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La Cinematografia pubblica nel regime fascista

2016, Fascismo e società italiana. Temi e parole chiave

L’integrazione dei dati archivistici nel più vasto solco della letteratura e della ricerca contemporanea, ribadisce tuttavia la tesi storiografica della dittatura fascista come “totalitarismo imperfetto”, al fondo incapace – malgrado esplicite velleità ed intenzioni – di elaborare una propria estetica monolitica, né tantomeno di andare oltre all’imposizione di stilemi esteriori (divieti, censure, incentivi, pressioni) nei confronti del settore cinematografico, per il quale nella pratica resterà sempre disponibile uno spazio per la “fronda interna” e un certo margine di astensione dalla partecipazione attiva alla prosopopea del regime. Le carte restituiscono le coordinate operative di una cinematografia fascista che si organizza prioritariamente attorno agli aspetti divulgativo-giornalistici, lasciando sostanzialmente ad una legge di mercato temperata da un tutoraggio paternalista, l’indirizzo dell’industria commerciale e d’intrattenimento. Difatti, lungi dal potere (per mancanza di risorse e di visioni gestionali univoche) e dal volere (nella convinzione che una propaganda smaccata e onnipresente fosse infine nociva alla creazione di un consenso diffuso) prendere il totale e diretto controllo della produzione filmica nazionale, il regime si premura inizialmente di uniformare alle proprie esigenze solo le branche cinematografiche che afferiscono all’informazione di massa ed all’educazione popolare.

OttocentoDuemila, collana di studi storici e sul tempo presente dell’Associazione Clionet, diretta da Carlo De Maria Italia-Europa-Mondo, 2 In copertina: La Sala dei cimeli del fascismo alla Rocca delle Caminate, 1933-40 circa (Biblioteca comunale di Fo lì, A chi io oto aico Carlo De Maria (a cura di) Fascismo e società italiana Temi e parole-chiave BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Bologna 2016 La pubblicazione di questo volume è promossa dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di ForlìCesena e dall’Associazione di ricerca storica Clionet, con il contributo di Atrium Forlì e il patrocinio del Comune di Forlì Assessorato alla Cultura, Politiche giovanili, Pari opportunità. ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA E DELL'ETÀ CONTEMPORANEA DI FORLÌ-CESENA Comune di Forlì Pro etto raico BraDypUS ISSN: ISBN: - - - - Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0. BraDypUS Editore via Aristotile Fioravanti, 72 40129 Bologna CF e P.IVA 02864631201 http://bradypus.net http://books.bradypus.net info@bradypus.net Fascismo e società italiana Temi e parole-chiave INDICE GENERALE 5 Introduzione, Carlo De Maria 11 Architettura, Matteo Troilo 35 Bambini, Fabio Montella 57 Biblioteche, Carlo De Maria 83 Bo iica, Francesco Di Bartolo 97 Censura libraria, Carlo De Maria 121 Ci e atograia, Domenico Guzzo 141 Colonie di vacanza, Roberta Mira 149 Cooperative, Tito Menzani 163 Doni (a Mussolini), Maria Elena Versari 181 Editoria, Alberto Ferraboschi 195 Eugenetica, Gabriele Licciardi 205 Fascismo rurale, Mattia Brighi 221 Ferrovie, Fabio Casini 229 Istituti tecnici industriali, Carlo De Maria 247 Lavoro, Gilda Zazzara 263 Migrazioni, Luca Gorgolini 271 Oppositori, Fiorella Imprenti 281 Parole (Iscrizioni), Maria Elena Versari 297 Precursori, Alessandro Luparini 307 Psichiatria, Francesco Paolella 317 Romagna, Mario Proli 345 Scuola, Alberto Gagliardo 361 Sindacalismo, Marco Masulli 373 Sport, Fabrizio Monti 387 Università, Simona Salustri 399 Gli autori 403 Indice dei nomi Fascismo e società italiana. Temi e parole-chiave a cura di Carlo De Maria Bolo a B aDypUS ISBN 978-88-98392-48-3 pp. 121-140 Ci e ato raia DOMENICO GUZZO . La ci e ato raia ell’orizzo te ascista: la allita costruzio e di u a prosse ica di re i e i u totalitaris o i per etto In virtù della sua natura intrinsecamente comunicazionale ed empatica rispetto a un pubblico di massa1, la ci e ato aia si p opose al ascis o co e u o straordinario medium di veicolazione propagandista verso una società che s’intendeva inquadrare e indottrinare nell’ambito di una novella mistica nazionale2. La setti a a te – i cui ca o i estetici e etodolo ici e a o pe alt o a co a i co so di dei izio e e li a i a le due ue e3 – pareva in sostanza contenere quegli attributi di attrattività e fruibilità universale indispensabili per trasmettere nel corpo sociale l’immagine della modernizzazione alimentata dal fascismo4. 1 Pote zialità ià chia a a li albo i, c . I lue za sociale del ci e ato a o, i ato aica , , . , pp. - . Ri ista Fo o-ci e- Si eda o: Gia Pie o B u etta, Miti, modelli e organizzazione del consenso nel cinema fascista, Bologna, Consorzio di pubblica lettura, 1976; Mino Argentieri, L’occhio del regime. Informazione e propaganda nel cinema del fascismo, Firenze, Vallecchi, 1977; Jean-Antoine Gili, Stato fascista e ci e ato aia. Rep essio e e p o ozio e, Ro a, Bulzo i, ; Da iela Ma etti, Un’arma podeosissi a . I dust ia ci e ato aica e Stato du a te il ascis o 9 - 9 , Milano, FrancoAngeli, 2012. 2 F a i teo ici che a io e te i lue ze a o la discipli a ci e ato aica italia a i uesti a i di o azio e , ci sa a o Béla Balàzs c . Der Sichtbare Mensch: oder, die Kultur des Films, 1ie a-Lipsia, Deutsch-Öste eichische 1e la , e 1se olod Pudo ki c . Fil e o oil : il so etto, la di ezio e a tistica, l’atto e, il il so o o, Ro a, Le edizio i d’Italia, . 3 Si eda o: Philip 1. Ca ist a o, Il cinema italiano sotto il fascismo, i Sto ia Co te po a ea , 1972, n. 33 pp. 413-463; James Hay, Placing Cinema, Fascism and Nation in a Diagram of Italian 4 122 Fascismo e società italiana L’integrazione dei dati archivistici5 nel più vasto solco della letteratura e della ice ca co te po a ea, ibadisce tutta ia la tesi sto io aica della dittatu a ascista co e totalita is o i pe etto , al o do i capace – al ado esplicite velleità ed intenzioni – di elaborare una propria estetica monolitica, né tantomeno di andare oltre all’imposizione di stilemi esteriori (divieti, censure, incentivi, p essio i ei co o ti del setto e ci e ato aico, pe il uale ella p atica este à se p e dispo ibile u o spazio pe la o da i te a e u ce to a i e di astensione dalla partecipazione attiva alla prosopopea del regime6. . L’aporia o da e tale della propa a da audiovisiva del re ie: l’iscrizio e della ci e ato raia di Stato ell’alveo del liberalismo monarchico Le ca te estituisco o le coo di ate ope ati e di u a ci e ato aia ascista che si organizza prioritariamente attorno agli aspetti divulgativo-giornalistici, lasciando sostanzialmente ad una legge di mercato temperata da un tutoraggio paternalista, l’indirizzo dell’industria commerciale e d’intrattenimento7. Difatti, lungi dal Modernity, i qa ueli e Reich e Pie o Ga o alo a cu a di , Re-Viewing Fascism. Italian Cinema 19221943, Boommington, Indiana University Press, 2002; Vito Zagarrio, Ci e a e ascis o: il , odelli, immaginari, Venezia, Marsilio, 2004. Per una lettura interna e coeva: Il cinema come arte civilizzatrice (inchiesta fra gli intellettuali della nuova Italia), i Ri ista i te azio ale del ci e a educato e , 1933, n. 6, pp. 427-450. I uesta sede si s utte à i pa ticola odo il o do Giaco o Paulucci di Calboli Ba o e , co servato presso l’Archivio di Stato di Forlì-Cesena. Cfr. Saverio Amadori, Archivio Paulucci di Calboli, i Ma co Pizzo e Gab iele D’Autilia a cu a di , Fonti d’archivio per la storia del Luce 1925-1945, Roma, Archivio storico Luce, 2004, pp. 99-235. Su Giacomo Paulucci di Calboli Barone, si veda: Giovanni Tassani, Diplomatico tra due guerre. Vita di Giacomo Paulucci di Calboli Barone, Firenze, Le Lettere, 2012. 