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L'analisi delle reti come strumento a supporto della ricerca storica. Da Ceprano a Benevento (1266)

2018, AIUCD2018 - Book of Abstracts

Applicare le metodologie dell'analisi delle reti sociali all'ambito della ricerca storica può fornire una misura quantitativa quanto qualitativa a supporto degli storici. Nella fattispecie si vuole presentare uno studio in cui si è analizzata una vasta gamma di documenti relativi agli anni precedenti la famosa Battaglia di Benevento avvenuta nel febbraio del 1266 in cui Manfredi, Re di Sicilia, perse la vita a causa di un presunto tradimento dei baroni che dovevano supportarlo in battaglia. Il grafo delle relazioni creato a partire dalla vastissima documentazione online (es. Regesta imperii) e non (es. Registri Angioini) ha permesso di ricostruire una fitta rete di comunicazioni tra le figure principali del periodo: il Papa Clemente IV (documenti dal 1265 al 1266), Manfredi (documenti dal 1257 al 1266) e Carlo I d'Angiò (1265 al 1267). Infine la lunga serie di personalità citate nella documentazione ha consentito, grazie all'uso del software UciNet, una puntuale applicazione di alcune euristiche proprie dell'analisi di rete permettendo dapprima un'analisi su diversi piani semantici e infine un bilancio sul grafo complessivo dei livelli di Degree e Betwenness su quei nodi che storicamente sono individuati come i personaggi chiave della disfatta di Manfredi. I risultati mostrano come ad alti livelli di Betweenness e Degree il soggetto è tra quelli indicati come traditore dagli storici, mentre coloro che hanno un basso grado di Betweenness nonostante Degree alta, pare siano coloro che gli storici identificano come fedelissimi al Re e che effettivamente morirono nella battaglia o furono imprigionati e uccisi qualche mese dopo. Uno sviluppo futuro potrebbe prevedere misure predittive sul grafo o l'aggiunta della rete dei matrimoni tra le varie famiglie coinvolte nell'analisi.

L’analisi delle reti come strumento a supporto della ricerca storica. Da Ceprano a Benevento (1266) Alessandro De Troia1, Vito Ricci2 1 Independent Researcher, Master Degree in Computer Science, Università di Bologna – alessandrodetroia@gmail.com 2 Università di Bari, Unità operativa Statistiche di Ateneo - vito.ricci@uniba.it ABSTRACT Applicare le metodologie dell’analisi delle reti sociali all’ambito della ricerca storica può fornire una misura quantitativa quanto qualitativa a supporto degli storici. Nella fattispecie si vuole presentare uno studio in cui si è analizzata una vasta gamma di documenti relativi agli anni precedenti la famosa Battaglia di Benevento avvenuta nel febbraio del 1266 in cui Manfredi, Re di Sicilia, perse la vita a causa di un presunto tradimento dei baroni che dovevano supportarlo in battaglia. Il grafo delle relazioni creato a partire dalla vastissima documentazione online (es. Regesta imperii) e non (es. Registri Angioini) ha permesso di ricostruire una fitta rete di comunicazioni tra le figure principali del periodo: il Papa Clemente IV (documenti dal 1265 al 1266), Manfredi (documenti dal 1257 al 1266) e Carlo I d’Angiò (1265 al 1267). Infine la lunga serie di personalità citate nella documentazione ha consentito, grazie all'uso del software UciNet, una puntuale applicazione di alcune euristiche proprie dell’analisi di rete permettendo dapprima un’analisi su diversi piani semantici e infine un bilancio sul grafo complessivo dei livelli di Degree e Betwenness su quei nodi che storicamente sono individuati come i personaggi chiave della disfatta di Manfredi. I risultati mostrano come ad alti livelli di Betweenness e Degree il soggetto è tra quelli indicati come traditore dagli storici, mentre coloro che hanno un basso grado di Betweenness nonostante Degree alta, pare siano coloro che gli storici identificano come fedelissimi al Re e che effettivamente morirono nella battaglia o furono imprigionati e uccisi qualche mese dopo. Uno sviluppo futuro potrebbe prevedere misure predittive sul grafo o l’aggiunta della rete dei matrimoni tra le varie famiglie coinvolte nell’analisi. PAROLE CHIAVE social network