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Elena Abou Mrad Elena Abou Mrad Università di Torino – Dipartimento di Studi Umanistici Corso di Laurea Magistrale in Culture Moderne Comparate COME SE IO FUSSE DI RAZZA DI MARMI : RIFERIMENTI A PASQUINO NELLE RIME DI FRANCESCO BERNI Di questa specie di matti sono stati più modernamente l “retino, il Franco, il ”urchiello, il ”ernia et altri così fatti amici di Pasquino e Marforio. Tommaso Garzoni, Hospidale de’ pazzi incurabili1 Nel suo Hospidale de’ pazzi incurabili, Tommaso Garzoni inserisce Niccolò Franco, Pietro Aretino e Francesco Berni nella stanza destinata ai pazzi sfrenati come un cavallo , la cui cura consiste nel trattamento riservato ai destrieri scapestrati. Né altro certamente conviene a questi matti se non un buon capezzone che gli stringa il gorgoglione in modo che non possino sbocar fuori quell amarulentia che tanto mal volentieri tengono chiusa in loro 2 I tre poeti, accomunati dai loro sbocchi amari , vengono presentati come amici di Pasquino e Marforio, le statue parlanti più celebri di Roma. Questo riferimento non è casuale, dato che la poesia pasquinesca è caratterizzata proprio dalla satira sferzante, di carattere prevalentemente anticuriale.3 Ed è curioso che Garzoni suggerisca di soffocare la voce dei tre poeti dal cervello indomito 4, dato che Pasquino stesso, sotto il papato di Adriano VI, rischiò una pena analoga. Francesco Berni fa riferimento a questo episodio nel Capitolo di Papa Adriano, nel quale, però, il poeta segnala la distanza della Tommaso GARZONI, Hospidale de’ pazzi incurabili, Ferrara, Cagnacini, 1586, citato in Silvia LONGHI, Lusus. Il capitolo burlesco nel Cinquecento, Padova, Antenore, 1983, p. 14. 2 Ibidem. 3 Angelo ROMANO, La satira di Pasquino. Formazione di un genere letterario, in Ex Marmore. Pasquini, pasquinisti, pasquinate nell’Europa moderna, Atti del Colloquio internazionale, LecceOtranto, 17-19 novembre 2005, a cura di Chrysa Damianaki, Paolo Procaccioli, Angelo Romano, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2006, p. 23. 4 Tommaso GARZONI, Hospidale de’ pazzi incurabili, op. cit. 1 1 Elena Abou Mrad propria poesia dalle pasquinate: l usanza mia non fu mai di dir male 5. In alcuni suoi componimenti, tuttavia, Berni si avvicina per forma e contenuti alla poesia pasquinesca. Questa relazione si propone di analizzare i riferimenti a Pasquino nella poesia di Francesco Berni. In particolare, verranno considerati il Capitolo di Papa Adriano, il sonetto caudato Contro l’essergli dati a forza versi e carmi e i sonetti contro Clemente VII: Per Clemente VII, Sonetto di Papa Chimente (VII contro l’accordo , Sonetto a Papa Chimente VII malato, Di Papa Clemente VII Malato, Voto di Papa Clemente VII.6 L’identificazione con Pasquino: il Capitolo di Papa Adriano e il sonetto Contro l’essergli dati a forza versi e carmi La prima occasione in cui Pasquino appare nella poesia di Berni è il Capitolo di Papa Adriano: E quando un segue il libero costume di sfogarsi scrivendo e di cantare, lo minaccia di far gettar in fiume.7 Questi versi fanno riferimento a un episodio della primavera del 1523: papa Adriano VI, infastidito dalle pasquinate contro di lui, minacciò di far gettare nel Tevere la statua di Pasquino. Fonti dell epoca confermano l intenzione del papa di far tacere Pasquino, affogando la statua nel Tevere o bruciandola per ridurla in calcina.8 Giustificato dal suo impeto moralizzatore, il papa aveva addirittura proibito di celebrare la festa di Pasquino, che si sarebbe dovuta svolgere il 25 aprile 1523.9 Oltre a menzionare l episodio della minaccia di “driano VI a Pasquino, il capitolo presenta forti somiglianze con la poesia pasquinesca, a partire dal tema: Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), v. 190, in Francesco BERNI, Rime, a cura di Danilo Romei, Milano, Mursia, 1985, pp. 66-73. 6 Per il titolo e la numerazione dei componimenti, si farà riferimento alla citata edizione a cura di Danilo Romei, Milano, Mursia, 1985. 7 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 181183. 