5 Si eda: Claudio Biso i, Fascismo e cinema. Dal paradigma della propaganda al paradigma della soggettivazione politica: una proposta di rilettura, intervento al seminario internazionale Retòricas do poder. Arte e propaganda nos fascismos da Europa do Sul (20-21 settembre 2007, Lisbona), disponibile presso il link: http://amsacta.unibo.it/2916/. Si veda anche: Gian Piero Brunetta, Cent’anni di cinema italiano, Roma-Bari, Laterza, 2004, pp. 179-190. 6 Si eda: Al o so 1e tu i i, La politica ci e ato aica del e i e ascista, Roma, Carocci, 2015. Sugli aspetti propriamente industriali, si vedano gli ormai classici: Libero Bizzarri e Libero Solaroli, L’i dust ia ci e ato aica italia a, Firenze, Parenti Editore, 1958; Gian Piero Brunetta, Cinemato aia co e i dust ia, in AA.VV., L’economia italiana tra le due guerra: 1919-1939, Milano, Ipsoa, 1984, pp. 320-322. 7 Domenico Guzzo, Ci e atograia 123 pote e pe a ca za di iso se e di isio i estio ali u i oche 8 e dal volere (nella co i zio e che u a p opa a da s accata e o ip ese te osse i i e oci a alla c eazio e di u co se so difuso 9 prendere il totale e diretto controllo della p oduzio e il ica azio ale, il e i e si p e u a i izial e te di u i o a e alle p op ie esi e ze solo le b a che ci e ato aiche che afe isco o all’i o azione di massa ed all’educazione popolare. In questo senso, già agli albori della svolta dittatoriale si dà avvio ad una vasta operazione di razionalizzazione coatta di quel frammentato comparto di società private che sin dagli anni Dieci hanno tentato co a e o tu e di c ea e u e cato della pellicola didattica 10: a stretto giro di posta dalla co cessio e dei p i i pat oci i uficiali11, si passa infatti all’individuazio e el Si dacato ist uzio e ci e ato aica Sic del uo o b accio ope ativo dello Stato12. Fondato da pochi mesi dal giornalista e avvocato Luciano De Feo – co e casa di p oduzio e pe docu e ta i scie tiici ed et o aici – il Sic ie e dapprima trasformato in un organismo a ingente partecipazione pubblica (settembe e poi azio alizzato l’a o se ue te i ualità di e te o ale, a e te co e scopo «la difusio e della cultu a popola e e della ist uzio e e e ale pe ezzo delle isio i ci e ato aiche esse i co e cio alle i i e co dizio i di e dita possibile o dist ibuite a scopo di be eicie za e p opa a da azio ale e pat iottica»13. Ribattezzato astutamente L’U io e Ci e ato aia Educativa, per impiegare l’evocativo acronimo di Luce, la direzione esecutiva viene lasciata nelle mani del De Feo14, mentre ai vertici presidenziali sono demandati due diplomati- 8 Sulla a issi a c isi i cui e a sp o o data l’i dust ia ci e ato aica italia a e li a i 1e ti, sco a ia do u i te e to politico-i a zia io dello Stato, si eda o: Aldo Be a di i e 1itto io Martinelli, Il cinema italiano degli anni Venti, Bologna, Assessorato alla cultura del comune di Bologna, 1979; Paolo Cherchi Usai, Les derniers jours de la cinématographie italienne, in AA.VV., Retour aux années 20, Les Cahie s de la Ci é athè ue , , . , pp. - . Su uesto o ie ta e to acco to i a bito ass- ediale, pesa a o te e te la se sibilità io alistica del Mussoli i. Si eda: Re zo De Felice a cu a di , Mussolini giornalista, Milano, Bur, 2001. Il Duce dimostrò, tuttavia, una capacità e una volontà di controllo molto inferiore per quello che sa à della cost uzio e del culto ico o aico e si bolico . Si eda: Si o etta Falasca Za po i, Lo spettacolo del fascismo, Soveria Mannelli, Rubettino, 2003. 9 10 Si eda: Robe to Fa é, Il cinema educatore, i Studiu Educatio is , , . . 11 C . Ci cola e co o etto I.I.P.L. Istituto Italiano di Proiezioni Luminose a i a di S.E. Be ito Mussolini – Ministro degli Esteri, 29 febbraio 1924, in Archivio di Stato di Forlì-Cesena (d’ora in poi, As c , A chi io della a i lia Paulucci di Calboli-Fo do Giaco o Paulucci di Calboli Ba o e d’o a i poi, AGPdCB , b. , asc. M.se Paulucci. Istituto Naz.le Luce . 12 Si eda: Lucia o De Feo, Come nacque l’Istituto Nazionale Luce, i 20-21. Re io dec eto le 1926. 13 Si eda: Fia Studi Sto ici , 14 e . del o e be , co Lo Sche e tito ella le e . o, , . , pp. del a zo a Lussa a, Cinema “educatore”. Luciano De Feo direttore dell’Istituto L.u.c.e., in , . , pp. . 124 Fascismo e società italiana ci di p o essio e, di e uti co is d’État el uo o e i e, co e Giuseppe De 15 Michelis ed il ost o Giaco o Paulucci di Calboli. U peculia e i p i ti anageriale”, che profonda incidenza avrà sulla connotazione della relazione tenuta dall’Istituto Luce nei confronti dell’apparato fascista in via di irreggimentazione16. Guidata infatti da esponenti di una area socio-ideologica extra-fascista – liberali monarchici formatisi nelle articolazioni estere dello Stato, che hanno aderito razio al e te al ussoli is o sco e do i u atto e sto ico di a i e a tibolscevico e di completamento della costruzione nazionale post-risorgimentale17 – la gestione dell’Istituto Luce sarà sin da subito improntata ad un economicismo tecnocratico e ad una vocazione più internazionale che domestica18: paradossalmente, il primo esperimento al mondo di avocazione nelle mani del potere pubblico dell’educazio e il ica e della c o aca ci e- io alistica – il Luce di e ta el u ico o a o tec ico ci e ato aico al se izio dello Stato 19 – viene afidato a i u e est a ee all’appa ato del P e st etta e te le ate al passato ante-marcia20. Le ragioni di questa atipica strutturazione risalgono al ruolo giocato dal abi etto del Mi iste o Afa i este i el p edispo e le co dizio i pe la statalizzazio e di u e te di ci e ato aia pubblica: Giaco o Paulucci di Calboli, a capo di uella st uttu a si dal , si di ost a i efetti capace dapp i a di i te cede e eficace e te p esso Be ito Mussoli i che p esiede la Fa esi a ad interim i a o e del suo protégé Luciano De Feo21 e poi di porsi quale referente unico del neonato Istituto nei confronti del Duce – sotto la cui diretta dipendenza il Luce viene posto – cortocircuitando del tutto il funzionariato di partito, anche ua do il De Michelis ie e sostituito alla P eside za dal ascistissi o Filippo C e o esi , ià o e ato e di Ro a22. Si eda: Ma ia Rosa ia Ostu i, De Michelis Giuseppe, in Dizio a io bio aico de li italia i, vol. 38, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, 1990. 15 16 C . As c, AGPdCB, b. , bis e . Si eda: Da iela Cala ca, Bianco e nero. L’Istituto Nazionale Luce e l’immaginario del fascismo (1924-1940), Bologna, Bononia University Press, 2016. Su uesto ilo e politico che soste à l’afe azio e del e i e ascista, si eda: Lui i Sal ato elli, Nazionalfascismo, Torino, Piero Gobetti editore, 1923. Per una visione più ampia della fascinazioe ascista co e cost utto e della azio e , si eda: Paul Co e , Riformismo e fascismo. L’Italia fra il 1900 e il 1940, Roma, Bulzoni, 2002. 17 Si eda: Pie lui i E ba io, Istituto Nazionale Luce: A National Company with an International Reach, i Gio io Be telli i a cu a di , Italian Silent Cinema: A Reader, Londra, John Libbey, 2013, pp. 221-231. 18 19 Re io dec eto le e . del e aio . 20 Si eda: E esto G. Lau a, Le stagioni dell’aquila. Storia dell’Istituto Luce, Roma, Ente dello Spettacolo, 2000, pp. 11-24. C . Ca te io a Lui i De Feo e Giaco o Paulucci di Calboli Ba o e, As c, AGPdCB, b. , asc. Istituto Nazio ale Luce . 