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ANTENOR QUADERNI DIREZIONE Francesca Ghedini, Jacopo Bonetto, Monica Salvadori COMITATO SCIENTIFICO Maria Stella Busana, Paolo Carafa, Marie Brigitte Carre, Heimo Dolenz, Irene Favaretto, Christof Flügel, Andrea Raffaele Ghiotto, Giovanni Gorini, Stefania Mattioli Pesavento, Mauro Menichetti, Athanasios Rizakis, Daniela Scagliarini, Alain Schnapp, Gemma Sena Chiesa, Desiderio Vaquerizo Gil, Paola Zanovello, Norbert Zimmermann COORDINAMENTO SCIENTIFICO Isabella Colpo, Maddalena Bassani SEGRETERIA REDAZIONALE Alessandra Didonè, Giulia Salvo Layout del testo: Matteo Annibaletto Volume realizzato con il contributo del MIUR (Prin 2008) Università degli Studi di Padova Dipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte del Cinema e della Musica Piazza Capitaniato, 7 – 35139 Padova antenor.beniculturali@unipd.it ISBN 978-88-6938-016-7 © Padova 2014, Padova University Press Università degli Studi di Padova via 8 febbraio 1848, 2 - 35122 Padova tel. 049 8273748, fax 049 8273095 e-mail: padovauniversitypress@unipd.it www.padovauniversitypress.it Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. In copertina: Tivoli, Aquae Albulae (foto M. Annibaletto). UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DEI BENI CULTURALI ANTENOR QUADERNI 31 CURA, PREGHIERA E BENESSERE LE STAZIONI CURATIVE TERMOMINERALI NELL’ITALIA ROMANA a cura di Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani, Francesca Ghedini SOMMARIO FRANCESCA GHEDINI, MADDALENA BASSANI, Il metodo, gli strumenti, i problemi ..................................7 LE PROBLEMATICHE GEOLOGICHE, CHIMICHE E MEDICHE MARCO POLA, PAOLO FABBRI, DARIO ZAMPIERI, LEONARDO PICCININI, Il fenomeno termale: alcuni esempi in Italia ...........................................................................................................................19 ANGELO BASSANI, Note idrotermali: caratterizzazione, prodotti, usi diversi ........................................29 LOREDANA MANTOVANELLI, Acque termali e cure mediche ....................................................................45 I SITI TERMOMINERALI IN ITALIA CECILIA ZANETTI, I luoghi del termalismo nelle parole degli antichi .....................................................53 ANDREA RIZZI, Acque e cure termali nel mondo antico ...........................................................................65 MATTEO ANNIBALETTO, PATRIZIA BASSO, Tra uomo e natura: insediamenti e paesaggi termali ...........73 FRANCESCA GHEDINI, Le acque termali nella toponomastica antica: fonti itinerarie, letterarie ed epigrafiche ............................................................................................................................................109 MATTEO ANNIBALETTO, Le stazioni termominerali: tipologie architettoniche e sistemi infrastrutturali .....................................................................................................................................................129 MADDALENA BASSANI, I santuari e i luoghi di culto presso le sorgenti termominerali ........................143 MADDALENA BASSANI, Per un carta distributiva degli spazi sacri alle fonti curative ..........................161 LE ACQUE SALUTIFERE TRA PUBBLICO E PRIVATO PATRIZIA BASSO, Termalismo e società .....................................................................................................191 PAOLA ZANOVELLO, Termalismo ed economia........................................................................................205 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA, Termalismo e divinità ......................................217 ROBERTO SCEVOLA, Aspetti giuridici del termalismo romano ................................................................247 FRANCESCA GHEDINI, MADDALENA BASSANI, Risultati e prospettive.....................................................263 SCHEDE ICONOGRAFICHE (a cura di Luca Trevisan) ............................................. 24, 34, 48, 251 APPENDICE (a cura di Matteo Marcato, Cecilia Zanetti) .................................................................281 BIBLIOGRAFIA (a cura di Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani, Matteo Marcato, Cecilia Zanetti) .................................................................................................................................................295 TAVOLE...................................................................................................................................................325 Cura, preghiera e benessere TERMALISMO E DIVINITÀ Alfredo Buonopane, Maria Federica Petraccia RIASSUNTO Nella medicina, l’acqua svolge un ruolo essenziale, grazie alle sue proprietà evidenti ed ampiamente sfruttate nella terapeutica, basata anche sulla corretta igiene e sulla pratica dei bagni. Per ciò che concerne l’ambito religioso, la sua azione si esplica principalmente su tre livelli: purifica, favorisce la rigenerazione, infine dona fecondità, forza, salute e conoscenza. Ne consegue che le strutture templari pertinenti alle divinità guaritrici si sviluppano in stretta connessione con una sorgente d’acqua dotata di qualità terapeutiche. L’analisi delle attestazioni di queste entità soprannaturali, nell’ambito di complessi termali dell’Italia romana, ha evidenziato come quelle che godono di maggiore venerazione sono Apollo e Minerva: il primo conta infatti ben venti attestazioni, la seconda ventitré, concentrate tutte in area emiliana. PAROLE CHIAVE: medicina, divinità, guarigione. ABSTRACT In medicine, water plays an essential role, due to its obvious and widely exploited properties in therapeutics, also based on hygiene and practice of the baths. As regards the religious sphere, its action is based mainly on three levels: cleanses, promotes regeneration, finally gives fertility, strength, health and knowledge. That’s why the temple structures relevant to the gods healers are developed in close connection with a spring with therapeutic qualities. The analysis of sources concerning these supernatural entities, as part of thermal sites in Roman Italy, showed that those who enjoy greater veneration are Apollo and Minerva. KEY WORDS: medicine, gods, healing. Infirmitati gravi liberata donum posuit (CIL XI, 1297) Il potere sanante delle acque è radicato nell’inconscio più profondo dell’uomo1. Tutte le popolazioni di ogni continente hanno avuto, e tuttora hanno, un rispetto spesso religioso per le sorgenti, i fiumi, il mare, la pioggia. Questo perché l’acqua, non solo costituiva una risorsa fondamentale di approvvigionamento idrico e di sostentamento alimentare, (oltre che un fattore determinante per la scelta dell’ubicazione degli insediamenti e, in età storica, persino dei toponimi da attribuire agli abitati), ma anche perché era ritenuta (per la tendenza peculiare dell’uomo primitivo ad interpretare le misteriose forze del cosmo come integrate e immanenti alla realtà esistenziale), sia simbolo positivo e vitale di fertilità e rinascita, di purificazione e risanamento, sia simbolo negativo e funesto di precarietà e rischio, di pericolo e danno2. Questa ultima “inclinazione” si palesava soprattutto se associata ad eventi imprevedibili e distruttivi come piene e alluvioni, oppure a fenomeni ambientali connessi a luoghi quali paludi e cavità sotterranee. Di fatto, lo sgorgare dell’acqua dalla terra congiunse il suo culto con quello di divinità ctonie che sovraintendevano anche ai fenomeni tellurici e vulcanici, come Asclepio 1 2 Health in antiquity 2005. GIONTELLA 2012. Cura, preghiera e benessere.Le stazioni curative termominerali nell’Italia romana, a cura di M. Annibaletto, M. Bassani, F. Ghedini, Padova, 2014, pp. 217-245 218 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA (le cui capacità taumaturgiche non sono messe in dubbio da nessuno)3. «Sotto ogni caldera vulcanica, secondo gli antichi, giaceva uno dei giganti che ribellatisi all’Olimpo, sarebbero stati precipitati nel sottosuolo da Zeus: in quella lotta sarebbe stato determinante anche l’intervento di Eracle, che troveremo poi associato all’uso curativo delle acque. Evidentemente, Eracle simboleggiava il dominio della forza bruta e devastatrice della natura, assoggettata e piegata ad uno scopo benefico»4. Nella medicina, l’acqua svolge un ruolo essenziale. Per i medici naturalisti, valga tra tutti l’esempio del greco Galeno, attivo tra la Grecia e Roma nel II secolo d.C., le sue proprietà sono evidenti ed ampiamente sfruttate nella terapeutica, basata anche sulla corretta igiene e sulla pratica dei bagni. Per ciò che concerne l’ambito religioso, la sua azione si esplica principalmente su tre livelli: purifica e cancella il passato; favorisce la catarsi e la rigenerazione; dona fecondità, forza, salute e conoscenza. Ne consegue che le strutture templari pertinenti alle divinità guaritrici si sviluppano in stretta connessione con una sorgente d’acqua dotata di qualità terapeutiche. Come è di norma in tutti i santuari, essa è indispensabile innanzitutto per le abluzioni preliminari, il lavaggio delle mani o le aspersioni simboliche all’entrata del recinto sacro, in segno di pulizia e purificazione5; in occasione dei sacrifici presso gli altari; nei rituali che precedono il sonno oracolare, momento in cui i fedeli bevono l’acqua, che li dispone al meglio per l’incontro con la divinità; per scopi terapeutici, secondo le prescrizioni divine fornite ai fedeli, che possono comportare assunzione del liquido, bagni nelle acque della fonte sacra, contatto con le parti malate per versamento del liquido, fino a prevedere una totale immersione nei numerosi bacini naturali o artificiali presenti all’interno dell’area templare. Talvolta si sottolinea anche l’interazione col potere taumaturgico dell’acqua: in un ex voto del II secolo d.C. rinvenuto nelle terme di Ad Mediam in Dacia, è espresso il ringraziamento ad Asclepio e Hygeia i quali, grazie anche alle virtù “numinose” delle acque, hanno risanato dopo lunga infermità Iunia Cyrilla6. Non è sempre agevole distinguere i culti collegati alle acque “curative” da quelli che si riferiscono alle sorgenti che alimentano le cosiddette terme “igieniche”7: un buon indicatore può essere la presenza di ex voto anatomici, quali ad esempio piedi, maschere, occhi, che ne attesta l’uso legato alla sanatio e fa propendere per un culto idrico-salutare. L’analisi complessiva delle testimonianze epigrafiche di carattere votivo pertinenti al termalismo curativo in Italia sembra far pensare che le divinità chiaramente identificabili come “guaritrici” non siano molte. Si è tenuto ovviamente conto solo di quei documenti rinvenuti in località in cui i rinvenimenti archeologici sembrano comprovare la presenza di uno sfruttamento termale, i quali recano una dedica alle entità sacre, chiaramente identificabili come “sananti”, preposte alle sorgenti con una richiesta d’aiuto o una espressione di gratitudine per la guarigione ottenuta in seguito all’uso di quelle acque. Queste divinità/entità “sananti” sono nell’ordine: le Aquae Albulae, Aponi, Pisanae e Sinuessanae8, Apollo, Aponus, Asclepio, Dorminus9, Eracle, Feronia, Fons, Giove, Hygieia, Minerva, Nymphae, Salus, Spes (?),Valetudo e infine Vires. Aquae Albulae (presso Tivoli), Aponi, Pisanae, Sinuessanae. Sono acque sfruttate per uso terapeutico, le quali vengono considerate divinità “sananti” e la cui efficacia curativa era comprovata. Esse possono recare come appellativo l’aggettivo derivato dalla tipologia dell’acqua (Aquae Albulae, vale a dire acque biancastre, le quali possono essere soggette al fenomeno della ribollizione, a causa del gas che contengono) o dal nome della località presso la quale sgorgano (Aquae Aponi, Aquae Pisanae, Aquae Sinuessanae). Siamo in presenza, quindi, di un elemento naturale, l’acqua, assurto ad entità divina. 