglie, ha scelto di vivere con la propria famiglia
all'interno di una micro abitazione, ricavata dal restauro di un vecchio edificio rurale situato nelle campagne del
Gloucester e progettata per accogliere, entro uno spazio di soli 15 metri quadrati, un nucleo familiare di ben cinque
persone, funzione resa possibile tramite l'accurata progettazione degli spazi e dall'estrema multifunzionalità di
questi ultimi⁵⁵. Nonostante le dimensioni ridotte dell'abitazione e nonostante l'idea che una famiglia abbia necessità
di molto spazio per vivere sia ben radicata nella nostra società, allo stesso modo della filosofia del "più grande è,
meglio è", la famiglia Francis ha affermato come la casa abbia di fatto rafforzato il loro legame, creando maggiore
intimità e complicità tra i membri della famiglia e permettendo ad uno dei membri del nucleo familiare di aprire la
propria attività. Il fatto che lo spazio all'interno della casa sia estremamente ridotto rispetto agli standard abitativi
tradizionali, spinge inoltre la famiglia a passare più tempo all'aperto, oltre che a ridurre i propri consumi. Ciò
permette alla giovane coppia di genitori di passare più tempo insieme, oltre che con i propri figli, in quanto, avendo
ridotto i consumi e quindi il costo della vita, non necessitano più di lavorare allo stesso modo, potendo quindi
permettersi di ridurre le proprie ore lavorative. Il trasferimento all'interno della Tiny House, che prende nome di
"Fruit Store", ha inoltre dato ai bambini uno spazio aperto dove giocare, essendo la casa dotata di un ampio
giardino oltre che immersa nel verde. Un'altra famiglia ad aver fatto una scelta simile è la famiglia Jones, che ha
fatto del Tiny Living il proprio stile di vita da ormai quasi 3 anni⁵⁶. Molte sono quindi le tipologie di persone che
possono vivere all'interno di una Tiny House, le quali non si limitano al giovane studente o lavoratore in cerca di
avventura o indipendenza economica. Oltre ai vantaggi ed ai benefici legati al mondo della Tiny House, sarà però
opportuno trattare anche di quei lati negativi spesso sorvolati da coloro che sostengono e promuovono questo stile
di vita, analizzandone i principali limiti oltre che i possibili aspetti negativi che il vivere in una di queste abitazioni
comporta. Tra le obiezioni poste contro questa tipologia abitativa è infatti l'istanza secondo cui la micro casa,
specialmente quella su ruote, porti nella sua natura ad una riduzione della densità urbana e quindi ad un aumento
dell'inquinamento⁵⁷.
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53. G. Pierazzuoli, 2019, «Henri Lefebvre – Una teoria critica dello spazio», in https://www.perunaltracitta.org/2019/07/02/henri-lefebvre-una-teoria-critica-dello-spazio
54. Tiny House Bloom, «Tiny House Living Brings Many Health Benefits», in https://tinyhousebloom.com/health-benefits/
55. Meakin N. 2016, «We moved to a tiny house to get more room – and it worked», in https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/nov/12/we-moved-to-a-tiny-house-to-get-more-roomand-it-worked
56. Olito F., 2020, «A couple lives with their 3 children in a 300-square-foot tiny home that cost them $24,000 to build. Take a look inside», in https://www.insider.com/tour-family-3children-tiny-house-california
57. Matthews D., «The case against tiny houses», in https://www.vox.com/a/new-economy-future/tiny-houses
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Alcuni studi hanno infatti rivelato come le abitazioni cittadine emettano una minore quantità di CO2 e consumino
solitamente una minore quantità di energia rispetto alla loro controparte rurale. Come però riportato dalla BBC
News, è evidente come parte della riduzione nelle quantità di CO2 prodotte da parte delle abitazioni collocate in
aree urbane sia legata alle minori dimensioni degli appartamenti cittadini rispetto alle abitazioni collocate in aree
rurali, le quali sono in genere molto più grandi, oltre che lontane dai servizi, richiedendo per questo un maggiore
consumo energetico ed una maggiore produzione di CO2 dovuta ai maggiori spostamenti via auto⁵⁸. Inoltre, è
necessario riportare come il mercato della Tiny House sia fondamentalmente, nonostante la sua vasta diffusione,
un mercato di nicchia e come la micro casa in sè sia in genere una tipologia abitativa indirizzata verso un certo tipo
di pubblico, soprattutto verso persone che sono già interessate ad uno stile di vita minimalista o che magari già
vivono in strutture di dimensioni ridotte, quali micro appartamenti, camper e roulottes, e che vorrebbero cambiare
le proprie condizioni abitative guadagnandoci magari in mobilità o nella qualità della propria abitazione.
Nonostante camper e simili siano progettati a scopi ricreativi, e non per costituire un alloggio di tipo permanente,
molte sono infatti le famiglie americane a vivere all'interno di camper e roulottes, strutture generalmente pensate
per essere abitate per un breve lasso di tempo oltre che realizzate con proprietà isolanti di molto inferiori rispetto
ad una casa tradizionale⁵⁹. In questo senso, le Tiny Houses sarebbero una soluzione abbastanza economica per tutte
quelle famiglie o quegli individui che non possono permettersi il mantenimento di una casa tradizionale o che
preferiscono uno stile di vita più "dinamico", ma che vorrebbeo nonostante ciò una casa ben isolata termicamente,
più solida rispetto ad un veicolo ricreativo e che possa durare nel tempo. Come affermato entro un articolo
pubblicato su Inverse, le Tiny Houses potrebbero infatti non essere indicate a chiunque, essendo lo spazio abitato
direttamente proporzionale all'uso che se ne deve fare⁶⁰. D'altra parte però, uno studio condotto dalla Università
della California di Los Angeles (UCLA) ha rilevato come la maggior parte degli americani passi il proprio tempo
dentro casa principalmente all'interno della propria cucina o accanto al televisore, rendendo il resto dello spazio
impiegato da un'abitazione di dimensioni più tradizionali alquanto superfluo, almeno in America⁶¹. C'è però da dire
che le Tiny Houses non sono e non devono essere viste come soluzione abitativa adatta a tutti: molti sono infatti i
casi di persone che, dopo aver vissuto all'interno di una Tiny House, hanno deciso di tornare indietro ad una casa di
dimensioni classiche⁶². Allo stesso modo, tante sono anche le persone che, costrette da problemi economici a
vivere in una micro abitazione, sono rimaste piacevolmente soddisfatte dal nuovo stile di vita ed hanno deciso di
continuare a vivere in una Tiny House in maniera definitiva⁶³. Un'altra problematica legata alla Tiny House è
sicuramente quello legato allo spazio ed all'organizzazione: se da una parte lo spazio ridotto permette a coloro che
abitano in una Tiny House di pulire la propria abitazione in poco tempo ed usando una minore quantità di prodotti
per le pulizie, dall'altra parte obbliga i suoi abitanti ad organizzare lo spazio in maniera meticolosa, ad essere
estremamente selettivi negli oggetti che si vuole possedere o acquistare in futuro, oltre che a limitare il numero di
eventuali ospiti. L'estrema riduzione dello spazio abitativo, può inoltre essere un ostacolo nel caso si necessiti di
uno spazio da dedicare ad attività manuali o di un maggiore spazio per lo stipamento di oggetti. Per i motivi
elencati sopra, la Tiny House non può essere vista come la soluzione a qualsiasi problema o come una forma
abitativa adatta a chiunque, ma è innegabile che racchiuda in sé la risposta a particolari situazioni, oltre che un
input per reimmaginare lo spazio abitato come lo intendiamo oggi. La natura stessa della micro abitazione, la quale
è determinata dalla riduzione dello spazio abitativo al minimo, fa sì che la costruzione debba essere progettata per
il singolo, e non per la totalità. Per tale motivo, la Tiny House rimane una tipologia abitativa adatta a pochi, che
però, come altre forme abitative alternative, quali il cohousing, può essere la risposta alle esigenze di molti, oltre
casa
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58. Long H., 2018, «1 million Americans live in RVs. Meet the ‘modern nomads.’», in https://www.washingtonpost.com/business/2018/11/12/million-americans-live-rvs-meet-modernnomads/
59. Storgaard M., «How Well Are Campers Insulated for Cold Weather? (Explained)», in https://www.godownsize.com/camper-insulation-cold-weather/
60. Sloat S., 2016, «THE BIG PSYCHOLOGICAL ISSUES AT STAKE WITH TINY HOMES», in https://www.inverse.com/article/19140-psychology-of-tiny-homes-and-micro-apartments
61. Langlois S., 2018, «Here’s all the space we waste in our big American homes, in one chart», in https://www.marketwatch.com/story/why-the-american-dream-of-owning-a-big-home-isway-overrated-in-one-chart-2018-05-21
62. Stein M, 2017, «Is the Tiny House Trend Over? Survey Reports Homeowners Regret Not Buying Bigger Homes», in https://www.google.com/amp/s/people.com/home/trulia-reports-tophomeowner-regrets/%3famp=true
63. Levin H., 2012, «Living in a Tiny Home: Benefits & Drawbacks - Benefits and drawbacks of living in a tiny home.», in
https://www.google.com/amp/s/abcnews.go.com/amp/Business/living-tiny-home-benefits-drawbacks/story%3fid=17742823
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che uno spunto di riflessione atto a determinare l'effettivo spazio di cui l'essere umano ha bisogno per vivere.
In ultima analisi, nonostante la Tiny House sia ben lontana dal costituire una risposta definitiva ad ogni
problematica legata al vivere odierno, si può certamente affermare come essa rappresenti in sé uno spunto di
riflessione ed evoluzione verso lo sviluppo di modelli abitativi che possano in futuro rispondere alle necessità delle
generazioni a venire in maniera efficace, oltre che completa ed esaustiva. Come affermato da Eduardo Souza in un
articolo pubblicato sul sito Archdaily⁶⁴, non si può dire che le micro case, sebbene non possano essere viste come
la soluzione ultima ad una crisi abitativa globale, non abbiano un ruolo decisivo nel fornire un'opzione abitativa
indipendente e flessibile, oltre che accessibile a chiunque ne abbia la necessità.
Figura 3. Schema dei vantaggi, dei limiti e delle potenzialità relativi alla micro abitazione
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64. Souza E., 2020, «Tiny Homes Can Make a Big Impact in How We Think of Housing», in https://www.archdaily.com/941623/tiny-homes-can-make-a-big-impact-in-how-we-think-ofhousing
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IL FUTURO DELLA MICRO ABITAZIONE
Cos'è, in conclusione, una Tiny House? Per rispondere a questa domanda, si può innanzitutto affermare come essa
sia una forma abitativa legata al passato, tornata alla ribalta solo in questi ultimi anni sotto di una forma rinnovata:
questa volta, come simbolo di un movimento sociale autonomo, non più riconducibile ad un'imposizione dall'alto o
data dalle circostanze, come era stato per gli anni del dopoguerra, o, come nel caso delle micro abitazioni dei tempi
antichi, da impellenti necessità di sopravvivenza.
