Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Principi di economia – Politica economica
6. Risparmio, investimento e sistema finanziario
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
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Layout
1
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Obbligazioni e mercato obbligazionario
Azioni e mercato azionario
Borse valori
Intermediari finanziari
2
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
3
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
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Obbligazioni e mercato obbligazionario
Azioni e mercato azionario
Borse valori
Intermediari finanziari
Sistema finanziario
Sistema finanziario: insieme delle istituzioni finalizzate al coordinamento
di prestatori e prestatari;
finanziamento diretto attraverso i mercati finanziari:
mercato obbligazionario;
mercato azionario.
finanziamento indiretto attraverso gli intermediari finanziari:
intermediari finanziari bancari;
intermediari finanziari non bancari.
Esempi: compagnie di assicurazione, Società di Intermediazione
Mobiliare (SIM), società di leasing.
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Azioni e mercato azionario
Borse valori
Intermediari finanziari
Obbligazioni
Obbligazione (bond o fixed-income security ): titolo di credito,
emesso da società o enti pubblici, che attribuisce al suo possessore
(obbligazionista o investitore, investor ) il diritto a:
rimborso in unica soluzione da parte dell’emittente (issuer ) alla
scadenza (maturity date) del valore nominale del titolo (face value);
interessi su tale somma (cedola, o coupon), liquidati periodicamente
(trimestralmente, semestralmente o annualmente).
Emissione obbligazionaria finalizzata a reperire liquidità da parte
dell’emittente;
Esempio: obbligazione con valore nominale 1000e, cedola 8%
semestrale e durata 10 anni
paga 40e due volte l’anno (1000e×0.08 = 80e) per 10 anni;
dopo 10 anni rimborso del valore nominale di 1000e.
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Obbligazioni e mercato obbligazionario
Azioni e mercato azionario
Borse valori
Intermediari finanziari
Caratteristiche delle obbligazioni
Valore nominale (nominal, principal, par o face value): valore che
l’emittente si impegna a rimborsare alla scadenza (maturity date);
Prezzo di emissione (issue price): prezzo pagato dall’investitore per
l’acquisto del titolo all’emissione;
Prezzo di mercato (market price): prezzo per l’acquisto del titolo sul
mercato;
Durata (tenor o maturity );
Cedola (coupon): tasso di interesse corrisposto all’obbligazionista
obbligazioni a tasso fisso (straight, plain vanilla o fixed-rate bonds),
calcolato in percentuale del valore nominale;
obbligazioni a tasso variabile (floaters);
obbligazioni a cedola nulla (zero-coupon);
Frequenza dei pagamenti:
trimestrale;
semestrale;
annuale.
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Borse valori
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Caratteristiche delle obbligazioni
Emittente:
obbligazioni statali, o titoli pubblici (government bond):
obbligazioni societarie (corporate bond);
Rischio emittente, valutato in genere sulla base del rating dato dalle
agenzie di rating (“big three”: Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch)
junk bond (o high-yield bond): bond sotto l’investment grade;
Opzionalità (optionality ):
obbligazioni callable: rimborsabili prima della scadenza da parte
dell’emittente;
obbligazioni puttable: da rimborsare prima della scadenza in caso di
richiesta da parte dell’obbligazionista;
obbligazioni convertibili (convertible bond): convertibili in azioni.
Priorità:
obbligazioni senior ;
obbligazioni junior (o subordinate): con rimborso, in caso di
fallimento, successivo ai creditori privilegiati o chirografari.
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Borse valori
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Obbligazioni statali
Obbligazioni statali, o titoli pubblici, o titoli di stato:
in Italia, emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze:
Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): obbligazione a cedola nulla a
breve termine (3, 6 o 12 mesi);
Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): obbligazione a cedola
nulla a 24 mesi;
Certificati di Credito del Tesoro (CCT): obbligazioni a tasso variabile
(legate al tasso Euribor a 6 mesi) a 7 anni;
Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): obbligazioni a tasso fisso con
cedole semestrali a 3, 5, 10, 15 o 30 anni.
negli Stati Uniti:
Treasury bills (T-Bills): obbligazioni a cedola nulla di durata uguale
o inferiore all’anno;
Treasury notes (T-Notes): obbligazioni a tasso fisso con cedole
semestrali di durata da uno a 10 anni;
Treasury bonds (T-Bonds): obbligazioni a tasso fisso con cedole
semestrali di durata maggiore di 10 anni.
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Borse valori
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Yield-To-Maturity
Rendimento a scadenza (Yield-To-Maturity ): tasso di rendimento interno
(internal rate of return) delle obbligazioni (tasso che rende nullo il valore
scontato dei flussi).
P: prezzo di acquisto dell’obbligazione;
M: valore nominale;
Ct : pagamenti per interessi al tempo t.
T
X
Ct
M
+
=0
P−
t
T
(1
+
YTM)
(1
+
YTM)
t=1
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Prezzo delle obbligazioni
Prezzo di mercato dell’obbligazione (prezzo tel quel, dirty price) dato
dalla somma dei flussi finanziari attualizzati (al tasso d’interesse i):
P=
T
X
t=1
Ct
M
+
t
(1 + i)
(1 + i)T
Nota: tolti i ratei maturati ma non ancora riscossi si ottiene il corso
secco (clean price).
Nelle obbligazioni a tasso fisso (con tasso cedolare r = C /M) si ha:
T
X
C
M
1 − (1 + i)−T
M
+
=
C+
t
T
(1 + i)
(1 + i)
i
(1 + i)T
t=1
r
M
1
1
1 − (1 + i)−T
rM+
=
1
−
+
=
M
i
(1 + i)T
(1 + i)T i
(1 + i)T
P=
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Borse valori
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Prezzo e valore nominale delle obbligazioni
Prezzo dell’obbligazione:
superiore al valore nominale (sopra la pari): obbligazione a premio, o
sopra la pari (premium bond) ⇒ tasso cedolare maggiore del tasso
d’interesse di mercato (r > i);
uguale al valore nominale: obbligazione alla pari (par bond) ⇒ tasso
cedolare uguale al tasso d’interesse di mercato (r = i);
inferiore al valore nominale: obbligazione a sconto, o sotto la pari
(discount bond) ⇒ tasso cedolare minore del tasso d’interesse di
mercato (r < i).
Titoli zero-coupon sono obbligazioni a sconto puro, sotto la pari:
P=
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M
(1 + i)T
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Azioni e mercato azionario
Borse valori
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Prezzo delle obbligazioni e tasso d’interesse
Relazione negativa tra tasso d’interesse sul mercato (i) e prezzo delle
obbligazioni (già emesse) (P):
↑i ⇒↓P
Prezzo
Rendimento
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Borse valori
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Curva dei rendimenti
Curva dei rendimenti (yield curve), o struttura a termine dei tassi di
interesse (term structure of interest rates): relazione che lega i
rendimenti dei titoli alle rispettive maturità (scadenze).
Curva dei rendimenti normale: rendimenti crescenti al crescere della
maturità.
Con aspettative di tassi d’inflazione e crescita economica costanti, gli
investitori richiedono rendimenti più alti per compensare un posticipo
nel rimborso del capitale;
Curva dei rendimenti invertita: rendimenti decrescenti al crescere
della maturità del titolo.
Inclinazione negativa della curva dei rendimenti rara e dovuta alle
aspettative degli investitori circa l’andamento dei tassi di interesse a
breve: gli investitori pensano che i tassi a breve diminuiranno, a
seguito, ad esempio, di politiche monetarie espansive volte a
fronteggiare una recessione.
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Borse valori
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Obbligazioni garantite e altri strumenti finanziari
Obbligazioni garantite (secured bond): obbligazioni dotate di
specifiche garanzie, fornite dall’emittente, per il pagamento delle
cedole e il rimborso del capitale;
Cartolarizzazione (securitization): operazione finalizzata alla
creazione di titoli negoziabili (securities)
i titoli derivano i flussi di cassa che remunerano i sottoscrittori da un
portafoglio di attività illiquide:
prestiti ipotecari (Mortgage-Backed Securities, MBS);
crediti commerciali,... (in generale Asset-Backed Securities, ABS).
a garanzia degli investitori, tale portafoglio assume soggettività
autonoma attraverso il conferimento a un ente autonomo (Special
Purpose Vehicle, SPV).
Se lo SPV emette diverse tranche di titoli caratterizzati da diversi
gradi di rischio e priorità nei rimborsi (senior tranche, junior tranche,
equity tranche), si hanno, con portafoglio costituito da:
mutui ipotecari: Collateralized Mortgage Obligation (CMO);
junk bond: Collateralized Bond Obligation (CBO);
più in generale, obbligazioni, strumenti di debito e altri titoli:
Collateralized Debt Obligation (CDO);
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CDO come asset tossici
Asset tossici (toxic asset): termine utilizzato per indicare particolari
asset finanziari il cui valore è diminuito drasticamente e per cui non
c’è più un mercato funzionante;
Con la crisi dei mercati subprime nel 2007—aumento delle insolvenze
(delinquencies) nei prestiti concessi a persone considerate non del
tutto solvibili—diminuzione considerevole del valore di CDO e CMO;
Scoppio della bolla immobiliare e diminuzione del valore delle
garanzie ipotecarie a tutela dei rimborsi;
Aumento dei mancati rimborsi anche per le senior tranche, con
rating di tripla A.
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Azioni
Azionista (shareholder ) di una società è il possessore di almeno
un’azione della società;
Azione (stock, equity o shares): titolo rappresentativo di una quota
della proprietà di una società
Azioni ordinarie (common stock), che assegnano:
diritti patrimoniali: rimborso del capitale in caso di scioglimento della
società, una volta che i creditori siano stati soddisfatti; diritto al
dividendo laddove venga decisa la distribuzione degli utili; diritto di
opzione in caso di aumento del capitale;
diritto di voto nelle assemblee societarie (ordinarie e straordinarie).
Azioni privilegiate (preferred stock): azioni che assicurano
precedenza nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale
rispetto agli azionisti ordinari, ma con limitazioni al diritto di voto
(precluso nelle assemblee ordinarie).
Le azioni rispetto alle obbligazioni hanno un rischio più elevato, cui
fa seguito un rendimento in media più elevato.
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Prezzo delle azioni
Prezzo di mercato delle azioni determinato sui mercati
dall’interazione tra domanda e offerta;
Valore dell’azione (P0 ) riflette il flusso scontato dei dividendi futuri
attesi:
+∞
X
Dt
P0 =
(1
+ r )t
t=1
dove Dt è il dividendo atteso al tempo t e r il tasso di rendimento
richiesto.
In caso di vendita dell’azione al tempo T si ha:
P0 =
T
X
t=1
Dt
PT
+
t
(1 + r )
(1 + r )T
dove PT è il prezzo atteso dell’azione al tempo T .
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Valore delle azioni
Assumendo tasso di crescita costante dei dividendi:
Dt = (1 + g )Dt−1 = (1 + g )t D0
Se g < r , il valore di un’azione in 0 sarà dato da:
P0 =
+∞
X
(1 + g )t D0
t=1
=
(1 + r )t
t
+∞
(1 + g )D0 X 1 + g
=
1+r
1+r
t=0
1
(1 + g )D0
D1
(1 + g )D0
=
=
1 + r 1 − 1+g
r
−
g
r
−g
1+r
Rendimento:
r=
D1
P0
|{z}
+
Rendimento da capital gain
Rendimento del dividendo
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g
|{z}
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Prezzo delle azioni
Prezzo delle azioni determinato da aspettative circa:
utili (earnings) futuri: maggiori gli utili futuri attesi, maggiori i
dividendi futuri attesi, maggiore il valore dell’azione;
tasso di interesse di mercato: maggiore il tasso di interesse sul
mercato, maggiore il fattore di sconto, e quindi minore il valore
dell’azione;
cambiamenti di prezzo futuri dell’azione: guadagni/perdite in conto
capitale (capital gains/losses).
Capitalizzazione (capitalization): valore di mercato del capitale di
rischio di una società (numero delle azioni per il prezzo di mercato di
ciascuna azione).
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Listini azionari
Prezzi delle azioni consultabili online: Yahoo Finance;
Google Finance; MilanoFinanza; Borsa Italiana; ...
Indicazioni:
Nome della società (company name);
Codice (ticker symbol): codice identificativo dell’azione
(es. in Google Finance BIT:ENI codice delle azioni ENI quotate sulla
Borsa di Milano);
Dividendo per azione (Dividend per share, Div.);
Rendimento del dividendo (dividend yield, Yield): dividendo annuale
per azione in percentuale del prezzo medio dell’azione;
Rapporto prezzo-utili (Price/Earnings ratio, P/E): rapporto tra il
prezzo dell’azione e gli utili per azione come risultano dagli ultimi
quattro trimestri (valore “normale”: 15);
Volume: numero di azioni scambiate;
Range: prezzo minimo e massimo intraday ;
Open: prezzo di apertura;
Close: prezzo di chiusura; ...
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Borse valori
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Quotazione ENI 1 Aprile 1999 - 8 Aprile 2013
Fonte: Google Finance.
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Borse valori
Intermediari finanziari
Borse valori
Molte azioni e obbligazioni scambiate nelle Borse valori (Stock
exchange), mercati secondari (secondary market) regolamentati;
Esempi di borse valori:
New York Stock Exchange (NYSE):
indice azionario più importante: Dow Jones;
Nasdaq:
mercato virtuale Over-The-Counter (OTC);
importante nel settore high-tech.
London Stock Exchange:
indice azionario più importante: FTSE 100 (pronuncia “futsi”);
Borsa di Tokyo:
indice azionario Nikkei;
Borsa di Francoforte:
indice più importante: DAX 30;
Borsa Italiana:
indice azionario più importante: FTSE MIB, comprende le maggiori
40 società per capitalizzazione;
nel 2007 si è fusa con la London Stock Exchange.
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Azioni e mercato azionario
Borse valori
Intermediari finanziari
Gli animali della Borsa
Bulls make money, bears make money, but pigs just get
slaughtered!
Mercato toro (bull market): mercato in salita;
Mercato orso (bear market): mercato in discesa;
Parco buoi: massa di piccoli e medi risparmiatori, che si muovono
spesso a traino di coloro che “conducono il gioco”;
Chickens: investitori eccessivamente timorosi;
Pigs: investitori con atteggiamento altamente speculativo che si
accollano rischi alti in cerca del “colpaccio”.
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Borse valori
Intermediari finanziari
Intermediari finanziari
Intermediari finanziari: istituzioni attraverso cui i risparmiatori
forniscono indirettamente fondi a chi ne fa richiesta;
Tra gli intermediari finanziari vi sono in particolare:
Banche;
Fondi comuni di investimento.
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Borse valori
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Banche
Banche: istituzioni finanziarie risultato di due processi evolutivi
dalla custodia dei fondi all’attività creditizia (funzione creditizia):
raccolta fondi con operazioni di credito passivo (depositi) ed
erogazione fondi con operazioni di credito attivo (impieghi)
intermediazione creditizia;
miglioramento della qualità del credito: le banche vantano crediti di
qualità normale, ma sono prestatari di qualità alta per diversificazione
delle attività;
trasformazione della scadenza: la banche prendono a prestito con
depositi a vista o a breve termine e prestano a lungo termine.
consenso graduale nel far accettare i propri debiti come mezzi di
pagamento (funzione monetaria): depositi bancari in conto corrente
(checkable deposits) fungono da moneta su base fiduciaria
Emissione di moneta;
Creazione di moneta nel sistemi bancari a riserva frazionaria.
Proventi attività bancaria (margine di intermediazione) risultato di:
margine di interesse: differenza fra interessi attivi e passivi;
commissioni e provvigioni per servizi finanziari:
attività di consulenza e valutazione del rischio;
assistenza alle imprese in operazioni di finanziamento sul mercato;
operazioni su valori mobiliari e derivati (swaps, options, futures); ecc.
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Margine di intermediazione di Intesa Sanpaolo
Figura: Margine di intermediazione da bilancio riclassificato di Intesa Sanpaolo
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Fondi comuni di investimento e altri investitori istituzionali
Investitori istituzionali:
strumenti di gestione collettiva del risparmio:
Fondi comuni;
Società di Investimento a Capitale Variabile (SICAV).
Fondi pensione;
Società di assicurazione.
Fondi comuni di investimento (mutual funds): patrimoni autonomi,
suddivisi in quote dei singoli partecipanti, gestiti da Società di
Gestione del Risparmio (SGR) per conto dei partecipanti al fondo e a
loro rischio.
Fondi suddivisi, a seconda del:
tipo in
Fondi chiusi (closed-end fund): quote predeterminate;
Fondi aperti (open-end fund): patrimonio (Net Asset Value, NAV)
variabile in funzione di nuove sottoscrizioni e rimborsi. SGR deve
accettare sempre le sottoscrizioni o le richieste di rimborso.
dell’oggetto in: i) mobiliari; ii) immobiliari; iii) speculativi (hedge
funds).
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Attività finanziarie delle famiglie in Europa
Attività finanziarie
Biglietti e depositi
Biglietti
Depositi
Titoli (escluse azioni)
Prestiti
Azioni e partecipazioni
Azioni quotate
Azioni non quotate
Altre partecipazioni
Quote di fondi comuni
Riserva per premi assicurativi
Altre attività
1995
129.0
52.0
3.7
47.6
14.5
0.6
29.9
5.7
9.2
4.0
9.8
28.9
3.0
2000
152.0
45.6
3.3
41.6
12.2
0.7
53.3
13.6
16.8
4.3
17.7
36.9
3.3
2005
158.7
49.2
3.9
45.4
12.6
0.6
48.9
8.8
16.7
6.7
16.6
44.1
3.3
2010
166.5
57.6
5.2
52.4
11.3
0.7
41.9
7.7
13.7
8.2
12.3
51.2
3.9
Fonte: Eurostat, 2011.
Tabella: Attività delle famiglie nello stato patrimoniale consolidato nell’EU27
(% PIL)
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Azioni e mercato azionario
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Attività finanziarie delle famiglie in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Composizione delle attività finanziarie delle famiglie in Italia nel 2011
(somma delle attività finanziarie pari al 226.3% del PIL)
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Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Risparmio
Risparmio: reddito disponibile al netto dei consumi;
Tasso di risparmio: rapporto tra risparmio e reddito;
Risparmio nazionale somma di:
Risparmio privato nazionale: reddito disponibile meno spese per
consumi finali dei residenti;
Risparmio pubblico (o del settore pubblico): entrate (tutte le
imposte) meno uscite (compresi i trasferimenti e i pagamenti per
interessi), a tutti i livelli della pubblica amministrazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
29/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Determinanti del risparmio privato
Nelle economie di mercato, risparmio privato derivante da decisioni
individuali basate su un confronto di utilità tra:
desiderio di anticipare il consumo (sostituzione intertemporale);
desiderio di provvedere ai bisogni futuri, personali, familiari e degli
eredi (risparmio a scopo di eredità),
bisogni certi (sostituzione intertemporale);
bisogni incerti (risparmio precauzionale).
Decisione determinata da:
valore del patrimonio individuale;
aspettative circa i redditi futuri in ogni periodo;
grado di impazienza;
spirito di previdenza;
autocontrollo;
premura per i propri discendenti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
30/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Ciclo di vita e consumption smoothing
Decisioni di risparmio collegate all’allocazione intertemporale del
consumo;
In base alla teoria del reddito permanente (permanent income
theory ) di Friedman (1956) e del ciclo di vita (life-cycle theory ) di
Modigliani e Brumberg (1954), la compresenza di:
agenti forward-looking (che formano aspettative circa il futuro e
agiscono in accordo con tali aspettative);
il desiderio di avere un path tendenzialmente stabile di consumo nel
tempo (consumption smoothing );
il path dei redditi attesi:
bassi in gioventù;
più alti nella maturità;
più bassi nella vecchiaia;
determinano tassi di risparmio:
negativi in gioventù, con ricorso al debito;
positivi nella maturità: con restituzione dei debiti e formazione di un
patrimonio;
negativi nella vecchiaia, in cui si “dilapida” in tutto o in parte il
patrimonio accumulato.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
31/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Analisi della relazione tra risparmio e tasso d’interesse
Un agente vive due periodi e non ha patrimonio;
L’utilità complessiva è funzione del consumo nei due periodi:
U = u(C1 , C2 )
con Ct consumo nel periodo t;
I consumi nei due periodi sono sostituti imperfetti;
Vincolo di bilancio intertemporale:
(1 + r )(Y1 − C1 ) = C2 − Y2 ⇒ C2 = (1 + r )Y1 + Y2 − (1 + r )C1
dove:
Yt : reddito reale guadagnato nel periodo t;
r : tasso d’interesse reale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
32/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Pattern di consumo di equilibrio
C2
(1 + r )Y1 + Y2
C2∗
C1∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y1 +
Y2
1+r
Principi di economia – Politica economica
C1
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Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Effetto di un aumento del tasso d’interesse
Aumento di r fa ruotare il vincolo di bilancio;
Aumento del tasso d’interesse (r ′ > r ) provoca un aumento del
prezzo del consumo presente in termini di consumo futuro
((1 + r ′ ) > (1 + r )), con conseguente effetto sostituzione: il
consumo presente, diventato relativamente più caro, viene sostituito
con quello futuro;
Se C1 diminuisce, il risparmio (S = Y1 − C1 ) aumenta.
Nota: vi può essere anche un effetto reddito:
effetto reddito aumenta il consumo presente e futuro;
se effetto sostituzione prevalente, il risparmio comunque aumenta.
↑r ⇒↑S
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
34/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Effetto di un aumento del tasso d’interesse
C2
C2∗
′
C2∗
C1∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
′
C1∗
Principi di economia – Politica economica
C1
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Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Tasso di risparmio delle famiglie
Fonte: OECD, 2011.
Figura: Risparmio delle famiglie in percentuale del reddito disponibile
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
36/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Investimenti
Investimenti reali: domanda di beni di investimento, come immobili,
impianti e macchinari, ecc.;
Dato il tasso di interesse reale r , Valore Attuale Netto (VAN) di un
progetto di investimento pari alla somma dei flussi reali scontati
generati dall’investimento:
VAN =
T
X
t=0
Vte
(1 + i)t
con Vte ricavo (+) o costo (−) in termini reali atteso al tempo t;
Saggio di rendimento interno (Internal Rate of Return, IRR) reale di
un progetto di investimento, o efficienza marginale del capitale
(marginal efficiency of capital): tasso d’interesse reale che rende
nullo il VAN
T
X
Vte
=0
(1 + IRR)t
t=0
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Relazione tra investimenti e tasso d’interesse
Conveniente intraprendere solo gli investimenti con tasso di
rendimento interno maggiore del tasso di interesse di mercato;
Dati i progetti di investimento, un aumento del tasso di interesse
reale riduce il numero di progetti profittevoli, e quindi il livello di
investimenti programmati:
↑r ⇒↓I
Dato il tasso di interesse, un miglioramento delle aspettative degli
imprenditori aumenta il livello di investimenti programmati.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
38/59
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Identità risparmi-investimenti nella contabilità nazionale
Assumendo economia chiusa e senza settore pubblico:
Y
Y −C
≡
≡
C +I
I
S
≡
I
Y : PIL ≡ reddito totale ≡ spesa totale;
C : consumi di beni e servizi finali;
I : investimenti lordi (inclusi investimenti in scorte);
S: risparmio.
Nella contabilità nazionale l’uguaglianza risparmi-investimenti è
un’identità contabile (sempre vera per definizione), poiché gli
investimenti lordi includono gli investimenti in scorte non
programmati;
Possibili in teoria differenze tra risparmio e investimenti reali
programmati?
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
39/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Mercato dei fondi mutuabili
Mercato dei fondi mutuabili: luogo d’incontro tra
domanda di fondi mutuabili: richiesta di prestiti per investimenti
programmati;
offerta di fondi mutuabili: offerta di prestiti derivanti da risparmi
(eccedenza del reddito sui consumi).
Sul mercato del credito si determina il tasso d’interesse reale;
Determinando contemporaneamente il livello di:
investimenti, e quindi ammontare del reddito destinato ad usi
produttivi che aumentano il reddito futuro;
risparmio, e quindi livello dei consumi aggregati nel periodo corrente;
i mercati del credito collegano presente e futuro:
tasso di crescita del prodotto interno (attraverso variazioni del tasso
di accumulazione del capitale fisico);
allocazione intertemporale del consumo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
40/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili
r
S
r∗
I
S∗ = I ∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili
Domanda di fondi prestabili (investimenti):
tendenzialmente più elastica dell’offerta di fondi prestabili;
dipendente anche dalle aspettative degli imprenditori: un
miglioramento delle aspettative sposta la curva di domanda verso
destra.
Offerta di fondi prestabili (risparmi):
dipendente anche dalla distribuzione del reddito: poiché il tasso di
risparmio tende ad aumentare all’aumentare del reddito, un aumento
della diseguaglianza distributiva sposta verso destra la curva di
offerta;
non necessariamente sempre con inclinazione positiva.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
42/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Risparmio
Investimenti
Identità risparmi-investimenti
Mercato dei fondi mutuabili
Equilibri e disequilibri sul mercato dei fondi mutuabili
Con offerta abbondante e molto rigida, e imprenditori molto
“pessimisti”, tasso d’interesse reale di equilibrio possibilmente
negativo: affinché r < 0, tasso d’inflazione atteso (π e ) positivo e
maggiore del tasso di interesse nominale (i ≥ 0);
Assumendo:
risparmio e investimenti funzione del tasso d’interesse reale;
tasso d’interesse reale libero di muoversi;
sempre assicurata comunque l’uguaglianza tra risparmi e
investimenti programmati nell’aggregato;
Possibili squilibri settoriali, ma non recessioni;
La macroeconomia keynesiana mette in dubbio l’esistenza di un
meccanismo di mercato che assicura sempre l’uguaglianza tra
risparmi e investimenti:
in un’economia monetaria non tutto il risparmio monetario viene
investito: preferenza per la liquidità e possibilità di tesaurizzazione;
livello di risparmio dipendente dal reddito e non dal tasso di interesse;
prezzi di beni e fattori rigidi (sticky prices).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
43/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Identità I-S in un’economia aperta con settore pubblico
Reddito Nazionale Disponibile Lordo (RNDL) somma di:
consumi (C);
investimenti (I);
spesa pubblica (G);
saldo delle partite correnti (CAB).
RNDL ≡ C + I + G + CAB
Investimenti somma di risparmio:
privato (delle famiglie e delle imprese);
pubblico;
resto del mondo.
I
≡ RNDL − C − G − CAB
I
I
≡ (RNDL + F − T − C ) + (T − F − G ) − CAB
≡ Sprivato + Spubblico + Sestero
F: trasferimenti netti dal settore pubblico alle famiglie (compresi
interessi pagati sul debito pubblico);
T: imposte.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
44/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Investimenti e risparmio nazionale negli Stati Uniti
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
45/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Investimenti e risparmio nazionale in Giappone
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
46/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Investimenti e risparmio nazionale in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
47/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Investimenti e risparmio nazionale in Germania
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
48/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Investimenti e risparmio nazionale nel Regno Unito
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
49/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Entrate e uscite del settore pubblico negli Stati Uniti
Fonte: IMF World Economic Outlook, 2010.
Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
50/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Entrate e uscite del settore pubblico in Giappone
Fonte: IMF World Economic Outlook, 2010.
Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
51/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Entrate e uscite del settore pubblico in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
52/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Entrate e uscite del settore pubblico in Germania
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
53/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Entrate e uscite del settore pubblico nel Regno Unito
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
54/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Andamento dei tre saldi negli Stati Uniti
Fonte: Eurostat, 2011 e IMF World Economic Outlook, 2010.
Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e
saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
55/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Andamento dei tre saldi in Giappone
Fonte: Eurostat, 2011 e IMF World Economic Outlook, 2010.
Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e
saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
56/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Andamento dei tre saldi in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e
saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
57/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Andamento dei tre saldi in Germania
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e
saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
58/59
Mercati finanziari e istituzioni finanziarie
Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili
Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale
Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico
Risparmio e investimenti nazionali
Risparmio pubblico
Andamento dei tre saldi
Andamento dei tre saldi nel Regno Unito
Fonte: Eurostat, 2011.
Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e
saldo delle partite correnti (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
59/59
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Principi di economia – Politica economica
2. Macroeconomia: temi e dati
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Layout
1
Cos’è la macroeconomia
2
Crescita economica e tenore di vita
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
3
Reddito e ricchezza
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
4
Inflazione e occupazione
Inflazione
Occupazione
5
Interdipendenza economica fra paesi
World-Trade Web
Saldo delle partite correnti
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Cos’è la macroeconomia?
Lo studio della relazione tra gli aggregati economici, in particolare reddito
nazionale, consumi, investimenti e offerta di moneta. ...la rivoluzione
keynesiana fece diventare questo studio parte dell’economia, e il successivo
avvento della contabilità nazionale fornı̀ i dati necessari. Poiché la
macroeconomia è usata nell’analisi delle politiche economiche dei governi,
è inevitabilmente circondata da controversie.
(Rutherford, 2002, Routledge Dictionary of Economics)
La macroeconomia analizza il sistema economico nel suo complesso,
occupandosi di prodotto aggregato e occupazione, livello dei prezzi e tasso
di interesse, piuttosto che di prezzi e quantità dei singoli beni... La
macroeconomia...divenne una disciplina riconosciuta con la Teoria Generale
(1936) di Keynes e le riformulazioni della sua teoria diagrammatiche e
matematiche, e i primi modelli macroeconometrici di Tinbergen e Frisch.
(Dimand, 2008, Macroeconomics, in The New Palgrave Dictionary of
Economics)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Tenore di vita e PIL
Il benessere economico, o tenore di vita, indica la facilità con cui un
individuo ha accesso a beni e servizi di una qualche utilità;
Prodotto Interno Lordo (PIL) (Gross Domestic Product, GDP):
valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti all’interno di un
paese in un determinato periodo;
PIL e reddito: valore dei beni e servizi finali prodotti uguale (in
un’economia chiusa e senza settore pubblico) alla somma dei redditi
distribuiti;
Crescita economica—processo di aumento costante del volume e
della qualità dei beni e servizi che l’economia è in grado di
produrre—fenomeno recente della storia dell’umanità.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
PIL dal 1 d.C. al 2003
(a) 1-1850
(b) 1-2003
Fonte: Maddison project, 2010.
Figura: PIL (reale in PPP – Million 1990 International Geary-Khamis dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
PIL: scala lineare e logaritmica
(a) Scala lineare
(b) Scala logaritmica
Fonte: Maddison project, 2010.
Perché il logaritmo?!
∆ log Yt = log Yt − log Yt−1 ≈
Yt − Yt−1
Yt−1
L’inclinazione misura il tasso di variazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Tassi di variazione del PIL 1950-2003
Tassi di variazione hanno andamento ciclico attorno ad una media
positiva.
Fonte: Maddison project, 2010.
Figura: Tassi di variazione annuali del PIL (reale in PPP – million 1990
International Geary-Khamis dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Tasso di crescita e crescita geometrica
Si ha crescita geometrica (o esponenziale nel caso continuo) quando
il tasso di crescita è costante:
∆xt
xt − xt−1
=
=g
xt = (1 + g )xt−1
xt−1
xt−1
Sostituendo si ha:
xt = (1 + g )xt−1 = (1 + g )(1 + g ) xt−2 = (1 + g )2 xt−2 = . . .
= (1 + g )t x0
La leggenda indiana della nascita degli scacchi mostra la potenza
della crescita geometrica:
l’inventore chiese al suo principe per l’invenzione un chicco di riso
per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e cosı̀
via (g = 1), e il principe inopinatamente acconsentı̀...
...ma solo per l’ultima casella il principe doveva:
1(1 + 1)63 = 263 = 9.223.372.036.854.775.808 chicchi
...e la quantità complessiva era più grande del raccolto mondiale!
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
8/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Popolazione dal 1 d.C. al 2003 (migliaia)
(a) Scala lineare
(b) Scala logaritmica
Fonte: Maddison project, 2010.
Anche popolazione mondiale con crescita (più che) esponenziale:
da 300 milioni a 6 miliardi e mezzo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Prodotto pro capite dal 1 d.C. al 2003
(a) 1-1900
(b) 1-2003
Fonte: Maddison project, 2010.
Figura: PIL pro capite (reale in PPP – million 1990 International Geary-Khamis
dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
10/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Popolazione e prodotto pro capite 1950-2003
(a) Stati Uniti
(b) Cina
(c) Italia
Fonte: Maddison project, 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
11/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Prodotto pro capite 1980-2009
Fonte: WEO, 2010. Stime per il 2010.
Figura: PIL a prezzi costanti (anno base=2000, miliardi di dollari)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
12/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
PIL pro capite nel mondo (PPP, 2008)
Fonte: IMF, 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Benessere e diseguaglianza distributiva
...da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.
(Trilussa, La Statistica)
PIL come prodotto aggregato;
PIL pro capite possibile “media del pollo”;
Benché povertà assoluta nei Paesi occidentali (e nel mondo) in calo,
aumentata diseguaglianza nei livelli di reddito;
Benessere delle persone dipendente anche dal confronto tra la loro
situazione e quella degli altri.
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Principi di economia – Politica economica
14/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Distribuzione del reddito
Distribuzione del reddito sempre molto asimmetrica;
Distribuzione paretiana: distribuzione a code lunghe formalizzata da
Vilfredo Pareto nell’analisi della distribuzione dei redditi;
Fonte: ISTAT, Indagine campionaria su “Reddito e condizioni di vita”, 2010.