8 Angelo ROMANO, La satira di Pasquino. Formazione di un genere letterario, op. cit., p. 29. 9 Ibidem. 5 2 Elena Abou Mrad l attacco diretto ad “driano Florensz, cardinale fiammingo eletto papa nel 1522 alla morte di Leone X. Nel suo intento di sostituirsi a Pasquino, Berni adotta anche lo stile della pasquinata10, attaccando il papa per le sue umili origini11, per la sua professione di precettore12, per la sua avarizia: Io non so se sia l vero quel c ho inteso, ch e tasta ad un ad un tutti i denari e guarda se ducati son di peso13 L ultimo motivo di derisione del papa riguarda proprio Pasquino: Berni cita l episodio della minaccia di annegamento della statua parlante per denunciare il tentativo di Adriano VI di privare Roma della libertà di parola. E quando un segue il libero costume Di sfogarsi scrivendo e di cantare, lo minaccia di far gettare in fiume: cosa d andarsi proprio ad annegare, poi che l antica libertà natia per più dispetto non si puote usare. 14 L irritazione di “driano VI nei confronti della satira era ben nota nella Roma dell epoca, come testimonia una lettera di Girolamo Negro a Marcantonio Micheli del 7 aprile 1523: Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, in Le pouvoir et la plume. Incitation, contrôle et répression dans l’Italie du XVIe siécle, actes du Colloque internationale organisé par le Centre interuniversitaire de recherche sur la Renaissance Italienne et l'Institut culturel italien de Marseille, 14-16 mai 1981, Paris, Centre interuniversitaire de recherche sur la Renaissance Italienne, vol. 10, 1982, p. 119. 11 questo arlotto,/ figliuol d un cimator de panni lini? . Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 5-6. Probabilmente dal provenzale arlot, significa 'ribaldo'; possibile l'allusione ai Motti e facezie del Piovano Arlotto. Scelta di facetie, motti, burle, et buffonerie del Piovano Arlotto e altri autori, Venezia 1595, https://books.google.it/books?id=pwo8AAAAcAAJ&dq=inauthor%3A%22Arlotto%20Mainardi %22&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false, visualizzato il 13/10/2015. 12 la schiuma de pedanti : “driano Florensz era stato precettore di Carlo V. Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., v. 21 e note. 13 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 151153. 14 Ivi, vv. 181-186. 10 3 Elena Abou Mrad …il papa ha fatto intendere che se coglierà qualcuno che scriva male di sé o d altri, lo punirà atrocemente 15. L oscillazione fra la voce di ”erni e quella di Pasquino è costante nel Capitolo di Papa Adriano. Berni lo compone utilizzando il linguaggio delle pasquinate, come al verso , in cui messer Simone rappresenta il peccato di simonia.16 Berni, non si limita a imitare il modello pasquinesco, ma aggiunge il proprio tocco personale17: i passaggi paradossali e grotteschi del Capitolo, infatti, richiamano i Capitoli in lode , che dietro alla lode iperbolica di oggetti comuni nascondono scherzosi doppi sensi osceni. Italia poverella, Italia mia, che ti par di questi almi allievi tuoi che t han cacciato un porro dietro via?18 Sempre con un riferimento sessuale Berni denuncia la falsa pudicizia del papa, deridendo implicitamente l elogio di “driano VI pronunciato dal cardinale Tommaso Gaetano de Vio durante il conclave. In questo discorso, il futuro papa veniva lodato per la purezza dei suoi costumi, la sua serietà e la sua pietà, che lo avrebbero elevato a una reputazione di santità.19 Basta che gli hanno fatto un papa santo, che dice ogni mattina la sua messa e non se l tocca mai se non col guanto.20 Berni non perde occasione di schernire Adriano VI anche per la buona coscienza, caratteristica che veniva frequentemente evocata a Roma. Con un immediato Lettere di principi, Venezia, Ziletti, 1570, f. 97v-98r, citato in Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, op. cit., p. 118. 16 Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, op. cit., p. 132. 17 Ivi, p. 121. 18 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 2224. 19 Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, op. cit., p.120. 