O forse sì?
Potrebbe in realtà il movimento della micro abitazione essere una richiesta di cambiamento da parte degli individui
che abitano la società odierna verso un'architettura più sostenibile, funzionale e personale? Potrebbe essere questo
un atto di critica e ribellione verso un sistema fallace, ingiusto ed inadeguato, che lascia indietro gli ultimi?
È innegabile come l'essere umano si trovi oggi a dover affrontare un'emergenza climatica impellente, frutto di anni
di sovrasfruttamento delle risorse, oltre che di una cattiva gestione di queste ultime. A questo si aggiungono
questioni relative alla disuguaglianza sociale, alla povertà diffusa, al fondamentale distacco dell'architettura
moderna dall'individuo odierno, fattori che hanno inevitabilmente condotto quest'ultimo a vivere un senso di
profonda alienazione, di incolmabile sconforto, verso la realtà da egli percepita, e quindi di incertezza verso il
futuro. Questo, a sua volta, è probabile che si sia tradotto in un tentativo, da parte dell'essere umano
contemporaneo, di ristabilire ciò che per lui è veramente importante, operazione attuata, nel caso della micro
abitazione, attraverso un radicale ridimensionamento dello spazio da egli occupato, atto a definire le proprie reali
necessità, e con esse i confini, e la natura, del proprio essere.
In tempi di incertezza come quello che stiamo vivendo, è normale che l'essere umano cerchi di ridefinire la propria
realtà, e con essa la propria identità, partendo proprio dal mondo lui circostante. È così che nasce la micro
abitazione: essa si configura come l’espressione fisica e pratica di una presa di coscienza più o meno collettiva
verso ciò che davvero è essenziale alla vita umana e dello spazio che è giusto destinare a questo in relazione alle
attuali e future circostanze, rivelando come ancora lunga sia la strada da fare verso un’edilizia autenticamente
sostenibile, ideale difficile da raggiungere quanto importante da perseguire.
Fondamentale diviene, in questo senso, una riforma nel modo di fare architettura, e, soprattutto, nel modo di
abitare. Il raggiungimento di una società equa, che possa garantire pari diritti ed opportunità a tutti i suoi cittadini, è
infatti possibile solo attraverso un radicale mutamento dello stato attuale, un cambio di prospettiva, da verificarsi
tramite l'attivazione di strategie efficienti che siano finalizzate al benessere dell’essere umano quanto a quello del
mondo in cui egli vive ed opera, e che vadano a coinvolgere attivamente ogni campo, compreso quello
dell’edilizia.
In questo senso, l'architettura moderna dovrebbe oggi più che mai concentrarsi sulla realizzazione di abitazioni
ecosostenibili, che possano assicurare ad ogni individuo quella dignità abitativa essenziale allo svolgimento di una
vita sana ed appagante, ed al contempo un futuro su questo pianeta. Ciò può verificarsi esclusivamente tramite una
progettazione che tenga conto della complessità dell'ambiente in cui l'essere umano esiste, fatto di ambiente
costruito e naturale, l'uno legato all'altro in un rapporto di simbiosi imprescindibile, in virtù di un’edilizia
consapevole, volta ad uno stile di vita più ecocompatibile, che possa permettere il raggiungimento di un equilibrio,
di un compromesso, fra comfort abitativo e conservazione delle risorse, tra forma e funzione, ma, soprattutto, tra
uomo e natura.
Dal punto di vista pratico, la Tiny House è da definirsi come abitazione ridotta al suo minimo, di dimensioni
generalmente comprese tra i 30 e i 40 metri quadrati in Italia ed inferiori, per legge, ai 400 piedi quadrati in
America. In generale, in Italia, la micro abitazione su ruote è di fatti sottoposta alle stesse normative a cui sono
soggetti i veicoli ricreativi, non essendo ancora oggi stata inclusa o propriamente definita all'interno della
normativa di legge. In America, invece, la Tiny House è da poco stata riconosciuta come tipologia residenziale a sé
stante ed inserita per questo, nel 2018, tramite l'approvazione dell'Appendix Q contenente la prima vera definizione
di Tiny House, all'interno dell'International Residential Code (ICR).
In America, il principale target d’interesse per questo genere di abitazioni pare essere costituito principalmente da
giovani, da pensionati e da quelle persone intenzionate ad intraprendere uno stile di vita più minimale. Secondo un
sondaggio del 2018, inoltre, almeno il 63% dei millennials americani considererebbe l'acquisto di una Tiny House
(definita qui come un'abitazione di dimensioni inferiori ai 600 piedi quadrati), e come questa percentuale, nel caso
di quei cittadini americani appartenenti alla Generazione X ed a quelli appartenenti alla generazione dei Baby
corrisponda rispettivamente al 53% ed al 45%. Sempre nel 2018, uno studio pubblicato dalla Tiny House casa
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Boomers, corrisponda rispettivamente al 53% ed al 45%. Sempre nel 2018, uno studio pubblicato dalla Tiny House
Society ha inoltre rivelato come 2 su 5 fra coloro che possiedono una micro abitazione abbia più di 50 anni,
confermando in tal senso come la maggioranza degli utenti di questa tipologia abitativa sia di fatto costituita da
giovani lavoratori, ma anche, in buona parte, da persone oltre i 50. In Italia, un'indagine condotta attraverso la
partecipazione, da parte di volontari appartenenti ad una serie di gruppi dedicati alla condivisione di post ed
informazioni sul tema della Tiny House, ad un sondaggio, la maggioranza delle persone che dichiarano di essere
interessate all’acquisto di una Tiny House pare nutrire una preferenza verso l'acquisto di una di queste strutture
presso aziende italiane. Il 55% degli intervistati attribuirebbe inoltre alla propria micro casa una funzione abitativa
di tipo permanente, mentre il 35% di questi intenderebbe utilizzarla come casa per le vacanze. Il 10% dei
partecipanti al sondaggio la vorrebbe invece utilizzare come alloggio di tipo temporaneo.
Oggi, la stragrande maggioranza dei produttori dediti alla progettazione e alla vendita di questo genere di
abitazioni si concentrano principalmente in America del Nord, anche se in Europa il loro numero pare essere
alquanto rilevante, soprattutto in confronto a quello riscontrabile in altri continenti. In Europa le aziende dedite alla
produzione e alla vendita di micro abitazioni sono infatti circa 42, mentre in Sud America il loro numero si aggira
intorno ai 10 produttori ed in Oceania e Asia intorno ai 12. In America del Nord, invece, il numero di produttori di
Tiny Houses è di circa 115, di cui 109 specializzate esclusivamente nella costruzione e nella messa in commercio
di questo genere di abitazioni.
La Tiny House è in generale una tipologia abitativa alquanto vasta, sotto alla quale possono raggrupparsi numerose
sottocategorie ed esempi di diversa forma, dimensione e materiale. Ciò è principalmente dovuto alla grande
possibilità di personalizzazione di queste strutture, le quali possono assumere diverse funzioni, da quella
residenziale a quella turistica o commerciale.
Le prime categorie individuabili all’interno di questo genere di abitazioni sono innanzitutto legate alla loro
mobilità. Secondo questo principio, due sarebbero le principali macrocategorie di micro abitazione, ossia: ciao
- Micro Abitazione mobile
- Micro Abitazione fissa
Queste due tipologie possono poi a loro volta essere suddivise in ulteriori sottocategorie. Sotto alla voce «micro
abitazione fissa" possiamo infatti trovare:
- Micro Abitazione ipogea
- Micro Abitazione apogea
- Micro Abitazione sopraelevata
Mentre al di sotto della macrocategoria "micro abitazione mobile" è possibile individuare le sottocategorie di:
- Micro Abitazione trainabile
- Micro Abitazione trasportabile
- Micro Abitazione scomponibile
- Micro Abitazione galleggiante
I materiali attraverso cui è possibile costruire una di queste abitazioni sono virtualmente infiniti, essendo la micro
abitazione fortemente legata alla casa tradizionale per tecniche costruttive e funzioni.
Ciononostante, i materiali maggiormente coinvolti nella realizzazione di una Tiny House sono principalmente
legno e metallo, essendo questi ultimi materiali abbastanza leggeri da permettere, nel caso di micro abitazioni di
tipo mobile, un facile trasporto.
Come per quanto riguarda i materiali impiegabili nella costruzione di una di queste abitazioni, le destinazioni d'uso
di una Tiny House sono di fatto potenzialmente illimitate, essendo la micro abitazione una struttura fortemente
personalizzabile. Ciò è principalmente legato alla modalità di produzione con cui la maggior parte delle Tiny
Houses oggi in commercio viene realizzata: molte di esse sono infatti costituite da una serie di elementi
prefabbricati, che il committente può comporre a piacimento a seconda delle proprie esigenze personali. Per quanto
concerne le micro abitazioni prodotte su misura, invece, le dimensioni ridotte che caratterizzano questa tipologia
abitativa obbligano chi le costruisce a coinvolgere attivamente l’utente all'interno della fase progettuale, in virtù di
una progettazione partecipata, incentrata sull’individuo.
I principali aspetti che contraddistinguono una micro abitazione rispetto ad altre tipologie abitative sono infatti, in
genere:
- Uno spazio abitativo ridotto al minimo necessario
- Una forte attenzione entro la scelta dei materiali (solitamente di origine naturale e sostenibile)
- Una progettazione volta alla durabilità della struttura
- Una cura meticolosa per il dettaglio
- Un design personalizzato
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- Una progettazione volta al singolo
- Un’alta efficienza energetica
- La presenza di impianti che possano permettere l’autonomia energetica dell’unità abitativa
- La possibilità di essere trasportate (quando su ruote o non ancorate al terreno)
- La multifunzionalità e la trasformabilità dello spazio abitativo
- Un forte interesse verso la sostenibilità ambientale
- Un design volto a conciliare armonia estetica e razionalità compositiva dello spazio abitativo
Importante è inoltre constatare come, nonostante le dimensioni ridotte che le caratterizzano, le micro abitazioni
conservino al loro interno tutte le funzioni tipiche di una casa tradizionale, con cui condivide requisiti, funzioni e
prestazioni. Come in un’abitazione di tipo classico, all’interno di una micro abitazione possiamo infatti trovare:
- un soggiorno
- un angolo cottura
- un bagno
- una camera da letto
- spazi per riporre gli oggetti (quali ripostigli, armadi e cassettoni)
Oltre agli ambienti sopracitati, alcune micro abitazioni presentano sovente anche una piccola zona studio, e in certi
casi anche un piccolo portico o terrazza: tutte funzioni implementabili a seconda delle specifiche esigenze e delle
particolari richieste dell’utenza.