21 22 a zo - lu lio , Si eda: C isti a F atello i, Cremonesi Filippo, in Dizio a io bio aico de li italia i, vol. 30, Domenico Guzzo, Ci e atograia 125 P i a testi o ia za della al soppo tazio e ella o e clatu a litto ia di tale eccentricità dell’Istituto, sostanzialmente resiliente rispetto alla piega massimalista intrapresa da una dittatura in costruzione, è la serie di articoli al vetriolo apparsa nel 1928, al volgere della Presidenza Cremonesi, sulla rivista ilita te B illa te , ei uali si sti atizza pesa te e te il ca atte e «a- ascista di un ente parastatale che contrariamente al senso comune non difende l’italianità nelle sue pellicole e in cui solo 13 funzionari su 70 hanno la tessera del P », di etto da «u actotu [De Feo] isc itto al pa tito solo ell’ap ile del ’ » e i a che p otetto e di disside ti dichia ati «p o e ie ti da io ali sopp essi d’autorità quali Il Mondo e il Becco Giallo»23. . L’i capacità del re i e ell’elaborare u ’estetica del ascis o e la crisi dell’Istituto Luce a cavallo degli anni Trenta D’altronde, l’iscrizione del Luce nell’alveo diplomatico liberale permea in profondità una linea editoriale che si rivela attenta prioritariamente all’elevazione del a o dell’Italia ascista el co sesso eu opeo – att a e so la difusio e i a bito i te azio ale dell’i a i e di u Paese paciicato e i pie a pali enesi infrastrutturale – e solo in secondo luogo all’ideologizzazione delle masse domestiche24: un esercizio di chiara propaganda certamente, che tuttavia tenta di non sovraccaricare di tensione lo spinoso trapasso dal parlamentarismo alla dittatura, dissolvendo volutamente il fascismo (generalmente dipinto come esp essio e del p o esso e dei alo i della uo a Italia i u pa o a a di curiosità e meraviglie della vita moderna provenienti da tutto il mondo occidentale25. Specchio di un Paese ancora ruralista ed aderente alla Società delle Nazioni SdN , la p oduzio e del Luce lu o li a i 1e ti si ca atte izza du ue pe do- Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, 1984. C . Rasse a sta pa da B illa te ebb aio ebb aio , As c, AGPdCB, b. , asc. Istituto Luce . F a i più ie i o li a ti ascisti, Il Mo do e Il Becco Giallo sa a o sopp essi dal regime fra il gennaio e l’ottobre 1926, mentre i loro fondatori saranno costretti all’esilio (Alberto Gia i i o addi ittu a pestati a o te Gio a i A e dola . 23 Sulle st u e talizzazio i della politica este a pe i alità itopoietiche di politica i te a, durante il primo dicastero mussoliniano alla Farnesina, sono ancora valide le indicazioni del Carocci. Si veda: Giampiero Carocci, La politica estera dell’Italia fascista (1925-1928), Roma-Bari, Laterza, 1969. 24 25 C . Lau a, Le stagioni dell’aquila, cit., p. 79. 126 Fascismo e società italiana cu e ta i dall’alto p oilo tec ico-scie tiico26 e per cine-giornali27 asciutti, nei quali Mussolini gioca solo un ruolo da coprotagonista, di primus inter pares, di i aticabile uo o a se izio del popolo el uad o di u a Italia i ca i o sul nuovo corso littorio: i cinegiornali e i documentari intendevano raccontare da una parte con spirito enciclopedico, dall’altra con la voce del cantore epico, la spinta dell’Italia in cammino verso la modernizzazione, senza mai dimenticare le radici nella tradizione. Così, accanto a titoli come L’Italia di domani, lungometraggio del 1927, o a documentari sul varo del t a satla tico Co te G a de , o a uelli dedicati all’i ie e della casa o ai successi nella lotta contro la tubercolosi, o ai lavori di costruzione della diga di Santa Vittoria in Sardegna, o all’industria idroelettrica italiana, vi sono altri documentari rivolti al mondo contadino28. Un’impostazione essenzialmente pedagogica e positivista, sul momento lontana dal furore fanatico di uno strumento totalitario, che resiste al progressivo irregi e ta si dello Stato. I efetti, o osta te el il Luce e a sottoposto ad 29 un rimpasto radicale dei suoi vertici , con l’intenzione di allineare maggiormente l’o a o di ci e ato aia pubblica all’e oluzio e auto ita ia del e i e30, l’inerzia di fondo della produzione informativa ed educativa non viene granché scalita31: ciò anche perché i due ex uomini forti dell’Istituto, De Feo e Paulucci, i isco o u o dopo l’alt o i uell’Istituto i te azio ale di ci e ato aia educati a Iice – il p i o co e di etto e , il seco do co e p eside te 32 – che grande incidenza avrà sugli indirizzi strategici europei in materia di comunicazione sociale, fra le due guerre 33. Creatura ibrida e singolare Si eda: Si o e Spe duto, Robe to O e nell’Italia fascista, Roma, Herald, 2016. 26 a e l’Istituto Luce: il ci e a scie tiico ed educativo Il Luce i izia a p odu e ci e- io ali dal . Si eda: Fede ico Cap otti, Information Management and Fascist Identity. Newsreels in Fascist Italy, i Media Histo y , 2005, n. 3, pp. 177-191. 27 28 Gia Pie o B u etta, Istituto Nazionale L.U.C.E, in Enciclopedia del cinema, Roma, Treccani, 2003. Alla P eside za ie e de a dato Alessa d o Sa di, u o s uad ista da u zia o che a i ò el Gran Consiglio del fascismo già nell’agosto 1924. La direzione esecutiva passa invece nelle mani di Do e ico Musso, G a de Uficiale dalle aste e t atu e. 29 30 Si eda: A e tie i, L’occhio del regime, cit., pp. 46-51. C . As c, AGPdCB, b. , asc. 1e bali delle Sedute del Co si lio di A i ist azio e. A o I7 e asc. 1e bali delle Sedute del Co si lio di A i ist azio e. A o 7 . Si eda a che: Alessa d o Sardi, Cinque anni di vita dell’Istituto Nazionale L.U.C.E., Roma, Istituto Nazionale Luce, 1930. 31 32 C . As c, AGPdCB, b. ato aia Educati a. , asc. . I.C.E. e asc. P eside te Istituto I te azio ale pe la Ci e- Si eda: Gia Pie o B u etta, Storia del cinema italiano 1895-1945, Roma, Editori Riuniti, 1979, pp. 309-313. 33 Domenico Guzzo, Ci e atograia 127 – egemonizzata dall’Italia al punto da monopolizzarne le nomine apicali e da issa e la sede ope ati a ello stesso co plesso eside ziale del Duce 1illa To lo ia , a o al e te dipe de te dalla Società delle Nazio i – l’Iice asce nel 1928 con il compito di regolare materie altamente tecniche e specializzate, quali la standardizzazione internazionale dei formati produttivi, la metodologia dell’i se a e to audio- isi o e lo s iluppo della teleci e ato aia , a tesignana della televisione odierna34. Per l’appunto giocando su questa ambigua bicefalìa, il De Feo riesce, nonostante la defenestrazione dal Luce, a continuare ad ese cita e da Ro a la sua pote te azio e i a bito di ci e ato aia pubblica, au e ta do – azie all’i ca di a e to ella SdN, di cui il suo ece ate Paulucci è divenuto nel frattempo vice-segretario generale35 – la soglia di protezione rispetto alle persistenti accuse di a-fascismo nei suoi confronti36. I asse za di u a dei ita estetica di e i e – che co ti ua a a di e a si contraddittoriamente fra sciovinismo reazionario e modernismo futurista37 – il Luce al-a i ist ato dalla uo a di i e za dicia o ista al pu to da do e 38 ichiede e u co issa ia e to el bie io e preso alla sprovvi39 sta dall’innovazione tecnologica del sonoro , soccombeva infatti alla proattività dell’Iice, che di co t o – pe di più i adia do p op io da Ro a la p op ia i lue za – a i a a a dei i e p op io i uesti a i standards tecnici e canoni stilistici della ci e ato aia educati a40. Culmine di questa interferenza positivista e sovranazionale è la fondazione della Mostra Internazionale d’arte cinematogra- Si eda; Ch istel Taillibe t, L’Institut international du cinématograhe éducatif. Regards sur le role du cinéma édicatif dans la politique internationale du fascisme italien, Paris, L’Harmattan, 2000. 34 35 Si eda o i ca te i ei co o ti del De Feo e della a i lia Mussoli i, sul te a dell’Iice, e li anni del vice-segretariato a Ginevra, in Tassani, Diplomatico tra due guerre, cit., pp. 131-157. 36 C . Taillibe t, L’Institut international du cinématograhe éducatif, cit., pp. 102-110. C . Falasca Za po i, Lo spettacolo del fascismo, cit., pp. 9-31. Per un inquadramento più vasto, si veda: Ruth Ben-Ghiat, La cultura fascista, Bologna, Il Mulino, 2004. 37 al e sazio i, la co uzio e e li i successi che si difuse o du a te la P eside za Sa di , po ta o o dapp i a al co issa ia e to del Luce elle a i di Ezio Ma ia G ay e poi all’ape tu a di u a i chiesta che sa ci à addi ittu a l’espulsio e del e a ca dal P .C .b Asfc, AGPdCB, b. 247, fasc. 5 et b. 251, fasc. 1. 