analysis, military history, ucinet 1. INTRODUZIONE Da diversi anni l’analisi di rete è diventata uno strumento a supporto degli storici per l’individuazione di strutture e comportamenti complessi. A prescindere dall’approccio strutturalista o connessionista modellare in un grafo una serie di informazioni permette allo studioso di avere a disposizione una serie di euristiche [1] [2] che permettono analisi quantitative e qualitative del modello. Questa metodologia ha iniziato a prendere piede anche nel campo delle Digital Humanities in riferimento alla Storia con diversi studi, basti pensare a Padgett [3] [6], Tieken e van Ostade [4], Mahoney e Rueschemeyer [5], McLean [6] e i più recenti Engl [7] e Fernández-Aceves [8]. L’analisi proposta in questa sede esamina e modella un grafo citazionale a partire dalla documentazione (anche online) di un range di anni ben definito 1 adoperando alcune misure (Degree Centrality e Betweenness Centrality) al fine di valutare la centralità di alcuni nodi. 2. IL CONTESTO STORICO Dopo la morte dell’Imperatore Federico II Hohenstaufen2 avvenuta nel dicembre del 1250, il Regno di Sicilia vede contrapporsi il Papato e la dinastia sveva. La contesa troverà in Manfredi3, Re di Sicilia dal 1258, il campione ghibellino, da una parte e i papi, Urbano IV prima e Clemente IV poi, dall’altra. Lo scontro scaturirà nella discesa del fratello del Re di Francia Carlo I d’Angiò che fu convinto dai papi ad intraprendere l’impresa della conquista del Regnum Sciliae che avvenne dopo una lunga campagna il cui epilogo vide la totale sconfitta di Manfredi a Benevento nel febbraio del 1266. Le cronache [11] [12] [13] e persino Dante nel XXVIII canto dell’Inferno (vv.16-18)4 riferiscono del tradimento di alcuni baroni del Regno i quali avrebbero abbandonato proprio sul campo di battaglia Manfredi. Il giovane Re decise comunque di buttarsi nella mischia ma fu inevitabilmente ucciso. Lo storico Pasquale Cafaro nel 1952 [14] analizzò la situazione politica del periodo individuando nella perdita di consensi del sovrano svevo la causa dell’abbandono di una parte della nobiltà regnicola. 1 Il primo documento è del 1245 mentre l’ultimo è del 1268. 2 Si rimanda al recente studio dello Stürner [9] per approfondimenti in merito. 3 Lo studio del Pispisa[10] è di fondamentale importanza per la figura del Re di Sicilia. 4 “...a Ceperan, là dove fu bugiardo ciascun Pugliese”. 3. METODOLOGIA La documentazione raccolta fa riferimento sostanzialmente a tre fonti principali: I. II. III. Regesta Imperii Online5 Alcuni fatti riguardanti Carlo I di Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di dicembre 1270 [15] Codice Diplomatico del regno di Carlo I e II D’Angiò [16] Le motivazioni che hanno spinto alla scelta di II e III sono puramente legate alla lingua italiana che ha facilitato la creazione del legame semantico tra i soggetti coinvolti nella comunicazione6. Per I invece il lavoro è stato più arduo data la mancanza di annotazioni in lingua inglese o italiana ma d’altro canto ha permesso di automatizzare parte del processo interrogando la base di dati con l’ausilio di algoritmi. Nella Tabella 1 un riassunto sui dati raccolti in riferimento ai personaggi più importanti. Si noti come l’esigua quantità di documenti relativi a Manfredi è in parte dovuta alla scarsità di testimonianze nelle tre fonti analizzate. La quantità di record e gli intervalli temporali in cui questi sono distribuiti permettono di ottenere un’analisi statisticamente rilevante del periodo in oggetto. Soggetto Produttore Elezione - Morte Documenti % Primo Documento Ultimo Documento Clemente IV 1265-1268 198 47,03 1265 1266 Manfredi 1258-1266 84 19,95 1257 1266 Carlo I D’Angiò 1265-1285 139 33,02 1265 1267 421 100,00 Tabella 1 – Schema riassuntivo di parte della documentazione raccolta Ciascun documento, partendo dalle definizioni del Pratesi [17], è stato suddiviso in: a) Cronaca b) Mandato (ordine, comunicazione) c) Concessione (Privilegio concesso, Revoca, Scomunica, Revoca di Scomunica) d) Lettera (rapporto epistolare) I soggetti presenti in ciascun documento sono stati classificati come: • Soggetto Principale • Destinatario Generico • Destinatario Positivo • Destinatario Negativo • Testimone • Citazione Generica • Citazione Positiva • Citazione Negativa Un legame quindi si viene a formare nel momento in cui un soggetto principale (indicato nella fonte) effettua una comunicazione o ha una relazione con un altro soggetto magari citandone altri. Nelle Tabelle 2 e 3 alcuni esempi di creazione di legami. 