In Italia, la maggior parte di coloro che desidera acquistare una di queste abitazioni dichiara l’intenzione di volerla
utilizzare come residenza di tipo permanente o come casa per le vacanze, come rivelato dal sondaggio riportato
all’interno del terzo capitolo. Lo stesso vale per l’America, dove negli ultimi anni, questo genere di abitazioni è
stato inoltre specialmente valutato all’interno del campo del turismo oltre che in campo sociale. Qui, le Tiny
Houses vengono infatti spesso impiegate come rifugi per senzatetto e veterani di guerra, o come alloggi da
collocarsi all'interno di aree naturali in maniera da fornire, a quei cittadini che necessitano di allontanarsi
temporaneamente dalla città, un luogo tranquillo dove poter ricaricare le energie, limitare l'uso della tecnologia,
recuperare il contatto con la natura, e ridurre in questo modo i livelli di stress ed ansia spesso correlati alla vita
urbana.
Insieme alle ragioni economiche, generalmente legate ai costi di acquisto, costruzione e mantenimento di questo
genere di abitazioni, fortemente ridotti in confronto a quelli correlati ad una casa di tipo classico, una delle
motivazioni che si solitamente celano dietro l’acquisto di una Tiny House è difatti, spesso, la volontà da parte dei
suoi utenti di ricercare un maggiore contatto con la natura, oltre ad una maggiore semplicità, in virtù di una ricerca
interiore.
In generale, il costo di una micro abitazione è fortemente legato alla tipologia in cui essa si inserisce. Il costo di
una micro abitazione trasportabile può andare infatti da un minimo di circa 1.400 ad un massimo di circa 2.000
€/m² a parità di prestazioni e tipologia, e lo stesso può essere affermato per quanto riguarda le micro abitazioni di
tipo scomponibile, mentre per ciò che concerne le micro abitazioni trainabili, il loro prezzo può variare,
solitamente, fra i 2.800 e i 3.000 €/m² (in America, il costo medio di una Tiny House su ruote si aggira intorno ai $
59.884, da un minimo di $ 20.000 per i modelli più economici a circa $ 150,000 per i modelli di lusso). Il costo
medio di una micro abitazione di tipo galleggiante, considerando i pochi esempi che oggi si trovano in vendita, si
aggira invece intorno ai 2.000 €/m², e lo stesso vale per quelle micro abitazioni di tipo fisso sopraelevato, i cui
pochissimi esempi oggi esistenti presentano un costo che oscilla dai 3.000 ai 4.000 €/m². Per quanto riguarda le
micro abitazioni fisse apogee, invece, il prezzo è largamente influenzato dal contesto o dal complesso abitativo di
inserimento, come per quanto riguarda le abitazioni di tipo tradizionale e le micro abitazioni ipogee. La più
evidente differenza fra il costo di una micro abitazione fissa e di quello di una di tipo mobile è infatti
principalmente costituita dalla forte indipendenza della seconda rispetto al suo contesto di inserimento, essendo
quest'ultima, e quindi il suo valore, completamente slegata dalle leggi che regolano il mercato immobiliare.
Per quanto riguarda il costo di una micro abitazione di tipo mobile, è però anche necessario specificare come a
questo vadano inevitabilmente ad aggiungersi anche quei costi relativi al trasporto, in gran parte influenzati anche
dalle dimensioni e dal peso della struttura. Fondamentale all'interno della progettazione di una micro abitazione di
tipo mobile diviene quindi anche il calcolo di tutta una serie di fattori quali il volume, la massa, l'altezza, la
larghezza e la lunghezza della struttura, la modalità di trasporto, eccetera.
Tra i vantaggi legati al mondo della micro abitazione è infatti sicuramente la mobilità di molte di queste strutture.
Una delle principali motivazioni che spingono all’acquisto di una di esse è infatti molto spesso la loro possibilità di
spostamento, essendo molti dei modelli oggi disponibili sul mercato di tipo mobile e quindi permettendo a chi le
abita di trasferirsi abbastanza liberamente in caso di necessità, senza dover lasciare indietro la propria abitazione O
impegnarsi in grandi traslochi. Lo stesso Tiny House Movement ha fatto della micro abitazione su ruote il proprio
marchio distintivo, evidenziando come l'autonomia di movimento costituisca uno dei principi cardine di questa
parità di condizioni abitative, dei livelli di salute e benessere e, di conseguenza, verso l’uguaglianza sociale.
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filosofia di vita, fondamentalmente incentrata sulla ricerca umana di libertà ed indipendenza.
La possibilità di spostarsi che le micro abitazioni di tipo mobile offrono è fondamentale per coloro che hanno
bisogno di muoversi spesso (come ad esempio pendolari, nomadi digitali, studenti fuori sede, ecc), offrendo
un’ottima soluzione abitativa a tutti coloro che, per motivi lavorativi o di studio, hanno bisogno di un alloggio
sempre pronto all’uso ovunque essi siano o debbano recarsi. In questo senso, le micro abitazioni potrebbero
costituire una soluzione economica per tutte quelle famiglie o quegli individui che non possono permettersi, per un
motivo o per l’altro, il mantenimento di uno o più alloggi, oltre che a tutti coloro i quali desiderano intraprendere
uno stile di vita più "dinamico", pur mantenendo gli stessi livelli di comfort di un qualsiasi appartamento in città,
decidendo per questo di vivere all’interno di un alloggio di tipo mobile che possa però essere meglio termicamente
isolato, oltre che più solido e duraturo, rispetto ad un veicolo ricreativo. La possibilità di questo genere di
abitazioni di essere trasportato più volte in diversi luoghi e contesti nel corso del proprio ciclo di vita utile può
inoltre rivelarsi vantaggiosa in caso sia di emergenze abitative che di catastrofi naturali: la capacità di queste
abitazioni di essere riutilizzate e trasferite più volte nel corso del tempo potrebbe infatti rivelarsi essenziale laddove
tende e container potrebbero rivelarsi insufficienti a garantire la dignità ed il comfort abitativi necessari al recupero
di una vita sana ed appagante in seguito ad un tale sconvolgimento della propria realtà esteriore ed interiore.
In tal senso, la micro abitazione potrebbe essere implementata all’interno di piani d’emergenza atti a garantire un
alloggio sicuro e confortevole a qualunque essere umano che si trovi in difficoltà economica o di circostanza.
Un altro dei punti a favore della micro abitazione è inoltre certamente il loro costo: nonostante i prezzi alquanto
elevati dei modelli più costosi, generalmente le spese relative all'acquisto, all’alimentazione energetica ed alla
manutenzione di questo tipo di abitazioni rimane comunque molto inferiore a quelli di un’abitazione di tipo
tradizionale, essendo le prime molto più piccole in dimensioni e di conseguenza più economiche rispetto alle
seconde. Le statistiche hanno infatti rivelato come oltre il 50% di coloro che hanno fatto di una Tiny House la
propria abitazione riesca a mettere da parte una maggiore quantità di risparmi rispetto agli americani che vivono in
un’abitazione di tipo tradizionale, e come più dell'80% di questi abbia una quantità di debiti inferiore rispetto a
quelli di un cittadino americano medio. La riduzione dei costi che generalmente si collega all’abitare minimo
permette a chi ha scelto di vivere all’interno di una di queste abitazioni di investire il proprio denaro quasi
esclusivamente per cose che possano incrementare il proprio benessere e migliorare, o alleviare in parte, la propria
salute mentale e fisica. In questo senso, la micro abitazione potrebbe essere, oltre che una chiara risposta sociale
verso l’incremento dei costi abitativi riscontratosi negli ultimi anni in tutto il mondo, anche un primo passo verso la
parità di condizioni abitative, dei livelli di salute e benessere e, di conseguenza, verso l’uguaglianza sociale.
Altro vantaggio di questo genere di abitazioni, strettamente legato alla loro accessibilità, è inoltre la qualità che
generalmente le caratterizza: i costi contenuti di questa tipologia abitativa permettono infatti, a tutti coloro che non
possono permettersi l’affitto, o altresì l’acquisto, di un’abitazione di maggiori dimensioni, di progettare la propria
casa nel rispetto del budget di cui si dispone, senza dover per questo rinunciare alla qualità ed alla sicurezza.
Numerosi sono stati infatti, negli ultimi anni, i casi di lesioni da avvelenamento chimico registratisi negli Stati
Uniti, spesso causati proprio dall'impiego di materiali edilizi di dubbia qualità o addirittura tossici per l'organismo.
Emblematico è stato inoltre in Italia il caso del terremoto dell’Aquila, le cui vittime sono state in parte causate
dall’impiego, all’interno della costruzione di molti degli edifici crollati, di calcestruzzo di qualità scadente oltre che
da errori di progettazione e di calcolo. Una riduzione in dimensioni può infatti in tal senso comportare un
vantaggio per quanto riguarda la salubrità e la sicurezza di un spazio abitativo, stabilendo per molti un punto di
incontro fra qualità e prezzo non indifferente. Invece di accontentarsi di costruzioni di dubbia qualità, a prezzi
spesso anche elevati, famiglie e singoli individui possono così dettare le proprie condizioni sulla sicurezza e sulla
qualità della propria abitazione, venendo coinvolti in ogni fase del progetto e garantendo in tal modo un'accurata
selezione dei materiali da costruzione e di ogni aspetto della struttura (molte delle micro abitazioni abitazioni oggi
esistenti, anche a causa delle loro dimensioni minime, che obbligano ad una certa cura verso i particolari, sono
infatti frutto di una progettazione partecipata fra produttore e committente, volta a rispondere ad ogni esigenza
dell’utente in maniera efficace e personalizzata). In questo senso, la micro abitazione potrebbe costituire un grande
spunto di riflessione verso la realizzazione di abitazioni efficienti e sicure per tutti, a prescindere dall’introito
economico e dall’estrazione sociale di ognuno, in virtù di un’edilizia volta al benessere di ciascun essere umano.