38 Le Be ché di e uto o a ai di utilizzo co u e i a bito ci e ato aico ià sul i i e de li a i Venti, per la prima macchina sonora acquistata dal Luce bisognerà attendere la primavera 1931. C . As c, AGPdCB, b. , asc. Atti ità Istituto Luce . 39 Il la o o di sta da dizzazio e tec ica dell’Iice si co plete à ella p i a e a del co il I° Congresso internazionale del Cinema educativo Ro a, - ap ile , i ce t ato sulla etodolo ia del ci e-i se a e to popola e, e co i due co e i sull’u iicazio e del o ato a passo idotto si opte à pe il sub sta da d di Bade -Bade a io e St esa iu o . Su li stile i estetici, la a e te i lue zati dalle teo ie so ietiche, si eda: Films culturali, i Ri ista internazionale del cinema educatore”, 1930, n. 3. 40 128 Fascismo e società italiana ica di 1e ezia - a osto , la uale allestita e di etta p op io dall’Iice41, s’i po e subita e te co e la p i cipale et i a eu opea del setto e il ico, i i compresa la categoria del documentarismo d’attualità in cui rientrano anche le opere a carattere divulgativo42. La discrasia fra l’immediato successo della prima edizione del festival e la scarsissima attenzione che il regime riserva ad essa43, testimonia ancora una volta dell’incapacità ad appropriarsi pienamente del mediu ci e ato aico, o osta te i po posi p ocla i ediatici: d’alt a pa te, i primi tentativi dello Stato fascista di andare al di là della mera produzione cinegiornalistica ed educativa44, efettuati co issio a do al p op io o a o tec ico il Luce pellicole di ictio ell’a bito di u ese cizio di p opa a da di etta , e a o isultati disast osi sul pia o eco o ico-i a zia io e edioc i i te i i estetico-comunicazionali. Al di là degli ovvi incensi cortigiani45 e dell’esigenza di promuovere a tutti costi un’opera che non ha precedenti in Italia per impegno distributivo46, la ealizzazio e del il Camicia nera Gio acchi o Fo za o, voluto per celebrare le conquiste del regime nel decennale della rivoluzione fascista, determina per l’appunto un enorme scoperto di bilancio – che getterà il Luce sull’orlo della bancarotta – a fronte di un’accoglienza del pubblico piuttosto tiepida47. Di ta lio ilo-d a atico e didascalico, il il i co t a a poco il gusto comune, che invece chiedeva soprattutto visioni fantasmagoriche, kolossal eroici e grandiose sceneggiature emozionali48. U palese i successo del ci e a litto io che o si pote a spe a e di co - 41 Lucia o De Feo, Il cinema educatore. Venezia e il cinema, i n. 8. Ri ista del ci e a educato e , , Si eda: F a cesco Bo o, La Mostra del cinema di Venezia: nascita e sviluppo nell’anteguerra (1932-1939), i Sto ia co te po a ea , , . , pp. . 42 43 Ead., Cronaca di un festival senza orbace, censure e coppe di regime, in Venezia 1932. Il cinema diventa arte, Venezia, Edizione La Biennale di Venezia, 1992, pp. 91-109. C . 1e bale della Seduta del Co si lio di A b. 250, fasc. 1. 44 C . Co ado D’E ico, Ca icia Ne a: il marzo 1933; Mario Gromo, Il il del Dece 45 i ist azio e del ottob e della Gue a e della Rivoluzio e, i ale. Ca icia Ne a , i La Sta pa , – I7, As c, AGPdCB, La T ibu a , a zo . 46 C . As c, AGPdCB, b. , asc. 1e bali delle Sedute del Co si lio di A i ist azio e. A o 7II . Il il sa ebbe do uto usci e il a zo i città azio ali T ipoli co p esa e elle tre principali capitali europee contemporaneamente. Si veda: Benedetta Garzarelli, Cinema e propaganda all’estero nel regime fascista: le proiezioni di Camicia nera a Parigi, Berlino e Londra, in Di e sio i e p oble i della ice ca sto ica , , . , pp. . C . As c, AGPdCB, b. , asc. Luce . Si eda a che: Relazio e a S. E. il Capo del Go e o del presidente dell’Istituto Marchese Paulucci di Calboli Barone, 31 marzo 1934, in Archivio centrale dello Stato d’o a i poi, Acs , Mi iste o della Cultu a popola e, Gabi etto, b. , asc. Istituto nazionale Luce”. 47 Si eda: Ma ia azia Fa chi, I generi: identità, trasformazioni e pratiche di consumo, in Orio Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. 277-293. 48 Domenico Guzzo, Ci e atograia 129 pe sa e eppu e co li sla ci celeb ati i della ictio p i ata49 che, seppur più fortunati in termini di critica e di botteghino, si rivelavano troppo estemporanei50 e spesso così ambigui nell’interpretazione del messaggio fascista51, da sfuggire alle maglie della censura a posteriori52 e da rendersi incompatibili con gli sforzi di o alizzazio e di u e i e che ole a afaccia si a li a i T e ta co e testa di u o a is o azio ale coeso e paciicato53. . , la ecessità di u ripe sa e to co plessivo della politica audiovisiva del regime Non è tuttavia casuale che il «primo sforzo coordinato da parte del regime di far compiere un passo in avanti deciso all’uso del cinema in funzione propaa distica e celeb ati a»54, attraverso Camicia nera, abbia a manifestarsi prop io all’i do a i del Dece ale , o e o i u o e to sto ico che ede l’istituzionalizzarsi del fascismo in forma pienamente statuale55, nel seno di una decisa e oluzio e i te azio ale a cata dall’ascesa del azis o e dalla i e della a de dep essio e . I u tale utato co testo, el uale il e i e e la nazione sarebbero ormai giunte a fondersi, potendo anche per questo rilanciare Già el , a li addetti ai la o i più p ossi i al e i e ci si chiede a dubbiosi se ai sa ebbe ato u ci e ato a o ispi ato alla i oluzio e ascista , così co e e a accaduto pe la i oluzione comunista in Urss. Cfr. Giuseppe V. Sampieri, Lo stile e gli indirizzi del nuovo cinema italiano, in Ri ista italia a di ci etec ica , , . . 49 F a i pochi ese pi di ci e a co e ciale spo ta ea e te ascista , si posso o cita e: Il grido dell’aquila Ma io 1olpe, , Terra madre Alessa d o Blasetti, , L’armata azzurra (Gennaro Ri helli, . 50 Pe co p e de e i co to-ci cuiti e le apo ie dell’app occio ascista al ediu ci e ato aico, si veda: Vito Zagarrio, Schizofrenie del modello fascista, i Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. 37-61. 51 52 La ce su a p e e ti a u i t odotta solo el . Si eda o i uesto se so le c itiche del e i e a due i po ta ti il di Alessa d o Blasetti, 1860 e Vecchia Guardia, usciti entrambi nel 1934. Cfr. Gianfranco Miro Gori, Alessandro Blasetti, Firenze, La Nuova Italia, 1984. Ragazzo di I o Pe illi , u addi ittu a ba dito dal e cato pe o di e diretto del Duce. Sul fascismo degli anni Trenta, si veda: Renzo De Felice, Mussolini il Duce, vol. I: Gli anni del consenso, 1929-1936, Torino, Einaudi, 1974. 53 54 B u etta, Storia del cinema italiano, cit., vol. II, pp. 132-3. C . Be ito Mussoli i, La dottrina del Fascismo. Con una storia del movimento fascista di Gioacchino Volpe, Milano, Treves-Treccani-Tumminelli, 1932. 