20 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 5860. 15 4 Elena Abou Mrad effetto ridicolizzante, la coscienza diviene nel Capitolo un allusione sessuale, che permette di interpretare in chiave oscena anche il termine dotto .21 Dice l suo Teodorico22 ch egli è dotto E ch egli ha una buona conscïenza, come colui che gliel ha vista sotto.23 L oscillazione tra la figura Berni e quella di Pasquino subisce un punto di svolta ai versi 163-165: Dice Franciscus che quelle fantesche Che tien a Belveder servon per mostra, ma con effetto a lui piaccion le pesche24 Il Franciscus del verso è verosimilmente Berni stesso, che segnala al lettore un passaggio di identità: nello spazio di qualche verso, il poeta abbandonerà la voce di Pasquino e tornerà se stesso, e in particolare l autore del Capitolo delle pesche, che vengono citate al v.165.25 È Berni stesso a percepire la differenza fra questo capitolo e i precedenti: questo è, infatti, l unico capitolo-invettiva della sua produzione.26 Nella chiusa del componimento (versi 187-199), il Berni si sente in dovere di scusarsi con San Pietro per questa durissima invettiva al papa, così difforme dai componimenti precedenti, che vengono menzionati nel testo come fantasie v. 9 : il Capitolo delle anguille, il Capitolo dell’orinale, il Capitolo delle pesche, il Capitolo dei cardi. Questa infrazione alle sue regole di scrittura viene giustificata, nei versi finali del Capitolo, dallo sdegno che il poeta prova nei confronti di Papa Adriano VI. San Pier, s i dico pur qualche pazzia, qualche parola ch abbia del bestiale, Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, op. cit., p.120. 22 Dirk van Heeze, segretario di Adriano VI. 23 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 118120. 24 Ivi, vv. 163-165. 25 Jean TOSCAN, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, op. cit., p.125. 26 Silvia LONGHI, Lusus. Il capitolo burlesco nel Cinquecento, op. cit., p. 9. 21 5 Elena Abou Mrad fa con Domenedio la scusa mia: l usanza mia non fu mai di dir male; e che sia l ver, leggi le cose mie, leggi l “nguille, leggi l Orinale, le Pesche, i Cardi e l altre fantasie: tutte sono inni, laude, salmi et ode; guàrdati or tu dalle palinodie. I ho drento un sdegno che tutto mi rode e sforza contra l ordinario mio, mentre costui di noi trionfa e gode, a dir di Cristo e di Domenedio.27 Nel sonetto caudato Contro l’essergli dati a forza versi e carmi28, Berni si lamenta del fatto che gli vengano attribuiti componimenti non suoi. Questo fatto lo accomuna a Pasquino, a cui vengono attaccati i cartelli con versi satirici anonimi. Sebbene la statua non venga esplicitamente menzionata, il riferimento doveva essere trasparente per i fruitori dell epoca. Non son di questi avari di nome né di gloria di poeta: vorrei più presto aver oro o moneta: e la gente faceta mi vuol pur impiastrar di versi e carmi, come se io fusse di razza di marmi.29 In questo sonetto, Berni si identifica con Pasquino: come la statua parlante, si ritrova impiastrati addosso componimenti non suoi. Per Berni è impossibile impedire questa attribuzione impropria di sonetti, che finiscono per generare un caotico insieme di false interpretazioni. Non posso ripararmi: come si vede fuor qualche sonetto, il ”erni l ha composto a suo dispetto; e fanvi su un guazzetto di chiose e sensi, che rineghi il cielo se Luter fa più stracci del vangelo.30 Francesco BERNI, Capitolo di Papa Adriano (XVI), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., vv. 187199. 28 Francesco BERNI, Contro l’essergli dati a forza versi e carmi (XXVIII), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., pp. 89-90. 29 Ivi, vv. 15-20. 30 Ivi, vv. 21-26. 