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I PAESAGGI DELL’ABBANDONO IN LOMBARDIA: FORME, STRUMENTI E RISORSE
Nell’universo del “non uso” rientra un vasto caleidoscopio di architetture e di geografie che, in ragione di molteplici forme, storie e pratiche del passato, compongono un complesso e straordinario mosaico. Si tratta di un palinsesto insediativo che deve conservare un ruolo rilevante nelle riflessioni tecniche, politiche e scientifiche pena la scomparsa definitiva di una parte considerevole della nostra identità. I testi contenuti in questo volume, oltre a misurarsi con l’eterogeneità dei luoghi dell’abbandono presenti nel territorio lombardo, si confrontano con la necessità di proporre alcune riflessioni di carattere operativo e progettuale. Grazie al contributo di differenti autori appartenenti ai “mondi” dell’Accademia, delle professioni e delle istituzioni pubbliche, sono suggeriti temi, strumenti e approcci consapevoli del valore di un patrimonio architettonico e paesaggistico da custodire per le generazioni future.
Viglevanum. Miscellanea di studi storici e artistici, 2021
The Cassinas, wood sculptors, were originally from Cernobbio and had a workshop in Casale Monferrato. The two known exponents were Paolo Felice and Severino Felice. The workshop's activity extended over a large geographical area between Piedmont and Lombardy. The author reconstructs the catalogue of works, which includes the Madonna of the Rosary in Rosasco, Lomellina, signed by Severino Felice. She also points out the 18th-century Madonna in the church of the Madonna dei Sette Dolori in Vigevano, a work of Roman derivation that in a certain way recalls Severino’s works.
Parlare dell’itinerario intellettuale di Lucio Lombardo Radice significa, prima di ogni altra cosa, parlare di un pensiero che si interroga sulla sua storia e che conduce una dignitosa lotta culturale in favore dell’ideale della libertà. Tale itinerario assume un senso per chi crede nella forza che i modelli, passati o presenti, infondono nei soggetti e per chi crede che, quando i modelli diventano fortemente condivisi, essi spingono ai grandi cambiamenti sociali. Ricordare un uomo “disinteressato 1 ”, nel senso di uomo capace di sacrificio e di coraggio intellettuale, non potrebbe essere più necessario in tempi che si percepiscono come “inquietanti 2 ” per tante ragioni che vanno dalla crisi della politica, alla forte perdita di valori comunitari, alla mercificazione di ogni più piccolo aspetto della vita. È infatti, in momenti di “stanchezza storica” come questi, che si può trarre spunto da modelli passati per ripensare ad un presente migliore, un presente che secondo Radice, doveva essere conquistato con la lotta, la tenacia, la critica a cui segue sempre la progettualità. Una proposta del genere, per essere fino in fondo fedele allo spirito dell’uomo di cui tratta, non può fermarsi ad una rilettura critica del suo operato, ma deve avere un corrispettivo “concreto 7 ” a cui Radice fu sempre fedele. E quale miglior ambito in cui proiettare la sua “utopia concreta” se non il luogo nel quale lo stesso riponeva più fiducia? Questo luogo si chiama scuola, e non solo. Egli aveva, infatti, una visione di questa istituzione che non si discosta dalla sua più recente volontà di porsi come rete formativa allargata. Persino l’arma per agire in essa e a partire da essa ci è stata suggerita dallo stesso Radice con tenacia e pertinenza più di sessanta anni addietro: lo spirito scientifico. La presente tesi si colloca all’interno di questo discorso epistemico, che insegue il farsi di relazioni in ambiti ecologicamente complessi riconosciuti come pertinenti alla complessità dell’oggetto di indagine 27 . Essa si propone di effettuare una rilettura degli aspetti della “dialettica multipolare” del pensiero di Radice e di avvalersi dei preziosi contributi che il pensiero dello stesso ha ispirato nel più recente dibattito pedagogico. In parallelo vorrebbe riflettere sulle pratiche che si collocano nella direzione di impegno sociale, politico e critico e che potrebbero contribuire a ridisegnare il campo di ricerca pedagogica in senso transattivo e trasversale. Questo atteggiamento di “apertura”, che non si preoccupa dei confini disciplinari e che mette in un continuo dialogo il passato con il presente, potrebbe aiutare la riflessione sui paradigmi 28 che innerva la ricerca pedagogica.