55 130 Fascismo e società italiana l’Italia quale faro della civilizzazione occidentale56, urgerebbe un «nuovo potente mezzo per fare conoscere al mondo quello spirito e quella civiltà del Littorio che oi difo de e o e di e de e o o u ue, co t o chiu ue e co ualu ue a a»57. Tutta ia, p op io alla IIa Most a di 1e ezia - a osto – ià olto più attenzionata dalle gerarchie fasciste rispetto alla prima edizione58 – il regime si rende conto della superiorità che gli altri grandi Stati a vocazione totalitaria hanno nel frattempo maturato in quanto ad utilizzo propagandistico e a capacità di st u e talizzazio e del ediu ci e ato aico59: con le pellicole presentate, l’Urss dimostrava infatti di aver già formato leve di registi e sceneggiatori visceralmente comunisti; mentre la Germania iniziava a dare sfoggio di u a apidissi a e colossale io a izzazio e dell’i te a i dust ia il ica tedesca secondo le esigenze del neonato Terzo Reich60. Agli occhi del regime italiano, e i a du ue atti a e te di ost ato co e la setti a a te possedesse e o mi potenzialità ancora inesplorate, in materia di costruzione del consenso, di accultu azio e delle asse e di acc esci e to dell’i lue za azio ale all’este o61. È da queste constatazioni e necessità che origina una svolta radicale nella politica ci e ato aica ascista, la uale dal si i ol e all’i uad a e to della totalità dei settori produttivi, estendendo l’intervento dello Stato dalla nicchia didattico-di ul ati a al più asto o do della ictio , p e u a dosi a che di atti a e pe co si e ce t i di o azio e pe i utu i ope ato i i ca icia e a : un anno «spartiacque, tra un cinema diciamo naturalmente fascista, spontaneae te ascista e u ci e a i ece i di izzato, oluto, cu ato dal e i e»62. Pe ciò a e, ie e istituita la Di ezio e e e ale pe la ci e ato aia D c , all’interno del Ministero della Cultura popolare, con il compito, secondo le paole del u zio a io esso a capo di uesta uo a st uttu a Lui i F eddi , di «regolare, ispirare, dirigere, controllare, quando è necessario premiare, punire, Si eda: E ilio Ge tile, Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nell’Italia fascista, Roma-Bari, Laterza, 1993. 56 57 Disco so i au u ale della a Most a di 1e ezia, te uto dal Mi ist o della Cultu a popola e Galeazzo Cia o, ipo tato dalla Gazzetta di 1e ezia dell’ a osto . 58 C . As c, AGPdCB, b. , asc. Esposizio e I te azio ale d’A te Ci e ato aica . C . Albe to Co si lio, La seconda Biennale del cinema. Ultime conclusioni, i 1 settembre 1934. 59 L’Italia Lette a ia , 60 Sulla ci colazio e di odelli cultu ali a e i i a ocazio e totalita ia, si eda: I o Gol stock, Arte totalitaria nell’URSS di Stalin, nella Germania di Hitler, nell’Italia di Mussolini e nella Cina di Mao, Leonardo, Milano 1990. 61 Si eda: B u etta, Cinema italiano tra le due guerre, cit., p. 41-43. Dalla elazio e di Giuseppe Fe a a, i Gio io Ti azzi a cu a di , Il cinema italiano dal fascismo all’antifascismo, Padova, Marsilio, 1966, p. 47. 62 Domenico Guzzo, Ci e atograia 131 tutte le forme e tutte le manifestazioni, tutte le iniziative e tutti i risultati che e t i o el ca po della ci e ato aia italia a»63. Il ilo- azista F eddi si ette immediatamente ad un lavoro alacre con un progetto gestionale incentrato sul monitoraggio statale dei consigli d’amministrazione e sull’espansione della fruizione di massa, che fonde l’esempio delle majors hollywoodiane con le misure di alli ea e to coatto esse i p atica da Goebbels i Ge a ia64. Convinto dai suoi so io i cali o ia i e dai suoi studi sulla p osse ica azio alsocialista”, che il didascalismo propagandista annoi e crei repulsione nel cittadino medio – a maggior ragione in una nazione ancora fragile e lontana dall’ideale dell’homo novus, come quella italiana65 – Freddi ritiene che l’unica strada valida pe c ea e u a ci e ato aia ascista sia t o a e u co ubio a istica di e i e e e cato co e ciale: l’idea di o do sta el co i a e l’educazio e popolare” nell’alveo di cine-giornali e di documentari girati con tecniche di alto i patto sce o aico che a tepo a o co u ue la o a al co te uto, ise vando il grosso delle risorse alla produzione di svago ed intrattenimento, la quale giocando sulle esigenze di evasione e sulla voglia di sbalordimento del grande pubblico viene deputata ad immergerlo progressivamente in un sentire sempre più litto io 66. Ciò si iica i basti e u ’i e e za late te a capilla izzata, che co dizio i o te e te l’i p e dito ia ci e ato aica att a e so u siste a di premi, sovvenzioni, punizioni, censure, per spingere i produttori a selezionare artisti e maestranze vicini al Pnf, nel quadro di una programmazione che resta pe ò olto alla oda, co posta p e ale te e te da co edie le e e , il 67 sto ici e pellicole colo iali : la fondazione del Centro sperimentale di cinema- Lui i F eddi, Relazione sul cinema italiano, 1933-1934, in Bono, Cronaca di un festival senza orbace, cit., p. 108. 63 64 Si eda: E a uela Pio a o, Il sogno di Freddi, i 10. Il uo o spettato e ci e ato aico , , . Sulla dialettica a ascistizzazio e della società ed e oluzio e dell’i te e to statale ell’i dust ia ci e ato aica, si eda: Ste e Ricci, Cinema and Fascism: Italian Film and Society, 1922-1943, Berkeley-Los Angeles-Londra, University of California Press, 2008. 65 66 C . Lui i F eddi, Il Cinema, Roma, L’Arnia, 1948. 67 Sulle tipolo ie il iche p e ale ti, te de zial e te esp essio i di u a o a di p opa a da i diretta di un regime che, allorquando appariva in sceneggiatura, non andava oltre una posizione di sfondo e di richiamo, si vedano: Marcia Landy, Fascism in Film. The Italian Commercial Cinema, 1931-1943, Princeton, Princeton University Press, 1986; Gianfranco Miro Gori, Patria Diva. La storia d’Italia ei il del ve te io, Firenze, Usher, 1988; Francesco Bolzoni, La commedia all’ungherese nel cinema italiano, i Bia co & Ne o , , . , pp. - ; Gia a co Casadio, Il grigio e il nero: spettacolo e propaganda nel cinema italiano degli anni Trenta (1931-1943), Ravenna, Longo, 1988; Jean-Antoine Gili, Le cinéma italien à l’ombre des faisceaux (1922-1945), Perpignan, Institut Jean Vigo, 1990; Gian Piero Brunetta, Il cinema italiano di regime. Da “La canzone dell’amore” a “Ossessione”. 1929-1945, Roma-Bari, Laterza, 2009. 132 Fascismo e società italiana to aia Csc 68 il 13 aprile 1935, esprime in questo senso l’intenzione di costituire una fucina nazionale delle nuove leve di cineasti fascisti che nel lasso di una gee azio e do a o di e ta e a io a za assoluta della setti a a te italiana69, anche grazie al concomitante lancio di riviste specializzate, pubblicamente i a ziate, desti ate ad «i co a ia e la o azio e di u o do i tellettuale e spirituale, premessa all’imperio di Roma sulla barbarie, mentre si documentano le itto iose co uiste della ci e ato aia del Re i e, i obile a a co la i lio e p oduzio e st a ie a»70. Così co e i u ’ottica di afo za e to i dustriale e di accrescimento dell’attrattività del regime, Freddi ottiene la costruzio e della città del ci e a Ci ecittà i cui a co lui e li stabili e ti della Cines-Pittaluga, la più grande casa di produzione italiana, appena salvata dalla bancarotta da un intervento dell’IRI71: un enorme complesso di moderni teatri di posa, in grado di rivaleggiare con le infrastrutture americane, che sorgeranno nel 1937 nell’allora periferia sudorientale della capitale72. Nello stesso tempo, in virtù di questa sua funzione pivotale, alla Dgc viene dea data a che la supe isio e della ci e ato aia pubblica, p odotta i ualità di b oadcast o e ati o dall’Istituto Luce, che di atti cessa la sua dipe de za di etta dall’Uficio Sta pa del Duce pe passa e sotto l’e ida del Mi culpop73: un passaggio di competenze che, tuttavia, nella pratica si rivelerà puramente o ale, dete i a do ell’i te allo a la p ocla azio e dell’I pe o e l’e t ata i ue a u dualis o di pote i ed u a so apposizio e di st ate ie di e e ti, i i e decisi i pe co co e e al alli e to del e i e ello s iluppo di una produzione audiovisiva di compiuta marca fascista. 68 Modellato sulla scuola di ci e a di Mosca o data el . 69 C . Lui i Chia i i, Il cinema e i giovani, i Lo Sche o , , . . Chia i i è il di etto e del Csc. Si veda: Alfredo Baldi, La o azio e dei uad i: il Ce t o Spe i e tale di Ci e ato aia, in Ernesto G. Lau a a cu a di , Storia del cinema italiano, vol. 5: 1940-1944, Venezia, Marsilio, 2010, pp. 566-581. La do Fe etti, Programma de “Lo Schermo”, i Lo Sche o , , . . F a le i iste p i cipali: Lo Sche o , Ci e a , Fil e Bia co e Ne o . Si eda: Callisto Casulich, Il problema del cinema italiano nella stampa specializzata, i Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. 166175. 