Figura: Distribuzione di frequenza del reddito familiare netto in Italia (esclusi
fitti imputati), 2005
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Indice di Gini
Indice di Gini: misura di concentrazione spesso impiegata nell’analisi
della diseguaglianza distributiva;
Nome derivante da Corrado Gini (1884–1965), importante statistico
italiano, fondatore e primo presidente dell’ISTAT, istituito durante il
fascismo nel 1926.
Indice di Gini (G ) compreso tra 0-100 (o tra 0-1):
G = 0 uguaglianza perfetta: tutti con la stessa frazione del totale;
G = 100 massima diseguaglianza: tutto ad una sola persona.
1994-97
2004-07
2010
BRA
60.7
56.7
55
CINA
40
41.5
52
DNK
24.7
29
-
FRA
32.7
32.7
-
GER
30
27
28.3
ITA
27.3
32
36
UK
36.8
34
36
US
40.8
45
-
Fonte: CIA The World Factbook, 2010; Dati per il 2010 da Global Peace Index, 2010.
Tabella: Indice di Gini
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Principi di economia – Politica economica
16/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
Mappa della diseguaglianza del reddito nel mondo
Fonte: Elaborazione su dati Human Development Report, 2010.
Figura: Indice di concentrazione di Gini del reddito, 2000-2010
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Principi di economia – Politica economica
17/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Prodotto
Crescita geometrica
Popolazione e prodotto pro capite
Reddito e distribuzione del reddito
La diseguaglianza fa sentire anche i ricchi più poveri...
Le persone comparano sé stesse con persone “vicine” in termini di
ricchezza (Rampell, NYT 2011; Krugman, NYT 2011);
Diseguaglianza cresciuta in modo maggiore nella fasce più alte di
reddito...
Fonte: Piketty & Saez, QJE 2003; aggiornato in Atkinson & Piketty, 2007.
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Principi di economia – Politica economica
18/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Reddito-flusso e ricchezza-stock
Fisher’s (1896) dictum
Uno stock fa riferimento a un punto nel tempo; un flusso ad un intervallo
di tempo.
PIL/reddito-flusso vs ricchezza-stock;
Nella contabilità nazionale:
conto della produzione e income account registrano flussi;
balance sheet registra stock.
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Principi di economia – Politica economica
19/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Ricchezza finanziaria e reale
Ricchezza totale (netta) somma di:
Ricchezza finanziaria (netta), comprendente tutti gli strumenti
finanziari detenuti (al netto dei debiti):
depositi;
obbligazioni;
azioni;
investimenti in fondi pensione e prodotti assicurativi.
Ricchezza reale, comprendente le abitazioni e gli altri asset reali:
proprietà di oggetti di valore;
fabbricati non residenziali;
impianti e macchinari;
terreni.
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20/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Ricchezza finanziaria e debiti delle famiglie
(a) Attività finanziarie
(b) Debiti
Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti
e Mercati, 3.
Figura: Ricchezza finanziaria delle famiglie in rapporto al reddito disponibile
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21/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Ricchezza finanziaria netta delle famiglie in rapporto al
reddito disponibile
Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti
e Mercati, 3.
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Principi di economia – Politica economica
22/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Ricchezza finanziaria netta delle famiglie in rapporto al PIL
Fonte: Elaborazione ISTAT su dati Eurostat e Ufficio di statistica del Regno Unito, 2010.
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23/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Ricchezza reale delle famiglie
Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti
e Mercati, 3.
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24/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Composizione della ricchezza delle famiglie
Le attività finanziarie:
cresciute tra 1995 e 2000, grazie alla forte crescita delle Borse;
diminuite tra 2000 e 2002, negli anni dello scoppio della dotcom
bubble.
Prezzi degli immobili:
cresciuti in molti Paesi (eccetto Germania e Giappone) 1995-2007;
diminuiti in tutti i Paesi, con intensità diverse, con la recessione
2008-2009.
In Spagna e Italia (negli Stati Uniti) le famiglie beneficiano di una
ricchezza reale (finanziaria) elevata: investimenti immobiliari
(finanziari) contribuiscono a “spiazzare” quelli in attività finanziarie
(reali);
Nonostante differenze nazionali, rapporto tra attività finanziarie delle
famiglie e reddito disponibile cresciuto in tutti i Paesi negli ultimi 15
anni.
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25/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
S&P 500 Stock Price Index
(a) 1870-1950
(b) 1870-1980
(c) 1870-2000
(d) 1870-2010
Fonte: Shiller, 2010.
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26/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
S&P 500 Stock Price Index 1870-2010: scala lineare e
logaritmica
(a) Scala lineare
(b) Scala logaritmica
Fonte: Shiller, 2010.
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27/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
S&P 500 Stock Price Index 1870-2010: nominale e reale
(a) Nominale
(b) Reale
Fonte: Shiller, 2010.
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28/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
S&P 500 1950-2010: prezzi e volumi
Fonte: Standard & Poors, 2010.
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Principi di economia – Politica economica
29/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
S&P 500 1870-2010: prezzi e utili
(a) Prezzi e utili reali
(b) Prezzi e Cyclically Adjusted P/E ratio
Fonte: Shiller, 2010.
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Principi di economia – Politica economica
30/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Prezzo immobili negli USA...
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Principi di economia – Politica economica
31/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
...e in Europa
Fonte: Lane, 2006.
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Principi di economia – Politica economica
32/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Deficit e debito pubblico
Deficit pubblico: eccedenza delle uscite sulle entrate nel settore
pubblico – flusso costituito dalla somma di:
disavanzo primario;
spese per interessi maturati sui titoli del debito pubblico.
Debito pubblico: valore delle obbligazioni emesse dallo Stato e
sottoscritte dal pubblico (residenti e non residenti) – stock.
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Principi di economia – Politica economica
33/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Debito e deficit pubblici in rapporto al PIL
(c) Debito
(d) Surplus
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito e deficit pubblici lordi consolidati (% PIL), 2009
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Principi di economia – Politica economica
34/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Debito e deficit pubblici: livelli
(a) Debito
(b) Surplus
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito e deficit pubblici lordi consolidati (miliardi di euro), 2009
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Principi di economia – Politica economica
35/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Mappa del debito pubblico (1970)
Fonte: IMF, 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
36/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Mappa del debito pubblico (1992)
Fonte: IMF, 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
37/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Mappa del debito pubblico (2009)
Fonte: IMF, 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
38/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Flussi e stock
Ricchezza finanziaria e reale
Mercato azionario
Mercato immobiliare
Deficit e debito pubblico
Rapporto debito/PIL e deficit/PIL di Italia e Belgio
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: IMF, 2010.
Figura: Debito e deficit di Italia e Belgio (% PIL), 1980-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
39/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Inflazione
Inflazione: aumento continuativo del livello generale dei prezzi;
Tasso di inflazione: variazione percentuale del livello generale dei
prezzi;
L’esistenza di inflazione comporta la necessità di utilizzare misure
reali (a prezzi costanti) invece che nominali (a prezzi correnti) nelle
stime di crescita della produzione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
40/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Inflazione
Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010).
Figura: Variazione percentuale dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Andamenti dell’inflazione
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
42/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Mappa dell’inflazione
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
43/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
PIL reale e nominale in Italia
(a) Livelli
(b) Tassi di variazione
Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010).
Figura: PIL a prezzi correnti e costanti (anno base=2000, miliardi di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
44/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Disoccupazione
Disoccupati involontari: individui che, pur attivandosi nella ricerca
di un posto di lavoro e disposti a lavorare al salario prevalente, non
lo trovano;
Tasso di disoccupazione: rapporto tra disoccupati e forza lavoro,
somma di occupati e disoccupati
u=
Giuseppe Vittucci Marzetti
D
D
=
FL
O +D
Principi di economia – Politica economica
45/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Convergenza dei tassi di disoccupazione
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Tasso di disoccupazione e relativa dispersione tra paesi in EA12,
1997-2008
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
46/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
Inflazione
Occupazione
Disoccupazione nell’Euro area
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Tasso di disoccupazione medio per paese, 1997-2008
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
47/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
World-Trade Web
Saldo delle partite correnti
Interdipendenza economica fra paesi
Tra le economie nazionali esiste un grado di integrazione crescente;
Bilancia commerciale: differenza tra valore di esportazioni e
importazioni di beni.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
48/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
World-Trade Web
Saldo delle partite correnti
World-Trade Web
Fonte: Franco, Montresor & Vittucci Marzetti, 2009. Note: Bilateral trade flows and country
betweenness centralities, 2000; Only flows ≥ 0.5% of the GDP of the importer country are
recorded.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
49/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
World-Trade Web
Saldo delle partite correnti
Saldo delle partite correnti 1994-2008 (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
50/51
Cos’è la macroeconomia
Crescita economica e tenore di vita
Reddito e ricchezza
Inflazione e occupazione
Interdipendenza economica fra paesi
World-Trade Web
Saldo delle partite correnti
Saldo delle partite correnti 2008 (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
51/51
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Principi di economia – Politica economica
7. Sistema monetario
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Layout
1
Moneta: definizione e funzioni
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
2
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
3
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
4
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Definizione e nascita della moneta
Moneta (Money )
Entità, concreta o astratta, a cui vengono riconosciute in un sistema
economico funzioni di: i) strumento di pagamento; ii) unità di conto; iii)
riserva di valore.
Esistenza di monete primitive in società extraeuropee (es. monete di
sale nella Nuova Guinea; cauri, tipi di conchiglie, in Africa);
Prima utilizzazione di metalli preziosi (oro e argento) come mezzo di
scambio sotto forma di lingotti, pesati a ogni transazione;
Accettazione di pezzi contrassegnati in elettro (lega naturale di oro
e argento) dalla fine del VII sec. a.C. presso i Lidi e nelle città
greche dell’Asia Minore e delle isole dell’Egeo;
Attribuita al re Creso (560-540 a.C.) l’introduzione di una regolare
monetazione bimetallica;
Coniazione della dracma ad Atene alla fine del VI sec.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Moneta nell’antica Roma
Monete più diffuse dalla fine del IV sec. a.C. nella Roma
repubblicana:
asse, in bronzo;
denario, in argento.
La riforma di Augusto (23 a.C.):
fissa gli standard;
regolarizza l’uso della moneta aurea (aurei);
trasforma il sesterzio da moneta argentea a moneta di oricalco (lega
di rame e zinco).
Con Diocleziano (284-305), tutto l’Impero romano fa uso per la
prima volta di moneta comune;
Forte svalutazione delle monete d’argento e bronzo rispetto agli
aurei, che Costantino (307-337) batte col nuovo nome di solido;
Con la morte di Teodosio (395) e la spartizione dell’Impero tra i figli,
si accentua l’indipendenza di ciascuna parte dell’Impero, ma
formalmente il sistema monetario rimane unitario.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Moneta nel Medioevo
Solo i Carolingi riescono a restaurare il monopolio statale, con
circolazione argentea;
Oro in uso tra i bizantini e i musulmani della Spagna e dell’Italia
meridionale;
Nel XIII sec. in Italia, progressiva svalutazione della moneta
d’argento incentiva la circolazione dell’oro: a Genova col genovino, a
Firenze col fiorino, a Venezia con lo zecchino veneziano;
Nel XIV sec., variazioni al rialzo dei metalli preziosi costringono a
diminuire il contenuto nobile delle monete.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Moneta nell’età moderna
In quasi tutta l’Europa occidentale prevale il bimetallismo:
scoperta di nuove miniere d’argento in Europa;
inizio dei traffici con l’America.
Formazione di grandi Stati con moneta di larga diffusione;
Moltiplicarsi delle monete, con variare di titolo e rapporto fra oro e
argento, e fenomeni d’inflazione;
Napoleone adotta nel suo Impero la moneta decimale e il sistema
bimetallico;
Nel 1816, la Gran Bretagna abbandona il sistema bimetallico;
Alla fine del XVIII sec. compare il dollaro statunitense d’argento.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Dal baratto alla moneta
Baratto (scambio diretto di beni contro beni) problematico poiché
richiede doppia coincidenza dei bisogni;
Moneta risultato di evoluzione secolare spontanea verso soluzioni
idonee ad agevolare gli scambi tra gli operatori economici;
Cose disparate (es. conchiglie, sale, capi di bestiame, tabacco,
metalli) utilizzate nella storia come strumenti intermedi degli scambi;
Metalli preziosi (oro, argento) adatti allo scopo per le caratteristiche
peculiari:
valore intrinseco;
facile trasportabilità;
non deperibilità.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Funzioni della moneta
Il denaro è il valore universale di tutte le cose, costituito per sé stesso. Ha
quindi spogliato il mondo intero, l’uomo e la natura, del loro proprio valore.
Il denaro è l’essenza del lavoro dell’uomo e della sua esistenza resagli
estranea, e questa essenza estranea lo domina, ed egli la adora.
(Marx, La Questione ebraica, in Opere 111, p. 187)
Funzioni della moneta:
1
2
3
Mezzo di scambio (medium of exchange): accettato in cambio di
beni e servizi;
Unità di conto (unit of account): “metro” per la misura del valore di
altri beni e servizi;
Riserva di valore (store of value): utilizzato dagli agenti per trasferire
potere d’acquisto nel tempo.
Liquidità: facilità con cui un valore patrimoniale può essere
convertito nel mezzo di scambio dell’economia.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Forme della moneta
Moneta-merce (commodity money ): moneta provvista di valore
intrinseco (es. oro e argento);
Moneta legale, o a corso legale, o moneta-credito (fiat money ):
moneta non provvista di valore intrinseco, la cui funzione di mezzo
di pagamento è garantita dalla legge
(valore “liberatorio” in Italia stabilito dall’art. 1277 c.c. e rafforzato
dall’art. 693 c.p., che prevede sanzione amministrativa per chiunque
rifiuti di ricevere moneta avente corso legale);
Moneta fiduciaria (fiduciary money ): moneta sprovvista di valore
intrinseco o di corso legale, ma comunemente accettata come mezzo
di intermediazione negli scambi per la fiducia nella sua generale
accettazione;
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Forme della moneta
Circolante (currency ), o contante (cash):
Monete metalliche avente corso legale (coins);
Banconote avente corso legale (banknotes, paper money o notes).
Moneta bancaria (o moneta fiduciaria, o credito circolante): mezzi
di pagamento emessi dalle banche con garanzia di convertibilità/
rimborso futuro in moneta legale. Es.:
assegni bancari (cheques, o checks);
assegni circolari (cashier’s checks);
carte di debito (o carte Bancomat, debit cards, cash cards, bank
cards o check cards).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Moneta a corso legale nell’Unione Economica e Monetaria
(UEM) dell’UE
In base all’art.106 del Trattato istitutivo della CE e all’art. 16 dello
statuto della Banca Centrale Europea (European Central Bank):
Il Consiglio direttivo (governing council) della BCE ha il diritto
esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della UE;
La BCE e le Banche Centrali Nazionali (BCN) possono emettere le
banconote che hanno corso legale;
Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con
l’approvazione della BCE per quanto riguarda il volume del conio.
Banconote e monete prodotte materialmente dalle zecche nazionali;
In Italia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, S.p.A. con azionista
unico il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Aggregati monetari
1
M1:
circolante (currency in circulation) +
depositi overnight, che comprendono:
depositi in conto corrente (sight/demand deposits);
depositi a vista o liquidabili entro il giorno successivo.
2
M2: M1 +
depositi con durata prestabilita fino a due anni +
depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi.
3
M3: M2 +
pronti contro termine (repurchase agreements, o repo) +
quote di fondi monetari (money market funds, o money market
mutual funds) +
obbligazioni (debt securities) con scadenza fino a due anni.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Aggregati monetari
Fonte: Eurostat.
Figura: Aggregati monetari UE27 (miliardi di euro/ECU, dati destagionalizzati)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
Dal gold standard...
Fino alla Prima guerra mondiale, monometallismo aureo (gold
standard) in un sistema in cui, accanto alle monete d’oro, circolano
biglietti di banca e di Stato a corso legale in esse convertibili (gold
bullion standard);
Nel dopoguerra, anche in seguito alla Grande Depressione (1929-33),
sospensione della convertibilità;
Esigenza di un sistema monetario internazionale per la disciplina di:
rapporti di cambio tra le monete nei diversi paesi (regime dei cambi);
modalità per effettuare transazioni con l’estero (regime valutario);
caratteristiche degli strumenti universalmente accettati come mezzo
di pagamento e che fungono quindi come moneta di riserva (regime
di riserva);
modalità per correggere situazioni di squilibrio nei pagamenti
internazionali.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
...a Bretton Woods...
Con gli accordi di Bretton Woods (1944), sistema aureo ripristinato sotto
forma di gold exchange standard (international gold-dollar standard):
regime di cambio ancorato al dollaro (pegged rate currency regime);
parità assicurata attraverso interventi delle autorità monetarie sul
mercato dei cambi (ammessa una banda di oscillazione);
convertibilità aurea ripristinata solo per il dollaro (il “peg”);
istituito il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary
Fund, IMF) per affrontare i problemi di bilancia dei pagamenti;
istituita la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo
(International Bank for Reconstruction and Development,
IBRD)—attuale World Bank—per finanziare la ricostruzione delle
nazioni devastate dalla Seconda Guerra Mondiale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Definizione e storia della moneta
Funzioni della moneta
Forme della moneta e aggregati monetari
Sistema monetario internazionale
...al sistema attuale
Nel 1969, creazione di Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing
Rights, SDR) come asset da mantenere nelle riserve ufficiali,
finalizzati ad evitare che i paesi cambino i dollari in oro per
rivenderlo ai prezzi di mercato (più alti);
Agosto 1971: per porre freno alla diminuzione di riserve auree degli
USA, Nixon sospende unilateralmente la convertibilità aurea del
dollaro (Nixon shock);
Dicembre 1971: i Paesi (the group of ten) si accordano per una
svalutazione del dollaro: stabilite nuove parità, ma senza ripristinare
la convertibilità aurea;
Dal 1973 le nuove parità vengono definitivamente abbandonate:
i cambi cominciano a fluttuare liberamente;
coesistono una pluralità di strumenti di riserva (multicurrency reserve
system).
Casi di cambi amministrati con coordinamento internazionale. Es.
Settembre 1985: Plaza agreement tra Francia, Germania, Giappone,
UK e USA per deprezzare il dollaro contro yen e marco.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Iniziale attività di custodia di metalli preziosi da parte di orefici,
mercanti e simili, che godevano di fiducia e che rilasciavano ricevute
di deposito (note);
Le (banco)note iniziano ad essere accettate e circolare come mezzo
di pagamento (moneta fiduciaria);
Gli orafi notano che solo una piccola parte dei depositi viene ritirata
e cominciano a prestare l’eccedenza ⇒
da sistema bancario a riserva totale (full reserve banking, giro
banking o 100 percent reserve banking ):
depositi totalmente accantonati nelle “casseforti” della banca;
Es. nel XVII sec., banca di Amsterdam o di Amburgo.
a sistema bancario a riserva frazionaria (fractional reserve banking ):
solo una parte dei depositi ricevuti messa a riserva, effettivamente
presente nelle “casseforti” della banca;
restante prestato a terzi.
Nel sistema attuale, le banche depositano le riserve presso la banca
centrale;
Con la riserva frazionaria, le banche possono espandere l’offerta di
moneta attraverso la creazione di nuovi depositi a vista.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Moltiplicatore monetario
Moltiplicatore monetario: rapporto tra stock di moneta e base
monetaria in un determinato momento nel sistema economico;
Base monetaria (base money, monetary base, reserve money, o
narrow money ), o moneta ad alto potenziale (high-powered money ):
circolante in circolazione (CU) + riserve (RE ), richieste e in eccesso,
depositate dalle banche presso la banca centrale
H = CU + RE
Offerta di moneta: circolante in circolazione (CU) + depositi (D)
M = CU + D
Moltiplicatore monetario:
1 + CU
1 + cu
M
CU + D
=
= RE DCU =
H
CU + RE
re + cu
D + D
cu: rapporto circolante depositi;
re: rapporto riserve depositi (senza riserve in eccesso corrisponde al
coefficiente di riserva obbligatoria).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Moltiplicatore monetario
Con coefficiente di riserva obbligatoria pari a 1 (sistema bancario a
riserva totale), moltiplicatore monetario uguale a 1:
M=
1 + cu
1 + cu
H=
H=H
re + cu
1 + cu
Nell’ipotesi teorica che:
il pubblico deposita tutto il circolante presso le banche (cu = 0);
le riserve in eccesso delle banche sono nulle (re = re0 );
moltiplicatore monetario pari all’inverso del coefficiente di riserva
obbligatoria:
1
H
M=
re0
Con coefficiente di riserva obbligatoria pari al 1%, moltiplicatore
monetario compreso tra 1 e 100.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a
riserva frazionaria
Emissione di circolante CU che il pubblico deposita in banca;
Con tasso di riserva re0 , a fronte di depositi CU, banche:
mettono a riserva re0 CU;
prestano il restante: (1 − re0 )CU;
Nuovi depositi (1 − re0 )CU, a fronte dei quali le banche:
accantonano nuove riserve pari a re0 (1 − re0 )CU;
prestano il restante: (1 − re0 )(1 − re0 )CU = (1 − re0 )2 CU;
Continuando si ha:
riserve:
RE = re0 CU + re0 (1 − re0 )CU + re0 (1 − re0 )2 CU + . . . =
= re0
+∞
X
(1 − re0 )i CU = re0
i=0
CU
= CU
re0
stock di moneta (= depositi, no circolante in circolazione):
M=D=
+∞
X
(1 − re0 )i CU =
i=0
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1
CU
re0
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Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Fonte: ECB, 2012.
Figura: Base monetaria e M1 nell’area Euro (miliardi di euro), Aprile
1999-Aprile 2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
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21/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Fonte: ECB, 2012.
Figura: Base monetaria e M1 nell’area Euro (tassi di crescita), Aprile
1999-Aprile 2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
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22/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Sistema bancario a riserva totale e frazionaria
Moltiplicatore monetario
Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria
Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro
Moltiplicatore monetario nella realtà...
Leggo spesso articoli che attribuiscono il crollo del moltiplicatore monetario
ad alcune particolarità della situazione attuale: l’interesse sulle riserve, o la
riluttanza delle banche a concedere prestiti durante una recessione. In
realtà, la ragione è molto più semplice. Il moltiplicatore non è mai stato un
rapporto strutturale profondo...Quando un input è scarso, l’output si
muove con esso. Quando l’input non è più scarso, l’output non lo segue.
(Matt Rognlie, There has never been a money multiplier, June 7 2011)
Se il moltiplicatore monetario valesse, l’offerta di moneta sarebbe
direttamente proporzionale alla base monetaria, e si osserverebbero
quindi gli stessi tassi di crescita;
La realtà è più complessa:
il costo di soddisfare la riserva obbligatoria è solo una piccola parte
del costo di creazione di denaro;
la parte più impegnativa del lavoro di una banca è trovare mutuatari
“decenti”.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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23/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Banche centrali e loro funzioni
Banca centrale (central bank, o reserve bank), o autorità monetaria
(monetary authority ): istituzione che si occupa della stabilità
monetaria e finanziaria, tramite la vigilanza sul sistema bancario e il
controllo dell’offerta di moneta, dei tassi di interesse e dei cambi
valutari;
Nei Paesi con moneta a corso legale, la banca centrale ha il
monopolio dell’emissione di moneta a corso legale;
Principali banche centrali nel mondo:
Federal Reserve (Fed) negli Stati Uniti;
Banca Centrale Europea (European Central Bank, ECB), banca
centrale dei 17 paesi UE che hanno aderito all’euro:
Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo,
Slovacchia, Slovenia, Spagna.
Banca d’Inghilterra (Bank of England);
Banca del Giappone (Bank of Japan, BOJ);
Banca popolare cinese (People’s Bank of China).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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24/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Strumenti di controllo monetario
La banca centrale controlla indirettamente lo stock di moneta e i tassi di
interesse attraverso:
Operazioni di mercato aperto (open market operations):
operazioni di mercato aperto definitive: acquisto (vendita) di titoli
pubblici per immettere (drenare) moneta dal mercato;
pronti contro termine (repurchase agreements, repos): acquisto
(vendita) di attività nella forma di contratti di acquisto (vendita) a
pronti con patto di rivendita (riacquisto) a termine.
Operazioni su iniziativa delle controparti: per immettere/assorbire
liquidità overnight, fissando cosı̀ i limiti delle fluttuazioni dei tassi di
interesse sui mercati monetari, oltre che a segnalare l’orientamento
generale della politica monetaria:
prestiti overnight ad un determinato tasso (con repos sui titoli
accettati come collaterali);
depositi overnight ad un determinato tasso.
Riserva obbligatoria: un aumento del coefficiente di riserva
obbligatoria riduce il moltiplicatore monetario e quindi tende a
ridurre l’offerta di moneta.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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25/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
BCE e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte, istituita
ufficialmente il 1 giugno 1998 in base al Trattato sull’UE;
Banche centrali nazionali (BCN) (per l’Italia, Banca d’Italia) unici
azionisti della BCE, con ripartizione proporzionale alla quota di
ciascuno stato membro in termini di PIL e popolazione;
Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), costituito dalla BCE
e dalle BCN;
Processo decisionale centralizzato a livello degli organi direttivi:
Comitato esecutivo (Executive Board), composto da quattro membri
+ Vice-Presidente + Presidente (il Governatore);
Consiglio direttivo (Governing council), costituito dai membri del
Comitato esecutivo e dai governatori delle altre banche appartenenti
all’Eurosistema;
Consiglio generale (General council), composto da Presidente,
Vice-Presidente e tutti i Governatori delle banche centrali nazionali
dell’UE, anche non aderenti all’unione monetaria.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Compiti del SEBC
In base all’art. 105 del Trattato che istituisce la Comunità Europea,
“obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei
prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC
sostiene le politiche economiche generali nella Comunità al fine di
contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità”;
In base al successivo comma, “i compiti fondamentali da
assolvere...sono...:
definire e attuare la politica monetaria della Comunità;
svolgere le operazioni sui cambi...;
detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati
membri;
promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.”
Nel maggio 2003, il Consiglio direttivo ha interpretato il proprio
mandato alla stabilità dei prezzi come “mantenimento di un tasso di
inflazione a un livello inferiore ma prossimo al 2% nel medio
termine”.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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27/42
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Strumenti di controllo monetario del SEBC
Operazioni di mercato aperto (open market operations):
operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operation):
operazioni pronti contro termine effettuate con frequenza
settimanale, con scadenza di due settimane, mediante aste standard;
ruolo centrale nel conseguimento degli obiettivi, forniscono la maggior
parte del rifinanziamento necessario al settore finanziario;
importante il tasso di rifinanziamento principale.
operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (longer-term
refinancing operation):
operazioni pronti contro termine effettuate con frequenza mensile,
normalmente con scadenza tre mesi, mediante aste standard;
non utilizzate per inviare segnali al mercato.
operazioni di fine-tuning (fine-tuning operations):
repos, swap in valuta o acquisti/vendite definitivi;
utilizzate per immettere/assorbire liquidità e ridurre gli effetti di
fluttuazioni impreviste della liquidità;
operazioni di tipo strutturale (structural operations):
repos o acquisti/vendite definitivi;
utilizzate per modificare la posizione strutturale dell’Eurosistema nei
confronti del sistema finanziario.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Strumenti di controllo monetario del SEBC
Operazioni su iniziativa delle controparti:
Operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility ):
prestiti sui mercati interbancari dell’area Euro dietro garanzia;
il tasso stabilito dalla BCE fissa il tetto massimo al costo del denaro
sui mercati interbancari.
Depositi presso la Banca Centrale (deposit facility ):
depositi per le riserve in eccesso per le banche dell’area Euro;
il tasso stabilito dalla BCE fissa il pavimento ai tassi d’interesse
overnight.
i tassi interbancari (il cui indice è l’EONIA) si muovono entro questo
corridoio.
Modifica del coefficiente di riserva obbligatorio (da gennaio 2012
passato dal 2% al 1%).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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29/42
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Base monetaria nell’area Euro (milioni di euro)
Fonte: ECB, 2013.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Bilancio consolidato dell’Eurosistema al 28 dicembre 2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Federal Reserve
Federal Reserve System formato da:
Federal Reserve Board, sede a Washington, composto da sette
membri nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal
Senato;
Federal Open Market Committee (FOMC): 12 membri, di cui i sette
membri del Federal Reserve Board e cinque a rotazione tra i dodici
Presidenti delle Federal Reserve Bank;
12 Federal Reserve Bank, con sede nelle maggiori città statunitensi,
ciascuna con un consiglio di amministrazione composto da nove
membri;
diversi consigli consultivi.
Mandato della Fed (12 USC § 225a): mantenere una crescita di
lungo periodo degli aggregati monetari e creditizi consistenti con il
potenziale di crescita di lungo periodo dell’economia, cosı̀ da
promuovere:
massima occupazione;
prezzi stabili;
interessi di lungo-periodo contenuti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Strumenti di controllo monetario della Fed
Operazioni di mercato aperto (open market operations):
acquisti/vendite di titoli pubblici del Tesoro americano e delle
agenzie federali, definitivi o pronti-contro-termine con scadenza da 1
a 65 giorni, aventi come controparte i cd primary dealers
(attualmente 21 banche);
Finestra di sconto (discount window ):
prestiti garantiti concessi dalle Federal Reserve Bank;
il tasso di riferimento è il tasso di sconto discount rate.
Modifica delle riserve obbligatorie.
L’obiettivo delle operazioni di mercato aperto della Fed negli anni 1980
passa, dal controllo della massa monetaria, alla fissazione del livello del
tasso interbancario (federal funds rate).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
33/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Funzioni della banca centrale
Strumenti di controllo monetario
Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali
Federal Reserve
Nuovi strumenti di controllo monetario della Fed
Per affrontare i problemi della recente crisi finanziaria la Fed si è dotata
di nuovi strumenti:
Term Auction Facility (Dicembre 2007), utilizzato per iniettare
liquidità nel sistema attraverso aste per l’aggiudicazione di crediti;
Term Securities Lending Facility (Marzo 2008): utilizzato per
iniettare obbligazioni statali nel sistema bancario, in cambio di titoli
svalutati;
Primary Dealer Credit Facility (Marzo 2008): utilizzato per
concedere direttamente prestito fino a 120 giorni ai primary dealers;
Interesse sulle riserve (Ottobre 2008): la Fed corrisponde interessi
sulle riserve (anche in eccesso) detenute dalle banche presso di lei;
Term deposit facility : programma attraverso cui la Fed offre
direttamente depositi a scadenza che pagano interessi alle banche
ammesse al programma.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
34/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Equazione quantitativa
Equazione quantitativa:
P ×Y =M ×V
P: livello generale dei prezzi;
Y: quantità prodotta di beni e servizi finali;
M: stock di moneta;
V: velocità di circolazione della moneta (numero medio di volte in
cui lo stock di moneta esistente è impiegato per pagamento di beni e
servizi finali).
Riesprimendo in termini di tassi di crescita:
∆M
∆V
∆P ∆Y
+
=
+
P
Y
M
V
|{z}
|{z}
π
Giuseppe Vittucci Marzetti
g
Principi di economia – Politica economica
35/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Teoria quantitativa della moneta
Economisti classici concordi nel considerare la moneta come un velo;
Teoria quantitativa proposta da Hume, Locke e formulata in termini
precisi da Ricardo;
Dicotomia classica:
variabili reali;
variabili nominali.
In base alla teoria quantitativa della moneta:
velocità di circolazione relativamente costante: ∆V /V = 0;
livello e tasso di crescita della produzione determinati
prevalentemente da fattori reali (neutralità della moneta): g = ḡ ;
∆M
− ḡ
M
inflazione come fenomeno monetario.
π=
Es.: In caso di crescita nulla, un aumento del 2% dello stock di
moneta produce un tasso di inflazione del 2%.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
36/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Equazione quantitativa e teoria quantitativa
Equazione quantitativa identità sempre vera;
Necessari assunti ulteriori per derivare la teoria quantitativa della
moneta;
Nella macroeconomia keynesiana criticati tali assunti, notando che:
velocità della moneta non costante: aumento della tesaurizzazione
diminuisce la velocità;
prezzi vischiosi nel breve periodo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
37/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Signoraggio
Signoraggio
Ammontare di beni e servizi che chi ha il monopolio della creazione di
moneta a corso legale può ottenere creando nuova moneta, al netto dei
costi di produzione.
Signoraggio pari al rapporto tra:
valore nominale della nuova base monetaria emessa in un certo
intervallo, al netto dei costi trascurabili di produzione (∆Ht );
indice generale dei prezzi (Pt ).