5 http://www.regesta-imperii.de/regesten/suche.html - Per la parte relativa alla ricerca dei regesti. Consultata il 5 ottobre 2017. 6 La scelta poteva coinvolgere anche i volumi dei Registri Angioini editi dall’Accademia Pontaniana. Data: 14 Marzo 1267 ID 51 Re Carlo scrive al castellano del castello di Nocera, il milite Radulfo de Faiello, al quale affida anche la custodia di Elena vedova di re Manfredi, nelle carceri di quel castello rinchiusa. CarloIDAngio SoggettoPrincipale RadulfoDeFaiello Destinatario ElenaDucas CitazioneNegativa Tabella 2 – Esempio di creazione di un legame Data: 23 Settembre 1265 ID 9 Carlo I d’Angiò scrive a Radulfo de Zandino castellano di Arsoli ordinandogli di consegnare quella fortezza a Guglielmo Carpentiero da lui elettovi a castellano. CarloIDAngio SoggettoPrincipale RadulfoDeZandino Destinatario GuglielmoCarpentiero DestinatarioPositivo Tabella 3 – Esempio di creazione di un legame Per I livelli semantici Destinatario e Citazione è stata effettuata un’analisi di correlazione statistica che in questa sede non verrà illustrata perché poco rilevante ai fini del presente studio 7. Figura 1 – Analisi delle correlazioni statistiche tra i livelli di relazione e semantici individuati 7 Si faccia riferimento alla Figura 1 per una panoramica. La matrice ottenuta invece dalla trasformazione multiplex dei vari piani semantici è rappresentata dal grafo vincolato8 con legami binari nella Figura 2. Figura 2 – Grafo risultante dall’analisi delle relazioni. In blu i 3 soggetti principali: Carlo I d’Angiò, Manfredi di Svevia e Clemente IV La raccolta è di circa 450 testimonianze documentarie e di 550 soggetti censiti. In letteratura9 alcune misure di centralità vengono riferite come indicatore del “potere” che ciascun nodo esercita nel grafo. Il grado come misura di connessione: maggiore è il grado, maggiore è il potere dell’attore, in quanto può disporre di maggiore libertà nella scelta dei legami o in maniera prospetticamente diversa, è meno dipendente dagli altri. Questa misura inoltre può essere calcolata sia per reti a legami orientati (in degree e out degree) sia per reti a legami vincolati (degree centrality). La betweenness centrality invece come misura del ruolo di connettore di altri nodi, assumendo una funzione di broker: più è alta questa misura e maggiore sarà il potere posseduto dal nodo; in sostanza, il nodo mediatore avrà comunque parte nella relazione tra due nodi in quanto non superabile. Mediante il software UciNet il calcolo di entrambe le misure ha permesso di valutare il potere che tutti i soggetti coinvolti potevano esprimere nella fitta rete di comunicazione tra i tre principali soggetti analizzati. 4. RISULTATI Nella Tabella 4 sono stati inseriti i soggetti individuati da Cafaro come vicini a Manfredi che da una parte pare abbiano effettivamente tradito come dimostrato da documenti successivi al periodo preso in esame 10, alcuni soggetti di cui gli storici 8 Un grafo a matrice simmetrica. 9 Si veda per esemplificazione [1] al cap. 5 e [2] al cap. 3. 10 Manfredi Maletta e Pietro De Vico. non riescono a dare un giudizio definitivo11 e i restanti rimasti fedeli alla causa dello svevo12. Generalmente ad un alto livello di Degree e Betweenness pare corrispondere una figura che tradì il sovrano. Più in generale come mostrato nella Figura 3 ad alti livelli di Betweenness è associata una figura il cui giudizio degli storici è negativo o sospeso. Una zona in cui la Betweenness è piuttosto bassa mentre il Degree è medio alto denota un cluster di soggetti che vengono identificati come fedeli, mostrando come sia sostanzialmente la prima misura ad indicare un potere più forte rispetto alla seconda. Personaggio Giudizio degli Storici Degree Betweenness UbertoPallavicini ManfrediMaletta «In Lombardia, messi alla difesa dell’Oglio, aprirono il varco al nemico» 33 677,41 Consegnò il tesoro del Re all’angioino 17 298,94 GalvanoLancia Restò fedele alla causa ghibellina e sostenne l’imperatore Corradino 14 8,36 GiordanoDAgliano Ferito e fatto prigioniero, morì di fame in carcere 14 24,31 GiovanniDaProcida Dopo la battaglia scappò dal Regno. Non abbandonò mai la causa ghibellina 14 46,53 CorradoDiAntiochia Si sottomise a Carlo d’Angiò il quale lo imprigionò fino al 1267 12 50,57 PietroDeVico «Si sottomise al Pontefice, e fece pace con Clemente e la stessa Pisa» 10 101,56 TommasoIIDAquino Si recherà a Roma, ricevuto da Clemente IV, ottiene da re Carlo il permesso di andare nuovamente a Roma. Resterà fedele all’Angiò 8 78,44 RiccardoSanseverino «Morì di crepacuore qualche mese dopo la battaglia» 7 117,50 Tabella 4 – Schema riassuntivo dei personaggi Figura 3 – Grafico di posizionamento dei soggetti principali analizzati dagli storici rispetto a Degree e Betweenness 5. CONCLUSIONI Il processo di raccolta dei dati diventa fondamentale quando in fase di modellazione si ha la necessità di definire un piano semantico sulle relazioni. La maggior parte del tempo è stata impiegata proprio nella costruzione del dataset e nella raccolta dei documenti in parte automatizzata per la parte dei Regesta Imperii e in parte completamente a mano per le restanti fonti. Il dataset ha permesso comunque di effettuare alcune misure strutturali e di centralità ottenendo dei risultati soddisfacenti sotto il profilo qualitativo. Ulteriori misure sia strutturali che connessioniste potrebbero essere applicate su questo dataset anche per 11 Uberto Pallavicini, Riccardo Sanseverino e Tommaso II D’Aquino. 12 Galvano Lancia, Giordano d’Agliano, Giovanni da Procida, Corrado di Antiochia. effettuare misure relative ai gruppi e predittive di un eventuale momento di rottura delle relazioni. Infine, a partire dai Registri angioini13, si potrebbe anche inserire un ulteriore livello con le genealogie e i matrimoni intercorsi nel periodo preso in esame. 6. RINGRAZIAMENTI Si vuole ringraziare il prof. Marco Ruffino, docente dell’Università di Bologna, per i preziosi consigli durante i corsi di Teoria delle decisioni nei processi cognitivi e Analisi delle reti sociali. 7. BIBLIOGRAFIA [1] Scott, J. 1997. L’analisi delle reti sociali. A Cura di Amaturo E., Carocci, ISBN 9788843023851. [2] Salvini, A. 2017. L’analisi delle reti sociali. Risorse e meccanismi. Pisa University Press, Pisa, ISBN 9788867417674. [3] Padgett, J. F. 1994. Marriage and elite structure in Renaissance Florence; 1282-1500. In: Paper delivered to the Social Science History Association. [4] Tieken, I., van Ostade, B. 2000. Social Network Analysis and the History of English. In: European Journal of English Studies, Vol. 4, n. 3, pp. 211-216, ISSN 1382-5577. [5] Mahoney, J., Rueschemeyer, D. 2003. Comparative Historical Analysis in the Social Science. Cambridge University Press, ISBN 9780511803963. [6] Padgett, J. F., McLean, P. D. 2006. 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[11] Delle Donne, F., a cura di. 2014. Andreas Ungarus. Descripcio victorie Beneventi.Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Roma, ISBN 9788898079155. [12] De Rosa, F., a cura di. 2014. Saba Malaspina. Storia delle cose di Sicilia: (1250-1285). Ciolfi, Cassino, ISBN 8886810660. [13] Aquilecchia, G. a cura di. 1997. Giovanni Villani. Cronica con le continuazioni di Matteo e Filippo. Einaudi, Torino, ISBN 9788806150327. [14] Cafaro, P. 1952. Se i pugliesi furono bugiardi a Ceprano. In: Archivio Storico Pugliese, Anno V – Fasc. I-IV pp. 243-250, ISSN 0392-0054. [15] Minieri Riccio, C. 1874. Alcuni fatti riguardanti Carlo I di Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di dicembre 1270, tratti dall’archivio Angioino di Napoli. Napoli. [16] Del Giudice, G. 1863. Codice Diplomatico del regno di Carlo I e II D’Angiò. 3 vol., Napoli. [17] Pratesi, A. 1999. Genesi e forme del documento medievale, Jouvence, Milano, ISBN 9788878012608. 13 Ad oggi sono stati pubblicati circa 60 volumi del perduto Archivio Napoletano di cui si auspica presto una digitalizzazione.