70 71 C . As c, AGPdCB, b. XIII”. , asc. 1e bali delle Sedute del Co si lio di A i ist azio e. A o C . Giaco o Paulucci di Calboli, La città del cinema, i Ci e a , , . . Si eda: Ba ba a Grespi, Cinecittà: utopia fascista e mito americano, i Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. 128-237. 72 73 Re io dec eto le islati o . del sette b e . Domenico Guzzo, Ci e atograia . Il alli e to di u guerra 133 totalitaris o i per etto ra l’I pero e la Dopo la disast osa estio e Sa di ed il co issa ia e to G ay , a isolle a e u Luce co tabil e te allito, ediatica e te seco dario e tecnologicamente arretrato, viene chiamato Paulucci di Calboli, che nel frattempo ha esperito il suo mandato presso la SdN. Il ritorno del diplomatico ell’Istituto è oluto dallo stesso Mussoli i, che li afida ca ta bia ca e li ette a disposizione un rinnovato CdA composto dai responsabili delle più importanti articolazioni pubbliche74. L’a e to alla testa del e a o o del o e o di u o a chico ode ato, i iso all’ala du a della o e clatu a pe il suo ai eciso legame con il cosmopolitismo liberale, testimonia dell’istituzionalizzazione dell’aporia fondamentale della propaganda audiovisiva fascista: a bene vedere, u a sco itta b ucia te pe u e i e che ha do uto a ette e la p op ia i capacità nel produrre un nuovo ceto dirigente ed una nuova estetica comunicazioale ade uata alla pali e esi litto ia, i e do pe i ol e si ad u tec oc ate di lu o co so, cui e o o pe alt o ofe ti pie i pote i, o pote do più pe ette si u a tale i eficie za eco o ica e estio ale ella uo a ase sto ica ape ta dal Dece ale . I efetti, sussu e do la doppia ca ica di P eside te e Di etto e e e ale, Paulucci riporta nel giro di due anni il Luce al pareggio di bilancio, riuscendo per di più sia a da e pie a attuazio e al a dato le islati o di u ico o a o tec ico” dello Stato75 sia a co solida e l’i te e to dell’Istituto el ca po della ictio di propaganda, nonostante il disastroso esordio di Camicia nera76: agli albori del , il Luce può di si u a e a e p op ia holdi pubblica che co i cia a p odurre utili, che ammoderna rapidamente apparecchiature e metodologie, che si impone come produttore monopolista di materiali cine-giornalistici legati al e i e, che allestisce i p i i epa ti otoci e ato aici di ue a A ica o ie tale, Spa a , che ottie e il uolo di esto e della dist ibuzio e all’este o dei il italiani e dell’importazione di pellicole straniere, che entra nell’industria commerciale rilevando dall’Iri la Cines-Pittaluga e facendone il perno di un nuovo ente ad hoc E ic i ado di esti e i a ie a e ticale tutta la ilie a p odut- 74 C . As c, AGPdCB, b. , asc. No i a a P eside te Istituto Luce . A co a el , pe siste a o st uttu e e società co e la Siced e la Ciit che s ol e a o i a biti speciici u a u zio e co co e te a uella del Luce. Allo stesso te po, i o all’a e to di Paulucci, il Luce o a e a ai dei ito u p otocollo u i oco pe la tutela, la o itu a e la cessione dei materiali prodotti alla stampa ed alle altre articolazioni dello Stato. 75 76 C . As c, AGPdCB, b. , asc. Rio a izzazio e Istituto Luce e b. , asc. Rosso i Ed o do . 134 Fascismo e società italiana ti a, dalla sc ittu a alla dist ibuzio e di u il 77. Al contempo, Paulucci conserva ed estende i suoi addentellati al di fuori del Luce, ottenendo nomine permanenti nel Consiglio d’Amministrazione del Csc e nelle Commissioni selezionatrici nella Mostra di Venezia, nel frattempo anch’essa passa sotto il controllo della Dgc78. In virtù di questi suoi rapidi successi manageriali e della sua relazione diretta con Mussolini, Paulucci fa del Luce una sorta di potere autonomo che si rende e atta io all’i e e za di F eddi e di tutto il Mi culpop di etto da Di o Alie i, e che ui di co la sua i dispo ibilità i a alla base il p o etto di u a accolta i ascio di tutta l’atti ità ci e ato aica ascista. A o te, i è sicu a e te un problema di rapporti personali, rispetto ad una categoria di funzionari – F eddi e Alie i so o a diti della p i a o a e ilo- azisti79 – con la quale non si co di ide che disisti a e difide za: a a dete i a e il osso dello sco t o è soprattutto l’interpretazione dell’esercizio della propaganda di Stato80. Se infatti il Luce guidato da Paulucci segue accuratamente l’evoluzione dell’irreggimentazione della nazione e della trasformazione di Mussolini da primus inter pares a i pe ato e del popolo, abba do a do la eto ica u alista e odiica do i se so se p e più e atico e ilita esco la p osse ica dei suoi ci e- io ali e delle sue rubriche lungo la seconda metà degli anni Trenta – mettendo così a siste a uell’i a i a io di ipe atti ità ducesca , di a a zate i esistibili e di ocea iche adu ate che a co a o i si associa isti ti a e te alla p osopopea littoria81 – ciò a ie e se p e a i o chio e co u a se sibile dista za ispetto ai odelli spi itual-sce o aici azisti che si so o o ai i posti i te azio almente come primo paradigma della comunicazione totalitaria82. Come nota Gian Piero Brunetta: C . As c, AGPdCB, b. , asc. Repa to Ci e ato aico A.O. ; b. , asc. Luce-E ic. ; b. , asc. Atti ità Istituto Luce ; b. , asc. Relazio e al Duce. Istituto Nazio ale Luce . Pe u i uad a e to sto io aico, si eda: Lau a, Le stagioni dell’aquila, cit., p. 92 et ss. 77 78 L’Iice cessa la sua ope ati ità el decisi o pe sa ci e la sopp essio e . le sa zio i pe la ue a i Etiopia so o u ele e to Alie i e F eddi e a o stati ispetti a e te di etto e e icedi etto e della Most a della Ri oluzioe Fascista, la Bie ale Palazzo delle Esposizio i di Ro a che celeb a a il Dece ale . Si eda: qef ey T. Sch app, Anno X - La mostra della Rivoluzione fascista del 1932, Pisa, Istituti Editoriali e Poli aici I te azio ali, . 79 Si eda o: Lau a, Le stagioni dell’aquila, cit., pp. 119-150; Tassani, Diplomatico tra due guerre, cit., pp. 301-318. 80 Si eda: Da id Ga a i et A to ella Pa lia ulo, La costruzione semiotica delle ideologie: il caso dei cinegiornali Luce e Incom, i Ese cizi Filosoici , , . , pp. . 81 82 Si eda o: Massi o Ca dillo, Il duce in moviola: politica e divismo nei cinegiornali e documentari “Luce”, Bari, Dedalo, 1983; Federica Dalla Pria, Dittatura e Immagine: Hitler e Mussolini nei Cinegiornali, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012; Calanca, Bianco e Nero, cit. Domenico Guzzo, Ci e atograia 135 In quel periodo cominciò a manifestarsi una maggiore attenzione per la qualità delle riprese e delle inquadrature, e una cura stilistica che portava a utilizzare controluce, efetti ottu i, pa o a iche e ticali e o izzo tali, o i e ti asce sio ali che spi gevano in direzione simbolica, quasi a suggerire un ascensus collettivo sulle orme di Mussolini, ormai lanciato dalla conquista dell’Impero verso destini sempre più gloriosi. Tutta ia o se solo i due o e ti, ua do e e dato di otte l’a u cio della i e itto iosa della ue a d’Etiopia, co i iletto i che ci co da a o di u alo e l’i agine del duce, e quando Mussolini tornò da Monaco nel 1938 e venne accolto da una olla plaude te che si s oda a lu o il suo pe co so, e la se a co luì a piazza 1e ezia acce de do iaccole oti e pe a i esta e la p op ia ico osce za e la p op ia ede, giunsero a compimento una metabolizzazione completa dei rituali presi a prestito dal nazismo e una comunione altrove mai riuscita del tutto83. Di fronte a un Paulucci che, per resistere alle pretese ministeriali, si fa ripetutamente scudo di vincoli contabili-amministrativi e di una peculiare dinamica di o i e atezza che il Luce sa ebbe te uto a pe se ui e al i e di ade pie e pienamente alla sua missione statutaria84, Alie i a i a alle i acce di de enestrazione più o meno velate, senza tuttavia riuscire durante il suo mandato a e e da e si iicati a e te la p oduzio e dell’Istituto, é ta tomeno a rimuovere