3 È qui importante ricordare come Virgilio nel VI libro localizzi nei Campi Flegrei l’antro della Sibilla e il punto da cui Enea inizia il suo viaggi agli Inferi: MELILLO 2004, p. 75. L’area flegrea è nota per la presenza di sorgenti d’acqua termale che le fonti antiche accostano esplicitamente ai fenomeni vulcanici. 4 MELILLO 2004, p. 34. 5 PAUS. 5, 13, 3. 6 CIL III, 1561. 7 Bains curatifs 2007. 8 Sono state escluse le Aquae Caeretanae perché sono presenti nelle iscrizioni solo come specificazione di divinità quali Iuppiter, Hercules e Fons: cfr. infra tabelle delle divinità. 9 Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cura, preghiera e benessere TERMALISMO E DIVINITÀ 219 Interessante è la dedica posta alle Aquae Albulae da una certa Ulpia Athenais, moglie del liberto imperiale ab epistulis, Glyptus10, in cui le acque vengono definite sanctissimae, fatto questo che ne sottolinea le proprietà salutari, ovvero l’efficacia curativa11. A parere del Paci, questo indirizzarsi al semplice elemento naturale costituisce un fatto abbastanza singolare e raro nel panorama dei culti idrici12. Vale qui la pena di ricordare anche la dedica alle Aquae Sinuessanae posta da Tito Caunio Prisco, legato propretore di Augusto e console designato, proveniente da Lambaesis in Numidia, rinvenuta accanto a un tempio di Asclepio13. In età arcaica, nella maggior parte delle città greche la funzione terapeutica pare concentrarsi sulla figura di Apollo, padre di Asclepio e inventore della medicina, come traspare da numerosi appellativi quale quello di iatros/medicus. Figlio di Zeus e Latona e fratello di Artemide, è figura mitologica che «da lungo tempo – a partire dalla guerra annibalica – nonostante le origini esterne al pantheon italico, ricopre nell’universo religioso romano un ruolo fondamentale, incarnando, uniFig. 132 – Roma, Museo Nazionale Romano. tamente ad Ercole, comuni ideali italici e romani»14. Dio della Brocca in bronzo da Vicarello con l’iscriziodivinazione e della musica, dio pastorale (che gli amori con le ne di Furia Asclepias (CIL XI, 3292). ninfe e i giovani uomini diventati fiori ed alberi uniscono intimamente con la vegetazione e la natura), dio guerriero, dio della religione orfica, fu annoverato fin da subito tra gli esseri divini romani dotati di capacità terapeutiche, tanto da venire spesso invocato con l’appellativo di medicus. Il culto di Apollo esisteva già da lungo tempo, al punto che si ha notizia di un’area sacra (Apollinar) a Roma, già intorno alla metà del V secolo a.C. Nel 433-431 a.C. venne inaugurato il primo edificio templare dedicato ad Apollo Medico da parte del console Gneo Giulio in seguito a una pestilenza15. Una sua radicale ricostruzione fu iniziata da Gaio Sosio, probabilmente nel 34 a.C. I lavori dovettero tuttavia presto interrompersi in seguito al conflitto tra Ottaviano e Antonio, per riprendere probabilmente solo qualche anno dopo, quando Augusto si riconciliò con Sosio, che era stato dalla parte di Antonio; da qui l’appellativo di Sosiano con cui il tempio è ancora conosciuto. Statue del dio e iscrizioni sacre a lui poste sono state rinvenute in gran numero in contesti termali16. Il suo carattere salutifero fece sì che ben presto fosse assimilato a divinità preromane dotate di proprietà terapeutiche. È l’area centro-italica, corrispondente all’antica Etruria17, terra feconda di acque termali di origine vulcanica, cui si collega una moltitudine di culti di divinità mediche, la quale restituisce un’altra ricchissima presenza di culto, in cui l’attore principale è Apollo: a San Casciano in Toscana è stato rinvenuto un pilastro con dedica ad Apollo, in cui è menzionato un personaggio appartenente alla famiglia di un console del 170 d.C.18; da Canino (VT) proviene un’ara di marmo con dedica posta ad Apollo Santo dal console L(ucius) Minicius Natalis19. Ma è soprattutto il contesto delle terme-santuario delle Aquae Apollinares Novae di Vicarello, nei pressi del lago di Bracciano, che ha restituito una stipe contenente 5.200 monete, piccoli oggetti metallici e numerosi vasetti anch’essi metallici, di cui alcuni iscritti (fig. 132); tra questi, quattro cilindretti argentei sui quali è inciso, esternamente, l’itinerario stradale da Cadice (Spa10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 CIL XIV, 3909 = ILS 3892. PACI 2006, p. 263. PACI 2006, p. 264. CIL VIII, 2583; cfr. GUÉRIN, BEAUVOIS 2000, pp. 1397-1408. RIGATO 2008, p. 339. HAACK 2007, p. 181. VISCOGLIOSI 1996. HAACK 2007, pp. 167-190. CIL XI, 2094; cfr. CHELLINI 2002, p. 211. CIL XI, 2925 = ILS 3221; PIR V,1, pp. 293-295 nr. 620. Cfr. ZUCCA 2006, pp. 388-391. Cura, preghiera e benessere 220 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA gna) a Roma20. Nume tutelare della sorgente di Vicarello in età romana è Apollo21, ma si ritrovano uniti a lui nella devozione di adepti di origini greche Silvano, Asclepio e le Ninfe22. La presenza di Asclepio è comunque documentata anche dal rinvenimento, come in altri contesti termali, di una testa pertinente a un suo simulacro. Sempre da Vicarello provengono una lastra di marmo posta dal liberto imperiale Eros il quale pone un oggetto sacro ad Apollo Santo23, un vaso d’argento in cui è incisa una dedica ad Apollo Santo posta da Q(uintus) Claudius Severianus24; un calice d’argento che reca incisa una dedica ad Apollo Santo e alle Ninfe in cui si dice che il vasetto, del peso di mezza libbra, fu offerto in voto da Gavia Rodine25, e un bicchiere d’argento da cui risulta che Quinto Cassio Ianuario donum dedit Apollini et Nymphis Domitianis26. L’interesse di quest’ultima epigrafe risiede soprattutto nell’epiteto di “Domiziane” che portano le Ninfe, «il quale non può non ricondurre all’ultimo degli imperatori flavii (8196 d.C.), che deve dunque aver avuto a che fare con Vicarello. La cosa non sorprende solo che si rilegga il passo della vita Domitiani di Svetonio, che fa esplicito riferimento alla “gracilità delle gambe” (forse una forma miopatica), per la quale è verosimile che l’imperatore frequentasse le benefiche acque della “sorgente di Apollo”. Il che si accorda con l’imponente ristrutturazione di alcune parti del complesso termale, messe in luce ultimamente e databili in età domizianea: ristrutturazione che a questo punto possiamo ben considerare il ringraziamento personale dell’imperatore al dio della sorgente»27. Si ritiene qui utile riportare quanto sostenuto dal Maiuro in un suo recente lavoro sulle proprietà imperiali, il quale sembra non essere d’accordo con quanto sostenuto dal Gasperini dato che, a suo parere, «Il solo aggettivo “Domitianus” non basta ad attribuire la proprietà del sito all’imperatore o a dare connotato di proprietà all’epiclesi delle Ninfe»28. Ad Apollo e alle Ninfe Sante, Nevia Basilla offre in dono un’anforetta di bronzo con resti dell’originaria laminatura d’argento, su cui è incisa la dedica29. Nella Cisalpina, Asclepio verrà “snobbato” a favore di altre figure come Aponus, onorato nel centro cultuale posto a Montegrotto Terme, divinità oracolare e iatrica collegata con sorgenti di acque curative e studiata da Luciano Lazzaro30. Il fons Aponi, menzionato da Svetonio31, fu frequentato ininterrottamente dal VI secolo a.C. fino all’età romana, con una tradizione termale che prosegue tutt’oggi32. Sia Plinio sia Marziale alludono alla pluralità di fonti termali cui il sito euganeo doveva la sua fama, come ben risulta da un epigramma di Avito che lo paragona alla località di Baia nella zona flegrea: exultent Apono Veneti, Campania Bais33. Ancora citato nelle fonti letterarie tardoantiche, se ne ha notizia in una lettera inviata a un amico, verso il 507 d.C., dal vescovo di Pavia, Ennodio34, che fa cenno a un suo soggiorno patavino col ricordo dei bagni di Apono, celebrandone l’efficacia nel liberare i corpi dagli eccessivi umori e dall’obesità; un cenno alla sua malattia degli occhi lascia intendere che anche in questo caso vi si potevano trovare benefici effetti. Le iscrizioni votive dedicate ad Aponus rinvenute nel bacino termale euganeo presentano, al posto del teonimo nella forma estesa, la sigla A.A., sciolta dagli studiosi in vari modi: A(quis) A(poni), A(pono) A(ugusto), A(pollini) A(pono)35, in quest’ultimo caso con un rimando diretto alla figura di Apollo, considerato ovviamente nella sua valenza iatrica36, a ricalcare un processo di interpretatio che è già stato suggerito nel caso di Belenus, il dio di Aquileia, che fu ve20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 CIL XI, 3281-3284. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tabb. 11 e 12; cfr. GASPERINI 2006b, pp. 203-210. AE 1999, 631; cfr. GASPERINI 2006b, p. 220. CIL XI, 3285; cfr. GASPERINI 2006b, pp. 201-203. CIL XI, 3287; cfr. GASPERINI 2006b, p. 201. CIL XI, 3286 = ILS 3876; cfr. GASPERINI 2006b, pp. 199-201. GASPERINI 2006b, pp. 199-201. MAIURO 2012, p. 317. CIL XI, 3288; cfr. GASPERINI 2006b, p. 205. LAZZARO 1981. SVET. Tib. 14, 3. CAPDEVILLE 2006, pp. 117-138; MANDILE 2008, pp. 271-283. AVITUS, in Anthol. Lat. 1, 36. ENNOD. epist. 5, 8. Cfr. infra tabb. 11 e 12. La Murgia ritiene più probabile lo scioglimento A(pono) A(ugusto): MURGIA 2013, p. 241. Cura, preghiera e benessere TERMALISMO E DIVINITÀ 221 rosimilmente venerato anche in qualità di guaritore, come farebbe supporre la canonica identificazione con Apollo appunto37. La Murgia, per quanto riguarda l’ipotesi di un’identificazione o associazione di Apollo ad Aponus, desunta dallo scolio virgiliano [Progenies] Antenoris / -Aponi. Esse / [Apo]nus Apollo dictus / [fertur, quod] dolores fu/get38, ritiene che il fatto stesso che Aponus sia considerato la “traduzione” di un dio indigeno (dio indigeno=Aponus), dovrebbe indurre a ritenere improbabile la “traduzione” di una “traduzione” (dio indigeno=Aponus=Apollo)39. «La sorgente certo più famosa era quella intitolata al dio, appunto il fons Aponi menzionato in un passo di Svetonio, che va certo identificato con il caeruleus lacus ricordato da Claudiano, che ne mette anche in risalto l’ampiezza, con il caeruleus fons nominato da Cassiodoro, il quale pone anche l’accento sulle opere idrauliche e di ingegneria, attuate per Fig. 133 – Liverpool, Mersey County Museum. Dittico eburneo regolare il flusso delle acque, e inoltre descri- con le raffigurazioni di Asclepio e di Igea (da Roma?). ve i vari modi di utilizzare l’acqua a scopo curativo, e con il fons sacer di Ennodio. (…) Il fons Aponi era sede di un famoso oracolo che si denominava da Gerione, forse divinità indigena che poi assunse non solo nome greco-romano, ma anche un aspetto benefico, apparendo quindi come un dio, ben diverso dal mostro tricipite della leggenda ucciso da Eracle. Il collegamento tra il fons e l’oracolo è documentato da un passo di Svetonio, il quale ricorda la consultazione dell’oracolo da parte di Tiberio, alla vigilia della spedizione nell’Illirico nel 12 a.C.»40. Per quanto concerne la figura e il culto di Asclepio41, ampiamente interessati dall’utilizzo dell’acqua, questa si rivela lo strumento principe per compiere i miracoli e assicurare agli uomini la salute, agendo al posto di altri farmaci e consentendo le guarigioni più spettacolari42 (fig. 133). Asclepio è definito da Pindaro «colui che offre all’umanità i rimedi per le malattie»43, qualità sintetizzate da Eschilo negli epiteti katharsios e soter44. Lo scopo di questa devozione è il recupero della salute, il bene più prezioso che il dio “risanatore dei morbi” può concedere. Il bacino del Mediterraneo, e in particolare gli ambiti geografici permeati dalla cultura dei coloni greci, a partire dall’VIII secolo a.C., rivelano una diffusa presenza del culto di questa entità sacra. Nel 293 a.C., in seguito alla consultazione dei libri Sibillini in occasione di una pestilenza, Roma inviò un’ambasceria a Epidauro, sede del dio Asclepio, il cui culto fu introdotto nell’Urbe con dedica di un tempio nell’isola tiberina nel 291 a.C. Questa divinità dotata di virtù mediche è la prima introdotta direttamente dalla Grecia. Il ministero divino della salute pubblica funzionava ad Epidauro sotto l’insegna di tre divinità, Apollo, Asclepio, Hygieia45 (Pausania, II, 27, 6). A Roma la triade al completo fece la sua apparizione nel 180 a.C., dopo un’epidemia durante la quale morirono un console, un pretore e parecchi notevoli personaggi. 