St =
∆Ht Ht
∆Ht
=
Pt
Ht P t
In caso di monetizzazione del deficit, il signoraggio corrisponde al
disavanzo pubblico: la banca centrale finanzia il deficit pubblico
acquistando i titoli del debito pubblico stampando nuova moneta;
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
38/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Signoraggio e imposta da inflazione
In caso di neutralità della moneta e tasso di crescita nullo del
prodotto reale (∆Y /Y = 0), tasso di crescita della moneta
corrispondente al tasso di inflazione:
∆Pt
∆Mt
=
= πt
Mt
Pt
Imposta da inflazione, data dalla perdita di valore dei saldi monetari:
πt
Mt
Pt
Assumendo per semplicità uguaglianza tra base monetaria e offerta
di moneta (H = M) si ha:
St =
∆Mt Mt
Mt
= πt
Mt Pt
Pt
Il signoraggio corrisponde all’imposta da inflazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
39/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Limiti al signoraggio
Aumento costante dell’offerta di moneta aumenta l’inflazione attesa;
Aumento dell’inflazione attesa induce gli agenti a ridurre i saldi
monetari reali:
aumenta il costo opportunità di detenere moneta;
per quanto accettata come mezzo di pagamento, gli agenti cercano
di disfarsene al più presto, rinunciando a servirsene come riserva di
valore;
in caso di iperinflazioni, gli agenti possono non utilizzare più la
moneta neanche come mezzo di scambio:
dollarizzazione dell’economia;
ritorno al baratto.
St =↑
Giuseppe Vittucci Marzetti
∆Mt
Mt
×↓
Mt
Pt
Principi di economia – Politica economica
40/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Signoraggio in rapporto al PIL nell’Euro area
Fonte: ECB, 2012; Eurostat, 2012.
Figura: Base monetaria (sinistra) e signoraggio (destra) nell’area Euro (% PIL)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/42
Moneta: definizione e funzioni
Sistema bancario e moltiplicare monetario
Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta
Offerta di moneta e inflazione
Teoria quantitativa e neutralità della moneta
Signoraggio
Costi dell’inflazione
Costi dell’inflazione (richiamo)
Costo delle suole: costo-opportunità di minimizzare la liquidità
detenuta;
Costo dei menu: costi sostenuti per determinare il nuovo livello dei
prezzi, stampare e diffondere nuovi listini, ecc.;
Interferenza nel sistema dei prezzi: confusione tra variazione dei
prezzi assoluti e relativi con conseguente allocazione inefficiente delle
risorse;
Drenaggio fiscale (fiscal drag ): slittamento delle aliquote
contributive con aumento del carico reale della tassazione;
Redistribuzione inattesa della ricchezza: tassi di inflazione
inaspettatamente elevati favoriscono i debitori a danno dei creditori;
Interferenza nella pianificazione di lungo periodo di famiglie e
imprese.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
42/42
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Principi di economia – Politica economica
11. Macroeconomia delle economie aperte
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Layout
1
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
2
Tassi di cambio
Tasso di cambio
Tasso di cambio
Tasso di cambio
Tasso di cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
3
Determinazione del tasso di cambio
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
4
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Volumi del commercio internazionale di merci, 1950-2011
Fonte: WTO World Commodity Profiles, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Tasso di crescita del commercio internazionale e del PIL
Fonte: World Trade Report, 2008.
Figura: Tasso di crescita annuale del volume di commercio di merci e PIL,
1997-2007
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Struttura del commercio internazionale
Fonte: World Trade Report, 2008.
Figura: Quota degli esportatori maggiori sul totale del commercio
internazionale mondiale di merci, 1953-2006
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Attori più importanti nel commercio internazionale
Fonte: COMTRADE, 2010.
Figura: Quota delle esportazioni e importazioni mondiali, 2007 (Paesi che
insieme contano per più del 70% del commercio totale)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Attori più importanti nel commercio internazionale
Fonte: COMTRADE, 2013.
Figura: Quota delle esportazioni e importazioni mondiali, 2011 (Paesi che
insieme contano per più del 70% del commercio totale)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Andamento del grado di apertura dei Paesi
Paese
Australia
Canada
Danimarca
Francia
Germania
Italia
Giappone
Norvegia
Svezia
UK
USA
1870
40
30
52
33
37
21
10
56
28
41
14
1910
39
30
69
35
38
28
30
69
40
44
11
1950
37
37
53
23
27
21
19
77
30
30
9
1995
40
71
64
43
46
49
17
71
77
57
24
2009-2011
44.4
61.6
94.7
57.2
88.4
53.9
29.8
71.0
90.0
61.6
28.5
Fonte: Kuznets (1967); WB Development Report (1997), WTO Trade Profiles (2013).
Tabella: Rapporto tra esportazioni e importazioni di beni e PIL: (X + M)/Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
8/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
Investimenti Diretti Esteri
Investimenti Diretti Esteri, IDE (Foreign Direct Investment, FDI)
Investimenti in imprese estere—di nuova costituzione (greenfield) o
attraverso acquisizione o fusione (Merge & Acquisition)—in cui
l’investitore straniero possiede almeno il 10% delle azioni ordinarie, con
l’obiettivo di stabilire un interesse duraturo nel paese, una relazione a
lungo termine e una significativa influenza nella gestione dell’impresa.
Aumentati negli ultimi 15 anni del XX secolo superando la crescita
di PIL ed esportazioni, per poi stabilizzarsi nel 2001-05;
Provenienti prevalentemente da paesi sviluppati:
90% da paesi sviluppati nel 2002-04;
24% dagli USA nel 2002-04;
54% dall’UE nel 2002-04.
Rivolti prevalentemente verso paesi sviluppati, ma quota dei paesi in
via di sviluppo aumentata:
66% verso paesi sviluppati nel 2002-04;
11% verso gli USA nel 2002-04;
48% verso l’UE nel 2002-04.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
IDE in uscita (% PIL) 1970-2010
Fonte: UNCTAD, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
10/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
IDE in uscita (% PIL) 1970-2010
Fonte: UNCTAD, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
11/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
IDE in entrata (% PIL) 1970-2010
Fonte: UNCTAD, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
12/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Commercio internazionale
Investimenti Diretti Esteri
IDE in entrata (% PIL) 1970-2010
Fonte: UNCTAD, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio nominale
Tasso di cambio (nominale) (nominal exchange rate) tra due valute:
numero di unità di una valuta che è possibile scambiare sul mercato
con un’unità dell’altra valuta.
Es.: cambio USD/EUR indica quanti dollari è possibile acquistare
con un euro;
Tasso di cambio USD/EUR pari a 1.3, indica che:
e1 vale 1.3; o in modo equivalente
1 vale e0.769 (1/1.3) (EUR/USD = 0.769).
Se il cambio USD/EUR:
aumenta, l’euro si apprezza:
possibile acquistare più dollari con un euro;
diminuisce, l’euro si deprezza:
possibile acquistare meno dollari con un euro.
NB: Nei mercati dei cambi (foreign exchange markets, FOREX o
FX ), vale la convenzione opposta: si indica per prima la valuta certa
(o valuta base), e per seconda la valuta incerta (o valuta di
riferimento). Es. cambio Euro/USD indica quanti dollari si
scambiano con un euro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio Euro-dollaro USA
Fonte: BCE, 2012.
Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale USD/EUR, 1999–2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio Euro-sterlina britannica
Fonte: BCE, 2012.
Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale GBP/EUR, 1999–2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
16/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio Euro-Yen giapponese
Fonte: BCE, 2012.
Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale JPY/EUR, 1999–2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
17/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio Euro-Yuan cinese
Fonte: BCE, 2012.
Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale CNY/EUR, 1999–2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
18/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio bilaterale ed effettivo
Tasso di cambio:
bilaterale: definito tra due valute;
multilaterale o effettivo (nominal effective exchange rate, EER):
media ponderata dei tassi di cambio bilaterali.
Pesi di ponderazione rispecchiano l’importanza relativa degli scambi
bilaterali, e incorporano informazioni su importazioni ed esportazioni;
EER calcolato per l’Euro dalla BCE utilizzando tassi di cambio
bilaterali dei 20 maggiori partner commerciali dell’area Euro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
19/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Pesi della BCE per il calcolo del tasso di cambio effettivo
nei diversi periodi di riferimento
Fonte: BCE, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
20/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio nominale effettivo Euro
Fonte: BCE, 2012.
Figura: ECB Nominal EER, Euro area-17 countries vis-a-vis the EER-20 group
of trading partners against Euro, 1994–2012 (1999-01-01 = 100)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
21/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale
Tasso di cambio reale (bilaterale): rapporto di scambio tra beni e
servizi prodotti in due paesi differenti;
Esempio:
P: prezzo di un Big Mac in Italia;
P ∗ : prezzo di un Big Mac negli USA;
E : tasso di cambio nominale bilaterale USD/EUR
tasso di cambio reale—prezzo del Big Mac in Italia in termini di Big
Mac negli Stati Uniti—dato da:
Prezzo del Big Mac italiano in dollari
ǫ=
z }| {
E ×P
P∗
|{z}
Prezzo del Big Mac USA in dollari
Utilizzando per P e P ∗ indici del livello generale dei prezzi,
rispettivamente, in Italia e negli Stati Uniti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
22/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale
Tasso di cambio reale come tasso di cambio nominale deflazionato
con i prezzi relativi dei beni nazionali:
ǫ=E×
P
P∗
Calcolato con riferimento all’economia nel complesso, P e P ∗
deflatori del PIL, rispettivamente, nazionale ed estero:
ǫ come numero indice senza significato in termini assoluti;
rilevano le variazioni e non il livello assoluto:
∆ǫ
∆E
∆P
∆P ∗
∆E
≈
+
−
=
+ π − π∗
ǫ
E
P
P∗
E
Se il tasso di cambio reale:
aumenta, si ha un apprezzamento reale della valuta;
diminuisce, si ha un deprezzamento reale della valuta.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale effettivo USA
Fonte: BIS, 2012.
Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2012 (Indici ristretti che
includono 27 economie)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
24/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale effettivo UK
Fonte: BIS, 2012.
Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che
includono 27 economie)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
25/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale effettivo Giappone
Fonte: BIS, 2012.
Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che
includono 27 economie)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
26/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale effettivo Italia
Fonte: BIS, 2012.
Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che
includono 27 economie)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
27/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale effettivo Eurozona
Fonte: BIS, 2012.
Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che
includono 27 economie)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Tasso di cambio reale e bilancia commerciale
Deprezzamento della valuta domestica:
diminuisce il prezzo dei beni domestici in valuta estera ⇒ aumento
domanda estera di beni domestici (aumento volume esportazioni);
aumenta il prezzo delle importazioni in valuta domestica ⇒
diminuzione della domanda domestica di beni esteri (diminuzione
volume importazioni);
aumento del valore delle importazioni.
I primi due effetti migliorano la bilancia commerciale (trade balance)
(esportazioni nette), mentre l’ultimo la peggiora;
Condizione Marshall-Lerner (o Marshall-Lerner-Robinson): affinché
un deprezzamento migliori la bilancia commerciale di un Paese (e
quindi i primi due effetti prevalgano sul terzo), la somma in valore
assoluto delle elasticità di prezzo di esportazioni e importazioni deve
essere maggiore di uno.
La condizione risulta in pratica sempre soddisfatta nel medio periodo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Derivazione formale della condizione di Marshall-Lerner
Bilancia commerciale (esportazioni nette):
B = PX −
P∗
P∗
1
M = PX − P
M = PX − P M
E
EP
ǫ
Partendo da una situazione di pareggio di bilancia commerciale si ha:
P X (ǫ) − P
M(ǫ)
= 0 ⇒ ǫ X (ǫ) − M(ǫ) = 0
ǫ
con X (esportazioni) e M (importazioni) funzioni di ǫ.
Differenziando rispetto ad ǫ otteniamo:
X (ǫ) dǫ + ǫ dX (ǫ) − dM(ǫ) = 0
1+
1 dM(ǫ)
ǫ dX (ǫ)
−
=0
X (ǫ) dǫ
X (ǫ) dǫ
1+
ǫ dX (ǫ)
ǫ dM(ǫ)
−
=0
X (ǫ) dǫ
M(ǫ) dǫ
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Derivazione formale della condizione di Marshall-Lerner
Affinché la bilancia commerciale rimanga in pareggio deve aversi:
ǫ dX (ǫ)
−
X (ǫ) dǫ
|
{z
}
Elasticità delle esportazioni
ovvero:
+
ǫ dM(ǫ)
M(ǫ) dǫ
|
{z
}
=1
Elasticità delle importazioni
εX + εM = 1
Se la somma delle elasticità è uguale ad uno un apprezzamento del
cambio mantiene la bilancia commerciale in pareggio;
Quando invece:
εX + εM > 1
un apprezzamento (deprezzamento) del cambio peggiora (migliora)
la bilancia commerciale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Curva J
Nella realtà, ad un deprezzamento della valuta nazionale segue
sempre nell’immediato un peggioramento della bilancia commerciale;
L’ulteriore disavanzo tuttavia scompare nel giro di qualche mese, e la
bilancia commerciale in seguito migliora rispetto alla situazione
precedente la svalutazione;
Tale fenomeno, denominato effetto J (o curva J), è causato dalla
bassa elasticità di prezzo della domanda di importazioni ed
esportazioni nel brevissimo periodo, dovuta a:
rigidità contrattuali;
abitudini dei consumatori.
Fonte: Wikipedia, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
di
di
di
di
cambio
cambio
cambio
cambio
nominale
bilaterale ed effettivo
reale
reale e bilancia commerciale
Relazione tra tasso di cambio reale e bilancia commerciale
Deficit commerciale Surplus commerciale
ǫ
NX < 0
NX > 0
0
Giuseppe Vittucci Marzetti
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NX
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Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Legge del prezzo unico
Assumiamo che:
in due paesi si vende un bene perfettamente omogeneo e
commerciabile internazionalmente (es. Big Mac);
non esistono “frizioni” al commercio di alcun tipo (es. costi di
trasporto, dazi doganali, ecc.).
Dati i due beni omogenei, indipendentemente da dove sono prodotti
o consumati, devono scambiarsi in quantità fisiche in rapporto 1/1;
Legge del prezzo unico (law of one price): dati due beni identici, il
tasso di cambio nominale deve attestarsi ad un livello che rende
uguali i due prezzi espressi nella medesima valuta (ǫ = 1):
ǫ=
P∗
E ×P
=1 ⇒ E =
∗
P
P
Esempio:
prezzo del Big Mac in Italia: 4e;
prezzo del Big Mac negli Stati Uniti: 6;
la legge del prezzo unico implica un tasso di cambio USD/EUR pari
a: E = 6/4 = 1.5.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Parità del Potere di Acquisto (PPA)
In assenza di costi di trasporto o altri costi di transazione, mercati
competitivi dovrebbero eguagliare tra paesi i prezzi, espressi nella
stessa valuta, di beni omogenei;
Assumendo che:
i paesi consumano lo stesso paniere di beni;
tutti i beni sono commerciabili (tradable)
la legge del prezzo unico implica che il tasso di cambio nominale sia
tale da garantire la Parità del Potere di Acquisto (PPA) (Purchasing
Power Parity, PPP):
P∗
E ×P
=
1
⇒
E
=
P∗
P
∗
P (P ) livello generale dei prezzi nell’economia domestica (estera).
In base alla versione relativa della teoria della PPA (relative PPP), il
tasso di cambio reale resta costante, per cui:
∆E
∆E
∆ǫ
=
+ π − π∗ = 0 ⇒
= π∗ − π
ǫ
E
E
apprezzamento nominale pari al differenziale di inflazione.
ǫ=
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Determinazione del tasso di cambio
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Tasso di cambio reale e bilancia commerciale nel caso in
cui vale la PPA
Se vale la PPA, l’elasticità delle esportazioni nette al tasso di cambio
reale è molto alta (al limite infinita).
ǫ
Deficit commerciale
Surplus commerciale
NX < 0
NX > 0
ǭ
0
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NX
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Inflazione e tassi di cambio nominali
Fonte: Mankiw (2003), Macroeconomics, Worth Publishers, 5 ed.
Figura: Differenziale di inflazione medio rispetto agli USA e variazione
percentuale del tasso di cambio nominale 1972-2000
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Determinazione del tasso di cambio
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Sopravvalutazione del cambio rispetto al dollaro in base
alla PPP
Fonte: OECD, 2012.
Figura: Scarto percentuale del tasso di cambio nominale bilaterale con il dollaro
rispetto alla PPA per il PIL, 2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Burgernomics
Big Mac index: indice calcolato da The Economist e basato sulla
teoria della PPA:
Big Mac: bene omogeneo prodotto e consumato in tutto il mondo;
P ∗ : prezzo di un Big Mac in America in dollari (attualmente 4.2);
E P: prezzo di un Big Mac nel paese di riferimento (es. Svizzera)
convertito in dollari sulla base del tasso di cambio nominale corrente
(es. Big Mac in Svizzera venduto a 6.3 CHF, che, al cambio corrente
USD/CHF pari a 1.078, equivalgono a circa 6.8);
sopravvalutazione della valuta domestica rispetto al dollaro, calcolata
come scostamento relativo rispetto a quel tasso di cambio nominale
che garantisce la PPA (P ∗ /P):
E−
P∗
P
P∗
P
=
E P − P∗
P∗
Es. Franco svizzero sopravvalutato del 61.9% rispetto al dollaro
(= (6.8 − 4.2)/4.2 × 100).
Dal 2004 The Economist calcola anche lo Starbucks tall-latte index.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Determinazione del tasso di cambio
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Big Mac index
Fonte: The Economist, 2012.
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Perché la PPA fallisce
Rigidità dei prezzi;
Differenze nel paniere di beni prodotti/consumati nei diversi paesi;
Esistenza di costi di trasporto e restrizioni al commercio: una parte
dei beni non commerciabile internazionalmente (non tradable);
Pratiche oligopolistiche o monopolistiche in alcuni paesi per alcuni
beni, che, interagendo con le altre barriere al commercio, incidono
ulteriormente sulla relazione tra prezzi di beni simili venduti in paesi
differenti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Beni non commerciabili e tasso di cambio reale
Presenza di beni non commerciabili viola una delle assunzioni della
PPA: anche se la legge del prezzo unico vale per i beni
commerciabili, non vale per quelli non commerciabili;
Dato un indice dei prezzi P = PNα PT1−α , con PN (PT ) indice dei
prezzi dei beni (non) tradable, tasso di cambio reale:
α
α
PN
PN
α 1−α
PT
PN PT
EPT PT
EP
ǫ = ∗ = E ∗α∗ ∗1−α∗ = ∗ ∗ α∗ = ∗ α∗
PN
P
PT PN
PN PT
PT∗
PT∗
T
dove EP
PT∗ = 1 per la legge del prezzo unico.
Esprimendo in termini di variazioni relative si ha:
∆PT
∆P ∗
∆PN
∆P ∗
∆ǫ
−
) − α∗ ( ∗N − ∗T )
= α(
ǫ
PN
PT
PN
PT
il tasso di cambio reale si apprezza in caso di aumento (diminuzione)
del prezzo relativo dei beni non tradable nell’economia domestica
(estera).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Effetto Balassa-Samuelson
Dati due Paesi e due beni – T (tradable) e N (non tradable) –
ipotizzando un solo fattore produttivo omogeneo (lavoro), si ha:
PT =
w
γT
PN =
w
γN
PT∗ =
w∗
γT∗
PT∗ =
w∗
γN∗
con γi produttività del lavoro nel settore i e w salario nominale;
Tasso di cambio reale:
α
α
da cui:
ǫ=
PN
PT
PN∗
PT∗
α∗
=
γT
γN
γT∗
γN∗
α∗
∆ǫ
∆γN
∆γ ∗
∆γT
∆γ ∗
−
) − α∗ ( ∗T − ∗N )
= α(
ǫ
γT
γN
γT
γN
Con differenziale di produttività tra beni tradable e non tradable
maggiore nei Paesi più sviluppati rispetto a quelli meno sviluppati,
relazione positiva tra grado di sviluppo e apprezzamento del cambio
reale (effetto Balassa-Samuelson);
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Determinazione del tasso di cambio
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Risparmi e investimenti in economia aperta
In economia chiusa, uguaglianza tra risparmi e investimenti
(comprese variazioni in scorte non programmate): S ≡ I ;
In economia aperta, saldo delle partite correnti (current account
balance)—somma dei saldi di merci, servizi, redditi e trasferimenti
unilaterali correnti—pari alla differenza tra risparmi e investimenti:
CAB ≡ S − I
Saldo delle partite correnti pari al saldo (cambiato di segno) dei
movimenti di capitale (conto capitale + conto finanziario), cioè
flussi di capitale netti in uscita (net capital outflow ):
risparmi nazionali in eccesso rispetto agli investimenti vanno a
“finanziare” i deficit commerciali esteri;
investimenti in eccesso rispetto ai risparmi nazionali sono finanziati
dal resto del mondo.
Tralasciando conto redditi e trasferimenti unilaterali, si ha:
NX ≡ S − I
bilancia commerciale pari alla differenza tra risparmi e investimenti.
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Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Risparmi e investimenti in economia aperta
Dato il tasso d’interesse, l’eccesso di offerta di fondi mutuabili determina
il saldo della bilancia commerciale.
r
r
NX < 0
S
NX > 0
NX
r’
S-I
r
I
I
S
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0
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NX
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Risparmi, investimenti e tasso di cambio
r
NX < 0
NX > 0
S-I
r
NX
ǫ
ǫ
0
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NX
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NX
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Deficit commerciali e sostenibilità del debito estero
Eccedenza di investimenti su risparmi nazionali porta ad equilibrio
con deficit di bilancia commerciale;
Cambiamento nella posizione patrimoniale netta verso l’estero (Net
International Investment position, NIIP)—differenza fra attività
estere detenute da residenti e attività nazionali detenute da non
residenti—pari al saldo delle partite correnti (+ conto capitale +
effetti di valutazione):
CAt ≈ ∆NIIPt
Pagamento per interessi sullo stock di debito estero (external debt,
foreign debt) accumulato entra come passivo nel conto redditi (Net
Investment Income, NII);
Necessari surplus commerciali per controbilanciare il passivo;
Sostenibile equilibrio con deficit strutturali di bilancia commerciale?
Sı̀, almeno con tasso di crescita dell’economia maggiore del tasso
d’interesse.
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Bilancia commerciale e partite correnti in rapporto al PIL
negli USA, 1960-2010
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Saldi di bilancia commerciale e partite correnti nel 2005
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Saldo delle partite correnti e posizione patrimoniale netta
verso l’estero negli USA
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Posizione patrimoniale netta verso l’estero USA, 1976-2007
Fonte: Wikipedia, 2012.
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
NIIP effettiva ed ipotetica senza effetti di valutazione in
USA dal 1976
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
NII e NIIP negli USA, 1976-2010
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Saldo delle partite correnti in Cina e USA
Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012).
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Condizione di non arbitraggio nella scelta tra attività
finanziarie nazionali ed estere
Dato il tasso di cambio USD/EUR (E ), è possibile:
1
2
investire 1e in attività denominate in euro, ottenendo dopo un anno
(1 + it ) euro;
oppure:
convertire l’euro in dollari ottenendo Et dollari;
investire i dollari in attività denominate in dollari, ottenendo dopo un
anno (1 + it∗ )Et dollari;
riconvertire i dollari in euro ottenendo (1 + it∗ )Et /Et+1 euro.
Le due strategie devono dare lo stesso rendimento (condizione di
non arbitraggio):
Et
1 + it = (1 + it∗ )
Et+1
Et+1 − Et
1+
(1 + it ) = 1 + it∗
Et
Et+1 − Et
+ it ≈ it∗
Et
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Determinazione del tasso di cambio
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Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Parità dei tassi d’interesse
Condizione di non arbitraggio:
it ≈ it∗ −
Et+1 − Et
Et
il tasso d’interesse sulle attività denominate in valuta nazionale deve
essere (approssimativamente) pari al tasso d’interesse sulle attività
denominate in valuta estera meno il tasso di apprezzamento della
valuta nazionale rispetto alla valuta estera;
Il tasso di cambio al tempo t + 1 può essere:
il tasso di cambio a termine (o forward) (Et+1 = Ft ), cioè il tasso di
cambio prevalente al tempo t sui mercati a termine (parità coperta
dei tassi d’interesse, covered interest rate parity );
e
il tasso atteso (Et+1 = Et+1
) (parità scoperta dei tassi d’interesse,
uncovered interest rate parity ).
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Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Relazione tra tasso d’interesse e tasso di cambio
Date:
e
aspettative sul cambio (Et+1
= Ē e );
rendimento delle attività in valuta estera (it∗ = ī ∗ ),
la parità dei tassi d’interesse determina una relazione positiva tra tasso
d’interesse e tasso di cambio:
Ē e
Et =
1 + ī ∗ − it
it
ī ∗
Ē e
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Et
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Determinazione del tasso di cambio
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Dalla parità nominale alla parità reale
Dalla parità nominale dei tassi d’interesse:
it ≈ it∗ −
Et+1 − Et
Et
si può passare alla parità reale dei tassi di interesse:
Et+1 − Et
it − πte ≈ it∗ − πte∗ −
+ πte − πte∗
| {z } | {z }
Et
|
{z
}
rte
rte∗
∆ǫet /ǫt
rte ≈ rte∗ −
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ǫet+1 − ǫt
ǫt
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Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Tasso di cambio reale e parità dei rendimenti attesi
Dalla parità reale dei tassi, in assenza di variazioni attese del tasso di
cambio reale (ǫt = ǫet+1 = ǭ), si ha:
rte
it − πte
= rte∗
= it − πte∗
it − it
= πte − πte∗
Rendimenti reali attesi su attività domestiche ed estere coincidono;
Differenziale dei tassi d’interesse nominali pari al differenziale
d’inflazione atteso.
Tasso d’interesse reale (atteso) domestico ed estero possono differire
solo per:
differenti rischi percepiti (premio per il rischio);
aspettative di apprezzamenti o deprezzamenti reali del cambio.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
59/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Equilibrio in una piccola economia aperta
r
NX < 0
NX > 0
S-I
r
∗
In una piccola economia aperta è dato
e costante il tasso d’interesse reale
sulle attività estere (r ∗ );
Assumendo assenza di:
aspettative di variazioni del cambio
reale;
premio per il rischio;
NX
ǫ
tasso d’interesse domestico ed estero
coincidono (r = r ∗ ).
ǭ
0
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
NX
NX
60/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Rischio paese ed aspettative sul tasso di cambio
r
Aspettative di un deprezzamento del
cambio reale o la percezione di un
rischio paese creano un differenziale tra
tasso d’interesse reale domestico ed
estero:
r = r∗ + θ
NX < 0
NX > 0
S-I
∗
r +θ
r∗
L’aumento del tasso d’interesse:
riduce gli investimenti e aumenta i
flussi netti di capitale in uscita;
provoca un deprezzamento della
valuta e un miglioramento della
bilancia commerciale.
NB: L’aspettativa di un deprezzamento
futuro genera il deprezzamento
immediato della valuta stessa!
NX
ǫ
ǫ
ǫ′
NX
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
0
NX’
NX
61/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Equilibrio in una grande economia aperta
In una piccola economia, al tasso di interesse corrente (r ∗ ) (+
premio per il rischio e deprezzamento atteso) i mercati internazionali
sono in grado di assorbire/fornire tutti i fondi necessari;
In una grande economia aperta, l’aumento dell’offerta (domanda) di
fondi mutuabili tenderà a ridurre (aumentare) il tasso d’interesse
reale sui mercati internazionali.
r
r
CF = NX < 0
CF = NX < 0
CF = NX > 0
CF = NX > 0
r∗
CF
r∗
S-I
S-I
0
NX
(a) Piccola economia aperta
Giuseppe Vittucci Marzetti
CF
0
NX
(b) Grande economia aperta
Principi di economia – Politica economica
62/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Equilibrio con controlli di capitale e sostituibilità
imperfetta tra attività domestiche ed estere
Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili:
S(r ) = I (r ) + CF (r )
(+)
r
(−)
(−)
r
CF < 0
CF > 0
S(r)
r
I(r) + CF(r)
CF(r)
0
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
CF
63/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA)
Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson
Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio
Parità dei tassi di interesse
Equilibrio con controlli di capitale e sostituibilità imperfetta
r
r
CF < 0
CF > 0
S(r)
r
I(r) + CF(r)
CF(r)
ǫ
0
CF
Offerta di valuta domestica
ǫ
NX, Domanda di valuta domestica per esportazioni
0
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
64/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Modello IS-LM in economia aperta
Modello di Mundell-Fleming: estensione al caso di economia aperta
del modello IS-LM sviluppata in modo indipendente da Robert
Mundell (1963) e Marcus Fleming (1962).
Analisi di breve periodo:
prezzi rigidi: variabili nominali e reali si muovono assieme;
principio della domanda effettiva.
Curva IS modificata per tenere conto di:
relazione tra tasso d’interesse e tasso di cambio;
effetto del tasso di cambio e del PIL sulle esportazioni nette (bilancia
commerciale).
Curva LM non cambia.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
65/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Curva IS in economia aperta: metodo algebrico
Consumi nazionali funzione decrescente del tasso d’interesse:
C = C0 + c(Y − T ) − dc i
Investimenti programmati funzione decrescente del tasso d’interesse:
I p = I0 − d i i
Esportazioni nette funzione:
crescente del PIL estero (YX ): aumento del PIL estero aumenta il
volume delle esportazioni;
decrescente dal reddito disponibile (Y − T ): aumento del PIL
aumenta il volume delle importazioni;
decrescente del tasso d’interesse:
aumento del tasso d’interesse provoca un apprezzamento del cambio
⇒ parità dei tassi d’interesse;
apprezzamento del cambio provoca un peggioramento della bilancia
commerciale ⇒ condizione di Marshall-Lerner.
NX = NX0 + nYX − m(Y − T ) − dm i
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
66/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Curva IS in economia aperta: metodo algebrico
Produzione di equilibrio di breve periodo:
Y
Y
=
=
PAE
C + I p + G + NX
Y
=
Y
=
C0 + I0 + G + NX0 + nYX + (c − m)(Y − T ) − (dc + di + dm )i
1
(C0 − cT + mT + G + NX0 + nYX ) − (dc + di + dm ) i
{z
} |
{z
}
1−c +m |
A
f
Curva IS:
Y =
f
A 1−c +m
1
A−
i ⇒ i= −
Y
1−c +m
1−c +m
f
f
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
67/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Curva IS in economia aperta: metodo grafico
Y=PAE
PAE
PAE = A + (c-m)Y
PAE = A’ + (c-m)Y
A
A’
Y
i
i’
i
IS
Y’
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y
Principi di economia – Politica economica
Y
68/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Equilibrio in economia aperta
i
i
LM
IS
i
Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y
Principi di economia – Politica economica
E
E
69/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Effetti della politica fiscale in regimi di cambi flessibili
i
i
IS’
LM
IS
i’
i
Y
Y’
Y
E
E’
E
Effetti di una politica fiscale espansiva:
aumento tasso d’interesse e PIL di equilibrio di breve periodo;
apprezzamento della valuta;
riduzione investimenti ed esportazioni nette (peggioramento bilancia
commerciale).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
70/75
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Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Effetti della politica monetaria in regimi di cambi flessibili
i
i
LM
IS
LM’
i
i’
Y Y’
Y
E’
E
E
Effetti di una politica monetaria espansiva:
diminuzione tasso d’interesse e aumento PIL di equilibrio di breve
periodo;
deprezzamento della valuta;
effetto sulla bilancia commerciale di segno incerto:
deprezzamento del cambio migliora la bilancia commerciale;
aumento del PIL peggiora la bilancia commerciale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
71/75
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Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Regimi di cambi flessibili e fissi
Le banche centrali possono utilizzare la politica monetaria per
intervenire sui mercati dei cambi, fissando valori specifici (parità
fisse) o bande di oscillazione per i tassi di cambio nominali bilaterali;
In un regime di cambi fissi, con perfetta mobilità dei capitali, dalla
parità dei tassi d’interesse segue che tasso d’interesse interno ed
estero devono coincidere:
it
it
it
e
Et+1
− Et
Et
Ē − Ē
= it∗ −
Ē
= it∗
= it∗ −
In un regime di cambi fissi, con perfetta mobilità dei capitali, la
banca centrale rinuncia alla politica monetaria come strumento di
politica economica.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
72/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Effetti della politica fiscale in regime di cambi fissi
i
i
IS’
LM
IS
i’
LM’
i = i”
Y
Y’ Y”
Y
E = E”
E’
E
Politica fiscale espansiva aumenta PIL di equilibrio di breve periodo,
tasso d’interesse e tasso di cambio;
Banca centrale costretta ad intervenire a difesa del cambio
espandendo l’offerta di moneta;
Politica monetaria espansiva aumenta ulteriormente PIL di equilibrio
di breve periodo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
73/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Dal breve al lungo periodo
Nel lungo periodo, l’economia raggiunge lo stesso livello di tasso di
cambio reale e produzione (di pieno impiego) indipendentemente dal
fatto che operi in un sistema di cambi flessibili o fissi;
Nel caso di cambi fissi, dato il cambio nominale Ē , il livello dei
prezzi cambierà in modo tale da ristabilire il tasso di cambio reale
consistente con il PIL di pieno impiego:
ǭ =
Ē × P
P∗
In ogni caso, permettere al tasso di cambio di aggiustarsi, può
ridurre i costi di aggiustamento.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
74/75
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri
Tassi di cambio
Determinazione del tasso di cambio
Modello di Mundell-Fleming
Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta
Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili
Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi
Crisi valutarie
Crisi valutarie
In regimi di cambi fissi, differenziali di inflazione con il paese della
valuta di riferimento portano ad apprezzamenti reali:
∆ǫ
∆E
+π − π ∗ = π − π ∗
=
ǫ
E
|{z}
=0
ǫ aumenta con inflazione interna maggiore di quella estera;
Se gli investitori ritengono il paese abbandonerà la parità lasciando
deprezzare il cambio, richiedono rendimenti più alti (parità dei tassi);
Differenziale di rendimento necessario molto alto dovendo
compensare perdite praticamente istantanee;
Per difendere il cambio contro le fughe di capitale, la banca centrale
deve utilizzare le proprie riserve valutarie ufficiali;
Quando le riserve finiscono, la banca centrale non può più difendere
la parità;
Es. Sistema Monetario Europeo, 1992; Messico, 1994; Sud-est
asiatico, 1997.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
75/75
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
Economia politica –
Intervento pubblico nell’economia
12. Banche dati
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Scienze dell’Organizzazione
Facoltà di Sociologia
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2011-12
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
1/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
Layout
1
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
2
Statistiche regionali
3
Statistiche europee
Istituti nazionali di statistica
Sistema bancario
4
Meta database
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
2/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
International Monetary Fund
IMF Statistical Databases:
International Financial Statistics (IFS): principale pubblicazione
statistica del FMI. Contiene dati su: bilancia dei pagamenti, moneta
e credito, tassi di cambio, bilanci pubblici, contabilità nazionale...
