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Nell’ambito della collana “Hierapolis di Frigia”, diretta da Francesco D’Andria, è stato ora pubblicato il volume VIII, in due tomi, F. D’Andria, M.P. Caggia, T. Ismaelli (a cura di), Hierapolis Di Frigia VIII. 1-2 Le Attività delle Campagne di Scavo e Restauro 2007-2011, editore Yayinlari, Istanbul 2016, 911 pp., con illustrazioni in B/n e colore, in italiano con riassunti in turco. Vol. VIII.1: ISBN 978-605-9680-12-7 Vol. VIII.2: ISBN 978-605-9680-13-4 La pubblicazione, dedicata alla memoria di Maria Pia Rossignani, è stata realizzata con il contributo finanziario del MIUR per il Progetto “Archeologia dei paesaggi in Anatolia: ricerche multidisciplinari a Hierapolis di Frigia e nella regione del Salbakos” (PRIN - Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, 2008).
L'ottavo volume della serie “Hierapolis di Frigia” presenta i risultati delle attività di scavo e restauro condotte dalla Missione Archeologica Italiana nel periodo 2007-2011. Il quinquennio si è contraddistinto per lo sviluppo di molteplici collaborazioni internazionali, l’avvio di importanti progetti di restauro e l’ampliamento delle aree di indagine, che hanno interessato l’abitato di età romana sia nella parte centrale (in particolare il Teatro, il Santuario di Apollo, l’insula 104), che quella settentrionale (con la Porta di Frontino, il Ninfeo dei Tritoni, le Terme-Chiesa), estendendosi anche al settore meridionale finora poco indagato (scavi lungo la Via di Frontino e il Ginnasio). L’intensificarsi delle indagini nel cuore dello spazio urbano ha quindi condotto alla scoperta del celebre Ploutonion, contribuendo ad un sostanziale arricchimento delle conoscenze sul sistema religioso di Hierapolis. Anche le ricerche sulle aree funerarie hanno visto un significativo approfondimento grazie a nuovi approcci interdisciplinari (analisi antropologiche e bioarcheologiche), sia nella Necropoli Nord (tomba 163d) che nella Necropoli Nord-Est e Sud-Ovest, mai prima oggetto di studi sistematici. Molto impegnative sono risultate anche le attività di ricerca sulle fasi di età bizantina, che si sono concentrate nell’area della collina orientale: oltre allo scavo e consolidamento nelle Terme Ottagonali e nel Martyrion, si è potuta individuare la chiesa costruita intorno alla tomba dell'Apostolo Filippo, fulcro di un complesso sistema rituale. Il volume rende inoltre conto delle ricerche multidisciplinari condotte nei diversi ambiti, dalle indagini sul popolamento del territorio in età protostorica, agli studi specifici sull’epigrafia, la numismatica, la statuaria, le produzioni ceramiche, l’architettura. Si illustrano infine i progetti di restauro condotti nel quinquennio (Porta di Frontino, Teatro, Ginnasio, Stoà di Marmo, Ponte di San Filippo).
