L’analisi delle reti come strumento a supporto della ricerca
storica. Da Ceprano a Benevento (1266)
Alessandro De Troia1, Vito Ricci2
1 Independent
Researcher, Master Degree in Computer Science, Università di Bologna – alessandrodetroia@gmail.com
2 Università di Bari, Unità operativa Statistiche di Ateneo - vito.ricci@uniba.it
ABSTRACT
Applicare le metodologie dell’analisi delle reti sociali all’ambito della ricerca storica può fornire una misura quantitativa
quanto qualitativa a supporto degli storici. Nella fattispecie si vuole presentare uno studio in cui si è analizzata una vasta
gamma di documenti relativi agli anni precedenti la famosa Battaglia di Benevento avvenuta nel febbraio del 1266 in cui
Manfredi, Re di Sicilia, perse la vita a causa di un presunto tradimento dei baroni che dovevano supportarlo in battaglia. Il
grafo delle relazioni creato a partire dalla vastissima documentazione online (es. Regesta imperii) e non (es. Registri
Angioini) ha permesso di ricostruire una fitta rete di comunicazioni tra le figure principali del periodo: il Papa Clemente IV
(documenti dal 1265 al 1266), Manfredi (documenti dal 1257 al 1266) e Carlo I d’Angiò (1265 al 1267). Infine la lunga serie
di personalità citate nella documentazione ha consentito, grazie all'uso del software UciNet, una puntuale applicazione di
alcune euristiche proprie dell’analisi di rete permettendo dapprima un’analisi su diversi piani semantici e infine un bilancio
sul grafo complessivo dei livelli di Degree e Betwenness su quei nodi che storicamente sono individuati come i personaggi
chiave della disfatta di Manfredi. I risultati mostrano come ad alti livelli di Betweenness e Degree il soggetto è tra quelli
indicati come traditore dagli storici, mentre coloro che hanno un basso grado di Betweenness nonostante Degree alta, pare
siano coloro che gli storici identificano come fedelissimi al Re e che effettivamente morirono nella battaglia o furono
imprigionati e uccisi qualche mese dopo. Uno sviluppo futuro potrebbe prevedere misure predittive sul grafo o l’aggiunta
della rete dei matrimoni tra le varie famiglie coinvolte nell’analisi.
PAROLE CHIAVE
social network analysis, military history, ucinet
1. INTRODUZIONE
Da diversi anni l’analisi di rete è diventata uno strumento a supporto degli storici per l’individuazione di strutture e
comportamenti complessi. A prescindere dall’approccio strutturalista o connessionista modellare in un grafo una serie di
informazioni permette allo studioso di avere a disposizione una serie di euristiche [1] [2] che permettono analisi quantitative e
qualitative del modello. Questa metodologia ha iniziato a prendere piede anche nel campo delle Digital Humanities in
riferimento alla Storia con diversi studi, basti pensare a Padgett [3] [6], Tieken e van Ostade [4], Mahoney e Rueschemeyer
[5], McLean [6] e i più recenti Engl [7] e Fernández-Aceves [8]. L’analisi proposta in questa sede esamina e modella un grafo
citazionale a partire dalla documentazione (anche online) di un range di anni ben definito 1 adoperando alcune misure (Degree
Centrality e Betweenness Centrality) al fine di valutare la centralità di alcuni nodi.
2. IL CONTESTO STORICO
Dopo la morte dell’Imperatore Federico II Hohenstaufen2 avvenuta nel dicembre del 1250, il Regno di Sicilia vede
contrapporsi il Papato e la dinastia sveva. La contesa troverà in Manfredi3, Re di Sicilia dal 1258, il campione ghibellino, da
una parte e i papi, Urbano IV prima e Clemente IV poi, dall’altra. Lo scontro scaturirà nella discesa del fratello del Re di
Francia Carlo I d’Angiò che fu convinto dai papi ad intraprendere l’impresa della conquista del Regnum Sciliae che avvenne
dopo una lunga campagna il cui epilogo vide la totale sconfitta di Manfredi a Benevento nel febbraio del 1266. Le cronache
[11] [12] [13] e persino Dante nel XXVIII canto dell’Inferno (vv.16-18)4 riferiscono del tradimento di alcuni baroni del
Regno i quali avrebbero abbandonato proprio sul campo di battaglia Manfredi. Il giovane Re decise comunque di buttarsi
nella mischia ma fu inevitabilmente ucciso. Lo storico Pasquale Cafaro nel 1952 [14] analizzò la situazione politica del
periodo individuando nella perdita di consensi del sovrano svevo la causa dell’abbandono di una parte della nobiltà regnicola.