27 6 Elena Abou Mrad Ma l identificazione con Pasquino, riprendendo il Capitolo di Papa Adriano, può spingersi oltre: nei suoi componimenti, Berni sa di esprimere verità scomode, e per questo di rischiare pesanti ripercussioni. Nel febbraio 1523, Francesco Berni fu allontanato da Roma a causa di uno scandalo omosessuale, e mandato in Abruzzo; Romei non esclude che questo trasferimento improvviso possa essere una conseguenza dell imprudente capitolo contro papa “driano Florensz.31 I sonetti contro Clemente VII Tra le forme poetiche, il sonetto (in particolare quello caudato) è quella più chiaramente utilizzata per l invettiva e l attacco personale, una vera e propria arma con cui il aggredire i propri avversari.32 Numerosi sonetti del Berni presentano questa violenza verbale: basti pensare a Contra Pietro Aretino33, probabilmente composto in risposta alla frottola di quest ultimo Pax vobis, brigata.34 I componimenti indirizzati a papa Clemente VII, per la loro sovrapposizione tematica con le pasquinate l invettiva contro i papi e la curia romana , ne ricalcano anche gli stilemi e le formule. Per Clemente VII (XXIV), ad esempio è un sonetto caudato, metro tipico dei versi affissi alla statua di Pasquino al di fuori della festa del 25 aprile. In questo componimento, inoltre, viene portato all ennesima potenza lo schema dell enumerazione, modulo stilistico tipico della pasquinata35. Il sonetto è un lungo elenco delle peculiarità del papato di Clemente VII, e si chiude con una coda che è uno scatto allo stesso tempo sintattico e satirico. Un papato composto di rispetti, Danilo ROMEI, Introduzione a Francesco BERNI, Rime, op. cit., p.9. Silvia LONGHI, Lusus. Il capitolo burlesco nel Cinquecento, op. cit., p.7. 33 Francesco BERNI, Contra Pietro Aretino (XXXII), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 96. 34 Antonio CORSARO, Poesia satirica e poesia pasquinesca, in Ex Marmore. Pasquini, pasquinisti, pasquinate nell’Europa moderna, Atti del Colloquio internazionale, Lecce-Otranto, 17-19 novembre 2005, a cura di Chrysa Damianaki, Paolo Procaccioli, Angelo Romano, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2006, p.41. 35 Ottavia NICCOLI, Voci d’inchiostro, in Atlante della letteratura italiana, a cura di Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà, volume I, Dalle origini al Rinascimento, a cura di Amedeo De Vincentiis, Torino, Einaudi, 201, p.721, citato in Davide DALMAS, Presentazione dei Pasquillorum Tomi Duo, tomus primus, a cura di Damiano Mevoli, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2013, p. 12. 31 32 7 Elena Abou Mrad di considerazioni e di discorsi, di pur, di poi, di ma, di se, di forsi, de pur assai parole senza effetti; di pensier, di consigli, di concetti, di conietture magre per apporsi, d intrattenerti, pur che non si sborsi, con audïenze, risposte e bei detti; di pie di piombo e di neutralità, di pazïenza, di dimostrazione di fede, di speranza e carità; d innocenzia, di buona intenzïone, ch è quasi come dir semplicità, per non li dar altra interpretazione. Sia con sopportazione, lo dirò pur, vedrete che pian piano farà canonizzar papa Adriano. 36 La tecnica dell accumulazione vorticosa di elementi è frequente nelle pasquinate, e conferisce loro un tono iperbolico che accentua il carattere ironico dei componimenti. La prima strofa della pasquinata De Pennis Io. La. M. F., ad esempio, è un lungo elenco di aggettivi negativi, per sottolineare la tristezza del viso di Pasquino dopo la morte del suo protettore. Squalida, trista, gramma, afflitta e mesta, angosciosa, affannata e lacrimosa, timida, stupefatta e paventosa vide la mia faccia ognuno in negra vesta. 37 Questo esempio è interessante perché, come nel sonetto di Berni sopra citato, l accumulazione degli aggettivi tiene in sospeso l immaginazione del lettore fino al quarto verso, per risolversi sia grammaticalmente sia a livello di senso solo in chiusura di frase. Per Clemente VII (XXIV) è costruito interamente su questo vortice di elementi, che occupa ben quattordici dei diciassette versi. Già prima della coda satirica, l accumulo di caratteristiche del papato di Clemente VII assume un tono assurdo e, di conseguenza, marcatamente derisorio. Il componimento in cui il legame con la pasquinata è più esplicito è il Sonetto di Papa Chimente [VII] [contro l’accordo] (XXIX)38, che nell edizione giuntina del era Francesco BERNI, Per Clemente VII (XXIV), cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 84. De Pennis Io. La. M. F., vv. 1-4, in Pasquinate Romane del Cinquecento, a cura di Valerio Marucci, Antonio Marzo e Angelo Romano, tomo I, Roma, Salerno Editrice, 1983, p.32. 