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2024
Alla luce delle riflessioni teoriche sulla soglia critica che distingue e collega l’umanità e l’animalità, elaborate da autori di epoche e contesti diversi (da Montaigne, Bruno e Diderot a Agamben, Pievani e Coccia), e sulla scorta delle sollecitazioni fornite dal cinema recente (Lamb/Dýrið, di Valdimar Jóhannsson, Islanda, Svezia, Polonia, 2021; Trenque Lauquen, di Laura Citarella, Argentina, 2022; Le règne animal, di Thomas Cailley, Francia 2023), in cui appaiono creature animali con sembianze in parte umane, negli incontri di questo ciclo di seminari ci si interrogherà sul modo in cui filosofi, scrittori, artisti, cineasti e scienziati ripensano la posizione dell’uomo nella natura alla luce della continuità tra le forme viventi e di una visione orizzontale delle loro relazioni ed evocando, polemicamente e paradossalmente, la tradizione umanistica; si rifletterà, inoltre, sui modi in cui è possibile affrontare questi temi da una prospettiva transdisciplinare, muovendosi negli interstizi tra saperi e arti e costruendo percorsi attraverso argomentazioni filosofiche, indagini scientifiche, costruzioni letterarie e rappresentazioni visive e cinematografiche.
Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro, 2021
Le porte dell’anno: cerimonie stagionali e mascherate animali, 2019
Essay, 2019
La conclusione della parabola di Gérard Genette (1930-2018) stimola alcune riflessioni sul ruolo dello Strutturalismo a livello di critica letteraria e in generale. In questo articolo la coincidenza con l’onda dell’anniversario ovidiano del 2017 viene colta per applicare alle "Metamorfosi" le teorie narrative che Genette aveva esposto all’inizio degli anni Settanta nel terzo volume delle sue rinomate "Figures". Lungo il secondo decennio del 2000 è stato celebrato anche il centenario della scuola dei «formalisti» russi. Un ritorno di interesse per i seguaci di Viktor Šklovskij e Roman Jakobson può contribuire anch'esso alla comprensione della poetica delle "Metamorfosi" riconsiderando proprio il rapporto fra i primi formalisti e la successiva critica di matrice strutturalista generatasi a cavallo fra l’area francese e quella russo-sovietica.
Ovidio crea una vera e propria possibilità di mimesi, gadameriana ante litteram, che è la profonda radice di gran parte della performance contemporanea: in primo luogo quella di Jan Fabre.
Urbaniana University Journal, 2016
The current challenge posed by post-humanist philosophy can be met by a critically aware humanism which is able to call into question again the ontological nature of man and meet the needs of contemporaneity. A concern limited to posthumanism ethical, political and social outcomes as well as an underestimation – influenced by the accompanying ideological propaganda – of its emerging radical approach to man would result into a mistake. Starting from the critical analysis of a stance – we are natural-born cyborgs – developed in the context of posthumanist philosophy, I unveil generally neglected aspects of post-humanism and philosophical issues a critically-aware humanism has to cope with.
XXVI Congresso dell'AdI, CONTEMPLARE / ABITARE: LA NATURA NELLA LETTERATURA ITALIANA, 2023
Alla luce dei dibattiti in corso fuori e dentro le discipline umanistiche sul futuro della Terra e sulla necessità di un ripensamento radicale della relazione tra umano e non umano, l’opera dello scrittore siciliano Stefano D’Arrigo (1919-1992) si rivela di una straordinaria e finora pressoché inesplorata attualità. L’indagine intorno ai diversi possibili modi e modelli di intendere il rapporto tra natura e cultura, uomo e animale, uomo e materia è evidente sin dal titolo della sua opera più celebre, il monumentale romanzo Horcynus Orca (1975), ma rappresenta di fatto una costante in tutto il corpus darrighiano, si tratti degli articoli giornalistici degli anni ’40, delle poesie di Codice siciliano (1957), dei racconti sparsi (si vedano ad esempio “Il licantropo” e “L’elefante dello Zambesi”) e inediti, o del suo ultimo, sorprendente romanzo dedicato alla placenta, Cima delle Nobildonne (1985). Il panel si propone dunque di discutere, per la prima volta, le numerose inversioni e sovversioni operate da D’Arrigo rispetto alle convenzioni di pensiero occidentali riguardo a questi temi. Attraverso una varietà di generi e di strategie letterarie, la produzione darrighiana rivela il potenziale insito nel “pensiero meridiano” di cui è portatore nel muoversi, lungo diversi assi, “al di là di natura e cultura”. Più in generale si intende portare l’attenzione su un’opera che negli ultimi anni sta attraendo nuove interpretazioni critiche e che, per la sua originalità e multiformità, può fornire un contributo decisivo alla formulazione di nuovi paradigmi interpretativi e epistemici.
Greimas, Mitologiche. Una semiosfera lituana, a cura di P. Fabbri, Documenti di lavoro del CiSS di Urbino, 9, Aracne, Roma , 2017
La teoria e le analisi di Greimas dei miti lituani sono un banco di prova prezioso per saggiare se, nell'esperienza, si dà quell'opposizione fra umani e animali, fra ratio umana e istinti bestiali, che i saperi alti sostengono.
Kainos. Rivista di critica filosofica, 2012
Una tipica visione antropocentrica dell’alterità umana frequente, non soltanto entro la letteratura filosofica, ha diffuso l’idea del concetto di “altro” come parafrasi di “altro umano”. Se volessimo provare a individuare, sinteticamente, alcune linee di pensiero che hanno cercato di enfatizzare i limiti di questo approccio, evidenziando la necessità di una riflessione, non solo etica, ma anche ontologica, a proposito dell’alterità non umana, potremmo provare a focalizzare la nostra attenzione su due macro-categorie: (1) gli Animal Studies e (2) l’ecologia. In entrambi i casi, ovviamente, andrebbero analizzate le singole differenze di approccio di ognuna delle particolari interpretazioni di queste filosofie: dall’antispecismo all’etica animale, dall’ecologia profonda all’etica della terra, fino allo specismo liberazionista o alla visione di animalità entro la tradizione filosofica “continentale”. Un vero punto di svolta, tuttavia, in questo tentativo di trascendere, ampliandola, la classica estensione del concetto di alterità è rappresentato, a mio avviso, dal pensiero dell’ultimo Jacques Derrida (cfr. Derrida 2006); pensiero sull’animalità che, come ha evidenziato Maurizio Ferraris (Ferraris 2010), rappresenta anche un autentico punto di svolta entro lo stesso percorso derridiano. Secondo Derrida, che analizza il concetto di “altro” approfonditamente, il limite del pensiero filosofico occidentale, ben esemplificato in tal senso dall’Heidegger degli “animali poveri di mondo” che non possono morire ma, al massimo, perire, risiede nel considerare l’animale non umano incapace di rispondere. Dell’alterità, più o meno implicitamente, abbiamo un’idea come relazione a due posti: affinché si possa dare un alto a me stesso deve esistere, appunto, il soggetto della relazione che individuiamo come diverso da noi.
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Lexington, USA, 2024
InterVIEWS: Insights and Introspection on Doctoral Research in Architecture, 2019
Journal of Gastroenterology and Hepatology Research, 2015
Riscuri şi Catastrofe, 2017
Alzheimer's & Dementia, 2006
Biological Trace Element Research, 2019
International Journal of Primatology, 2013
Tectum – ein Verlag in der Nomos Verlagsgesellschaft eBooks, 2022
IEEE Access, 2022
Informes de la Construcción, 2008
International journal of biological macromolecules, 2018