Un vantaggio non trascurabile è inoltre la forte sostenibilità che caratterizza questo genere di strutture, vantaggio
principalmente legato alle ridotte dimensioni che le contraddistinguono, che richiedono una minore quantità di
energia da destinarsi al riscaldamento ed al raffrescamento degli ambienti interni, portando ad una riduzione dei
costi energetici e quindi anche delle emissioni di carbonio e di gas serra necessarie al loro funzionamento. Allo
stesso modo, il ridotto impatto ambientale di questo tipo di abitazioni è in parte dovuto alle strategie, volte alla
riduzione degli sprechi e delle emissioni, ma anche a garantire l’autonomia energetica dei suoi abitanti, che esse
mettono generalmente in atto. Tali strategie sono essenzialmente basate sul forte impiego di impianti alimentati ad
energia rinnovabile, su di una forte attenzione per la qualità, per la provenienza e per la quantità dei materiali
energia rinnovabile, su di una forte attenzione per la qualità, per la provenienza e per la quantità dei materiali
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utilizzati (spesso ricavati da fonti sostenibili, rinnovabili o da materiali di riciclo o scarto) oltre che sulla
multifunzionalità e sull’estrema razionalizzazione dello spazio abitativo, che riducono significativamente lo spazio
dell’abitare, e con questo anche il consumo di suolo ed i costi di manutenzione ad esso legati.
Un altro fra i maggiori vantaggi della micro abitazione è inoltre l'autosufficienza energetica che generalmente le
caratterizza: la maggior parte delle micro abitazioni oggi acquistabili è infatti progettata per operare off-grid
tramite l'impiego di sistemi indipendenti di approvvigionamento energetico e gestione delle acque.
Tra le strategie più comunemente messe in campo al fine di rendere una micro abitazione completamente
autosufficiente sono:
- pannelli solari
- pannelli fotovoltaici (con relativo sistema di accumulo)
- serbatoi per la raccolta ed il recupero dell’acqua piovana
- impianti eolici
- wc a secco (il cui funzionamento non richiede l’uso di acqua o liquidi chimici)
Anche se, per quanto riguarda i servizi igienici, numerose sono le alternative oggi presenti in commercio, quali
bagni chimici, wc dotati di inceneritore e, per l‘appunto, wc compostante. Nel caso di micro abitazioni di tipologia
fissa, è però possibile optare anche per un bagno di tipo classico, con allacciamento alla rete fognaria locale.
Un altro vantaggio legato alla micro abitazione è inoltre la sua forte possibilità di personalizzazione, generalmente
data dal fatto che molti, se non la maggior parte, dei produttori offrano ai propri clienti la possibilità di progettare
la propria Tiny House da zero, sulla base delle proprie esigenze personali: ciò diviene estremamente utile in caso di
bisogni specifici, ma soprattutto in relazione al perseguimento di una progettazione architettonica volta al singolo,
che possa restituire di un senso di identità ed autenticità spaziale a chi la abita. Il ruolo che lo spazio abitativo
riveste all’interno del benessere psicofisico della persona è infatti troppo spesso sottovalutato all’interno
dell’edilizia moderna, che sovente si limita alla semplice ripetizione di spazi tutti uguali, concepiti non più sulla
base del singolo individuo e delle sue necessità, bensì sulla maggioranza, dimenticandosi dell'unicità dell'essere e
limitandosi per questo al mero rispetto di una normativa impersonale, causando nell'essere umano contemporaneo,
secondo le parole del filosofo francese Henri Lefebvre, un turbamento dell'animo, uno spaesamento, un senso di
alienazione, principalmente dovuti all’impossibilità dell’individuo odierno di sentirsi a casa ovunque egli sia,
fondamentalmente causata nella sua idea da uno slegamento del legame fra costruire ed abitare, che insieme
permettono all’ uomo di essere. In questo senso, data la natura spesso amatoriale di questo genere di abitazioni, il
movimento della Micro Abitazione potrebbe essere in parte sintomo di un più profondo disagio sociale, legato
all’impossibilità di fare del luogo di residenza in cui si vive ed opera giornalmente la propria abitazione. Facendo
riferimento alla teoria del filosofo francese, la micro abitazione soddisferebbe infatti il bisogno essenzialmente
umano di espressione individuale, restituendo al singolo il potere di trasformare ed adattare, a seconda delle
proprie esigenze, l'ambiente in cui vive ed opera, e quindi di tramutare lo "spazio" in "luogo", di esprimere il
proprio essere, servendosi del mondo lui circostante. A differenza delle abitazioni tradizionali, spesso costruite
sulla base di planimetrie, dimensioni e tipologie standard, le micro abitazioni sono infatti spesso uniche nel loro
genere, costruite con la partecipazione dell'utenza e progettate per adattarsi alle necessità ed alle richieste del
committente, dando modo a questi di esternare la propria individualità entro uno spazio fisico e di esprimere in tal
senso il proprio essere, la propria individualità.
Le potenzialità di questa tipologia abitativa sono, per i vantaggi sopra menzionati, molteplici. Essendo una tipologia architettonica estremamente versatile, la micro abitazione può infatti rivelarsi utile all’interno di quelle
branche dell’architettura relative a:
- Riqualificazione urbana
- Emergenza abitativa
- Catastrofi naturali
- Architettura aerospaziale
- Turismo
- Sanità (specialmente nel campo della salute mentale)
Molte sono infatti le micro abitazioni oggi impiegate nel campo del turismo e della riqualificazione di aree urbane,
ma anche nel campo della salute mentale (ad esempio come abitazioni adatte ad incontrare le necessità di persone
neurodivergenti o come residenze per quei veterani di guerra affetti da disturbo post traumatico da stress).
Numerose sono oggi anche le Tiny Houses impiegate all’interno della realizzazione di villaggi per senzatetto volti
al supporto e al reinserimento di questa categoria spesso dimenticata. Infine, la ricerca verso l’abitazione minima è
oggi come da sempre parte fondamentale dell’architettura aerospaziale, e, in vista della colonizzazione di Marte,
molti sono i fondi stazionati per la progettazione di micro abitazioni che possano permettere all’essere umano di
abitare, in futuro, il pianeta rosso.
In ultima analisi, sebbene la micro abitazione non possa essere considerata come una forma abitativa adatta a
chiunque perciò innegabile come la micro abitazione racchiuda in sé numerose potenzialità e, nonostante essa non
possa
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chiunque, né tantomeno come la soluzione definitiva ad ogni problema legato alla modernità, è innegabile come
essa possa effettivamente costituire un importante strumento di ricerca e sviluppo per il futuro dell’edilizia quanto
per quello dell’umanità.
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Makatita (Libertè Tiny Houses):
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Mirrorcube (Tham & Videgård Arkitekter):
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MONO (Drop Structures):
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Nagakin Capsule Tower (Kishō Kurokawa):
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Portable House ÁPH80 (Ábaton Arquitectura):
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Pradžia (IM Interior):
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Architonic, «STUDIO/GARAGE MICRO HOME», in https://www.architonic.com/it/project/im-interior-studio-garage-micro-home/20040040
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Rifugio nel bosco (Uhlik architekti):
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17.6 sqm Apartment (A Little Design):
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Morris A., 2019, «A Little Design creates 17.6-square-metre micro flat in Taiwan», in https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-littledesign-taipei-taiwan-micro-home/ (ultimo accesso 1 Gennaio 2021)
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Architizer, 2019, «17.6-square-meter Apartment», in https://architizer.com/projects/176-square-meter-apartment/ (ultimo accesso
11 Gennaio 2021)
Archello, 2018, «17.6-square-meter apartment», in https://archello.com/project/176-square-meter-apartment (ultimo accesso 1
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Slim Fit (Ana Rocha Architecture):
•
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Block I., 2018, «Sliding doors and built-in furniture save space inside skinny house by Ana Rocha Architecture», in
https://www.dezeen.com/2018/02/27/ana-rocha-architecture-slim-fit-skinny-house-micro-home-netherlands-dutch-house-birch-plywood-spacesaving-furniture/ (ultimo accesso 14 Gennaio 2021)
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Smart Student Unit (Tengbom):
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Sugokri (BCHO Architects):
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The Bird's Nest (Inrednings Gruppen):
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The Mountain Refuge (Massimo Gnocchi e Paolo Danesi architetti):
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The Peak (Nicholas Grimshaw):
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Archello, «The Peak», in https://archello.com/it/project/the-peak/specifications (ultimo accesso 1 Marzo 2021)
Tikku Micro-apartment (Marco Casagrande):
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Tiny 100 (Van Bo Le-Mentzel):
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Figura 8. Jean Prouvé, 1950, Pavillon préfabriqué 6x6, da https://www.centrepompidou.fr/fr/ressources/oeuvre/c (ultimo accesso il 6 Dicembre
2019)
Figura 9. (a) 1935, Abitazione per vacanze BLPS di Jean Prouvè, da https://www.citedelarchitecture.fr/fr, (b) 1959, Jossel House, da
http://www.andrewgeller.net/residential/jossel.html, (c) 1958, Pearlroth House, da https://the189.com/architecture/residential-series-from-theandrew-geller-architectural-archive/ (ultimo accesso il 6 Dicembre 2019)
Figura 10. Domus Nº576, 1977, Proposta di Fernandez per una struttura turistica mobile, da http://arqueologiadelfuturo.blogspo t.co
m/2009/01/propuesta-para-centro-turstico-1977.html (ultimo accesso 12 Dicembre 2019)