36 37 8 Elena Abou Mrad accompagnato da una didascalia che illustra le vicende legate al sonetto e la sua destinazione pratica. Contro a Papa Clemente per ordine del Vescovo di Verona suo secretario, il quale volendo persuadere a Sua Santità il fare alcune provisioni necessarie alla salute sua et diffesa di Roma, lo fece comporre dal Berni buon servitore di quella; e spiccato subito da Pasquino senza che altri lo vedesse, lo mostrò alla Santità Sua, acciò per fuggire il biasimo del vulgo si risolvesse a provedere allo instante pericolo; et così fu fatto per giovare et non offendere Sua Santità; et altra volta stampato senza saputa et contro la volontà de suoi fratelli.39 Secondo la didascalia, il sonetto sarebbe stato composto da Berni su commissione di Giberti (vescovo di Verona), che voleva mandare un messaggio a Papa Clemente VII per bocca di Pasquino.40 L attendibilità di questa testimonianza resta dubbia: essa sembrerebbe un invenzione a posteriori, per compensare la vena polemica del testo. Il brano, tuttavia, dimostra l impronta pasquinesca del componimento: l insulto diretto al papa e l aspra derisione degli ammiragli della flotta della Lega Santa rientrano infatti nel genere dell invettiva anonima romana.41 Il fatto stesso che il sonetto caudato sia scaturito da una situazione politica contingente lo avvicina alle pasquinate, che Curione nella sua Praefatio ai Pasquillorum Tomi Duo interpretava come la realizzazione di un esigenza fondamentale per l umanità civile: l espressione dei problemi sociali.42 Se Curione, però, evita qualsiasi accenno a un legame tra Pasquino e la poesia burlesca (prediligendo invece una discendenza dalle forme classiche)43, i sonetti di Berni testimoniano che il confine tra i due generi è tutt altro che impermeabile. Francesco BERNI, Rime, op. cit., pp. 91-92. Il secondo libro dell’opere burlesche, di M. Francesco Berni. Del Molza, di M. Bino, di M. Lodovico Martelli. Di Mattio Francesi, dell’Aretino, Et di diversi Autori, Nuovamente posto in luce, Et con diligenza Stampato, In Fiorenza MDLV [col.: Appresso li Heredi di Bernardo Giunti], 5r., citato in Antonio CORSARO, Poesia satirica e poesia pasquinesca, op. cit., p.39. 40 Antonio CORSARO, Poesia satirica e poesia pasquinesca, op. cit., p. 40. 41 Silvia LONGHI, Lusus. Il capitolo burlesco nel Cinquecento, op. cit., p.8. 42 Davide DALMAS, Presentazione dei Pasquillorum Tomi Duo, op. cit., pp. 19-20. 43 Ibidem. 38 39 9 Elena Abou Mrad I tre sonetti caudati Sonetto a Papa Chimente VII malato, Di Papa Clemente VII Malato e Voto di Papa Clemente VII44 possono essere considerati una triade: composti a Roma tra il febbraio e il marzo 1529, sono incentrati su una malattia che, all inizio dell anno, aveva colpito il papa. Definiti da Romei tipiche pasquinate45, i tre componimenti testimoniano la contaminazione fra la poesia di Berni e di Pasquino. Dal punto di vista tematico, infatti, i sonetti sono affini alla poesia pasquinesca, in quanto legati a un episodio di cronaca romana e focalizzati sulla condanna di personaggi della curia (i medici e i cardinali). Per quanto riguarda lo stile, però, i tre componimenti presentano un vocabolario tipicamente bernesco: ecco che compaiono parole espressive come cristieri clisteri 46 , orinale47, mostaccio il grugno dovrebbe colpire con il suddetto orinale)48, sputo49, scesa ascessi 52 dei medici, che il papa catarro 50 , tigna51, tinconi . L utilizzo del gergo basso, quotidiano, legato al corpo, conferisce ai sonetti un tono grottesco. Conclusioni Quando Berni si identifica con Pasquino, lo fa per parlare di se stesso. Come la statua parlante, Berni non ha paura di condannare i vizi dei potenti, e lo fa a suo rischio e pericolo. Nessuno sfugge alla sua burlesca invettiva: papi, vescovi e personaggi della curia romana vengono ridicolizzati e messi a nudo nei versi berniani. Al contrario di Pasquino, però, ”erni non gradisce che gli vengano dati a forza versi e carmi , e ci tiene a ribadire la propria autorialità. Francesco BERNI, Rime, op. cit., pp. 108-110. Danilo ROMEI, note a Sonetto a Papa Chimente (VII malato), in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 108. 