Direction of Trade Statistics (DOT);
Government Finance Statistics (GFS);
Balance of Payments Statistics (BPS).
Open datasets:
World Economic Outlook;
IMF Data Mapper: sito interattivo per la creazione di grafici con
serie storiche dal 1980 su PIL nominale e reale, inflazione, debito,
disoccupazione e altre statistiche di contabilità nazionale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
3/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
United Nations Conference on Trade And Development
UNCTADstat
Commercio internazionale:
beni (1950-) e servizi (1980-);
Indici di specializzazione (1995-).
Contabilità nazionale:
PIL per tipologia di spesa e VA per tipologia di attività (1970-);
PIL reale e nominale (1970-)
Bilancia dei pagamenti:
Tassi di cambio (1970-);
Foreign Direct Investment – flussi (1970-) e stock (1980-)
Rimesse degli immigrati (1980-)
Aiuti allo sviluppo (1960-)
Debito estero (1970-);
Riserve internazionali (1970-);
Popolazione e forza lavoro;
Commodities;
Information economy;
Creative economy.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
4/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
Altre banche dati
Serie storiche di popolazione e produzione a prezzi costanti PPP
(Purchasing Power Parity):
Penn World Tables (PWT): 188 paesi 1950-2004;
Maddison Historical Statistics: 1 d.C. - 2008;
Historical National Accounts.
Dati su produzione e produttività aggregate e settoriali:
Groningen Growth and Development Centre (GGDC):
Total Economy Growth Accounting Database;
EU KLEMS Database;
GGDC Productivity Level Database.
Conference Board Total Economy Database.
OECD Structural Analysis Statistics (STAN)
Dati su occupazione: International Labor Organization (ILO);
CIA World Factbook:
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
5/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
Indicatori di sviluppo
World Bank:
World Development Indicators (WDI);
Global Development Finance (GDF);
Africa Development Indicators (ADI);
Education Statistics (EdStats);
Gender Statistics (GenderStats);
Health Nutrition and Population Statistics (HNPStats);
Millennium Development Goals;
Enterprise Surveys (ES);
International Comparison Program (ICP);
Joint External Data Hub (JEDH);
...
United Nations Development Program (UNDP):
Human Development Report;
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
6/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
International Monetary Fund
United Nations Conference on Trade And Development
Altre banche dati
Indicatori di sviluppo
Commercio internazionale
Commercio internazionale
UN Comtrade;
World Trade Organization (WTO) statistics database
Tabelle sintetiche nazionali:
Trade Profiles;
Tariff Profiles;
Services Profiles.
Time Series;
Tariff Analysis Online (TAO);
Map of disputes between WTO Members.
Global Preferential Trade Agreements Database (GPTAD);
Trade Map
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
7/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
OECD regional statistics
OECD regional statistics
(a) Tasso di disoccupazione, 2007
Giuseppe Vittucci Marzetti
(b) Tasso di crescita, 2007
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
8/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
Istituti nazionali di statistica
Sistema bancario
Istituti nazionali di statistica e banche centrali
Istat
I.Stat: datawarehouse delle statistiche prodotte dall’Istat organizzate
per temi. (Attualmente in fase di popolamento)
Eurostat
Data navigation tree;
Business Cycle Clock;
Microdata – disponibili solo su richiesta:
European Community Household Panel (ECHP);
Labour Force Survey (LFS);
Community Innovation Survey (CIS);
Adult Education Survey (AES);
EU Statistics on Income and Living Conditions (EU-SILC);
Structure of Earnings Survey (SES);
Farm Structure Survey (FSS).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
9/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
Istituti nazionali di statistica
Sistema bancario
Banche centrali
Banca Centrale Europea (BCE):
Statistical Data Warehouse;
Inflation dashboard;
Euro area yield curve.
Banca d’Italia
Bollettino statistico;
Statistiche dell’Eurosistema
Bank for International Settlements (BIS)
Statistics
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
10/11
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo
Statistiche regionali
Statistiche europee
Meta database
Meta database
UNData - sito unico di accesso a diversi database creato dalla UN
Statistics Division e dal Department of Economic and Social Affairs:
FAO; ILO; IMF; OECD; UNDP; UNIDO; UNODC; UNICEF;
UNESCO; UNAIDS; UNHCR; UNSD; World Bank; WHO...
Developmentdata.org
Resources for Economists on the Internet (RFE):
RFE Data.
National Bureau of Economic Research (NBER) Data archive:
NBER Macrohistory Database;
Current Population Survey (CPS) archive;
...
Data.gov: open government data project.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Economia politica – Intervento pubblico nell’economia
11/11
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Principi di economia – Politica economica
3. PIL e contabilità nazionale
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Layout
1
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
2
Contabilità nazionale in dettaglio
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
3
Bilancia dei pagamenti
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
4
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Circuito del reddito
Circuito del reddito: flussi che intercorrono tra i diversi operatori in
un sistema economico;
Consideriamo un sistema economico:
chiuso (cioè senza scambi internazionali);
senza un settore pubblico.
in cui sono presenti:
famiglie, che:
domandano beni e servizi alle imprese sui mercati dei beni;
offrono fattori produttivi alle imprese sui mercati dei fattori.
imprese, che:
offrono beni e servizi intermedi alle altre imprese;
domandano beni e servizi intermedi alle altre imprese;
offrono beni e servizi finali alle famiglie sui mercati dei beni;
domandano fattori produttivi alle famiglie sui mercati dei fattori.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Schema di un’economia chiusa senza settore pubblico
Fonte: Alvaro, G. (1999), Contabilità e statistica economica, Cacucci Editore, Bari, p. 32.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Prodotto Interno Lordo
Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese Gross Domestic Product (GDP)
Valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti in un dato periodo di
tempo all’interno di un determinato Paese.
Elementi costitutivi della definizione:
1
valore di mercato: aggregazione tra beni e servizi eterogenei fatta
utilizzando i prezzi di mercato (comprensivi di tasse e sussidi)
(prezzo di costo nel caso di beni e servizi non di mercato erogati
dalla PA);
2
beni e servizi finali: PIL ottenuto sommando il valore delle
produzioni di tutti i beni e servizi e sottraendo, dal risultato cosı̀
ottenuto, il valore dei beni e servizi impiegati (materie prime,
prodotti intermedi, semilavorati, ecc.) per ottenere quel dato
ammontare di produzione;
3
prodotti: entrano nel calcolo solo i beni e servizi prodotti (quindi
non, ad es., la compravendita di macchine usate o case già
costruite);
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Prodotto Interno Lordo
4
5
6
in un dato periodo di tempo: misura di flusso, definita con
riferimento ad un intervallo temporale (solitamente l’anno solare o il
trimestre);
all’interno di un Paese: riferimento ai confini territoriali di un Paese,
indipendentemente dalla residenza dei fattori. Misura che tiene
conto della residenza è il Reddito Nazionale Lordo (RNL, Gross
National Income, GNI), o Prodotto Nazionale Lordo (PNL, Gross
National Product, GNP):
RNL ≡ PIL + Redditi netti (da lavoro e capitale) dall’estero
Prodotto lordo: con la specificazione lordo ci si riferisce al fatto che
nel PIL è incluso anche il deprezzamento dei beni strumentali
(macchine, impianti, mezzi di trasporto, ecc.) avvenuto nel corso del
periodo di riferimento. Per passare al Prodotto Interno Netto (PIN,
Net Domestic Product) occorre togliere gli Ammortamenti, misura
contabile del consumo di tali beni capitali:
PIN ≡ PIL − A
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Principi di economia – Politica economica
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio
Economia chiusa senza settore pubblico con due soli settori merceologici:
uva, in cui le imprese producono ogni anno 1000 e impiegando:
Terra;
50 e di uva;
5 lavoratori;
vino, in cui le imprese producono ogni anno 1500 e utilizzando:
650 e di uva;
7 lavoratori.
Il salario annuale dei lavoratori è 100 e.
VA
Uva
Vino
Salari
Profitti + Rendite
Produzione
Uva
50
Vino
650
5 × 100
450
1000
7 × 100
150
1500
Consumi finali
300
1500
Produzione
1000
1500
1800
2500
Tabella: Tavola input-output
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali: 1800 e;
Valore aggiunto (valore della produzione meno costi intermedi) nel
settore di:
uva: 1000 e – 50 e = 950 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
Somma del valore aggiunto: 950 e + 850 e = 1800 e;
Somma dei redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e;
Spesa per consumi finali: 300 e + 1500 e = 1800 e;
NB: PIL pari a 1800 e. Stesso risultato calcolando
1
valore dei beni e servizi finali prodotti;
2
somma del valore aggiunto;
3
somma dei redditi distribuiti;
4
somma delle spese finali.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con settore pubblico
Stessa economia ma con settore pubblico:
tassa pari a 100 e sulla produzione di uva (sopportata totalmente
dagli imprenditori nel settore dell’uva e proprietari terrieri, che
decidono perciò di restare più sobri...);
amministratori pubblici spendono tutte le imposte raccolte in vino...
Uva
Vino
Salari
Profitti + Rendite
Tassa
Produzione
Uva
Vino
50
650
5 × 100
350
100
1000
7 × 100
150
Consumi
finali
300
1400
Spesa
pubblica
100
Produzione
1000
1500
1700
1500
2500
Tabella: Tavola input-output
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con settore pubblico
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali: 1800 e;
Valore aggiunto ai prezzi base (valore della produzione meno costi
intermedi al netto delle imposte):
uva: 1000 e – 100 e – 50 e = 850 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
850 e + 850 e = 1700 e;
Somma del valore aggiunto ai prezzi base + imposte:
1700 e + 100 e = 1800 e;
Redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 350 e + 150 e = 500 e;
imposte (reddito dell’amministrazione pubblica): 100 e.
Spesa finale:
consumi delle famiglie (C): 300 e + 1400 e = 1700 e;
spesa pubblica (G): 100 e.
C + G = 1700 e + 100 e = 1800 e
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con economia aperta
Economia senza settore pubblico ma aperta agli scambi con il resto del
mondo:
esporta 100 e di vino;
importa per consumo 200 e di sidro.
Uva
Vino
Sidro
Salari
Profitti + Rendite
Importazioni
Produzione
Uva
Vino
50
650
5 × 100
450
7 × 100
150
1000
1500
Consumi
finali
300
1400
200
Esportazioni
Produzione
100
1000
1500
200
2500
Tabella: Tavola input-output
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con economia aperta
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali prodotti all’interno del Paese: 1800 e;
Valore aggiunto:
uva: 1000 e – 50 e = 950 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
950 e + 850 e = 1800 e;
Somma dei redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e;
Spesa:
consumi finali (C): 300 e + 1400 e + 200 e = 1900 e;
esportazioni (X): 100 e;
importazioni (M): 200 e.
C + X – M = 1900 e + 100 e – 200 e = 1800 e.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa, output e reddito
PIL come spesa
Spese finali totali a prezzi di mercato di beni e servizi prodotti all’interno
di un Paese in un dato periodo di tempo (incluse le esportazioni di beni e
servizi meno le importazioni di beni e servizi).
PIL come output
Somma del valore aggiunto lordo prodotto in un Paese in un dato periodo
di tempo ai prezzi base, più le imposte sui prodotti al netto dei sussidi.
PIL come reddito
Somma dei redditi generati e distribuiti nel Paese in un dato periodo di
tempo (redditi da lavoro, redditi da capitale e profitti, imposte indirette
al netto dei sussidi su prodotti, produzione e importazioni).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa e sue componenti
PIL ≡ C + G + I + X – M
1
Consumi finali nazionali (C): spesa delle famiglie in:
beni durevoli: beni che possono essere immagazzinati con vita media
di almeno tre anni (es. automobili ed elettrodomestici);
beni non durevoli (es. cibo e abbigliamento);
servizi (es. servizi legali e finanziari, istruzione, servizi abitativi
inclusi fitti imputati).
2
Spesa pubblica (o governativa) (G): spesa effettuata dalla pubblica
amministrazione (a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale,
ecc.) per:
acquisti di beni e servizi;
retribuzioni dei dipendenti pubblici (si ipotizza che questi ultimi
vendano allo Stato i loro servizi);
esclusi:
trasferimenti da parte della pubblica amministrazione (es. sussidi di
disoccupazione, pensioni);
interessi sul debito pubblico.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa e sue componenti
3
Investimenti (I):
investimenti fissi lordi: acquisti di beni durevoli da parte delle
imprese:
strutture (es. nuovi impianti produttivi);
beni strumentali (es. macchinari, computer, attrezzature per ufficio,
automobili);
investimenti nell’edilizia residenziale: costruzione di nuovi immobili.
investimenti in scorte: variazione del volume fisico delle scorte in
magazzino:
positivi: aumento delle scorte;
negativi: diminuzione delle scorte.
dal punto di vista contabile si procede come se l’impresa acquista da
sé le eccedenze.
4
Esportazioni (X): acquisti di beni e servizi prodotti nel Paese da
parte di non residenti;
5
Importazioni (M): acquisti di beni e servizi prodotti all’estero da
parte di residenti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Struttura del PIL negli Stati Uniti
Fonte: Eurostat, 2011.
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Struttura del PIL in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
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Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Andamento della quota dei redditi da lavoro dipendente sul
valore aggiunto
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Andamento della quota del lavoro sul valore aggiunto
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
Compensi del lavoro = Ore lavorate da persone occupate x Monte salari
dipendenti/Ore lavorate da dipendenti
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL nominale e reale
PIL cresce nel tempo per:
aumento della quantità dei beni e servizi finali prodotti;
aumento del livello generale dei prezzi.
Per eliminare l’effetto dell’aumento del livello dei prezzi, gli
economisti calcolano il PIL usando i prezzi di un anno-base;
Si distingue:
PIL nominale, o a prezzi correnti;
PIL reale, o a prezzi costanti, o aggiustato per l’inflazione.
Es. nel calcolo del PIL reale del 2010 con anno-base 2005 si
utilizzano i prezzi del 2005 per moltiplicare le quantità di beni e
servizi finali prodotte del 2010;
In passato, si utilizzavano indici a base fissa: anno-base cambiato
ogni cinque anni e ricalcolo delle serie con il nuovo anno-base;
Di recente gli uffici statistici, compreso l’ISTAT, hanno adottato la
cosiddetta “metodologia del concatenamento”.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Aggregati di valore e numeri indice
Aggregati di valore, come produzione e consumi, possono variare in
funzione di variazioni di:
quantità (o volumi) dei singoli beni;
prezzi dei singoli beni;
p10 q10 + . . . + pn0 qn0 =
n
X
i=1
pi0 qi0 6=
n
X
pit qit = p1t q1t + . . . + pnt qnt
i=1
dove pit (qit ) è il prezzo (la quantità) del bene i nel periodo t.
Per scorporare variazioni in volumi e prezzi utilizzati numeri indice
complessi:
indice
indice
indice
indice
di
di
di
di
Laspeyres;
Paasche;
Fisher;
Törnqvist;...
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Bilancia dei pagamenti
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Indice di Laspeyres
Indice di Laspeyres: numero indice complesso utilizzato per misurare
la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che
utilizza come pesi i valori iniziali;
Indice dei volumi di Laspeyres:
P
X qit
X pi0 qi0 qit
pi0 qit
P
Lq (0, t) = P i
=
vi0
=
qi0
i pi0 qi0
j pj0 qj0 qi0
i
i
pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno base (0);
qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno base (0);
pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t.
qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t;
vi0 = Ppi0pj0qi0qj0 : quota del valore di i sul totale dell’anno base.
j
L’indice è una media aritmetica ponderata degli indici semplici delle
quantità dei singoli beni (qit /qi0 ), con pesi costituiti dalla quota del
bene sul totale del valore nell’anno base (vi0 ).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Indice di Paasche
Indice di Paasche: numero indice complesso utilizzato per misurare
la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che
utilizza come pesi i valori finali;
Indice dei volumi di Paasche:
P
pit qit
1
1
1
Pq (0, t) = P i
= P p q = P pit qit qi0 = P
1
P
it
i0
i
P
i pit qi0
i
pjt qjt qit
i vit qit
i
pit qit
j
qi0
pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno 0;
qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno 0;
pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t.
qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t;
vit = Ppitpjtqitqjt : quota del valore di i sul totale nell’anno t.
j
L’indice risulta essere una media armonica ponderata degli indici
delle quantità dei singoli beni, con pesi costituiti dalla quota di ogni
bene sul totale del valore della produzione nell’anno finale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Indice di Fisher
Indice di Fisher : numero indice complesso utilizzato per misurare la
variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, dato dalla
media geometrica dei corrispondenti indici di Laspeyres e Paasche.
Indice dei volumi di Fisher :
q
Fq (0, t) = Lq (0, t) × Pq (0, t)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Indici a catena
Dati numeri indice di volume (Laspeyres, Paasche o Fisher) calcolati
per periodi consecutivi I (t, t + 1), corrispondente indice a catena
(chain index) tra 0 e T ottenuto come prodotto dei T indici:
I (0, T ) =
TY
−1
I (t, t + 1) = I (0, 1) · I (1, 2) · . . . · I (T − 1, T )
t=0
Vantaggi:
nessuna necessità di ricalcolo delle serie reali a seguito della modifica
dell’anno-base;
sistema di ponderazione rinnovato annualmente in virtù delle
dinamiche del mercato, quindi migliore rappresentazione della
crescita reale.
Sebbene nessuno degli indici di volume goda della proprietà di
transitività, per cui ci sarà sempre una divergenza tra le due
tipologie, differenza piccola nel caso si adottino nella costruzione
l’indice di Fisher (o quello di Törnqvist).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Dal PIL nominale al PIL reale
Indici dei volumi per periodi consecutivi, I (t, t + 1), calcolati
utilizzando:
indici di Laspeyres in Italia: Lq (t, t + 1);
indici di Fisher negli USA: Fq (t, t + 1).
Metodo del concatenamento per costruire gli indici di periodi non
consecutivi (adottato dall’Istat dal 2005):
I (0, T ) =
TY
−1
I (t, t + 1)
t=0
Dato il PIL nominale dell’anno 0 (Y0 ), il PIL reale dell’anno T
anno-base 0 (ȲT0 ) è uguale a:
ȲT0 = Y0 × I (0, T )
Nota: nell’anno-base PIL nominale e reale coincidono
Ȳ00 = Y0 × I (0, 0) = Y0 × 1 = Y0
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Esempio di calcolo del PIL reale italiano nel 2012
anno-base 2005
Indici dei volumi per anni consecutivi:
Lq (05,06)
1,022
Lq (06,07)
1,017
Lq (07,08)
0,988
Lq (08,09)
0,945
Lq (09,10)
1,017
Lq (10,11)
1,004
Lq (11,12)
0,976
Calcolo indice concatenato 2005-2012:
Iq (05, 12) = 1, 022·1, 017·0, 988·0, 945·1, 017·1, 004·0, 976 = 0, 968
PIL nominale 2005 (milioni di euro):
Y2005 = 1.436.379, 5
PIL reale 2012 anno-base 2005:
2005
Ȳ2012
= 1.436.379, 5 × 0, 968 = 1.389.948
diverso dal PIL nominale nel 2012:
Y2012 = 1.565.916, 1
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
27/77
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL nominale e reale
(a) Italia
(b) Stati Uniti
Fonte: OECD, 2011.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Contabilità nazionale: cenni storici
Prime stime del “prodotto nazionale” realizzate in
Inghilterra nel XVII secolo a fini fiscali;
Tentativi di stima sistematici dagli inizi del 1900;
Ulteriore stimolo prodotto alla fine degli anni 1930
dalla “rivoluzione keynesiana” e dalle necessità
connesse agli sforzi di pianificazione bellica;
Wassily Leontief (1906-1999, Nobel nel 1973)
sviluppa il sistema input-output per l’analisi delle
relazioni intersettoriali;
Sistema di contabilità nazionale moderno
sviluppato da Richard Stone, discepolo di H.
Kahn, J.M. Clark e J.M. Keynes, inizialmente
insieme a James Meade (1907-1995, Nobel nel
1977) lavorando per il governo britannico;
Nel 1952 pubblicato dalle Nazioni Unite il primo
manuale di contabilità nazionale: System of
National Accounts (SNA).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Sir John Richard
Nicholas Stone
(1913–1991)
Nobel Memorial Prize
in Economics 1984
29/77
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Sistema dei conti nazionali
Contabilità nazionale (national accounts):
insieme coerente di:
conti economici (accounts): flussi nel periodo di riferimento,
tipicamente l’anno solare;
stati patrimoniali (balance sheets): stock di attività e passività a
inizio e fine periodo;
collegati da una serie di identità contabili;
finalità di descrizione sintetica in termini monetari dell’attività
economica nazionale, utile nella formulazione delle politiche
economiche.
System of National Accounts (SNA): standard internazionale della
contabilità nazionale (versione più recente: 2008 SNA);
Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC95) (European
System of Accounts, ESA95): schema di contabilità nazionale
utilizzato in Europa, perfettamente consistente con lo SNA93.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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30/77
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Unità e settori istituzionali
Unità istituzionali:
entità capaci di possedere beni e asset, contrarre debiti e svolgere
attività economica;
raggruppate in cinque settori istituzionali mutualmente esclusivi:
società non finanziarie (non-financial corporations);
società finanziarie (financial corporations), che svolgono attività di
intermediazione finanziaria e assicurazione;
amministrazioni pubbliche (general government);
famiglie (households);
istituzioni non-profit al servizio delle famiglie (non-profit institutions
serving households) (es. associazioni).
distinte in:
residenti;
non residenti, inclusi in un apposito settore detto resto del mondo.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Classificazione dei conti SEC95
1
contabilità settoriale (sector accounts):
conto dei beni e servizi (goods and services account): risorse e
impieghi di beni e servizi ⇒ conto delle risorse e degli impieghi;
conti correnti (current accounts): produzione, generazione,
distribuzione e redistribuzione del reddito e uso di questo per
consumo finale:
conto della produzione (production account);
conti della distribuzione del reddito.
conti dell’accumulazione (accumulation accounts), riguardanti
cambiamenti in attività e passività, e ricchezza netta:
conto del capitale (capital account);
conto finanziario (financial account);
conto delle altre variazioni delle attività e passività (variazioni di
volume e prezzo).
stati patrimoniali (balance sheets);
conti del resto del mondo (rest of the world account), riguardanti
transazioni tra unità residenti e non residenti.
2
tavole input-output.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della produzione
Conto della produzione redatto per:
intera economia;
singoli settori;
branche di attività economica.
Tabella: Conto della produzione
+ Produzione a prezzi base
+ Imposte nette sui prodotti
- Consumi intermedi
Prodotto Interno Lordo (PIL) a prezzi di mercato
- Ammortamenti
Prodotto Interno Netto (PIN) a prezzi di mercato
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della produzione in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della produzione. Valori a prezzi correnti - Anni 2006-2010 (in
milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conti della distribuzione del reddito
Nei conti della distribuzione del reddito, PIL considerato come somma dei
redditi distribuiti (remunerazioni dei fattori):
Conto della generazione dei redditi primari;
Conto della attribuzione dei redditi primari;
Conto della distribuzione secondaria del reddito.
Tabella: Conto della generazione dei redditi primari
+ Prodotto Interno Netto
Giuseppe Vittucci Marzetti
- Redditi da lavoro dipendente
- Imposte nette sui prodotti
- Imposte nette sulla produzione
Risultato (netto) di gestione
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conti della distribuzione del reddito
Tabella: Conto della attribuzione dei redditi primari
+ Risultato (netto) di gestione
+ Redditi da lavoro dipendente nazionali
+ Redditi da lavoro dipendente interni
+ Redditi da lavoro dipendente netti dall’estero
+ Imposte nette sui prodotti
+ Imposte nette sulla produzione
+ Redditi da capitale netti dall’estero
+ Imposte nette su prodotti e produzione verso il resto del mondo
Reddito nazionale (netto)
Reddito nazionale lordo (Gross National Income, GNI) ≡ Reddito
nazionale netto + Ammortamenti ≡ Prodotto Nazionale Lordo (Gross
National Product, GNP) ≡ PIL (GDP) + Redditi netti dall’estero.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della generazione dei redditi primari in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della generazione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della attribuzione dei redditi primari in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della attribuzione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della distribuzione secondaria del reddito
Registrazione delle operazioni di redistribuzione del reddito, attuate
mediante imposte e trasferimenti, che consentono di determinare la
quota disponibile per consumi e investimenti del reddito nazionale;
Nel caso delle famiglie, importanti poste:
passive: imposte su reddito e patrimonio e contributi sociali
(ricompresi nei redditi da lavoro dipendente);
attive: i trasferimenti del settore pubblico (pensioni, sussidi di
disoccupazione, ecc.).
Per il sistema economico nel complesso i trasferimenti tra unità
residenti si compensano.
Tabella: Conto della distribuzione secondaria del reddito
+
+
+
+
Reddito nazionale (netto)
Saldo imposte correnti col resto del mondo
Saldo contributi e prestazioni sociali col resto del mondo
Trasferimenti netti correnti dal resto del mondo
Reddito nazionale disponibile (netto)
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della distribuzione secondaria del reddito in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della distribuzione secondaria del reddito. Valori a prezzi correnti
- Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto di utilizzazione del reddito disponibile
Il conto mostra la ripartizione del reddito disponibile tra consumi
finali e risparmi;
Tabella: Conto di utilizzazione del reddito disponibile
+ Reddito nazionale disponibile (netto)
Giuseppe Vittucci Marzetti
- Consumi finali nazionali
Risparmio (netto)
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto di utilizzazione del reddito disponibile in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto di utilizzazione del reddito disponibile. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto del capitale
Il conto del capitale registra le acquisizioni, al netto delle cessioni, di
attività non finanziarie e misura la variazione del patrimonio netto
dovuta a risparmio e trasferimenti in conto capitale;
Un saldo passivo del conto (per il Paese) indica un aumento del
debito nazionale nei confronti del resto del mondo.
Tabella: Conto del capitale
+ Risparmio (netto)
+ Trasferimenti netti in conto capitale dal
resto del mondo
Giuseppe Vittucci Marzetti
- Investimenti fissi netti
- Investimenti fissi lordi
+ Ammortamenti
- Variazione delle scorte e acquisizioni
nette di oggetti di valore
- Acquisizioni nette di attività non
finanziarie non prodotte
Accreditamento (+) / Indebitamento (-)
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto del capitale in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto del capitale. Valori a prezzi correnti 2006-2010 (milioni di euro)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto economico delle risorse e degli impieghi
Tabella: Conto economico delle risorse e degli impieghi
Risorse
PIL a prezzi di mercato
Importazioni di beni e servizi
Giuseppe Vittucci Marzetti
Impieghi
Consumi nazionali finali
Spesa delle famiglie residenti
Spesa delle amministrazioni pubbliche
Investimenti fissi lordi
Investimenti fissi netti
Ammortamenti
Variazione delle scorte
Esportazioni di beni e servizi
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Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto economico delle risorse e degli impieghi in Italia
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche
realizzatesi, in un determinato periodo di tempo, tra residenti e non
residenti in un’economia;
Le transazioni registrate hanno per oggetto lo scambio tra residenti
e non residenti di beni, servizi, redditi, trasferimenti unilaterali e
attività finanziarie.
In Italia, la bilancia dei pagamenti è redatta dalla Banca d’Italia,
secondo specifiche regole dettate dal Fondo Monetario
Internazionale, coerenti con le convenzioni internazionali di
contabilità nazionale.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Struttura della bilancia dei pagamenti
Sezioni:
1
Conto corrente, a sua volta suddiviso in:
conto merci;
conto servizi;
conto redditi;
trasferimenti unilaterali correnti;
2
3
4
Conto capitale;
Conto finanziario;
Errori ed omissioni.
In ciascun conto si registrano:
crediti: afflussi di capitale derivanti da vendite di beni e servizi
(esportazioni), incassi di redditi, trasferimenti unilaterali dal resto del
mondo, cessioni di attività non finanziarie non prodotte, diminuzioni
di attività (o aumenti di passività) finanziarie sull’estero;
debiti: deflussi di capitale conseguenti ad acquisti di beni e servizi
(importazioni), pagamenti di redditi, trasferimenti unilaterali verso il
resto del mondo, acquisizioni di attività non finanziarie non prodotte,
aumenti di attività (o diminuzioni di passività) finanziarie sull’estero.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente
Il conto corrente (o conto delle partite correnti) registra le transazioni
internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti,
ed è composto da tre sotto-conti:
1
conto merci e servizi (goods and services account)
merci: beni mobili (esclusi titoli di credito)
crediti: entrate provenienti da esportazioni di beni;
debiti: uscite per importazioni di beni.
servizi:
crediti: entrate provenienti da esportazioni di servizi
(es. trasporto merci e passeggeri, viaggi all’estero, comunicazioni,
servizi finanziari e assicurativi, ecc..);
debiti: uscite per importazioni di servizi.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente
2
conto redditi (income account):
crediti:
redditi da lavoro di residenti per lavoro dipendente svolto in un paese
estero;
redditi da capitale (interessi, dividendi e utili reinvestiti) percepiti da
residenti per investimenti all’estero con distinzione tra redditi da
investimenti diretti e investimenti di portafoglio.
debiti:
redditi da lavoro di non residenti per lavoro dipendente svolto nel
Paese;
redditi da capitale percepiti da non residenti per investimenti nel
Paese, con distinzione tra investimenti diretti e di portafoglio.
3
trasferimenti unilaterali correnti (current transfers):
crediti:
privati: rimesse degli emigrati, pensioni erogate da enti esteri a
residenti, eredità e donazioni da non residenti a residenti, ecc.;
pubblici: contributi ricevuti dall’Ue, contributi ricevuti da altri
organismi internazionali.
debiti:
privati: rimesse degli immigrati, pensioni erogate a non residenti, ecc.;
pubblici: imposte indirette versate all’Ue; contributi versati ad altri
organismi internazionali.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto capitale
Nel conto capitale (capital account) compaiono:
(-) acquisti netti di attività non finanziarie non prodotte (acquisition
or disposal of nonproduced, nonfinancial assets), in particolare
attività intangibili (licenze, brevetti, ecc.);
(+) trasferimenti unilaterali netti dal resto del mondo in conto
capitale (capital transfers):
trasferimenti connessi all’espatrio o rimpatrio definitivo di emigrati
(cosiddetta ricchezza netta dell’emigrato);
remissione di debiti e altri trasferimenti non finalizzati al consumo;
trasferimenti unilaterali in conto capitale pubblici (es. contributi al
Fondo di Sviluppo Regionale, remissioni del debito di paesi in via di
sviluppo);
NB: Cessione nette di terreni e risorse naturali del suolo a non
residenti (escluso il caso in cui riguardino ambasciate, consolati o
basi militari all’estero) attribuite a “unità residenti fittizie”, con
contestuale Investimento Diretto Estero in entrata (registrato
all’attivo del conto finanziario).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto capitale in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario
Nel conto finanziario vengono registrati:
Investimenti Diretti Esteri (IDE), o Foreign Direct Investment
(FDI): investimenti (inclusi anche utili reinvestiti) effettuati per
acquisire una responsabilità gestionale e stabilire un legame durevole
con un’impresa che ha sede in un Paese diverso da quello di
residenza; convenzionalmente, investimenti che comportano una
partecipazione maggiore o uguale al 10% al capitale sociale;
investimenti di portafoglio: investimenti in titoli (azioni, quote di
fondi comuni, obbligazioni e titoli di Stato) a fini speculativi;
derivati: opzioni, future, swap, ecc.;
altri investimenti: crediti commerciali, prestiti, flussi di banconote e
movimentazione di depositi bancari, ecc.;
riserve ufficiali: attività liquide detenute dalla banca centrale,
costituite da crediti vantati nei confronti di paesi non aderenti
all’unione monetaria europea e denominati in valute diverse dall’euro
(oro, Diritti Speciali di Prelievo (DSP), quota sottoscritta di
partecipazione al FMI, valute estere).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario
Investimenti diretti:
all’estero (in uscita, outward FDI ): un aumento entra come posta
passiva;
in Italia (in entrata, inward FDI ): un aumento entra come posta
attiva.