TERRITORI SPEZZATI SPOPOLAMENTO E ABBANDONO NELLE AREE INTERNE DELL’ITALIA CONTEMPORANEA, 2019
La rinnovata coscienza a livello accademico e politico dei valori speci ci dei luoghi mostra la necessità di orientare le scelte operative oltre criteri soltanto quantitativi e funzionalistici. Il luogo si de nisce dunque come un siste- ma articolato in cui gli elementi sici, dalla produzione alla complessità ambientale, comunicano valori e caratteristiche dei fruitori e della cultura del territorio. L’importanza di tali elementi risiede nel ruolo che essi svolgono nell’avvio di ela- borazioni progettuali volte a una gestione che, oltre le logiche esclusivamente conservative, tuteli ogni aspetto delle siono- mie paesaggistiche. Di qui l’intento di analizzare la tematica dell’abbandono dei territori montani da due prospettive diffe- renti ma complementari. Da una parte si è scelto di esaminare i territori dell’Appenino centrale colpiti dal sisma e in parti- colare il contesto di Grisciano, una delle diciassette frazioni del comune di Accumoli, l’ultimo verso nord-est della provin- cia di Rieti. Questo luogo appare esempli cativo di come la distruzione degli spazi sici e l’abbandono forzato, a seguito degli eventi sismici del 24 agosto 2016, non abbiano impedito la sopravvivenza degli elementi valoriali costitutivi del luogo. Dall’altra parte il lavoro ha inteso proporre una ri essione su realtà in cui all’opposto lo spazio sico resiste e si evolve nel tempo, ma la sua componente umana, e dunque socio-cultu- rale, sta drasticamente diminuendo. Si è spostato il focus del ragionamento sul comune montano di Lacedonia in Irpinia. Situato sul percorso dell’Appia Antica, Lacedonia rientra nelle cosiddette zone minacciate di spopolamento in cui è necessa- rio conservare l’ambiente naturale e in cui ricorrono svantaggi speci ci. Lo spopolamento dei territori montani e gli eventi si- smici, che hanno recentemente interessato e ripetutamente in- teressano l’Appennino centrale, riaccendono il dibattito sulla necessità di un piano strategico per le “Terre Alte”4. Mediante una comparazione tra un luogo che resiste nei suoi elementi valoriali e uno che sta perdendo la sua componente umana, s’intende ri ettere sull’articolazione della nozione di luogo identitario e alle cause che ne determinano la costituzione at- tuale per individuare possibili pratiche operative. Il ruolo degli Appennini in particolare sembra poter trovare una nuova ri- con gurazione. Il superamento di una concezione di sviluppo di tipo longitudinale può infatti porre lo spazio appenninico su nuove direttrici che ne facciano lo snodo di congiunzione, in un dinamico contesto d’innovazione, in direzione est-ovest tra Tirreno e Adriatico.