Francesco D'Andria, M. Piera Caggia, Tommaso Ismaelli
HIERAPOLIS DI FRIGIA VIII. Le attività di scavo e restauro 2007-20112016 •
L’ottavo volume della serie “Hierapolis di Frigia” presenta i risultati delle attività di scavo e restauro condotte dalla Missione Archeologica Italiana nel periodo 2007-2011. Il quinquennio si è contraddistinto per lo sviluppo di molteplici collaborazioni internazionali, l’avvio di importanti progetti di restauro e l’ampliamento delle aree di indagine, che hanno interessato l’abitato di età romana sia nella parte centrale (in particolare il Teatro, il Santuario di Apollo, l’insula 104), che quella settentrionale (con la Porta di Frontino, il Ninfeo dei Tritoni, le Terme-Chiesa), estendendosi anche al settore meridionale finora poco indagato (scavi lungo la Via di Frontino e il Ginnasio). L’intensificarsi delle indagini nel cuore dello spazio urbano ha quindi condotto alla scoperta del celebre Ploutonion, contribuendo ad un sostanziale arricchimento delle conoscenze sul sistema religioso di Hierapolis. Anche le ricerche sulle aree funerarie hanno visto un significativo approfondimento grazie a nuovi approcci interdisciplinari (analisi antropologiche e bioarcheologiche), sia nella Necropoli Nord (tomba 163d) che nella Necropoli Nord-Est e Sud-Ovest, mai prima oggetto di studi sistematici. Molto impegnative sono risultate anche le attività di ricerca sulle fasi di età bizantina, che si sono concentrate nell’area della collina orientale: oltre allo scavo e consolidamento nelle Terme Ottagonali e nel Martyrion, si è potuta individuare la chiesa costruita intorno alla tomba dell’Apostolo Filippo, fulcro di un complesso sistema rituale. Il volume rende inoltre conto delle ricerche multidisciplinari condotte nei diversi ambiti, dalle indagini sul popolamento del territorio in età protostorica, agli studi specifici sull’epigrafia, la numismatica, la statuaria, le produzioni ceramiche, l’architettura. Si illustrano infine i progetti di restauro condotti nel quinquennio (Porta di Frontino, Teatro, Ginnasio, Stoà di Marmo, Ponte di San Filippo).
In questo lavoro sono presentati i risultati dello studio delle numerosissime lucerne fittili rinvenute nel corso degli scavi condotti a Hierapolis di Frigia tra il 1963 e il 1972 nella zona centrale della città, nell’area cosiddetta del Santuario di Apollo. In particolare si segnalano due gruppi di lucerne provenienti da due Scarichi, rinvenuti l’uno nel 1965 dallo scavo dalla Trincea D, l’altro nel 1963 ‘presso la via collegante l’agorà al teatro’. La ripresa delle indagini nel 2001 ha permesso di riconoscere nei cosiddetti Scarichi delle unità stratigrafiche riferibili alla fase bizantina. La collocazione topografica della Trincea D e la recente scoperta del Plutonio permettono di riconoscere nei materiali della Trincea D oggetti originariamente appartenenti ai depositi votivi del santuario di Ade. Lo Scarico che ha restituito il secondo gruppo di lucerne si colloca invece all’interno del santuario di Apollo. Il primo gruppo comprende esemplari databili in età ellenistica, mentre il secondo è costituito principalmente da lucerne romane appartenenti alla piena età imperiale. Le lucerne sono di produzione ierapolitana, come prova l’utilizzo dalla tipica argilla locale ricca di mica. Per ciò che concerne le lucerne ellenistiche, realizzate a matrice e decorate a rilievo, è stato identificato un nuovo tipo, denominato Hier.A, creato dagli artigiani delle officine di Hierapolis. Le lucerne di questo tipo, pur presentando caratteri distintivi propri, si inseriscono pienamente nell’ambito delle coeve produzioni micrasiatiche e rivelano l’influenza di ateliers ben noti come quelli di Efeso e Pergamo. Il tipo, prodotto tra la fine del II secolo a.C. e l’età augustea, mostra una sua evoluzione morfologica esemplificata dalle due varianti Hier.A1 e Hier.A2. Lucerne del tipo Hier.A1, sono state rinvenute anche nella vicina Laodicea, prospettando una produzione ‘regionale’ estesa ad altri centri della valle del Lico. La presenza di molte lucerne Hier.A realizzate da ‘matrici stanche’ attesta una produzione su larga scala del tipo in questione nell’ambito di una stessa officina. La loro produzione appare strettamente legata alle esigenze dei fedeli e alle pratiche cultuali che si svolgevano nel santuario di Ade. Le lucerne romane provenienti dal santuario di Apollo, riproducono tipi di origine ‘italica’, in particolare il ben noto tipo Loeschcke VIII, la cui produzione si colloca tra la fine del I e il III secolo. Nell’ambito della vastissima produzione del tipo VIII, sono state identificate due varianti locali, denominate Hier.B e Hier.C, create dagli artigiani delle officine ierapolitane che lavoravano per il santuario. La prima variante è caratterizzata dalla forma semicircolare del serbatoio e la seconda dal formato ridotto degli esemplari. Le caratteristiche morfologiche delle lucerne Hier.B e Hier.C, appaiono legate a specifiche esigenze cultuali del santuario apollineo, anche se l’estrema frammentarietà degli esemplari recuperati non permette, in questo caso così come nell’altro, di riconoscere tracce della ‘rottura rituale’ che rendeva inutilizzabili gli oggetti dedicati alla divinità. In generale, tuttavia, il gran numero di lucerne riferibili ai votivi del Plutonio cosi come a quelli del Santuario di Apollo, con le loro evidenti tracce d’uso, rimandano a pratiche cultuali che dovevano comprendere suggestive cerimonie notturne.
