2019, Il Manifesto
La psicoanalisi nasce, con Freud, sulle ceneri del vincolo causale di Hume: da un punto di vista psichico "dopo di questo" non significa "a causa di questo" ma "a causa di quell'altro", e forse di altro ancora. Le psiconevrosi, scopre Charcot, sono morbi "sine materia", non "sine causa". E tuttavia, aggiunge Freud, l'inconscio non è una causa qualunque localizzabile con precisione spazio-temporale. L'inconscio è la causa invisibile di tutta la vita psichica e, che sia invisibile, significa che è fisica senza essere organica. L'inconscio è una causa diffusa, "allargata" suggerisce di dire Laplanche nei due volumi appena pubblicati da Mimesis: La sessualità allargata nel senso freudiano (trad. Alberto Lucchetti, pp. 308, € 24,00) e Nuovi fondamenti per la psicoanalisi La seduzione originaria (trad. Alberto Lucchetti, pp. 189, € 18,00). L'inconscio sessuale è infatti, a un tempo, una causa psichica e fisica, interna ed esterna, familiare e ignota, proprio come il primo altro con cui, nell'infanzia, abbiamo a che fare. Nel Progetto del 1895 Freud lo chiama "Nebenmensch" e lo presenta come il soccorritore-malevolo, il prossimo-estraneo: dunque come un altro ambiguo, perturbante dirà nel 1919. E che lo sia allo stesso modo dell'inconscio, "luogo" in cui i contrari si mescolano esibendo una logica che non è quella classica, non deve stupire: il primo inconscio, l'inconscio "all'inizio", è sempre l'inconscio dell'altro. Laplanche lo scrive con la "a" minuscola per distinguerlo dal grande Altro lacaniano-troppo astratto e impersonale-e per correggere un certo solipsismo di cui sarebbe colpevole Freud: l'intrapsichico, spiega, è il prodotto della relazione con un altro esterno e questa relazione è primaria. Iscrivendosi nel solco del pensiero francese del secondo '900, Laplanche afferma il primato dell'altro sull'io e fa di questo primato il perno del compimento della rivoluzione copernicana intrapresa da Freud. La sessualità infantile, afferma, non è né solamente biologica né esclusivamente endogena perché, se così fosse, il centro di quell'Ego che, sotto i colpi della "giovane scienza", ha perduto progressivamente tutti i suoi privilegi (autonomia, trasparenza auto-fondatezza), resterebbe comunque garantito. Fedele allo spirito copernicano della psicoanalisi e, forse persino più realista del re, Laplanche ha insistito sul primato dell'altro nella formazione dell'anima umana. La psiche, dice, non è una monade idraulica perché, dal punto di vista sessuale, l'essere umano "gravita attorno all'altro". La teoria della seduzione generalizzata, ossia il contributo che Laplanche ha offerto alla psicoanalisi freudiana, è la teoria elaborata per render conto di questa gravitazione. Se la pensa come universale è perché la sessualità con cui si misura la sua teoria è più estesa rispetto a quella "precoce" cui Freud ricorre, fra il 1893 e il 1897, per spiegare l'isteria. La sessualità che interessa Laplanche è fantasmatica più che biologica, polimorfa più che perversa e, soprattutto, indifferente alle esigenze della procreazione. La battezza "sexuale" per sottolineare che viene prima della differenza dei sessi e dei generi e per rimarcarne il carattere anarchico. La seduzione che la concerne, pertanto, non può essere quella freudiana, almeno nella accezione che ipotizza l'abuso del figlio da parte del genitore. Se la gravitazione è universale è perché la seduzione è l'azione della sessualità allargata all'interno di quella che Laplanche chiama "situazione antropologica fondamentale". Convinto che la seduzione sia il fatto più primitivo, Laplanche sostituisce al padre pedofilo della teoria della seduzione di Freud e alla madre necessariamente seduttrice degli anni in cui questa teoria viene ripensata, una situazione più universale. La seduzione, spiega, in tanto è originaria in quanto si fonda su "una situazione a cui l'essere umano non può sfuggire". Laplanche la definisce "antropologica" perché riguarda ognuno di noi e "fondamentale" nella misura in cui ci determina come umani. Per Laplanche, la seduzione è antropogenetica e l'aggettivo "fondamentale" è addirittura pleonastico. Seguendo Kant, lo psicoanalista francese intende l'attributo antropologico come il pensiero dei fondamenti radicali dell'essere umano e, fra questi, il più essenziale è che l'uomo nasce in un mondo sessuale che eccede strutturalmente le sue capacità di farvi fronte. L'omeostasi dell'infans è fatalmente turbata dalla sessualità incosciente del caregiver ed è per questo che, malgrado la simultaneità dell'interazione fra i due, il disequilibrio è inevitabile. Pur prevedendo una reciprocità nella forma dell'attaccamento, la relazione adulto-bambino si alimenta, per Laplanche, di un'asimmetria insopprimibile: l'inconscio è appannaggio di uno solo, l'adulto, il quale, perciò, è un seduttore. La comunicazione tra adulto e infans è unilaterale: i messaggi dell'adulto sono privi di destinatario perché il ricevente, assieme al suo inconscio, sorgeranno après-coup, a cose fatte e