Investimenti di portafoglio e altri investimenti:
Attività: asset esteri (es. azioni, obbligazioni) detenuti da residenti –
un aumento entra come posta passiva;
Passività: asset nazionali detenuti da non residenti – un aumento
entra come posta attiva;
Variazioni riserve ufficiali: un aumento entra come posta passiva.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Saldo della bilancia dei pagamenti
Somma dei tre saldi—conto corrente, conto capitale e conto
finanziario—sempre zero, a meno di errori ed omissioni (a cui
contribuiscono anche transazioni le cui contropartite sfuggono alle
statistiche ufficiali, quali contrabbando e fughe di capitali);
Bilancia dei pagamenti registra surplus/deficit con saldo calcolato
senza le variazioni nelle riserve ufficiali:
surplus corrispondono ad aumenti delle riserve ufficiali;
deficit corrispondono a diminuzioni delle riserve ufficiali.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: attività
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: passività e
posizione netta
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale
Saldo del conto dei beni e dei servizi (esportazioni nette di beni e
servizi):
NX ≡ PIL − (C + I + G )
Saldo delle partire correnti (Current Account Balance)—somma dei
saldi di merci, servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti:
CAB ≡ RNDL − (C + I + G )
≡ (RNDL − C − G ) − I ≡ S − I
RNDL: Reddito nazionale disponibile lordo;
S: Risparmio lordo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale
Trascurando: i) errori ed omissioni; ii) aggiustamenti della posizione
finanziaria internazionale dovuti a variazioni delle attività e passività
sull’estero in:
volume (es. per catastrofi);
valore (per variazioni nei tassi di cambio);
la somma dei saldi di partite correnti (CAB) e conto capitale
(NKT − NPNNA) è pari al saldo del conto finanziario (FA) cambiato di
segno, a sua volta pari alla variazione lorda della posizione patrimoniale
sull’estero (∆Accr /Add):
CAB + (NKT − NPNNA) ≡ −FA ≡ ∆Accr /Add
≡ (S − I ) + (NKT − NPNNA) ≡ (S + NKT ) − (I + NPNNA)
NKT : trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero;
NPNNA: acquisti netti dall’estero di asset intangibili (es. brevetti);
(S + NKT ): variazione della ricchezza nazionale generata da
risparmio e trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero;
I + NPNNA: incremento lordo dello stock di capitale produttivo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere sociale
Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la
velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per
segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso
male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma
nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o
il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso
modo. Il PIL...è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità
nazionale. La ricchezza delle nazioni si misura calcolando solo tutte le
attività dove c’è scambio di danaro. Tutto il resto non esiste: condivisione
di saperi, volontariato, autoproduzione di beni. Se le persone si organizzano
e condividono le proprie automobili, coltivano orti, fanno il pane a casa, o
utilizzano software liberi per far funzionare i computer..., il PIL tutto
questo e altro ancora non lo vede. Non fa niente che si sia prodotto
benessere sociale, queste persone hanno consumato di meno e tanto
basta... Che l’attività economica intacchi beni comuni come la qualità
dell’aria, delle acque, il territorio, le fonti energetiche non rinnovabili, la
salute delle persone, la coesione sociale, non importa perché si misura solo
ciò che cresce senza calcolare il magazzino che si esaurisce. E ciò che si
esaurisce è il capitale umano e naturale sacrificato in nome dell’economia.
(tratto da Report 2010 “Consumatori Difettosi” di M. Buono e P. Riccardi)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere economico
1
Il PIL non registra l’economia sommersa:
secondo il FMI (stime 2002), l’Italia ha un’incidenza del 27% del PIL
(seconda su 84 paesi e preceduta solo dalla Grecia);
l’ISTAT stima il peso dell’economia irregolare (esclusa quella illegale)
in oltre il 15% del PIL;
stima fatta con due metodi alternativi:
currency demand approach: ipotesi che l’economia sommersa (inclusa
quella illegale) utilizza prevalentemente circolante quale mezzo di
pagamento;
factor analysis: economia sommersa come variabile latente, con valori
determinati sulla base di indicatori monetari, di produzione e del
mercato del lavoro.
2
Il PIL registra al prezzo di costo i servizi offerti dalla pubblica
amministrazione:
distorsione elevata nei paesi con settore pubblico esteso.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere economico
3
Il PIL non registra il valore dei beni e servizi non scambiati sul
mercato:
produzione per autoconsumo;
servizi non retribuiti (es. lavoro domestico non retribuito)
utilità/disutilità derivante dalla qualità dell’aria, dell’acqua e
dell’ambiente quando non passa attraverso il mercato.
4
5
Il PIL non registra l’utilità derivante dal tempo libero;
Il PIL non registra i costi derivanti dallo sfruttamento delle risorse
naturali scarse.
Es.: estrazione e successiva vendita del petrolio produce aumento del
PIL pari al valore della materia prima offerta sul mercato. Non si
tiene conto del costo connesso alla diminuzione del petrolio nel
sottosuolo terrestre.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
PIL e benessere economico e sociale: due prospettive
Con problema dello sviluppo economico intendo
semplicemente il problema di spiegare i pattern
osservati, tra paesi e tra periodi, nei livelli e nei
tassi di crescita del reddito pro capite. Questa può
sembrare una definizione eccessivamente ristretta
e forse lo è, ma riflettere sui cambiamenti del reddito necessariamente ci porta a riflettere anche su
molti altri aspetti delle società.
(Lucas, 1988)
Robert E. Lucas, Jr. (1937)
Nobel Memorial Prize in
Economics 1995
Il PIL è una metrica inadeguata per la valutazione del benessere nel tempo, particolarmente nelle sue dimensioni economica, ambientale, e sociale, aspetti a cui ci si riferisce con il termine
“sostenibilità”.
(Executive summary rapporto Commissione
Stiglitz, 2009)
Joseph E. Stiglitz (1943)
Nobel Memorial Prize in
Economics 2001
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Human Development Index
Per spostare il focus dalla contabilità nazionale a politiche centrate
sull’individuo, lo United Nations Development Programme (UNDP)
dal 1990 calcola un indice composito: lo Human Development Index
(HDI).
HDI combina tre dimensioni:
aspettativa di vita media alla nascita;
accesso alla conoscenza:
anni medi e attesi di frequenza scolastica;
alfabetizzazione;
scolarità.
standard di vita (log reddito nazionale lordo pro capite—PPP US$).
Ma alla fine l’indice risulta molto correlato al PIL pro capite...
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Mappa dell’indice di sviluppo umano
Fonte: Human Development Report, 2010.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Correlazione tra HDI e PIL pro capite (2008)
Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010).
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Correlazione tra HDI e PIL
d = −0.551674 + 0.133858 log GDP
HDI
(0.036924)
(0.0041409)
Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010).
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
PIL, crescita e sostenibilità
Credo che anche un bambino di cinque anni capisca che questo non sia
possibile! Che una crescita infinita sia compatibile con un pianeta finito. Il
problema è che gli economisti hanno costruito il loro mondo senza tener
conto che la vita economica si svolge sulla terra. Mi spiego, non si può
bruciare del petrolio nella propria vettura e pensare che il giorno dopo si
possa trovare la stessa quantità. Le risorse del pianeta sono limitate, non si
possono consumare al di là della capacità di rigenerazione della biosfera.
(Serge Latouche intervistato da Michele Buono, Report 2010)
Nella sua Richard T. Ely Lecture all’AEA, Robert Solow (1974) ha
dichiarato: “Se è molto facile sostituire altri fattori alle risorse naturali,
allora non c’è in linea di principio nessun problema. Il mondo può, in
effetti, andare avanti senza risorse naturali...”. Come proposizione
condizionale, questo non è meno vero dell’affermare: “Se i desideri fossero
cavalli, i mendicanti cavalcherebbero”.
(Daly, 1997, p. 261)
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
La “scienza lugubre” dell’800 e i limiti dello sviluppo...
Gli economisti non hanno sempre creduto alle “magnifiche sorti e
progressive” dell’umanità;
Nel XIX secolo, T. Carlyle definiva l’economia la “scienza triste”
(dismal science) per le implicazioni lugubri di:
principio della popolazione di T.R. Malthus;
teorie di D. Ricardo, per cui l’operare della legge dei rendimenti
decrescenti in agricoltura avrebbe comportato un aumento secolare
delle rendite sui profitti e successiva stagnazione.
Economisti preoccupati per l’esaurimento delle risorse energetiche:
W.S. Jevons (1865) preoccupato per l’esaurimento delle riserve di
carbone;
Nei primi 1970, dopo la prima crisi petrolifera, Club di Roma
pubblica uno studio molto discusso su I limiti dello sviluppo (1972).
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
...e gli inguaribili ottimisti di oggi
Le predizioni lugubri del passato sono state finora miseramente
smentite dalla realtà;
Agli stagnazionisti si risponde che:
difettano completamente “di immaginazione” (Schumpeter, 1954);
sbagliano nel ritenere la crescita necessariamente crescita
“materiale”.
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Commissione “Stiglitz”
Commission on the measurement of economic performance and
social progress, soprannominata Commissione “Stiglitz”, creata
all’inizio del 2008 su iniziativa del presidente Sarkozy;
Prima riunione plenaria: 22-23 aprile 2008 (Parigi);
Relazione finale: 14 settembre 2009.
Motivazione: rimediare all’inadeguatezza delle attuali misure di
performance economica
imperfetta misurazione del benessere sociale;
mancata attenzione per la sostenibilità economica, ambientale e
sociale.
Membri della commissione:
Presidente: J.E. Stiglitz (1943, Nobel nel 2001);
Vice-Presidente: A. Sen (1933, Nobel nel 1998);
Coordinatore: J.-P. Fitoussi;
Esperti rinomati provenienti da università, organizzazioni governative
e intergovernative, di diversi paesi (USA, Francia, Regno Unito,
India).
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Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Indicazioni della “Commissione Stiglitz”
Rapporto finale della commissione suggerisce di distinguere le
valutazioni di:
benessere attuale (current well-being ), riguardante
variabili economiche (es. reddito);
aspetti non economici della vita delle persone (es. qualità
dell’ambiente).
sostenibilità (sustainability ): riguardante stock di capitale trasferiti
alle generazioni future:
capitale
capitale
capitale
capitale
naturale;
fisico;
umano;
sociale.
12 raccomandazioni fissate nell’executive summary.
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PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz”
1
2
3
4
5
6
7
8
Focalizzarsi su reddito e consumo piuttosto che su produzione nella
valutazione del benessere materiale;
Enfatizzare la prospettiva delle famiglie;
Considerare simultaneamente reddito e patrimonio;
Dare maggiore importanza alla distribuzione (di reddito, consumo e
ricchezza);
Estendere le misure di reddito alle attività non di mercato;
Migliorare ed estendere misure robuste ed affidabili dei legami
sociali, della possibilità di influire sui corsi politici, dell’insicurezza,
che determinano i livelli di soddisfazione e benessere individuale;
Tenere conto della diseguaglianza in tutti gli indicatori di
qualità-della-vita;
Progettare le indagini in modo da considerare i collegamenti tra i
vari domini della qualità-della-vita delle persone, e utilizzare questa
informazione nell’elaborazione delle politiche;
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz”
9
Far sı̀ che gli uffici statistici forniscano informazioni necessarie ad
aggregare le diverse dimensioni degli indicatori nella costruzione di
indici composti;
10
Inserire nei questionari delle indagini statistiche domande per
catturare le valutazioni delle persone circa le loro esperienze
“edoniche” e le loro priorità;
11
Inserire nella valutazione di sostenibilità tavola di indicatori ben
identificati, tutti interpretabili in termini di cambiamento di un
qualche sottostante stock. (Utilizzo di indici monetari non escluso e
focus sugli aspetti economici della sostenibilità);
12
Riservare agli aspetti ambientali della sostenibilità analisi separata
basata su indicatori fisici. (In particolare, necessari indicatori chiari
di prossimità a livelli pericolosi di danno ambientale, come
cambiamento climatico o esaurimento delle risorse della pesca).
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Guerre e catastrofi aumentano il PIL? Broken window
fallacy
Produzione di armi e attività di ricostruzione entrano come poste
attive nel PIL;
Bastiat (1850) affrontò il problema di una vetrina rotta dal figlio di
un negoziante:
Supponiamo costi sei franchi riparare il danno...Il vetraio arriva, fa il suo
lavoro, incassa i sei franchi e si sfrega le mani...Questo è quello che si vede.
Ma se, d’altra parte, si conclude, come spesso si fa, che vada bene rompere
vetri, perché fa circolare denaro e incoraggia l’industria,...la teoria...non
tiene conto di quello che non si vede. Quello che non si vede è che il
negoziante ha speso sei franchi su una cosa, e non può spenderla su
un’altra. Non si vede che, se non avesse dovuto sistemare la finestra,
avrebbe potuto ricomprarsi le scarpe, o aggiungere un libro alla sua libreria.
In assenza di risorse inutilizzate, la produzione di armi o le attività di
ricostruzione distraggono risorse da altri usi ⇒ PIL di pieno impiego
non aumenta.
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Principi di economia – Politica economica
4. Livello dei prezzi e inflazione
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Layout
1
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
2
Definizione e misura dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
3
Costi dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
4
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Aggregati di valore e numeri indice
Aggregati di valore, quali consumi e produzione, possono variare in
funzione di variazioni di:
quantità (o volumi) dei singoli beni;
prezzi dei singoli beni;
p10 q10 + . . . + pn0 qn0 =
n
X
i=1
pi0 :
qi0 :
pit :
qit :
pi0 qi0 6=
n
X
pit qit = p1t q1t + . . . + pnt qnt
i=1
prezzo del bene/servizio i nel periodo 0;
quantità consumata/prodotta di i nel periodo 0;
prezzo del bene/servizio i nel periodo t;
quantità consumata/prodotta di i nel periodo t.
Per scorporare variazioni in volumi e prezzi utilizzati numeri indice
complessi:
indice
indice
indice
indice
di
di
di
di
Laspeyres;
Paasche;
Fisher;
Törnqvist;...
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Indice di Laspeyres
Indice di Laspeyres: numero indice complesso utilizzato per misurare
la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che
utilizza come pesi i valori iniziali;
Indice dei prezzi di Laspeyres:
P
X pit
X pi0 qi0 pit
pit qi0
P
Lp (0, t) = P i
=
vi0
=
pi0
i pi0 qi0
j pj0 qj0 pi0
i
i
pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno base (0);
qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno base (0);
pit : prezzo del bene/servizio i nel periodo t.
qit : quantità consumata/prodotta di i nel periodo t;
vi0 = Ppi0pqj0i0qj0 : quota del valore di i sul totale dell’anno base.
j
L’indice è una media aritmetica ponderata degli indici semplici dei
prezzi dei singoli beni (pit /pi0 ), con pesi costituiti dalla quota del
bene sul totale del valore nell’anno base (vi0 ).
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Indice dei Prezzi al Consumo
Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) (Consumer Price Index, CPI):
numero indice complesso che misura la variazione dei prezzi dei beni
e servizi finali acquistati dal consumatore medio (variazione del
livello generale dei prezzi al consumo);
IPC è (quasi) un indice dei prezzi di Laspeyres che utilizza:
quantità dei beni che entrano in un paniere di consumo nell’anno
base (0);
prezzi dei beni che costituiscono quel paniere:
nell’anno base (0);
nell’anno di riferimento (t).
IPC non perfettamente equivalente ad un indice di Laspeyres:
periodo di riferimento per pesi/quantità spesso precedente quello dei
prezzi iniziali (IPC di fatto indice di Lowe o indice di Young ).
IPC diversi per:
paniere di consumo considerato;
tipo di prezzi considerati;
anno base.
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Modalità di calcolo dell’IPC
1
Analisi del comportamento dei consumatori e determinazione della
struttura del paniere di consumo, cioè quanta parte delle spese del
consumatore medio sono costituite da acquisti di ogni bene:
v10 , v20 , . . . , vn0 ;
2
Rilevazione del prezzo di ciascun bene nell’anno base:
p10 , p20 , . . . , pn0 ;
Rilevazione del prezzo di ciascun bene nel periodo t per cui si vuole
calcolare l’indice: p1t , p2t , . . . , pnt ;
3
pn0
p10 p20
p1t , p2t , . . . , pnt ;
4
Calcolo degli indici semplici di prezzo:
5
Calcolo dell’IPC come media ponderata (moltiplicata per 100) degli
indici di prezzo semplici:
p1t
p2t
pnt
× 100
v10
+ v20
+ . . . + vn0
p10
p20
pn0
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Esempio di calcolo dell’IPC
I consumatori consumano due soli beni:
pizza margherita;
birra media alla spina.
Nel 2005:
1/3 delle loro spese va in pizza e i restanti 2/3 in birra.
prezzo medio di:
pizza margherita: 3.5 e;
birra media alla spina: 3 e.
Nel 2012, prezzo medio di:
pizza margherita: 4 e;
birra media alla spina: 4.5 e.
IPC 2012 (base 2005=100):
ppizza,2012
pbirra,2012
2005
IPC2012
= vpizza,2005
+ vbirra,2005
× 100
ppizza,2005
pbirra,2005
1
4
2 4.5
× 100 = 138.09
×
+ ×
=
3 3.5 3
3
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Indici dei prezzi in Italia
In Italia, ISTAT calcola tre diversi indici:
1
Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività
(NIC): calcolato con riferimento a
intera popolazione presente sul territorio nazionale;
insieme di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie ed aventi un
effettivo prezzo di mercato;
2
Indice nazionale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e
Impiegati (FOI):
calcolato con riferimento ai consumi delle famiglie facenti capo a un
lavoratore dipendente (extragricolo);
utilizzato per l’adeguamento di affitti e assegni di mantenimento;
3
Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi membri
dell’Unione Europea (IPCA) (Harmonized Indices of Consumer
Prices, HICP):
calcolato dal 1997 come misura comparabile dell’inflazione a livello
europeo;
mentre NIC e FOI considerano il prezzo pieno di vendita, IPCA
considera il prezzo effettivamente pagato dal consumatore (es. nel
caso dei medicinali solo il ticket).
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Struttura di ponderazione nel NIC
Codice
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
Classi
Prodotti alimentari e bevande analcoliche
Bevande alcoliche e tabacchi
Abbigliamento e calzature
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili
Mobili, articoli e servizi per la casa
Servizi sanitari e spese per la salute
Trasporti
Comunicazioni
Ricreazione, spettacoli e cultura
Istruzione
Servizi ricettivi e di ristorazione
Altri beni e servizi
Totale
Pesi
159,786
31,521
86,363
104,366
79,370
77,286
151,985
24,796
78,762
11,411
108,361
85,993
1,000,000
0.16
0.03
0.09
0.10
0.08
0.08
0.15
0.02
0.08
0.01
0.11
0.09
Fonte: ISTAT, 2012.
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Struttura di ponderazione nel NIC
Fonte: ISTAT, 2012.
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati 1861-2010
Fonte: ISTAT, 2012.
Figura: FOI in scala logaritmica (Base: 1913 = 1) Anni 1861-2010
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
IPC per le famiglie di operai e impiegati 1861-1942
(a) 1861-1913
(b) 1914-1942
Fonte: ISTAT, 2012.
Figura: FOI (Base: 1913 = 1) 1861-1942
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
IPC per le famiglie di operai e impiegati 1973-2010
(a) 1942-1973
(b) 1973-2010
Fonte: ISTAT, 2012.
Figura: FOI (Base: 1913 = 1) 1973-2010
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Deflatore del PIL
Altra misura utilizzata per seguire l’andamento dei prezzi di
un’economia è il deflatore del PIL;
Deflatore del PIL (GDP deflator ): numero indice che misura i
cambiamenti del PIL attribuibili a variazioni dei prezzi, e non dei
volumi, come rapporto tra PIL nominale (Yt ) e reale (Ȳt0 ) nel
periodo di riferimento:
D(0, t) =
Yt
× 100
Ȳt0
Poiché PIL nominale e reale coincidono nell’anno base (Y0 = Ȳ00 ),
deflatore del PIL nell’anno base uguale a 100 per costruzione;
Dati PIL nominale e deflatore, PIL reale calcolabile come:
Yt0 =
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Yt
× 100
D(0, t)
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
PIL reale, nominale e deflatore in Italia 1980-2011
Fonte: World Economic Outlook, 2011.
Figura: PIL nominale e reale (Miliardi di euro, anno base = 2000) e deflatore
del PIL, 1980-2010
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
IPC come numero indice complesso
Indici dei prezzi in Italia
Deflatore del PIL
Deflatore e IPC in Italia 1980-2011
Fonte: World Economic Outlook, 2011.
Figura: Deflatore del PIL (anno base = 2000) e IPC (anno base = 2005) in
Italia 1980-2010
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Inflazione e tasso di inflazione
Inflazione: aumento del livello generale dei prezzi;
Tasso di inflazione: tasso a cui aumenta il livello dei prezzi, calcolato
come variazione percentuale degli indici di prezzo:
Indice dei Prezzi al Consumo:
πt =
∆IPCt
× 100
IPCt
Deflatore del PIL:
πt =
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∆Deflatoret
× 100
Deflatoret
Principi di economia – Politica economica
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Inflazione nei paesi sviluppati e in via di sviluppo 1980-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
18/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Mappa dell’inflazione 2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
19/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Tasso di inflazione in Italia, USA e Cina 1980-2010
Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010).
Figura: Variazione percentuale annuale dell’IPC
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
20/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Tasso di inflazione negli Stati Uniti 1970-2011
Fonte: OECD, 2011.
Figura: Variazione percentuale annuale dell’IPC negli Stati Uniti 1970-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
21/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Tasso di inflazione in Italia 1861-2010
Fonte: ISTAT, 2012.
Figura: Variazione percentuale annuale FOI
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
22/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Tasso di inflazione in Italia 1960-2010
Fonte: ISTAT, 2012.
Figura: Variazione percentuale annuale FOI
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Limiti dell’IPC come indice di costo della vita
IPC di fatto via di mezzo tra indice di costo dei beni e indice di
costo della vita (cost of living index);
Limiti dell’IPC come indice di costo della vita:
1
distorsione da sostituzione:
quote di spesa nei singoli beni considerate costanti, ma...
possibilità per il consumatore di sostituire beni divenuti relativamente
più costosi con succedanei (effetto sostituzione non considerato).
2
introduzione di nuovi beni:
nuovi beni aumentano la gamma delle scelte del consumatore;
un indice del costo della vita dovrebbe riflettere questo aumento
registrando una diminuzione, ma IPC non diminuisce e all’inizio
neanche ricomprende i nuovi beni.
3
difficoltà di misurazione delle variazioni qualitative:
aumento della qualità dei beni, costante il prezzo, diminuisce il costo
della vita;
gli uffici di statistica cercano di confrontare beni qualitativamente
omogenei e aggiustare i prezzi per la qualità (metodo dei prezzi
edonici), ma aggiustamento imperfetto.
4
differenze nelle abitudini di spesa da individuo a individuo:
IPC considera solo il consumatore medio.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
24/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
IPC come limite superiore dell’aumento del costo della vita
I limiti dell’IPC, in particolare:
distorsione da sostituzione;
introduzione di nuovi beni;
difficoltà di misurazione delle variazioni qualitative
collegati a:
tendenza dei prezzi ad aumentare;
comparsa costante sul mercato di nuovi beni;
tendenza generale all’aumento della qualità dei beni e servizi;
implicano sovrastime sistematiche dell’aumento del costo della vita.
In base ai risultati della Commissione Boskin negli USA nel 1996
correzioni per i miglioramenti qualitativi possono condurre a
diminuzioni dei tassi di crescita dell’inflazione dello 0.6% annuo;
Ampio dibattito: utilizzo di indici corretti per la qualità
permetterebbe allo Stato risparmi consistenti per pensioni, stipendi e
obbligazioni indicizzati.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
25/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Tasso di inflazione misurato sulla base dell’IPC e del deflatore spesso
diversi, perché:
diversità nei beni e servizi considerati:
deflatore del PIL riflette l’andamento dei prezzi dei beni e servizi finali
prodotti internamente;
IPC riflette l’andamento dei prezzi dei beni e servizi acquistati dai
consumatori, anche se importati.
costanza o meno del paniere considerato:
nel deflatore del PIL il paniere di riferimento cambia
automaticamente nel corso del tempo;
nell’IPC il paniere di riferimento rimane costante.
NB: Un aumento del prezzo del petrolio nei Paesi importatori netti
(come l’Italia) aumenta l’IPC più del deflatore: quota di spesa del
consumatore finale in petrolio e suoi derivati maggiore di quella
corrispondente al contributo dato alla formazione del PIL.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
26/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Deflatore e IPC in Italia 1980-2011
Fonte: World Economic Outlook, 2011.
Figura: Deflatore del PIL (anno base = 2000) e IPC (anno base = 2005) in
Italia 1980-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
27/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Definizione di inflazione
Dati sull’inflazione
IPC e inflazione
Deflatore del PIL e inflazione
Inflazione misurata con deflatore e IPC in Italia 1980-2011
Fonte: World Economic Outlook, 2011.
Figura: Tasso di inflazione misurata con deflatore del PIL e IPC in Italia
1980-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
Costi dell’inflazione
Costo delle suole: costo-opportunità di minimizzare la liquidità
detenuta;
Costo dei menu: costi sostenuti per determinare il nuovo livello dei
prezzi, stampare e diffondere nuovi listini, ecc.;
Interferenza nel sistema dei prezzi: confusione tra variazione dei
prezzi assoluti e relativi con conseguente allocazione inefficiente delle
risorse;
Drenaggio fiscale (fiscal drag ): slittamento delle aliquote
contributive con aumento del carico reale della tassazione;
Redistribuzione inattesa della ricchezza: tassi di inflazione
inaspettatamente elevati favoriscono i debitori a danno dei creditori;
Interferenza nella pianificazione di lungo periodo di famiglie e
imprese.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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29/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
Iperinflazione
Aumento del tasso d’inflazione porta anche un aumento della
volatilità dell’inflazione stessa ⇒ rischio di iperinflazione;
Iperinflazione: situazione in cui il tasso di inflazione è estremamente
elevato;
Alcuni economisti definiscono iperinflazione l’inflazione con tassi
mensili maggiori o uguali al 50% (corrispondenti a tassi annuali pari
al 12875%);
All’iperinflazione segue spesso l’abbandono della valuta da parte
della popolazione e la sostituzione con:
valute estere, spesso scambiate sul mercato nero per via dei controlli
valutari;
economia di baratto.
Zimbabwe: primo Paese a sperimentare un fenomeno
iper-inflazionistico nel nuovo millennio (dal febbraio 2007)...
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
30/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
Tassi di inflazione mensili più alti della storia
Paese
Mese
Tasso mensile
Ungheria
Zimbabwe
Jugoslavia
Germania
Grecia
Cina
Luglio 1946
Novembre 2008
Gennaio 1994
Ottobre 1923
Novembre 1944
Maggio 1949
1.30 × 1016 %
79,600,000,000%
313,000,000%
29,500%
11,300%
4,210%
Tasso giornaliero
equivalente
195%
98.0%
64.6%
20.9%
17.1%
13.4%
Tempo necessario per
il raddoppio dei prezzi
15.6 ore
24.7 ore
1.4 giorni
3.7 giorni
4.5 giorni
5.6 giorni
Fonte: Prof. S. H. Hanke, Febbraio 5, 2009..
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
31/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
Deflazione
La deflazione sta all’inflazione come l’ipotermia sta a una febbre da
cavallo. Ha un effetto raggelante sugli individui e sulle economie e ne
rallenta i sistemi vitali. Colpisce al cuore oltre che alla testa, e i tagli di
capelli e i karaoke a basso costo sono una magrissima consolazione.
(“Price cuts are cold comfort in deflation’s chill”, The Times, 18 feb 2009)
Deflazione (deflation): diminuzione del livello generale dei prezzi
(tasso di inflazione negativo);
Deflazione 6= disinflazione (disinflation), una diminuzione del tasso
di inflazione;
Deflazione pericolosa per trappola della liquidità (liquidity trap).
Periodi di deflazione non cosı̀ rari durante il gold standard;
Deflazione recente prolungata in Giappone...
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
32/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Iperinflazione
Deflazione
Deflazione giapponese
Fonte: IMF World Economic Outlook, 2012.
Figura: Variazione percentuale indice dei prezzi al consumo e deflatore del PIL
in Giappone, 1980-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
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33/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Variabili nominali e reali
Non siamo interessati al denaro in quanto tale, ma al suo potere
d’acquisto;
Data una somma di denaro X , ipotizzando che il prezzo di un
paniere tipo di consumo al tempo t sia Pt , il valore reale di X , cioè
il numero di panieri acquistabili con X , è:
X /Pt al tempo t;
X /Pt+1 al tempo t + 1.
Per confrontare valori nominali in periodi diversi dobbiamo tenere
conto del livello dei prezzi:
X t1 = X t2
P t1
P t2
Xti valore monetario nel periodo ti (i ∈ {1, 2});
Pt1 livello dei prezzi nel periodo ti .
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Esempio: utilizzo dell’IPC per depurare dall’inflazione
Dati IPC (generali medi senza tabacchi, anno base = 1995) nel 2000
e nel 2010:
1995
IPC2000
= 112.7
1995
IPC2010
= 139.0
Per sapere quanti euro garantiscono nel 2010 lo stesso potere
d’acquisto garantito da 1000e nel 2000, occorre calcolare:
1000 ×
139
≈ 1233.36
112.7
Nel periodo 2000-2010 c’è stata un’inflazione pari al 23.3%.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Tassi di interesse nominali e reali
Tasso d’interesse nominale:
it =
Xt+1 − Xt
∆X
=
Xt
Xt
Xt+1 = (1 + it )Xt
Xt : somma di denaro investita al tempo t;
Xt+1 : somma di denaro ricevuta al tempo t + 1.
Tasso d’interesse reale:
rt =
∆Q
Qt+1 − Qt
=
Qt
Qt
Qt+1 = (1 + rt )Qt
Qt : quantità di panieri di consumo investita al tempo t;
Qt+1 : quantità di panieri di consumo ricevuta al tempo t + 1.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Dal tasso nominale a quello reale
Data una somma di denaro Xt si ha:
X t = P t Qt
dove Pt è il prezzo di un paniere di consumo e Qt la sua quantità
acquistata sul mercato;
Il tasso di inflazione è:
πt =
Giuseppe Vittucci Marzetti
Pt+1 − Pt
∆Pt
=
Pt
Pt
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37/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Dal tasso nominale a quello reale
Formula esatta:
=
=
Xt+1
Pt+1 Qt+1
Qt+1
Qt
Qt+1 − Qt
1+
Qt
=
1 + rt
=
1 + rt
=
=
(1 + it )Xt
(1 + it )Pt Qt
Pt
(1 + it )
Pt+1
Pt
(1 + it )
Pt+1
1 + it
1+
Pt+1 −Pt
Pt
1 + it
1 + πt
Formula approssimata (approssimazione buona quando inflazione e
interesse nominale sono piccoli (< 0.2)):
r t ≈ i t − πt
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Tasso di interesse nominale e reale negli Stati Uniti
Fonte: Principal Global Indicators, 2011.
Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Tasso di interesse nominale e reale in Giappone
Fonte: Principal Global Indicators, 2011.
Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
40/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Tasso di interesse nominale e reale in Italia
Fonte: Principal Global Indicators, 2011.
Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/42
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL
Definizione e misura dell’inflazione
Costi dell’inflazione
Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione
Variabili nominali e reali
Tassi d’interesse nominali e reali
Effetto Fisher
Effetto Fisher
Tassi di interesse nominali alti (bassi) in periodi di alta (bassa)
inflazione, per compensare i debitori della perdita di potere di
acquisto della moneta;
Effetto Fisher : tendenza del tasso di interesse nominale a seguire le
dinamiche dell’inflazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Principi di economia – Politica economica
8. Fluttuazioni economiche
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Layout
1
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
2
Analisi delle fluttuazioni economiche
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
3
Distinzione tra breve e lungo periodo
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
PIL reale di Italia, Regno Unito e Stati Uniti 1830-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
PIL reale di Italia, Regno Unito e Stati Uniti 1830-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: PIL reale in scala logaritmica (Miliardi 1990 International
Geary-Khamis dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Tassi di crescita del PIL reale in Italia, Regno Unito e Stati
Uniti 1830-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: Tasso di crescita del PIL reale (Miliardi 1990 International
Geary-Khamis dollars)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
PIL reale degli Stati Uniti 1925-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli:
linea gialla; tasso di crescita: linea rossa)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
PIL reale del Regno Unito 1925-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli:
linea gialla; tasso di crescita: linea rossa)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
PIL reale dell’Italia 1925-2011
Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011.
Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli:
linea gialla; tasso di crescita: linea rossa)
Giuseppe Vittucci Marzetti
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8/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Tassi di crescita del PIL reale 1998-2012
Fonte: Conference Board Total Economy Database 2013.
Figura: Tassi di crescita del PIL reale
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
La grande illusione...
Fonte: Wikipedia, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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10/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Composizione del PIL negli Stati Uniti
Fonte: Eurostat, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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11/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Composizione del PIL in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
12/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Investimenti e consumi in Germania e Regno Unito
1990-2012
(a) Germania
(b) Regno Unito
Fonte: Eurostat, 2013.
Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 =
100)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Investimenti e consumi in Francia e Spagna 1990-2012
(c) Francia
(d) Spagna
Fonte: Eurostat, 2013.
Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 =
100)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Investimenti e consumi in Italia 1990-2012
(e) Italia
Fonte: Eurostat, 2013.
Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 =
100)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Domanda di beni durevoli negli Stati Uniti 1990-2012
Fonte: FRED Economic Data, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
16/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Tassi di crescita del PIL reale, inflazione e tasso di
disoccupazione negli Stati Uniti
Fonte: OECD, 2011; Maddison Project, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
17/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Tassi di crescita del PIL reale, inflazione e tasso di
disoccupazione in Italia
Fonte: OECD, 2011; Maddison Project, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
18/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Fatti stilizzati: ciclo economico
Periodi di espansione e contrazione hanno caratterizzato le economie
fin dall’800;
Ciclo economico (business cycle) non “ciclico”: fluttuazioni
abbastanza irregolari
Grande depressione (Great depression) 1929-1933 (43 mesi);
Espansione 1933-1937: senza assorbimento dell’occupazione (jobless
recovery );
Seconda guerra mondiale 1939-1945;
Espansione 1961-1969;
Crisi petrolifera: recessione 1973-1975;
Recessione 1981-1982;
Espansione 1983-1990;
Great moderation (1991-2001);
Recessione del 2001: dotcom bubble;
Crisi finanziaria del 2008.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
19/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Variabili cicliche
Alcune variabili:
anticicliche (countercyclical). Es.
disoccupazione: debolmente anticiclica con media positiva (casi di
jobless recovery ).
procicliche (procyclical). Es.
consumi di beni durevoli;
investimenti fissi;
produzione industriale;
inflazione: debolmente anticiclica (possibili casi di stagflazione:
recessione + inflazione).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
20/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Relazione tra crescita e disoccupazione: la legge di Okun
Correlazione negativa tra tasso di crescita del PIL reale e variazione
del tasso di disoccupazione:
ut − ut−1 = α − βgyt
La relazione è nota come legge di Okun:
ut − ut−1 = −β(gyt − ḡy )
dove ḡ è il tasso di crescita positivo minimo necessario per non far
aumentare la disoccupazione;
Calcolata per gli USA con dati dagli anni 70:
ut − ut−1 = −0.4(gyt − 3%)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
21/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Legge di Okun nelle economie avanzate
ut − ut−1 = − 0.2 (gyt − 3.6% )
(0.01)
(0.146)
Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012.
Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di
disoccupazione nelle economie avanzate (34 Paesi), 1981-2010 (errore standard
in parentesi)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
22/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Legge di Okun negli USA
Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012.
Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di
disoccupazione negli Stati Uniti, 1981-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
PIL reale: livelli e tassi di crescita
Struttura del PIL
Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL
La legge di Okun
Legge di Okun in Italia
Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012.
Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di
disoccupazione in Italia, 1981-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
24/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Ciclo economico
Il termine ciclo economico (business cycle) si
riferisce a fluttuazioni—attorno a un trend di
crescita di lungo periodo—dell’attività economica
nell’arco di diversi mesi o anni riguardanti il
sistema economico nel complesso;
Fasi del ciclo economico:
1
2
3
4
5
espansione (expansion);
picco (peak);
recessione (recession), o contrazione
(contraction);
punto di svolta inferiore (trough);
ripresa (recovery ).
A volte si parla di:
boom, per grandi espansioni;
depressioni, per grandi recessioni.
Nella definizione comunemente utilizzata, si ha
recessione in caso di due trimestri consecutivi di
calo del PIL reale;
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
25/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Ciclo o fluttuazioni?
In passato, si riteneva che le fluttuazioni fossero abbastanza regolari
e di durata prevedibile;
Oggi si tende a ritenere che le fluttuazioni al contrario siano
irregolari e imprevedibili, quanto a:
frequenza;
ampiezza;
durata.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
26/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Teorie del “ciclo”
Teoria keynesiana: fluttuazioni risultato dei cambiamenti nella
domanda aggregata con possibili equilibri di breve periodo con
sotto-occupazione (non necessariamente regolari, ma modelli con
moltiplicatori e acceleratori generano cicli, es. Samuelson, 1939);
Teoria del Real Business Cycle (RBC): fluttuazioni risultato di shock
tecnologici esogeni;
Political business cycle: ciclo risultato della manipolazione degli
strumenti di politica economica da parte dei governanti al potere che
tentano di stimolare (frenare) l’economia prima di (dopo) elezioni;
Teoria austriaca del ciclo economico: ciclo risultato della eccessiva
creazione di credito bancario incoraggiato dalle banche centrali;
Ciclo creditizio (e.g. Fisher e Minsky): ciclo causato dalle dinamiche
di leverage eccessivo e successivo deleveraging;
Teoria marxiana: ciclo intimamente collegato alla crescita
capitalistica;
Teoria schumpeteriana dei “grappoli di innovazione”;...
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
27/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Business Cycle Dating Committee del NBER
Negli USA, la Business Cycle Dating Committee del National Bureau of
Economic Research (NBER) si occupa della datazione del ciclo
economico:
istituita dal Presidente del NBER nel 1978;
definisce recessione (recession) o contrazione (contraction) come un
“calo significativo dell’attività economica diffuso in tutta l’economia,
della durata di più di un paio di mesi, normalmente visibile in PIL
reale, reddito reale, occupazione, produzione industriale, e vendite al
dettaglio/ingrosso;
identifica il mese iniziale—picco o punto di svolta superiore (peak)—
e quello finale—punto di svolta inferiore (trough)—delle recessioni;
non distingue recessioni e depressioni;
si basa su pochi indicatori disponibili su base mensile:
produzione industriale;
vendite complessive settore dell’industria e del commercio (ingrosso e
dettaglio);
occupazione non agricola;
redditi reali al netto delle imposte ed esclusi i sussidi.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
28/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
US Business Cycle Expansions and Contractions
Peak
Trough
Giugno 1857
Ottobre 1860
Aprile 1865
Giugno 1869
Ottobre 1973
Marzo 1882
Marzo 1887
Luglio 1890
Gennaio 1893
Dicembre 1895
Giugno 1899
Settembre 1902
Maggio 1907
Gennaio 1910
Gennaio 1913
Agosto 1918
Gennaio 1920
Dicembre 1858
Giugno 1861
Dicembre 1867
Dicembre 1870
Marzo 1879
Maggio 1885
Aprile 1888
Maggio 1891
Giugno 1894
Giugno 1897
Dicembre 1900
Agosto 1904
Giugno 1908
Gennaio 1912
Dicembre 1914
Marzo 1919
Luglio 1921
Contrazione
(peak to trough)
18
8
32
18
65
38
13
10
17
18
18
23
13
24
23
7
18
Fonte: NBER, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
29/35
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Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
US Business Cycle Expansions and Contractions
Peak
Trough
Maggio 1923
Ottobre 1926
Agosto 1929
Maggio 1937
Febbraio 1945
Novembre 1948
Luglio 1953
Agosto 1957
Aprile 1960
Dicembre 1969
Novembre 1973
Gennaio 1980
Luglio 1981
Luglio 1990
Marzo 2001
Dicembre 2007
Luglio 1924
Novembre 1927
Marzo 1933
Giugno 1938
Ottobre 1945
Ottobre 1949
Maggio 1954
Aprile 1958
Febbraio 1961
Novembre 1970
Marzo 1975
Luglio 1980
Novembre 1982
Marzo 1991
Novembre 2001
Giugno 2009
Contrazione
(peak to trough)
14
13
43
13
8
11
10
8
10
11
16
6
16
8
8
18
Fonte: NBER, 2011.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
30/35
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Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
La Seconda Grande Contrazione
Perché tutti continuano a far riferimento alla recente crisi finanziaria
chiamandola “La Grande Recessione”? ...questo termine è basato su una
diagnosi sbagliata, e per questo pericolosa...
L’espressione...dà l’impressione che l’economia stia assumendo il profilo di
una tipica recessione, anche se un po’ più severa—qualcosa come
un’influenza molto brutta. ...troppi policymaker si sono basati sulla
convinzione che, alla fine dei conti, quella che osserviamo è solo una
profonda recessione che può essere domata...con gli strumenti di policy
convenzionali, come un’adeguata politica fiscale o bailout massicci.
Tuttavia il vero problema è che l’economia mondiale si è eccessivamente
indebitata, e non c’è alcuna via di scampo veloce senza un piano per
trasferire ricchezza dai creditori ai debitori, tramite dei default o delle
repressioni finanziarie o utilizzando l’inflazione.
Una più accurata, anche se meno rassicurante, definizione della crisi in
corso è “la Seconda Grande Contrazione”...La prima “Grande Contrazione”
naturalmente fu la Grande Depressione, come rilevato da Anna Schwarz e
l’ultimo Milton Friedman. La contrazione si manifesta colpendo non solo
produzione e occupazione, come in una normale recessione, ma anche
debito e credito, e con il deleveraging che tipicamente si completa in
parecchi anni.
(Rogoff, K., 2011, The Second Great Contraction)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
31/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Produzione potenziale e gap di produzione
Produzione potenziale, o PIL potenziale (potential GDP) o
produzione di piena occupazione o PIL di pieno impiego: produzione
ottenibile da un sistema economico che utilizza le sue risorse (lavoro,
capitale, terra, ...) ai livelli normali;
PIL potenziale diverso da produzione massima;
Fluttuazioni economiche dovute a:
cambiamenti nel PIL potenziale per:
aumenti/diminuzione dei fattori (es. immigrazione, accumulazione di
capitale, guerre o calamità naturali);
aumenti nella produttività dei fattori (es. learning-by-doing o
progresso tecnologico).
differenze tra produzione potenziale ed effettiva (actual GDP).
Gap di produzione (output gap): differenza tra PIL effettivo (Y ) e
potenziale (Y ∗ ):
gap espansivo: PIL effettivo maggiore di PIL potenziale;
gap recessivo: PIL effettivo minore di PIL potenziale.
Stime dei gap soggette a significativi margini di incertezza.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
32/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Gap di produzione di Italia e Stati Uniti
Fonte: IMF WEO, 2011.
Figura: Output gap in percentuale del PIL potenziale
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
33/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Definizioni
Business Cycle Dating Committee del NBER
Produzione potenziale e gap di produzione
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica
Tassi di disoccupazione (u) elevati indicano la presenza di risorse
inutilizzate;
Tasso naturale di disoccupazione (u ∗ ): somma di
disoccupazione frizionale: disoccupazione di breve periodo associata
al problema di matching tra offerta e domanda di lavoro;
disoccupazione strutturale: disoccupazione cronica di lungo periodo,
consistente con il PIL di pieno impiego.
Disoccupazione ciclica: disoccupazione che si verifica durante i
periodi di recessione, aggiuntiva rispetto al tasso normale;
u − u∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
34/35
Evidenza sulle fluttuazioni economiche
Analisi delle fluttuazioni economiche
Distinzione tra breve e lungo periodo
Distinzione tra breve e lungo periodo
In un mondo caratterizzato da prezzi (dei beni e dei fattori) che si
aggiustano immediatamente per equilibrare domanda e offerta di
tutti i beni, servizi e fattori, gap di produzione non possibili;
Per molti beni e servizi, ipotesi di aggiustamento immediato non
realistica;
In particolare:
nel breve periodo le imprese tendono a soddisfare la domanda a
prezzi dati;
nel lungo periodo, i prezzi si adattano ai loro livelli di equilibrio di
mercato (market-clearing ).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
35/35
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Principi di economia – Politica economica
5. Mercato del lavoro e disoccupazione
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Layout
1
Mercato del lavoro
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
2
Definizioni Istat/Eurostat
Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività
3
Andamenti di salari reali e occupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
4
Cause e costi della disoccupazione
Tipi di disoccupazione
Ostacoli alla piena occupazione
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato ed equilibrio di mercato
Mercato dato dall’insieme dei compratori e venditori di un certo
bene o servizio e dalle loro relazioni di scambio;
Mercato come “luogo” di incontro tra domanda e offerta;
Equilibrio di mercato in economia richiama il concetto di equilibrio
in fisica:
“condizione di un corpo che sta fermo o movendosi conserva
un suo determinato assetto, dovuta alla reciproca
compensazione delle forze che agiscono su di esso”
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Funzione e tipologie dei mercati
I mercati svolgono funzione di allocazione di risorse scarse:
beni e servizi destinati al consumo –
Mercati di beni e servizi;
lavoro, capitale, materie prime e altri fattori produttivi –
Mercati dei fattori di produzione
Mercati dei capitali;
Mercati del lavoro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato del lavoro
Mercato del lavoro “luogo” in cui si incontrano gli agenti economici
che domandano e offrono servizi lavorativi:
Offerta di lavoro: costituita dall’insieme delle famiglie che offrono
servizi lavorativi alle imprese in cambio di reddito;
Domanda di lavoro: costituita dall’insieme delle imprese che
domandano servizi lavorativi alle famiglie dando in cambio parte del
valore generato nell’attività di produzione.
Prezzo: salario percepito dal lavoratore in cambio dei servizi offerti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Domanda di lavoro
Domanda di lavoro come domanda di tipo derivato: lavoro
domandato dall’impresa come mezzo per produrre beni e servizi;
Se l’impresa massimizza il profitto si ha:
max p × q(L) − w × L
L
| {z } | {z }
Ricavi
Costi
p: prezzo del bene prodotto e venduto dall’impresa;
w : salario;
L: quantità di lavoro domandata;
q: output (funzione del lavoro).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Domanda di lavoro e valore del prodotto marginale
Condizione necessaria per la massimizzazione:
∆q
p×
| {z∆L}
= |{z}
w
Salario
Valore del prodotto marginale
∆q/∆L: produttività marginale (o prodotto marginale) del lavoro –
incremento di produzione (∆q) attribuibile ad ogni lavoratore
aggiuntivo (∆L);
p × ∆q/∆L: valore del prodotto marginale.
Guardando al salario reale si ha:
∆q
p
×
|P {z∆L}
Valore reale del prodotto marginale
=
w
P
|{z}
Salario reale
con P livello generale dei prezzi.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Produttività marginale decrescente e domanda di lavoro
Principio della produttività marginale decrescente (o legge dei
rendimenti decrescenti dei fattori): la produttività marginale di un
fattore (almeno dopo un certo livello di impiego dello stesso)
diminuisce al crescere del livello assoluto del suo impiego, costanti
gli altri fattori.
Applicato al lavoro il principio implica:
L↑⇔
∆q
↓
∆L
Domanda di lavoro (L) quindi funzione decrescente del saggio di
salario (w ):
∆q
↓⇒L↑
w ↓⇒p×
∆L
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
8/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Curva di domanda di lavoro
w
P
p
P
×
∆q
∆L
L
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/61
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Spostamenti della curva di domanda di lavoro
w
P
w
P
p
P
p
P
×
∆q
↑ × ∆L
∆q
∆L
p
P
p
P
L
×
×
∆q
∆L
↑
∆q
∆L
L
(a) Aumento del prezzo (relativo) del prodotto (b) Aumento della produttività marginale del
lavoro
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
10/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Offerta di lavoro
Le famiglie offrono servizi lavorativi alle imprese;
Offerta di lavoro data dal numero complessivo di individui disposti a
lavorare in corrispondenza di ciascun salario reale;
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
11/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Offerta di lavoro individuale come problema di
ottimizzazione vincolata
Individuo massimizza l’utilità che deriva da “beni” alternativi:
insieme dei beni e servizi acquistabili sul mercato;
tempo libero di cui disporre dedicato ad attività non di mercato.
Decisione individuale circa l’ammontare di ore lavorative da offrire
sul mercato (offerta di lavoro individuale) visto come problema di
massimizzazione dell’utilità sotto vincoli costituiti da:
tempo;
risorse disponibili.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
12/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Effetto di un aumento del salario sull’offerta di lavoro
individuale
Un aumento del salario reale produce due effetti:
effetto sostituzione: aumenta il costo-opportunità del tempo libero
⇒ Bene diventato relativamente più costoso (tempo libero)
sostituito con l’altro (insieme dei beni e servizi di mercato
acquistabili con il salario percepito lavorando)
effetto reddito: aumenta l’ammontare di reddito percepito con un
dato ammontare di lavoro
⇒ Aumento del consumo di:
beni acquistati sul mercato, e
tempo libero di cui si decide di voler disporre.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Effetto di un aumento del salario sull’offerta di lavoro
individuale
In teoria un aumento del saggio di salario di mercato può aumentare
o diminuire l’ammontare di ore di lavoro offerte sul mercato:
aumenta le ore offerte con effetto sostituzione prevalente su effetto
reddito;
diminuisce le ore offerte con effetto reddito prevalente su effetto
sostituzione.
In pratica effetto sostituzione prevalente su effetto reddito
⇒ Aumento del salario aumenta offerta di ore di lavoro degli
individui.
Un aumento del saggio di salario aumenta sempre la partecipazione
al mercato del lavoro: persone che prima offrivano zero ore possono
diventare disposte a lavorare per una o più ore.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Curva di offerta di lavoro
Offerta di lavoro aggregata data dal numero complessivo di individui
disposti a lavorare in corrispondenza di ciascun salario reale;
Poiché numero di individui disposti a lavorare (o numero di ore
offerte) cresce al crescere del salario, curva con inclinazione positiva.
w
P
L
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Spostamenti della curva di offerta di lavoro
w
P
L
Spostamenti verso destra della curva di offerta possono derivare da:
aumento della popolazione in età lavorativa;
cambiamenti sociali che aumentano (a salario dato) il tasso di
partecipazione, cioè la percentuale di persone in età lavorativa che
offrono lavoro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
16/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Equilibrio nel mercato del lavoro
w
P
SL
we
P
DL
Le
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
L
17/61
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Cambiamenti dell’equilibrio nel mercato del lavoro
w
P
w
P
SL
SL
SL’
w
P’
w
P
w
P
DL’
w
P’
DL
L
L’
DL
L
(a) Aumento della produttività del lavoro e/o del
prezzo del bene
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
L
L’
L
(b) Aumento della popolazione
18/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Cambiamenti dell’equilibrio in caso di espansioni
proporzionali di domanda e offerta
w
P
SL’
SL
w
P
DL’
DL
L
L’
L
Es.: produttività del lavoro cresce ad un tasso pari a quello della
popolazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
19/61
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Effetti della legislazione sul salario minimo
w
P
SL
w
Pm
b
b
w
P
DL
LD
L
LS
L
Disoccupati: LS − LD
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
20/61
Mercati ed equilibrio di mercato
Domanda di lavoro
Offerta di lavoro
Equilibrio
Effetti della legislazione sul salario minimo
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Effetti distributivi della legislazione sul salario minimo
w
P
w
P
SL
w
Pm
SL
w
Pm
b
b
w
P
b
b
w
P
DL
LD
L
LS
DL
L
LD
L
LS
L
(a) Diminuzione del surplus dei produttori (b) Cambiamento del surplus dei lavoratori
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
21/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività
Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi
Occupati: persone di 15 o più anni che nella settimana di
riferimento:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che
preveda un corrispettivo monetario o in natura;
hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un
familiare nella quale collaborano abitualmente;
sono assenti dal lavoro (per ferie, malattia, Cassa integrazione).
Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:
hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle 4
settimane che precedono la settimana di riferimento e sono
disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le 2
settimane successive;
oppure, inizieranno un lavoro entro 3 mesi dalla settimana di
riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività
autonoma) entro le 2 settimane successive, qualora fosse possibile
anticipare l’inizio del lavoro.
Forze di Lavoro: somma di occupati e disoccupati;
Inattivi: persone che non fanno parte delle forze di lavoro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
22/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività
Tasso di attività: rapporto tra le forze di lavoro e la corrispondente
popolazione in età lavorativa (15-64 anni o 15 o più anni)
(FL/POP);
Tasso di inattività: rapporto tra le persone non appartenenti alle
forze di lavoro e la corrispondente popolazione (15-64 anni o 15 o
più anni);
Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la corrispondente
popolazione in età lavorativa (15-64 anni o 15 o più anni) (O/POP).
Tasso di disoccupazione: rapporto tra i disoccupati e le
corrispondenti forze di lavoro (D/FL)
Tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra i disoccupati
da almeno 12 mesi (cd “disoccupati cronici”) e le forze di lavoro.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Produttività del lavoro
Fonte: Conference Board Total Economy Database, 2011.
Figura: PIL per ora lavorata, in 2010 EKS$
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
24/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Produttività del lavoro
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS Database (2009) e GGDC Productivity Level Database
(2008).
Figura: Valore aggiunto lordo per ora lavorata a prezzi costanti (USA 1997 =
100) – livelli (sinistra) e tassi di variazione (destra)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
25/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Produttività, forza lavoro e salario reale in USA
Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
26/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Produttività, forza lavoro e salario reale in Giappone
Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
27/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Produttività, forza lavoro e salario reale in Italia
Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
28/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Difference avg annual growth Labor Prod.−Labor Force
−2
0
2
4
6
8
Correlazione tra differenze crescita produttività-forza
lavoro e andamento del salario reale
Japan 1970
Italy 1965
Japan 1965
Italy 1970
Japan 1975
Italy 1995
Japan 1985
Japan USA
1990 1965 Italy 1980
1980
Japan 2005 Japan
Italy 1990
USA 2005
USA
Italy2010
1985
Japan
Japan
20002010
USA
1995
USA
1985
Italy 2000
Italy 1975
USA 2000
Japan 1995
USA 1990
Italy
2005 USA 1970
Italy 2010
USA 1975
USA 1980
−2
0
2
4
Avg annual growth of real wage
Fonte: Elaborazione
su dati
OECD
Economic
Outlook
Giuseppe Vittucci
Marzetti
Principi
di economia
– Politica(2010).
economica
6
8
29/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Quota dei redditi da lavoro dipendente sul valore aggiunto
62
60
58
56
54
52
50
48
46
44
42
EU15
USA
Italy
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
Figura: Quota dei redditi da lavoro dipendente sul valore aggiunto lordo
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
30/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Quota del lavoro sul valore aggiunto
76
74
72
70
68
66
64
62
EU15
USA
Italy
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
Compenso del lavoro = Ore lavorate dalle persone occupate × Redditi da
lavoro dipendente/Ore lavorate dai dipendenti
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
31/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disuguaglianza salariale in USA
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008).
Figura: Rapporti tra retribuzione oraria lorda di lavoratori high- medium- e
low-skilled
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
32/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disuguaglianza salariale in Italia
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008).
Figura: Rapporti tra retribuzione oraria lorda di lavoratori high- medium- e
low-skilled
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
33/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Possibile spiegazione...
Due categorie di beni: skill-intensive e unskill-intensive;
Con domanda di lavoro crescente allo stesso tasso nei due settori,
aumento del salario relativo dei lavoratori skilled spiegabile solo con
un’espansione dell’offerta di lavoratori skilled minore di quella dei
lavoratori unskilled, ma...
wA
P
wB
P
DL
DL’
SL
DL
SL’
DL’
SL
SL’
′
wA
P
′
wB
P
wB
P
wA
P
LA
′
LA
LA
(a) Beni skilled labor-intensive
Giuseppe Vittucci Marzetti
LB
LB
′
LB
(b) Beni unskilled labor-intensive
Principi di economia – Politica economica
34/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Occupazione relativa di lavoratori skilled e unskilled in USA
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008).
Figura: Rapporti tra ore di lavoro di lavoratori high- medium- e low-skilled
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
35/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Occupazione relativa di lavoratori skilled e unskilled in Italia
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008).
Figura: Rapporti tra le ore di lavoro di lavoratori high- medium- e low-skilled
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
36/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
...che non passa il test. Altre possibili spiegazioni
Aumento dell’occupazione dei lavoratori skilled maggiore di quella
dei lavoratori unskilled;
Unica spiegazione: domanda di lavoro dei lavoratori skilled cresciuta
a tasso maggiore di quella dei lavoratori unskilled. Possibili cause:
Prezzo dei beni nei settori skill-intensive cresciuto rispetto a quello
dei beni intensivi in lavoro unskilled (Es. prezzo dei computer
cresciuto rispetto a quello della stoffa) ⇒ Non passa il test
dell’evidenza: Negli anni 70 avvenuto, ma non negli anni 80-90
(Leamer, 1998);
Produttività marginale del lavoro skilled cresciuta a tasso maggiore di
quella del lavoro unskilled (skill-biased technological change).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
37/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Importanza relativa di progresso tecnico vs. globalizzazione
Commercio internazionale può avere un ruolo nell’aumento della
diseguaglianza salariale;
Cambiamenti nei prezzi relativi e nella composizione dell’output
avvenuti dentro i singoli settori, piuttosto che tra settori (Berman,
Bound & Griliches, 1994) ⇒ Sbagliato guardare all’output e ai
prezzi dei beni finali;
Per molti economisti, crescita del volume e della composizione del
commercio internazionale negli anni 80 e 90 non tale da giustificare
l’aumento osservato del differenziale salariale (es. Krugman, 2000);
Possibile ruolo dell’offshoring (es. Feenstra and Hanson, 2000);
Effetto dell’offshoring sulla diseguaglianza salariale non univoco:
Grossman & Rossi-Hansberg (2006, 2008) e Baldwin &
Robert-Nicoud (2010) dimostrano come sia possibile un effetto
positivo dell’offshoring sul salario dei lavoratori unskilled.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
38/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Tassi di disoccupazione ed “Eurosclerosi”
Fonte: OECD Economic Outlook (2010).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
39/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Tasso di disoccupazione per regione, 2007
Fonte: OECD Regional Statistics, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
40/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Tasso di disoccupazione per regione, 2011
Fonte: OECD Regional Statistics, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Tasso di disoccupazione giovanile per regione, 2007
Fonte: OECD Regional Statistics, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
42/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Tasso di disoccupazione giovanile per regione, 2011
Fonte: OECD Regional Statistics, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
43/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disoccupazione nell’Eurozona
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Tasso di disoccupazione medio per paese, 1997-2008
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
44/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamento della disoccupazione nell’Eurozona
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, 2010.
Figura: Box-plot del tasso di disoccupazione nei paesi dell’EA12, 1997-2008
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
45/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamento della disoccupazione giovanile nell’Eurozona
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, 2010.
Figura: Box-plot del tasso di disoccupazione giovanile nei paesi dell’EA12,
1997-2008
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
46/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamento dei tassi di occupazione, attività e
disoccupazione in Italia
Fonte: Elaborazione dati su OECD Labor Statistics (2010).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
47/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disoccupazione per sesso in Italia
Fonte: Istat (2010).
Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e sesso
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
48/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Inattività per sesso in Italia
Fonte: Istat (2010).
Figura: Tasso di inattività medio 2004-2009 per area geografica e sesso
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
49/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disoccupazione per età in Italia
Fonte: Istat (2010).
Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica ed età
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
50/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disoccupazione per titolo di studio in Italia
Fonte: Istat (2010).
Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e titolo
di studio
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
51/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Retribuzioni per titolo di studio in Italia: la rivincita delle
professioni
Fonte: Miojob - Repubblica.it.
Figura: Retribuzioni lorde annue dal 2003 al 2006 dei giovani con età compresa
tra 24 e 30 anni per titolo di studio occupati in attività impiegatizie
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
52/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Disoccupazione di lungo periodo in Italia
Fonte: Istat (2010).
Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e durata
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
53/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamenti recenti della disoccupazione in Italia
12
40
total (left)
youth (right)
38
11
36
34
10
32
9
30
28
8
26
24
7
22
6
2008
2009
2010
2011
2012
20
2013
Fonte: Istat, 2013.
Figura: Tasso di disoccupazione mensile destagionalizzato, totale e giovanile,
Gennaio 2008-Marzo 2013
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
54/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamenti recenti della disoccupazione in Italia
20
18
Total
Nord
Centro
Mezzogiorno
16
14
12
10
8
6
4
2
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Fonte: Istat, 2013.
Figura: Tasso di disoccupazione trimestrale per area geografica, Q1 2007-Q4
2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
55/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Andamenti recenti della disoccupazione in Italia
55
50
Total
Nord
Centro
Mezzogiorno
45
40
35
30
25
20
15
10
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Fonte: Istat, 2013.
Figura: Tasso di disoccupazione giovanile trimestrale per area geografica, Q1
2007-Q4 2012
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
56/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Mappa della disoccupazione nel mondo, 2000
Fonte: IMF-OECD, 2013.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
57/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Mappa della disoccupazione nel mondo, 2007
Fonte: IMF-OECD, 2013.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
58/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Produttività e salari
Diseguaglianza salariale
Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi
Europa ed Euro-area
Italia
Mappa della disoccupazione nel mondo, 2012
Fonte: IMF-OECD, 2013.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
59/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Tipi di disoccupazione
Ostacoli alla piena occupazione
Tipi di disoccupazione
Disoccupati volontari: individui non disposti a lavorare al salario
prevalente;
Disoccupati involontari: individui che, pur disposti a lavorare al
salario prevalente e attivi nella ricerca di un lavoro, non lo trovano.
Disoccupazione frizionale: dovuta al tempo necessario al matching
tra domanda e offerta di lavoro, essendo queste eterogenee e
mutevoli;
Disoccupazione strutturale: disoccupazione a lungo termine
(cronica) presente anche in periodi di non recessione, dovuta a:
caratteristiche strutturali del mercato del lavoro che ostacolano
l’impiego (es. salario minimo);
mancata corrispondenza a lungo termine tra skill dei lavoratori e
richieste delle imprese;
problemi di discriminazione sociale.
Disoccupazione ciclica: collegata a recessioni economiche e dovuta
all’insufficiente domanda aggregata (rinvio...);
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
60/61
Mercato del lavoro
Definizioni Istat/Eurostat
Andamenti di salari reali e occupazione
Cause e costi della disoccupazione
Tipi di disoccupazione
Ostacoli alla piena occupazione
Ostacoli alla piena occupazione nel lungo periodo
Legislazioni sul salario minimo;
Sindacati;
Sussidi e altre assicurazioni contro la disoccupazione;
Altri regolamenti statali che possono aumentare i costi non salariali
della manodopera.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
61/61
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Principi di economia – Politica economica
1. Presentazione e introduzione al corso
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Layout
1
Introduzione al corso
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
2
Programma del corso
3
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Perché l’economia è difficile
La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari
In mezz’ora...
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Presentazione del docente
Chi sono:
Ricercatore di Politica Economica del Dipartimento di Sociologia e
Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca;
Principali interessi di ricerca:
Economia internazionale;
Teoria delle reti;
Teoria della produzione.
Cosa insegno:
Principi di economia – Politica economica, Sociologia, II anno;
Imprese e reti di imprese, Scienze dell’organizzazione, III anno,
Economia e management aziendale;
International Economics, MiDIC, Università di Bologna;
Mathematics II, Graduate School in Social and Political Sciences,
Università degli Studi di Milano.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Presentazione del corso: temi e finalità
“Non so quanti...leggono di fantascienza, ma c’è una serie molto vecchia di
Isaac Asimov—i romanzi della Fondazione—in cui gli scienziati sociali che
conoscono le vere dinamiche salvano la civiltà. Questo è quello che volevo
essere, ma non esiste, e l’economia è la cosa più simile che c’è; cosı̀ da
adolescente mi ci immersi.”
Introduzione ai temi e agli strumenti della
macroeconomia, della statistica economica e
della politica economica:
contabilità nazionale e principali variabili
macroeconomiche (Prodotto Interno Lordo,
inflazione, disoccupazione,...);
mercato del lavoro e mercati finanziari;
principio keynesiano della domanda effettiva
e ruolo delle politiche di stabilizzazione;
trend e dinamiche di lungo periodo.
Presentazione e discussione di dati italiani e
mondiali tratti da fonti statistiche ufficiali, per
contestualizzare la discussione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
(Paul R. Krugman)
Paul R. Krugman (1953)
Nobel Memorial Prize in
Economics 2008
4/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Riferimenti
Riferimenti base:
Frank, R.H., Bernanke, B.S., McDowell, M., Thom, R. & Pastine, I.
(2013), Principi di Economia, McGraw-Hill, Milano, Capitoli 16-31;
Lucidi del corso.
Consigliata lettura settimanale di (a scelta):
Affari & Finanza, inserto del lunedı̀ di La Repubblica;
Economia e Finanza, inserto del lunedı̀ del Corriere della Sera;
Il Sole 24 ORE, quotidiano;
The Economist, settimanale (in inglese).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Letture facoltative di approfondimento
Uno (o più...) tra i seguenti libri:
Krugman, P. (2009), Il ritorno dell’economia della depressione e la
crisi del 2008, Garzanti;
Reinhart, C.M. & Rogoff, K.S. (2010), Questa volta è diverso. Otto
secoli di follia finanziaria, Il Saggiatore, Roma;
Sorkin, A.R. (2010), Il crollo. Too big to fail, De Agostini;
Eichengreen, B. (2010), Exorbitant Privilege. The Rise and Fall of
the Dollar and the Future of the International Monetary System,
Oxford University Press (in inglese).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Fonti online di informazione economica
Feed RSS:
LaVoce.info;
Paul Krugman – NYT Blog (in inglese);
Peterson Institute: RealTime Economic Issues Watch (in inglese);
Project Syndicate - The New Global Economy;
VoxEU.org: Recent Articles (in inglese).
Podcast:
EconTalk: Russ Roberts, Library of Economics and Liberty (in
inglese);
Peterson Perspectives: Interviews on Current Issues (in inglese);
Vox Talks: interviews with leading economists (in inglese).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Modalità d’esame
Il corso prevede un esame scritto;
Sul sito troverete:
esempi di prova d’esame;
archivio storico delle prove d’esame già assegnate.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
8/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Siti web
Pagina del corso su sito di Sociologia:
http://www.sociologia.unimib.it/default.asp?idPagine=
244&funzione=scheda_insegnamento&corso=28&ins=3994
programma e riferimenti aggiornati del corso;
materiale didattico: lucidi delle lezioni e riferimenti aggiuntivi;
archivio storico delle prove d’esame;
esiti esami;
avvisi agli studenti.