il suo avversario. In una missiva del 3 aprile 1939, a ben 5 a i dall’a io della uo a politica ci e ato aica ascista, ipo ta do a che il severo giudizio del segretario del Pnf Starace e constatando «che i miei richiami e i iei ilie i o ha o a uto l’efetto deside ato», il Mi ist o iafe a u ibondo come interessi al Regime, non che il L.U.C.E. realizzi utili, quanto realizzi produzione all’altezza della situazione. […] Già altre volte ti ho fatto presente che il criterio di carattere amministrativo della gestione deve essere armonizzato con il criterio di carattere politico. […] I io ali L.U.C.E. o so o che u ’a ida ele cazio e oto aica de li a e i e ti; i documentari non sono trattati con il necessario criterio di regìa. […] Desidero conclusivamente conferire con te, allo scopo di conoscere con precisione le modalità attraverso le quali ti proponi di svolgere i servizi accennati per l’avvenire85. Agganciandosi a questa aridità narrativa, a questa debolezza militante e a questa mancanza di creatività artistica86, la Dgc esternava rimostranze – tuttavia pure 83 B u etta, Istituto Nazionale L.U.C.E, cit. 84 C . As c, AGPdCB, b. , Seduta del a io di A i ist azio e. A o 7III e Seduta del ap ile Consiglio di Amministrazione. Anno XV”. 85 b. 86 , asc. , b. 1e bali delle Sedute del Co si lio , asc. 1e bali delle Sedute del Di o Alie i a S.E. Il P eside te dell’Istituto Luce, lette a ise ata del ap ile , asc. S.E. Il P eside te co ie e i a i o . , As c, AGPdCB, F eddi ed Alie i ip e de a o le c itiche di Ma io Mo a ti che ià i u a lette a del a zo 136 Fascismo e società italiana esse vane – ancora più astiose, denunciando il grave vulnus rappresentato dal veto governativo ad incorporare il Luce nel Ministero della Cultura popolare e, ancor peggio, dall’assenza di disposizioni ispettive e sanzionatorie, che impedivano di controllare e di indirizzare la produzione di Stato verso forme espressive di più alto impatto e fervore87. Secondo le informative riservate inviate da Freddi ad Alie i, el cuo e della ci e ato aica pubblica albe he ebbe: «u a pe a e te t ufa ai da i del popolo italia o […] u ’i calcolabile azio e e ati a che l’Istituto dissemina ogni giorno nel buio delle sale, compensata soltanto da quei trenta denari che costituiscono la vantata virtù amministrativa dei dirigenti dell’Istituto stesso»; situazio e che a ebbe spi to lo stesso di etto e e e ale a promuovere «la costituzione di organismi privati per la realizzazione dei documentari stessi, che il Luce non ha mai saputo o voluto tempestivamente produrre: so o p op io io, i atti, che ho sollecitato e a o ito la c eazio e della I co »88. E’ giustamente la decisione di Freddi di creare occultamente nel 1938 una società p i ata I dust ia Co to et a i Mila o, I co pe e t a e i co co e za diretta con il Luce – ovvero il broadcast monopolista del governo, a cui, peraltro, t a ite ofe te co t attuali alletta ti e o o sott atti i i lio i ope ato i – co la realizzazione di reportage di guerra dal sapore fanatico ed hollywoodiano, sa cisce il p i o alli e to della politica ci e ato aica di e i e. Du a te la Gue a di Spa a, ad ese pio, l’Italia ascista i pe ata el co litto si it o e à di atti co due epa ti ci e- io alistici, u o uficiale le ato al Luce ed u o uficioso afe e te alla D c, che acco te a o co odalità e p is i di e sissi i – a volte contrastanti – le imprese belliche: «si assiste così al paradosso di un alto dirigente dello stato che mette in opera una azione per minare alle basi il prestiio e l’eficacia di u o a is o dello stato stesso»89. Un’ambigua contraddizione che distrugge alla radice le velleità di controllo totalitario del fascismo. L’autonomia e l’estensione industriale del Luce poneva grossi ostacoli all’azione accentratrice e dirigista di Freddi anche nell’ambito delle pellicole come ciali: la D c so a a i efetti di e t a e co u a p op ia società el e cato – al i e di au e ta e il p op io peso di co dizio a e to olt e la s e a della p e ialità ce so ia, i lue za do così a co a più pesa te e te i usti del pub- inviata a Mussolini aveva accusato il Paulucci di non essere in grado di indirizzare artisticamente il Luce verso una reale propaganda fascista, poiché le sue competenze erano estranee alla tecnica del setto e ci e ato aico. C . lette a di Ma io Mo a ti del a zo , Acs, Se ete ia pa ticolare del Duce – carteggio ordinario, b. 1251, fasc. 509.797/1. 87 Si pe si che F eddi e t e à el CdA del Luce solo el co so del e solo diet o su e i e to del potente consigliere Marinelli, segretario amministrativo del Pnf e membro del Gran Consiglio del fascismo. 88 F eddi, Il Cinema, cit., pp. 45-46. 89 Lau a, Le stagioni dell’aquila, cit., pp. 156 e 163. Domenico Guzzo, Ci e atograia 137 blico e le scelte degli impresari privati – attraverso la dettatura di una linea per u ci e a sicu a e te ascista . Ma il ià atti o E ic, l’e te pe la p oduzio e e la dist ibuzio e di ictio di Stato co t ollato dal Luce, costitui a i uesto senso un punto bloccante e non sormontabile: i suoi kolossal di carattere epico (Condottieri; Scipione l’Africano; Luciano Serra pilota ealizzati a il ’ e il ’ , a e a o te tato a a di dificoltà lo istiche di co iu a e il a o e del pubblico con una chiara propaganda in favore del regime, descritto come l’erede delle antiche virtù e prosecutore dei valori eroici nella contemporaneità moderna90. I loro costi erano però risultati altissimi91 e, a fronte dei contrastanti successi otte uti, é Mussoli i é Alie i si di ost a a o disposti i te pi di sa zio i ed autarchia a convogliare nuove risorse per l’ambizioso progetto di Freddi92. . L’etero e esi dei i i: l’ar a più orte che divie e culla dell’a ti ascis o Quando nel 1940 l’Italia entra in guerra, i propositi palingenetici di una cineato aia ascista si spezza o dei iti a e te: le esi e ze del co litto ideiniscono le priorità e, non a caso, all’approssimarsi dello scoppio delle ostilità i p ota o isti della politica ci e ato aica e o o tutti co te po a ea e te estromessi dai loro posti per essere destinati ad altri incarichi. Luigi Freddi è allontanato dalla Dgc – anche su esplicita richiesta della Federazione degli industriali dello spettacolo che non ne tollerano più l’ingerenza e i progetti di statalizzazio e – e idotto a coo di ato e esecuti o della ictio o a iata dallo Stato , co le o i e a p eside te di Ci ecittà ed E ic . Di o Alieri lascia il Minculpop per divenire dapprima ambasciatore presso la Santa Sede e poi a Be li o . Paulucci esce dalla holdi del Luce pe l’asse azio e presso la rappresentanza diplomatica in Belgio93. Si eda: Rafaele De Be ti, Figure e miti ricorrenti, i Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. 294-311; Giancarlo Chiariglione, Luciano Serra pilota ovvero: la rivoluzione mediale fascista tra patrioti, superuomini e divismo, i Eusebio Ciccotti a cu a di , Novellizzare il cinema, Il lettore di provincia”, 2015, Vol. 144. Sui problemi di Condottieri, produzione italo-tedesca, si veda: Silvio Celli, Condottieri all’ombra dell’Anschluss, i Bia co e Ne o , , . - , pp. . 90 91 C . As c, AGPdCB, b. , asc. e b. , asc. . Si eda: Gili, Stato ascista e ci e ato aia, cit., pp. 147-150. Solo Luciano Serra pilota ebbe un grande successo di botteghino. 