37 38 39 40 41 42 43 44 45 MURGIA 2013, p. 81 n. 412, 280-288. Schol. Veron. Aen. 2.250. MURGIA 2013, p. 242. BASSIGNANO 2006, pp. 99, 102; cfr. BASSANI M. 2011, pp. 223-243. Il culto di Asclepio 2009; ALFIERI TONINI 2012, pp. 219-229; RIGATO 2013, pp. 21-56. Cfr. infra tabb. 11 e 12. PIND. Pyth. 5, 85-86. ESCH. Eum. 262. RIGATO 2013, pp. 57-63. Cura, preghiera e benessere 222 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA Asclepio nella Cisalpina dovrà fare i conti con l’antica presenza di Trumusiati o Tribusiati, entità sacra salutare veneta che gode nei territori veneti di un particolare favore46. In età romana al culto della divinità veneta si sostituirà quello di Apollo; questo fatto trova conferma nelle testimonianze epigrafiche provenienti da Lagole di Calalzo nel Cadore47, in cui Apollo, divinità che riveste una notevole importanza in quella località, si cela a volte dietro l’epiteto Trumusiat48 (fig. 134). Dorminus è una divinità menzionata in un’epigrafe proveniente da Acqui Terme, antica Aquae Statiellae49. Il testo è il seguente: Fig. 134 – Lagole, Museo della Magnifica Comunità Cadorina. Trulla in bronzo con indicazione del primo proprietario (CoP(ublius) Vimivinus L(uci) f(ilius) Clarus / Dorvos Saninaius) e poi offerta in voto alla divinità delle acque da mino et Suetai v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito). un T. Volusius Firmus (AE 2002, 54 a-b = MAINARDIS 2008, pp. La lettura di cui sopra venne ricavata dal150, nr. 150 a-b). la testimonianza di Stephanus Gavotus, un erudito savonese del XV secolo. L’iscrizione, già irreperibile ai tempi della redazione del quinto volume del Corpus Inscriptionum Latinarum, è stata ripresa nel 2009 nei Supplementa Italica50 , dove si propone una sua datazione ipotetica al I-II secolo d.C. 51 e si fornisce il nome di un’altra opera che contiene anch’essa la trascrizione del documento e non è stata presa in considerazione durante la stesura del CIL: si tratta dell’opera Solatia Chronologica Sacrosantae Acquensis Ecclesiae (foglio 57), scritta nel 1628 da Gregorio Pedroca, vescovo acquese dal 1620 al 1631; la lettura da lui fornita getta nuova luce riguardo all’identificazione di una delle divinità ivi menzionate 52: Dorminus, che l’ecclesiastico legge come Borminus. La trascrizione fornita dal Pedroca risulta indiziaria della presenza, anche ad Aquae Statiellae, di un culto assai diffuso in Europa, in particolare nelle aree di propagazione della cultura di matrice celtica, il culto di Borvone 53 , Bormone, Barmanus, Bormanicus, teonimi che risultano molto diffusi in Gallia e nella Hispania Citerior. Il culto di Eracle ha avuto un’ampia diffusione in tutta l’Italia romana e risulta già attestato in epoca etrusca come protettore delle acque termali sparse in gran numero nell’Etruria meridionale54. «Già la tradizione greca attribuiva a Eracle la scoperta di numerose acque termali, ma soprattutto non è da sottovalutare la leggenda locale secondo la quale Ercole, mediante un colpo di clava, fece scaturire il lago Cimino (l’odierno lago di Vico)»55. La tradizione letteraria e le fonti archeologiche relative al mondo romano pongono in risalto lo stretto legame del dio con le acque (sorgenti fredde e calde, laghi e fiumi), come accadeva anche nel mondo greco56. Eracle non è isolato nella propria funzione di patrono delle acque ma è accostato spesso e volentieri ad Apollo, divinità greca salutifera tra le più importanti e, come si è già avuto modo di osservare, strettamente connessa all’elemento idrico. Per quanto lo riguarda, in Italia le diverse testimonianze archeologiche pongono in risalto il suo collegamento con le sorgenti termali e l’aspetto curativo del culto57. 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 BASSIGNANO 2006, p. 89. Iul. Carnicum II 145-155. Iul. Carnicum II 157 = AE 2008, 562; 158 = AE 2008, 563. CIL V, 7504. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. GAGLIONE, PETRACCIA 2014. SupplIt n.s. XXV 2010, pp. 95-96. PISTARINO 2010, p. 95. L’opera del Vescovo Pedroca è divenuta nota in seguito al lavoro di GIULIANO 2000. DE RUGGIERO 1895 p. 1019; IHM 1905, col. 1568; HEICHELHEIM 1931, col. 591. BELLELLI 2006, pp. 173-226. SABBATINI TUMOLESI 2006, p. 318. FUSCO 2008-2009, pp. 455-456. Cfr. infra tabelle divinità. Cura, preghiera e benessere TERMALISMO E DIVINITÀ 223 Eracle58 è ritenuto nume tutelare di tutte le fonti, particolarmente di quelle calde con proprietà curative e benefiche59, comunemente denominate nel mondo greco “bagni di Ercole”. Secondo una leggenda sarebbe stato il dio stesso a farle sgorgare dalla terra conficcandovi la sua clava 60 . A esaltare ancora di più le sue qualità di garante della salute, si aggiunge la prerogativa di colui che riesce a gestire e prosciugare le paludi ed eliminare i miasmi malefici loro connaturati61. Eracle è noto anche come dio delle acque oracolari62 . Feronia è una divinità di origine italica che in età arcaica gode di vasta popolarità63. «Assai controversa l’etnia presso cui si sarebbe generato il culto: probabilmente etrusca, ovvero, secondo l’indicazione di Varrone64, sabina. Precoce, tuttavia, risulta la sua irradiazione in area centro-meridionale come suggeriscono dati archeologici e letterari. I più rinomati centri di culto sono localizzati a Trebula Mutuesca65, Tarracina66, Capena67; dediche arcaiche provengono da Amiternum»68. La divinità è menzionata anche in un cippo rinvenuto a Bagnacavallo, in Emilia Romagna, ascrivibile al II-I secolo a.C.69, e in un altro proveniente da Fonte Magnano o Maiano nelle Marche70. La sua connotazione dominante fu sempre intimamente legata al culto delle acque, come dimostrato in modo convincente dal Susini in un contributo del 196071. Un caso fortunato di coincidenza tra culto legato ad acque calde minerali sfruttate in stabilimenti termali “curativi”, quello tributato a Fons o Fonta72, si ha nell’antica Balneum (odierna Bagno di Romagna)73, piccolo centro appartenente alla circoscrizione amministrativa sarsinate74. Cure e venerazione avevano come fulcro una sorgente di acque medicamentose, ritenuta tramite diretto con le divinità sotterranee. I numerosi reperti rinvenuti in prossimità della polla termale si rivelano fedeli testimoni delle manifestazioni religiose al nume tutelare di quella sorgente: una Ninfa, regina del lago, alla quale si affiancherà il culto a Fons / Fonta, divenuta entità degna di venerazione grazie alle sue proprietà risanatrici75. A Cesio Sabino, l’illustre sarsinate vissuto tra gli ultimi decenni del I e gli inizi del II secolo d.C., si attribuisce l’edificazione di un tempio dedicato a una ninfa, probabile divinità individuale della polla termale, alla quale si affiancherebbe, secondo la convincente interpretazione di Jacopo Ortalli, il culto per la fonte sacra divenuta entità degna di venerazione grazie alle sue proprietà risanatrici76. Il culto a Fons è molto antico e saldamente attestato nel mondo romano fin dall’epoca repubblicana, in cui già si celebravano i Fontanalia, sebbene il periodo della sua massima fioritura si collochi generalmente tra la metà del I e la metà del II secolo d.C. «Dal punto di vista mitologico Fons era figlio di Giano e Giuturna, figlia a sua volta di Vulturnus ed era considerato l’immagine antropomorfa di tutte le acque provenienti dal sottosuolo che, come ricordano Seneca e Servio, erano considerate sacre»77. Accanto al culto di Fons era quello dei Fontes78. 58 RIGATO 2013, pp. 79-83. ATH. 12, 512e. 60 HSCH., s.v. Eracleia loutrà. 61 ARISTID. or. 40, 31-32. 62 CHEVALLIER 1975-1976, pp. 137-138. 63 DI FAZIO 2013. Cfr. infra tabb. 11 e 12. 64 VARRO ling. 5, 74. 65 LIV. 1, 30, 5; DIONYS. 3, 32; CIL I2, 1832-1834. 66 VERG. Aen. 7, 800; HOR. sat. 1, 5, 24. 67 DIONYS. 2, 49, 5; VERG. Aen. 7, 697; LIV. 22, 1, 18; ILLRP 93 a-b. 68 CIL I2, 1847-1848. CRESCI MARRONE, MENNELLA 1984, p. 127. 69 ILLRP 1278. 70 CIL I, 2 377 = CIL XI, 6299 = ILS 2979 = ILRRP 22 = CRESCI MARRONE, MENNELLA 1984, 10; cfr. Fonti letterarie 1999, p. 99 n. 90. 71 SUSINI 1960, pp. 208-209; DI FAZIO 2012, pp. 379-408. 72 ARNALDI 2000, pp. 47-61. 73 Cfr. infra tabb. 11 e 12. 74 ORTALLI 2004, p. 22. 75 CENERINI 1991, pp. 49-61; RIGATO 2008, p. 336. 76 ORTALLI 2004, pp. 39-44, 56-65; cfr. RIGATO 2008, pp. 335-336 con bibl. prec. 77 FUSCO 2008-2009, p. 463. 78 FUSCO 2008-2009, p. 465; cfr. GASPERINI 2006a, p. 12. 59 Cura, preghiera e benessere 224 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA In età romana il culto è attestato nelle seguenti località: Aquae Caeretanae, Raiano79, Monfalcone80, Bagnacavallo81, Bagno di Romagna82 e Trifonte83. Al Fons Timavi è, con ogni probabilità, posta una dedica proveniente da Monfalcone, da parte di un ignoto personaggio84 (fig. 135). Quanto a Giove, il padre degli dei, è molto probabile che fin da epoca arcaica la sua figura sia stata investita di poteri iatrici, come nel caso ateniese di un’iscrizione frammentaria posta da una devota che si definisce therapeutheisa, curata85. Infatti, le qualità terapeutiche di Giove sono ben attestate nei santuari ateniesi, donde provengono numerose iscrizioni votive, accompagnate da rilievi raffiguranti parti del corpo risanate per il suo tramite. Si tratta di placche marmoree datate all’alto impero che raffigurano la porzione inferiore di un viso, occhi, braccia, piedi e seni in gran numero86. Anche nel mondo romano, non è insolito vedere il padre degli dei inteso nel suo aspetto di divinità salutifera, associato alle acque in generale e a quelle medicamentose in particolare. Significativi sono i confronti con il famoso Iuppiter Clitumnus, divinità oracolare alla quaFig. 