Pagina del corso su piattaforma e-learning di Sociologia: http:
//sociologia.elearning.unimib.it/course/view.php?id=94
avvisi agli studenti;
forum.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
Altre informazioni logistiche
Ricevimento studenti:
su appuntamento via mail;
al termine di ogni lezione, impegni permettendo.
Contatti:
Giuseppe Vittucci Marzetti
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126 Milano
U7 - II piano - stanza 2008b
E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Tel.: +39 02 6448 7457
Fax: +39 02 6448 7561
Homepage: http://unimib.academia.edu/VittucciGiuseppe
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
10/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Presentazione
Bibliografia
Informazioni logistiche
FAQ
FAQ
Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non
vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto cosı̀, vicino a una finestra di
profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni di qua a parlare con noi
dai...” e io: “fate, fate, vi raggiungo dopo...” Vengo! Ci vediamo là. No,
non mi va, non vengo, no.
Libero adattamento di Ecce Bombo (1978) di Nanni Moretti
Raccoglie le firme? No.
Perché frequentare?
Maggiore comprensione e quadro d’insieme del corso;
Pre-appello molto aderente alle lezioni:
temi non trattati a lezione, non oggetto d’esame;
temi trattati a lezione in modo differente o più approfondito, richiesti
a quel livello di dettaglio.
Perché non frequentare?
Nessuna penalizzazione o programmi differenti (almeno sulla carta);
Lucidi del corso comunque disponibili online.
Possibile seguire il corso e sostenere l’esame prima del superamento
di Principi di economia – Economia politica?
Sı̀, ma verbalizzazione possibile solo al superamento di entrambi gli
esami (voto finale: media dei due, approssimata per eccesso).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
11/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Programma del corso
1
2
3
4
Temi e dati della macroeconomia;
PIL e contabilità nazionale;
Livello dei prezzi e inflazione;
Mercati dei fattori:
Mercato del lavoro e disoccupazione;
Risparmio, investimento e sistema finanziario.
5
6
7
Sistema monetario;
Crescita e fluttuazioni economiche di breve periodo;
Macroeconomia keynesiana, modello IS-LM e politiche di
stabilizzazione:
Politica fiscale;
Politica monetaria
8
9
10
Offerta aggregata, modello AD-AS e trade-off
inflazione/disoccupazione;
Macroeconomia delle economie aperte;
Statistiche e dati economici: fonti e consultazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
12/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Perché l’economia è difficile
La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari
In mezz’ora...
Perché l’economia è difficile
Il professor Planck, di Berlino, il famoso inventore della teoria quantistica, mi disse una volta che in un primo momento aveva pensato di studiare economia, ma
di averla trovata troppo difficile! Il professor Planck
avrebbe potuto impadronirsi facilmente dell’intero corpus dell’economia matematica in pochi giorni. Lui non
intendeva questo! Ma che quell’amalgama di logica e
intuizione, e l’estesa conoscenza di fatti, la maggior
parte dei quali non precisi, necessaria per l’interpretazione economica nella sua forma più alta risulta, di
fatto, eccessivamente complessa per coloro il cui dono consiste principalmente nel potere di immaginare e
seguire fino alle loro più estreme conseguenze le implicazioni e le condizioni pregresse di fatti relativamente
semplici, conosciuti con un grado elevato di precisione.
John Maynard Keynes
(1883-1946)
(Keynes, 1951, Essays in Biography, 158n)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Perché l’economia è difficile
La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari
In mezz’ora...
La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari
...Mettiamo che un giornalista chiami un professore di economia per avere
la sua opinione sulla possibilità o meno che il libero scambio con il Paese X
o Y sia una buona idea. Potremo essere certi che l’economista...sarà
entusiasta nel ribadire il proprio supporto al libero scambio.
Ora lasciamo che un reporter si infiltri come studente universitario nel
seminario avanzato del professore... Poniamogli la stessa domanda...Dubito
che questa volta la risposta giunga in modo altrettanto rapido e
succinto...Il professore si lancerà in un’esegesi lunga e tortuosa che alla fine
culminerà in un’affermazione del tutto evasiva: “Dunque, se la lunga lista
di condizioni che vi ho appena citato è sufficiente, e supponendo di poter
tassare i beneficiari per compensare le vittime, il libero scambio ha il
potenziale per incrementare il benessere di tutti”...Un’affermazione diretta
e senza riserve sui benefici del libero scambio viene ora trasformata in
un’asserzione adornata di se e ma. Stranamente, le conoscenze che il
professore trasmette volontariamente e con grande orgoglio ai propri
studenti di livello avanzato vengono considerate inappropriate (e
pericolose) dal pubblico...Applicata in modo adeguato e con una sana dose
di buonsenso, l’economia ci avrebbe preparato alla crisi finanziaria e
mostrato la giusta direzione per stabilirne le cause. Ma l’economia di cui
abbiamo bisogno è del tipo “aula seminari” e non “regola del pollice”.
(Dani Rodrik, 2011, Occupy the Classroom?)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/15
Introduzione al corso
Programma del corso
Oltre l’esame: capire la (macro)economia
Perché l’economia è difficile
La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari
In mezz’ora...
In mezz’ora...
Mezz’ora finale di ogni lezione (eventualmente) dedicata a:
risolvere un dubbio attinente l’economia;
discutere un concetto economico;
affrontare una questione economica;
proposti da voi (e ammesso che ne sia in grado...);
Questioni o dubbi:
“di fondo”;
riguardanti l’attualità economica.
Proporre le questioni/dubbi via mail o sul forum nei giorni precedenti
la lezione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/15
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Principi di economia – Politica economica
10. Modello AD-AS e trade-off di breve periodo tra inflazione e
disoccupazione
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Layout
1
Modello AD-AS
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
2
Equilibrio nel modello AD-AS
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
3
Politiche di controllo dell’inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
4
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Dal breve al lungo periodo
Nel lungo periodo:
prezzi flessibili (flexible prices);
PIL determinato da tecnologia e offerta reale di fattori produttivi
(PIL di pieno impiego, produzione potenziale, PIL potenziale,
potential GDP).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Effetti delle politiche nel breve periodo...
Con PIL di equilibrio di breve periodo (Y ) pari al pieno impiego (Y ∗ ),
politiche espansive generano un gap espansivo: Y ′ − Y ∗ > 0.
i
i
LM
IS
i
LM’
LM’
i’
i’
i
IS’
Y∗
Y′
Y∗
Y
(a) Politica fiscale espansiva
Giuseppe Vittucci Marzetti
IS’
Y′
Y
(b) Politica monetaria espansiva
Principi di economia – Politica economica
4/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
...e nel lungo periodo
Gap di produzione espansivo spinge al rialzo i prezzi;
Costante lo stock nominale di moneta, diminuzione dell’offerta di
saldi monetari reali;
Produzione nel lungo periodo pari alla produzione di pieno impiego;
Aumento del livello generale dei prezzi (P ′ > P).
i
i
LM”
i”
LM’
i’
M d /P = kY ′ − hi
IS’
M d /P = kY ∗ − hi
M̄ s /P ′
M̄ s /P
Giuseppe Vittucci Marzetti
M/P
Principi di economia – Politica economica
Y∗
Y′
Y
5/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Effetti delle politiche nel lungo periodo
Politica monetaria: nessun effetto reale (ristabilita la dicotomia
classica)
PIL pari al pieno impiego;
Livello generale dei prezzi maggiore.
Politica fiscale:
PIL pari al pieno impiego;
Livello generale dei prezzi maggiore;
Tasso di interesse nominale maggiore ed effetto spiazzamento:
uguale il livello della domanda aggregata ma diversa la composizione.
Maggiore spesa pubblica a fronte di minori consumi e investimenti
privati.
Gap espansivo prodotto dalla politica genera inflazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Gap di produzione, dinamiche del livello generale dei prezzi
e funzione di reazione della banca centrale
Gap di produzione:
espansivi spingono al rialzo i prezzi:
aumenta il livello generale dei prezzi (inflazione);
aumenta il tasso di inflazione.
recessivi spingono al ribasso i prezzi:
diminuisce il livello generale dei prezzi (deflazione);
diminuisce il tasso di inflazione.
Dato l’obiettivo di stabilità dei prezzi (rectius: inflazione moderata e
stabile), l’autorità monetaria regola l’offerta nominale di moneta in
modo consistente con il valore-obiettivo del tasso di inflazione;
Assumiamo la seguente funzione di reazione della banca centrale
(versione semplificata della regola di Taylor):
i = r ∗ + π + β(π − π ∗ )
r ∗ : tasso d’interesse reale di equilibrio;
π : tasso d’inflazione;
π ∗ : valore-obiettivo del tasso di inflazione (inflation target) (es. 2%).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
7/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Funzione di reazione della banca centrale
i = r ∗ − βπ ∗ + (1 + β)π
i
RF
r ∗ + π∗
r ∗ − βπ ∗
π∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
π
8/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Curva di domanda aggregata (Curva AD)
π
AD
RF
π′
π
i
i’
i
45◦
Y’
Y
Y
IS
i
LM
i’
LM’
i
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
9/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Inclinazione negativa della curva AD
Motivo dell’inclinazione negativa della curva AD:
aumento dell’inflazione spinge l’autorità monetaria a fissare un
valore-obiettivo del tasso d’interesse nominale tale da aumentare il
tasso d’interesse reale:
dr
d(i − π)
d(r ∗ + β(π − π ∗ ))
=
=
=β>0
dπ
dπ
dπ
aumento del tasso d’interesse reale provoca una riduzione della
domanda per consumi e investimenti e, attraverso il meccanismo del
moltiplicatore, della produzione di equilibrio di breve periodo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
10/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Spostamenti della curva AD
Variazioni esogene del livello della spesa:
aumenti della spesa autonoma (consumi autonomi, spesa pubblica,
ecc..) traslano verso destra la curva AD;
diminuzioni della spesa autonoma traslano verso sinistra la curva AD.
Variazioni della funzione di reazione della banca centrale:
aumenti del valore-obiettivo dell’inflazione e/o politiche di controllo
dell’inflazione meno aggressive spostano verso destra la curva AD;
diminuzioni del valore-obiettivo dell’inflazione e/o politiche di
controllo dell’inflazione più aggressive spostano verso sinistra la
curva AD.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
11/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Variazioni esogene del livello di spesa
π
AD
RF
AD’
π′
π
i
i’
i
45◦
Y
LM
i
i’
IS
i
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
IS’
12/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Variazioni della funzione di reazione della banca centrale
π
AD’
RF
RF’
AD
π′
π
i
45◦
Y
LM
IS
i
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
13/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Curva di offerta aggregata di breve periodo
Nel modello keynesiano livello dei prezzi (P) costante: possibile
qualsiasi livello di output al livello dei prezzi corrente;
Ipotesi equivalente in caso di inflazione attesa positiva (π e > 0 ):
possibile qualsiasi livello di output al tasso di inflazione atteso;
La seconda ipotesi si riduce alla prima se π e = 0;
Curva di offerta infinitamente elastica.
π
SRAS
πe
Y
Figura: Short-Run Aggregate Supply (SRAS)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Curva di offerta aggregata di lungo periodo
Nel lungo periodo PIL determinato da fattori reali (PIL uguale al
pieno impiego: Y = Y ∗ );
Curva di offerta perfettamente rigida.
π
LRAS
Y∗
Y
Figura: Long-Run Aggregate Supply (LRAS)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
15/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Curva di offerta di breve periodo con inclinazione positiva
Spesso ipotizzata curva di offerta di breve periodo inclinata
positivamente:
Y = Y ∗ + γ(π − π e ) = Y ∗ − γπ e + γπ
π
SRAS
πe
Y∗
Y
Figura: Curva SRAS (Short-Run Aggregate Supply )
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
16/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Inclinazione positiva della curva di offerta di breve periodo
Curva di offerta di breve periodo inclinata positivamente perché:
contratti e rapporti di lavoro fissano i livelli salariali sulla base
dell’inflazione attesa (modello con salari rigidi): un aumento
imprevisto dell’inflazione riduce i salari reali, aumentando domanda
di lavoro e output;
lavoratori confondono cambiamenti salariali nominali e reali (modello
con errore di percezione dei lavoratori): aumenti imprevisti
dell’inflazione riducono i salari reali, stimolando domanda di lavoro e
output;
non tutti i prezzi perfettamente flessibili (a volte definiti da contratti
di lungo periodo tra fornitori e clienti; costi connessi alla modifica
dei listini di vendita a volte elevati) (modello con prezzi rigidi):
imprese fissano i prezzi sulla base dell’inflazione attesa;
in caso di aumenti inattesi dell’inflazione solo una frazione di tali
imprese può rivederli al rialzo;
la restante parte soddisferà la domanda a prezzi dati.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
17/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo
Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale
Curva di domanda aggregata
Curva di offerta aggregata
Spostamenti della curva SRAS
Quando l’inflazione attesa:
aumenta, la curva SRAS trasla verso l’alto;
diminuisce, la curva SRAS trasla verso il basso.
1
π = π e + (Y − Y ∗ )
γ
π
SRAS’
πe
′
SRAS
πe
Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Y
18/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di breve periodo determinato dall’intersezione tra
domanda e offerta;
Se Y > Y ∗ , allora π > π e .
π
AD
π
SRAS
πe
Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y
Principi di economia – Politica economica
Y
19/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Dal breve al lungo periodo
You can fool all of the people some of the time, you can fool some of the
people all of the time, but you can’t fool all of the people all of the time.
(Abraham Lincoln citato da Friedman (1968))
Con inflazione effettiva maggiore (minore) di quella attesa, gli agenti
rivedono al rialzo (ribasso) le aspettative di inflazione;
Cambiamento delle aspettative trasla la curva SRAS: più veloce la
revisione delle aspettative, più veloce la traslazione della curva.
π
AD
π′
π = πe
SRAS
′
πe
Y∗ Y′ Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Y
20/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Equilibrio di lungo periodo
Processo di aggiustamento continua fino a quando π = π e ;
PIL di equilibrio di lungo periodo pari al pieno impiego: Y = Y ∗ .
π
π = πe
LRAS
AD
SRAS
Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Y
21/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Shock dal lato della domanda
Shock della domanda: variazioni impreviste della domanda aggregata (es.
improvvisa crescita della fiducia dei consumatori).
π
π
LRAS
LRAS
AD’
SRAS’
AD’
π ′′ = π e
AD
SRAS
π′
′
SRAS
π′
π = πe
πe
Y∗
Y′
(a) L’aumento della domanda aggregata
provoca un gap espansivo (aumentano PIL
e inflazione)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y∗
Y
Y′
Y
(b) La modifica delle aspettative di inflazione
sposta la curva SRAS (PIL torna al pieno
impiego con inflazione maggiore)
Principi di economia – Politica economica
22/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Shock dal lato dell’offerta
Shock dell’offerta: eventi imprevisti che conducono a variazioni del livello
di produzione che le imprese sono disposte a offrire per ogni livello del
tasso d’inflazione.
Shock nominali: cambiamenti nelle aspettative di inflazione (es.
aumento del salario minimo spuntato dal sindacato o aumento del
prezzo del petrolio);
Shock reali: cambiamenti inattesi nel PIL di pieno impiego (es.
innovazioni, catastrofi, ecc..)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Shock nominale dell’offerta
π
π
LRAS
LRAS
SRAS’
π
SRAS’
e′
SRAS
π′
π = πe
π
e′
SRAS”
π′
π ′′ = π e
′′
AD
Y′ Y∗
AD
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y′ Y∗
Y
(c) L’aumento delle aspettative di inflazione provoca un gap recessivo, mentre
l’inflazione aumenta (stagflazione)
Y
(d) La revisione delle aspettative di inflazione sposta la curva SRAS (PIL torna al pieno
impiego)
Principi di economia – Politica economica
24/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Equilibrio di breve periodo
Equilibrio di lungo periodo
Shock della domanda
Shock dell’offerta
Shock reale dell’offerta
π
π
LRAS’ LRAS
LRAS’
SRAS’
SRAS
π = πe
π′ = πe
′′
SRAS
π = πe
AD
Y∗
′
Y∗
AD
Y
(e) La riduzione del PIL potenziale rende l’equilibrio sostenibile solo con inflazione
attesa inferiore all’effettiva
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y∗
′
Y∗
Y
(f) La revisione delle aspettative di inflazione sposta la curva SRAS. PIL torna al
pieno impiego (PIL diminuisce e inflazione
aumenta)
Principi di economia – Politica economica
25/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Risposta a shock della domanda
Gli shock della domanda allontanano l’inflazione dal valore-obiettivo
della banca centrale;
Per evitarlo l’autorità monetaria può rendere più aggressiva la
politica monetaria (modificando la funzione di reazione).
π
π
LRAS
LRAS
AD’
AD’
AD
AD”
SRAS
π′
π = πe
SRAS
π′
π ′′ = π e
Y∗
Y′
(g) L’aumento della domanda aggregata
provoca un gap espansivo (aumentano PIL
e inflazione)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y∗
Y
Y′
Y
(h) La politica monetaria più aggressiva
sposta la curva AD (PIL torna al pieno
impiego senza aumento dell’inflazione)
Principi di economia – Politica economica
26/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Risposta a shock nominali dell’offerta
Shock nominali dell’offerta non hanno conseguenze di lungo periodo,
ma possono comportare periodi prolungati di stagnazione;
Per ridurre le conseguenze degli shock negativi l’autorità monetaria
può adottare politiche più accomodanti (aumentando il
valore-obiettivo dell’inflazione).
π
π
LRAS
LRAS SRAS’
SRAS’
πe
′
SRAS”
SRAS
π′
′′
π =π
e ′′
π = πe
AD’
AD
AD
Y′ Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y′ Y∗
Y
(i) L’aumento delle aspettative di inflazione
genera stagflazione
Y
(j) La politica monetaria più accomodante
riduce i costi di aggiustamento
Principi di economia – Politica economica
27/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Risposta a shock reali dell’offerta
π
LRAS
π
LRAS’
LRAS’
SRAS
SRAS
SRAS’
π = πe
π = πe
AD’
AD
AD
Y∗
Y∗
′
(k) L’aumento del PIL potenziale genera
spinte deflattive
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y∗
Y
′
Y
(l) Per contrastare le spinte deflattive la banca
centrale può adottare una politica monetaria
più espansiva
Principi di economia – Politica economica
28/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Commitment problem (Kydland & Prescott, 1977):
se gli agenti si fidano del rispetto degli obiettivi di politica monetaria,
l’autorità monetaria ha incentivo a deviare, poiché:
maggiore l’impatto reale delle politiche monetarie;
minori gli effetti negativi (in termini di maggiore inflazione attesa);
anticipando la deviazione, gli agenti non si fidano...
In tale contesto ruolo importante giocato dalla reputazione;
Secondo alcuni economisti (es. Barro & Gordon, 1983; Backus &
Driffill, 1985), comunicare e perseguire in modo trasparente
valori-obiettivo di inflazione di lungo periodo (inflation targeting )
permette di sfuggire il problema di inconsistenza temporale.
Molte banche centrali annunciano esplicitamente l’inflation target:
Inflation targeting efficace nel combattere l’alta inflazione degli anni
Ottanta in America latina (Brasile, Cile, Messico, ...);
Inflation target BCE: 2%;
La Fed non comunica valori-obiettivo di inflazione.
Alcuni economisti (es. Sumner e Beckworth) suggeriscono obiettivi
in termini di crescita del PIL nominale (Nominal GDP Level Target).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
29/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Impegnarsi all’irresponsabilità in trappola
Una trappola della liquidità implica una sorta di problema di credibilità.
Un’espansione monetaria che il mercato ritiene venga sostenuta (cioè,
accompagnata da espansioni equiproporzionali in tutti i periodi futuri)
funziona sempre, qualunque siano i problemi strutturali dell’economia; se
l’espansione monetaria non funziona—se c’è una trappola della
liquidità—deve accadere perché il pubblico pensa che non verrà perseguita.
(Krugman, 1998)
Trappola della liquidità come caso “invertito” di commitment problem:
si può uscire dalla trappola della liquidità modificando i tassi
d’interesse reali a breve e a lungo, e si può farlo se l’autorità
monetaria genera aspettative d’inflazione attraverso iniezioni
sostenute e continuate di liquidità;
il problema è convincere il pubblico che agirà veramente in modo
“irresponsabile”, continuando a iniettare liquidità anche una volta
fuori dalla trappola;
occorre trovare qualche modo per impegnarsi in modo credibile ad
essere irresponsabile (committing to be irresponsible) (Eggertsson,
2006; Svensson, 2003; Eggertsson and Woodford, 2003).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
30/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Risposta a shock della domanda
Risposta a shock nominali dell’offerta
Risposta a shock reali dell’offerta
Inconsistenza temporale e inflation targeting
Obiettivo di inflazione zero
Valore-obiettivo dell’inflazione strettamente positivo perché:
con valore-obiettivo pari a zero maggiore il rischio di deflazione in
caso di errori;
tasso di inflazione sovrastimato dagli indicatori;
tassi di inflazione positivi facilitano gli aggiustamenti dei prezzi
relativi (Akerlof, 1996).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
31/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Phillips e il trade-off disoccupazione-inflazione
A. W. Phillips (1958) mostra per il Regno Unito
l’esistenza di una correlazione negativa tra tasso di
disoccupazione e inflazione (tasso di variazione dei
salari nominali):
πt = α − βut
Samuelson e Solow (1960) mostrano che una
relazione simile vale per gli Stati Uniti ed enfatizzano
il trade-off disoccupazione-inflazione implicito nella
relazione: possibile un tasso di disoccupazione minore
solo accettando un tasso di inflazione maggiore.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Alban William
Housego Phillips
(1914–1975)
32/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Curva di Phillips originale
Fonte: Phillips, 1958.
Figura: Tasso di variazione dei salari e disoccupazione, Regno Unito 1913–1948
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
33/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Curva di Phillips
π
u
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
34/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Milton Friedman sulla curva di Phillips
Implicitamente Phillips scrisse il suo articolo per
un mondo in cui tutti anticipavano prezzi nominali stabili e in cui questa aspettativa non variava, qualsiasi cosa succedesse ai prezzi e ai salari
correnti...
Esiste sempre un trade-off temporaneo tra inflazione e disoccupazione, ma non c’è alcun trade-off
permanente. Il trade-off temporaneo non deriva
dall’inflazione in sé, ma da un tasso di inflazione
crescente...
Ma quanto dura questo effetto “temporaneo”?
Posso azzardare...che l’effetto iniziale di un tasso inflazione più elevato e non anticipato dura dai
due ai cinque anni; poi l’effetto iniziale svanisce;
infine, l’aggiustamento completo al nuovo tasso
di inflazione richiede, come per l’occupazione e i
tassi d’interesse, diciamo, un paio di decenni.
Milton Friedman
(1912–2006)
Nobel Memorial Prize
in Economic Sciences
1976
(Friedman, 1968)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
35/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Il ruolo delle aspettative nella curva di Phillips
Friedman (1968) e Phelps (1968) osservano
che la relazione è stabile solo assumendo che le
aspettative di inflazione rimangano invariate:
πt = α − βut = (π̄ e + α0 ) − βut
Variando le aspettative (π e = πte ), la relazione
varia nel tempo:
πt =
πte
+ α0 − βut
Milton Friedman
(1912–2006)
Nobel Memorial Prize
in Economics 1976
In particolare, se πte = πt−1 , si ottiene la
cosiddetta curva di Phillips accelerata:
∆πt = πt − πt−1 = α0 − βut
Edmund S. Phelps,
Jr. (1933)
dove la relazione è tra variazione del tasso di
inflazione (accelerazione del livello dei prezzi)
e tasso di disoccupazione.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Nobel Memorial Prize
in Economics 2006
36/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Curva di Phillips accelerata
π
e
πt = πt+1
SRPC’
πte
SRPC
u′
Giuseppe Vittucci Marzetti
u∗
Principi di economia – Politica economica
u
37/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Processo di inflazione e curva di Phillips
Con tasso di inflazione elevato (molto volatile), aumenta la velocità
di aggiustamento di prezzi e aspettative:
salari e prezzi fissati per periodi più brevi;
indicizzazione salariale, aggiustamento dei salari automatico
all’aumento del costo della vita.
Questi cambiamenti aumentano la reattività dell’inflazione alla
disoccupazione;
Esempio:
assumiamo che una quota θ (0 ≤ θ < 1) dei contratti è indicizzata
(sulla base dell’inflazione corrente), mentre, per gli altri, prezzi e
salari sono fissati sulla base dell’inflazione del periodo precedente;
la relazione diventa:
πt = θπt + (1 − θ)πt−1 + α0 − βut
α0
β
−
ut
1−θ
1−θ
Maggiore θ, maggiore l’impatto della disoccupazione sulla variazione
dell’inflazione (accelerazione dei prezzi).
∆πt = πt − πt−1 =
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
38/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Curva di Phillips di lungo periodo
π
LRPC
SRPC
u∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
u
39/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di
disoccupazione
Nel lungo periodo la curva di Phillips è una retta verticale in
corrispondenza del tasso di disoccupazione u∗ = α/β;
La curva di Phillips di breve periodo può riscriversi come:
πt − πte = −β(ut − u ∗ )
u ∗ è il NAIRU (Non Accelerating Inflation Rate of Employment), il
tasso al quale l’inflazione non accelera:
Può essere visto come il tasso naturale di disoccupazione, e come
tale dipendente da fattori “strutturali” del sistema economico e non
necessariamente costante nel tempo.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
40/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Inflazione e disoccupazione negli USA 1980-2010
Fonte: IMF WEO, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
41/42
Modello AD-AS
Equilibrio nel modello AD-AS
Politiche di controllo dell’inflazione
Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione
Curva di Phillips
Aspettative e curva di Phillips accelerata
Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione
Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010
Variazione dell’inflazione e disoccupazione negli USA
1980-2010
Fonte: IMF WEO, 2012.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
42/42
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Principi di economia – Politica economica
9. Macroeconomia keynesiana e modello IS-LM
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
1/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Layout
1
2
3
4
5
Produzione di equilibrio di breve periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Mercati finanziari e curva LM
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dal breve al lungo periodo
Dal breve al lungo periodo
Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
2/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Dalla “legge di Say”...
Legge di Say (o degli sbocchi): l’offerta crea la propria domanda;
La legge di Say implica, a livello aggregato, l’uguaglianza tra
risparmi (S) e investimenti (I):
non solo ex-post, come identità contabile, in cui tra gli investimenti
sono ricomprese le variazioni non programmate in scorte;
ma anche ex-ante, come uguaglianza tra risparmi e investimenti
programmati.
Anche se l’offerta crea automaticamente il reddito necessario alla
domanda dei beni prodotti, affinché valga l’uguaglianza ex-ante è
necessario che tale reddito venga speso nell’acquisto di beni prodotti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
3/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
...al principio della domanda effettiva
Keynes contesta la legge di Say:
anche se la produzione genera sempre un reddito di importo
equivalente, nelle economie monetarie i risparmi non sono
automaticamente destinati ad usi produttivi;
è il livello di produzione e non il tasso di interesse che variando
ristabilisce l’eguaglianza risparmi-investimenti.
Principio della domanda effettiva: livello di produzione (e quindi
occupazione) determinato dal livello della domanda aggregata di
beni e servizi finali.
Livello di produzione di equilibrio:
tale da uguagliare risparmi e investimenti programmati (o ex-ante);
non necessariamente pari al livello di piena occupazione
(disoccupazione involontaria).
Prezzi e/o salari nominali rigidi (sticky prices/wages).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
4/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Spesa aggregata programmata
Spesa aggregata programmata (Programmed Aggregate Expenditure,
PAE) di beni e servizi finali:
PAE = C + I p + G + NX
C : consumi, ovvero domanda delle famiglie per beni e servizi finali;
I p : investimenti programmati, ovvero domanda delle imprese per
nuovi beni capitali (ad esclusione degli investimenti in scorte non
programmati);
G : spesa pubblica (o governativa), ovvero acquisti effettuati dalla
pubblica amministrazione (a tutti i livelli: nazionale, regionale,
comunale,...) in beni e servizi finali (esclusi quindi i trasferimenti);
NX : esportazioni nette, ovvero esportazioni meno importazioni di
beni e servizi.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
5/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Funzione keynesiana del consumo
Spesa delle famiglie per beni e servizi:
C = C0 + c(Y − T )
(Y − T ): reddito disponibile;
C0 : consumi autonomi;
c: propensione marginale al consumo (marginal propensity to
consume) (0 < c < 1).
C = C0 − cT + cY
c
Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
6/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Produzione di equilibrio di breve periodo: metodo algebrico
Y
=
PAE
Y
Y
=
=
C + I p + G + NX
C0 + c(Y − T ) + I p + G + NX
Y
(1 − c)Y
=
=
Y
=
C0 + cY − cT + I p + G + NX
C0 − cT + I p + G + NX
1
(C0 − cT + I p + G + NX )
|
{z
}
1−c
| {z }
Spesa autonoma
Moltiplicatore keynesiano
0<c <1 ⇔ 1<
Giuseppe Vittucci Marzetti
1
< +∞
1−c
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Produzione di equilibrio di breve periodo: metodo grafico
PAE = C + I p + G + NX = (C0 − cT + I p + G + NX ) + cY = A + cY
Y = PAE
PAE
E
PAE = A + cY
c
A
Y
Y
Figura: Croce keynesiana
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Moltiplicatore keynesiano: metodo algebrico
1
1
(C0 − cT + I p + G + NX ) =
A
1−c
1−c
1
∆A = ∆A + c∆A + c 2 ∆A + c 3 ∆A + . . .
∆Y =
1−c
Y =
Moltiplicatore della spesa pubblica:
1
∆G
1−c
Es.: se c = 0.8, ogni euro di aumento della spesa pubblica produce
un aumento di 1/0.2 = 5 euro di reddito.
Moltiplicatore della tassazione:
c
∆Y = −
∆T
1−c
Es.: se c = 0.8, ogni euro di aumento della tassazione produce una
riduzione di 0.8/0.2 = 4 euro di reddito.
∆Y =
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Moltiplicatore keynesiano: metodo grafico
Y=PAE
PAE
E’
PAE = A’ + cY
PAE = A + cY
E
A’
A
Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y’
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Y
10/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Moltiplicatore keynesiano: metodo grafico
Y=PAE
PAE
c∆A
E’
∆A
A’
E
A
Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y’
Principi di economia – Politica economica
Y
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Funzione del risparmio
In un’economia senza settore pubblico, data la funzione del consumo,
risparmio delle famiglie pari a:
S = Y − C = Y − (C0 + cY ) = −C0 + sY
dove s (= 1 − c) è la propensione marginale al risparmio (0 < s < 1).
S
S = −C0 + sY
s
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Y
12/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Uguaglianza risparmio-investimenti e produzione di
equilibrio in un’economia chiusa senza settore pubblico
S = −C0 + sY
I0
s
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y∗
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Y
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva
Funzione del consumo e produzione di equilibrio
Moltiplicatore keynesiano
Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti
Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito
Produzione di equilibrio e moltiplicatore con tassazione e
importazioni proporzionali al reddito
Tassazione proporzionale al reddito: T = tY , con t aliquota
(0 < t < 1);
Importazioni proporzionali al reddito: M = M0 + mY , con m
propensione marginale all’importazione (0 < m < 1).
Y
Y
(1 − c(1 − t) + m)Y
Y
= C0 + c(Y − T ) + I p + G + X − M
= C0 + c(Y − tY ) + I p + G + X − M0 − mY
= C0 + I p + G + X − M0
1
(C0 + I p + G + X − M0 )
=
{z
}
1 − c(1 − t) + m |
|
{z
}
Spesa autonoma
Moltiplicatore keynesiano
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
14/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Modello IS-LM
Modello IS-LM: schematizzazione della Teoria generale (1936) di
J.M. Keynes elaborata da Hicks (1937);
Nonostante le critiche di molti keynesiani (es. Leijonhufvud, 1968),
Keynes stesso lo trovò “molto interessante”, non avendo “in pratica
nulla da dire a titolo di critica” (JMK XIV: 79–81).
...anche se può considerarsi un’estensione dello schema di
Keynes, resta un aggeggio terribilmente grossolano. In particolare, il concetto di “Reddito” è utilizzato in modo eccessivamente semplificato;...Inoltre, tutte le questioni riguardanti deprezzamento...e...struttura temporale dei processi
considerati sono state trascurate.
(J.R. Hicks, 1937, p. 158)
Ricordo che quando uscı̀ il libro di Leijonhufvud, chiesi al
mio collega Gary Becker se pensava che Hicks avesse messo
giù correttamente la Teoria Generale con il suo diagramma
IS-LM. Gary disse: “Non lo so, ma spero l’abbia fatto,
perché, se non fosse stato per Hicks, non sarei mai riuscito
a dare alcun senso a quel dannato libro.”