La nascita della Paletnologia in Liguria. Atti del Convegno, Bordighera 2008, 2008
L’opera e le scoperte di Don Luigi Ruzzenenti e la nascita della Paletnologia in Lombardia orientale Viene presentata la figura di don L. Ruzzenenti (1838 - 1905) vissuto ad Asola (Mn) dove egli esercitò il suo ministero pastorale. Studioso, dotato di una buona cultura classica e moderna, egli si occupò soprattutto di storia, archeologia, storia dell’arte, etnografia, geologia e teologia e fu soprattutto coinvolto nella vita sociale e politica asolana. Scoprì i siti archeologici di Remedello Sotto, Rus di Asola , Cadimarco, Baselle di Castelnuovo d’Asola, Rassica di Castelgoffredo, le sepolture campaniformi di S. Cristina e Roccolo Bresciani, e altri siti minori. Ha raccolto reperti in tutto il territorio del Basso Bacino Imbrifero del fiume Chiese lasciandoci una notevole mole di documentazione delle sue indagini e delle sue scoperte che hanno aperto la strada a studi e a ulteriori ricerche. Alla sua morte il cav. G. Locatelli (1849 - 1935) lo sostituì come Ispettore degli Scavi per il territorio Asolano e proseguì alcune ricerche, agendo anche come uomo di fiducia di L. Pigorini in questa parte d’Italia. Il suo nome è principalmente legato alla scoperta delle necropoli eneolitica, del Bronzo Finale e dell’Età del Ferro di Fontanella Mantovana. Parole chiave: Ruzzenenti, Remedello Sotto, Locatelli, Fontanella Mantovana. The work and the discoveries of Don Luigi Ruzzenenti and the birth of Paleo-ethnology in eastern Lombardy The author presents the biography of don Luigi Ruzzenenti (1838 - 1905), who lived in Asola (Mn) where he was a priest of the parish church. As a cultivated scholar he was greatly interested in art, history, archaeology, philosophy , ethnography and geology and also interested in the social and political life of his district. He discovered the archaelogical sites of Remedello Sotto, Cadimarco, Rus di Asola, Baselle di Castelnuovo d’Asola, Rassica di Castelgoffredo, the Beaker graves of S. Cristina and Roccolo Bresciani, and other minor sites. He also took part in the excavations and collected a great quantity of finds all over the area sorrounding the river Chiese. He left an impressive documentation of his passionate research and gave an impressive boost to the following studies and findings. At his death, cav. G. Locatelli (1849 - 1935) carried out research in the area and acted as the trust man of L. Pigorini, director of the Prehistoric Museum in Rome. His name is mainly linked with the discovery of the Copper Age, Final Bronze Age and Iron Age cemeteries of Fontanella Mantovana Keywords: Ruzzenenti, Remedello Sotto, Locatelli, Fontanella Mantovana.
I rapporti tra la musica e la strumentazione bandistica nell'Ottocento lombardo-veneto con lo sviluppo dell'organaria e della musica organistica coeva.
Convegno internazionale IL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO. Sessant’anni di mutamenti da Emilio Sereni a oggi (1961 – 2021), organizzato dall'Istituto Cervi-Biblioteca archivio Emilio Sereni, 2021
Il contributo presentato nell'ambito del convegno è parte della ricerca "Il paesaggio sismico dell’Appennino Centrale (2017-2020) nell’ambito del progetto Storia dell'arte e catastrofi: l’Italia sismica (sta-sis)", condotta per il Kunsthistorisches Institut in Florenz Max Planck Foundantion con il fotografo Antonio Di Cecco, Responsabili del progetto: prof. Gerhard Wolf, dott.ssa Carmen Belmonte, dott.ssa Elisabetta Scirocco
Σπουδῆς οὐδὲν ἐλλιποῦσα. Anna Maria Biraschi. Scritti in memoria, 2020
Anaximander is credited, i.a., for having been the author of the very first graphic rendering of the whole known world, thus with the invention of a successful protype, that of large scale maps. For a very long time, this prototype has been treated as but a secondary achievement of his, while paying the greatest attention to the ‘philosophical’ doctrine of apeiron in the vein of a celebrated page of Aristotle. My paper, inspired as it is to a substantial disagreement from such a portrayal, is devoted to reach a more definite idea of what the rendering based on the coastline is likely to have meant for him as well as for his fellow citizens, an undertaking completely autonomous with respect to the sort of investigations to which Thales was most intensely committed.
8th International Symposium for Geotechnical Safety & Risk (ISGSR 2022), 2022
Belleten Türk Tarih Kurumu, 2023
Transtechnology Reader 2015-17, 2018
Elias Kolovos, ed., Halcyon Days in Crete VIII. Ottoman Rural Societies and Economies, Crete University Press, 2016., 2016
Revista Ingeniería, 2011
Managing with Humor, 2019
EduLite: Journal of English Education, Literature and Culture
Journal of Pain and Symptom Management, 2002
Social Anthropology, 2007
Oxidative Medicine and Cellular Longevity, 2017
Journal of Oral and Maxillofacial Pathology, 2014
Journal of Ornithology, 2017