135 – Aquileia, Museo Archeologico Naziole furono consacrate le note sorgenti del Clitumno e con nale. Ara cilindrica con dedica a Temavus (InscrAla leggenda riportata da Rutilio Namaziano87, secondo la qu, 18; AE 2002, 520). quale le thermae Taurinae sarebbero scaturite grazie a Giove che, sotto l’aspetto di toro (da cui presero il nome le terme), avrebbe fatto sgorgare l’acqua colpendo ripetutamente il terreno con gli zoccoli88. Da Aquae Caeretanae provengono tre dediche a Giove: la prima recante una dedica a lui, a Eracle e al Fons Aquarum Caeretanarum, incisa su una mensa di marmo “monopodia” e posta dal signifer Lucio Pontilio Duvro, un militare graduato la cui coorte di appartenenza, pretoria o urbaniciana, è andata perduta a causa della frattura della pietra89; la seconda indirizzata a lui e a Eracle Aquarum Caeretanarum dal centurio cohortis VI vigilum Publio Scribonio Proculo, il quale sciolse il voto «perché graziato dai benefici effetti delle Aquae Caeretanae»90; la terza incisa su una colonna marmorea e dedicata a Giove e al Fons Aquarum Caeretanarum da Florentino Augusti servus91. In tutte e tre le dediche, le Aquae Caeretanae sembrerebbero esprimere semplicemente un toponimo. Hygieia è spesso considerata come una delle figlie di Asclepio (secondo un’altra tradizione era una delle Esperidi) e, nella triade romana, si trova spesso assimilata all’antica divinità italica Salus92 o a Valetudo. 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 AE 1903, 157 = CIL I2, 1792, cfr. pp. 1038, 1041 = ILLRP 94 = SupplIt, 3, Corfinium, 1. ARNALDI 2000, p. 52. SUSINI 1960, pp. 197-201; SUSINI 1991, pp. 395-400; CENERINI 1994, p. 102. BERMOND MONTANARI, SUSINI 1961, p. 250; ARNALDI 2000, p. 53. Cfr. infra tabb. 11 e 12. CIL I 2647. CUSCITO 1976, p. 59; cfr. MURGIA 2013, pp. 293-296. SEG XXXVII 142. Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zürich-München 1981-1999, VIII, 1 s.v. Zeus. RVT. NAM. 255-320. SABBATINI TUMOLESI 2006, p. 318. AE 1989, 306 = AE 2006, 106 = AE 2007, 150; cfr. SABBATINI TUMOLESI 2006, pp. 312-316. AE 1992, 599 = AE 2007, 150; cfr. SABBATINI TUMOLESI 2006, pp. 316-317. AE 1989, 305= AE 2006, 106 = AE 2007, 150; cfr. SABBATINI TUMOLESI 2006, p. 312. PASTORINO 1973, p. 39. Cura, preghiera e benessere TERMALISMO E DIVINITÀ 225 Personificazione del concetto di buona salute, dell’equilibrio fisico e del benessere che questa procura, la figura di Hygieia è, al pari di Asclepio93, priva di qualsiasi ruolo nella mitologia greca94. Onorata e raffigurata nel mondo greco-romano per un lungo arco cronologico compreso tra la fine del V secolo a.C. e l’inizio del V secolo d.C., Hygieia appare ancor oggi una figura le Fig. 136 – Montegibbio, Modena. Ciotola con iscrizione graffita (L’incui origini creano agli studiosi un certo sediamento di Montegibbio 2010, tav. 3. 2). imbarazzo. Riguardo alle testimonianze cultuali si nota come ella sia spesso raffigurata assieme ad Asclepio in posizione paritaria e col medesimo attributo, il serpente, cui sovente offre il nutrimento sotto forma di piccolo dolce, uovo o liquido95. Il trascorrere del tempo rende la sua immagine sempre più banale e impersonale, con un’accentuazione in età romana, a causa dell’assimilazione con le corrispondenti dee latine Salus e Valetudo. La documentazione epigrafica comprova la devozione di numerose persone, appartenenti ai ranghi militari ma anche notabili locali, che si sono rivolte a Hygieia e Asclepio, garanti della buona salute propria e dei familiari96. Significativi gli esempi di Iulius Frontinianus che adempie al voto promesso dopo aver recuperato la vista97 e l’affermazione di Domitius Zenofilus, un personaggio di rango consolare attivo a Lambaesis in Numidia, il quale sostiene che, grazie alla loro azione di divinità salutari, le malattie vengono respinte98. Macrobio, nei Saturnalia99 tratta di Asclepio e Hygieia, paragonandoli al Sole e alla Luna. La coppia padre-figlia risulta associata in alcune dediche provenienti dalla zona flegrea e da San Casciano in Toscana100. Minerva è la dea medica per antonomasia (fig. 136), assimilata spesso a divinità femminili, soprattutto delle acque sorgive101. Protettrice delle arti e dei mestieri, è noto come nella sua poliedricità ella fosse legata fin da epoca repubblicana al teatro, subentrando a Dioniso, e alla sfera salutifera, sia nell’Italia Settentrionale sia a Roma, ove era venerata come Medica in un tempio sull’Esquilino, oltre a essere considerata protettrice dei medici. Alle sue competenze tradizionali, Minerva, a partire dagli inizi del V secolo a.C., aggiunge la protezione contro le forze malefiche del mondo infernale e la tutela dei parti e dei bambini e per questo motivo viene appellata kourotrophos102. Da alcune epigrafi votive ed ex voto anatomici rinvenuti presso il santuario di Breno, in provincia di Brescia, a lei dedicato, ella risulta divinità legata al culto delle acque salutari «e frutto verosimilmente dell’assimilazione con una più antica divinità locale dagli analoghi attributi»103. A parere del Valvo, la diffusione in territorio lombardo del culto di Minerva è ampiamente testimoniata, oltre che dalle iscrizioni, anche da toponimi come Manerba del Garda e Manerbio, forse l’antico vicus Minervius104. L’attributo Medica, spesso presente nei documenti che la menzionano, è connesso alla sfera della sanatio, sebbene il più delle volte «la mancanza di indicazioni specifiche o di ex voto anatomici impediscano di conoscere il genere di malattie che afflig- 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 COMPTON 2002, pp. 312-329. WILKINS 2005, pp. 136-149. LECHAT 1962, pp. 323-332. Cfr. BENSEDDIK 2013. CIL III, 987. AE 1915, 30; 2003, 2022. MACR. sat. 1, 20, 1-4. Cfr. infra tabb. 11 e 12. BOLLINI 1969, pp. 352-354; SUSINI 1975, p. 324. Cfr. BONGHI JOVINO 2011, p. 27. ROSSI 2006, p. 301. VALVO 2006, p. 381. Cura, preghiera e benessere 226 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA gevano chi si rivolgeva al potere taumaturgico della divinità»105. Minerva spesso si sovrappone a entità indigene associate al culto di alcune sorgenti a cui sono attribuite virtù terapeutiche106. Dall’Appennino piacentino, e precisamente da Travo, provengono numerose epigrafi, databili tutte alla piena età imperiale, in cui Minerva viene invocata come Memor e Medica107 (fig. 137). Da Caverzago, in Emilia Romagna, proviene un’epigrafe da cui risulta che Maria, figlia di Gaio Mario Umbone, votum solvit libens merito a Minerva Cabardiacense108. Sempre da Caverzago proviene un’epigrafe da cui risulta che Valeria Sammonia originaria di Vercelli ha posto una dedica a Minerva Medica Cardabiacense (l’appellativo Cardabiacense va considerato come una modifica e/o errore di trascrizione del Cabardiacense del testo precedente)109. Pur se non recano l’appellativo Medica, si è ritenuto di comprendere nel novero delle iscrizioni pertinenti a Minerva anche alcuni documenti sempre da Caverzago110: una lastra di pietra con incisa la dedica Minervae sanctissimae deae111; Lucio Callidio Primo originario di Brescia donò a Minerva Augusta aures argenteas, probabilmente in ringraziamento per la guarigione da un disturbo alle orecchie112; Gaio Domizio Prisco, Marco Minicio Giusto Atiliano, Arenia Afrodisia, Vennia Marcellina, Sesto SulFig. 137 – Piacenza, Musei Civici di Papicio Meliano, Quinto Marcio Petroniano, Lucio Celio Agatopo lazzo Farnese. Altare con dedica a Mioriginario di Milano e Vinea Crispina hanno sciolto votum libens nerva Memor, proveniente dal santuario merito a Minerva Memore113. Sempre a Minerva Memore votum sito in Valtrebba (CIL XI, 1297). solvit libens merito, Tullia Superiana restitutione facta sibi capillorum, ringrazia cioè la dea per essere stata guarita dalla calvizie114. Ancora a Minerva Memore pone in dono un’ara, una certa Celia Giuliana, indulgentia medicinarum eius infirmitati gravi liberata115. Sempre a Minerva Memore pone una dedica P(ublius) Vibidius Atticus proc(urator) XX lib(ertatis)116. Gaio Domizio Alendo e Marco Atilio Masculo originario di Milano hanno sciolto il voto a Minerva, qui indicata senza alcun appellativo117. Anche da Maranello, sempre in Emilia Romagna, proviene un’iscrizione in cui un tale Ermadione pose come ex voto un oggetto sacro non meglio identificato a Minerva118. Nei tempi più antichi è possibile che l’acqua fosse posta anche sotto la tutela di divinità femminili, le Ninfe119, figure probabilmente derivate dall’ancestrale culto della Madre terra e pertanto dotate, come divinità ctonie, di poteri oracolari e medici120 . Eracle stesso è spesso associato alle Ninfe, numi tutelari delle sorgenti, in particolare di quelle calde e medicinali121. Le schiere delle Ninfe formano, a 105 DALL’AGLIO, MARCHETTI 2006, pp. 173-174. Cfr. infra tabb. 11 e 12 . Cfr. DALL’AGLIO, MARCHETTI 2006, pp. 180-181 con bibl. prec. 107 DALL’AGLIO, MARCHETTI 2006, p. 173 n. 1. 108 Cfr. infra tabb. 11 e 12; cfr. BOLLINI 1969, pp. 347-358; CRINITI 2012, p. 3. 109 Cfr. infra tabb. 11 e 12; cfr. MURGIA 2013, p. 81 n. 411 con bibliografia precedente. 110 Cfr. infra tabb. 11 e 12. 111 CIL XI, 1292 = AE 2007, 150 = 2008, 537. 112 CIL XI, 1295 = AE 2008, 537. 113 CIL XI, 1293, 1299, 1302, 1307 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537; CIL XI, 1304, 1300 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537; CIL XI, 1296 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537; CIL XI, 1309 = AE 2007, 150; cfr. BOLLINI 1969; CRINITI 2012. 114 CIL XI, 1305 = ILS 3135 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537; cfr. BOLLINI 1969; CRINITI 2012, p. 4. 115 CIL XI, 1297 = CIL XIV, *295 = ILS 3134 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537; cfr. BOLLINI 1969; CRINITI 2012, p. 3. 116 CIL XI, 1308 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537. 117 CIL XI, 1298; 1294 = AE 2007, 150 = AE 2008, 537. 118 AE 1947, 7. 119 PICARD 2012, pp. 55-73. 120 RIGATO 2013, pp. 83-84. 121 Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zürich-München 1981-1999, VIII, Suppl., s.v. Nymphai. 106 Cura, preghiera e benessere 227 TERMALISMO E DIVINITÀ loro volta, il corteo di Artemide/Diana, gemella di Apollo, dea cacciatrice, della vegetazione selvaggia, portatrice della luce e signora delle acque, nelle quali più volte il mito la rappresenta mentre si bagna122 . Il loro culto è molto diffuso nel mondo romano e riguarda figure mitologiche minori, legate generalmente a una particolare sorgente, corso d’acqua e per lo più venerate a livello locale123. Si tratta sia di fonti di acqua utili all’agricoltura, sia di sorgenti dotate di proprietà terapeutiche. In questo secondo caso sono generalmente qualificate come maedicae, salutares, salutiferae, sanctae124 . Considerata l’onnipresenza dell’acqua nella vita di ciascun individuo, le Ninfe appaiono non solo in ambito sacro ma anche in quello per così dire profano e tale affer- Fig. 138 – Napoli, Museo Archeologico Nazionale. Lastra mazione trova conferma nella presenza di statue iscritta proveniente da Ischia con la raffigurazione di Apollo e le Ninfe Nitrodi (CIL X, 6788). che le raffigurano sia in edifici termali, sia in abitazioni private dove sembrano assolvere a funzioni meramente decorative e completamente avulse dal contesto religioso. La funzione salutifera delle Nymphae è evidente soprattutto quando le troviamo associate a divinità medicae quali Apollo e Asclepio125 . In età romana il culto alle Nymphae / Lymphae126 è attestato nelle seguenti località: Aquae Albulae, Nitrodi127 (fig. 138), Aquae Sinuessanae, Vicarello, Civitavecchia, Poggio Bagnoli, Bagno Vignoni e nel lucus Pisaurensis128. Interessante appare l’iscrizione incisa su una mensoletta marmorea e proveniente da Aquae Albulae, in cui si parla di un uomo che, per ringraziare la Ninfa del luogo di aver restituito la salute a sua moglie, offre all’Albula Lympha, l’effigies carae coniugis incisa su un supporto di metallo prezioso129. Ricorrono nell’epigrafe nome del dedicante, nome della divinità, il motivo della sanatio, il tema del votum per indurre la divinità a concederla. «Quanto alla malattia che ha spinto l’anonima coppia a recarsi alle Aquae Albulae, interviene purtroppo, in questo caso, un’interruzione del testo, proprio nel punto in cui, forse, poteva esserci qualche pur generica allusione»130 . Sempre da Aquae Albulae proviene una stele di marmo che reca inciso un carme in distici elegiaci in cui si dice che, per ringraziare la Linfa delle Acque della guarigione del cavallo Samis ferito durante una battuta di caccia al cinghiale nel territorio di Rusellae, il proprietario le dedica una statua dell’animale131 (fig. 139); circa l’identità del dedicante, un’ipotesi suggestiva vorrebbe si trattasse dello stesso imperatore Adriano132 . Il padrone del cavallo, non rassegnandosi ad abbattere l’animale, aveva tentato di salvarlo ricorrendo alle sorgenti solfuree delle Aquae Albulae, notoriamente efficaci per la cura delle ferite. La cosa sortisce buon effetto, tanto che Samis guarisce perfettamente. Dal cosiddetto lucus Pisaurensis (Fonte Magnano o Maiano) proviene un cippo in pietra a forma di piramide tronca, che reca incisa l’iscrizione Dei(va) Marica133 (fig. 140) e si data all’ultimo quarto del III secolo a.C., considerata l’arcaicità 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 AP, VI, 273; A.R., 2, 936 ss. ARNALDI 2006, pp. 55-83. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tabb. 11 e 12. PETRACCIA, TRAMUNTO 2013, pp. 173-189. BASSO, PETRACCIA, TRAMUNTO 2011, pp. 189-191. Cfr. infra tabb. 11 e 12. InscrIt. IV 1, 606. PACI 2006, p. 270. CIL XIV, 3911 = InscrIt. IV 1, 596 = CLE 865 = ILMN 1, 578 = AE 2000, 380. Cfr. PACI 2006, pp. 270-274. GASCOU, JANON 2000, pp. 61-68; MARASCO 2001, p. 26; BASSANI M. 2011, p. 236. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. GIONTELLA 2006, pp. 225-237. Cura, preghiera e benessere 228 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA della paleografia; tuttavia non tutti gli studiosi sono d’accordo con questa datazione, proponendone una posteriore al 184 a.C., anno di fondazione delle colonia134 . La Ninfa Marica nell’Eneide è presentata quale moglie di Fauno e madre di Latino135; oltre ad essere patrona degli animali, proteggeva anche i neonati. A lei era dedicato un bosco sacro sulle sponde del Liri Garigliano136 . Da Poggio Bagnoli proviene una tabella defixionis plumbea in cui le Ninfe, assimilate alle Aquae Ferventes (qui collegate a quelle divinità infere famigliari ai defissori come Dis Pater, Plutone, Cerere, Proserpina, Mercurio, Ecate e Terra Mater), sono invocate affinché eseguano la maledizione e facciano morire Quinto Letinio Lupo137: da divinità dunque, generalmente positive, qui le Ninfe assumono un ruolo negativo opposto a quello tradizionalmente positivo più conosciuto138 . «Come le Aquae, anche le Ninfe, per quanto bonae e salutares nel linguaggio dell’epigrafia votiva, non nascondono un’ambiguità di funzioni che le fa responsabili del destino dei “nympholeptoi” e degli “aoroi” e dà loro un posto nella poesia e nell’arte funeraria. OlFig. 139 – Napoli, Museo Archeologico Natre alle ben note sedi naturali dove si ambienta il loro culto, zionale. Lastra, proveniente da Aquae Albulae, la mitologia romana conosce infatti anche una dimora infeposta in ricordo della guarigione di un cavallo ferito da un cinghiale (CIL XIV, 3911 = Inra delle Ninfe, certamente meno documentata, ma non asscrIt, IV, 1, 596 = CLE 865 = ILMN, 578 = AE sente dall’immaginario comune»139. 2000, 380). Va infine qui segnalato il ritrovamento di ex voto alle ninfe Nitrodi a Roma il quale dimostrerebbe, a parere della Luschi che li ha studiati140, che a Ischia non è il toponimo «a determinare l’appellativo delle ninfe, ma viceversa, e che quest’ultimo è ricollegabile alla qualità delle acque cui le divinità presiedono: si tratta di acque che presentano come componente caratterizzante il nitro, cioè la soda, e dunque alcaline, acidule, talvolta effervescenti naturali, qualità fisiche che dipendono da un sottosuolo vulcanico». Nitrodes sarebbero dunque, a parere della studiosa, le ninfe di tutte le fonti con forti componenti nitrose e non solo quelle ischitane. A partire dal Rinascimento sono conosciute a Roma sorgenti con tali caratteristiche, sebbene nessuna di esse sia citata dalle fonti letterarie, in particolare da Plinio, che pure ricorda le acidule ischitane141. Prova ne sarebbe un altro toponimo, Nitri, nell’isola di Leucade, dove, in un territorio simile a Ischia, sono noti un santuario delle ninfe e sorgenti utilizzate fin dall’epoca micenea142. La Salus è un’antica divinità italica le cui caratteristiche coprono ambiti tra i più disparati, il più importante dei quali è comunque legato ad una univoca vocazione “indigitale”, quella terapeutica. La presenza di Salus in contesti termali igienici e curativi è giustificata dal fatto che i suoi poteri, tramite l’acqua, garantiscono all’individuo non tanto e non solo la guarigione da una determinata malattia, ma il mantenimento della propria salute fisica143. 134 Fonti letterarie 1999, pp. 97-98 n. 87 con bibliografia. VERG. Aen. 7, 47-48. 136 Su questo santuario cfr. più recentemente LAFORGIA 1992, pp. 69-76; RESCIGNO 1993, pp. 85-108. 137 CIL XI, 1823; cfr. infra tabb. 11 e 12. MARENGO 2006, pp. 239-253. Le sorgenti termali possono costituire una via di comunicazione con gli Inferi. Vale a tale proposito la pena di ricordare le defixiones a Mefite provenienti dall’Ansanto (AV) e pubblicate in Il culto alla dea Mefite 2008, pp. 360-364. 138 PETRACCIA, TRAMUNTO 2013, p. 186. 139 MARENGO 2006, pp. 252-253. 140 LUSCHI 1999, pp. 57-70. 141 PLIN. nat. 31, 9. 142 Cfr. LUSCHI 1999, p. 62 n. 57. 143 ABAECHERLI-BOYCE 1959, pp. 79-81. 135 Cura, preghiera e benessere 229 TERMALISMO E DIVINITÀ Da Bagnacavallo, in Emilia Romagna, proviene un cippo che reca inciso Salus Magna144. Da Fonte di San Giovanni nelle Marche proviene una lastra marmorea frammentaria con dedica alla Salus Augusta145. Infine, a Fonte Magnano (o Maiano), sempre nelle Marche, è stato rinvenuto un cippo di pietra a forma di piramide tronca, ascrivibile all’ultimo quarto del III secolo a.C. con dedica alla Salus146. Da Monfalcone provengono quattro are con dedica alla Spes Augusta147, poste pro salute148 e pro salute fili sui149, entità sacra che sembrerebbe qui avere valenza salutifera150. Valetudo è divinità legata indubbiamente alla fruizione delle acque salutari e medicamentose ed è ricordata in iscrizioni provenienti da Mevania, Forum Sempronii e dai Monti Cimini nel viterbese, località situate nel cuore di una delle zone d’Italia più ricche di sorgenti termali151; nelle prime due località non sono però attualmente conosciute acque con accertate proprietà terapeutiche, pur essendo attualmente visibili numerose fonti e sorgenti da cui gli abitanti del luogo traggono da sempre giovamento152. Le loro proprietà sono tuttavia descritte in alcune pagine di autori locali quali il notaio cinquecentesco Antonio Beci (che, in riferimento ad una fonte appena fuori la locali- Fig. 140 – Pesaro, Museo Archeotà umbra di Forum Sempronii, diceva che l’acqua pota lotium et sudo- logico Oliveriano. Altare con l’iscrizione Dei(va) Marica (CIL XI, rem mirifice provocabat) e l’abate Fabio Alberti, vissuto nel ‘700, a pa- 6296 = ILLRP, 19 = CIL XII, 374). rere del quale taluni acquedotti avevano probabilmente la funzione di portare in città acque purgative e salutari153. Va comunque ricordato che a Mevania il culto delle divinità salutari fu particolarmente sentito: infatti ad Hygiea fu dedicata un’ara, ad Asclepio una piccola statua, «a Valetudo è consacrato un importante santuario, la cui esistenza si desume da numerose testimonianze epigrafiche relative al collegio sacerdotale dei novemviri o dei magistri Valetudinis»154. «Il culto delle Vires, piuttosto raro, è diffuso principalmente nella Gallia Cisalpina155; in alcuni tituli esse si trovano associate a divinità delle acque, quali le Lymphae nell’ager Mediolanensis, Neptunus a Brixia, il dio Fons e Ventina, ninfa di una sorgente locale, a Pinna Vestinorum156. Secondo la Chirassi Colombo, che ha preso in esame le dediche alle Vires nella Cisalpina, queste figure semi-divine avrebbero una valenza iatrica»157 e sarebbero la rappresentazione delle proprietà medicamentose dell’acqua divinizzata158. Maria Federica Petraccia CONCLUSIONI L’analisi delle attestazioni di divinità sananti nell’ambito di complessi termali dell’Italia romana suggerisce alcune considerazioni di carattere generale. 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 SUSINI 1960, pp. 197-202. CIL IX, 6379. PACI 1987, p. 131. CIL I, 2 373 = CIL XI, 6295 = ILS 2975 = ILLRP 18 = CRESCI MARRONE, MENNELLA 1984, nr. 6. SEELENTAG 2009, pp. 83-100. CIL V, 706 = InscrIt X, 4, 326; AE 1926, 107 = InscrIt X, 4, 327. CIL V, 708 = InscrIt X, 4, 327. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tabb. 11 e 12. PROSPERI VALENTI 2006, p. 277. PROSPERI VALENTI 2006, p. 278. PROSPERI VALENTI 2006, p. 283. ARNALDI 2006, p. 73. Cfr. infra tabb. 11 e 12. ARNALDI 2006, p. 73. CHIRASSI COLOMBO 1976, pp. 193-194. Cura, preghiera e benessere 230 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA In primo luogo si può notare che le divinità chiaramente identificabili come “iatriche” non sono molte, mentre è chiara la tendenza a venerare divinità indigene proprie del luogo (come Aponus159), oppure le acque stesse (come le Aquae Albulae160) o, ancora, divinità collegate alle acque o al loro potere (come Fons, Salus, Valetudo, Vires o le Nymphae/Lymphae161). All’interno di quest’ultima categoria è utile segnalare il caso della ninfa Marica, che compare su uno dei cippi provenienti dal lucus Pisaurensis162. Se da un lato rare sono le dediche ad Asclepio e alla sua paredra Hygieia oppure a Feronia, molto frequenti sono invece le dediche alle Aquae caratterizzate dalla designazione topografica, come le Aquae Albulae, le Sinuessanae e le Pisanae, o dal nome del dio del luogo, come le Aquae Aponi, fatto questo che può indicare la tendenza a divinizzare le acque dotate di proprietà terapeutiche, segno di una propensione ad attribuire particolare forza alla virtus aquarum come si evince da un’iscrizione dalla Dacia163. Un caso particolare è quello rappresentato da Vacuna, dea la cui valenza iatrica è sottolineata da un’iscrizione rinvenuta presso il lago di Cotilia, che ricorda lo scioglimento di un voto da parte di un Esuvius Modestus per la salute di suo padre164. Di notevole interesse sono anche le attestazioni di culto tributate a divinità indigene che presiedono a luoghi caratterizzati dalla presenza di acque ritenute sananti, quali Timavus, Trumusiat, Aponus, Borminus, Albula, Nitrodes165, chiaro indice di una frequentazione di questi siti risalente già a una fase preromana. Alcune di queste entità sacre con la romanizzazione sono state affiancate da divinità romane di cui hanno assunto la funzione di aggettivo, come le Nymphae Nitrodes o come Apollo Trumusiat. In quest’ultimo caso la divinità è stata completamente sostituita dal teonimo Apollo, ritenuto un dio dalle caratteristiche equivalenti, secondo il noto fenomeno dell’intepretatio. Le divinità che godono di maggiore venerazione nell’ambito dei bacini termali sono Apollo e Minerva166. Il primo conta ben venti attestazioni, distribuite su un’ampia area geografica, che va dal Veneto alla Toscana e al Lazio. In tre casi reca l’appellativo Sanctus, in sette è associato alle Nymphae, in uno a Silvano e alle Nymphae, in un altro ancora a Silvano, Asclepio e alle Ninfe. Minerva conta ventitré attestazioni concentrate tutte in area emiliana, con un particolare addensamento nel santuario di Caverzago, dove la dea è definita con diversi epiteti. Di questi il più significativo sembra essere quello di Cabardiacensis167, con due attestazioni, che collega direttamente la dea alle acque terapeutiche del luogo e che forse richiama la presenza di una precedente divinità indigena. In numerosi casi la dea è definita Memor, epiteto che richiama anch’esso la sua valenza sanante, in un solo caso Augusta e in un altro Sanctissima. Le cinque attestazioni di Iuppiter sono concentrate soprattutto nel bacino termale delle Aquae Caeretanae168, dove il dio è associato a Fons e a Hercules, mentre a Bagnacavallo lo troviamo associato alla Libertas169. In quest’ultima località il padre degli dei reca l’epiteto Obsequens, che ne puntualizza l’aspetto iatrico. Infine Eracle, con l’appellativo di Augustus risulta invece venerato nell’area termale del Timavo, come risulta da un’epigrafe recante una dedica posta da un abitante di Opitergium170. Alfredo Buonopane, Maria Federica Petraccia 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tabb. 11 e 12. CIL III, 1561. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tab. 11. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cfr. infra tabb. 11 e 12. Cura, preghiera e benessere 231 TERMALISMO E DIVINITÀ TAB. 11 – DIVINITÀ ATTESTATE (a cura di Alfredo Buonopane) NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO SUPPORTO FORMULARIO pro salute Quinti et ara Triariae n(ostrorum)... sacrum pro salute Gai et Pom[po]niae non n(ostrorum) lib[eroru]m determinabile [q]ue sacrum... v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 1 Aesculapius San Casciano 2 Aesculapius e Hygia San Casciano 3 Aesculapius e Hygia Campi Flegrei ara 4 Albula Tivoli 5 Albula Isis? 6 DATAZIONE II d.C. (seconda metà) RIFERIMENTI CIL XI, 2093 II d.C. (seconda metà) CIL XI, 2092 don(um) posuerunt II d.C. (seconda metà) CIL X, 1546 base di colonna ex vot(o) suscept(o) II d.C. Tivoli base Deanam d(onum) d(edit) II-III d.C. Apollo Vicarello base 7 Apollo Vicarello ara kat’ónar I d.C. 8 Apollo Vicarello ara bovis exu(vias?) d(onum) d(edit) I d.C. AE 1964, 97 9 Apollo San Casciano colonna pro salute Triariae n(ostrae)...sacr(um) II d.C. (seconda metà) CIL XI, 2094 I d.C. base di statua in bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. con statuetta (prima metà) m(erito) di Apollo in bronzo manico di simpulum I d.C. di bronzo 10 Apollo Lagole 11 Apollo Lagole 12 Apollo Lagole manico di trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 13 Apollo Lagole manico di trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 14 Apollo Lagole trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 15 Apollo Lagole manico di simpulum v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) InscrIt, IV,1, 591 = AE 1983, 165 Inscrit, IV,1, 592 = AE 1983, 166 CIL XI, 3295 CIL XI, 3296 = IG XIV, 2256 = AE 2008, 521 MAINARDIS 2008, pp. 235236, nr. 146 = AE 2008, 545 MAINARDIS 2008, p. 236, nr. 147 MAINARDIS 2008, p. 237, nr. 148 = AE 2008, 555 MAINARDIS 2008, pp. 237238, nr. 149 = AE 2008, 556 MAINARDIS 2008, pp. 238-239, nr. 150 = AE 2002, 544a-b MAINARDIS 2008, pp. 239240, nr. 151 = AE 2008, 557 Cura, preghiera e benessere 232 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE 16 Apollo Lagole manico di simpulum I d.C. 17 Apollo Lagole manico di simpulum I d.C. 18 Apollo Lagole manico di simpulum I d.C. 19 Apollo Lagole coppetta di bronzo I d.C. 20 Apollo Lagole vasca di simpulum IV-II a.C. 21 Apollo 22 Apollo 23 24 Apollo Apollo Sanctus Sanctus Bacino termale euganeo Fonte Magnano o Maiano Vicarello Vicarello 25 Apollo Sanctus Canino 26 Apollo e Nymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 27 Apollo e Nymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 28 Apollo e Nymphae Domitianae Vicarello 29 Apollo e Nymphae Nitrodes Nitrodi (Barano d’Ischia) 30 Apollo e Nymphae Nitrodes Nitrodi (Barano d’Ischia) 31 Apollo e Nymphae Sanctus Vicarello vaso d’argento 32 Apollo e Nymphae Sanctus e sanctae 33 Apollo, Silvanus e Nymphae Cura, preghiera e benessere ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) cippo vaso d’argento d(onum) d(edit) lastra sacrum ara lastra con raffigurazione di Apollo e tre Ninfe lastra con raffigurazione di Apollo e tre Ninfe bicchiere d’argento Lastra con raffigurazione di Apollo e tre Ninfe lastra con raffigurazione di Apollo e tre Ninfe III a.C. (ultimo quarto) I d.C. II d.C. II d.C. (terzo quarto) RIFERIMENTI MAINARDIS 2008, p. 240, nr. 152 = AE 2008, 558 MAINARDIS 2008, pp. 240241, nr. 153 = AE 2008, 559 MAINARDIS 2008, p. 241, nr. 154 = AE 2008, 560 MAINARDIS 2008, pp. 241242, nr. 155 = AE 2008, 561 MAINARDIS 2008, p. 242, nr. 156 = AE 2008, 562 CIL V, 2782 CIL XI, 6290 2 = CIL I , 368 = ILRRP, 13 CIL XI, 3285 AE 1999, 631 CIL XI, 2925 = ZUCCA 2006, pp. 388-391 I d.C. v(otum) l(ibens) d(edit) (seconda metà) CIL X, 6787 voto suscepto II d.C. (seconda metà) CIL X, 6788 d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3286 III d.C. IG XIV, 892 = CIL X, ad 6786 = IGRR I, 442 I d.C. v(otum) s(olvit) l(ibens) (seconda m(erito) metà) CIL X, 6786 voto suscepto d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3287 Vicarello anforetta in bronzo con d(onum) d(edit) tracce di lamina d’argento I d.C. CIL XI, 3288 Vicarello vaso d’argento d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3289 233 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO Apollo, Silva34 nus, Asclepius Vicarello e Nymphae SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI olla voto suscepto d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3294 35 Aponus Bacino termale euganeo 36 Aquae Albulae Tivoli ara d(onum) d(edit) I d.C. 37 Aquae Albulae Tivoli non determinabile sa[c(rum)] pro sal(ute) s(ua) v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) II d.C. 38 Aquae Albulae? Tivoli non determinabile 39 Aquae Albulae Sanctissimae Tivoli colonna libens d(onum) d(edit) II d.C. 40 Aquae Albulae e Attis Augustus Tivoli lastra d(onum) d(edit) I d.C. 41 Aquae Aponi Bacino termale euganeo lastra 42 Aquae Aponi Bacino termale euganeo lastra 43 Aquae Aponi 44 Aquae Aponi 45 Aquae Aponi 46 Aquae Aponi 47 Aquae Aponi 48 Aquae Aponi 49 Aquae Aponi 50 Aquae Aponi Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo Bacino termale euganeo ara I d.C. I d.C. AE 1946, 218 = SupllIt, 6, Trid., 2 = AE 1981, 457 CIL XIV, 3908 = Inscrit, IV,1, 593 CIL XIV, 3910 = InscrIt, IV,1, 594 = PACI 2006, p. 263 CIL XIV, 3912 = Inscrit, IV,1, 600 CIL XIV, 3909 = Inscrit, IV,1, 595 CIL XIV, 3534 = Inscrit, IV,1, 34 = CCCA, 452 I d.C. v(otum) s(olvit) l(ibens) (seconda CIL V, 2950 m(erito) metà) I a.C. (ultiv(otum) s(olvit) l(ibens) mo quarto) - LAZZARO 1981, I d.C. (primo p. 163, nr. 9 m(erito) quarto) ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) CIL V, 2783 ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) CIL V, 2784 lastra v(otum) s(olvit) CIL V, 2785 ara v(otum) s(olvit) l(ibens) II d.C. m(erito) CIL V, 2786 lastra dicavit euras VIII et pertic(am) uncinor(um) I d.C. XII CIL V, 2787 = AE 1994, 711 = LIU 2007, p. 284-285 ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) CIL V, 2788 ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I. dC. m(erito) CIL V, 2789 lastra cum dono v(otum) I d.C. s(olvit) l(ibens) m(erito) CIL V, 2790 I d.C. Cura, preghiera e benessere 234 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO 51 Aquae Pisanae 52 Aquae Sinuessanae 53 Bormino e Sueta 54 Feronia 55 Feronia 56 Fons 57 Fons 58 Fons 59 Fons ? 60 Fons ? 61 Fons ? 62 Fons, Ventina e Vires 63 F(- - -) 64 Genius Aquarum Vescinarum 65 Hercules Augustus 66 Iuppiter Opsequens 67 Iuppiter e Fons Aquarum Caeretanarum Quieta ? Cura, preghiera e benessere RIFERIMENTI CIL XI, 1418 San Giulialastra I d.C. = InscrIt, aediclam [- - - ] no Terme VII,7, 85 CIL VIII, MondraII d.C. (ultibase 2583, cfr. p. 954 ob [- - -] gone mo quarto) (da Lambaesis) CIL V, 7504 = SupplIt, 25, Aq. Stat., ad nr. Acqui non v(otum) s(olvit) l(ibens) = GAGLIONE, I d.C. Teme determinabile m(erito) PETRACCIA 2014, pp. 507515 BagnacaI a.C. (seILLRP, 1278 cippo vallo conda metà) Fonte CIL XI, 6299 III a.C. (ulti2 Magnano o cippo = CIL I , 377 dede mo quarto) Maiano = ILLRP, 22 AE 1903, 157 = 2 CIL I , 1792, aram de suo fecerunt... I a.C. (secfr. pp. 1038, Raiano ara donum libentes merito conda metà) 1041 = ILLRR dedere 94 = SupplIt, 3, Corf., 1 AE 1921, 71b Monfalsacr(um)... v(otum) ara I d.C. (2) = InscrIt, cone s(olvit) X,4, 320 AE 1921, 71b Monfalv(otum) [s(olvit) ara I d.C. = InscrIt, X,4, cone l(ibens) m(erito)] 321 I a.C. (terzoBagnacaILLRP 1279 cippo secondo vallo quarto) CIL XI, 6494 Bagno di sacr(um)... de pec(unia) ara II d.C. = AE 1992, 572 Romagna sua Bagno di lastra II d.C. AE 1964, 222 Romagna Trifonte CIL IX, 3351 tabula ansata I d.C. (Penne) Bacino CIL V, 2792 = v(otum) s(olvit) l(ibens) termale ara I d.C. SI, 592 m(erito) euganeo pro salute et victoria et AE 1899, 204 = reditus (!)... Antonini et Castelforte ara 211 d.C. 1914, 217 Getae invictissimorum et Iuliae Augustae AE 1926, 106 Monfalv(otum) s(olvit) l(ibens) = InscrIt, X,4, ara I d.C. cone m(erito) 322 = InscrAq, 217 BagnacaCIL XI, 658 base I d.C. publice vallo Pian della Carlotta SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE colonna d(onum) d(edit) I d.C. AE 1989, 305 = 2006, 106 = 2007, 150 235 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. DIVINITÀ APPELLATIVI Iuppiter e Hercules 68 Aquarum Caeretanarum Iuppiter, Hercules e 69 Fons aquarum Caeretanarum Iuppiter e 70 Libertas 71 Lympha SITO SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI Pian della Carlotta ara votum solvit I d.C. AE 1992, 599 = 2007, 150 Pian della Carlotta mensa I d.C, AE 1989, 306 = 2006, 106 = 2007, 150 Bagnacavallo base I d.C. CIL XI, 657 II d.C. CIL XIV, 3911, cfr. p. 498 = CLE, 865 = InscrIt, IV,1, 596 = ILMN, 578 = AE 2000, 380 lastra dat tibi pro meritis semet de marmore donum Tivoli mensa effigiem ca[rae mihi co(n)]iugis accipe... compos voti... [fonti]bus II d.C. tuis po[sui laetus]que salute co[(n)iugis] CLE, 2035 = AE 1902, 185 = Inscrit, IV,1, 606 lastra v(otum) s(olvit) l(ibens) II d.C. m(erito) CIL X, 6791 Tivoli 72 Lympha 73 Lymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 74 Lymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 75 Limphae Nitrodi (Barano d’Ischia 76 Marica 77 Minerva Fonte Magnano o cippo Maiano Maranello ara 78 Minerva Maranello coppa 79 Minerva Caverzago ara 80 Minerva Caverzago ara 81 Minerva Caverzago ara 82 Minerva Caverzago ara Albula Dei(va) lastra con raffigurazione di Apollo e di tre Ninfe lastra con raffigurazione di un fanciullo coronato d’edera e recante un vaso sulle spalle III d.C. CIL X, 6796 I d.C. (primo quarto) CIL X, 6797 CIL XI, 6296 III a.C. (ulti2 = CIL I , 374 mo quarto) = ILLRP, 19 I d.C. [- - -]... ex