Nothing Special   »   [go: up one dir, main page]

Academia.eduAcademia.edu

Introduzione a Silenzio, Polifonia di Dio, a cura di Dariusz Kowalczyk e Barbara Aniello

17 SILENZIO, POLIFONIA DI DIO A cura di BARBARA ANIELLO e DARIUSZ KOWALCZYK SILENZIO, POLIFONIA DI DIO Atti del Convegno (Pontificia Università Gregoriana, Roma-Civita di Bagnoregio 7-9 Marzo 2019) A cura di BARBARA ANIELLO e DARIUSZ KOWALCZYK 2020 INTRODUZIONE Silenzio: un approccio polifonico L’idea di organizzare un Convegno sul Silenzio potrebbe suonare forse paradossale. Eppure esattamente questa è stata la sfida lanciata dagli organizzatori del simposio, promosso dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana, che si è svolto dal 7 al 9 marzo 20191. Volutamente ambientato all’alba del tempo quaresimale, subito dopo il mercoledì delle Ceneri, il tema del convegno, Silenzio, polifonia di Dio, scaturisce dall’esigenza di interrogarsi sul significato del silenzio nella vita della Chiesa e di ciascun cristiano. Articolato in cinque sezioni, distribuite in due giornate, intitolate ascoltare, parlare, pensare, guardare, pregare il silenzio e dedicate rispettivamente alla musica, alla teologia biblica, alla teologia dogmatica, alla filosofia, alle arti visive, alla spiritualità, il Convegno si è prolungato in una terza giornata, destinata a Civita di Bagnoregio. Ideato sulla base dell’imperativo ignaziano gustare il silenzio, quest’ultimo momento, sulle tracce di San Bonaventura, ha permesso di passare dall’indagine teorica all’esperienza vissuta nella S. Messa e nell’Adorazione, a cura della Fraternità della SS. Vergine Maria. Controcanto dell’esperienza spirituale è stato l’ascolto delle Suites di Bach, offerto dal concerto del M° Mario Brunello, incorniciato dalla vista singolare del borgo sospeso sui calanchi. I testi che seguono sono frutto di riflessioni accademiche, nella prima parte, e di testimonianze e meditazioni, nella seconda, nate a partire da esperienze di vita e di preghiera di uomini e donne della Chiesa. Ai testi dei relatori del Convegno si aggiungono saggi e riflessioni di autori non presenti all’evento, ma che ————————— 1 Il comitato organizzativo del Convegno Silenzio, polifonia di Dio, composto da Dariusz Kowalczyk s.j., Barbara Aniello, Emanuela Zurli e Bernadeta Jojko, ha lavorato da Giugno 2017 a Marzo 2019. 12 Silenzio, polifonia di Dio completano la pubblicazione. Abbiamo voluto corredare il libro di contenuti multimediali che raccontassero alcuni momenti speciali, altrimenti non fruibili, come la magnifica lezione-concerto sul silenzio in musica, tenuta dal M° Brunello all’inaugurazione del Convegno e l’esperienza delle guide sordomute dei Musei Vaticani. Come armonizzare saperi e metodi tanto diversi? Come non scadere in una monotona sovrapposizione di indagini e conclusioni? Come non disperdersi nei diversi approcci metodologici, con l’obiettivo di arrivare ad un’unica mèta, condividendo esperienze e ricerche tanto complesse e profonde? Il filo rosso che ha permesso di oltrepassare queste perplessità è senza dubbio la parola polifonia. Se unica è la partitura che solcano, intrecciandosi, le diverse voci che compongono la sinfonia, in modo che giunga all’orecchio un suono unico e allo stesso tempo plurimo, così il moltiplicarsi delle voci dei diversi relatori, dovute ad una complessa rete di provenienze, linguaggi, orientamenti, ha generato nell’uditore un armonioso senso di unità nella complessità. Nell’amalgama di accenti, timbri e sfumature diverse, i molteplici «strumenti musicali» di quest’occasionale e composita «orchestra», fatta di accademici, artisti e mistici, hanno armonizzato suoni e silenzi, intonandosi al «diapason» di Dio. Per entrare nella vera conoscenza occorre superare le artificiali barriere tra i diversi saperi e, pur mantenendo le specificità linguistiche, è possibile percorrere trasversalmente le singole discipline. I diversi punti di partenza, teologico, musicale, spirituale, biblico, iconografico, storico-artistico, museale, pastorale non sono stati di ostacolo, anzi hanno rappresentato un arricchimento reciproco. Proprio quest’approccio trans-disciplinare ha trasformato l’universitas in quell’uni(di)versitas che punta ad una conoscenza sempre più integra e integrata, capace di restituire l’uomo alla sua vera vocazione. Riflettere sul silenzio tutti insieme ha permesso di attingere all’obiettivo auspicato dalla costituzione apostolica Veritatis Gaudium che, come ricordato nel suo saluto inaugurale dal Padre Rettore, Nuno da Silva Gonçalves, «è quello della contemplazione e dell’introduzione spirituale, intellettuale ed esistenziale nel cuore del kerygma, e cioè della sempre nuova e affascinante lieta notizia del Vangelo di Gesù» (VG 4a). Siamo certi che, inseguendo unidirezionalmente la specializzazione della scienza, ci si disperda e ci si allontani dalla vocazione all’unità. Per questo, sia a livello di contenuto che di metodo, il principio che ha animato il Convegno è Silenzio, polifonia di Dio 13 stato quello dell’«unità del sapere» nel rispetto della «diversità delle espressioni» (VG 4c). Come la silenziosa Trinità è unica e molteplice, così la conoscenza per essere efficace deve agire stabilendo relazioni, gettando ponti, generando reciprocità e concordia. Affrontare il tema del Silenzio è stato ambizioso, meraviglioso e sorprendente. Ambizioso perché erano inevitabilmente coinvolte questioni profonde, riguardanti il progetto di Dio nella Creazione, l’uomo in bilico tra le vette dell’estasi e l’abisso della notte dell’anima, la fecondità della preghiera tacita, l’origine della pratica del silenzio nella nascita dei monasteri, l’eucaristia come perfetta forma di preghiera, la liturgia silenziosa, il forte legame tra Incarnazione e Apocalisse, l’escatologia. Meraviglioso perché siamo giunti come in un foyer da diverse porte, superando punti di vista e ambiti originariamente altri. Sorprendente perché in questo «liquido amniotico»2 del silenzio hanno galleggiato fianco a fianco, consacrati e laici, agnostici e missionari, giornalisti ed eremiti, per tre giorni annullando le loro differenze, silenziando le polemiche e smussando le asperità, senza mettere da parte le proprie convinzioni, ma condividendole con gli altri, non isolandosi, ma entrando in una dimensione verticale ed orizzontale, ascetica e missionaria insieme, che è poi la dimensione della croce, segno di contraddizione, che unisce e che salva la nostra amata Chiesa. Allora la bellezza di un suono pieno, unico ma ricco di voci, di una Chiesa unita e plurale, ci ha permesso e ci permetterà di sfiorare Dio. Solo così pronunceremo tremando insieme al sacerdote sull’altare — dopo un adeguato silenzio — «Ecco il mio corpo, ecco il mio sangue»3. Dariusz Kowalczyk SJ Barbara Aniello ————————— 2 L’espressione è del M° Mario Brunello, cf. Contenuti multimediali «Mario Brunello». L’immagine è del Cardinal Sarah, in risposta ad una domanda nel dibattito successivo alla sua prolusione. Cf. https://www.youtube.com/watch?v=SgWflZ-8OsIM&t=3406s [consultato il 12 giugno 2019]. 3