1
Il primo documento è del 1245 mentre l’ultimo è del 1268.
2
Si rimanda al recente studio dello Stürner [9] per approfondimenti in merito.
3
Lo studio del Pispisa[10] è di fondamentale importanza per la figura del Re di Sicilia.
4
“...a Ceperan, là dove fu bugiardo ciascun Pugliese”.
3. METODOLOGIA
La documentazione raccolta fa riferimento sostanzialmente a tre fonti principali:
I.
II.
III.
Regesta Imperii Online5
Alcuni fatti riguardanti Carlo I di Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di dicembre 1270 [15]
Codice Diplomatico del regno di Carlo I e II D’Angiò [16]
Le motivazioni che hanno spinto alla scelta di II e III sono puramente legate alla lingua italiana che ha facilitato la creazione
del legame semantico tra i soggetti coinvolti nella comunicazione6. Per I invece il lavoro è stato più arduo data la mancanza di
annotazioni in lingua inglese o italiana ma d’altro canto ha permesso di automatizzare parte del processo interrogando la base
di dati con l’ausilio di algoritmi. Nella Tabella 1 un riassunto sui dati raccolti in riferimento ai personaggi più importanti. Si
noti come l’esigua quantità di documenti relativi a Manfredi è in parte dovuta alla scarsità di testimonianze nelle tre fonti
analizzate. La quantità di record e gli intervalli temporali in cui questi sono distribuiti permettono di ottenere un’analisi
statisticamente rilevante del periodo in oggetto.
Soggetto Produttore
Elezione - Morte
Documenti
%
Primo Documento
Ultimo Documento
Clemente IV
1265-1268
198
47,03
1265
1266
Manfredi
1258-1266
84
19,95
1257
1266
Carlo I D’Angiò
1265-1285
139
33,02
1265
1267
421
100,00
Tabella 1 – Schema riassuntivo di parte della documentazione raccolta
Ciascun documento, partendo dalle definizioni del Pratesi [17], è stato suddiviso in:
a) Cronaca
b) Mandato (ordine, comunicazione)
c) Concessione (Privilegio concesso, Revoca, Scomunica, Revoca di Scomunica)
d) Lettera (rapporto epistolare)
I soggetti presenti in ciascun documento sono stati classificati come:
• Soggetto Principale
• Destinatario Generico
• Destinatario Positivo
• Destinatario Negativo
• Testimone
• Citazione Generica
• Citazione Positiva
• Citazione Negativa
Un legame quindi si viene a formare nel momento in cui un soggetto principale (indicato nella fonte) effettua una
comunicazione o ha una relazione con un altro soggetto magari citandone altri. Nelle Tabelle 2 e 3 alcuni esempi di creazione
di legami.
5
http://www.regesta-imperii.de/regesten/suche.html - Per la parte relativa alla ricerca dei regesti. Consultata il 5 ottobre 2017.
6
La scelta poteva coinvolgere anche i volumi dei Registri Angioini editi dall’Accademia Pontaniana.
Data: 14 Marzo 1267
ID 51
Re Carlo scrive al castellano del castello di Nocera, il milite Radulfo de Faiello, al quale affida anche la
custodia di Elena
vedova di re Manfredi, nelle carceri di quel castello rinchiusa.
CarloIDAngio
SoggettoPrincipale
RadulfoDeFaiello
Destinatario
ElenaDucas
CitazioneNegativa
Tabella 2 – Esempio di creazione di un legame
Data: 23 Settembre 1265
ID 9
Carlo I d’Angiò scrive a Radulfo de Zandino castellano di Arsoli ordinandogli di consegnare quella
fortezza a Guglielmo
Carpentiero da lui elettovi a castellano.
CarloIDAngio
SoggettoPrincipale
RadulfoDeZandino
Destinatario
GuglielmoCarpentiero
DestinatarioPositivo
Tabella 3 – Esempio di creazione di un legame
Per I livelli semantici Destinatario e Citazione è stata effettuata un’analisi di correlazione statistica che in questa sede non
verrà illustrata perché poco rilevante ai fini del presente studio 7.
Figura 1 – Analisi delle correlazioni statistiche tra i livelli di relazione e semantici individuati
7
Si faccia riferimento alla Figura 1 per una panoramica.