voto AE 1947, 7 GUANDALINI I d.C. 2010, p. 39, fig., Miner(vae) sum 8.15, tav. 3.2 CIL XI, 1294 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = AE 2007, 150 m(erito) = 2008, 537 CIL XI, 1298 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = AE 2007, 150 m(erito) = 2008, 537 CIL XI, 1310 I d.C. = AE 2007, 150 m(erito) = 2008, 537 CORRADI CERv(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. VI 1963, p. 10 m(erito) Cura, preghiera e benessere 236 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE aures argenteas v(otum) I d.C. s(olverunt) l(ibentes) m(erito) 83 Minerva Augusta Caverzago ara 84 Minerva Cabardiacensis Caverzago ara v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 85 Minerva Medica CaCaverzago ara bardiacensis v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 86 Minerva Memor v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. m(erito) 87 Minerva Memor Caverzago ara Caverzago ara 88 Minerva Memor Caverzago ara 89 Minerva Memor Caverzago ara 90 Minerva Memor? Caverzago ara 91 Minerva Memor Caverzago ara 92 Minerva Memor Caverzago ara 93 Minerva Memor Caverzago ara 94 Minerva Memor Caverzago ara 95 Minerva Memor Caverzago lastra 96 Minerva Memor Caverzago ara 97 Minerva Memor Caverzago lastra 98 Minerva Sanctissima Caverzago lastra 99 Nymphae Cura, preghiera e benessere Nitrodi (Barano d’Ischia) pro Coelia Marcellina... l(ibenti) [a(nimo)] I d.C. v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) indulgentia medicinarum eius infirmiI d.C. tati gravi liber(a)tam d(onum) p(osuit) RIFERIMENTI CIL, XI, 1295 = AE 2008, 537 CIL XI, 1301 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1306 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1293 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1296 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1297 = XIV, 293* = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL, XI, 1299 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = AE 2007, m(erito) 150 = 2008, 537 CIL XI, 1300 pro Marcellina filia = AE 2007, 150 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = 2008, 537 m(erito) CIL XI, 1302 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = AE 2007, 150 m(erito) = 2008, 537 CIL XI, 1303 II d.C. (se- = AE 1989, 318 votum ex Britannia rettulit l(ibens m(erito) conda metà) = 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1304 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. = AE 2007, 150 m(erito) = 2008, 537 CIL XI, 1305 restitutione facta sibi I d.C. = AE 2007, 150 capillorum v(otum) = 2008, 537 s(olvit) l(ibens) m(erito) CIL XI, 1307 = AE 2007, 150 v(otum) [f(ieri)] i(ussit)? I d.C. = 2008, 537 CIL XI, 1308 I d.C. = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1309 pro f(ilio?) v(otum) I d.C. = AE 2007, 150 s(olvit) l(ibens) m(erito) = 2008, 537 CIL XI, 1292 I d.C. = AE 2007, 150 = 2008, 537 lastra con raffigura-ziov(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. ne di Apolle e tre Ninfe CIL X, 6793 237 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. DIVINITÀ APPELLATIVI SITO 100 Nymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 101 Nymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 102 Nymphae Nitrodi (Barano d’Ischia) 103 Nymphae Nitrodes Nitrodi (Barano d’Ischia) 104 Nymphae Nitrodes Nitrodi (Barano d’Ischia) SUPPORTO lastra con raffigurazione di tre Ninfe che versano acqua in una vasca Lastra con raffigurazione di tre uomini, di cui uno conduce a piedi un cavallo, di una Ninfa che reca in mano un vaso e di una donna intenta ad attingere acqua. lastra con raffigurazione delle Ninfe lastra con raffigurazione della lotta fra Eros e Anteros Lastra con raffigurazione di tre Ninfe vaso di bronzo 105 Nymphae Vicarello 106 Nymphae Civitavecara chia 107 Nymphae Bagno Vignoni 108 Nymphae 109 Salus 110 Salus 111 Salus? 112 Spes aquae ferventes sive Poggio alio nomine Bagnoli voltis adpellari Fonte Magnano o Maiano BagnacaMagna vallo Fonte di san GioAugusta? vanni Augusta Monfalcone FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI v(otum) s(olvit) I d.C. (primo quarto) CIL X, 6794 II d.C. CIL X, 6795 III d.C. (secondo quarto) CIL X, 6799 I d.C. v(otum) s(olvit) l(ibens) (seconda m(erito) metà) CIL X, 6789 d(ono) d(edit) d(onum) d(edit) charistérion II d.C. (primo quarto) CIL X, 6790 I d.C. CIL XI, 3290 II d.C. (primo AE 1924, 343 = quarto-terzo SEG II, 529 quarto) sacrum... signum cum base di statua basim (!) et aedem f(aciendum) c(uravit) II d.C. CIL XI, 2595 tabella defixionis II d.C. CIL XI, 1823 cippo III a.C. (ultimo quarto) cippo I d.C. CIL XI, 6295 2 = CIL I , 373 = ILLRP, 18 SUSINI 1960, pp. 197-2002 demando, devoveo, desacrifico lastra ex testamento non determina-bile CIL IX, 6379 ara pro salute... v(otum) s(olvit) II d.C. (terzo quarto) CIL V, 706 = InscrIt, X,4, 324 = InscrAq, 358 Cura, preghiera e benessere 238 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. DIVINITÀ 113 Spes 114 Spes APPELLATIVI SITO MonfalAugusta cone Monfalcone Augusta SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE ara v(otum) s(olvit) III d.C. ara [sac(rum)]... pro salute fili sui v(otum) s(olvit) II d.C. l(ibens) m(erito) Monfalcone ara voto suscepto 116 Trumusiat Lagole piccola base cilindrica bronzea di statua v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 117 Trumusiat Lagole manico di simpulum di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 118 Vacuna Poggio Fidoni ara [p]ro valetudine patr[is] v(otum) [s(olvit)]. Viterbo ara 120 Ignota Monfalcone ara 121 Ignota San Giuliaara no Terme 122 Ignota Vicarello 115 Temavus 119 Valetudo e Bona Dia Bona sacrum... ex voto sacr(um) v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) piccola tazza di rame d(onum) d(edit) RIFERIMENTI CIL V, 707 = InscrIt, X,4, 326 CIL V, 708 = InscrIt, X,4, 327 InscrIt, X,4, 318 = CIL I2, I a.C. 2647 = ILLRP 261 = InscrAq, 19 MAINARDIS I d.C. (prima 2008, pp. 242243, nr. 157= metà) AE 2008, 562 I a.C. MAINARDIS (ultimo 2008, pp. 243quarto)- I 244, nr. 158 = d.C. (primo AE 2008, 563 quarto) CIL IX, 4752 = SupplIt,18, I-II d.C. pp. 90-91, AE 1987, 361 = I d.C. IRL I, 16 InscrIt, X,4, I d.C. 328 CIL XI, 1419 I d.C. = InscrIt, VII,7, 86 CIL XI, 3291 I d.C. GASPERINI 2006, p. 207 TAB. 12 – LOCALITÀ DEI RINVENIMENTI EPIGRAFICI (a cura di Alfredo Buonopane) NR. SITO DIVINITÀ 1 Acqui Teme Bormino e Sueta 2 Bacino termale Apollo euganeo 3 Bacino termale Aponus euganeo 4 5 Bacino termale Aquae Aponi euganeo Bacino termale Aquae Aponi euganeo Cura, preghiera e benessere APPELLATIVI SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI CIL V, 7504 = SupplIt, 25, Aq. Stat., ad nr. = v(otum) s(olvit) non determinabile I d.C. GAGLIONE, PEl(ibens) m(erito) TRACCIA 2014, pp. 507-515 v(otum) s(olvit) ara I d.C. CIL V, 2782 l(ibens) m(erito) AE 1946, 218 = SupllIt, 6, Trid., ara I d.C. 2 = AE 1981, 457 v(otum) s(olvit) I d.C. CIL V, 2783 ara l(ibens) m(erito) v(otum) s(olvit) ara I d.C. CIL V, 2784 l(ibens) m(erito) 239 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. SITO DIVINITÀ APPELLATIVI SUPPORTO Bacino termale lastra 6 Aquae Aponi euganeo Bacino termale ara 7 Aquae Aponi euganeo 8 9 11 Bacino termale Aquae Aponi euganeo lastra Bacino termale Aquae Aponi euganeo Bacino termale Aquae Aponi euganeo ara ara FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI v(otum) s(olvit) I d.C. CIL V, 2785 II d.C. CIL V, 2786 I d.C. CIL V, 2787 = AE 1994, 711 = LIU 2007, p. 284-285 I d.C. CIL V, 2788 I. dC. CIL V, 2789 I d.C. CIL V, 2790 v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) dicavit euras VIII et pertic(am) uncinor(um) XII v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) cum dono v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 12 Bacino termale Aquae Aponi euganeo lastra 13 Bacino termale Aquae Aponi euganeo lastra v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 14 Bacino termale Aquae Aponi euganeo lastra v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 15 Bacino termale F(- - -) euganeo ara v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 16 Bagnacavallo Feronia 17 Bagnacavallo Fons ? Quieta ? 18 Bagnacavallo Opsequens base 19 Bagnacavallo Iuppiter Iuppiter e Libertas 20 Bagnacavallo Salus Magna 21 22 Bagno di Romagna Bagno di Romagna LAZZARO 1981, p. 163, nr. 9 CIL V, 2792 = SI, 592 CIL XI, 658 base I d.C. CIL XI, 657 cippo I d.C. SUSINI 1960, pp. 197-2002 Fons ? lastra II d.C. AE 1964, 222 Fons ? ara II d.C. CIL XI, 6494 = AE 1992, 572 II d.C. CIL XI, 2595 Bagno Vignoni Nymphae 24 Campi Flegrei Aesculapius e Hygia 25 Canino Apollo Castelforte I d.C. CIL V, 2950 I a.C. (seconda metà) I a.C. (terzosecondo quarto) I d.C. 23 26 I d.C. (seconda metà) I a.C. (ultimo quarto) - I d.C. (primo quarto) Genius Aquarum Vescinarum cippo cippo base di statua ara Sanctus ara ara publice sacr(um)... de pec(unia) sua sacrum... signum cum basim (!) et aedem f(aciendum) c(uravit) don(um) posuerunt II d.C. (seconda metà) II d.C. (terzo quarto) pro salute et victoria et reditus (!)... Antonini et 211 d.C. Getae invictissimorum et Iuliae Augustae ILLRP, 1278 ILLRP 1279 CIL X, 1546 CIL XI, 2925 = ZUCCA 2006, pp. 388-391 AE 1899, 204 = 1914, 217 Cura, preghiera e benessere 240 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. SITO DIVINITÀ 27 Caverzago Minerva ara 28 Caverzago Minerva ara 29 Caverzago Minerva ara 30 Caverzago Minerva ara 31 Caverzago Minerva Augusta ara 32 Caverzago Minerva Cabardiacensis ara 33 Caverzago Minerva Medica Cabardiacensis ara 34 Caverzago Minerva Memor ara 35 Caverzago Minerva Memor ara 36 Caverzago Minerva Memor ara 37 Caverzago Minerva Memor ara 38 Caverzago Minerva Memor ara 39 Caverzago Minerva Memor ara 40 Caverzago Minerva Memor ara 41 Caverzago Minerva Memor ara 42 Caverzago Minerva Memor lastra 43 Caverzago Minerva Memor ara Cura, preghiera e benessere APPELLATIVI SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI CORRADI CERVI v(otum) s(olvit) I d.C. 1963, p. 10 l(ibens) m(erito) CIL XI, 1294 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1298 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1310 = I d.C. AE 2007, 150 = m(erito) 2008, 537 aures argenteas v(otum) CIL XI, 1295 = I d.C. s(olverunt) AE 2008, 537 l(ibentes) m(erito) CIL XI, 1301 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1306 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1293 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 pro Coelia MarCIL XI, 1296 = cellina... l(ibenti) I d.C. AE 2007, 150 = [a(nimo)] 2008, 537 v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) indulgentia CIL XI, 1297 medicinarum = XIV, 293* = I d.C. eius infirmitati AE 2007, 150 = gravi liber(a)tam 2008, 537 d(onum) p(osuit) CIL XI, 1299 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1302 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1303 votum ex Britan- II d.C. = AE 1989, 318 nia rettulit l(ibens (seconda = 2007, 150 = metà) m(erito) 2008, 537 CIL XI, 1304 = v(otum) s(olvit) I d.C. AE 2007, 150 = l(ibens) m(erito) 2008, 537 restitutione facta CIL XI, 1305 = sibi capillorum I d.C. AE 2007, 150 = v(otum) s(olvit) 2008, 537 l(ibens) m(erito) CIL XI, 1307 = v(otum) [f(ieri)] I d.C. AE 2007, 150 = i(ussit)? 2008, 537 CIL XI, 1308 = I d.C. AE 2007, 150 = 2008, 537 241 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. SITO DIVINITÀ APPELLATIVI SUPPORTO 44 Caverzago Minerva Memor lastra 45 Caverzago Minerva Memor? ara 46 Caverzago Minerva Sanctissima lastra 47 Civitavecchia Nymphae 48 Fonte di san Giovanni Salus? 