(Robert E. Lucas, 2003, p. 13)
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Sir John R. Hicks
(1904–1989)
Nobel in
Economics 1972
15/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Modello IS-LM
Equilibrio macroeconomico come equilibrio simultaneo su:
mercato dei beni e servizi: dato il tasso d’interesse, livello di
produzione di equilibrio determinato sul mercato dei beni e servizi dal
meccanismo del moltiplicatore;
mercato della moneta: dato il livello di produzione/reddito, tasso
d’interesse determinato sul mercato della moneta (teoria della
preferenza per la liquidità);
Interazione tra mercati reali e monetari viola la “dicotomia classica”,
in base alla quale le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano
le variabili reali.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
16/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Tasso d’interesse (i) influenza domanda aggregata poiché influenza:
consumi (C ): un aumento del tasso d’interesse riduce i consumi:
↑i ⇒↓C
investimenti programmati (I ): un aumento del tasso d’interesse
riduce gli investimenti programmati, poiché ne riduce il Valore
Attuale Netto (VAN);
↑i ⇒↓I
esportazioni nette (NX ):
esportazioni (X ): un aumento del tasso d’interesse provoca un
apprezzamento del cambio e conseguente diminuzione delle
esportazioni;
importazioni (M): un aumento del tasso d’interesse provoca un
apprezzamento del cambio e conseguente aumento del volume delle
importazioni.
Il tasso d’interesse rilevante è il tasso reale, ma, con prezzi costanti,
coincide con quello nominale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
17/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Consumi funzione decrescente del tasso d’interesse:
C = C0 + c(Y − T ) − dc i
Investimenti programmati funzione decrescente del tasso d’interesse:
I p = I0 − d i i
Produzione di equilibrio di breve periodo:
Y
= PAE
Y
= C + Ip + G
Y
= C0 + c(Y − T ) − dc i + I0 − di i + G
1
1
(C0 − cT + G ) −
(dc + di ) i
=
{z
} 1 − c | {z }
1−c |
Y
A
Curva IS:
Y =
f
f
A 1−c
1
A−
i ⇒ i= −
Y
1−c
1−c
f
f
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
18/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Modello IS-LM
Tasso d’interesse e domanda aggregata
Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Curva IS in economia chiusa: metodo grafico
Y=PAE
PAE
E
PAE = A + cY
PAE = A’ + cY
E’
A
A’
Y
i
i’
E’
E
i
IS
Y’
Giuseppe Vittucci Marzetti
Y
Principi di economia – Politica economica
Y
19/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
Dalla teoria quantitativa...
Nella teoria quantitativa (quantity theory of money ) (Newcomb,
1885; Fisher, 1911), moneta vista principalmente nella sua funzione
di “intermediario degli scambi” (medium of exchange):
M ×V =P ×T
M: stock di moneta;
V : velocità di circolazione (velocity of circulation) media;
P: livello medio dei prezzi;
T : numero di transazioni effettuate in moneta.
Da Angell (1936) in poi, teoria quantitativa spesso espressa in
termini di transazioni relative al reddito (income transaction):
M ×V =P ×Y
con Y reddito reale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
20/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
...all’equazione di Cambridge...
Nella versione di Cambridge della teoria quantitativa (teoria delle
scorte o saldi liquidi, Cambridge cash-balance theory ) (Pigou, 1917;
Marshall, 1923; Keynes, 1923) enfatizzato il ruolo della moneta
come riserva di valore (store of value);
Saldi monetari domandati frazione (k) del reddito nominale (o della
ricchezza nominale) delle persone:
M =k ×P ×Y
Sottolineando il ruolo della moneta come asset, la teoria riconduce la
domanda di saldi monetaria alla teoria delle scelte di portafoglio;
Dal punto di vista matematico, equazione di Cambridge semplice
manipolazione dell’equazione quantitativa in forma di reddito:
M ×V =P ×Y ⇒ M =
1
×P ×Y =k ×P ×Y
V
con k = 1/V .
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
21/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
...alla teoria della preferenza per la liquidità
Il tasso di interesse..., come premio per la rinuncia alla liquidità, è una
misura della riluttanza di chi possiede moneta a rinunciare al controllo
liquido sulla stessa. Il tasso di interesse non è il “prezzo” che porta in
equilibrio la domanda di risorse da investire con la disponibilità ad astenersi
dal consumo presente. É il “prezzo” che equilibra il desiderio di mantenere
la ricchezza sotto forma di contanti con la quantità disponibile degli stessi.
(Keynes, 1936, p.167)
Teoria della preferenza per la liquidità (theory of liquidity
preference): moneta domandata per
effettuare gli scambi (movente transazionale, transactions–motive)
⇒ teoria quantitativa della moneta;
come riserva di valore per far fronte ad acquisti imprevisti (movente
precauzionale, precautionary–motive) ⇒ equazione di Cambridge;
nell’ambito delle scelte di portafoglio, per massimizzare il rendimento
del proprio patrimonio attraverso la sua suddivisione tra moneta e
attività finanziarie e reali (movente speculativo, speculative-motive).
Tasso d’interesse come costo opportunità di detenere moneta.
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
22/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
Preferenza per la liquidità e domanda di moneta
Domanda di moneta dipendente:
positivamente dal reddito nominale: un aumento del reddito
aumenta il valore delle transazioni effettuate (movente
transazionale);
aumenta gli accantonamenti fatti per acquisti imprevisti,
proporzionali al reddito (movente precauzionale).
negativamente dal tasso d’interesse nominale: una diminuzione del
tasso d’interesse
diminuisce il costo-opportunità di detenere moneta e quindi aumenta
la proporzione accantonata per far fronte all’incertezza (movente
precauzionale);
ad aspettative date, aumenta la probabilità di aumenti futuri del
tasso d’interesse con conseguente perdite in conto capitale nei titoli
finanziari (obbligazioni e azioni), e quindi aumenta la domanda di
moneta per motivi speculativi (movente speculativo).
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
23/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
Curva LM: metodo algebrico
Offerta di moneta controllata dalla banca centrale: M s = M̄;
Domanda di moneta funzione:
crescente del reddito (reale) (Y);
crescente del livello generale dei prezzi (P)
decrescente del tasso d’interesse (i).
M d = P(kY − hi)
Ms
=
Md
M̄
=
P(kY − hi)
=
kY − hi
M̄
P
|{z}
Saldi monetari reali
Curva LM:
i =−
Giuseppe Vittucci Marzetti
1 M̄
k
+ Y
hP
h
Principi di economia – Politica economica
24/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Teoria quantitativa della moneta
Teoria della preferenza per la liquidità
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico
Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico
Curva LM: metodo grafico
i
i
LM
E’
i’
M d /P = kY ′ − hi
i
E
M s /P
Giuseppe Vittucci Marzetti
M d /P = kY − hi
M/P
Principi di economia – Politica economica
Y
Y’
Y
25/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Equilibrio nel modello IS-LM: metodo algebrico
Curva IS:
i=
A 1−c
−
Y
f
f
Curva LM:
i =−
k
1 M̄
+ Y
hP
h
Valori di equilibrio:
Produzione di equilibrio (Y ∗ ):
1 M̄ k ∗
1
A 1−c ∗
−
Y =−
+ Y ⇒ Y∗ =
f
f
h P h
fk + (1 − c)h
M̄
hA + f
P
Tasso d’interesse d’equilibrio (i):
1−c ∗
1
A
Y ⇒ i∗ =
i = −
f
f
fk + (1 − c)h
∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
M̄
kA − (1 − c)
P
26/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Equilibrio nel modello IS-LM: metodo grafico
i
LM
i∗
IS
Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
Y
27/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Politiche economiche di stabilizzazione
Principali strumenti delle politiche economiche di stabilizzazione:
Politica fiscale: fa riferimento al saldo del bilancio pubblico, definito
come differenza tra acquisti governativi (G) e imposte nette (T):
politica fiscale espansiva: aumento della spesa pubblica e/o
diminuzione delle imposte nette (imposte meno sussidi). Ha come
effetto l’aumento del deficit pubblico;
politica fiscale restrittiva: diminuzione della spesa pubblica e/o
aumento delle imposte nette.
Politica monetaria: fa riferimento ai cambiamenti indotti nell’offerta
di moneta da parte dell’autorità monetaria:
politica monetaria espansiva: aumento dell’offerta di moneta;
politica monetaria restrittiva: diminuzione dell’offerta di moneta.
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28/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo algebrico
Aumento spesa pubblica (G ′ > G )/diminuzione tassazione
(T ′ < T );
Aumento spesa autonoma (A′ > A):
A′ = C0 − cT ′ + I0 + G ′ > C0 − cT + I0 + G = A
Traslazione verso l’alto della curva IS:
1−c
A 1−c
A′
−
Y > −
Y =i
i′ =
f
f
f
f
′
Aumento produzione di equilibrio (Y ∗ > Y ∗ ):
′
Y∗ =
hA + f M̄/P
hA′ + f M̄/P
>
= Y∗
fk + (1 − c)h
fk + (1 − c)h
′
Aumento tasso d’interesse d’equilibrio (i ∗ > i ∗ ):
′
i∗ =
kA − (1 − c)M̄/P
kA′ − (1 − c)M̄/P
>
= i∗
fk + (1 − c)h
fk + (1 − c)h
Giuseppe Vittucci Marzetti
Principi di economia – Politica economica
29/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo grafico
Y=PAE
PAE
E’
PAE = A’ + cY
PAE = A + cY
E
A’
A
Y
i
i
IS
Y
Giuseppe Vittucci Marzetti
IS’
Y’
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Y
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo grafico
Y=PAE
PAE
PAE = A” + cY
E’
PAE = A’ + cY
E”
PAE = A + cY
E
A’
A
Y
i
LM
i∗
′
i∗
IS
Y∗
Giuseppe Vittucci Marzetti
IS’
′
Y ∗ Y’
Y
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Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Politica fiscale discrezionale e stabilizzatori automatici
Politica fiscale discrezionale: aumenti della spesa pubblica o
riduzioni delle imposte al netto dei sussidi derivanti da decisioni
esplicite di politica economica;
Stabilizzatori automatici: meccanismi che attenuano le fluttuazioni
di breve periodo attraverso:
aumenti automatici della spesa pubblica (o riduzioni automatiche
delle imposte nette) nelle fasi di recessione;
diminuzioni automatiche della spesa pubblica (o aumenti automatici
delle imposte nette) nelle fasi di espansione.
Es. di stabilizzatori automatici:
tassazione progressiva o proporzionale al reddito;
sussidi di disoccupazione;...
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetto di spiazzamento
Una politica fiscale espansiva:
aumenta il tasso d’interesse;
cambia il PIL di equilibrio:
aumenta il livello del PIL di equilibrio;
diminuisce la componente degli investimenti: dato il maggior tasso
d’interesse, la spesa per investimenti è minore.
Il fenomeno per cui i disavanzi pubblici tendono a ridurre la spesa
per investimenti prende il nome di spiazzamento (crowding-out):
la spesa pubblica spiazza gli investimenti privati.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Equivalenza ricardiana
Equivalenza ricardiana (Ricardian equivalence)
Il modo di finanziare la spesa pubblica (attraverso emissione di debito o
aumento delle imposte) è ininfluente.
Equivalenza discussa da Ricardo (1820) e dimostrata in base
all’assunto di aspettative razionali da Barro (1974):
se il governo stimola l’economia aumentando la spesa pubblica
finanziata con ricorso al debito (debt-financed government
spending ),...
i consumatori realizzano che tale deficit comporterà un aumento
della tassazione nel futuro, e...
cominciano ad accantonare i fondi per ripagare le maggiori future
tasse, riducendo i consumi attuali.
Condizioni necessarie per il teorema di equivalenza Barro-Ricardo:
consumatori forward-looking ;
interesse intergenerazionale;
mercati dei capitali perfetti.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Stime del valore del moltiplicatore fiscale
Stime dei valori del moltiplicatore molto variabili (Spilimbergo,
Symansky, and Schindler, 2009);
Stime IMF (2008, 2009) per i paesi sviluppati utilizzate nelle
previsioni degli effetti di politiche fiscali espansive precrisi:
moltiplicatore della tassazione: 0.3–0.5;
moltiplicatore della spesa pubblica: 0.3–1.8.
Blanchard & Leigh (2013) mostrano che gli economisti hanno
sistematicamente e largamente sottostimato i moltiplicatori fiscali,
sottostimando cosi gli effetti recessivi del consolidamento fiscale (di
fatto moltiplicatore maggiore di 1);
Moltiplicatori fiscali più elevati nelle fasi economiche recessive
(Auerbach & Gorodnichenko, 2012; Baum et al., 2012; Batini et al.,
2012; IMF, 2012):
In base a dati americani, Auerbach & Gorodnichenko (2012) trovano
che i moltiplicatori fiscali della spesa pubblica vanno da 0 in periodi
normali a 2.5 durante le recessioni.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Sostenibilità del debito
Disavanzi pubblici (deficit, fiscal deficit o government budget
deficit) frequenti pongono il problema della sostenibilità del debito;
Nel lungo periodo il rapporto debito pubblico-PIL può:
azzerarsi;
stabilizzarsi, cioè tendere ad un valore costante;
esplodere.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dinamica del rapporto debito-PIL
Deficit pubblico nell’anno t:
∆Bt = Bt − Bt−1 =
iBt−1
| {z }
pagamenti per interessi
+
G −T
| t {z }t
fabbisogno primario (primary deficit)
Bt : stock del debito alla fine dell’anno t;
i: tasso d’interesse nominale sui titoli del debito pubblico;
Gt : spesa pubblica nell’anno t;
Tt : imposte al netto dei trasferimenti nell’anno t.
Riarrangiando ed esprimendo in rapporto al PIL (Yt ) otteniamo:
Bt−1 Yt−1
Gt − Tt
Bt
= (1 + i)
+
Yt
Yt−1 Yt
Yt
Bt
1 + i Bt−1
Gt − Tt
Bt−1
Gt − Tt
=
+
≈ (1 + i − g )
+
Yt
1 + g Yt−1
Yt
Yt−1
Yt
dove g = (Yt − Yt−1 )/Yt−1 è il tasso di crescita del PIL nominale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dinamica del rapporto debito-PIL
Equazione alle differenze del primo ordine:
bt = (1 + i − g )bt−1 + dt
bt (= Bt /Yt ): rapporto debito-PIL alla fine dell’anno t;
dt (= (Gt − Tt )/Yt ): rapporto disavanzo primario-PIL nell’anno t.
Assumendo un disavanzo primario in percentuale del PIL costante
(dt = d) abbiamo:
d
d
t
+
bt = (1 + i − g ) b0 −
g −i
g −i
se g > i, il rapporto debito-PIL converge sempre al suo valore di
stato stazionario: limt→∞ bt = d/(g − i);
se g < i, il rapporto debito-PIL tende ad esplodere (snowball effect)
a meno che:
d
b0 −
< 0 ⇒ d < (g − i)b0 < 0
g −i
deve aversi un avanzo primario sufficiente (maggiore di (i − g )b0 ).
Giuseppe Vittucci Marzetti
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38/83
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico come gigantesco schema di Ponzi
Dinamica esplosiva spesso accelerata: all’aumentare del rapporto
debito-PIL aumentano i tassi d’interesse chiesti dal mercato,
aumentando il rischio di default;
Quando ricorrono le condizioni per l’esplosione, il debito pubblico
può essere considerato un gigantesco schema di Ponzi: una truffa
finanziaria che paga rendimenti alti agli investitori utilizzando il loro
stesso denaro o il denaro fornito dai nuovi investitori;
Si reperiscono risorse sul mercato promettendo rendimenti alti,
utilizzando le risorse per consumi improduttivi e spiazzando gli
investimenti realmente produttivi.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Rientro dal debito
Con tasso di crescita (nominale) del PIL maggiore del tasso di
interesse (nominale), per far rientrare il debito si può:
generare avanzi primari sufficienti;
ripudiare (interamente o in parte) il debito;
monetizzare il debito: i titoli pubblici vengono acquistati dalla banca
centrale con moneta di nuova creazione ⇒ Politica monetaria
espansiva.
Tutti i modi di rientro assimilabili a forme di tassazione:
ripudio assimilabile ad imposta sulla ricchezza, che colpisce coloro
che detengono titoli di stato;
monetizzazione, nella misura in cui genera inflazione, corrisponde ad
un’imposta da inflazione, che colpisce coloro che detengono asset
nominali non protetti dall’inflazione erodendone il valore reale.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Inflazione e sostenibilità del debito
Tasso di crescita del PIL nominale (g ) somma di due componenti:
g=
+
gy
|{z}
Tasso di crescita del PIL reale
π
|{z}
Tasso di inflazione
Tasso di interesse nominale (i) somma di due componenti:
i=
r
|{z}
Tasso di interesse reale
+
πe
|{z}
Tasso di inflazione atteso
Condizione per la sostenibilità in presenza di disavanzi primari:
g = gy + π > r + π e = i
L’inflazione rende meno stringente il vincolo di sostenibilità solo nei
limiti in cui è inattesa (π > π e ):
l’inflazione inattesa impone una tassa sui detentori del debito
pubblico che vedono cosı̀ ridotto il rendimento reale dei loro titoli;
investitori con aspettative inflazionistiche richiederanno rendimenti
nominali più elevati per compensare la perdita attesa di potere di
acquisto.
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Teoria politica del debito
Teoria politica del debito: scelta della forma di rientro dal debito
come problema di redistribuzione del reddito tra gruppi economici;
Relazione tra grado di stabilità politica, conflitto distributivo e
dinamica del debito;
Gruppi di interesse:
rentiers, che detengono la ricchezza sotto forma di titoli di stato:
si oppongono a ripudio esplicito del debito e tassa da inflazione;
favoriscono aumento delle imposte, dirette e indirette.
imprenditori, che detengono la ricchezza sotto forma di capitale
fisico:
si oppongono a imposte sul capitale;
favoriscono ripudio, finanziamento monetario e imposte sui beni di
consumo;
lavoratori, che possiedono capitale umano:
si oppongo alle imposte, soprattutto indirette sui beni di consumo;
favoriscono ripudio e imposte su patrimonio e capitale;
sono danneggiati dall’inflazione in caso di salari non indicizzati.
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Rapporti debito-PIL e deficit-PIL nell’Euro-area prima della
crisi del debito
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (% PIL), 2009
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43/83
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Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debiti e deficit pubblici nell’Euro-area prima della crisi del
debito
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (miliardi di Euro), 2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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44/83
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
La rete europea del debito
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Germania
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Francia
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Italia
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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48/83
Produzione di equilibrio di breve periodo
Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Portogallo
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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49/83
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Irlanda
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Grecia
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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51/83
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Debito pubblico e deficit in Spagna
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2010.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Snowball effect: debito pubblico, crescita e tasso
d’interesse
(a) Germania
(b) Francia
(c) Italia
Giuseppe2010.
Vittucci Marzetti
Fonte: Eurostat,
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Snowball effect: debito pubblico, crescita e tasso
d’interesse
(d) Portogallo
(e) Irlanda
(f) Grecia
(g) Spagna
Fonte: Eurostat,
Giuseppe2010.
Vittucci Marzetti
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54/83
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Rapporto debito/PIL e deficit/PIL di Italia e Belgio
(h) Debito
(i) Deficit
Fonte: IMF, 2010.
Figura: Debito e deficit di Italia e Belgio (% PIL), 1980-2011
Giuseppe Vittucci Marzetti
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Uno sguardo fuori dall’Euro-area: rapporto debito/PIL per
paesi sviluppati e in via di sviluppo 1880-2011
Fonte: IMF, 2013.
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Uno sguardo fuori dall’Euro-area: rapporto debito/PIL di
Giappone, Regno Unito e Stati Uniti 1880-2011
Fonte: IMF, 2013.
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Mappa del debito pubblico (1970)
Fonte: IMF, 2010.
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Mappa del debito pubblico (1992)
Fonte: IMF, 2010.
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Mappa del debito pubblico (2009)
Fonte: IMF, 2010.
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dinamica recente dei rapporti debito-PIL e deficit-PIL
nell’Euro-area
(a) Debito
(b) Deficit
Fonte: Eurostat, 2013.
Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (% PIL), 2012
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Impatto del consolidamento fiscale sul rapporto debito-PIL
Assumendo costanza dei tassi di interesse sul debito e del tasso di
inflazione, e considerando l’impatto marginale di breve periodo
dell’aumento delle imposte nette sulla riduzione di:
dB
debito, attraverso riduzione del disavanzo: dT
= −1
= −m
PIL, effetto recessivo pari al moltiplicatore fiscale: dY
dT
l’impatto marginale di breve periodo dell’aumento delle imposte
nette sul rapporto debito-PIL è:
d
B
dB
dY
1
1
Y−
B = 2 (−Y + mB)
= 2
dT Y
Y
dT
dT
Y
Il consolidamento fiscale porta ad un aumento del rapporto
debito-PIL se:
1
−Y + mB > 0 ⇒ m >
B/Y
maggiore il rapporto debito-PIL, più facile il consolidamento fiscale
generi, almeno nel breve periodo, un peggioramento del rapporto
stesso.
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Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa
Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Politica monetaria
Banca centrale controlla indirettamente l’offerta di moneta
attraverso il controllo della base monetaria;
Politica monetaria: politica economica di stabilizzazione condotta
dall’autorità monetaria attraverso il controllo (indiretto) di offerta di
moneta e tassi di interesse a breve:
politica monetaria espansiva: aumento dell’offerta di moneta;
politica monetaria restrittiva: diminuzione dell’offerta di moneta.
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Produzione di equilibrio di breve periodo
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo
algebrico
Aumento offerta di moneta (M̄ ′ > M̄);
Traslazione verso il basso della curva LM:
i′ = −
1 M̄ ′
k
1 M̄
k
+ Y <−
+ Y =i
h P
h
hP
h
′
Aumento produzione di equilibrio (Y ∗ > Y ∗ ):
′
Y∗ =
hA + f M̄/P
hA′ + f M̄ ′ /P
>
= Y∗
fk + (1 − c)h
fk + (1 − c)h
′
Diminuzione tasso d’interesse d’equilibrio (i ∗ < i ∗ ):
′
i∗ =
kA′ − (1 − c)M̄ ′ /P
kA − (1 − c)M̄/P
<
= i∗
fk + (1 − c)h
fk + (1 − c)h
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Produzione di equilibrio di breve periodo
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Mercati finanziari e curva LM
Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo grafico
i
i
LM
i
LM’
E
E’
i’
M d /P = kY − hi
M s /P
′
M s /P
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M/P
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Y
Y
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo grafico
i
i
LM
i∗
LM’
E
′
i∗
i
′
M d /P = kY ∗ − hi
′
E’
M s /P
M d /P = kY − hi
′
M s /P
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M/P
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IS
Y∗ Y∗
′
Y
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Da monetary targeting a interest-rate targeting
Dagli anni 1980, le maggiori autorità monetarie sono passate:
da valori-obiettivo in termini di aggregati monetari
(monetary targeting );
a valori-obiettivo in termini di tassi di interesse a breve
(interest-rate targeting ).
In base alla teoria della preferenza per la liquidità, la politica
monetaria può essere fissata in modo equivalente sia in termini di
offerta di moneta che di tasso d’interesse;
Es. Quando la Federal Open Market Committee (FOMC) della Fed
fissa il target federal funds rate dà di fatto incarico ai propri
operatori di condurre operazioni di mercato aperto, modificando
quindi l’offerta di moneta, cosı̀ da garantire quel tasso di equilibrio.
I motivi del passaggio all’interest-rate targeting sono:
non osservabilità degli shock della domanda di moneta, con volatilità
dei tassi d’interesse in caso di valori-obiettivo fissati in termini di
aggregati monetari (Clarida, Galı́ & Gertler, 1999);
innovazioni finanziarie che rendono complessa e imprecisa la stima
degli aggregati monetari rilevanti.
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Regola di Taylor
Classico esempio di semplice politica basata sul feedback è la famosa
regola di Taylor (1993),...che collega il valore-obiettivo del federal fund rate
a due variabili: livello dell’output gap...e differenza tra tasso di inflazione
effettivo e programmato. Come gran parte delle feedback policy, la regola
indica ai policymaker di “contrastare il vento” (“lean against the wind”);
per esempio, con output maggiore del potenziale o inflazione al di sopra del
target, la regola implica che si fissi un tasso sopra il suo livello medio...
(Bernanke, 2 Dicembre 2004)
Nel 1993, John Taylor, studiando il comportamento del FOMC, mostra
come, nel fissare il target rate, l’autorità monetaria tende a seguire una
regola abbastanza semplice, divenuta famosa come Taylor rule:
it = r ∗ + πt + βπ (πt − π ∗ ) + βy (yt − y ∗ )
| {z }
Output gap
tasso d’interesse reale di equilibrio (es. 2%);
πt : tasso di inflazione;
π ∗ : valore-obiettivo del tasso di inflazione (es. 2%);
(yt − y ∗ ): PIL effettivo (yt ) meno PIL potenziale (y ∗ ).
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Politica fiscale
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Regola di Taylor come regola positiva e normativa efficace?
Alan Greenspan (Governatore della Fed dall’agosto 1987 al gennaio 2006)
sulla regola di Taylor:
Le regole che collegano la fissazione del federal fund rate alle deviazioni di
output e inflazione dai loro rispettivi target, in alcune configurazioni,
sembrano definire i contorni generali di quello che abbiamo fatto negli
ultimi dieci anni e mezzo. E le prescrizioni basate su regole formali
possono, di fatto, servire come utili integrazioni di politica economica [...].
Ma nei nodi cruciali, come quelli della nostra storia recente—il crollo del
mercato azionario del 1987, le crisi del 1997–98, e gli eventi che seguirono
l’11 settembre 2001— semplici regole saranno inadeguate sia come
descrizioni che come prescrizioni di politica economica. Inoltre, tali regole
soffrono più o meno delle stesse difficoltà derivanti dall’uso di coefficienti
fissi che abbiamo con i nostri modelli a larga scala.
(Greenspan, 2004, p.38-39)
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Politica fiscale
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Canali di trasmissione della politica monetaria
Efficacia della politica monetaria basata sui seguenti nessi causali:
↑ H ⇒ ↑ M ⇒ ↓ i ⇒ ↑ PAE ⇒ ↑ Y
Un aumento della base monetaria (H) aumenta l’offerta di moneta
(M), attraverso il meccanismo del moltiplicatore monetario;
Un aumento dell’offerta di moneta (M) riduce i tassi d’interesse (i);
La diminuzione dei tassi d’interesse (i) stimola la domanda
aggregata per investimenti e consumi (PAE );
L’aumento della domanda aggregata (PAE ) produce un effetto
amplificato sul PIL di equilibrio (Y ) attraverso il meccanismo del
moltiplicatore keynesiano.
Ciascuno di questi canali di trasmissione potrebbe non funzionare...
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dai tassi d’interesse alla spesa programmata
Investimenti e consumi possono essere poco reattivi al tasso
d’interesse (e dipendere molto più dalle aspettative circa
l’andamento dell’economia);
Con bassa reattività di consumo e investimenti al tasso d’interesse,
la curva IS è rigida e la politica monetaria ha poco effetto sul PIL di
equilibrio.
i
LM
i∗
LM’
′
i∗
IS
Y∗ Y∗
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′
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Y
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dalla base monetaria all’offerta di moneta
Un aumento della base monetaria potrebbe non portare ad un
aumento dell’offerta di moneta in caso di crisi del sistema bancario;
Come discusso da M. Friedman e A. Schwartz (Monetary History of
the United States, 1963), durante la Grande Depressione, nonostante
la base monetaria crebbe in modo stabile da 1931 al 1933, nel
Dicembre del 1932 la terza ondata di panico bancario provocò una
contrazione dell’offerta nominale di moneta (M2) pari al 35%.
Fonte: FRED, 2012.
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Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Base monetaria e offerta di moneta durante la crisi del
2008 negli USA
Fonte: FRED, 2012.
Figura: Base monetaria e M2 (miliardi di dollari)
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Dall’offerta di moneta al tasso d’interesse: la trappola
della liquidità
Efficacia della politica monetaria determinata anche dall’elasticità
della domanda di moneta al tasso di interesse: maggiore l’elasticità,
minore la diminuzione del tasso d’interesse prodotta da un aumento
dell’offerta di moneta;
Caso estremo, rappresentato da domanda di moneta infinitamente
elastica, può verificarsi con tassi di interesse nominali pari o prossimi
a zero (cosiddetta trappola della liquidità, liquidity trap): con tassi
di interesse nominali a breve prossimi allo zero bound aumenti
ulteriori dell’offerta di moneta non hanno più effetto sull’output
(Krugman, 1998; Eggertsson & Woodford, 2003).
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Trappola della liquidità nel modello IS-LM
i
i
LM
IS
M d /P
LM’
E
LM”
E’
M s /P
′
M s /P
Giuseppe Vittucci Marzetti
′′
M s /P M/P
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Y∗
′
Y∗
Y
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Trappola della liquidità in Giappone
Fonte: FMI WEO, 2012.
Figura: Tasso interbancario a sei mesi (LIBOR), variazione percentuale del
deflatore del PIL e tasso di interesse reale (LIBOR - % ∆ IPC) in Giappone,
1990-2010
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Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Trappola della liquidità in Giappone
Fonte: FMI WEO, 2012.
Figura: Tasso di crescita del PIL reale per capita, tasso di disoccupazione e
output gap in Giappone, 1990-2010
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Politica monetaria in trappola
Nella macroeconomia keynesiana, trappola della liquidità utilizzata
per giustificare il ricorso alla politica fiscale;
Possibile l’adozione di politiche monetarie non convenzionali
(Bernanke & Reinhart, 2004);
Quantitative easing (allentamento quantitativo): acquisti su larga
scala (nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari) da parte della
banca centrale di attività finanziarie (titoli pubblici a lungo termine e
corporate bond, ma anche Mortgage-Backed Securities e CDO)
detenute da istituzioni finanziarie attraverso l’accredito di riserve;
QE ha un impatto attraverso la riduzione dei tassi a lungo termine;
Forma estrema di politica monetaria utilizzata da:
Bank of Japan nel 2001;
Bank of England nel 2009 (200 miliardi di sterline);
Fed:
Marzo 2009–Marzo 2010 (QE1): $1250 miliardi di MBS; $200
miliardi di federal agency debt (titoli di debito emessi da Fannie Mae
& Freddie Mac); $300 miliardi di T-Notes e T-Bonds;
Novembre 2010–Luglio 2011 (QE2): $600 miliardi di notes e bonds.
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Azione della BCE
Nel giugno 2007, stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema
pari a 913 miliardi di euro;
Nel marzo 2012, bilancio assomma a 3,000 miliardi (24% PIL area
euro);
630 miliardi di titoli, parte dei quali relativi al Security Market
Program per sostenere i titoli governativi dei paesi in crisi (220
miliardi circa);
1,100 miliardi di rifinanziamenti a lungo termine alle istituzioni
creditizie nell’ambito di Longer-Term Refinancing Operations
(LTRO).
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Politica fiscale
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Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Limite di azione della BCE
No bail-out clause (Art. 104(1) del Trattato sull’UE):
“È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma
di facilitazione creditizia, da parte della BCE o...delle...Banche
centrali nazionali, a istituzioni o organi della Comunità, alle
amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici,
ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli
Stati membri, cosı̀ come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di
debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali.”;
Dato il divieto esplicito di acquisto di titoli del debito pubblico dei
paesi membri sul mercato primario, BCE e banche centrali possono
acquistare titoli pubblici dei paesi membri solo sul mercato
secondario.
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Dal breve al lungo periodo
Equilibrio nel modello IS-LM
Politica fiscale
Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea
Politica monetaria
Limiti della politica monetaria
Piano Draghi
Settembre 2012: Consiglio Direttivo della BCE (con voto contrario
di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank), facendo leva sul
mandato implicito della banca centrale alla difesa dell’“integrità”
della moneta unica, termina il Securities Markets Programme (SMP)
e inaugura il programma OMT;
Outright Monetary Transactions (OMT): acquisti potenzialmente
illimitati sui mercati secondari da parte della BCE di bond sovrani
con scadenza da 1 a 3 anni dei paesi membri, condizionati a impegni
formali per le riforme, concordati con lo Stato richiedente e riassunti
in un “memorandum” (tra i controllori anche il FMI);
Precondizione necessaria di accesso al programma: presenza di
iniziative simili sul mercato primario da parte dei fondi salva-Stati
(European Financial Stability Facility, EFSF, e European Stability
Mechanism, ESM);
Prevista la sterilizzazione piena della liquidità creata con le OMT.
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Dal breve al lungo periodo
Dal breve al lungo periodo
Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo
Dal breve al lungo periodo
Modello keynesiano base non in grado di spiegare il comportamento
dell’inflazione;
Nel lungo periodo:
prezzi flessibili (flexible prices);
PIL determinato da tecnologia e offerta reale di fattori produttivi
(PIL di pieno impiego).
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Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche
Dal breve al lungo periodo
Dal breve al lungo periodo
Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo
Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo
Due teorie del tasso di interesse alternative:
1
2
tasso di interesse determinato da offerta e domanda di fondi
mutuabili (risparmio nazionale e domanda di investimento);
tasso di interesse determinato da offerta e domanda di moneta.
Nella sintesi neoclassica:
la prima vale nel lungo periodo:
produzione determinata da tecnologia e offerta di fattori produttivi
(PIL di pieno impiego);
per ogni dato livello di produzione, tasso di interesse reale
determinato sul mercato dei fondi mutuabili;
livello dei prezzi determinato da offerta e domanda di moneta.
la seconda vale nel breve periodo:
livello dei prezzi relativamente fisso e insensibile al mutare della
congiuntura economica;
per ogni dato livello dei prezzi, tasso di interesse determinato
dall’interazione tra domanda e offerta di moneta;
livello di produzione determinato dalla domanda aggregata,
determinata in parte dal tasso d’interesse.
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