Figura 11. GettyImages, Hameau de la la reine, da https://www. dailymail.co.uk/news/article-5692327/Marie-Antoinettes-hamle t-opens-public326million-restoration-project.html (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 12. Robert Rieger, 2016, (a) Van Bo Le-Mentzel a Berlino, (b) Foto della mostra al "Tiny House University Collective" presso il
Bauhaus-Archiv di Berlino, da https://ngl.sanktoberholz.de/housing/van-bo-le-mentzel/ (ultimo accesso 17 Dicembre 2019)
Figura 13. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) Foto sull’interno con bagno a sinistra, (b) Foto dell’interno verso l’angolo cottura e il letto, (c)
Particolare del letto, (d) Particolare del tavolo da pranzo, (e) Particolare della sedia pieghevole, (f) aVOID in viaggio nelle Alpi, da
https://drive.google.com/drive/mobile/folders/1CuoPEnURaFp15TctgTfF8crZLt5VbbIm?usp=drive_open (ultimo accesso 6 Dicembre 2019)
Figura 14. Renzo Piano, Diogene by Renzo Piano Building Workshop: Esploso assonometrico, da https://www.archdaily.com/396082/diogenerenzo-piano?ad_medium=gallery (ultimo accesso 7 Dicembre 2019)
Figura 15. Diogene: (a) The New York Times, 2013, Foto dell’interno dal bagno verso il soggiorno, (b) The New York Times, 2013, Foto del
soggiorno, da https://www.nytimes.com/2013/ 07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tiny-house.html, (c) Diogene: Julien Lanoo, 2013, la
micro abitazione Diogene by Renzo Piano Building Workshop, da https://www.archdaily.com/ 396082/diogene-renzopiano?ad_medium=gallery (ultimo accesso 7 Dicembre 2019)
3. PANORAMA INTERNAZIONALE: INTERESSE E PRODUTTORI
Figura 1. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (a) Età, (b) Genere, (c) Possesso di una Tiny
House
Figura 2. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (d) Modalità di acquisto/costruzione, (e)
Preferenze riguardanti l’azienda d’acquisto, (f) Destinazione d’uso della propria Tiny House odierna o futura
207
Figura 3. Grafici raffiguranti il principale target d’interesse del mercato della Tiny House in Italia: (a) Vantaggi di una Tiny House, (b)
Svantaggi di una Tiny House
Figura 4. Grafico raffigurante il numero di produttori di micro case nel mondo divisi per continente
Figura 5. Grafico raffigurante il numero di produttori di micro case nel mondo divisi per continente
Figura 6. Planisfero raffigurante la localizzazione dei diversi produttori di Tiny Houses al mondo
4. ESEMPI NEL MONDO
Figura 1. Carbone Matthew, A45 by Bjarke Ingels Group, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/ (ultimo accesso 23 Gennaio 2021)
Figura 2. A45: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 3. Carbone Matthew, A45: (a,b) Viste dell’interno, da https://www.ardaily.com/894941/a45-big/ (ultimo accesso 23 Gennaio 2021)
Figura 4. Bjarke Ingels Group, A45: pianta e sezioni, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/ (ultimo accesso 23 Gennaio 2021)
Figura 5. Carbone Matthew, A45 by Bjarke Ingels Group: (a) Dettaglio del lavandino, (b) Vista del bagno verso la doccia, (c) Vista dell’esterno,
(d) Dettaglio del soffitto, (e) Dettaglio delle pareti della zona giorno, (f) Angolo cottura, (g) Foto notturna dell’esterno con gli interni illuminati,
da https://www.archdaily.com/894941/a45-big/ (ultimo accesso 23 Gennaio 2021)
Figura 6. Klein, A45: Dettaglio del soggiorno, da https://www.archdaily.com/894941/a45-big (ultimo accesso 23 Gennaio 2021)
Figura 7. Toshiyuki Yano, House in Nada by Fujiwaramuro Architects, da https://www.dezeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japanfujiwaramuro-architects-skylights/3 (ultimo accesso 14 Gennaio 2020)
Figura 8. House in Nada: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta al piano terra
Figura 9. Toshiyuki Yano, House in Nada: Fronte su strada dell’edificio, da https://www.architecturaldigest.com/gallery/tiny-houses-mariekondo (ultimo accesso 14 Gennaio 2020)
Figura 10. Toshiyuki Yano, House in Nada: (a) Vista verso il vano centrale, (b) Vista della camera da letto matrimoniale, (c) Vista dell’ingresso
da https://www.dezeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/3
https://www.architecturaldigest.com/gallery/tiny-houses-marie-kondo (ultimo accesso 14 Gennaio 2020)
Figura 11. Fujiwaramuro Architects, House in Nada: (a) Sezione laterale, (b) Sezione frontale, (c) Pianta del piano terra, (d) Pianta del primo
piano, (e) Pianta del secondo piano, da https://www.dezeen.com/2017/06/19/tiny-house-kobe-japan-fujiwaramuro-architects-skylights/3 (ultimo
accesso 14 Gennaio 2020)
Figura 12. Toshiyuki Yano, House in Nada: (a) Vista della terrazza in copertura, (b) Vista verso la sala da pranzo, (c) Vista verso il soggiorno,
da https://www.archdaily.com/345709/house-in-nada-fujiwarramuro-architects (ultimo accesso 15 Gennaio 2020)
Figura 13. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House by Takeshi Hosaka, da http://www.hosakatakeshi.com/english /worksprojects_en/lovehouse_en.html (ultimo accesso 15 Gennaio 2020)
Figura 14. Love House: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 15. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House: (a) Ingresso, (b) Scala al piano terra, da https://www.archdaily
com/560387/love-house-takeshi-hosaka (ultimo accesso 15 Gennaio 2020)
Figura 16. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, (a) Foto notturna della corte, (b) Foto notturna della corte con vista sugli interni illuminati,
(c) Foto dell’interno, (d,e) Foto della corte interna, da https://www.archdaily.com/560387/love-house-takeshi-hosaka (ultimo accesso 15
Gennaio 2020)
Figura 17. Masao Nishikawa e Toshihiro Sobajima, Love House: (a) Planimetrie, (b) Fotografia della corte interna verso il cielo, (c) Fotografia
dell’ingresso al primo piano, (d) Fotografia notturna della scala verso il primo piano, da https://www.archdaily.com/56038 7/love-house-takeshihosaka (ultimo accesso 15 Gennaio 2020)
Figura 18. Noritaka Minami, Nakagin Capsule Tower by Kishō Kurokawa, da http://microliving.altervista.org/nakagin-capsule-tower-ilmovimento-metabolista/?doing_wp_cron=1585345130.9472310543060302734375 (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 19. Nagakin Capsule Tower: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 20. Assonometria dell’unità abitativa, da https://japanpropertycentral.com/2018/08/nakagin-capsule-tower-edging-closer-to-demolition/
(ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
208
Figura 21. Arcspace, Foto dell’edificio dall’alto, da https://www.archdaily.com/110745/ad-classics-nakagin-capsule-tower-kisho-kurokawa
(ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 22. Foto dell’edificio dalla strada, da http://microliving.altervista.org/nakagin-capsule-tower-il-movimentometabolista/?doing_wp_cron=1585345130.9472310543060302734375 (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 23. Nagakin Capsule Tower: (a) Interni con vista verso la finestra, (b) Bagno, (c) Interni con vista verso la porta d’ingresso, da
https://www.archdaily.com/110745/ad-classics-nakagin-capsule-tower-kisho-kurokawa (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 24. Interno di alcuni dei moduli: (a,b) pareti attrezzate, da https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/amp/
photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 25. Nikkei BPnet, Pianta dell’edificio: disposizione delle capsule abitative, da https://api.nationalgeographic.com/distribution/public/
amp/photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 26. Noritaka Minami, (a,b,c,d) Interno di alcuni dei moduli , da
https://www.nationalgeographic.com/photography/proof/2017/10/nakagin-capsule-tower/ (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 27. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment by A Little Design, da https://architizer.com/projects/176-square-meter-apartment/ (ultimo accesso
24 Gennaio 2021)
Figura 28. 17.6 sqm Apartment: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 29. A Little Design, Planimetrie, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/ (ultimo
accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 30. Hey! Cheese, (a) Vista dalla scala per il soppalco, (b) Bagno, (c) Cucina, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartmentlittle-design-taipei-taiwan-micro-home/ (ultimo accesso 31 Gennaio 2021)
Figura 31. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: scrivania, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwanmicro-home/ (ultimo accesso 1 Gennaio 2021)
Figura 32. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: (a) Vista sulle mensole della cucina, (b,c) Vista della cucina dall’ingresso, (d) Letto, (e) Vista
verso il soggiorno dal bagno, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/ (ultimo accesso 1
Gennaio 2021)
Figura 33. Hey! Cheese, 17.6 sqm Apartment: (a) Vista sulla libreria e sull’ingress del bagno, (b) Vista sul bagno, (c) Vista verso l’ingresso
dalla cucina, (d,e) Vista dall’alto del bagno, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/tiny-apartment-little-design-taipei-taiwan-micro-home/ /
(ultimo accesso 1 Gennaio 2021)
Figura 33. Bartek Warzecha, Keret House by Jakub Szczesny – Centrala, da http://microliving.altervista.org/kerethouse/?doing_wp_cron=15878 15225.3673119544982910156250 (ultimo accesso 25 Gennaio 2021)
Figura 34. Keret House: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 35. Bartek Warzecha, Polish Modern Art Foundation, Keret House: (a) Vista verso l’ingresso, (b) Camera da letto, (c) Vista verso la
camera da letto, (d) Vista verso la botola all’ingresso, da https://www.businessinsider.com/keret-house-the-worlds-narrowest-house-20164?IR=T#the-house-is-scheduled-to-remain-open-to-the-public-until-mid-2016-though-the-display-is-likely-to-be-prolonged-a-representative-forkeret-house-said-9 (ultimo accesso 25 Gennaio 2021)
Figura 36. Leonas Garbačauskas, Pradžia by IM Interior, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/im-interior-garage-corten-micro-home-vilnus/
(ultimo accesso 13 Gennaio 2021)
Figura 37. Pradžia by IM Interior: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta,
Figura 38. Leonas Garbačauskas, Pradžia by IM Interior: (a) Foto del contesto d’inserimento, (b) Involucro esterno, (c) Foto dell’interno, da
https://www.architonic.com/it/project/im-interior-studio-garage-micro-home (ultimo accesso 1 Marzo 2021)
Figura 39. Leonas Garbačauskas, Pradžia: (a) Foto dall’interno del bagno verso la cucina, (b) Foto dell’interno verso il letto, (c) Cucina e tavolo