49 Fonte Magnano o Maiano Apollo cippo 50 Fonte Magnano o Maiano Feronia cippo 51 Fonte Magnano o Maiano Marica 52 Fonte Magnano o Maiano Salus Augusta? Dei(va) FORMULARIO DATAZIONE pro f(ilio?) v(otum) s(olvit) I d.C. l(ibens) m(erito) pro Marcellina filia v(otum) I d.C. s(olvit) l(ibens) m(erito) I d.C. ara charistérion lastra ex testamento dede cippo cippo base di statua in bronzo con sta- v(otum) s(olvit) tuetta di Apollo l(ibens) m(erito) in bronzo manico di simpulum di bronzo 53 Lagole Apollo 54 Lagole Apollo 55 Lagole Apollo manico di trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 56 Lagole Apollo manico di trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 57 Lagole Apollo trulla di bronzo v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 58 Lagole Apollo manico di simpulum v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 59 Lagole Apollo manico di simpulum 60 Lagole Apollo manico di simpulum II d.C. (primo quarto-terzo quarto) non determinabile III a.C. (ultimo quarto) III a.C. (ultimo quarto) III a.C. (ultimo quarto) III a.C. (ultimo quarto) RIFERIMENTI CIL XI, 1309 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1300 = AE 2007, 150 = 2008, 537 CIL XI, 1292 = AE 2007, 150 = 2008, 537 AE 1924, 343 = SEG, II, 529 CIL IX, 6379 CIL XI, 6290 = 2 CIL I , 368 = ILRRP, 13 CIL XI, 6299 = 2 CIL I , 377 = ILLRP, 22 CIL XI, 6296 = 2 CIL I , 374 = ILLRP, 19 CIL XI, 6295 = 2 CIL I , 373 = ILLRP, 18 MAINARDIS I d.C. (pri- 2008, pp. 235ma metà) 236, nr. 146 = AE 2008, 545 MAINARDIS 2008, I d.C. p. 236, nr. 147 MAINARDIS 2008, p. 237, nr. I d.C. 148 = AE 2008, 555 MAINARDIS 2008, pp. 237I d.C. 238, nr. 149 = AE 2008, 556 MAINARDIS 2008, pp. 238239, nr. 150 I d.C. = AE 2002, 544a-b MAINARDIS 2008, pp. 239I d.C. 240, nr. 151 = AE 2008, 557 MAINARDIS 2008, I d.C. p. 240, nr. 152 = AE 2008, 558 MAINARDIS 2008, pp. 240I d.C. 241, nr. 153 = AE 2008, 559 Cura, preghiera e benessere 242 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. SITO DIVINITÀ 61 Lagole Apollo manico di simpulum 62 Lagole Apollo coppetta di bronzo 63 Lagole Apollo vasca di simpulum 64 Lagole Trumusiat piccola base cilinv(otum) s(olvit) drica di bronzo l(ibens) m(erito) di statua 65 Lagole Trumusiat manico di simpu- v(otum) s(olvit) lum di bronzo l(ibens) m(erito) 66 Maranello Minerva ara [- - -]... ex voto 67 Maranello Minerva coppa Miner(vae) sum 68 Mondragones Aquae Sinuessanae base ob [- - -] 69 Monfalcone Fons ara sacr(um)... v(otum) s(olvit) 70 Monfalcone Fons ara v(otum) [s(olvit) l(ibens) m(erito)] 71 Monfalcone Hercules Augustus ara v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 72 Monfalcone Spes Augusta ara pro salute... v(otum) s(olvit) 73 Monfalcone Spes Augusta ara v(otum) s(olvit) ara [sac(rum)]... pro salute fili sui v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) 74 Monfalcone Spes APPELLATIVI SUPPORTO Augusta FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI MAINARDIS 2008, I d.C. p. 241, nr. 154 = AE 2008, 560 MAINARDIS 2008, pp. 241I d.C. 242, nr. 155 = AE 2008, 561 MAINARDIS 2008, IV-II a.C. p. 242, nr. 156 = AE 2008, 562 MAINARDIS I d.C. (pri- 2008, pp. 242ma metà) 243, nr. 157= AE 2008, 562 I a.C. (ulMAINARDIS timo quar2008, pp. 243to)- I d.C. 244, nr. 158 = (primo AE 2008, 563 quarto) I d.C. AE 1947, 7 GUANDALINI I d.C. 2010, p. 39, fig., 8.15, tav. 3.2 II d.C. CIL VIII, 2583, (ultimo cfr. p. 954. quarto) AE 1921, 71b I d.C. (2) = InscrIt, X,4, 320 AE 1921, 71b = I d.C. InscrIt, X,4, 321 AE 1926, 106 = I d.C. InscrIt, X,4, 322 = InscrAq, 217 CIL V, 706 = II d.C. InscrIt, X,4, 324 (terzo quarto) = InscrAq, 358 CIL V, 707 = III d.C. InscrIt, X,4, 326 II d.C. CIL V, 708 = InscrIt, X,4, 327 75 Monfalcone Temavus ara voto suscepto I a.C. InscrIt, X,4, 318 2 = CIL I , 2647 = ILLRP 261 = InscrAq, 19 76 Monfalcone Ignota ara v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) I d.C. InscrIt, X,4, 328 77 Nitrodi (Barano d’Ischia) Apollo e Nymphae I d.C. (seconda metà) CIL X, 6787 78 Nitrodi (Barano d’Ischia) Apollo e Nymphae II d.C. (seconda metà) CIL X, 6788 Cura, preghiera e benessere lastra con raffiguv(otum) l(ibens) razione di Apollo d(edit) e delle tre Ninfe lastra con raffigurazione di voto suscepto Apollo e di tre Ninfe 243 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. SITO Nitrodi 79 (Barano d’Ischia) 80 81 82 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nitrodi (Barano d’Ischia) Nitrodi (Barano d’Ischia) DIVINITÀ Apollo e Nymphae Apollo e Nymphae APPELLATIVI SUPPORTO FORMULARIO DATAZIONE lastra con raffiguI d.C. v(otum) s(olvit) (seconda razione di Apollo Nitrodes l(ibens) m(erito) e di tre Ninfe metà) Lastra con raffigurazione di III d.C. Nitrodes Apollo e di tre Ninfe Lymphae lastra Lymphae 83 Nitrodi (Barano d’Ischia) Limphae 84 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae 85 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae 86 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae 86 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae 87 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae Nitrodes 88 Nitrodi (Barano d’Ischia) Nymphae Nitrodes 89 Pian della Carlotta 90 Pian della Carlotta 91 Pian della Carlotta Iuppiter e Fons Aquarum Caeretanarum Iuppiter e Hercules Aquarum Caeretanarum Iuppiter, Hercules e Fons aquarum Caeretanarum v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) RIFERIMENTI CIL X, 6786 IG XIV, 892 = CIL X, ad 6786 = IGRR, I, 442 II d.C. CIL X, 6791 III d.C. CIL X, 6796 I d.C. (primo quarto) CIL X, 6797 v(otum) s(olvit) l(ibens) I d.C. CIL X, 6793 v(otum) s(olvit) I d.C. (primo quarto) CIL X, 6794 II d.C. CIL X, 6795 III d.C. (secondo quarto) CIL X, 6799 v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) I d.C. (seconda metà) CIL X, 6789 d(ono) d(edit) II d.C. (primo quarto) CIL X, 6790 colonna d(onum) d(edit) I d.C. AE 1989, 305 = 2006, 106 = 2007, 150 ara votum solvit I d.C. AE 1992, 599 = 2007, 150 I d.C, AE 1989, 306 = 2006, 106 = 2007, 150 lastra con raffigurazione di Apollo e di tre Ninfe lastra con raffigurazione di un fanciullo coronato d’edera e recante un vaso sulle spalle lastra con raffigurazione di Apolle e tre Ninfe lastra con raffigurazione di tre Ninfe che versano acqua in una vasca Lastra con raffigurazionedi tre uomini, di cui uno conduce a piedi un cavallo, di una Ninfa che reca in mano un vaso e di una donna intenta ad attingere acqua. lastra con raffigurazione delle Ninfe lastra con raffigurazione della lotta fra Eros e Anteros Lastra con raffigurazione di tre Ninfe mensa Cura, preghiera e benessere 244 ALFREDO BUONOPANE, MARIA FEDERICA PETRACCIA NR. SITO DIVINITÀ 92 Poggio Bagnoli Nymphae 93 Poggio Fidoni 94 Raiano APPELLATIVI SUPPORTO aquae ferventes sive alio nomine tabella defixionis voltis adpellari Vacuna Fons FORMULARIO DATAZIONE RIFERIMENTI demando, devoveo, desacrifico II d.C. ara [p]ro valetudine patr[is] v(otum) [s(olvit)]. I-II d.C. ara aram de suo I a.C. fecerunt.. donum (seconda libentes merito metà) dedere 95 San Casciano Aesculapius ara 96 San Casciano Aesculapius e Hygia non determinabile 97 San Casciano Apollo colonna Aquae Pisanae lastra Ignota ara 100 Tivoli Albula base di colonna 101 Tivoli Albula Isis? base 102 Tivoli Aquae Albulae ara 103 Tivoli Aquae Albulae non determinabile 98 99 San Giuliano Terme San Giuliano Terme 104 Tivoli 105 Tivoli Aquae Albulae Aquae Albulae? Sanctissimae colonna non determinabile 106 Tivoli Aquae Augustus Albulae e Attis lastra 107 Tivoli Lympha lastra Cura, preghiera e benessere pro salute Quinti et Triariae n(ostrorum)... sacrum pro salute Gai et Pom[po]niae n(ostrorum) lib[eroru]m[q]ue sacrum... v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito) pro salute Triariae n(ostrae)... sacr(um) CIL XI, 1823 CIL IX, 4752 = SupplIt,18, pp. 90-91, AE 1903, 157 = 2 CIL I , 1792, cfr. pp. 1038, 1041 = ILLRR 94 = SupplIt, 3, Corf., 1 II d.C. (seconda metà) CIL XI, 2093 II d.C. (seconda metà) CIL XI, 2092 II d.C. (seconda metà) CIL XI, 2094 CIL XI, 1418 = InscrIt, VII,7, 85 CIL, XI, 1419 = v(otum) s(olvit) I d.C. InscrIt, VII,7, 86 l(ibens) m(erito) InscrIt, IV,1, 591 ex vot(o) II d.C. = AE 1983, 165 suscept(o) Deanam Inscrit, IV,1, 592 II-III d.C. = AE 1983, 166 d(onum) d(edit) CIL XIV, 3908 = d(onum) d(edit) I d.C. Inscrit, IV,1, 593 CIL XIV, 3910 sa[c(rum)] pro = InscrIt, IV,1, sal(ute) s(ua) II d.C. 594 = PACI v(otum) s(olvit) 2006, p. 263 l(ibens) m(erito) CIL XIV, 3909 = libens d(onum) II d.C. Inscrit, IV,1, 595 d(edit) CIL XIV, 3912 = I d.C. Inscrit, IV,1, 600 CIL XIV, 3534 = Inscrit, IV,1, 34 = d(onum) d(edit) I d.C. CCCA, 452 CIL XIV, 3911, cfr. p. 498 = dat tibi pro CLE, 865 = Insmeritis semet de II d.C. crIt, IV,1, 596 = marmore donum ILMN, 578 = AE 2000, 380 aediclam [- - - ] I d.C. 245 TERMALISMO E DIVINITÀ NR. SITO DIVINITÀ APPELLATIVI SUPPORTO 108 Tivoli Lympha Albula Trifonte (Penne) 110 Vicarello Fons, Ventina e Vires Apollo 111 Vicarello Apollo ara 112 Vicarello Apollo ara 113 Vicarello 114 Vicarello Apollo Apollo Apollo e Nymphae Apollo e Nymphae 109 115 Vicarello 116 Vicarello 117 Vicarello 120 Vicarello 121 Vicarello Ignota 122 Viterbo Valetudo e Bona Dia 119 Vicarello CLE, 2035 = AE 1902, 185 = Inscrit, IV,1, 606 I d.C. CIL IX, 3351 base I d.C. CII, XI, 3295 CIL XI, 3296 = IG XIV, 2256 = AE 2008, 521 kat’ónar bovis exu(vias?) d(onum) d(edit) d(onum) d(edit) sacrum voto suscepto d(onum) d(edit) vaso d’argento lastra Sanctus vaso d’argento Domitianae bicchiere d’ard(onum) d(edit) gento anforetta in bronzo con tracce di d(onum) d(edit) lamina d’argento Bona RIFERIMENTI tabula ansata Sanctus Sanctus Apollo e Nym- Sanctus e phae Sanctae Apollo, Silvanus e Nymphae Apollo, Silvanus, Asclepius e Nymphae Nymphae 118 Vicarello mensa FORMULARIO DATAZIONE effigiem ca[rae mihi co(n)]iugis accipe.. compos II d.C. voti [fonti]bus tuis po[sui laetus] que salute co[(n) iugis] I d.C. I d.C. AE 1964, 97 I d.C. II d.C. CIL XI, 3285 AE 1999, 631 I d.C. CIL XI, 3287 I d.C. CIL XI, 3286 I d.C. CIL XI, 3288 vaso d’argento d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3289 olla voto suscepto d(onum) d(edit) I d.C. CIL XI, 3294 vaso di bronzo d(onum) d(edit) I d.C. piccola tazza di rame d(onum) d(edit) I d.C. ara sacrum... ex voto sacr(um) I d.C. CIL XI, 3290 CIL XI, 3291 GASPERINI 2006, p. 207 AE 1987, 361 = IRL I, 16 Alfredo Buonopane Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Tempo, Spazio, Immagine, Società alfredo.buonopane@univr.it Maria Federica Petraccia Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo maria.federica.petraccia@lettere.unige.it Cura, preghiera e benessere BIBLIOGRAFIA (a cura di Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani, Matteo Marcato, Cecilia Zanetti) BIBLIOGRAFIA 297 ABAECHERLI-BOYCE A. 1959, Salus and Valetudo, in JHM XIV, pp. 79-81. Acqua degli dei 2003 = L’acqua degli dei. Immagini di fontane, vasellame, culti salutari e in grotta, Catalogo della Mostra (Chianciano Terme 2003), Montepulciano, 2003. Acque segrete 1999 = Acque segrete, grotte meravigliose. Monsummano e le sue terme, a cura di G.C. Romby, Pisa, 1999. Acque, grotte e dei 1997 = Acque, grotte e Dei. 3000 anni di culti preromani in Romagna, Marche e Abruzzo, a cura di M. Pacciarelli, Fusignano, 1997. 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