2020 •
Il catalogo della mostra dedicata all'archivio della Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia si inserisce in un programma del DIST di valorizzazione, attraverso una serie di mostre, dei propri fondi documentari, in particolare del Laboratorio di Storia e Beni Culturali (LSBC). In specifico l'Archivio della Missione Archeologica di Hierapolis di Frigia si forma presso l'Istituto di Storia dell!Architettura del Politecnico di Torino a partire dal 1957, quando Paolo Verzone, direttore dello stesso Istituto e al contempo docente incaricato dell'insegnamento di Storia dell'Architettura presso l'Università di Istanbul, ottiene dal Governo turco la concessione per avviare la prima Missione Archeologica Italiana nella città ellenistico-romana di Hierapolis, oggi Pamukkale. Per oltre quarant!anni, dal 1957 al 1999, l'archivio è il deposito corrente dei documenti prodotti dai partecipanti alla Missione, che al termine di ciascuna campagna vi versano schizzi, appunti, diari di scavo, rilievi e fotografie, a documentare lo stato di avanzamento. Con l'occasione della collocazione definitiva dell'archivio in un luogo che ne permetta la fruizione al pubblico, si è organizzata una mostra fotografica accompagnata dal presente catalogo
«Confini. Arte, letteratura, storia e cultura della Romagna antica e contemporanea»
Sasso, guanto e mitra. Insolite “reliquie” di Sant’Apollinare a Ravenna2023 •
Progressive Neoliberalism in Education
Progressive Neoliberalism in Action: Biden Sides with Capital in Mandating K 12 Testing in 20212022 •
The Majes "Dancer
Van Hoek, M. 2022. The Majes "Dancer" - Analysing an Enigmatic Icon.2022 •
G. Verly, F.W. Rademakers & F. Téreygeol (ed.), Studies in experimental archaeomettalurgy. Methodological approaches from non-ferrous metallurgies, Drémil Lafage (Monographies Instrumentum, 60)
Le dépôt du Bronze final III du "Trou des Nutons" d'Aiseau-Presles (prov. de Hainaut). Etudes archéologiques et technologiques autour d'un entonnoir de coulée2019 •
2015 •
2019 •
The Journal of Chemical Physics
Communication: From rods to helices: Evidence of a screw-like nematic phase2014 •
2010 •
2019 •
2005 •
International Journal of Training Research
Exploring work and development options to reduce early labour force exit of mature aged Australians2008 •
CIÊNCIA DA INFORMAÇÃO EM REVISTA
Desafios de um Periódico Científico Jovem de Instituição Pública rumo à Internacionalização: o caso da Revista Fitos Eletrônica2018 •
Parasitology Research
Parasite diversity of introduced fish Lates niloticus, Oreochromis niloticus and endemic Haplochromis spp. of Lake Victoria, Kenya2021 •
The Journal of Vocational Education Research
Pluralising continuing education and training in a postmodern world: whither competence?1994 •