La matrice ottenuta invece dalla trasformazione multiplex dei vari piani semantici è rappresentata dal grafo vincolato8 con
legami binari nella Figura 2.
Figura 2 – Grafo risultante dall’analisi delle relazioni. In blu i 3 soggetti principali: Carlo I d’Angiò, Manfredi di Svevia e Clemente IV
La raccolta è di circa 450 testimonianze documentarie e di 550 soggetti censiti.
In letteratura9 alcune misure di centralità vengono riferite come indicatore del “potere” che ciascun nodo esercita nel grafo. Il
grado come misura di connessione: maggiore è il grado, maggiore è il potere dell’attore, in quanto può disporre di maggiore
libertà nella scelta dei legami o in maniera prospetticamente diversa, è meno dipendente dagli altri. Questa misura inoltre può
essere calcolata sia per reti a legami orientati (in degree e out degree) sia per reti a legami vincolati (degree centrality). La
betweenness centrality invece come misura del ruolo di connettore di altri nodi, assumendo una funzione di broker: più è alta
questa misura e maggiore sarà il potere posseduto dal nodo; in sostanza, il nodo mediatore avrà comunque parte nella
relazione tra due nodi in quanto non superabile. Mediante il software UciNet il calcolo di entrambe le misure ha permesso di
valutare il potere che tutti i soggetti coinvolti potevano esprimere nella fitta rete di comunicazione tra i tre principali soggetti
analizzati.
4. RISULTATI
Nella Tabella 4 sono stati inseriti i soggetti individuati da Cafaro come vicini a Manfredi che da una parte pare abbiano
effettivamente tradito come dimostrato da documenti successivi al periodo preso in esame 10, alcuni soggetti di cui gli storici
8
Un grafo a matrice simmetrica.
9
Si veda per esemplificazione [1] al cap. 5 e [2] al cap. 3.
10
Manfredi Maletta e Pietro De Vico.
non riescono a dare un giudizio definitivo11 e i restanti rimasti fedeli alla causa dello svevo12. Generalmente ad un alto livello
di Degree e Betweenness pare corrispondere una figura che tradì il sovrano. Più in generale come mostrato nella Figura 3 ad
alti livelli di Betweenness è associata una figura il cui giudizio degli storici è negativo o sospeso. Una zona in cui la
Betweenness è piuttosto bassa mentre il Degree è medio alto denota un cluster di soggetti che vengono identificati come
fedeli, mostrando come sia sostanzialmente la prima misura ad indicare un potere più forte rispetto alla seconda.
Personaggio
Giudizio degli Storici
Degree
Betweenness
UbertoPallavicini
ManfrediMaletta
«In Lombardia, messi alla difesa dell’Oglio, aprirono il varco al nemico»
33
677,41
Consegnò il tesoro del Re all’angioino
17
298,94
GalvanoLancia
Restò fedele alla causa ghibellina e sostenne l’imperatore Corradino
14
8,36
GiordanoDAgliano
Ferito e fatto prigioniero, morì di fame in carcere
14
24,31
GiovanniDaProcida
Dopo la battaglia scappò dal Regno. Non abbandonò mai la causa ghibellina
14
46,53
CorradoDiAntiochia
Si sottomise a Carlo d’Angiò il quale lo imprigionò fino al 1267
12
50,57
PietroDeVico
«Si sottomise al Pontefice, e fece pace con Clemente e la stessa Pisa»
10
101,56
TommasoIIDAquino
Si recherà a Roma, ricevuto da Clemente IV, ottiene da re Carlo il permesso di
andare nuovamente a Roma. Resterà fedele all’Angiò
8
78,44
RiccardoSanseverino
«Morì di crepacuore qualche mese dopo la battaglia»
7
117,50
Tabella 4 – Schema riassuntivo dei personaggi
Figura 3 – Grafico di posizionamento dei soggetti principali analizzati dagli storici rispetto a Degree e Betweenness
5. CONCLUSIONI
Il processo di raccolta dei dati diventa fondamentale quando in fase di modellazione si ha la necessità di definire un piano
semantico sulle relazioni. La maggior parte del tempo è stata impiegata proprio nella costruzione del dataset e nella raccolta
dei documenti in parte automatizzata per la parte dei Regesta Imperii e in parte completamente a mano per le restanti fonti. Il
dataset ha permesso comunque di effettuare alcune misure strutturali e di centralità ottenendo dei risultati soddisfacenti sotto
il profilo qualitativo. Ulteriori misure sia strutturali che connessioniste potrebbero essere applicate su questo dataset anche per
11
Uberto Pallavicini, Riccardo Sanseverino e Tommaso II D’Aquino.