92 93 Lucia o De Feo, dopo la i e del a dato all’Iice, e a stato di etto e pe due a i di etto e della 138 Fascismo e società italiana Con l’arrivo del nuovo decennio, della svolta del 1934 mirante ad organizzare lo sviluppo di un cinema spiritualmente ed esteticamente fascista, già non rimaneva più nulla. Se za più il e o tec oc atico delle estio i libe ali e destabilizzato dalla crescente concorrenza della Incom, il Luce si perdeva rapidamente nelle derive superomistiche e nelle narrazioni iperboliche che già si erano fatte largo negli anni dell’Impero94: alcu o de li i iziali i te di e ti ele ato i e delle coo di ate educati e iusci a a sop a i e e a i u o i del co litto. Furono proprio gli anni di guerra a mostrare i limiti del Luce come strumento di propaganda e il suo procedere non in sintonia con il passo del regime: anche se venne c eato u epa to speciale e si ce cò di e de e più eficace il acco to bellico co u arricchimento dell’enfasi visiva, di montaggio e verbale, di fatto il Luce sembrò girare a vuoto come macchina di propaganda, quasi avesse di colpo perso le sue capacità di comunicare al pubblico degli italiani95. L’industria commerciale – nonostante il potente combinato disposto messo in campo dalla Dgc – dimostrava di essersi ben poco allineata al sentire del regime, co ti ua do a da e p io ità a u a p oduzio e di usto escapista : ad eccezio e di pochi titoli direttamente incentrati sulle contemporanee vicende belliche e sulla propaganda anti-alleata96, la situazione corrente del Paese veniva sostanzial e te i ossa dalle sale ci e ato aiche, che di co t o si ie pi a o di co edie le e e di stile u he ese tele o i bia chi , il cui u ico atto e fascista” risiedeva nella celebrazione di un ideale di vita conformista e piccoloborghese ben inserito nello statu quo97. A co più co t addito i ed i deside ati appa i a o, i i e, li i esti e ti atti sulla cosiddetta e e azio e del dece ale 98, quale futura leva dell’arte i ista Ci e a , i a ziata o te e te dallo Stato. A pa ti e dal allo ta ato da i ca ichi ci e ato aici. e a stato p o essi a e te 94 Si eda: Lui i Passa elli, La guerra italiana. Nei documentari dell’Istituto Luce 1940-1943, Civitavecchia, Prospettiva editrice, 2015. Fra le poche produzioni valide, si citano Grano fra due battaglie Ro olo Ma celli i, e I trecento della settima Ma io Bafico, . 95 B u etta, Istituto Nazionale L.U.C.E., cit. 96 L’assedio di Alcazar , La nave bianca , Un pilota ritorna , Uomini sul fondo , Addio Kira , Uomini e cieli , L’uomo della croce , Harlem . Si eda: F a cesco Sa io, Ma l’amore no: realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime 1930-1943, Milano, Sonzogno, 1975. Si noti come il principale regista di uesto ilo e, Ma io Ca e i i, iuscì a la o a e co a de successo se za ai p e de e la tesse a del Pnf. 97 98 Dei izio e io alistica che si i e isce a uella e e azio e di italia i – ata a lo scoppio della prima guerra mondiale e l’instaurazione della dittatura – che raggiunge la maggiore età attraversando tutte le fasi e i momenti educativi previsti dal regime: si tratta della prima ed unica Domenico Guzzo, Ci e atograia 139 ci e ato aica ascista: dalla ete di scuole, club, co co si e ci cuiti di c itica e dibattito99 i bastita dal e i e a tal i e, e e e a o i atti, o a tisti ed opeato i i ca icia e a , a ilita ti se p e più ostili al ussoli is o a a o a a o che la sco itta bellica si ace a palese. Gli spazi di discussio e e di co o to lasciato all’i te o di uesti sedice ti i cubato i di uo o ci e a litto io , si e a o i dei iti a i elati co e delle culle di a ti ascis o: d’alt o de, lo stesso Csc – la massima fucina del regime – era diretto da Luigi Chiarini, un esteta ici o al calli ais o , o e o ad u a co cezio e della setti a a te come disimpegno sociale e come esercizio di complessità stilistica e culturale olto a alo izza e la p o essio alità di o i co po e te p odutti a di u il 100. U a isio e che te de a ad isola e la o azio e ci e ato aica dal co testo politico in essere, favorendo spesso la cooptazione di docenti dall’alto potenziale artistico ma dalla scarsa o nulla adesione al fascismo: fra i più alti dirigenti ed insegnanti vi sono, non a caso, un dichiarato comunista come Umberto Barbano e un militante disilluso e ormai ostile come Alessandro Blasetti101. Dai corsi e dalla i ista del Ce t o spe i e tale si o i i a pe ta to u a spi ta alla ilessione critica ed autonoma, che incontra il favore di una gioventù nazionale che si sente parte di una generazione destinata a far maturare il sistema fascista, depurandolo dalle rigidità e dalle violenze che ne hanno contraddistinto l’istituzio e a discapito del a cesce te o do libe ale : il lo o disco so atto o ad u ci e a uo o – u ci e a ci e ato aico , seco do il lo o ocabola io – dipanandosi fra reti dei Guf e pubblicazioni di settore102, si alimenta dei margini ofe ti dall’ete odossia spe i e tat ice del Mi iste o dell’educazio e azio ale diretto dal 1936 da Giuseppe Bottai103, i e do pe i di idua e ell’Occide te latino e non in quello germanico, il loro paradigma maieutico. Determinazione e e azio e a a aica e te e cultu al e te ascista. Si eda: Ru e o Za a di, Il lungo viaggio attraverso il fascismo. Contributo alla storia di una generazione, Torino, Einaudi, 1948. 99 Si eda: Luca La Ro e e, I cineguf e i littoriali del cinema, i Caldi o a cu a di , Storia del cinema italiano, cit., pp. - . Nel pa o a a delle i iste io a ili atte te alla ci e ato aia, spicca o le pubblicazioni del Guf forlivese. Si veda: Armando Ravaglioli, Un crocevia di provincia. Via consolare, Spettacolo, Pattuglia: i giornali forlivesi per la gioventù dell’ultima stagione del fascismo 19391943, Roma, Edizioni di Roma Centro Storico, 1984. 100 C . Lui i Chia i i, Il il è u ’a te, il ci e a è u ’i dust ia, i Bia co e Ne o , , . , pp. - . Si veda: Andrea Martini, La bella o a. Po ioli, i calli aici e di to i, Venezia, Marsilio, 1992. Si eda: Gia Pie o B u etta, Intellettuali, cinema e propaganda tra le due guerre, Bologna, Pàtron, 1972. 101 Si eda l’e o e iso a za ediatica che a à il u e o o o aico Invito alle immagini della i ista io a ile Pattu lia , con redazione sita in Forlì, edito nel gennaio 1943. Cfr. Dietro Lo schermo: “Invito alle immagini”, i La Sta pa , a zo . 102 Sull’azio e di Bottai el ca po delle a ti, si eda: 1ito Za a io, Primato”: arte, cultura, cinema nel fascismo attraverso una rivista esemplare, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007. 103 140 Fascismo e società italiana cognitiva ed emozionale che mette naturalmente l’intera nidiata in contrasto co l’i e e sibile di a ica ilo- azista del e i e104. Al momento della materializzazione di quella mistica guerresca che per un ventennio aveva fatto da gran cassa alla costruzione dell’homo novus fascista, l’arma più forte del e i e – dei izio e ussoli ia a che ca pe ia a all’i esso di Ci ecittà – i plode a così i u a cla o osa ete o e esi dei i i: alla Mostra di Venezia del 1941, il consorzio di Stato Enic presieduto da Luigi Freddi uasi o s’a ede di p ese ta e u il co issio ato ad Alessa d o Blasetti (La corona di ferro dal chia o essa io paciista, la cui isio e di atti a da su tutte le furie Joseph Goebbels105; mentre a Penisola ormai invasa, al notorio dissidente Luchino Visconti – che nonostante tale nomea ha potuto lungamente collabo a e co la i ista Ci e a di etta addi ittu a dal dal i lio del Duce, Vittorio Mussolini – viene concesso nel 1943 il visto di censura per Ossessione, un’opera che con la narrazione spietata dell’angoscia quotidiana di provincia rompe ogni sovrastruttura ideologica e propagandistica (elemento che, non a caso, porterà le gerarchie della RSI a decretare la distruzione della pellicola ad i izio , dete i a do la ascita di uel ilo e eo- ealista che se e à il trapasso della nazione alla democrazia repubblicana106. 104 Si eda: Gio a i Tassa i, Tre riviste e un laboratorio di idee, in Id., Fabrizio Pompei, Umberto Dante, U a e e azio e i e e to. A te e vita a i e ve te io, Roma, Palombi, 2010, pp. 9-64. 105 C . Gili, Le cinéma italien, cit., p. 37. Si eda: Ma k Shiel, Italian Neorealism. Rebuilding the Cinematic City, Lo d a-Ne 8o k, 2alllower, 2006. 106