da pranzo/studio visti dal bagno, (d) Foto dall’interno verso l’ingresso, (e) Foto della cucina e del tavolo da pranzo/studio, (f) Foto dell’interno
verso il bagno e l’angolo cottura, (f) Dettaglio della finestra sopra la scrivania/tavolo da pranzo, (g) Foto dall’alto del letto, da
https://www.architonic.com/it/project/im-interior-studio-garage-micro-home/20040040 (ultimo accesso 1 Marzo 2021)
Figura 40. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin, da https://www.dezeen.com/2019/11/11/koto-abodu-prefab-adus-san-francisco/ (ultimo accesso
22 Febbraio 2021)
Figura 41. Koto x Abodu Cabin: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 42. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: (a) Camera da letto, (b) Soggiorno, (c) Vista dell’interno dalla cucina, da
https://www.dezeen.com/2019/11/11/koto-abodu-prefab-adus-san-francisco/?li_source=LI&li_medium=bottom_block_1 (ultimo accesso 22
Febbraio 2021)
209
Figura 43. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: Vista sul soggiorno con scorcio della cucina, da https://wowowhome.com/architecture/modularprefab-tiny-homes-by-koto-and-abodu (ultimo accesso 22 Febbraio 2021)
Figura 44. Joe Fletcher, Koto x Abodu Cabin: (a) Dettaglio dell’armadio nella camera da letto, (b) Vista sul bagno dotato di doccia in vetro, da
https://wowowhome.com/architecture/modular-prefab-tiny-homes-by-koto-and-abodu (ultimo accesso 22 Febbraio 2021)
Figura 45. Wooseop Hwang, Sugokri (Earth House) by BCHO Architects, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse
(ultimo accesso 11 Giugno 2020)
Figura 46. Earth House: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 47. Wooseop Hwang, Sugokri Earth House: (a,b) Foto notturna della corte illuminata, (c,d) Foto dell’interno con scorcio verso il cavedio
collocate sul retro dell’edificio, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse (ultimo accesso 11 Giugno 2020)
Figura 48. Wooseop Hwang, Sugokri Earth House: (a) Foto notturna della corte illuminata, (b) Foto della porta d’ingresso con gli interni
illuminati, (c) Foto del portico all’ingresso, (d) Dettaglio di una seduta in legno, da
http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=sugokriearthhouse (ultimo accesso 11 Giugno 2020)
Figura 49. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins by University of Colorado Denver, da https://www.archdaily.com
/785103/colorado-outward-bound-micro-cabins-university-of-colorado-denver (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 50. Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 51. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a) Esploso assonometrico, (b) Dettaglio della vetrata, (c) Portico e
copertura, (d) Foto del portico e del modulo all’esterno, da https://www.archdaily.com/785103/colorado-outward-bound-micro-cabinsuniversity-of-colorado-denver (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 52. Jesse Kuroiwa, Colorado Outward Bound Micro Cabins: (a) Interno di uno dei moduli con scrivania e camera da letto, (b) Interno con
letti reclinabili chiusi, (c) Interno con letti reclinabili aperti, da https://www.archdaily.com/785103/colorado-outward-bound-micro-cabinsuniversity-of-colorado-denver (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 53. Arado weeHouse, da https://www.archdaily.com/434403/arado-weehouse-alchemy-architects (ultimo accesso 7 Marzo 2020)
Figura 53. Arado weeHouse, da https://www.archdaily.com/434403/arado-weehouse-alchemy-architects (ultimo accesso 7 Marzo 2020)
Figura 54. WeeHouse: (a) Planisfero con geolocalizzazione di Arado weeHouse (Minnesota Prairie Land, Stati Uniti) e Sonoma weeHouse
(Santa Rosa, Stati Uniti), (b) Schema della pianta di Arado weeHouse
Figura 55. Geoffrey Warner, Sonoma weeHouse, da https://www.archdaily.com/803733/WEEHOUSE-ALCHEMY (ultimo accesso 7 Marzo
2020)
Figura 56. Alchemy Architects, Arado weeHouse: (a,b) Contesto di inserimento, (c) Soggiorno, (d) Dettaglio della stufa a legna, da
https://www.archdaily.com/ 434403/arado-weehouse-alche my-architects (ultimo accesso 7 Marzo 2020)
Figura 57. Peter Lundström, The Bird's Nest by Inrednings Gruppen, da https://divisare.com/projects/336237-inrednings-gruppen-peterlundstrom-the-bird-s-nest (ultimo accesso 18 Luglio 2020)
Figura 58. The Bird’s Nest: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (a) Schema della pianta
Figura 59. Peter Lundström, The Bird's Nest: (a) Vista dell’interno con le due camera da letto e la botola, (b) Camera doppia con letto a castello,
da https://www.treehotel.se/en/rooms/the-bird-s-nest (ultimo accesso 1 Marzo 2021)
Figura 60. Peter Lundström, The Bird's Nest: (a,b) Esterno, da https://divisare.com/projects/336237-inrednings-gruppen-peter-lundstrom-thebird-s-nest (ultimo accesso 18 Luglio 2020)
Figura 61. ELM by Gray Organschi Architecture, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecological-living-module-off-grid-tiny-home-grayorganschi-architecture-yale-university-united-nations/ (ultimo accesso 5 Aprile 2020)
Figura 62. ELM: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 63. David Sundberg/Esto, 2018, ELM: (a) Scala per il soppalco, (b) Bagno e cucina, (c) Camera da letto sul soppalco, da
https://www.architectmagazine.com/project-gallery/ecological-living-module-elm (ultimo accesso 5 Aprile 2020)
Figura 64. David Sundberg/Esto, 2018, ELM: Vista dell’interno, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecological-living-module-off-gridtiny-home-gray-organschi-architecture-yale-university-united-nations/ (ultimo accesso 5 Aprile 2020)
Figura 65. David Sundberg/Esto, 2018, ELM: esterno, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecologi cal-living-module-off-grid-tiny-homegray-organschi-architecture-yale-university-united-nations/ (ultimo accesso 5 Aprile 2020)
Figura 66. David Sundberg/Esto, 2018, Vetrata all’ingresso, da https://www.dezeen.com/2018/11/07/ecological-living-module-off-grid-tiny-
210
home-gray-organschi-architecture-yale-university-united-nations/ (ultimo accesso 5 Aprile 2020)
Figura 67. Michael Kai, 2018, The Peak by Nicholas Grimshaw, da https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshaw-micro-home-charity-kidsunder-cover-homeless-architecture/ (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 68. The Peak: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 69. Michael Kai, 2018, Soggiorno, da https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshaw-micro-home-charity-kids-under-cover- homelessarchitecture/ (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 70. Nicholas Grimshaw, (a) Render dell’esterno dell’abitacolo, (b) Modellino, da https://grimshaw.global/projects/the-peak/ (ultimo
accesso 19 Luglio 2020)
Figura 71. Michael Kai, 2018, The Peak: (a) Involucro esterno, (b) Ingresso, (c) Interno, da https://www.dezeen.com/2018/09/04/grimshawmicro-home-charity-kids-under-cover- homeless-architecture/ (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 72. Paul Kuimet, KODA by Kodasema, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema (ultimo accesso 28 Gennaio 2021)
Figura 73. KODA: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta,
Figura 74. Kodasema, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a) Prospetto del lato destro e del retro, (b) Prospetti del lato sinistro e del fronte,
da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema (ultimo accesso 28 Gennaio 2021)
Figura 75. Kodasema, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a) Sezione trasversale e longitudinale, (b) Piante di piano terra e piano
soppalcato, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema (ultimo accesso 28 Gennaio 2021)
Figura 76. Paul Kuimet, 2016, Micro casa KODA by Kodasema: (a) Esterno dell’abitacolo, (b) Dettaglio del portico all’ingresso, (c) Dettaglio
dell’involucro esterno, da https://www.archdaily.com.br/br/791926/koda-kodasema (ultimo accesso 28 Gennaio 2021)
Figura 77. Christiane Wirth, Slim Fit by Ana Rocha Architecture, da https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-ana-rochaarchitecture (ultimo accesso 14 Gennaio 2021)
Figura 78. Slim Fit: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 79. Christiane Wirth, (a) Angolo cottura al piano terra, (b) Scala per il secondo piano, (c) Tavolo da pranzo al piano terra, (d) Vista del
piano terra, da https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-ana-rocha-architecture (ultimo accesso 14 Gennaio 2021)
Figura 80. Christiane Wirth, (a) Camera da letto, (b) Vista dal primo piano verso le scale, (c) Render, (e) Foto dell’abitacolo con interni
illuminati, (f) Fotomontaggio, (g) Modellini, (h) Foto dell’abitacolo con interni illuminati, (i) Fronte dell’edificio, da
https://www.archdaily.com/889708/micro-house-slim-fit-ana-rocha-architecture (ultimo accesso 14 Gennaio 2021)
Figura 81. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment by Marco Casagrande, da https://www.archdaily.com/881462/tikku-micro-apartmentmarco-casagrande (ultimo accesso 12 Marzo 2020)
Figura 82. Tikku: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 83. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment a Helsinki, da https://www.archdaily.com/881462/tikku-micro-apartment-marcocasagrande (ultimo accesso 12 Marzo 2020)
Figura 84. Jenni Gästgivar, 2017, (a) Vista dell’appartamento dall’alto, (b) Copertura in vetro, da https://www.archdaily.com/881462/tikkumicro-apartment-marco-casagrande (ultimo accesso 12 Marzo 2020)
Figura 85. Nikita Wu, 2017, Tikku Micro-apartment: Foto dell’interno al piano terra, https://www.dezeen.com/2017/10/23/casagrandelaboratory-designs-tikku-micro-house-cross-laminated-timber-installation-helsinki-design-week/ (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 86. Lenny Codd, U-Build system by Studio Bark, da https://u-build.org/ (ultimo accesso 14 Marzo 2020)
Figura 87. U-Build: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema dell’elemento costruttivo
Figura 88. Studio Bark, (a) Prospettiva dell’interno di un modulo realizzato tramite il Sistema u-Build, (b) Sala da pranzo all’interno di una
struttura realizzata tramite il sistema U-Build, (c) Esempio di struttura realizzata tramite il Sistema U-Build, (d) Esempio di assemblaggio, (e)
Prospettiva disegnata di un soggiorno realizzato tramite il sistema U-Build, (f) Procedimento di assemblaggio, da https://u-build.org/ (ultimo
accesso 14 Marzo 2020)