12
Galvano Lancia, Giordano d’Agliano, Giovanni da Procida, Corrado di Antiochia.
effettuare misure relative ai gruppi e predittive di un eventuale momento di rottura delle relazioni. Infine, a partire dai Registri
angioini13, si potrebbe anche inserire un ulteriore livello con le genealogie e i matrimoni intercorsi nel periodo preso in esame.
6. RINGRAZIAMENTI
Si vuole ringraziare il prof. Marco Ruffino, docente dell’Università di Bologna, per i preziosi consigli durante i corsi di
Teoria delle decisioni nei processi cognitivi e Analisi delle reti sociali.
7. BIBLIOGRAFIA
[1] Scott, J. 1997. L’analisi delle reti sociali. A Cura di Amaturo E., Carocci, ISBN 9788843023851.
[2] Salvini, A. 2017. L’analisi delle reti sociali. Risorse e meccanismi. Pisa University Press, Pisa, ISBN 9788867417674.
[3] Padgett, J. F. 1994. Marriage and elite structure in Renaissance Florence; 1282-1500. In: Paper delivered to the Social Science
History Association.
[4] Tieken, I., van Ostade, B. 2000. Social Network Analysis and the History of English. In: European Journal of English Studies, Vol. 4,
n. 3, pp. 211-216, ISSN 1382-5577.
[5] Mahoney, J., Rueschemeyer, D. 2003. Comparative Historical Analysis in the Social Science. Cambridge University Press, ISBN
9780511803963.
[6] Padgett, J. F., McLean, P. D. 2006. Organizational Invention and Elite Transformation: The Birth of Partnership Systems in
Renaissance Florence. In: American Journal of Sociology, Vol. 111, n. 5 (March), pp. 1463-1568, ISSN 0002-9602.
[7] Engl, R. 2014. Das Ende muslimischen Lebens im mittelalterlichen Süditalien. Netzwerkanalytische Überlegungen zu einer
hundertjährigen Forschungsfrage. In: Gesellschaftliche Umbrüche und religiöse Netzwerke. Analysen von der Antike bis zur
Gegenwart, Transcript, Bielefeld, pp. 119-154, ISBN 9783837625950.
[8] Fernández-Aceves H. 2017. Social network analysis and narrative structures: measuring communication and influence in a Medieval
source for the Kingdom of Sicily. In: Intersticios Sociales, Volume 7, Issue 14, pp. 122-154, ISSN 2007-4964.
[9] Stürner, W. 2009. Federico II e l’apogeo dell’impero. Salerno Editore, Roma, ISBN 9788884026798.
[10] Pispisa, E. 1991. Il regno di Manfredi: proposte di interpretazione. Sicania, Messina, ISBN 9788872680315.
[11] Delle Donne, F., a cura di. 2014. Andreas Ungarus. Descripcio victorie Beneventi.Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Roma,
ISBN 9788898079155.
[12] De Rosa, F., a cura di. 2014. Saba Malaspina. Storia delle cose di Sicilia: (1250-1285). Ciolfi, Cassino, ISBN 8886810660.
[13] Aquilecchia, G. a cura di. 1997. Giovanni Villani. Cronica con le continuazioni di Matteo e Filippo. Einaudi, Torino, ISBN
9788806150327.
[14] Cafaro, P. 1952. Se i pugliesi furono bugiardi a Ceprano. In: Archivio Storico Pugliese, Anno V – Fasc. I-IV pp. 243-250, ISSN
0392-0054.
[15] Minieri Riccio, C. 1874. Alcuni fatti riguardanti Carlo I di Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di dicembre 1270, tratti dall’archivio
Angioino di Napoli. Napoli.
[16] Del Giudice, G. 1863. Codice Diplomatico del regno di Carlo I e II D’Angiò. 3 vol., Napoli.
[17] Pratesi, A. 1999. Genesi e forme del documento medievale, Jouvence, Milano, ISBN 9788878012608.
13
Ad oggi sono stati pubblicati circa 60 volumi del perduto Archivio Napoletano di cui si auspica presto una digitalizzazione.