46 Francesco BERNI, Sonetto a Papa Chimente VII malato, v. 3, cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 108. 47 Ivi, v.15, ma compare anche come orinali in Voto di Papa Clemente VII, v.10. 48 Pigliate un orinale/ e date lor con esso nel mostaccio:/levate noi di noia e voi d impaccio . Francesco BERNI, Sonetto a Papa Chimente VII malato, v. 16, cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 108. 49Francesco BERNI, Di Papa Clemente VII Malato, v. 6, cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 109. 50Francesco BERNI, Voto di Papa Clemente VII, v. 11, cit. in Francesco BERNI, Rime, op. cit., p. 110. 51 Ivi, v.16. 52 Ibidem. 44 45 10 Elena Abou Mrad Nei componimenti affrontati, Berni gioca abilmente con il genere della pasquinata: il poeta, infatti, non si limita ad assumerne i temi, ma ne rielabora lo stile in una maniera personalissima e spassosa. La contaminazione tra Berni e Pasquino si risolve in un reciproco arricchimento. Berni, infatti, apprende e ripete le formule collaudate della pasquinata, che tradizionalmente si esaurivano nel linguaggio violento e nell insulto velenoso. I componimenti berniani, però, non si limitano alla mera riproduzione del modello, bensì risultano più complessi nella struttura e nel linguaggio. Inoltre, Berni arricchisce i suoi versi di trovate ingegnose che partono proprio dalla tradizione pasquinesca: basti pensare all esasperazione del modulo dell enumerazione nel sonetto Per Clemente VII (XXIV), o alle allusioni sessuali nel Capitolo di Papa Adriano. Il processo di scambio non fu a senso unico: la pasquinata, che fino ad allora aveva faticato a costruire forme e modelli propri, ebbe un nuovo e significativo impulso a partire dalle rielaborazioni di Berni.53 53 Danilo ROMEI, Introduzione a Francesco BERNI, Rime, op. cit., pp. 8, 11. 11 Elena Abou Mrad Bibliografia   BERNI, Francesco, Rime, a cura di Danilo Romei, Milano, Mursia, 1985; CORSARO, Antonio, Poesia satirica e poesia pasquinesca, in Ex Marmore. Pasquini, pasquinisti, pasquinate nell’Europa moderna, Atti del Colloquio internazionale, Lecce-Otranto, 17-19 novembre 2005, a cura di Chrysa Damianaki, Paolo     Procaccioli, Angelo Romano, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2006, pp. 35-50; DALMAS, Davide, Presentazione dei Pasquillorum Tomi Duo, tomus primus, a cura di Damiano Mevoli, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2013. LONGHI, Silvia, Lusus. Il capitolo burlesco nel Cinquecento, Padova, Antenore, 1983; Pasquinate Romane del Cinquecento, a cura di Valerio Marucci, Antonio Marzo e Angelo Romano, tomo I, Roma, Salerno Editrice, 1983. ROMANO, Angelo, La satira di Pasquino. Formazione di un genere letterario, in Ex Marmore. Pasquini, pasquinisti, pasquinate nell’Europa moderna, Atti del Colloquio internazionale, Lecce-Otranto, 17-19 novembre 2005, a cura di Chrysa Damianaki, Paolo Procaccioli, Angelo Romano, Manziana, Vecchiarelli Editore,  2006, pp. 11-34; Scelta di facetie, motti, burle, et buffonerie del Piovano Arlotto e altri autori, Venezia, 1595, https://books.google.it/books?id=pwo8AAAAcAAJ&dq=inauthor%3A%22Arlot to%20Mainardi%22&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false,  visualizzato il 13/10/2015. TOSCAN, Jean, De Franciscus et de maître Pasquin ou de quelques lieux mal explorés du Capitolo di papa Adriano de Francesco Berni, in Le pouvoir et la plume. Incitation, contrôle et répression dans l’Italie du XVIe siécle, actes du Colloque internationale organisé par le Centre interuniversitaire de recherche sur la Renaissance Italienne et l'Institut culturel italien de Marseille, 14-16 mai 1981, Paris, Centre interuniversitaire de recherche sur la Renaissance Italienne, vol. 10, 1982, pp. 117-134. 12