Figura 89. Bertil Hertzberg, Smart Student Unit, 2013, da https://www.archilovers.com/projects/113771/smart-student-units.html (ultimo
accesso 15 Maggio 2020)
Figura 90. Bokompak: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 91. Bertil Hertzberg, 2013, Smart Student Unit: (a) Vista dall’alto del piano terra, (b) Dettaglio delle scale per il piano soppalcato, (c)
211
Vista verso la camera da letto, (d) Foto dell’interno, (e) Dettaglio dell’angolo cottura, da https://www.archilovers.com/projects/113771/smartstudent-units.html (ultimo accesso 15 Maggio 2020)
Figura 92. Tengbom, Smart Student Unit: schizzo di progetto, da https://www.infobuildenergia.it/progetti/smart-student-unit-tiny-house-legnoda-10-mq-567.html?utm_source=Redazionale &utm_medium=email&utm_campaign=redazionale-506# (ultimo accesso 15 Maggio 2020)
Figura 93. Bertil Hertzberg, 2013, Smart Student Unit: (a) Dettaglio della finestra, (b) Retro dell’abitacolo, da
https://www.archilovers.com/projects/113771/smart-student-units.html (ultimo accesso 15 Maggio 2020)
Figura 94. Leonardo Finotti, MINIMOD Curucaca (Brasile), da https://www.dezeen.com/2019/05/02/minimod-curucaca-mapa-prefab-housebrazil/ (ultimo accesso 7 Febbraio 2021)
Figura 95. Figura 95. MINIMOD: (a) Planisfero con geolocalizzazione di MINIMOD Curucaca (Curucaca, Santa Catarina, Brasile) e
MINIMOD Catuçaba (Catuçaba, Sao Paulo, Brasile), (b) Schema della pianta di MINIMOD Catuçaba
Figura 96. Leonardo Finotti, MINIMOD Curucaca: (a) Sala da pranzo, (b) Soggiorno, (c,d) Camera da letto, (e) Zona giorno, da
https://www.dezeen.com/2019/05/02/minimod-curucaca-mapa-prefab-house-brazil/ (ultimo accesso 7 Febbraio 2021)
Figura 97. Leonardo Finotti, (a) MINIMOD Catuçaba: contesto di inserimento, (b) MINIMOD Catuçaba al tramonto, (c) MINIMOD Catuçaba:
esterno, (d) Soggiorno, (e) vista dall’interno, (f) Cucina e sala da pranzo, (g) MINIMOD Catuçaba dall’esterno, da
https://www.archdaily.com/802159/minimod-catucaba-mapa (ultimo accesso 7 Febbraio 2021)
Figura 98. Figura 94. MAPA, MINIMOD: (a) Esploso assonometrico, (b) Detta-glio tecnico, da https://www.archdaily.com.br/br/01176781/minimod-slash-mapa
Figura 99. Leonardo Finotti, MINIMOD: (a) Collocazione del prototipo, (b) Tetto verde, (c) Prototipo visto dall’esterno da
https://newatlas.com/mini-mod-mapa-architects/30566/ (ultimo accesso 7 Febbraio 2021)
Figura 100. Leonardo Finotti, MINIMOD: prototipo visto dall’esterno, da https://newatlas.com/mini-mod-mapa-architects/30566/ (ultimo
accesso 7 Febbraio 2021)
Figura 101. SO? Architecture&Ideas, 2018, Cabin on the border by SO? Architecture&Ideas, da https://divisare.com/projects/385868-cabin-onthe-border (ultimo accesso 22 Agosto 2020)
Figura 102. Cabin on the border: (a) Schema della pianta, (b) Planisfero con geolocalizzazione
Figura 103. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: (a) Render, (b) Contesto, (c) Trasporto su camion, da
https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border (ultimo accesso 22 Agosto 2020)
Figura 104. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: sezioni verticali che mostrano la trasformazione della parete in terrazza, da
https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border (ultimo accesso 22 Agosto 2020)
Figura 105. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: sezioni orizzontali che illustrano il la trasformabilità della struttura, da
https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border (ultimo accesso 22 Agosto 2020)
Figura 106. SO? Architecture&Ideas, Dettaglio dei cassettoni e della scaletta per raggiungere il soppalco, da http://www.dezeen.com/2018/
05/21/so-architecture-cabin-border-turkey-greece/ (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 107. SO? Architecture&Ideas, Vista verso cucina e porta del bagno: in alto dietro il mobile dell’angolo cottura è inserito un letto singolo,
da http://www.dezeen.com/2018/05/21/so-architecture-cabin-border-turkey-greece/ (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 108. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: esterno, da https://divisare.com/projects/385868-cabin-on-the-border (ultimo accesso
22 Agosto 2020)
Figura 109. SO? Architecture&Ideas, Cabin on the border: schema delle strategie energetiche, da https://www.soistanbul.com/cabin-on-theborder (ultimo accesso 22 Agosto 2020)
Figura 110. Diogene by Renzo Piano, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano?ad_medium=gallery (ultimo accesso 22
Gennaio 2020)
Figura 111. Diogene: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 112. Lanoo Julien, Diogene: esterno, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano?ad_medium=gallery (ultimo accesso 22
Gennaio 2020)
Figura 113. RPBV Architects, Vista sul soggiorno, da https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tinyhouse.html
(ultimo accesso 22 Gennaio 2020)
Figura 114. Renzo Piano, Diogene: esploso assonometrico, da https://www.archdaily.com/396082/diogene-renzo-piano (ultimo accesso 22
Gennaio 2020)
212
Figura 115. Renzo Piano, Schema degli impianti, da https://www.plataformaarquitectura.cl/cl/02-269579/renzo-piano-presenta-diogene-unacabina-auto-suficiente-y-desarmable-para-una-persona (ultimo accesso 3 Marzo 2020)
Figura 116. Renzo Piano, Illustrazione dell’involucro, da https://www.plataformaarquitectura.cl/cl/02-269579/renzo-piano-presenta-diogeneuna-cabina-auto-suficiente-y-desarmable-para-una-persona (ultimo accesso 3 Marzo 2020)
Figura 117. RPBV Architects, Diogene: vista dal bagno, da https://www.nytimes.com/2013/07/18/garden/renzo-pianos-dream-of-a-tinyhouse.html (ultimo accesso 22 Gennaio 2020)
Figura 118. Juan Baraja, 2013, Portable House ÁPH80 by Ábaton Arquitectura, da https://www.archdaily.com/420623/portable-house-aph80abaton-arquitectura/ (ultimo accesso 11 Gennaio 2021)
Figura 119. Portable House ÁPH80: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 120. Juan Baraja, ÁPH80: (a) Contesto di inserimento, (b) Retro, (c) Prospetto laterale, da https://www.archdaily.com/420623/portablehouse-aph80-abaton-arquitectura/ (ultimo accesso 11 Gennaio 2021)
Figura 121. Juan Baraja, ÁPH80: (a) Zona giorno, (b,c) Zona notte, (c) Trasporto su camion, (d) Collocazione in sito, (e) Soggiorno, da
https://www.archdaily.com/420623/portable-house-aph80-abaton-arquitectura/ (ultimo accesso 11 Gennaio 2021)
Figura 122. Juan Baraja, ÁPH80: Vista del mdulo dall’esterno con interni illuminati, da https://www.archdaily.com/420623/portable-houseaph80-abaton-arquitectura (ultimo accesso 11 Gennaio 2021)
Figura 123. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer by Edmonds + Lee Architects, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmonds-leearchitects-kugelschiff/ (ultimo accesso 25 Febbraio 2021)
Figura 124. Kugelschiff trailer: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 125. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer: (a,b) Possibili contesti di inserimento, da https://www.dezeen.com/2019/02/05/airstream-edmondslee-architects-kugelschiff/ (ultimo accesso 25 Febbraio 2021)
Figura 126. Joe Fletcher, Kugelschiff trailer: (a) Letto, (b) Tavolo da pranzo, (c) Il letto si trasforma in uno studio, da https://www.dezeen.com/
2019/02/05/airstream-edmonds-lee-architects-kugelschiff/ (ultimo accesso 25 Febbraio 2021)
Figura 127. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark, da https://www.dezeen.com/2018/06/27/colorado-startup-land-ark-unveils-drake-modernamerican-rv/ (ultimo accesso 1 Marzo 2021)
Figura 128. Drake: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 129. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark può essere trasportata tramite l’utilizzo di un veicolo robusto, da
https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632 (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 130. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Fotografia a tre quarti del trailer, (b) Retro del trailer, da https://www.dwell.com/home/landark-rv-drake-26fa9632 (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 131. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Dettaglio del rivestimento esterno, (b) Foto dell’ingresso, (c) Foto del retro, da
https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632 (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 132. Jeremy Gudac, Drake by Land Ark: (a) Foto dell’interno verso il soggiorno, (b) Foto dell’interno verso la cucina, (c) Foto della
stanza multifunzionale al piano terra, da https://www.dwell.com/home/land-ark-rv-drake-26fa9632 (ultimo accesso 19 Luglio 2020)
Figura 133. Baluchon, Astrild Tiny House by Baluchon, da http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/ (ultimo
accesso 2 Marzo 2021)
Figura 134. Astrild Tiny House: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 135. Baluchon, Astrild: (a) Dettaglio dell’esterno: ruote e mensole per piante e fiori, (b) Esterno, (c) Vista dell’ingresso con soggiorno e
tavolo da pranzo, (d) Dettaglio del divano, da http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/ (ultimo accesso 2 Marzo
2021)
Figura 136. Baluchon, Astrild: (a) Vista dell’interno: camera del bambino, (b) Camera matrimoniale, (c) Dettaglio della stufa, (d) Bagno con wc
compostante, da http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/ (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 137. Baluchon, Astrild: (a) Dettaglio della cucina: cassettoni per la conservazione di frutta e verdure, (b) Dettaglio dell’esterno:
copertura, (c) Foto dell’interno verso la porta del bagno, (d) Dettaglio della stufa a legna, (e) Foto dell’esterno, (f) Dettaglio del tavolo in legno,
(g) Dettaglio del divano in soggiorno, da http://www.tinyhouse-baluchon.fr/nos-tiny-houses/tiny-house-astrild/ (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
Figura 138. Leonardo Di Chiara, aVOID by Leonardo Di Chiara, da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURaFp15TctgTfF8crZLt5
VbbIm (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 139. aVOID: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
213
Figura 140. Leonardo Di Chiara, aVOID: Pianta e prospetto, da http://www.leonardodichiara.it/avoid-details/ (ultimo accesso 16 Dicembre
2019)
Figura 141. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) aVOID a Zurich, (b) aVOID trainata da un’auto, (c) aVOID Zurich, (d) aVOID in viaggio per la
Toscana, da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURaFp15TctgTfF8crZLt5VbbIm (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 142. Leonardi Di Chiara, aVOID: (a) aVOID in tour a Pesaro (pannelli solari ben visibili sulla copertura), (b) aVOID in viaggio lungo le
Alpi, da https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURa Fp15TctgTfF8cr ZLt5VbbIm (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 143. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a) Letto ed angolo cottura, (b) Vetrata al piano terra e apertura verso la terrazza, da
https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnU RaFp15T ctgTfF8crZLt5VbbIm (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 144. Leonardo Di Chiara, aVOID: (a,b) Foto del tavolino pieghevole visto dall’alto, (c) Foto dall’esterno, (d) aVOID trainata da un auto,
(e) Foto dell’interno con bagno in okumè, (f) Foto dell’interno con tavolo da pranzo, (g) Foto dell’interno con letto montato da
https://drive.google.com/drive/folders/1CuoPEnURa Fp15T ctgTfF8crZLt5VbbIm (ultimo accesso 16 Dicembre 2019)
Figura 145. Bauhaus Campus, Tiny100 by Van Bo Le-Mentzel, da https://www.businessinsider.de/leben/wohnen/wir-haben-die-tiny-town-inberlin-besucht-um-zu-sehen-ob-sich-der-tiny-house-trend-jemals-durchsetzen-wird-2018-7/ (ultimo accesso 7 Marzo 2020)
Figura 146. Tiny100: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 147. Bauhaus Campus, Tiny100: (a,b) Interni, da https://positivr.fr/tiny-house-berlin-100-euros-mois/ (ultimo accesso 7 Marzo 2020)
Figura 148. Van Bo Le-Mentzel, Tiny100: Schizzo progettuale degli interni, da https://positivr.fr/tiny-house-berlin-100-euros-mois/ (ultimo
accesso 7 Marzo 2020)
Figura 149. Riku Kylä, KODA Light Float, da https://www.businessinsider.com.au/floating-tiny-home-assembled-in-one-day-2019-3 (ultimo
accesso 7 Marzo 2020)
Figura 150. KODA Light Float: (a) Planisfero con geolocalizzazione, (b) Schema della pianta
Figura 151. Riku Kylä, KODA Light Float, da https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/ (ultimo accesso 3 Febbraio 2021)
Figura 152. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del piano terra, da https://newatlas.com/koda-light-float-kodasema/58868/ (ultimo
accesso 3 Febbraio 2021)
Figura 153. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del primo piano adibito a camera da letto, da
https://archive.curbed.com/2019/3/12/18260972/prefab-tiny-house-kodasema-floating (ultimo accesso 3 Febbraio 2021)
Figura 154. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: (a) Foto del soggiorno al piano terra, da https://newatlas.com/koda-light-floatkodasema/58868/ (ultimo accesso 3 Febbraio 2021)
Figura 155. Getter Kuusmaa, KODA Light Float: Dettaglio della cucina, da https://www.businessinsider.com.au/floating-tiny-home-assembledin-one-day-2019-3 (ultimo accesso 3 Febbraio 2021)
Figura 156. Planisfero raffigurante la localizzazione dei casi studio
5. MACROCATEGORIE
Figura 1. Ware Bros. Co., 1862, Foto di un vecchio Conestoga Wagon, da https://www.loc.gov/item/2012645747/ (ultimo accesso 15 Gennaio
2021)
Figura 2. Bain News Service, 1915, Il "Gypsy Van" della famiglia Conklin, da https://loc.gov/pictures/resource/ggbain.19778/ (ultimo accesso
12 Gennaio 2021)
Figura 3. Covered Wagon, 1936, Illustrazione di uno dei modelli offerti dalla Covered Wagon Company in una brochure del 1936, da
https://mobilehomeliving.org/the-history-of-mobile-homes/ (ultimo accesso 13 Gennaio 2021)
Figura 4. Pacemaker, Illustrazioni raffiguranti modelli di roulottes offerti dal produttore americano di trailer Pacemaker: (a) Illustrazione
raffigurante una Tri-Level Mobile Home della Pacemaker risalente al 1956, (b) Illustrazione di uno dei modelli di mobile home tra quelli offerti
dalla compagnia Pacemaker, da https://mobilehomeliving (ultimo accesso 17 Gennaio 2021)
Figura 5. (a) Reginald Hotchkiss, 1941, Trailer park a Washingto, da http://photogrammar.yale.edu/records/index.php?record=fsa1998003833/
PP, (b) Peter Sekaer, 1941, Foto storica di un trailer camp nel Tennessee, da http://photogrammar.yale.edu/records/index.php?record=fsa19980
24174/PP (ultimo accesso 8 Maggio 2020)
Figura 6. Tipologie di Vardo, da http://www.wilsoncamps.com/history.html (ultimo accesso 8 Maggio 2020)
214
Figura 7. Architectural Heritage, Esempio di Burton Wagon (qui un modello originale restaurato), da https://www.architecturalheritage.co.uk/stock/d/a-fully-restored-burton-wagon/222149 (ultimo accesso 8 Maggio 2020)
Figura 8. Foto d’epoca ritraente un Reading Wagon, da https://www.liverpool.ac.uk/library/sca/colldescs/gypsy/photoind.htm (ultimo accesso
10 Maggio 2020)
Figura 9. Wide Path Camper: (a,b) Foto dell’involucro esterno, (b,c) Foto del Wide Path Camper con scorci sull’interno e tavolo da pranzo
esterno, da https://www.widepathcamper.eu/ (ultimo accesso 10 Maggio 2020)
Figura 10. Kevin Cyr, Camper Bike: (a) Foto a tre quarti del camper in movimento, (b) Illutrazione a colori del Camper Bike di Kevin Cyr, (c)
Foto laterale del camper in movimento, da https://www.kevincyr.net/camper-bike (ultimo accesso 10 Maggio 2020)
Figura 11. (a) Illustrazione di vari modelli della roulotte Argosy 26 con relativo peso del trailer, (b) Copertina di Febbraio 1936 della rivista Life
(dal libro Trailer Travel: A Visual History of Mobile America di Bryan Burkhart), da https://mobilehomeliving.org/1936-mobile-homes/ (ultimo
accesso 15 Gennaio 2021)
Figura 12. Kodasema, 2016, KODA by Kodasema, da https://www.domusweb.it/en/architecture/gallery/2020/06/12/the-speed-and-costeffectiveness-of-prefabricated-buildings.html (ultimo accesso 28 Gennaio 2021)
Figura 13. Margarete Schütte-Lihotzky, 1926, Frankfurt Kitchen: Disegno prospettico, da https://hiddenarchitecture.net/frankfurt-kitchen/
(ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 14. Thornbury W., 1873, Stampa raffigurante la Nonsuch House a pagina 18 di “Old and new London: a narrative of its history, its
people, and its places: Volume 2”, da https://archive.org/details/oldnewlondonanar02thor/page/18/mode/2up (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 15. (a) A. Maulde e Co., 1889, Locandina dell’inaugrazione dell’EXPO del 1889, da https://notiziarte.com/2020/09/09/la-tour-eiffel-ilmonumento-simbolo-di-parigi-storia-e-curiosita/, (b) Alexandre Gustave Eiffel, Progetto per il Monumento Commemorativo dell’EXPO del
1889, da https://www.lofficiel.com/pop-culture/incontournable-la-tour-eiffel-fete-ses-130-ans (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 16. 1966, Foto del cantiere di Habitat 67 in costruzione (Safdie Architects), da https://www.abitare.it/it/eventi/2017/08/02/habitat-67moshe-safdie-mostra/ (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 17. (a) A Secret History of American River People, Vecchia foto ritraente una Shantiboat e la famiglia che la abitava, da
https://peoplesriverhistory.us/project/history/, (b) MOHAI (Museum of History and Industry di Seattle), Foto storica raffigurante una Houseboat
del 1905 a Seattle, (c) UW Special Collection, Foto risalente agli anni 10 di una Houseboat sulle acque del Lake Washington nei pressi di
Madison Park, da https://www.historylink.org/File/9507 (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 18. Chicago Tribune, (a) Vista della Houseboat City di Chicago dall’Irving Park Road Bridge nel 1936, (b) Alcune Houseboats a sud
dell’Irving Park Road Bridge nel 1948, da https://news.wttw.com/2017/11/08/ask-geoffrey-history-houseboats-chicago-river (ultimo accesso 1
Febbraio 2021)
Figura 19. Iwan Baan, Villa Vals: (a) Esterno dell’edificio, (b) Vista delle montagne, da
https://www.archiportale.com/news/2010/01/architettura/villa-vals-firmata-search-cma_17549_3.html (ultimo accesso 2 Febbraio 2021)
Figura 20. Iwan Baan, Villa Vals: (a) Foto notturna di Villa Vals, da https://www.area-arch.it/villa-vals/, (b) Vista dell’edificio dall’esterno, da
https://www.edilportale.com/news/2016/03/progettazione/vivere-sotto-terra-dieci-esempi-di-strutture-ipogee_50917_17.html (ultimo accesso 5
Maggio 2020)
Figura 21. BCHO Architects, Sugokri Earth House, da http://www.bchoarchitects.com/ws/?projects=jedong-ranch-meditationspace&epik=dj0yJnU9YzExU3BSeHhvVk1XWE16MlgtbVFfMjgtSVN5c0VVa2QmcD0wJm49TnRWTVZadW5WX2o3T3ZhYjVlcjdGdyZ0P
UFBQUFBR0FaWDQ0 (ultimo accesso 11 Giugno 2020)
Figura 22. John Lewis Marshall, 2011, Dutch Mountain House, da https://www.archdaily.com/213884/dutch-mountain-denieuwegeneratie
(ultimo accesso 2 Febbraio 2021)
Figura 23. Die Gartenlaube, 1887, Illustrazione di una vecchia casa sull’albero, da https://www.wallswithstories.com/uncategorized/history-ofthe-treehouse.html (ultimo accesso 2 Febbraio 2021)
Figura 24. Precht, 2019, in https://www.dezeen.com/2019/06/21/bert-modular-treehouse-prechtminions/?utm_medium=email&utm_campaign=Dezeen%20Weekly%20627&utm_content=
Dezeen%20Weekly%20627+CID_acad69420bf41349a5191ac051ce6f85&utm_source=Dezeen%20Mail&utm_term=Bert%20modular%20treeh
ouse%20designed%20to%20look%20like%20cartoon%20characters (ultimo accesso 19 Dicembre 2020)
Figura 25. (a,b) Peter Lundström, Mirrorcube by Tham & Videgård Arkitekter, (c) The Bird’s Nest by Inrednings Gruppen, da
https://insafari.it/destination/tree-hotel-lapponia/ (ultimo accesso il 2020), (d) Johan Jansson, The 7th room by Snøhetta, da
https://www.floornature.it/snohetta-treehotel-7th-room-una-vacanza-sullalbero-12941/, (e) Massimo Crivellari, Pigna by Claudio Beltrame and
Luca Beltrame: dettaglio del balcone, (f) Ulderica Da Pozzo, Pigna: Foto della struttura immersa nella foresta (g) Claudio e Luca Bletrame,
Pigna: Foto del contest innevato, da https://www.archdaily.com/881097/pigna-architetto-beltrame-claudio (ultimo accesso 2 Marzo 2021)
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8. LA TINY HOUSE: VANTAGGI, LIMITI E POTENZIALITA’
Figura 1. Cutwork, 2019, Cortex Shelter by Cutwork: (a) Vista verso l’interno, (b) Foto dell’esterno, da
https://www.dezeen.com/2019/09/17/cortex-shelter-cutwork-refugee-architecture/ (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 2. Wu Qingshan, 2018, (a,b,c) MARS Case by OPEN Architecture, da https://www.archdaily.com/903198/open-architecture-and-xiaomiunveil-mars-case-housing-prototype-at-china-house-vision-2018 (ultimo accesso 1 Febbraio 2021)
Figura 3. Schema dei vantaggi, dei limiti e delle potenzialità relativi alla micro abitazione
216