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Principi di economia – Politica economica

Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Principi di economia – Politica economica 6. Risparmio, investimento e sistema finanziario Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Layout 1 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari 2 Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili 3 Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Sistema finanziario Sistema finanziario: insieme delle istituzioni finalizzate al coordinamento di prestatori e prestatari; finanziamento diretto attraverso i mercati finanziari: mercato obbligazionario; mercato azionario. finanziamento indiretto attraverso gli intermediari finanziari: intermediari finanziari bancari; intermediari finanziari non bancari. Esempi: compagnie di assicurazione, Società di Intermediazione Mobiliare (SIM), società di leasing. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Obbligazioni Obbligazione (bond o fixed-income security ): titolo di credito, emesso da società o enti pubblici, che attribuisce al suo possessore (obbligazionista o investitore, investor ) il diritto a: rimborso in unica soluzione da parte dell’emittente (issuer ) alla scadenza (maturity date) del valore nominale del titolo (face value); interessi su tale somma (cedola, o coupon), liquidati periodicamente (trimestralmente, semestralmente o annualmente). Emissione obbligazionaria finalizzata a reperire liquidità da parte dell’emittente; Esempio: obbligazione con valore nominale 1000e, cedola 8% semestrale e durata 10 anni paga 40e due volte l’anno (1000e×0.08 = 80e) per 10 anni; dopo 10 anni rimborso del valore nominale di 1000e. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Caratteristiche delle obbligazioni Valore nominale (nominal, principal, par o face value): valore che l’emittente si impegna a rimborsare alla scadenza (maturity date); Prezzo di emissione (issue price): prezzo pagato dall’investitore per l’acquisto del titolo all’emissione; Prezzo di mercato (market price): prezzo per l’acquisto del titolo sul mercato; Durata (tenor o maturity ); Cedola (coupon): tasso di interesse corrisposto all’obbligazionista obbligazioni a tasso fisso (straight, plain vanilla o fixed-rate bonds), calcolato in percentuale del valore nominale; obbligazioni a tasso variabile (floaters); obbligazioni a cedola nulla (zero-coupon); Frequenza dei pagamenti: trimestrale; semestrale; annuale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Caratteristiche delle obbligazioni Emittente: obbligazioni statali, o titoli pubblici (government bond): obbligazioni societarie (corporate bond); Rischio emittente, valutato in genere sulla base del rating dato dalle agenzie di rating (“big three”: Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch) junk bond (o high-yield bond): bond sotto l’investment grade; Opzionalità (optionality ): obbligazioni callable: rimborsabili prima della scadenza da parte dell’emittente; obbligazioni puttable: da rimborsare prima della scadenza in caso di richiesta da parte dell’obbligazionista; obbligazioni convertibili (convertible bond): convertibili in azioni. Priorità: obbligazioni senior ; obbligazioni junior (o subordinate): con rimborso, in caso di fallimento, successivo ai creditori privilegiati o chirografari. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Obbligazioni statali Obbligazioni statali, o titoli pubblici, o titoli di stato: in Italia, emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): obbligazione a cedola nulla a breve termine (3, 6 o 12 mesi); Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): obbligazione a cedola nulla a 24 mesi; Certificati di Credito del Tesoro (CCT): obbligazioni a tasso variabile (legate al tasso Euribor a 6 mesi) a 7 anni; Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): obbligazioni a tasso fisso con cedole semestrali a 3, 5, 10, 15 o 30 anni. negli Stati Uniti: Treasury bills (T-Bills): obbligazioni a cedola nulla di durata uguale o inferiore all’anno; Treasury notes (T-Notes): obbligazioni a tasso fisso con cedole semestrali di durata da uno a 10 anni; Treasury bonds (T-Bonds): obbligazioni a tasso fisso con cedole semestrali di durata maggiore di 10 anni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Yield-To-Maturity Rendimento a scadenza (Yield-To-Maturity ): tasso di rendimento interno (internal rate of return) delle obbligazioni (tasso che rende nullo il valore scontato dei flussi). P: prezzo di acquisto dell’obbligazione; M: valore nominale; Ct : pagamenti per interessi al tempo t. T X Ct M + =0 P− t T (1 + YTM) (1 + YTM) t=1 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Prezzo delle obbligazioni Prezzo di mercato dell’obbligazione (prezzo tel quel, dirty price) dato dalla somma dei flussi finanziari attualizzati (al tasso d’interesse i): P= T X t=1 Ct M + t (1 + i) (1 + i)T Nota: tolti i ratei maturati ma non ancora riscossi si ottiene il corso secco (clean price). Nelle obbligazioni a tasso fisso (con tasso cedolare r = C /M) si ha: T X C M 1 − (1 + i)−T M + = C+ t T (1 + i) (1 + i) i (1 + i)T t=1    r M 1 1 1 − (1 + i)−T rM+ = 1 − + = M i (1 + i)T (1 + i)T i (1 + i)T P= Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Prezzo e valore nominale delle obbligazioni Prezzo dell’obbligazione: superiore al valore nominale (sopra la pari): obbligazione a premio, o sopra la pari (premium bond) ⇒ tasso cedolare maggiore del tasso d’interesse di mercato (r > i); uguale al valore nominale: obbligazione alla pari (par bond) ⇒ tasso cedolare uguale al tasso d’interesse di mercato (r = i); inferiore al valore nominale: obbligazione a sconto, o sotto la pari (discount bond) ⇒ tasso cedolare minore del tasso d’interesse di mercato (r < i). Titoli zero-coupon sono obbligazioni a sconto puro, sotto la pari: P= Giuseppe Vittucci Marzetti M (1 + i)T Principi di economia – Politica economica 10/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Prezzo delle obbligazioni e tasso d’interesse Relazione negativa tra tasso d’interesse sul mercato (i) e prezzo delle obbligazioni (già emesse) (P): ↑i ⇒↓P Prezzo Rendimento Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Curva dei rendimenti Curva dei rendimenti (yield curve), o struttura a termine dei tassi di interesse (term structure of interest rates): relazione che lega i rendimenti dei titoli alle rispettive maturità (scadenze). Curva dei rendimenti normale: rendimenti crescenti al crescere della maturità. Con aspettative di tassi d’inflazione e crescita economica costanti, gli investitori richiedono rendimenti più alti per compensare un posticipo nel rimborso del capitale; Curva dei rendimenti invertita: rendimenti decrescenti al crescere della maturità del titolo. Inclinazione negativa della curva dei rendimenti rara e dovuta alle aspettative degli investitori circa l’andamento dei tassi di interesse a breve: gli investitori pensano che i tassi a breve diminuiranno, a seguito, ad esempio, di politiche monetarie espansive volte a fronteggiare una recessione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Obbligazioni garantite e altri strumenti finanziari Obbligazioni garantite (secured bond): obbligazioni dotate di specifiche garanzie, fornite dall’emittente, per il pagamento delle cedole e il rimborso del capitale; Cartolarizzazione (securitization): operazione finalizzata alla creazione di titoli negoziabili (securities) i titoli derivano i flussi di cassa che remunerano i sottoscrittori da un portafoglio di attività illiquide: prestiti ipotecari (Mortgage-Backed Securities, MBS); crediti commerciali,... (in generale Asset-Backed Securities, ABS). a garanzia degli investitori, tale portafoglio assume soggettività autonoma attraverso il conferimento a un ente autonomo (Special Purpose Vehicle, SPV). Se lo SPV emette diverse tranche di titoli caratterizzati da diversi gradi di rischio e priorità nei rimborsi (senior tranche, junior tranche, equity tranche), si hanno, con portafoglio costituito da: mutui ipotecari: Collateralized Mortgage Obligation (CMO); junk bond: Collateralized Bond Obligation (CBO); più in generale, obbligazioni, strumenti di debito e altri titoli: Collateralized Debt Obligation (CDO); Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari CDO come asset tossici Asset tossici (toxic asset): termine utilizzato per indicare particolari asset finanziari il cui valore è diminuito drasticamente e per cui non c’è più un mercato funzionante; Con la crisi dei mercati subprime nel 2007—aumento delle insolvenze (delinquencies) nei prestiti concessi a persone considerate non del tutto solvibili—diminuzione considerevole del valore di CDO e CMO; Scoppio della bolla immobiliare e diminuzione del valore delle garanzie ipotecarie a tutela dei rimborsi; Aumento dei mancati rimborsi anche per le senior tranche, con rating di tripla A. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Azioni Azionista (shareholder ) di una società è il possessore di almeno un’azione della società; Azione (stock, equity o shares): titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società Azioni ordinarie (common stock), che assegnano: diritti patrimoniali: rimborso del capitale in caso di scioglimento della società, una volta che i creditori siano stati soddisfatti; diritto al dividendo laddove venga decisa la distribuzione degli utili; diritto di opzione in caso di aumento del capitale; diritto di voto nelle assemblee societarie (ordinarie e straordinarie). Azioni privilegiate (preferred stock): azioni che assicurano precedenza nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale rispetto agli azionisti ordinari, ma con limitazioni al diritto di voto (precluso nelle assemblee ordinarie). Le azioni rispetto alle obbligazioni hanno un rischio più elevato, cui fa seguito un rendimento in media più elevato. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Prezzo delle azioni Prezzo di mercato delle azioni determinato sui mercati dall’interazione tra domanda e offerta; Valore dell’azione (P0 ) riflette il flusso scontato dei dividendi futuri attesi: +∞ X Dt P0 = (1 + r )t t=1 dove Dt è il dividendo atteso al tempo t e r il tasso di rendimento richiesto. In caso di vendita dell’azione al tempo T si ha: P0 = T X t=1 Dt PT + t (1 + r ) (1 + r )T dove PT è il prezzo atteso dell’azione al tempo T . Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Valore delle azioni Assumendo tasso di crescita costante dei dividendi: Dt = (1 + g )Dt−1 = (1 + g )t D0 Se g < r , il valore di un’azione in 0 sarà dato da: P0 = +∞ X (1 + g )t D0 t=1 = (1 + r )t t +∞  (1 + g )D0 X 1 + g = 1+r 1+r t=0 1 (1 + g )D0 D1 (1 + g )D0 = = 1 + r 1 − 1+g r − g r −g 1+r Rendimento: r= D1 P0 |{z} + Rendimento da capital gain Rendimento del dividendo Giuseppe Vittucci Marzetti g |{z} Principi di economia – Politica economica 17/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Prezzo delle azioni Prezzo delle azioni determinato da aspettative circa: utili (earnings) futuri: maggiori gli utili futuri attesi, maggiori i dividendi futuri attesi, maggiore il valore dell’azione; tasso di interesse di mercato: maggiore il tasso di interesse sul mercato, maggiore il fattore di sconto, e quindi minore il valore dell’azione; cambiamenti di prezzo futuri dell’azione: guadagni/perdite in conto capitale (capital gains/losses). Capitalizzazione (capitalization): valore di mercato del capitale di rischio di una società (numero delle azioni per il prezzo di mercato di ciascuna azione). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Listini azionari Prezzi delle azioni consultabili online: Yahoo Finance; Google Finance; MilanoFinanza; Borsa Italiana; ... Indicazioni: Nome della società (company name); Codice (ticker symbol): codice identificativo dell’azione (es. in Google Finance BIT:ENI codice delle azioni ENI quotate sulla Borsa di Milano); Dividendo per azione (Dividend per share, Div.); Rendimento del dividendo (dividend yield, Yield): dividendo annuale per azione in percentuale del prezzo medio dell’azione; Rapporto prezzo-utili (Price/Earnings ratio, P/E): rapporto tra il prezzo dell’azione e gli utili per azione come risultano dagli ultimi quattro trimestri (valore “normale”: 15); Volume: numero di azioni scambiate; Range: prezzo minimo e massimo intraday ; Open: prezzo di apertura; Close: prezzo di chiusura; ... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Quotazione ENI 1 Aprile 1999 - 8 Aprile 2013 Fonte: Google Finance. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Borse valori Molte azioni e obbligazioni scambiate nelle Borse valori (Stock exchange), mercati secondari (secondary market) regolamentati; Esempi di borse valori: New York Stock Exchange (NYSE): indice azionario più importante: Dow Jones; Nasdaq: mercato virtuale Over-The-Counter (OTC); importante nel settore high-tech. London Stock Exchange: indice azionario più importante: FTSE 100 (pronuncia “futsi”); Borsa di Tokyo: indice azionario Nikkei; Borsa di Francoforte: indice più importante: DAX 30; Borsa Italiana: indice azionario più importante: FTSE MIB, comprende le maggiori 40 società per capitalizzazione; nel 2007 si è fusa con la London Stock Exchange. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Gli animali della Borsa Bulls make money, bears make money, but pigs just get slaughtered! Mercato toro (bull market): mercato in salita; Mercato orso (bear market): mercato in discesa; Parco buoi: massa di piccoli e medi risparmiatori, che si muovono spesso a traino di coloro che “conducono il gioco”; Chickens: investitori eccessivamente timorosi; Pigs: investitori con atteggiamento altamente speculativo che si accollano rischi alti in cerca del “colpaccio”. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Intermediari finanziari Intermediari finanziari: istituzioni attraverso cui i risparmiatori forniscono indirettamente fondi a chi ne fa richiesta; Tra gli intermediari finanziari vi sono in particolare: Banche; Fondi comuni di investimento. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Banche Banche: istituzioni finanziarie risultato di due processi evolutivi dalla custodia dei fondi all’attività creditizia (funzione creditizia): raccolta fondi con operazioni di credito passivo (depositi) ed erogazione fondi con operazioni di credito attivo (impieghi) intermediazione creditizia; miglioramento della qualità del credito: le banche vantano crediti di qualità normale, ma sono prestatari di qualità alta per diversificazione delle attività; trasformazione della scadenza: la banche prendono a prestito con depositi a vista o a breve termine e prestano a lungo termine. consenso graduale nel far accettare i propri debiti come mezzi di pagamento (funzione monetaria): depositi bancari in conto corrente (checkable deposits) fungono da moneta su base fiduciaria Emissione di moneta; Creazione di moneta nel sistemi bancari a riserva frazionaria. Proventi attività bancaria (margine di intermediazione) risultato di: margine di interesse: differenza fra interessi attivi e passivi; commissioni e provvigioni per servizi finanziari: attività di consulenza e valutazione del rischio; assistenza alle imprese in operazioni di finanziamento sul mercato; operazioni su valori mobiliari e derivati (swaps, options, futures); ecc. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Margine di intermediazione di Intesa Sanpaolo Figura: Margine di intermediazione da bilancio riclassificato di Intesa Sanpaolo Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Fondi comuni di investimento e altri investitori istituzionali Investitori istituzionali: strumenti di gestione collettiva del risparmio: Fondi comuni; Società di Investimento a Capitale Variabile (SICAV). Fondi pensione; Società di assicurazione. Fondi comuni di investimento (mutual funds): patrimoni autonomi, suddivisi in quote dei singoli partecipanti, gestiti da Società di Gestione del Risparmio (SGR) per conto dei partecipanti al fondo e a loro rischio. Fondi suddivisi, a seconda del: tipo in Fondi chiusi (closed-end fund): quote predeterminate; Fondi aperti (open-end fund): patrimonio (Net Asset Value, NAV) variabile in funzione di nuove sottoscrizioni e rimborsi. SGR deve accettare sempre le sottoscrizioni o le richieste di rimborso. dell’oggetto in: i) mobiliari; ii) immobiliari; iii) speculativi (hedge funds). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Attività finanziarie delle famiglie in Europa Attività finanziarie Biglietti e depositi Biglietti Depositi Titoli (escluse azioni) Prestiti Azioni e partecipazioni Azioni quotate Azioni non quotate Altre partecipazioni Quote di fondi comuni Riserva per premi assicurativi Altre attività 1995 129.0 52.0 3.7 47.6 14.5 0.6 29.9 5.7 9.2 4.0 9.8 28.9 3.0 2000 152.0 45.6 3.3 41.6 12.2 0.7 53.3 13.6 16.8 4.3 17.7 36.9 3.3 2005 158.7 49.2 3.9 45.4 12.6 0.6 48.9 8.8 16.7 6.7 16.6 44.1 3.3 2010 166.5 57.6 5.2 52.4 11.3 0.7 41.9 7.7 13.7 8.2 12.3 51.2 3.9 Fonte: Eurostat, 2011. Tabella: Attività delle famiglie nello stato patrimoniale consolidato nell’EU27 (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Obbligazioni e mercato obbligazionario Azioni e mercato azionario Borse valori Intermediari finanziari Attività finanziarie delle famiglie in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Composizione delle attività finanziarie delle famiglie in Italia nel 2011 (somma delle attività finanziarie pari al 226.3% del PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Risparmio Risparmio: reddito disponibile al netto dei consumi; Tasso di risparmio: rapporto tra risparmio e reddito; Risparmio nazionale somma di: Risparmio privato nazionale: reddito disponibile meno spese per consumi finali dei residenti; Risparmio pubblico (o del settore pubblico): entrate (tutte le imposte) meno uscite (compresi i trasferimenti e i pagamenti per interessi), a tutti i livelli della pubblica amministrazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Determinanti del risparmio privato Nelle economie di mercato, risparmio privato derivante da decisioni individuali basate su un confronto di utilità tra: desiderio di anticipare il consumo (sostituzione intertemporale); desiderio di provvedere ai bisogni futuri, personali, familiari e degli eredi (risparmio a scopo di eredità), bisogni certi (sostituzione intertemporale); bisogni incerti (risparmio precauzionale). Decisione determinata da: valore del patrimonio individuale; aspettative circa i redditi futuri in ogni periodo; grado di impazienza; spirito di previdenza; autocontrollo; premura per i propri discendenti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Ciclo di vita e consumption smoothing Decisioni di risparmio collegate all’allocazione intertemporale del consumo; In base alla teoria del reddito permanente (permanent income theory ) di Friedman (1956) e del ciclo di vita (life-cycle theory ) di Modigliani e Brumberg (1954), la compresenza di: agenti forward-looking (che formano aspettative circa il futuro e agiscono in accordo con tali aspettative); il desiderio di avere un path tendenzialmente stabile di consumo nel tempo (consumption smoothing ); il path dei redditi attesi: bassi in gioventù; più alti nella maturità; più bassi nella vecchiaia; determinano tassi di risparmio: negativi in gioventù, con ricorso al debito; positivi nella maturità: con restituzione dei debiti e formazione di un patrimonio; negativi nella vecchiaia, in cui si “dilapida” in tutto o in parte il patrimonio accumulato. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Analisi della relazione tra risparmio e tasso d’interesse Un agente vive due periodi e non ha patrimonio; L’utilità complessiva è funzione del consumo nei due periodi: U = u(C1 , C2 ) con Ct consumo nel periodo t; I consumi nei due periodi sono sostituti imperfetti; Vincolo di bilancio intertemporale: (1 + r )(Y1 − C1 ) = C2 − Y2 ⇒ C2 = (1 + r )Y1 + Y2 − (1 + r )C1 dove: Yt : reddito reale guadagnato nel periodo t; r : tasso d’interesse reale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Pattern di consumo di equilibrio C2 (1 + r )Y1 + Y2 C2∗ C1∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Y1 + Y2 1+r Principi di economia – Politica economica C1 33/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Effetto di un aumento del tasso d’interesse Aumento di r fa ruotare il vincolo di bilancio; Aumento del tasso d’interesse (r ′ > r ) provoca un aumento del prezzo del consumo presente in termini di consumo futuro ((1 + r ′ ) > (1 + r )), con conseguente effetto sostituzione: il consumo presente, diventato relativamente più caro, viene sostituito con quello futuro; Se C1 diminuisce, il risparmio (S = Y1 − C1 ) aumenta. Nota: vi può essere anche un effetto reddito: effetto reddito aumenta il consumo presente e futuro; se effetto sostituzione prevalente, il risparmio comunque aumenta. ↑r ⇒↑S Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Effetto di un aumento del tasso d’interesse C2 C2∗ ′ C2∗ C1∗ Giuseppe Vittucci Marzetti ′ C1∗ Principi di economia – Politica economica C1 35/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Tasso di risparmio delle famiglie Fonte: OECD, 2011. Figura: Risparmio delle famiglie in percentuale del reddito disponibile Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Investimenti Investimenti reali: domanda di beni di investimento, come immobili, impianti e macchinari, ecc.; Dato il tasso di interesse reale r , Valore Attuale Netto (VAN) di un progetto di investimento pari alla somma dei flussi reali scontati generati dall’investimento: VAN = T X t=0 Vte (1 + i)t con Vte ricavo (+) o costo (−) in termini reali atteso al tempo t; Saggio di rendimento interno (Internal Rate of Return, IRR) reale di un progetto di investimento, o efficienza marginale del capitale (marginal efficiency of capital): tasso d’interesse reale che rende nullo il VAN T X Vte =0 (1 + IRR)t t=0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Relazione tra investimenti e tasso d’interesse Conveniente intraprendere solo gli investimenti con tasso di rendimento interno maggiore del tasso di interesse di mercato; Dati i progetti di investimento, un aumento del tasso di interesse reale riduce il numero di progetti profittevoli, e quindi il livello di investimenti programmati: ↑r ⇒↓I Dato il tasso di interesse, un miglioramento delle aspettative degli imprenditori aumenta il livello di investimenti programmati. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/59 Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Identità risparmi-investimenti nella contabilità nazionale Assumendo economia chiusa e senza settore pubblico: Y Y −C ≡ ≡ C +I I S ≡ I Y : PIL ≡ reddito totale ≡ spesa totale; C : consumi di beni e servizi finali; I : investimenti lordi (inclusi investimenti in scorte); S: risparmio. Nella contabilità nazionale l’uguaglianza risparmi-investimenti è un’identità contabile (sempre vera per definizione), poiché gli investimenti lordi includono gli investimenti in scorte non programmati; Possibili in teoria differenze tra risparmio e investimenti reali programmati? Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Mercato dei fondi mutuabili Mercato dei fondi mutuabili: luogo d’incontro tra domanda di fondi mutuabili: richiesta di prestiti per investimenti programmati; offerta di fondi mutuabili: offerta di prestiti derivanti da risparmi (eccedenza del reddito sui consumi). Sul mercato del credito si determina il tasso d’interesse reale; Determinando contemporaneamente il livello di: investimenti, e quindi ammontare del reddito destinato ad usi produttivi che aumentano il reddito futuro; risparmio, e quindi livello dei consumi aggregati nel periodo corrente; i mercati del credito collegano presente e futuro: tasso di crescita del prodotto interno (attraverso variazioni del tasso di accumulazione del capitale fisico); allocazione intertemporale del consumo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili r S r∗ I S∗ = I ∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili Domanda di fondi prestabili (investimenti): tendenzialmente più elastica dell’offerta di fondi prestabili; dipendente anche dalle aspettative degli imprenditori: un miglioramento delle aspettative sposta la curva di domanda verso destra. Offerta di fondi prestabili (risparmi): dipendente anche dalla distribuzione del reddito: poiché il tasso di risparmio tende ad aumentare all’aumentare del reddito, un aumento della diseguaglianza distributiva sposta verso destra la curva di offerta; non necessariamente sempre con inclinazione positiva. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Risparmio Investimenti Identità risparmi-investimenti Mercato dei fondi mutuabili Equilibri e disequilibri sul mercato dei fondi mutuabili Con offerta abbondante e molto rigida, e imprenditori molto “pessimisti”, tasso d’interesse reale di equilibrio possibilmente negativo: affinché r < 0, tasso d’inflazione atteso (π e ) positivo e maggiore del tasso di interesse nominale (i ≥ 0); Assumendo: risparmio e investimenti funzione del tasso d’interesse reale; tasso d’interesse reale libero di muoversi; sempre assicurata comunque l’uguaglianza tra risparmi e investimenti programmati nell’aggregato; Possibili squilibri settoriali, ma non recessioni; La macroeconomia keynesiana mette in dubbio l’esistenza di un meccanismo di mercato che assicura sempre l’uguaglianza tra risparmi e investimenti: in un’economia monetaria non tutto il risparmio monetario viene investito: preferenza per la liquidità e possibilità di tesaurizzazione; livello di risparmio dipendente dal reddito e non dal tasso di interesse; prezzi di beni e fattori rigidi (sticky prices). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 43/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Identità I-S in un’economia aperta con settore pubblico Reddito Nazionale Disponibile Lordo (RNDL) somma di: consumi (C); investimenti (I); spesa pubblica (G); saldo delle partite correnti (CAB). RNDL ≡ C + I + G + CAB Investimenti somma di risparmio: privato (delle famiglie e delle imprese); pubblico; resto del mondo. I ≡ RNDL − C − G − CAB I I ≡ (RNDL + F − T − C ) + (T − F − G ) − CAB ≡ Sprivato + Spubblico + Sestero F: trasferimenti netti dal settore pubblico alle famiglie (compresi interessi pagati sul debito pubblico); T: imposte. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Investimenti e risparmio nazionale negli Stati Uniti Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 45/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Investimenti e risparmio nazionale in Giappone Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 46/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Investimenti e risparmio nazionale in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Investimenti e risparmio nazionale in Germania Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Investimenti e risparmio nazionale nel Regno Unito Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Risparmio nazionale, investimenti e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Entrate e uscite del settore pubblico negli Stati Uniti Fonte: IMF World Economic Outlook, 2010. Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Entrate e uscite del settore pubblico in Giappone Fonte: IMF World Economic Outlook, 2010. Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Entrate e uscite del settore pubblico in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 52/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Entrate e uscite del settore pubblico in Germania Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 53/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Entrate e uscite del settore pubblico nel Regno Unito Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Entrate, uscite e deficit del settore pubblico (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 54/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Andamento dei tre saldi negli Stati Uniti Fonte: Eurostat, 2011 e IMF World Economic Outlook, 2010. Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 55/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Andamento dei tre saldi in Giappone Fonte: Eurostat, 2011 e IMF World Economic Outlook, 2010. Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 56/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Andamento dei tre saldi in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 57/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Andamento dei tre saldi in Germania Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 58/59 Mercati finanziari e istituzioni finanziarie Risparmio, investimenti e mercato dei fondi mutuabili Risparmio e investimenti nella contabilità nazionale Formazione del capitale in economia aperta con settore pubblico Risparmio e investimenti nazionali Risparmio pubblico Andamento dei tre saldi Andamento dei tre saldi nel Regno Unito Fonte: Eurostat, 2011. Figura: Eccedenza del risparmio privato sugli investimenti, risparmio pubblico e saldo delle partite correnti (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 59/59
Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Principi di economia – Politica economica 2. Macroeconomia: temi e dati Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Layout 1 Cos’è la macroeconomia 2 Crescita economica e tenore di vita Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito 3 Reddito e ricchezza Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico 4 Inflazione e occupazione Inflazione Occupazione 5 Interdipendenza economica fra paesi World-Trade Web Saldo delle partite correnti Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Cos’è la macroeconomia? Lo studio della relazione tra gli aggregati economici, in particolare reddito nazionale, consumi, investimenti e offerta di moneta. ...la rivoluzione keynesiana fece diventare questo studio parte dell’economia, e il successivo avvento della contabilità nazionale fornı̀ i dati necessari. Poiché la macroeconomia è usata nell’analisi delle politiche economiche dei governi, è inevitabilmente circondata da controversie. (Rutherford, 2002, Routledge Dictionary of Economics) La macroeconomia analizza il sistema economico nel suo complesso, occupandosi di prodotto aggregato e occupazione, livello dei prezzi e tasso di interesse, piuttosto che di prezzi e quantità dei singoli beni... La macroeconomia...divenne una disciplina riconosciuta con la Teoria Generale (1936) di Keynes e le riformulazioni della sua teoria diagrammatiche e matematiche, e i primi modelli macroeconometrici di Tinbergen e Frisch. (Dimand, 2008, Macroeconomics, in The New Palgrave Dictionary of Economics) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Tenore di vita e PIL Il benessere economico, o tenore di vita, indica la facilità con cui un individuo ha accesso a beni e servizi di una qualche utilità; Prodotto Interno Lordo (PIL) (Gross Domestic Product, GDP): valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese in un determinato periodo; PIL e reddito: valore dei beni e servizi finali prodotti uguale (in un’economia chiusa e senza settore pubblico) alla somma dei redditi distribuiti; Crescita economica—processo di aumento costante del volume e della qualità dei beni e servizi che l’economia è in grado di produrre—fenomeno recente della storia dell’umanità. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito PIL dal 1 d.C. al 2003 (a) 1-1850 (b) 1-2003 Fonte: Maddison project, 2010. Figura: PIL (reale in PPP – Million 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito PIL: scala lineare e logaritmica (a) Scala lineare (b) Scala logaritmica Fonte: Maddison project, 2010. Perché il logaritmo?! ∆ log Yt = log Yt − log Yt−1 ≈ Yt − Yt−1 Yt−1 L’inclinazione misura il tasso di variazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Tassi di variazione del PIL 1950-2003 Tassi di variazione hanno andamento ciclico attorno ad una media positiva. Fonte: Maddison project, 2010. Figura: Tassi di variazione annuali del PIL (reale in PPP – million 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Tasso di crescita e crescita geometrica Si ha crescita geometrica (o esponenziale nel caso continuo) quando il tasso di crescita è costante: ∆xt xt − xt−1 = =g xt = (1 + g )xt−1 xt−1 xt−1 Sostituendo si ha: xt = (1 + g )xt−1 = (1 + g )(1 + g ) xt−2 = (1 + g )2 xt−2 = . . . = (1 + g )t x0 La leggenda indiana della nascita degli scacchi mostra la potenza della crescita geometrica: l’inventore chiese al suo principe per l’invenzione un chicco di riso per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e cosı̀ via (g = 1), e il principe inopinatamente acconsentı̀... ...ma solo per l’ultima casella il principe doveva: 1(1 + 1)63 = 263 = 9.223.372.036.854.775.808 chicchi ...e la quantità complessiva era più grande del raccolto mondiale! Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Popolazione dal 1 d.C. al 2003 (migliaia) (a) Scala lineare (b) Scala logaritmica Fonte: Maddison project, 2010. Anche popolazione mondiale con crescita (più che) esponenziale: da 300 milioni a 6 miliardi e mezzo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Prodotto pro capite dal 1 d.C. al 2003 (a) 1-1900 (b) 1-2003 Fonte: Maddison project, 2010. Figura: PIL pro capite (reale in PPP – million 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Popolazione e prodotto pro capite 1950-2003 (a) Stati Uniti (b) Cina (c) Italia Fonte: Maddison project, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Prodotto pro capite 1980-2009 Fonte: WEO, 2010. Stime per il 2010. Figura: PIL a prezzi costanti (anno base=2000, miliardi di dollari) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito PIL pro capite nel mondo (PPP, 2008) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Benessere e diseguaglianza distributiva ...da li conti che se fanno seconno le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra ne le spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due. (Trilussa, La Statistica) PIL come prodotto aggregato; PIL pro capite possibile “media del pollo”; Benché povertà assoluta nei Paesi occidentali (e nel mondo) in calo, aumentata diseguaglianza nei livelli di reddito; Benessere delle persone dipendente anche dal confronto tra la loro situazione e quella degli altri. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Distribuzione del reddito Distribuzione del reddito sempre molto asimmetrica; Distribuzione paretiana: distribuzione a code lunghe formalizzata da Vilfredo Pareto nell’analisi della distribuzione dei redditi; Fonte: ISTAT, Indagine campionaria su “Reddito e condizioni di vita”, 2010. Figura: Distribuzione di frequenza del reddito familiare netto in Italia (esclusi fitti imputati), 2005 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Indice di Gini Indice di Gini: misura di concentrazione spesso impiegata nell’analisi della diseguaglianza distributiva; Nome derivante da Corrado Gini (1884–1965), importante statistico italiano, fondatore e primo presidente dell’ISTAT, istituito durante il fascismo nel 1926. Indice di Gini (G ) compreso tra 0-100 (o tra 0-1): G = 0 uguaglianza perfetta: tutti con la stessa frazione del totale; G = 100 massima diseguaglianza: tutto ad una sola persona. 1994-97 2004-07 2010 BRA 60.7 56.7 55 CINA 40 41.5 52 DNK 24.7 29 - FRA 32.7 32.7 - GER 30 27 28.3 ITA 27.3 32 36 UK 36.8 34 36 US 40.8 45 - Fonte: CIA The World Factbook, 2010; Dati per il 2010 da Global Peace Index, 2010. Tabella: Indice di Gini Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito Mappa della diseguaglianza del reddito nel mondo Fonte: Elaborazione su dati Human Development Report, 2010. Figura: Indice di concentrazione di Gini del reddito, 2000-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Prodotto Crescita geometrica Popolazione e prodotto pro capite Reddito e distribuzione del reddito La diseguaglianza fa sentire anche i ricchi più poveri... Le persone comparano sé stesse con persone “vicine” in termini di ricchezza (Rampell, NYT 2011; Krugman, NYT 2011); Diseguaglianza cresciuta in modo maggiore nella fasce più alte di reddito... Fonte: Piketty & Saez, QJE 2003; aggiornato in Atkinson & Piketty, 2007. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Reddito-flusso e ricchezza-stock Fisher’s (1896) dictum Uno stock fa riferimento a un punto nel tempo; un flusso ad un intervallo di tempo. PIL/reddito-flusso vs ricchezza-stock; Nella contabilità nazionale: conto della produzione e income account registrano flussi; balance sheet registra stock. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Ricchezza finanziaria e reale Ricchezza totale (netta) somma di: Ricchezza finanziaria (netta), comprendente tutti gli strumenti finanziari detenuti (al netto dei debiti): depositi; obbligazioni; azioni; investimenti in fondi pensione e prodotti assicurativi. Ricchezza reale, comprendente le abitazioni e gli altri asset reali: proprietà di oggetti di valore; fabbricati non residenziali; impianti e macchinari; terreni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Ricchezza finanziaria e debiti delle famiglie (a) Attività finanziarie (b) Debiti Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti e Mercati, 3. Figura: Ricchezza finanziaria delle famiglie in rapporto al reddito disponibile Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Ricchezza finanziaria netta delle famiglie in rapporto al reddito disponibile Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti e Mercati, 3. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Ricchezza finanziaria netta delle famiglie in rapporto al PIL Fonte: Elaborazione ISTAT su dati Eurostat e Ufficio di statistica del Regno Unito, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Ricchezza reale delle famiglie Fonte: De Bonis (2010), La ricchezza delle famiglie: confronto internazionale, Consumatori, Diritti e Mercati, 3. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Composizione della ricchezza delle famiglie Le attività finanziarie: cresciute tra 1995 e 2000, grazie alla forte crescita delle Borse; diminuite tra 2000 e 2002, negli anni dello scoppio della dotcom bubble. Prezzi degli immobili: cresciuti in molti Paesi (eccetto Germania e Giappone) 1995-2007; diminuiti in tutti i Paesi, con intensità diverse, con la recessione 2008-2009. In Spagna e Italia (negli Stati Uniti) le famiglie beneficiano di una ricchezza reale (finanziaria) elevata: investimenti immobiliari (finanziari) contribuiscono a “spiazzare” quelli in attività finanziarie (reali); Nonostante differenze nazionali, rapporto tra attività finanziarie delle famiglie e reddito disponibile cresciuto in tutti i Paesi negli ultimi 15 anni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico S&P 500 Stock Price Index (a) 1870-1950 (b) 1870-1980 (c) 1870-2000 (d) 1870-2010 Fonte: Shiller, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico S&P 500 Stock Price Index 1870-2010: scala lineare e logaritmica (a) Scala lineare (b) Scala logaritmica Fonte: Shiller, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico S&P 500 Stock Price Index 1870-2010: nominale e reale (a) Nominale (b) Reale Fonte: Shiller, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico S&P 500 1950-2010: prezzi e volumi Fonte: Standard & Poors, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico S&P 500 1870-2010: prezzi e utili (a) Prezzi e utili reali (b) Prezzi e Cyclically Adjusted P/E ratio Fonte: Shiller, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Prezzo immobili negli USA... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico ...e in Europa Fonte: Lane, 2006. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Deficit e debito pubblico Deficit pubblico: eccedenza delle uscite sulle entrate nel settore pubblico – flusso costituito dalla somma di: disavanzo primario; spese per interessi maturati sui titoli del debito pubblico. Debito pubblico: valore delle obbligazioni emesse dallo Stato e sottoscritte dal pubblico (residenti e non residenti) – stock. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Debito e deficit pubblici in rapporto al PIL (c) Debito (d) Surplus Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito e deficit pubblici lordi consolidati (% PIL), 2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Debito e deficit pubblici: livelli (a) Debito (b) Surplus Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito e deficit pubblici lordi consolidati (miliardi di euro), 2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Mappa del debito pubblico (1970) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Mappa del debito pubblico (1992) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Mappa del debito pubblico (2009) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Flussi e stock Ricchezza finanziaria e reale Mercato azionario Mercato immobiliare Deficit e debito pubblico Rapporto debito/PIL e deficit/PIL di Italia e Belgio (a) Debito (b) Deficit Fonte: IMF, 2010. Figura: Debito e deficit di Italia e Belgio (% PIL), 1980-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Inflazione Inflazione: aumento continuativo del livello generale dei prezzi; Tasso di inflazione: variazione percentuale del livello generale dei prezzi; L’esistenza di inflazione comporta la necessità di utilizzare misure reali (a prezzi costanti) invece che nominali (a prezzi correnti) nelle stime di crescita della produzione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Inflazione Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010). Figura: Variazione percentuale dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Andamenti dell’inflazione Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Mappa dell’inflazione Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 43/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione PIL reale e nominale in Italia (a) Livelli (b) Tassi di variazione Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010). Figura: PIL a prezzi correnti e costanti (anno base=2000, miliardi di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Disoccupazione Disoccupati involontari: individui che, pur attivandosi nella ricerca di un posto di lavoro e disposti a lavorare al salario prevalente, non lo trovano; Tasso di disoccupazione: rapporto tra disoccupati e forza lavoro, somma di occupati e disoccupati u= Giuseppe Vittucci Marzetti D D = FL O +D Principi di economia – Politica economica 45/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Convergenza dei tassi di disoccupazione Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Tasso di disoccupazione e relativa dispersione tra paesi in EA12, 1997-2008 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 46/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi Inflazione Occupazione Disoccupazione nell’Euro area Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Tasso di disoccupazione medio per paese, 1997-2008 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi World-Trade Web Saldo delle partite correnti Interdipendenza economica fra paesi Tra le economie nazionali esiste un grado di integrazione crescente; Bilancia commerciale: differenza tra valore di esportazioni e importazioni di beni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi World-Trade Web Saldo delle partite correnti World-Trade Web Fonte: Franco, Montresor & Vittucci Marzetti, 2009. Note: Bilateral trade flows and country betweenness centralities, 2000; Only flows ≥ 0.5% of the GDP of the importer country are recorded. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi World-Trade Web Saldo delle partite correnti Saldo delle partite correnti 1994-2008 (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/51 Cos’è la macroeconomia Crescita economica e tenore di vita Reddito e ricchezza Inflazione e occupazione Interdipendenza economica fra paesi World-Trade Web Saldo delle partite correnti Saldo delle partite correnti 2008 (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/51
Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Principi di economia – Politica economica 7. Sistema monetario Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Layout 1 Moneta: definizione e funzioni Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale 2 Sistema bancario e moltiplicare monetario Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro 3 Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve 4 Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Definizione e nascita della moneta Moneta (Money ) Entità, concreta o astratta, a cui vengono riconosciute in un sistema economico funzioni di: i) strumento di pagamento; ii) unità di conto; iii) riserva di valore. Esistenza di monete primitive in società extraeuropee (es. monete di sale nella Nuova Guinea; cauri, tipi di conchiglie, in Africa); Prima utilizzazione di metalli preziosi (oro e argento) come mezzo di scambio sotto forma di lingotti, pesati a ogni transazione; Accettazione di pezzi contrassegnati in elettro (lega naturale di oro e argento) dalla fine del VII sec. a.C. presso i Lidi e nelle città greche dell’Asia Minore e delle isole dell’Egeo; Attribuita al re Creso (560-540 a.C.) l’introduzione di una regolare monetazione bimetallica; Coniazione della dracma ad Atene alla fine del VI sec. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Moneta nell’antica Roma Monete più diffuse dalla fine del IV sec. a.C. nella Roma repubblicana: asse, in bronzo; denario, in argento. La riforma di Augusto (23 a.C.): fissa gli standard; regolarizza l’uso della moneta aurea (aurei); trasforma il sesterzio da moneta argentea a moneta di oricalco (lega di rame e zinco). Con Diocleziano (284-305), tutto l’Impero romano fa uso per la prima volta di moneta comune; Forte svalutazione delle monete d’argento e bronzo rispetto agli aurei, che Costantino (307-337) batte col nuovo nome di solido; Con la morte di Teodosio (395) e la spartizione dell’Impero tra i figli, si accentua l’indipendenza di ciascuna parte dell’Impero, ma formalmente il sistema monetario rimane unitario. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Moneta nel Medioevo Solo i Carolingi riescono a restaurare il monopolio statale, con circolazione argentea; Oro in uso tra i bizantini e i musulmani della Spagna e dell’Italia meridionale; Nel XIII sec. in Italia, progressiva svalutazione della moneta d’argento incentiva la circolazione dell’oro: a Genova col genovino, a Firenze col fiorino, a Venezia con lo zecchino veneziano; Nel XIV sec., variazioni al rialzo dei metalli preziosi costringono a diminuire il contenuto nobile delle monete. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Moneta nell’età moderna In quasi tutta l’Europa occidentale prevale il bimetallismo: scoperta di nuove miniere d’argento in Europa; inizio dei traffici con l’America. Formazione di grandi Stati con moneta di larga diffusione; Moltiplicarsi delle monete, con variare di titolo e rapporto fra oro e argento, e fenomeni d’inflazione; Napoleone adotta nel suo Impero la moneta decimale e il sistema bimetallico; Nel 1816, la Gran Bretagna abbandona il sistema bimetallico; Alla fine del XVIII sec. compare il dollaro statunitense d’argento. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Dal baratto alla moneta Baratto (scambio diretto di beni contro beni) problematico poiché richiede doppia coincidenza dei bisogni; Moneta risultato di evoluzione secolare spontanea verso soluzioni idonee ad agevolare gli scambi tra gli operatori economici; Cose disparate (es. conchiglie, sale, capi di bestiame, tabacco, metalli) utilizzate nella storia come strumenti intermedi degli scambi; Metalli preziosi (oro, argento) adatti allo scopo per le caratteristiche peculiari: valore intrinseco; facile trasportabilità; non deperibilità. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Funzioni della moneta Il denaro è il valore universale di tutte le cose, costituito per sé stesso. Ha quindi spogliato il mondo intero, l’uomo e la natura, del loro proprio valore. Il denaro è l’essenza del lavoro dell’uomo e della sua esistenza resagli estranea, e questa essenza estranea lo domina, ed egli la adora. (Marx, La Questione ebraica, in Opere 111, p. 187) Funzioni della moneta: 1 2 3 Mezzo di scambio (medium of exchange): accettato in cambio di beni e servizi; Unità di conto (unit of account): “metro” per la misura del valore di altri beni e servizi; Riserva di valore (store of value): utilizzato dagli agenti per trasferire potere d’acquisto nel tempo. Liquidità: facilità con cui un valore patrimoniale può essere convertito nel mezzo di scambio dell’economia. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Forme della moneta Moneta-merce (commodity money ): moneta provvista di valore intrinseco (es. oro e argento); Moneta legale, o a corso legale, o moneta-credito (fiat money ): moneta non provvista di valore intrinseco, la cui funzione di mezzo di pagamento è garantita dalla legge (valore “liberatorio” in Italia stabilito dall’art. 1277 c.c. e rafforzato dall’art. 693 c.p., che prevede sanzione amministrativa per chiunque rifiuti di ricevere moneta avente corso legale); Moneta fiduciaria (fiduciary money ): moneta sprovvista di valore intrinseco o di corso legale, ma comunemente accettata come mezzo di intermediazione negli scambi per la fiducia nella sua generale accettazione; Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Forme della moneta Circolante (currency ), o contante (cash): Monete metalliche avente corso legale (coins); Banconote avente corso legale (banknotes, paper money o notes). Moneta bancaria (o moneta fiduciaria, o credito circolante): mezzi di pagamento emessi dalle banche con garanzia di convertibilità/ rimborso futuro in moneta legale. Es.: assegni bancari (cheques, o checks); assegni circolari (cashier’s checks); carte di debito (o carte Bancomat, debit cards, cash cards, bank cards o check cards). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Moneta a corso legale nell’Unione Economica e Monetaria (UEM) dell’UE In base all’art.106 del Trattato istitutivo della CE e all’art. 16 dello statuto della Banca Centrale Europea (European Central Bank): Il Consiglio direttivo (governing council) della BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della UE; La BCE e le Banche Centrali Nazionali (BCN) possono emettere le banconote che hanno corso legale; Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l’approvazione della BCE per quanto riguarda il volume del conio. Banconote e monete prodotte materialmente dalle zecche nazionali; In Italia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, S.p.A. con azionista unico il ministero dell’Economia e delle Finanze. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Aggregati monetari 1 M1: circolante (currency in circulation) + depositi overnight, che comprendono: depositi in conto corrente (sight/demand deposits); depositi a vista o liquidabili entro il giorno successivo. 2 M2: M1 + depositi con durata prestabilita fino a due anni + depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi. 3 M3: M2 + pronti contro termine (repurchase agreements, o repo) + quote di fondi monetari (money market funds, o money market mutual funds) + obbligazioni (debt securities) con scadenza fino a due anni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Aggregati monetari Fonte: Eurostat. Figura: Aggregati monetari UE27 (miliardi di euro/ECU, dati destagionalizzati) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale Dal gold standard... Fino alla Prima guerra mondiale, monometallismo aureo (gold standard) in un sistema in cui, accanto alle monete d’oro, circolano biglietti di banca e di Stato a corso legale in esse convertibili (gold bullion standard); Nel dopoguerra, anche in seguito alla Grande Depressione (1929-33), sospensione della convertibilità; Esigenza di un sistema monetario internazionale per la disciplina di: rapporti di cambio tra le monete nei diversi paesi (regime dei cambi); modalità per effettuare transazioni con l’estero (regime valutario); caratteristiche degli strumenti universalmente accettati come mezzo di pagamento e che fungono quindi come moneta di riserva (regime di riserva); modalità per correggere situazioni di squilibrio nei pagamenti internazionali. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale ...a Bretton Woods... Con gli accordi di Bretton Woods (1944), sistema aureo ripristinato sotto forma di gold exchange standard (international gold-dollar standard): regime di cambio ancorato al dollaro (pegged rate currency regime); parità assicurata attraverso interventi delle autorità monetarie sul mercato dei cambi (ammessa una banda di oscillazione); convertibilità aurea ripristinata solo per il dollaro (il “peg”); istituito il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, IMF) per affrontare i problemi di bilancia dei pagamenti; istituita la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (International Bank for Reconstruction and Development, IBRD)—attuale World Bank—per finanziare la ricostruzione delle nazioni devastate dalla Seconda Guerra Mondiale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Definizione e storia della moneta Funzioni della moneta Forme della moneta e aggregati monetari Sistema monetario internazionale ...al sistema attuale Nel 1969, creazione di Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing Rights, SDR) come asset da mantenere nelle riserve ufficiali, finalizzati ad evitare che i paesi cambino i dollari in oro per rivenderlo ai prezzi di mercato (più alti); Agosto 1971: per porre freno alla diminuzione di riserve auree degli USA, Nixon sospende unilateralmente la convertibilità aurea del dollaro (Nixon shock); Dicembre 1971: i Paesi (the group of ten) si accordano per una svalutazione del dollaro: stabilite nuove parità, ma senza ripristinare la convertibilità aurea; Dal 1973 le nuove parità vengono definitivamente abbandonate: i cambi cominciano a fluttuare liberamente; coesistono una pluralità di strumenti di riserva (multicurrency reserve system). Casi di cambi amministrati con coordinamento internazionale. Es. Settembre 1985: Plaza agreement tra Francia, Germania, Giappone, UK e USA per deprezzare il dollaro contro yen e marco. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Iniziale attività di custodia di metalli preziosi da parte di orefici, mercanti e simili, che godevano di fiducia e che rilasciavano ricevute di deposito (note); Le (banco)note iniziano ad essere accettate e circolare come mezzo di pagamento (moneta fiduciaria); Gli orafi notano che solo una piccola parte dei depositi viene ritirata e cominciano a prestare l’eccedenza ⇒ da sistema bancario a riserva totale (full reserve banking, giro banking o 100 percent reserve banking ): depositi totalmente accantonati nelle “casseforti” della banca; Es. nel XVII sec., banca di Amsterdam o di Amburgo. a sistema bancario a riserva frazionaria (fractional reserve banking ): solo una parte dei depositi ricevuti messa a riserva, effettivamente presente nelle “casseforti” della banca; restante prestato a terzi. Nel sistema attuale, le banche depositano le riserve presso la banca centrale; Con la riserva frazionaria, le banche possono espandere l’offerta di moneta attraverso la creazione di nuovi depositi a vista. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Moltiplicatore monetario Moltiplicatore monetario: rapporto tra stock di moneta e base monetaria in un determinato momento nel sistema economico; Base monetaria (base money, monetary base, reserve money, o narrow money ), o moneta ad alto potenziale (high-powered money ): circolante in circolazione (CU) + riserve (RE ), richieste e in eccesso, depositate dalle banche presso la banca centrale H = CU + RE Offerta di moneta: circolante in circolazione (CU) + depositi (D) M = CU + D Moltiplicatore monetario: 1 + CU 1 + cu M CU + D = = RE DCU = H CU + RE re + cu D + D cu: rapporto circolante depositi; re: rapporto riserve depositi (senza riserve in eccesso corrisponde al coefficiente di riserva obbligatoria). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Moltiplicatore monetario Con coefficiente di riserva obbligatoria pari a 1 (sistema bancario a riserva totale), moltiplicatore monetario uguale a 1: M= 1 + cu 1 + cu H= H=H re + cu 1 + cu Nell’ipotesi teorica che: il pubblico deposita tutto il circolante presso le banche (cu = 0); le riserve in eccesso delle banche sono nulle (re = re0 ); moltiplicatore monetario pari all’inverso del coefficiente di riserva obbligatoria: 1 H M= re0 Con coefficiente di riserva obbligatoria pari al 1%, moltiplicatore monetario compreso tra 1 e 100. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Emissione di circolante CU che il pubblico deposita in banca; Con tasso di riserva re0 , a fronte di depositi CU, banche: mettono a riserva re0 CU; prestano il restante: (1 − re0 )CU; Nuovi depositi (1 − re0 )CU, a fronte dei quali le banche: accantonano nuove riserve pari a re0 (1 − re0 )CU; prestano il restante: (1 − re0 )(1 − re0 )CU = (1 − re0 )2 CU; Continuando si ha: riserve: RE = re0 CU + re0 (1 − re0 )CU + re0 (1 − re0 )2 CU + . . . = = re0 +∞ X (1 − re0 )i CU = re0 i=0 CU = CU re0 stock di moneta (= depositi, no circolante in circolazione): M=D= +∞ X (1 − re0 )i CU = i=0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1 CU re0 20/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Fonte: ECB, 2012. Figura: Base monetaria e M1 nell’area Euro (miliardi di euro), Aprile 1999-Aprile 2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Fonte: ECB, 2012. Figura: Base monetaria e M1 nell’area Euro (tassi di crescita), Aprile 1999-Aprile 2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Sistema bancario a riserva totale e frazionaria Moltiplicatore monetario Analisi della creazione di moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria Base monetaria e stock di moneta nell’area Euro Moltiplicatore monetario nella realtà... Leggo spesso articoli che attribuiscono il crollo del moltiplicatore monetario ad alcune particolarità della situazione attuale: l’interesse sulle riserve, o la riluttanza delle banche a concedere prestiti durante una recessione. In realtà, la ragione è molto più semplice. Il moltiplicatore non è mai stato un rapporto strutturale profondo...Quando un input è scarso, l’output si muove con esso. Quando l’input non è più scarso, l’output non lo segue. (Matt Rognlie, There has never been a money multiplier, June 7 2011) Se il moltiplicatore monetario valesse, l’offerta di moneta sarebbe direttamente proporzionale alla base monetaria, e si osserverebbero quindi gli stessi tassi di crescita; La realtà è più complessa: il costo di soddisfare la riserva obbligatoria è solo una piccola parte del costo di creazione di denaro; la parte più impegnativa del lavoro di una banca è trovare mutuatari “decenti”. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Banche centrali e loro funzioni Banca centrale (central bank, o reserve bank), o autorità monetaria (monetary authority ): istituzione che si occupa della stabilità monetaria e finanziaria, tramite la vigilanza sul sistema bancario e il controllo dell’offerta di moneta, dei tassi di interesse e dei cambi valutari; Nei Paesi con moneta a corso legale, la banca centrale ha il monopolio dell’emissione di moneta a corso legale; Principali banche centrali nel mondo: Federal Reserve (Fed) negli Stati Uniti; Banca Centrale Europea (European Central Bank, ECB), banca centrale dei 17 paesi UE che hanno aderito all’euro: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna. Banca d’Inghilterra (Bank of England); Banca del Giappone (Bank of Japan, BOJ); Banca popolare cinese (People’s Bank of China). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Strumenti di controllo monetario La banca centrale controlla indirettamente lo stock di moneta e i tassi di interesse attraverso: Operazioni di mercato aperto (open market operations): operazioni di mercato aperto definitive: acquisto (vendita) di titoli pubblici per immettere (drenare) moneta dal mercato; pronti contro termine (repurchase agreements, repos): acquisto (vendita) di attività nella forma di contratti di acquisto (vendita) a pronti con patto di rivendita (riacquisto) a termine. Operazioni su iniziativa delle controparti: per immettere/assorbire liquidità overnight, fissando cosı̀ i limiti delle fluttuazioni dei tassi di interesse sui mercati monetari, oltre che a segnalare l’orientamento generale della politica monetaria: prestiti overnight ad un determinato tasso (con repos sui titoli accettati come collaterali); depositi overnight ad un determinato tasso. Riserva obbligatoria: un aumento del coefficiente di riserva obbligatoria riduce il moltiplicatore monetario e quindi tende a ridurre l’offerta di moneta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve BCE e Sistema Europeo delle Banche Centrali Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte, istituita ufficialmente il 1 giugno 1998 in base al Trattato sull’UE; Banche centrali nazionali (BCN) (per l’Italia, Banca d’Italia) unici azionisti della BCE, con ripartizione proporzionale alla quota di ciascuno stato membro in termini di PIL e popolazione; Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), costituito dalla BCE e dalle BCN; Processo decisionale centralizzato a livello degli organi direttivi: Comitato esecutivo (Executive Board), composto da quattro membri + Vice-Presidente + Presidente (il Governatore); Consiglio direttivo (Governing council), costituito dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle altre banche appartenenti all’Eurosistema; Consiglio generale (General council), composto da Presidente, Vice-Presidente e tutti i Governatori delle banche centrali nazionali dell’UE, anche non aderenti all’unione monetaria. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Compiti del SEBC In base all’art. 105 del Trattato che istituisce la Comunità Europea, “obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità”; In base al successivo comma, “i compiti fondamentali da assolvere...sono...: definire e attuare la politica monetaria della Comunità; svolgere le operazioni sui cambi...; detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri; promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.” Nel maggio 2003, il Consiglio direttivo ha interpretato il proprio mandato alla stabilità dei prezzi come “mantenimento di un tasso di inflazione a un livello inferiore ma prossimo al 2% nel medio termine”. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Strumenti di controllo monetario del SEBC Operazioni di mercato aperto (open market operations): operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operation): operazioni pronti contro termine effettuate con frequenza settimanale, con scadenza di due settimane, mediante aste standard; ruolo centrale nel conseguimento degli obiettivi, forniscono la maggior parte del rifinanziamento necessario al settore finanziario; importante il tasso di rifinanziamento principale. operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (longer-term refinancing operation): operazioni pronti contro termine effettuate con frequenza mensile, normalmente con scadenza tre mesi, mediante aste standard; non utilizzate per inviare segnali al mercato. operazioni di fine-tuning (fine-tuning operations): repos, swap in valuta o acquisti/vendite definitivi; utilizzate per immettere/assorbire liquidità e ridurre gli effetti di fluttuazioni impreviste della liquidità; operazioni di tipo strutturale (structural operations): repos o acquisti/vendite definitivi; utilizzate per modificare la posizione strutturale dell’Eurosistema nei confronti del sistema finanziario. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Strumenti di controllo monetario del SEBC Operazioni su iniziativa delle controparti: Operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility ): prestiti sui mercati interbancari dell’area Euro dietro garanzia; il tasso stabilito dalla BCE fissa il tetto massimo al costo del denaro sui mercati interbancari. Depositi presso la Banca Centrale (deposit facility ): depositi per le riserve in eccesso per le banche dell’area Euro; il tasso stabilito dalla BCE fissa il pavimento ai tassi d’interesse overnight. i tassi interbancari (il cui indice è l’EONIA) si muovono entro questo corridoio. Modifica del coefficiente di riserva obbligatorio (da gennaio 2012 passato dal 2% al 1%). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Base monetaria nell’area Euro (milioni di euro) Fonte: ECB, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Bilancio consolidato dell’Eurosistema al 28 dicembre 2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Federal Reserve Federal Reserve System formato da: Federal Reserve Board, sede a Washington, composto da sette membri nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato; Federal Open Market Committee (FOMC): 12 membri, di cui i sette membri del Federal Reserve Board e cinque a rotazione tra i dodici Presidenti delle Federal Reserve Bank; 12 Federal Reserve Bank, con sede nelle maggiori città statunitensi, ciascuna con un consiglio di amministrazione composto da nove membri; diversi consigli consultivi. Mandato della Fed (12 USC § 225a): mantenere una crescita di lungo periodo degli aggregati monetari e creditizi consistenti con il potenziale di crescita di lungo periodo dell’economia, cosı̀ da promuovere: massima occupazione; prezzi stabili; interessi di lungo-periodo contenuti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Strumenti di controllo monetario della Fed Operazioni di mercato aperto (open market operations): acquisti/vendite di titoli pubblici del Tesoro americano e delle agenzie federali, definitivi o pronti-contro-termine con scadenza da 1 a 65 giorni, aventi come controparte i cd primary dealers (attualmente 21 banche); Finestra di sconto (discount window ): prestiti garantiti concessi dalle Federal Reserve Bank; il tasso di riferimento è il tasso di sconto discount rate. Modifica delle riserve obbligatorie. L’obiettivo delle operazioni di mercato aperto della Fed negli anni 1980 passa, dal controllo della massa monetaria, alla fissazione del livello del tasso interbancario (federal funds rate). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Funzioni della banca centrale Strumenti di controllo monetario Banca Centrale Europea e Sistema Europeo delle Banche Centrali Federal Reserve Nuovi strumenti di controllo monetario della Fed Per affrontare i problemi della recente crisi finanziaria la Fed si è dotata di nuovi strumenti: Term Auction Facility (Dicembre 2007), utilizzato per iniettare liquidità nel sistema attraverso aste per l’aggiudicazione di crediti; Term Securities Lending Facility (Marzo 2008): utilizzato per iniettare obbligazioni statali nel sistema bancario, in cambio di titoli svalutati; Primary Dealer Credit Facility (Marzo 2008): utilizzato per concedere direttamente prestito fino a 120 giorni ai primary dealers; Interesse sulle riserve (Ottobre 2008): la Fed corrisponde interessi sulle riserve (anche in eccesso) detenute dalle banche presso di lei; Term deposit facility : programma attraverso cui la Fed offre direttamente depositi a scadenza che pagano interessi alle banche ammesse al programma. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Equazione quantitativa Equazione quantitativa: P ×Y =M ×V P: livello generale dei prezzi; Y: quantità prodotta di beni e servizi finali; M: stock di moneta; V: velocità di circolazione della moneta (numero medio di volte in cui lo stock di moneta esistente è impiegato per pagamento di beni e servizi finali). Riesprimendo in termini di tassi di crescita: ∆M ∆V ∆P ∆Y + = + P Y M V |{z} |{z} π Giuseppe Vittucci Marzetti g Principi di economia – Politica economica 35/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Teoria quantitativa della moneta Economisti classici concordi nel considerare la moneta come un velo; Teoria quantitativa proposta da Hume, Locke e formulata in termini precisi da Ricardo; Dicotomia classica: variabili reali; variabili nominali. In base alla teoria quantitativa della moneta: velocità di circolazione relativamente costante: ∆V /V = 0; livello e tasso di crescita della produzione determinati prevalentemente da fattori reali (neutralità della moneta): g = ḡ ; ∆M − ḡ M inflazione come fenomeno monetario. π= Es.: In caso di crescita nulla, un aumento del 2% dello stock di moneta produce un tasso di inflazione del 2%. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Equazione quantitativa e teoria quantitativa Equazione quantitativa identità sempre vera; Necessari assunti ulteriori per derivare la teoria quantitativa della moneta; Nella macroeconomia keynesiana criticati tali assunti, notando che: velocità della moneta non costante: aumento della tesaurizzazione diminuisce la velocità; prezzi vischiosi nel breve periodo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Signoraggio Signoraggio Ammontare di beni e servizi che chi ha il monopolio della creazione di moneta a corso legale può ottenere creando nuova moneta, al netto dei costi di produzione. Signoraggio pari al rapporto tra: valore nominale della nuova base monetaria emessa in un certo intervallo, al netto dei costi trascurabili di produzione (∆Ht ); indice generale dei prezzi (Pt ). St = ∆Ht Ht ∆Ht = Pt Ht P t In caso di monetizzazione del deficit, il signoraggio corrisponde al disavanzo pubblico: la banca centrale finanzia il deficit pubblico acquistando i titoli del debito pubblico stampando nuova moneta; Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Signoraggio e imposta da inflazione In caso di neutralità della moneta e tasso di crescita nullo del prodotto reale (∆Y /Y = 0), tasso di crescita della moneta corrispondente al tasso di inflazione: ∆Pt ∆Mt = = πt Mt Pt Imposta da inflazione, data dalla perdita di valore dei saldi monetari: πt Mt Pt Assumendo per semplicità uguaglianza tra base monetaria e offerta di moneta (H = M) si ha: St = ∆Mt Mt Mt = πt Mt Pt Pt Il signoraggio corrisponde all’imposta da inflazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Limiti al signoraggio Aumento costante dell’offerta di moneta aumenta l’inflazione attesa; Aumento dell’inflazione attesa induce gli agenti a ridurre i saldi monetari reali: aumenta il costo opportunità di detenere moneta; per quanto accettata come mezzo di pagamento, gli agenti cercano di disfarsene al più presto, rinunciando a servirsene come riserva di valore; in caso di iperinflazioni, gli agenti possono non utilizzare più la moneta neanche come mezzo di scambio: dollarizzazione dell’economia; ritorno al baratto. St =↑ Giuseppe Vittucci Marzetti ∆Mt Mt ×↓ Mt Pt Principi di economia – Politica economica 40/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Signoraggio in rapporto al PIL nell’Euro area Fonte: ECB, 2012; Eurostat, 2012. Figura: Base monetaria (sinistra) e signoraggio (destra) nell’area Euro (% PIL) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/42 Moneta: definizione e funzioni Sistema bancario e moltiplicare monetario Banche centrali e controllo dell’offerta di moneta Offerta di moneta e inflazione Teoria quantitativa e neutralità della moneta Signoraggio Costi dell’inflazione Costi dell’inflazione (richiamo) Costo delle suole: costo-opportunità di minimizzare la liquidità detenuta; Costo dei menu: costi sostenuti per determinare il nuovo livello dei prezzi, stampare e diffondere nuovi listini, ecc.; Interferenza nel sistema dei prezzi: confusione tra variazione dei prezzi assoluti e relativi con conseguente allocazione inefficiente delle risorse; Drenaggio fiscale (fiscal drag ): slittamento delle aliquote contributive con aumento del carico reale della tassazione; Redistribuzione inattesa della ricchezza: tassi di inflazione inaspettatamente elevati favoriscono i debitori a danno dei creditori; Interferenza nella pianificazione di lungo periodo di famiglie e imprese. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/42
Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Principi di economia – Politica economica 11. Macroeconomia delle economie aperte Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Layout 1 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri 2 Tassi di cambio Tasso di cambio Tasso di cambio Tasso di cambio Tasso di cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale 3 Determinazione del tasso di cambio Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse 4 Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Volumi del commercio internazionale di merci, 1950-2011 Fonte: WTO World Commodity Profiles, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Tasso di crescita del commercio internazionale e del PIL Fonte: World Trade Report, 2008. Figura: Tasso di crescita annuale del volume di commercio di merci e PIL, 1997-2007 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Struttura del commercio internazionale Fonte: World Trade Report, 2008. Figura: Quota degli esportatori maggiori sul totale del commercio internazionale mondiale di merci, 1953-2006 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Attori più importanti nel commercio internazionale Fonte: COMTRADE, 2010. Figura: Quota delle esportazioni e importazioni mondiali, 2007 (Paesi che insieme contano per più del 70% del commercio totale) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Attori più importanti nel commercio internazionale Fonte: COMTRADE, 2013. Figura: Quota delle esportazioni e importazioni mondiali, 2011 (Paesi che insieme contano per più del 70% del commercio totale) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Andamento del grado di apertura dei Paesi Paese Australia Canada Danimarca Francia Germania Italia Giappone Norvegia Svezia UK USA 1870 40 30 52 33 37 21 10 56 28 41 14 1910 39 30 69 35 38 28 30 69 40 44 11 1950 37 37 53 23 27 21 19 77 30 30 9 1995 40 71 64 43 46 49 17 71 77 57 24 2009-2011 44.4 61.6 94.7 57.2 88.4 53.9 29.8 71.0 90.0 61.6 28.5 Fonte: Kuznets (1967); WB Development Report (1997), WTO Trade Profiles (2013). Tabella: Rapporto tra esportazioni e importazioni di beni e PIL: (X + M)/Y Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri Investimenti Diretti Esteri Investimenti Diretti Esteri, IDE (Foreign Direct Investment, FDI) Investimenti in imprese estere—di nuova costituzione (greenfield) o attraverso acquisizione o fusione (Merge & Acquisition)—in cui l’investitore straniero possiede almeno il 10% delle azioni ordinarie, con l’obiettivo di stabilire un interesse duraturo nel paese, una relazione a lungo termine e una significativa influenza nella gestione dell’impresa. Aumentati negli ultimi 15 anni del XX secolo superando la crescita di PIL ed esportazioni, per poi stabilizzarsi nel 2001-05; Provenienti prevalentemente da paesi sviluppati: 90% da paesi sviluppati nel 2002-04; 24% dagli USA nel 2002-04; 54% dall’UE nel 2002-04. Rivolti prevalentemente verso paesi sviluppati, ma quota dei paesi in via di sviluppo aumentata: 66% verso paesi sviluppati nel 2002-04; 11% verso gli USA nel 2002-04; 48% verso l’UE nel 2002-04. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri IDE in uscita (% PIL) 1970-2010 Fonte: UNCTAD, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri IDE in uscita (% PIL) 1970-2010 Fonte: UNCTAD, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri IDE in entrata (% PIL) 1970-2010 Fonte: UNCTAD, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Commercio internazionale Investimenti Diretti Esteri IDE in entrata (% PIL) 1970-2010 Fonte: UNCTAD, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio nominale Tasso di cambio (nominale) (nominal exchange rate) tra due valute: numero di unità di una valuta che è possibile scambiare sul mercato con un’unità dell’altra valuta. Es.: cambio USD/EUR indica quanti dollari è possibile acquistare con un euro; Tasso di cambio USD/EUR pari a 1.3, indica che: e1 vale Š1.3; o in modo equivalente Š1 vale e0.769 (1/1.3) (EUR/USD = 0.769). Se il cambio USD/EUR: aumenta, l’euro si apprezza: possibile acquistare più dollari con un euro; diminuisce, l’euro si deprezza: possibile acquistare meno dollari con un euro. NB: Nei mercati dei cambi (foreign exchange markets, FOREX o FX ), vale la convenzione opposta: si indica per prima la valuta certa (o valuta base), e per seconda la valuta incerta (o valuta di riferimento). Es. cambio Euro/USD indica quanti dollari si scambiano con un euro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio Euro-dollaro USA Fonte: BCE, 2012. Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale USD/EUR, 1999–2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio Euro-sterlina britannica Fonte: BCE, 2012. Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale GBP/EUR, 1999–2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio Euro-Yen giapponese Fonte: BCE, 2012. Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale JPY/EUR, 1999–2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio Euro-Yuan cinese Fonte: BCE, 2012. Figura: Tasso di cambio nominale bilaterale CNY/EUR, 1999–2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio bilaterale ed effettivo Tasso di cambio: bilaterale: definito tra due valute; multilaterale o effettivo (nominal effective exchange rate, EER): media ponderata dei tassi di cambio bilaterali. Pesi di ponderazione rispecchiano l’importanza relativa degli scambi bilaterali, e incorporano informazioni su importazioni ed esportazioni; EER calcolato per l’Euro dalla BCE utilizzando tassi di cambio bilaterali dei 20 maggiori partner commerciali dell’area Euro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Pesi della BCE per il calcolo del tasso di cambio effettivo nei diversi periodi di riferimento Fonte: BCE, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio nominale effettivo Euro Fonte: BCE, 2012. Figura: ECB Nominal EER, Euro area-17 countries vis-a-vis the EER-20 group of trading partners against Euro, 1994–2012 (1999-01-01 = 100) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale Tasso di cambio reale (bilaterale): rapporto di scambio tra beni e servizi prodotti in due paesi differenti; Esempio: P: prezzo di un Big Mac in Italia; P ∗ : prezzo di un Big Mac negli USA; E : tasso di cambio nominale bilaterale USD/EUR tasso di cambio reale—prezzo del Big Mac in Italia in termini di Big Mac negli Stati Uniti—dato da: Prezzo del Big Mac italiano in dollari ǫ= z }| { E ×P P∗ |{z} Prezzo del Big Mac USA in dollari Utilizzando per P e P ∗ indici del livello generale dei prezzi, rispettivamente, in Italia e negli Stati Uniti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale Tasso di cambio reale come tasso di cambio nominale deflazionato con i prezzi relativi dei beni nazionali: ǫ=E× P P∗ Calcolato con riferimento all’economia nel complesso, P e P ∗ deflatori del PIL, rispettivamente, nazionale ed estero: ǫ come numero indice senza significato in termini assoluti; rilevano le variazioni e non il livello assoluto: ∆ǫ ∆E ∆P ∆P ∗ ∆E ≈ + − = + π − π∗ ǫ E P P∗ E Se il tasso di cambio reale: aumenta, si ha un apprezzamento reale della valuta; diminuisce, si ha un deprezzamento reale della valuta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale effettivo USA Fonte: BIS, 2012. Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2012 (Indici ristretti che includono 27 economie) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale effettivo UK Fonte: BIS, 2012. Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che includono 27 economie) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale effettivo Giappone Fonte: BIS, 2012. Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che includono 27 economie) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale effettivo Italia Fonte: BIS, 2012. Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che includono 27 economie) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale effettivo Eurozona Fonte: BIS, 2012. Figura: Tasso di cambio reale effettivo, 1964-2011 (Indici ristretti che includono 27 economie) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Tasso di cambio reale e bilancia commerciale Deprezzamento della valuta domestica: diminuisce il prezzo dei beni domestici in valuta estera ⇒ aumento domanda estera di beni domestici (aumento volume esportazioni); aumenta il prezzo delle importazioni in valuta domestica ⇒ diminuzione della domanda domestica di beni esteri (diminuzione volume importazioni); aumento del valore delle importazioni. I primi due effetti migliorano la bilancia commerciale (trade balance) (esportazioni nette), mentre l’ultimo la peggiora; Condizione Marshall-Lerner (o Marshall-Lerner-Robinson): affinché un deprezzamento migliori la bilancia commerciale di un Paese (e quindi i primi due effetti prevalgano sul terzo), la somma in valore assoluto delle elasticità di prezzo di esportazioni e importazioni deve essere maggiore di uno. La condizione risulta in pratica sempre soddisfatta nel medio periodo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Derivazione formale della condizione di Marshall-Lerner Bilancia commerciale (esportazioni nette): B = PX − P∗ P∗ 1 M = PX − P M = PX − P M E EP ǫ Partendo da una situazione di pareggio di bilancia commerciale si ha: P X (ǫ) − P M(ǫ) = 0 ⇒ ǫ X (ǫ) − M(ǫ) = 0 ǫ con X (esportazioni) e M (importazioni) funzioni di ǫ. Differenziando rispetto ad ǫ otteniamo: X (ǫ) dǫ + ǫ dX (ǫ) − dM(ǫ) = 0 1+ 1 dM(ǫ) ǫ dX (ǫ) − =0 X (ǫ) dǫ X (ǫ) dǫ 1+ ǫ dX (ǫ) ǫ dM(ǫ) − =0 X (ǫ) dǫ M(ǫ) dǫ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Derivazione formale della condizione di Marshall-Lerner Affinché la bilancia commerciale rimanga in pareggio deve aversi: ǫ dX (ǫ) − X (ǫ) dǫ | {z } Elasticità delle esportazioni ovvero: + ǫ dM(ǫ) M(ǫ) dǫ | {z } =1 Elasticità delle importazioni εX + εM = 1 Se la somma delle elasticità è uguale ad uno un apprezzamento del cambio mantiene la bilancia commerciale in pareggio; Quando invece: εX + εM > 1 un apprezzamento (deprezzamento) del cambio peggiora (migliora) la bilancia commerciale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Curva J Nella realtà, ad un deprezzamento della valuta nazionale segue sempre nell’immediato un peggioramento della bilancia commerciale; L’ulteriore disavanzo tuttavia scompare nel giro di qualche mese, e la bilancia commerciale in seguito migliora rispetto alla situazione precedente la svalutazione; Tale fenomeno, denominato effetto J (o curva J), è causato dalla bassa elasticità di prezzo della domanda di importazioni ed esportazioni nel brevissimo periodo, dovuta a: rigidità contrattuali; abitudini dei consumatori. Fonte: Wikipedia, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Tasso Tasso Tasso Tasso di di di di cambio cambio cambio cambio nominale bilaterale ed effettivo reale reale e bilancia commerciale Relazione tra tasso di cambio reale e bilancia commerciale Deficit commerciale Surplus commerciale ǫ NX < 0 NX > 0 0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica NX 33/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Legge del prezzo unico Assumiamo che: in due paesi si vende un bene perfettamente omogeneo e commerciabile internazionalmente (es. Big Mac); non esistono “frizioni” al commercio di alcun tipo (es. costi di trasporto, dazi doganali, ecc.). Dati i due beni omogenei, indipendentemente da dove sono prodotti o consumati, devono scambiarsi in quantità fisiche in rapporto 1/1; Legge del prezzo unico (law of one price): dati due beni identici, il tasso di cambio nominale deve attestarsi ad un livello che rende uguali i due prezzi espressi nella medesima valuta (ǫ = 1): ǫ= P∗ E ×P =1 ⇒ E = ∗ P P Esempio: prezzo del Big Mac in Italia: 4e; prezzo del Big Mac negli Stati Uniti: 6Š; la legge del prezzo unico implica un tasso di cambio USD/EUR pari a: E = 6/4 = 1.5. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Parità del Potere di Acquisto (PPA) In assenza di costi di trasporto o altri costi di transazione, mercati competitivi dovrebbero eguagliare tra paesi i prezzi, espressi nella stessa valuta, di beni omogenei; Assumendo che: i paesi consumano lo stesso paniere di beni; tutti i beni sono commerciabili (tradable) la legge del prezzo unico implica che il tasso di cambio nominale sia tale da garantire la Parità del Potere di Acquisto (PPA) (Purchasing Power Parity, PPP): P∗ E ×P = 1 ⇒ E = P∗ P ∗ P (P ) livello generale dei prezzi nell’economia domestica (estera). In base alla versione relativa della teoria della PPA (relative PPP), il tasso di cambio reale resta costante, per cui: ∆E ∆E ∆ǫ = + π − π∗ = 0 ⇒ = π∗ − π ǫ E E apprezzamento nominale pari al differenziale di inflazione. ǫ= Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Tasso di cambio reale e bilancia commerciale nel caso in cui vale la PPA Se vale la PPA, l’elasticità delle esportazioni nette al tasso di cambio reale è molto alta (al limite infinita). ǫ Deficit commerciale Surplus commerciale NX < 0 NX > 0 ǭ 0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica NX 36/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Inflazione e tassi di cambio nominali Fonte: Mankiw (2003), Macroeconomics, Worth Publishers, 5 ed. Figura: Differenziale di inflazione medio rispetto agli USA e variazione percentuale del tasso di cambio nominale 1972-2000 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Sopravvalutazione del cambio rispetto al dollaro in base alla PPP Fonte: OECD, 2012. Figura: Scarto percentuale del tasso di cambio nominale bilaterale con il dollaro rispetto alla PPA per il PIL, 2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Burgernomics Big Mac index: indice calcolato da The Economist e basato sulla teoria della PPA: Big Mac: bene omogeneo prodotto e consumato in tutto il mondo; P ∗ : prezzo di un Big Mac in America in dollari (attualmente Š4.2); E P: prezzo di un Big Mac nel paese di riferimento (es. Svizzera) convertito in dollari sulla base del tasso di cambio nominale corrente (es. Big Mac in Svizzera venduto a 6.3 CHF, che, al cambio corrente USD/CHF pari a 1.078, equivalgono a circa Š6.8); sopravvalutazione della valuta domestica rispetto al dollaro, calcolata come scostamento relativo rispetto a quel tasso di cambio nominale che garantisce la PPA (P ∗ /P): E− P∗ P P∗ P = E P − P∗ P∗ Es. Franco svizzero sopravvalutato del 61.9% rispetto al dollaro (= (6.8 − 4.2)/4.2 × 100). Dal 2004 The Economist calcola anche lo Starbucks tall-latte index. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Big Mac index Fonte: The Economist, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Perché la PPA fallisce Rigidità dei prezzi; Differenze nel paniere di beni prodotti/consumati nei diversi paesi; Esistenza di costi di trasporto e restrizioni al commercio: una parte dei beni non commerciabile internazionalmente (non tradable); Pratiche oligopolistiche o monopolistiche in alcuni paesi per alcuni beni, che, interagendo con le altre barriere al commercio, incidono ulteriormente sulla relazione tra prezzi di beni simili venduti in paesi differenti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Beni non commerciabili e tasso di cambio reale Presenza di beni non commerciabili viola una delle assunzioni della PPA: anche se la legge del prezzo unico vale per i beni commerciabili, non vale per quelli non commerciabili; Dato un indice dei prezzi P = PNα PT1−α , con PN (PT ) indice dei prezzi dei beni (non) tradable, tasso di cambio reale:  α  α PN PN α 1−α PT PN PT EPT PT EP ǫ = ∗ = E ∗α∗ ∗1−α∗ = ∗  ∗ α∗ =  ∗ α∗ PN P PT PN PN PT PT∗ PT∗ T dove EP PT∗ = 1 per la legge del prezzo unico. Esprimendo in termini di variazioni relative si ha: ∆PT ∆P ∗ ∆PN ∆P ∗ ∆ǫ − ) − α∗ ( ∗N − ∗T ) = α( ǫ PN PT PN PT il tasso di cambio reale si apprezza in caso di aumento (diminuzione) del prezzo relativo dei beni non tradable nell’economia domestica (estera). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Effetto Balassa-Samuelson Dati due Paesi e due beni – T (tradable) e N (non tradable) – ipotizzando un solo fattore produttivo omogeneo (lavoro), si ha: PT = w γT PN = w γN PT∗ = w∗ γT∗ PT∗ = w∗ γN∗ con γi produttività del lavoro nel settore i e w salario nominale; Tasso di cambio reale:  α  α da cui: ǫ=  PN PT PN∗ PT∗ α∗ =  γT γN γT∗ γN∗ α∗ ∆ǫ ∆γN ∆γ ∗ ∆γT ∆γ ∗ − ) − α∗ ( ∗T − ∗N ) = α( ǫ γT γN γT γN Con differenziale di produttività tra beni tradable e non tradable maggiore nei Paesi più sviluppati rispetto a quelli meno sviluppati, relazione positiva tra grado di sviluppo e apprezzamento del cambio reale (effetto Balassa-Samuelson); Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 43/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Risparmi e investimenti in economia aperta In economia chiusa, uguaglianza tra risparmi e investimenti (comprese variazioni in scorte non programmate): S ≡ I ; In economia aperta, saldo delle partite correnti (current account balance)—somma dei saldi di merci, servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti—pari alla differenza tra risparmi e investimenti: CAB ≡ S − I Saldo delle partite correnti pari al saldo (cambiato di segno) dei movimenti di capitale (conto capitale + conto finanziario), cioè flussi di capitale netti in uscita (net capital outflow ): risparmi nazionali in eccesso rispetto agli investimenti vanno a “finanziare” i deficit commerciali esteri; investimenti in eccesso rispetto ai risparmi nazionali sono finanziati dal resto del mondo. Tralasciando conto redditi e trasferimenti unilaterali, si ha: NX ≡ S − I bilancia commerciale pari alla differenza tra risparmi e investimenti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Risparmi e investimenti in economia aperta Dato il tasso d’interesse, l’eccesso di offerta di fondi mutuabili determina il saldo della bilancia commerciale. r r NX < 0 S NX > 0 NX r’ S-I r I I S Giuseppe Vittucci Marzetti 0 Principi di economia – Politica economica NX 45/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Risparmi, investimenti e tasso di cambio r NX < 0 NX > 0 S-I r NX ǫ ǫ 0 Giuseppe Vittucci Marzetti NX Principi di economia – Politica economica NX 46/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Deficit commerciali e sostenibilità del debito estero Eccedenza di investimenti su risparmi nazionali porta ad equilibrio con deficit di bilancia commerciale; Cambiamento nella posizione patrimoniale netta verso l’estero (Net International Investment position, NIIP)—differenza fra attività estere detenute da residenti e attività nazionali detenute da non residenti—pari al saldo delle partite correnti (+ conto capitale + effetti di valutazione): CAt ≈ ∆NIIPt Pagamento per interessi sullo stock di debito estero (external debt, foreign debt) accumulato entra come passivo nel conto redditi (Net Investment Income, NII); Necessari surplus commerciali per controbilanciare il passivo; Sostenibile equilibrio con deficit strutturali di bilancia commerciale? Sı̀, almeno con tasso di crescita dell’economia maggiore del tasso d’interesse. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Bilancia commerciale e partite correnti in rapporto al PIL negli USA, 1960-2010 Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Saldi di bilancia commerciale e partite correnti nel 2005 Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Saldo delle partite correnti e posizione patrimoniale netta verso l’estero negli USA Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Posizione patrimoniale netta verso l’estero USA, 1976-2007 Fonte: Wikipedia, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse NIIP effettiva ed ipotetica senza effetti di valutazione in USA dal 1976 Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 52/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse NII e NIIP negli USA, 1976-2010 Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 53/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Saldo delle partite correnti in Cina e USA Fonte: Schmitt-Grohé & Uribe (2012). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 54/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Condizione di non arbitraggio nella scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere Dato il tasso di cambio USD/EUR (E ), è possibile: 1 2 investire 1e in attività denominate in euro, ottenendo dopo un anno (1 + it ) euro; oppure: convertire l’euro in dollari ottenendo Et dollari; investire i dollari in attività denominate in dollari, ottenendo dopo un anno (1 + it∗ )Et dollari; riconvertire i dollari in euro ottenendo (1 + it∗ )Et /Et+1 euro. Le due strategie devono dare lo stesso rendimento (condizione di non arbitraggio): Et 1 + it = (1 + it∗ ) Et+1   Et+1 − Et 1+ (1 + it ) = 1 + it∗ Et Et+1 − Et + it ≈ it∗ Et Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 55/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Parità dei tassi d’interesse Condizione di non arbitraggio: it ≈ it∗ − Et+1 − Et Et il tasso d’interesse sulle attività denominate in valuta nazionale deve essere (approssimativamente) pari al tasso d’interesse sulle attività denominate in valuta estera meno il tasso di apprezzamento della valuta nazionale rispetto alla valuta estera; Il tasso di cambio al tempo t + 1 può essere: il tasso di cambio a termine (o forward) (Et+1 = Ft ), cioè il tasso di cambio prevalente al tempo t sui mercati a termine (parità coperta dei tassi d’interesse, covered interest rate parity ); e il tasso atteso (Et+1 = Et+1 ) (parità scoperta dei tassi d’interesse, uncovered interest rate parity ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 56/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Relazione tra tasso d’interesse e tasso di cambio Date: e aspettative sul cambio (Et+1 = Ē e ); rendimento delle attività in valuta estera (it∗ = ī ∗ ), la parità dei tassi d’interesse determina una relazione positiva tra tasso d’interesse e tasso di cambio: Ē e Et = 1 + ī ∗ − it it ī ∗ Ē e Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Et 57/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Dalla parità nominale alla parità reale Dalla parità nominale dei tassi d’interesse: it ≈ it∗ − Et+1 − Et Et si può passare alla parità reale dei tassi di interesse:   Et+1 − Et it − πte ≈ it∗ − πte∗ − + πte − πte∗ | {z } | {z } Et | {z } rte rte∗ ∆ǫet /ǫt rte ≈ rte∗ − Giuseppe Vittucci Marzetti ǫet+1 − ǫt ǫt Principi di economia – Politica economica 58/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Tasso di cambio reale e parità dei rendimenti attesi Dalla parità reale dei tassi, in assenza di variazioni attese del tasso di cambio reale (ǫt = ǫet+1 = ǭ), si ha: rte it − πte = rte∗ = it − πte∗ it − it = πte − πte∗ Rendimenti reali attesi su attività domestiche ed estere coincidono; Differenziale dei tassi d’interesse nominali pari al differenziale d’inflazione atteso. Tasso d’interesse reale (atteso) domestico ed estero possono differire solo per: differenti rischi percepiti (premio per il rischio); aspettative di apprezzamenti o deprezzamenti reali del cambio. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 59/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Equilibrio in una piccola economia aperta r NX < 0 NX > 0 S-I r ∗ In una piccola economia aperta è dato e costante il tasso d’interesse reale sulle attività estere (r ∗ ); Assumendo assenza di: aspettative di variazioni del cambio reale; premio per il rischio; NX ǫ tasso d’interesse domestico ed estero coincidono (r = r ∗ ). ǭ 0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica NX NX 60/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Rischio paese ed aspettative sul tasso di cambio r Aspettative di un deprezzamento del cambio reale o la percezione di un rischio paese creano un differenziale tra tasso d’interesse reale domestico ed estero: r = r∗ + θ NX < 0 NX > 0 S-I ∗ r +θ r∗ L’aumento del tasso d’interesse: riduce gli investimenti e aumenta i flussi netti di capitale in uscita; provoca un deprezzamento della valuta e un miglioramento della bilancia commerciale. NB: L’aspettativa di un deprezzamento futuro genera il deprezzamento immediato della valuta stessa! NX ǫ ǫ ǫ′ NX Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 0 NX’ NX 61/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Equilibrio in una grande economia aperta In una piccola economia, al tasso di interesse corrente (r ∗ ) (+ premio per il rischio e deprezzamento atteso) i mercati internazionali sono in grado di assorbire/fornire tutti i fondi necessari; In una grande economia aperta, l’aumento dell’offerta (domanda) di fondi mutuabili tenderà a ridurre (aumentare) il tasso d’interesse reale sui mercati internazionali. r r CF = NX < 0 CF = NX < 0 CF = NX > 0 CF = NX > 0 r∗ CF r∗ S-I S-I 0 NX (a) Piccola economia aperta Giuseppe Vittucci Marzetti CF 0 NX (b) Grande economia aperta Principi di economia – Politica economica 62/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Equilibrio con controlli di capitale e sostituibilità imperfetta tra attività domestiche ed estere Equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili: S(r ) = I (r ) + CF (r ) (+) r (−) (−) r CF < 0 CF > 0 S(r) r I(r) + CF(r) CF(r) 0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica CF 63/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Legge del prezzo unico e Parità del Potere di Acquisto (PPA) Evidenza sulla PPA ed effetto Balassa-Samuelson Interazione tra mercati di beni e capitali nella determinazione del cambio Parità dei tassi di interesse Equilibrio con controlli di capitale e sostituibilità imperfetta r r CF < 0 CF > 0 S(r) r I(r) + CF(r) CF(r) ǫ 0 CF Offerta di valuta domestica ǫ NX, Domanda di valuta domestica per esportazioni 0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 64/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Modello IS-LM in economia aperta Modello di Mundell-Fleming: estensione al caso di economia aperta del modello IS-LM sviluppata in modo indipendente da Robert Mundell (1963) e Marcus Fleming (1962). Analisi di breve periodo: prezzi rigidi: variabili nominali e reali si muovono assieme; principio della domanda effettiva. Curva IS modificata per tenere conto di: relazione tra tasso d’interesse e tasso di cambio; effetto del tasso di cambio e del PIL sulle esportazioni nette (bilancia commerciale). Curva LM non cambia. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 65/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Curva IS in economia aperta: metodo algebrico Consumi nazionali funzione decrescente del tasso d’interesse: C = C0 + c(Y − T ) − dc i Investimenti programmati funzione decrescente del tasso d’interesse: I p = I0 − d i i Esportazioni nette funzione: crescente del PIL estero (YX ): aumento del PIL estero aumenta il volume delle esportazioni; decrescente dal reddito disponibile (Y − T ): aumento del PIL aumenta il volume delle importazioni; decrescente del tasso d’interesse: aumento del tasso d’interesse provoca un apprezzamento del cambio ⇒ parità dei tassi d’interesse; apprezzamento del cambio provoca un peggioramento della bilancia commerciale ⇒ condizione di Marshall-Lerner. NX = NX0 + nYX − m(Y − T ) − dm i Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 66/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Curva IS in economia aperta: metodo algebrico Produzione di equilibrio di breve periodo: Y Y = = PAE C + I p + G + NX Y = Y = C0 + I0 + G + NX0 + nYX + (c − m)(Y − T ) − (dc + di + dm )i   1 (C0 − cT + mT + G + NX0 + nYX ) − (dc + di + dm ) i  {z } | {z } 1−c +m | A f Curva IS: Y = f A 1−c +m 1 A− i ⇒ i= − Y 1−c +m 1−c +m f f Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 67/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Curva IS in economia aperta: metodo grafico Y=PAE PAE PAE = A + (c-m)Y PAE = A’ + (c-m)Y A A’ Y i i’ i IS Y’ Giuseppe Vittucci Marzetti Y Principi di economia – Politica economica Y 68/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Equilibrio in economia aperta i i LM IS i Y Giuseppe Vittucci Marzetti Y Principi di economia – Politica economica E E 69/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Effetti della politica fiscale in regimi di cambi flessibili i i IS’ LM IS i’ i Y Y’ Y E E’ E Effetti di una politica fiscale espansiva: aumento tasso d’interesse e PIL di equilibrio di breve periodo; apprezzamento della valuta; riduzione investimenti ed esportazioni nette (peggioramento bilancia commerciale). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 70/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Effetti della politica monetaria in regimi di cambi flessibili i i LM IS LM’ i i’ Y Y’ Y E’ E E Effetti di una politica monetaria espansiva: diminuzione tasso d’interesse e aumento PIL di equilibrio di breve periodo; deprezzamento della valuta; effetto sulla bilancia commerciale di segno incerto: deprezzamento del cambio migliora la bilancia commerciale; aumento del PIL peggiora la bilancia commerciale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 71/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Regimi di cambi flessibili e fissi Le banche centrali possono utilizzare la politica monetaria per intervenire sui mercati dei cambi, fissando valori specifici (parità fisse) o bande di oscillazione per i tassi di cambio nominali bilaterali; In un regime di cambi fissi, con perfetta mobilità dei capitali, dalla parità dei tassi d’interesse segue che tasso d’interesse interno ed estero devono coincidere: it it it e Et+1 − Et Et Ē − Ē = it∗ − Ē = it∗ = it∗ − In un regime di cambi fissi, con perfetta mobilità dei capitali, la banca centrale rinuncia alla politica monetaria come strumento di politica economica. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 72/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Effetti della politica fiscale in regime di cambi fissi i i IS’ LM IS i’ LM’ i = i” Y Y’ Y” Y E = E” E’ E Politica fiscale espansiva aumenta PIL di equilibrio di breve periodo, tasso d’interesse e tasso di cambio; Banca centrale costretta ad intervenire a difesa del cambio espandendo l’offerta di moneta; Politica monetaria espansiva aumenta ulteriormente PIL di equilibrio di breve periodo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 73/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Dal breve al lungo periodo Nel lungo periodo, l’economia raggiunge lo stesso livello di tasso di cambio reale e produzione (di pieno impiego) indipendentemente dal fatto che operi in un sistema di cambi flessibili o fissi; Nel caso di cambi fissi, dato il cambio nominale Ē , il livello dei prezzi cambierà in modo tale da ristabilire il tasso di cambio reale consistente con il PIL di pieno impiego: ǭ = Ē × P P∗ In ogni caso, permettere al tasso di cambio di aggiustarsi, può ridurre i costi di aggiustamento. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 74/75 Evidenze su commercio internazionale e Investimenti Diretti Esteri Tassi di cambio Determinazione del tasso di cambio Modello di Mundell-Fleming Modello IS-LM ed equilibrio di breve periodo in economia aperta Effetti delle politiche in regimi di cambi flessibili Effetti delle politiche in regimi di cambi fissi Crisi valutarie Crisi valutarie In regimi di cambi fissi, differenziali di inflazione con il paese della valuta di riferimento portano ad apprezzamenti reali: ∆ǫ ∆E +π − π ∗ = π − π ∗ = ǫ E |{z} =0 ǫ aumenta con inflazione interna maggiore di quella estera; Se gli investitori ritengono il paese abbandonerà la parità lasciando deprezzare il cambio, richiedono rendimenti più alti (parità dei tassi); Differenziale di rendimento necessario molto alto dovendo compensare perdite praticamente istantanee; Per difendere il cambio contro le fughe di capitale, la banca centrale deve utilizzare le proprie riserve valutarie ufficiali; Quando le riserve finiscono, la banca centrale non può più difendere la parità; Es. Sistema Monetario Europeo, 1992; Messico, 1994; Sud-est asiatico, 1997. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 75/75
Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 12. Banche dati Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Scienze dell’Organizzazione Facoltà di Sociologia Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2011-12 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 1/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database Layout 1 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale 2 Statistiche regionali 3 Statistiche europee Istituti nazionali di statistica Sistema bancario 4 Meta database Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 2/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale International Monetary Fund IMF Statistical Databases: International Financial Statistics (IFS): principale pubblicazione statistica del FMI. Contiene dati su: bilancia dei pagamenti, moneta e credito, tassi di cambio, bilanci pubblici, contabilità nazionale... Direction of Trade Statistics (DOT); Government Finance Statistics (GFS); Balance of Payments Statistics (BPS). Open datasets: World Economic Outlook; IMF Data Mapper: sito interattivo per la creazione di grafici con serie storiche dal 1980 su PIL nominale e reale, inflazione, debito, disoccupazione e altre statistiche di contabilità nazionale. Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 3/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale United Nations Conference on Trade And Development UNCTADstat Commercio internazionale: beni (1950-) e servizi (1980-); Indici di specializzazione (1995-). Contabilità nazionale: PIL per tipologia di spesa e VA per tipologia di attività (1970-); PIL reale e nominale (1970-) Bilancia dei pagamenti: Tassi di cambio (1970-); Foreign Direct Investment – flussi (1970-) e stock (1980-) Rimesse degli immigrati (1980-) Aiuti allo sviluppo (1960-) Debito estero (1970-); Riserve internazionali (1970-); Popolazione e forza lavoro; Commodities; Information economy; Creative economy. Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 4/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale Altre banche dati Serie storiche di popolazione e produzione a prezzi costanti PPP (Purchasing Power Parity): Penn World Tables (PWT): 188 paesi 1950-2004; Maddison Historical Statistics: 1 d.C. - 2008; Historical National Accounts. Dati su produzione e produttività aggregate e settoriali: Groningen Growth and Development Centre (GGDC): Total Economy Growth Accounting Database; EU KLEMS Database; GGDC Productivity Level Database. Conference Board Total Economy Database. OECD Structural Analysis Statistics (STAN) Dati su occupazione: International Labor Organization (ILO); CIA World Factbook: Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 5/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale Indicatori di sviluppo World Bank: World Development Indicators (WDI); Global Development Finance (GDF); Africa Development Indicators (ADI); Education Statistics (EdStats); Gender Statistics (GenderStats); Health Nutrition and Population Statistics (HNPStats); Millennium Development Goals; Enterprise Surveys (ES); International Comparison Program (ICP); Joint External Data Hub (JEDH); ... United Nations Development Program (UNDP): Human Development Report; Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 6/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database International Monetary Fund United Nations Conference on Trade And Development Altre banche dati Indicatori di sviluppo Commercio internazionale Commercio internazionale UN Comtrade; World Trade Organization (WTO) statistics database Tabelle sintetiche nazionali: Trade Profiles; Tariff Profiles; Services Profiles. Time Series; Tariff Analysis Online (TAO); Map of disputes between WTO Members. Global Preferential Trade Agreements Database (GPTAD); Trade Map Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 7/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database OECD regional statistics OECD regional statistics (a) Tasso di disoccupazione, 2007 Giuseppe Vittucci Marzetti (b) Tasso di crescita, 2007 Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 8/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database Istituti nazionali di statistica Sistema bancario Istituti nazionali di statistica e banche centrali Istat I.Stat: datawarehouse delle statistiche prodotte dall’Istat organizzate per temi. (Attualmente in fase di popolamento) Eurostat Data navigation tree; Business Cycle Clock; Microdata – disponibili solo su richiesta: European Community Household Panel (ECHP); Labour Force Survey (LFS); Community Innovation Survey (CIS); Adult Education Survey (AES); EU Statistics on Income and Living Conditions (EU-SILC); Structure of Earnings Survey (SES); Farm Structure Survey (FSS). Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 9/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database Istituti nazionali di statistica Sistema bancario Banche centrali Banca Centrale Europea (BCE): Statistical Data Warehouse; Inflation dashboard; Euro area yield curve. Banca d’Italia Bollettino statistico; Statistiche dell’Eurosistema Bank for International Settlements (BIS) Statistics Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 10/11 Dati macroeconomici, di commercio internazionale e sviluppo Statistiche regionali Statistiche europee Meta database Meta database UNData - sito unico di accesso a diversi database creato dalla UN Statistics Division e dal Department of Economic and Social Affairs: FAO; ILO; IMF; OECD; UNDP; UNIDO; UNODC; UNICEF; UNESCO; UNAIDS; UNHCR; UNSD; World Bank; WHO... Developmentdata.org Resources for Economists on the Internet (RFE): RFE Data. National Bureau of Economic Research (NBER) Data archive: NBER Macrohistory Database; Current Population Survey (CPS) archive; ... Data.gov: open government data project. Giuseppe Vittucci Marzetti Economia politica – Intervento pubblico nell’economia 11/11
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Principi di economia – Politica economica 3. PIL e contabilità nazionale Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Layout 1 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale 2 Contabilità nazionale in dettaglio Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi 3 Bilancia dei pagamenti Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale 4 PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Circuito del reddito Circuito del reddito: flussi che intercorrono tra i diversi operatori in un sistema economico; Consideriamo un sistema economico: chiuso (cioè senza scambi internazionali); senza un settore pubblico. in cui sono presenti: famiglie, che: domandano beni e servizi alle imprese sui mercati dei beni; offrono fattori produttivi alle imprese sui mercati dei fattori. imprese, che: offrono beni e servizi intermedi alle altre imprese; domandano beni e servizi intermedi alle altre imprese; offrono beni e servizi finali alle famiglie sui mercati dei beni; domandano fattori produttivi alle famiglie sui mercati dei fattori. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Schema di un’economia chiusa senza settore pubblico Fonte: Alvaro, G. (1999), Contabilità e statistica economica, Cacucci Editore, Bari, p. 32. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Prodotto Interno Lordo Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese Gross Domestic Product (GDP) Valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti in un dato periodo di tempo all’interno di un determinato Paese. Elementi costitutivi della definizione: 1 valore di mercato: aggregazione tra beni e servizi eterogenei fatta utilizzando i prezzi di mercato (comprensivi di tasse e sussidi) (prezzo di costo nel caso di beni e servizi non di mercato erogati dalla PA); 2 beni e servizi finali: PIL ottenuto sommando il valore delle produzioni di tutti i beni e servizi e sottraendo, dal risultato cosı̀ ottenuto, il valore dei beni e servizi impiegati (materie prime, prodotti intermedi, semilavorati, ecc.) per ottenere quel dato ammontare di produzione; 3 prodotti: entrano nel calcolo solo i beni e servizi prodotti (quindi non, ad es., la compravendita di macchine usate o case già costruite); Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Prodotto Interno Lordo 4 5 6 in un dato periodo di tempo: misura di flusso, definita con riferimento ad un intervallo temporale (solitamente l’anno solare o il trimestre); all’interno di un Paese: riferimento ai confini territoriali di un Paese, indipendentemente dalla residenza dei fattori. Misura che tiene conto della residenza è il Reddito Nazionale Lordo (RNL, Gross National Income, GNI), o Prodotto Nazionale Lordo (PNL, Gross National Product, GNP): RNL ≡ PIL + Redditi netti (da lavoro e capitale) dall’estero Prodotto lordo: con la specificazione lordo ci si riferisce al fatto che nel PIL è incluso anche il deprezzamento dei beni strumentali (macchine, impianti, mezzi di trasporto, ecc.) avvenuto nel corso del periodo di riferimento. Per passare al Prodotto Interno Netto (PIN, Net Domestic Product) occorre togliere gli Ammortamenti, misura contabile del consumo di tali beni capitali: PIN ≡ PIL − A Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio Economia chiusa senza settore pubblico con due soli settori merceologici: uva, in cui le imprese producono ogni anno 1000 e impiegando: Terra; 50 e di uva; 5 lavoratori; vino, in cui le imprese producono ogni anno 1500 e utilizzando: 650 e di uva; 7 lavoratori. Il salario annuale dei lavoratori è 100 e. VA Uva Vino Salari Profitti + Rendite Produzione Uva 50 Vino 650 5 × 100 450 1000 7 × 100 150 1500 Consumi finali 300 1500 Produzione 1000 1500 1800 2500 Tabella: Tavola input-output Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio Produzione totale: 2500 e; Valore dei beni e servizi finali: 1800 e; Valore aggiunto (valore della produzione meno costi intermedi) nel settore di: uva: 1000 e – 50 e = 950 e; vino: 1500 e – 650 e = 850 e. Somma del valore aggiunto: 950 e + 850 e = 1800 e; Somma dei redditi distribuiti: 1800 e salari: 500 e + 700 e = 1200 e; profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e; Spesa per consumi finali: 300 e + 1500 e = 1800 e; NB: PIL pari a 1800 e. Stesso risultato calcolando 1 valore dei beni e servizi finali prodotti; 2 somma del valore aggiunto; 3 somma dei redditi distribuiti; 4 somma delle spese finali. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio con settore pubblico Stessa economia ma con settore pubblico: tassa pari a 100 e sulla produzione di uva (sopportata totalmente dagli imprenditori nel settore dell’uva e proprietari terrieri, che decidono perciò di restare più sobri...); amministratori pubblici spendono tutte le imposte raccolte in vino... Uva Vino Salari Profitti + Rendite Tassa Produzione Uva Vino 50 650 5 × 100 350 100 1000 7 × 100 150 Consumi finali 300 1400 Spesa pubblica 100 Produzione 1000 1500 1700 1500 2500 Tabella: Tavola input-output Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio con settore pubblico Produzione totale: 2500 e; Valore dei beni e servizi finali: 1800 e; Valore aggiunto ai prezzi base (valore della produzione meno costi intermedi al netto delle imposte): uva: 1000 e – 100 e – 50 e = 850 e; vino: 1500 e – 650 e = 850 e. 850 e + 850 e = 1700 e; Somma del valore aggiunto ai prezzi base + imposte: 1700 e + 100 e = 1800 e; Redditi distribuiti: 1800 e salari: 500 e + 700 e = 1200 e; profitti e rendite: 350 e + 150 e = 500 e; imposte (reddito dell’amministrazione pubblica): 100 e. Spesa finale: consumi delle famiglie (C): 300 e + 1400 e = 1700 e; spesa pubblica (G): 100 e. C + G = 1700 e + 100 e = 1800 e Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio con economia aperta Economia senza settore pubblico ma aperta agli scambi con il resto del mondo: esporta 100 e di vino; importa per consumo 200 e di sidro. Uva Vino Sidro Salari Profitti + Rendite Importazioni Produzione Uva Vino 50 650 5 × 100 450 7 × 100 150 1000 1500 Consumi finali 300 1400 200 Esportazioni Produzione 100 1000 1500 200 2500 Tabella: Tavola input-output Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Un semplice esempio con economia aperta Produzione totale: 2500 e; Valore dei beni e servizi finali prodotti all’interno del Paese: 1800 e; Valore aggiunto: uva: 1000 e – 50 e = 950 e; vino: 1500 e – 650 e = 850 e. 950 e + 850 e = 1800 e; Somma dei redditi distribuiti: 1800 e salari: 500 e + 700 e = 1200 e; profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e; Spesa: consumi finali (C): 300 e + 1400 e + 200 e = 1900 e; esportazioni (X): 100 e; importazioni (M): 200 e. C + X – M = 1900 e + 100 e – 200 e = 1800 e. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale PIL come spesa, output e reddito PIL come spesa Spese finali totali a prezzi di mercato di beni e servizi prodotti all’interno di un Paese in un dato periodo di tempo (incluse le esportazioni di beni e servizi meno le importazioni di beni e servizi). PIL come output Somma del valore aggiunto lordo prodotto in un Paese in un dato periodo di tempo ai prezzi base, più le imposte sui prodotti al netto dei sussidi. PIL come reddito Somma dei redditi generati e distribuiti nel Paese in un dato periodo di tempo (redditi da lavoro, redditi da capitale e profitti, imposte indirette al netto dei sussidi su prodotti, produzione e importazioni). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale PIL come spesa e sue componenti PIL ≡ C + G + I + X – M 1 Consumi finali nazionali (C): spesa delle famiglie in: beni durevoli: beni che possono essere immagazzinati con vita media di almeno tre anni (es. automobili ed elettrodomestici); beni non durevoli (es. cibo e abbigliamento); servizi (es. servizi legali e finanziari, istruzione, servizi abitativi inclusi fitti imputati). 2 Spesa pubblica (o governativa) (G): spesa effettuata dalla pubblica amministrazione (a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale, ecc.) per: acquisti di beni e servizi; retribuzioni dei dipendenti pubblici (si ipotizza che questi ultimi vendano allo Stato i loro servizi); esclusi: trasferimenti da parte della pubblica amministrazione (es. sussidi di disoccupazione, pensioni); interessi sul debito pubblico. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale PIL come spesa e sue componenti 3 Investimenti (I): investimenti fissi lordi: acquisti di beni durevoli da parte delle imprese: strutture (es. nuovi impianti produttivi); beni strumentali (es. macchinari, computer, attrezzature per ufficio, automobili); investimenti nell’edilizia residenziale: costruzione di nuovi immobili. investimenti in scorte: variazione del volume fisico delle scorte in magazzino: positivi: aumento delle scorte; negativi: diminuzione delle scorte. dal punto di vista contabile si procede come se l’impresa acquista da sé le eccedenze. 4 Esportazioni (X): acquisti di beni e servizi prodotti nel Paese da parte di non residenti; 5 Importazioni (M): acquisti di beni e servizi prodotti all’estero da parte di residenti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Struttura del PIL negli Stati Uniti Fonte: Eurostat, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Struttura del PIL in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Andamento della quota dei redditi da lavoro dipendente sul valore aggiunto Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Andamento della quota del lavoro sul valore aggiunto Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009). Compensi del lavoro = Ore lavorate da persone occupate x Monte salari dipendenti/Ore lavorate da dipendenti Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale PIL nominale e reale PIL cresce nel tempo per: aumento della quantità dei beni e servizi finali prodotti; aumento del livello generale dei prezzi. Per eliminare l’effetto dell’aumento del livello dei prezzi, gli economisti calcolano il PIL usando i prezzi di un anno-base; Si distingue: PIL nominale, o a prezzi correnti; PIL reale, o a prezzi costanti, o aggiustato per l’inflazione. Es. nel calcolo del PIL reale del 2010 con anno-base 2005 si utilizzano i prezzi del 2005 per moltiplicare le quantità di beni e servizi finali prodotte del 2010; In passato, si utilizzavano indici a base fissa: anno-base cambiato ogni cinque anni e ricalcolo delle serie con il nuovo anno-base; Di recente gli uffici statistici, compreso l’ISTAT, hanno adottato la cosiddetta “metodologia del concatenamento”. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Aggregati di valore e numeri indice Aggregati di valore, come produzione e consumi, possono variare in funzione di variazioni di: quantità (o volumi) dei singoli beni; prezzi dei singoli beni; p10 q10 + . . . + pn0 qn0 = n X i=1 pi0 qi0 6= n X pit qit = p1t q1t + . . . + pnt qnt i=1 dove pit (qit ) è il prezzo (la quantità) del bene i nel periodo t. Per scorporare variazioni in volumi e prezzi utilizzati numeri indice complessi: indice indice indice indice di di di di Laspeyres; Paasche; Fisher; Törnqvist;... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Indice di Laspeyres Indice di Laspeyres: numero indice complesso utilizzato per misurare la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che utilizza come pesi i valori iniziali; Indice dei volumi di Laspeyres: P X qit X pi0 qi0 qit pi0 qit P Lq (0, t) = P i = vi0 = qi0 i pi0 qi0 j pj0 qj0 qi0 i i pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno base (0); qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno base (0); pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t. qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t; vi0 = Ppi0pj0qi0qj0 : quota del valore di i sul totale dell’anno base. j L’indice è una media aritmetica ponderata degli indici semplici delle quantità dei singoli beni (qit /qi0 ), con pesi costituiti dalla quota del bene sul totale del valore nell’anno base (vi0 ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Indice di Paasche Indice di Paasche: numero indice complesso utilizzato per misurare la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che utilizza come pesi i valori finali; Indice dei volumi di Paasche: P pit qit 1 1 1 Pq (0, t) = P i = P p q = P pit qit qi0 = P 1 P it i0 i P i pit qi0 i pjt qjt qit i vit qit i pit qit j qi0 pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno 0; qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno 0; pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t. qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t; vit = Ppitpjtqitqjt : quota del valore di i sul totale nell’anno t. j L’indice risulta essere una media armonica ponderata degli indici delle quantità dei singoli beni, con pesi costituiti dalla quota di ogni bene sul totale del valore della produzione nell’anno finale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Indice di Fisher Indice di Fisher : numero indice complesso utilizzato per misurare la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, dato dalla media geometrica dei corrispondenti indici di Laspeyres e Paasche. Indice dei volumi di Fisher : q Fq (0, t) = Lq (0, t) × Pq (0, t) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Indici a catena Dati numeri indice di volume (Laspeyres, Paasche o Fisher) calcolati per periodi consecutivi I (t, t + 1), corrispondente indice a catena (chain index) tra 0 e T ottenuto come prodotto dei T indici: I (0, T ) = TY −1 I (t, t + 1) = I (0, 1) · I (1, 2) · . . . · I (T − 1, T ) t=0 Vantaggi: nessuna necessità di ricalcolo delle serie reali a seguito della modifica dell’anno-base; sistema di ponderazione rinnovato annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, quindi migliore rappresentazione della crescita reale. Sebbene nessuno degli indici di volume goda della proprietà di transitività, per cui ci sarà sempre una divergenza tra le due tipologie, differenza piccola nel caso si adottino nella costruzione l’indice di Fisher (o quello di Törnqvist). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Dal PIL nominale al PIL reale Indici dei volumi per periodi consecutivi, I (t, t + 1), calcolati utilizzando: indici di Laspeyres in Italia: Lq (t, t + 1); indici di Fisher negli USA: Fq (t, t + 1). Metodo del concatenamento per costruire gli indici di periodi non consecutivi (adottato dall’Istat dal 2005): I (0, T ) = TY −1 I (t, t + 1) t=0 Dato il PIL nominale dell’anno 0 (Y0 ), il PIL reale dell’anno T anno-base 0 (ȲT0 ) è uguale a: ȲT0 = Y0 × I (0, T ) Nota: nell’anno-base PIL nominale e reale coincidono Ȳ00 = Y0 × I (0, 0) = Y0 × 1 = Y0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale Esempio di calcolo del PIL reale italiano nel 2012 anno-base 2005 Indici dei volumi per anni consecutivi: Lq (05,06) 1,022 Lq (06,07) 1,017 Lq (07,08) 0,988 Lq (08,09) 0,945 Lq (09,10) 1,017 Lq (10,11) 1,004 Lq (11,12) 0,976 Calcolo indice concatenato 2005-2012: Iq (05, 12) = 1, 022·1, 017·0, 988·0, 945·1, 017·1, 004·0, 976 = 0, 968 PIL nominale 2005 (milioni di euro): Y2005 = 1.436.379, 5 PIL reale 2012 anno-base 2005: 2005 Ȳ2012 = 1.436.379, 5 × 0, 968 = 1.389.948 diverso dal PIL nominale nel 2012: Y2012 = 1.565.916, 1 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Circuito del reddito Prodotto Interno Lordo PIL come spesa, produzione e reddito Numeri indice e PIL nominale e reale PIL nominale e reale (a) Italia (b) Stati Uniti Fonte: OECD, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Contabilità nazionale: cenni storici Prime stime del “prodotto nazionale” realizzate in Inghilterra nel XVII secolo a fini fiscali; Tentativi di stima sistematici dagli inizi del 1900; Ulteriore stimolo prodotto alla fine degli anni 1930 dalla “rivoluzione keynesiana” e dalle necessità connesse agli sforzi di pianificazione bellica; Wassily Leontief (1906-1999, Nobel nel 1973) sviluppa il sistema input-output per l’analisi delle relazioni intersettoriali; Sistema di contabilità nazionale moderno sviluppato da Richard Stone, discepolo di H. Kahn, J.M. Clark e J.M. Keynes, inizialmente insieme a James Meade (1907-1995, Nobel nel 1977) lavorando per il governo britannico; Nel 1952 pubblicato dalle Nazioni Unite il primo manuale di contabilità nazionale: System of National Accounts (SNA). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Sir John Richard Nicholas Stone (1913–1991) Nobel Memorial Prize in Economics 1984 29/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Sistema dei conti nazionali Contabilità nazionale (national accounts): insieme coerente di: conti economici (accounts): flussi nel periodo di riferimento, tipicamente l’anno solare; stati patrimoniali (balance sheets): stock di attività e passività a inizio e fine periodo; collegati da una serie di identità contabili; finalità di descrizione sintetica in termini monetari dell’attività economica nazionale, utile nella formulazione delle politiche economiche. System of National Accounts (SNA): standard internazionale della contabilità nazionale (versione più recente: 2008 SNA); Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC95) (European System of Accounts, ESA95): schema di contabilità nazionale utilizzato in Europa, perfettamente consistente con lo SNA93. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Unità e settori istituzionali Unità istituzionali: entità capaci di possedere beni e asset, contrarre debiti e svolgere attività economica; raggruppate in cinque settori istituzionali mutualmente esclusivi: società non finanziarie (non-financial corporations); società finanziarie (financial corporations), che svolgono attività di intermediazione finanziaria e assicurazione; amministrazioni pubbliche (general government); famiglie (households); istituzioni non-profit al servizio delle famiglie (non-profit institutions serving households) (es. associazioni). distinte in: residenti; non residenti, inclusi in un apposito settore detto resto del mondo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Classificazione dei conti SEC95 1 contabilità settoriale (sector accounts): conto dei beni e servizi (goods and services account): risorse e impieghi di beni e servizi ⇒ conto delle risorse e degli impieghi; conti correnti (current accounts): produzione, generazione, distribuzione e redistribuzione del reddito e uso di questo per consumo finale: conto della produzione (production account); conti della distribuzione del reddito. conti dell’accumulazione (accumulation accounts), riguardanti cambiamenti in attività e passività, e ricchezza netta: conto del capitale (capital account); conto finanziario (financial account); conto delle altre variazioni delle attività e passività (variazioni di volume e prezzo). stati patrimoniali (balance sheets); conti del resto del mondo (rest of the world account), riguardanti transazioni tra unità residenti e non residenti. 2 tavole input-output. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della produzione Conto della produzione redatto per: intera economia; singoli settori; branche di attività economica. Tabella: Conto della produzione + Produzione a prezzi base + Imposte nette sui prodotti - Consumi intermedi Prodotto Interno Lordo (PIL) a prezzi di mercato - Ammortamenti Prodotto Interno Netto (PIN) a prezzi di mercato Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della produzione in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto della produzione. Valori a prezzi correnti - Anni 2006-2010 (in milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conti della distribuzione del reddito Nei conti della distribuzione del reddito, PIL considerato come somma dei redditi distribuiti (remunerazioni dei fattori): Conto della generazione dei redditi primari; Conto della attribuzione dei redditi primari; Conto della distribuzione secondaria del reddito. Tabella: Conto della generazione dei redditi primari + Prodotto Interno Netto Giuseppe Vittucci Marzetti - Redditi da lavoro dipendente - Imposte nette sui prodotti - Imposte nette sulla produzione Risultato (netto) di gestione Principi di economia – Politica economica 35/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conti della distribuzione del reddito Tabella: Conto della attribuzione dei redditi primari + Risultato (netto) di gestione + Redditi da lavoro dipendente nazionali + Redditi da lavoro dipendente interni + Redditi da lavoro dipendente netti dall’estero + Imposte nette sui prodotti + Imposte nette sulla produzione + Redditi da capitale netti dall’estero + Imposte nette su prodotti e produzione verso il resto del mondo Reddito nazionale (netto) Reddito nazionale lordo (Gross National Income, GNI) ≡ Reddito nazionale netto + Ammortamenti ≡ Prodotto Nazionale Lordo (Gross National Product, GNP) ≡ PIL (GDP) + Redditi netti dall’estero. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della generazione dei redditi primari in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto della generazione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della attribuzione dei redditi primari in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto della attribuzione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della distribuzione secondaria del reddito Registrazione delle operazioni di redistribuzione del reddito, attuate mediante imposte e trasferimenti, che consentono di determinare la quota disponibile per consumi e investimenti del reddito nazionale; Nel caso delle famiglie, importanti poste: passive: imposte su reddito e patrimonio e contributi sociali (ricompresi nei redditi da lavoro dipendente); attive: i trasferimenti del settore pubblico (pensioni, sussidi di disoccupazione, ecc.). Per il sistema economico nel complesso i trasferimenti tra unità residenti si compensano. Tabella: Conto della distribuzione secondaria del reddito + + + + Reddito nazionale (netto) Saldo imposte correnti col resto del mondo Saldo contributi e prestazioni sociali col resto del mondo Trasferimenti netti correnti dal resto del mondo Reddito nazionale disponibile (netto) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto della distribuzione secondaria del reddito in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto della distribuzione secondaria del reddito. Valori a prezzi correnti - Anni 2006-2010 (in milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto di utilizzazione del reddito disponibile Il conto mostra la ripartizione del reddito disponibile tra consumi finali e risparmi; Tabella: Conto di utilizzazione del reddito disponibile + Reddito nazionale disponibile (netto) Giuseppe Vittucci Marzetti - Consumi finali nazionali Risparmio (netto) Principi di economia – Politica economica 41/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto di utilizzazione del reddito disponibile in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto di utilizzazione del reddito disponibile. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto del capitale Il conto del capitale registra le acquisizioni, al netto delle cessioni, di attività non finanziarie e misura la variazione del patrimonio netto dovuta a risparmio e trasferimenti in conto capitale; Un saldo passivo del conto (per il Paese) indica un aumento del debito nazionale nei confronti del resto del mondo. Tabella: Conto del capitale + Risparmio (netto) + Trasferimenti netti in conto capitale dal resto del mondo Giuseppe Vittucci Marzetti - Investimenti fissi netti - Investimenti fissi lordi + Ammortamenti - Variazione delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore - Acquisizioni nette di attività non finanziarie non prodotte Accreditamento (+) / Indebitamento (-) Principi di economia – Politica economica 43/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto del capitale in Italia Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12. Figura: Conto del capitale. Valori a prezzi correnti 2006-2010 (milioni di euro) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto economico delle risorse e degli impieghi Tabella: Conto economico delle risorse e degli impieghi Risorse PIL a prezzi di mercato Importazioni di beni e servizi Giuseppe Vittucci Marzetti Impieghi Consumi nazionali finali Spesa delle famiglie residenti Spesa delle amministrazioni pubbliche Investimenti fissi lordi Investimenti fissi netti Ammortamenti Variazione delle scorte Esportazioni di beni e servizi Principi di economia – Politica economica 45/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Sistema dei conti nazionali Conto della produzione Conti della distribuzione del reddito Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi Conto economico delle risorse e degli impieghi in Italia Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 46/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Bilancia dei pagamenti La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche realizzatesi, in un determinato periodo di tempo, tra residenti e non residenti in un’economia; Le transazioni registrate hanno per oggetto lo scambio tra residenti e non residenti di beni, servizi, redditi, trasferimenti unilaterali e attività finanziarie. In Italia, la bilancia dei pagamenti è redatta dalla Banca d’Italia, secondo specifiche regole dettate dal Fondo Monetario Internazionale, coerenti con le convenzioni internazionali di contabilità nazionale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Struttura della bilancia dei pagamenti Sezioni: 1 Conto corrente, a sua volta suddiviso in: conto merci; conto servizi; conto redditi; trasferimenti unilaterali correnti; 2 3 4 Conto capitale; Conto finanziario; Errori ed omissioni. In ciascun conto si registrano: crediti: afflussi di capitale derivanti da vendite di beni e servizi (esportazioni), incassi di redditi, trasferimenti unilaterali dal resto del mondo, cessioni di attività non finanziarie non prodotte, diminuzioni di attività (o aumenti di passività) finanziarie sull’estero; debiti: deflussi di capitale conseguenti ad acquisti di beni e servizi (importazioni), pagamenti di redditi, trasferimenti unilaterali verso il resto del mondo, acquisizioni di attività non finanziarie non prodotte, aumenti di attività (o diminuzioni di passività) finanziarie sull’estero. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto corrente Il conto corrente (o conto delle partite correnti) registra le transazioni internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti, ed è composto da tre sotto-conti: 1 conto merci e servizi (goods and services account) merci: beni mobili (esclusi titoli di credito) crediti: entrate provenienti da esportazioni di beni; debiti: uscite per importazioni di beni. servizi: crediti: entrate provenienti da esportazioni di servizi (es. trasporto merci e passeggeri, viaggi all’estero, comunicazioni, servizi finanziari e assicurativi, ecc..); debiti: uscite per importazioni di servizi. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto corrente 2 conto redditi (income account): crediti: redditi da lavoro di residenti per lavoro dipendente svolto in un paese estero; redditi da capitale (interessi, dividendi e utili reinvestiti) percepiti da residenti per investimenti all’estero con distinzione tra redditi da investimenti diretti e investimenti di portafoglio. debiti: redditi da lavoro di non residenti per lavoro dipendente svolto nel Paese; redditi da capitale percepiti da non residenti per investimenti nel Paese, con distinzione tra investimenti diretti e di portafoglio. 3 trasferimenti unilaterali correnti (current transfers): crediti: privati: rimesse degli emigrati, pensioni erogate da enti esteri a residenti, eredità e donazioni da non residenti a residenti, ecc.; pubblici: contributi ricevuti dall’Ue, contributi ricevuti da altri organismi internazionali. debiti: privati: rimesse degli immigrati, pensioni erogate a non residenti, ecc.; pubblici: imposte indirette versate all’Ue; contributi versati ad altri organismi internazionali. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto corrente in Italia Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto capitale Nel conto capitale (capital account) compaiono: (-) acquisti netti di attività non finanziarie non prodotte (acquisition or disposal of nonproduced, nonfinancial assets), in particolare attività intangibili (licenze, brevetti, ecc.); (+) trasferimenti unilaterali netti dal resto del mondo in conto capitale (capital transfers): trasferimenti connessi all’espatrio o rimpatrio definitivo di emigrati (cosiddetta ricchezza netta dell’emigrato); remissione di debiti e altri trasferimenti non finalizzati al consumo; trasferimenti unilaterali in conto capitale pubblici (es. contributi al Fondo di Sviluppo Regionale, remissioni del debito di paesi in via di sviluppo); NB: Cessione nette di terreni e risorse naturali del suolo a non residenti (escluso il caso in cui riguardino ambasciate, consolati o basi militari all’estero) attribuite a “unità residenti fittizie”, con contestuale Investimento Diretto Estero in entrata (registrato all’attivo del conto finanziario). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 52/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto capitale in Italia Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 53/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto finanziario Nel conto finanziario vengono registrati: Investimenti Diretti Esteri (IDE), o Foreign Direct Investment (FDI): investimenti (inclusi anche utili reinvestiti) effettuati per acquisire una responsabilità gestionale e stabilire un legame durevole con un’impresa che ha sede in un Paese diverso da quello di residenza; convenzionalmente, investimenti che comportano una partecipazione maggiore o uguale al 10% al capitale sociale; investimenti di portafoglio: investimenti in titoli (azioni, quote di fondi comuni, obbligazioni e titoli di Stato) a fini speculativi; derivati: opzioni, future, swap, ecc.; altri investimenti: crediti commerciali, prestiti, flussi di banconote e movimentazione di depositi bancari, ecc.; riserve ufficiali: attività liquide detenute dalla banca centrale, costituite da crediti vantati nei confronti di paesi non aderenti all’unione monetaria europea e denominati in valute diverse dall’euro (oro, Diritti Speciali di Prelievo (DSP), quota sottoscritta di partecipazione al FMI, valute estere). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 54/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto finanziario Investimenti diretti: all’estero (in uscita, outward FDI ): un aumento entra come posta passiva; in Italia (in entrata, inward FDI ): un aumento entra come posta attiva. Investimenti di portafoglio e altri investimenti: Attività: asset esteri (es. azioni, obbligazioni) detenuti da residenti – un aumento entra come posta passiva; Passività: asset nazionali detenuti da non residenti – un aumento entra come posta attiva; Variazioni riserve ufficiali: un aumento entra come posta passiva. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 55/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Conto finanziario in Italia Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 56/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Saldo della bilancia dei pagamenti Somma dei tre saldi—conto corrente, conto capitale e conto finanziario—sempre zero, a meno di errori ed omissioni (a cui contribuiscono anche transazioni le cui contropartite sfuggono alle statistiche ufficiali, quali contrabbando e fughe di capitali); Bilancia dei pagamenti registra surplus/deficit con saldo calcolato senza le variazioni nelle riserve ufficiali: surplus corrispondono ad aumenti delle riserve ufficiali; deficit corrispondono a diminuzioni delle riserve ufficiali. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 57/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: attività Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 58/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: passività e posizione netta Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 59/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale Saldo del conto dei beni e dei servizi (esportazioni nette di beni e servizi): NX ≡ PIL − (C + I + G ) Saldo delle partire correnti (Current Account Balance)—somma dei saldi di merci, servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti: CAB ≡ RNDL − (C + I + G ) ≡ (RNDL − C − G ) − I ≡ S − I RNDL: Reddito nazionale disponibile lordo; S: Risparmio lordo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 60/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Conto corrente Conto capitale Conto finanziario Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale Trascurando: i) errori ed omissioni; ii) aggiustamenti della posizione finanziaria internazionale dovuti a variazioni delle attività e passività sull’estero in: volume (es. per catastrofi); valore (per variazioni nei tassi di cambio); la somma dei saldi di partite correnti (CAB) e conto capitale (NKT − NPNNA) è pari al saldo del conto finanziario (FA) cambiato di segno, a sua volta pari alla variazione lorda della posizione patrimoniale sull’estero (∆Accr /Add): CAB + (NKT − NPNNA) ≡ −FA ≡ ∆Accr /Add ≡ (S − I ) + (NKT − NPNNA) ≡ (S + NKT ) − (I + NPNNA) NKT : trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero; NPNNA: acquisti netti dall’estero di asset intangibili (es. brevetti); (S + NKT ): variazione della ricchezza nazionale generata da risparmio e trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero; I + NPNNA: incremento lordo dello stock di capitale produttivo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 61/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Limiti del PIL come misura di benessere sociale Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso modo. Il PIL...è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità nazionale. La ricchezza delle nazioni si misura calcolando solo tutte le attività dove c’è scambio di danaro. Tutto il resto non esiste: condivisione di saperi, volontariato, autoproduzione di beni. Se le persone si organizzano e condividono le proprie automobili, coltivano orti, fanno il pane a casa, o utilizzano software liberi per far funzionare i computer..., il PIL tutto questo e altro ancora non lo vede. Non fa niente che si sia prodotto benessere sociale, queste persone hanno consumato di meno e tanto basta... Che l’attività economica intacchi beni comuni come la qualità dell’aria, delle acque, il territorio, le fonti energetiche non rinnovabili, la salute delle persone, la coesione sociale, non importa perché si misura solo ciò che cresce senza calcolare il magazzino che si esaurisce. E ciò che si esaurisce è il capitale umano e naturale sacrificato in nome dell’economia. (tratto da Report 2010 “Consumatori Difettosi” di M. Buono e P. Riccardi) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 62/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Limiti del PIL come misura di benessere economico 1 Il PIL non registra l’economia sommersa: secondo il FMI (stime 2002), l’Italia ha un’incidenza del 27% del PIL (seconda su 84 paesi e preceduta solo dalla Grecia); l’ISTAT stima il peso dell’economia irregolare (esclusa quella illegale) in oltre il 15% del PIL; stima fatta con due metodi alternativi: currency demand approach: ipotesi che l’economia sommersa (inclusa quella illegale) utilizza prevalentemente circolante quale mezzo di pagamento; factor analysis: economia sommersa come variabile latente, con valori determinati sulla base di indicatori monetari, di produzione e del mercato del lavoro. 2 Il PIL registra al prezzo di costo i servizi offerti dalla pubblica amministrazione: distorsione elevata nei paesi con settore pubblico esteso. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 63/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Limiti del PIL come misura di benessere economico 3 Il PIL non registra il valore dei beni e servizi non scambiati sul mercato: produzione per autoconsumo; servizi non retribuiti (es. lavoro domestico non retribuito) utilità/disutilità derivante dalla qualità dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente quando non passa attraverso il mercato. 4 5 Il PIL non registra l’utilità derivante dal tempo libero; Il PIL non registra i costi derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali scarse. Es.: estrazione e successiva vendita del petrolio produce aumento del PIL pari al valore della materia prima offerta sul mercato. Non si tiene conto del costo connesso alla diminuzione del petrolio nel sottosuolo terrestre. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 64/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy PIL e benessere economico e sociale: due prospettive Con problema dello sviluppo economico intendo semplicemente il problema di spiegare i pattern osservati, tra paesi e tra periodi, nei livelli e nei tassi di crescita del reddito pro capite. Questa può sembrare una definizione eccessivamente ristretta e forse lo è, ma riflettere sui cambiamenti del reddito necessariamente ci porta a riflettere anche su molti altri aspetti delle società. (Lucas, 1988) Robert E. Lucas, Jr. (1937) Nobel Memorial Prize in Economics 1995 Il PIL è una metrica inadeguata per la valutazione del benessere nel tempo, particolarmente nelle sue dimensioni economica, ambientale, e sociale, aspetti a cui ci si riferisce con il termine “sostenibilità”. (Executive summary rapporto Commissione Stiglitz, 2009) Joseph E. Stiglitz (1943) Nobel Memorial Prize in Economics 2001 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 65/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Human Development Index Per spostare il focus dalla contabilità nazionale a politiche centrate sull’individuo, lo United Nations Development Programme (UNDP) dal 1990 calcola un indice composito: lo Human Development Index (HDI). HDI combina tre dimensioni: aspettativa di vita media alla nascita; accesso alla conoscenza: anni medi e attesi di frequenza scolastica; alfabetizzazione; scolarità. standard di vita (log reddito nazionale lordo pro capite—PPP US$). Ma alla fine l’indice risulta molto correlato al PIL pro capite... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 66/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Mappa dell’indice di sviluppo umano Fonte: Human Development Report, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 67/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Correlazione tra HDI e PIL pro capite (2008) Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 68/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Correlazione tra HDI e PIL d = −0.551674 + 0.133858 log GDP HDI (0.036924) (0.0041409) Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 69/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy PIL, crescita e sostenibilità Credo che anche un bambino di cinque anni capisca che questo non sia possibile! Che una crescita infinita sia compatibile con un pianeta finito. Il problema è che gli economisti hanno costruito il loro mondo senza tener conto che la vita economica si svolge sulla terra. Mi spiego, non si può bruciare del petrolio nella propria vettura e pensare che il giorno dopo si possa trovare la stessa quantità. Le risorse del pianeta sono limitate, non si possono consumare al di là della capacità di rigenerazione della biosfera. (Serge Latouche intervistato da Michele Buono, Report 2010) Nella sua Richard T. Ely Lecture all’AEA, Robert Solow (1974) ha dichiarato: “Se è molto facile sostituire altri fattori alle risorse naturali, allora non c’è in linea di principio nessun problema. Il mondo può, in effetti, andare avanti senza risorse naturali...”. Come proposizione condizionale, questo non è meno vero dell’affermare: “Se i desideri fossero cavalli, i mendicanti cavalcherebbero”. (Daly, 1997, p. 261) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 70/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy La “scienza lugubre” dell’800 e i limiti dello sviluppo... Gli economisti non hanno sempre creduto alle “magnifiche sorti e progressive” dell’umanità; Nel XIX secolo, T. Carlyle definiva l’economia la “scienza triste” (dismal science) per le implicazioni lugubri di: principio della popolazione di T.R. Malthus; teorie di D. Ricardo, per cui l’operare della legge dei rendimenti decrescenti in agricoltura avrebbe comportato un aumento secolare delle rendite sui profitti e successiva stagnazione. Economisti preoccupati per l’esaurimento delle risorse energetiche: W.S. Jevons (1865) preoccupato per l’esaurimento delle riserve di carbone; Nei primi 1970, dopo la prima crisi petrolifera, Club di Roma pubblica uno studio molto discusso su I limiti dello sviluppo (1972). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 71/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy ...e gli inguaribili ottimisti di oggi Le predizioni lugubri del passato sono state finora miseramente smentite dalla realtà; Agli stagnazionisti si risponde che: difettano completamente “di immaginazione” (Schumpeter, 1954); sbagliano nel ritenere la crescita necessariamente crescita “materiale”. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 72/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Commissione “Stiglitz” Commission on the measurement of economic performance and social progress, soprannominata Commissione “Stiglitz”, creata all’inizio del 2008 su iniziativa del presidente Sarkozy; Prima riunione plenaria: 22-23 aprile 2008 (Parigi); Relazione finale: 14 settembre 2009. Motivazione: rimediare all’inadeguatezza delle attuali misure di performance economica imperfetta misurazione del benessere sociale; mancata attenzione per la sostenibilità economica, ambientale e sociale. Membri della commissione: Presidente: J.E. Stiglitz (1943, Nobel nel 2001); Vice-Presidente: A. Sen (1933, Nobel nel 1998); Coordinatore: J.-P. Fitoussi; Esperti rinomati provenienti da università, organizzazioni governative e intergovernative, di diversi paesi (USA, Francia, Regno Unito, India). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 73/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Indicazioni della “Commissione Stiglitz” Rapporto finale della commissione suggerisce di distinguere le valutazioni di: benessere attuale (current well-being ), riguardante variabili economiche (es. reddito); aspetti non economici della vita delle persone (es. qualità dell’ambiente). sostenibilità (sustainability ): riguardante stock di capitale trasferiti alle generazioni future: capitale capitale capitale capitale naturale; fisico; umano; sociale. 12 raccomandazioni fissate nell’executive summary. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 74/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz” 1 2 3 4 5 6 7 8 Focalizzarsi su reddito e consumo piuttosto che su produzione nella valutazione del benessere materiale; Enfatizzare la prospettiva delle famiglie; Considerare simultaneamente reddito e patrimonio; Dare maggiore importanza alla distribuzione (di reddito, consumo e ricchezza); Estendere le misure di reddito alle attività non di mercato; Migliorare ed estendere misure robuste ed affidabili dei legami sociali, della possibilità di influire sui corsi politici, dell’insicurezza, che determinano i livelli di soddisfazione e benessere individuale; Tenere conto della diseguaglianza in tutti gli indicatori di qualità-della-vita; Progettare le indagini in modo da considerare i collegamenti tra i vari domini della qualità-della-vita delle persone, e utilizzare questa informazione nell’elaborazione delle politiche; Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 75/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz” 9 Far sı̀ che gli uffici statistici forniscano informazioni necessarie ad aggregare le diverse dimensioni degli indicatori nella costruzione di indici composti; 10 Inserire nei questionari delle indagini statistiche domande per catturare le valutazioni delle persone circa le loro esperienze “edoniche” e le loro priorità; 11 Inserire nella valutazione di sostenibilità tavola di indicatori ben identificati, tutti interpretabili in termini di cambiamento di un qualche sottostante stock. (Utilizzo di indici monetari non escluso e focus sugli aspetti economici della sostenibilità); 12 Riservare agli aspetti ambientali della sostenibilità analisi separata basata su indicatori fisici. (In particolare, necessari indicatori chiari di prossimità a livelli pericolosi di danno ambientale, come cambiamento climatico o esaurimento delle risorse della pesca). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 76/77 Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo Contabilità nazionale in dettaglio Bilancia dei pagamenti PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità Limiti del PIL come misura di benessere economico Dal PIL all’indice di sviluppo umano PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz Broken window fallacy Guerre e catastrofi aumentano il PIL? Broken window fallacy Produzione di armi e attività di ricostruzione entrano come poste attive nel PIL; Bastiat (1850) affrontò il problema di una vetrina rotta dal figlio di un negoziante: Supponiamo costi sei franchi riparare il danno...Il vetraio arriva, fa il suo lavoro, incassa i sei franchi e si sfrega le mani...Questo è quello che si vede. Ma se, d’altra parte, si conclude, come spesso si fa, che vada bene rompere vetri, perché fa circolare denaro e incoraggia l’industria,...la teoria...non tiene conto di quello che non si vede. Quello che non si vede è che il negoziante ha speso sei franchi su una cosa, e non può spenderla su un’altra. Non si vede che, se non avesse dovuto sistemare la finestra, avrebbe potuto ricomprarsi le scarpe, o aggiungere un libro alla sua libreria. In assenza di risorse inutilizzate, la produzione di armi o le attività di ricostruzione distraggono risorse da altri usi ⇒ PIL di pieno impiego non aumenta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 77/77
Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Principi di economia – Politica economica 4. Livello dei prezzi e inflazione Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Layout 1 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL 2 Definizione e misura dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione 3 Costi dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione 4 Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Aggregati di valore e numeri indice Aggregati di valore, quali consumi e produzione, possono variare in funzione di variazioni di: quantità (o volumi) dei singoli beni; prezzi dei singoli beni; p10 q10 + . . . + pn0 qn0 = n X i=1 pi0 : qi0 : pit : qit : pi0 qi0 6= n X pit qit = p1t q1t + . . . + pnt qnt i=1 prezzo del bene/servizio i nel periodo 0; quantità consumata/prodotta di i nel periodo 0; prezzo del bene/servizio i nel periodo t; quantità consumata/prodotta di i nel periodo t. Per scorporare variazioni in volumi e prezzi utilizzati numeri indice complessi: indice indice indice indice di di di di Laspeyres; Paasche; Fisher; Törnqvist;... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Indice di Laspeyres Indice di Laspeyres: numero indice complesso utilizzato per misurare la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che utilizza come pesi i valori iniziali; Indice dei prezzi di Laspeyres: P X pit X pi0 qi0 pit pit qi0 P Lp (0, t) = P i = vi0 = pi0 i pi0 qi0 j pj0 qj0 pi0 i i pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno base (0); qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno base (0); pit : prezzo del bene/servizio i nel periodo t. qit : quantità consumata/prodotta di i nel periodo t; vi0 = Ppi0pqj0i0qj0 : quota del valore di i sul totale dell’anno base. j L’indice è una media aritmetica ponderata degli indici semplici dei prezzi dei singoli beni (pit /pi0 ), con pesi costituiti dalla quota del bene sul totale del valore nell’anno base (vi0 ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Indice dei Prezzi al Consumo Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) (Consumer Price Index, CPI): numero indice complesso che misura la variazione dei prezzi dei beni e servizi finali acquistati dal consumatore medio (variazione del livello generale dei prezzi al consumo); IPC è (quasi) un indice dei prezzi di Laspeyres che utilizza: quantità dei beni che entrano in un paniere di consumo nell’anno base (0); prezzi dei beni che costituiscono quel paniere: nell’anno base (0); nell’anno di riferimento (t). IPC non perfettamente equivalente ad un indice di Laspeyres: periodo di riferimento per pesi/quantità spesso precedente quello dei prezzi iniziali (IPC di fatto indice di Lowe o indice di Young ). IPC diversi per: paniere di consumo considerato; tipo di prezzi considerati; anno base. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Modalità di calcolo dell’IPC 1 Analisi del comportamento dei consumatori e determinazione della struttura del paniere di consumo, cioè quanta parte delle spese del consumatore medio sono costituite da acquisti di ogni bene: v10 , v20 , . . . , vn0 ; 2 Rilevazione del prezzo di ciascun bene nell’anno base: p10 , p20 , . . . , pn0 ; Rilevazione del prezzo di ciascun bene nel periodo t per cui si vuole calcolare l’indice: p1t , p2t , . . . , pnt ; 3 pn0 p10 p20 p1t , p2t , . . . , pnt ; 4 Calcolo degli indici semplici di prezzo: 5 Calcolo dell’IPC come media ponderata (moltiplicata per 100) degli indici di prezzo semplici:   p1t p2t pnt × 100 v10 + v20 + . . . + vn0 p10 p20 pn0 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Esempio di calcolo dell’IPC I consumatori consumano due soli beni: pizza margherita; birra media alla spina. Nel 2005: 1/3 delle loro spese va in pizza e i restanti 2/3 in birra. prezzo medio di: pizza margherita: 3.5 e; birra media alla spina: 3 e. Nel 2012, prezzo medio di: pizza margherita: 4 e; birra media alla spina: 4.5 e. IPC 2012 (base 2005=100):   ppizza,2012 pbirra,2012 2005 IPC2012 = vpizza,2005 + vbirra,2005 × 100 ppizza,2005 pbirra,2005   1 4 2 4.5 × 100 = 138.09 × + × = 3 3.5 3 3 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Indici dei prezzi in Italia In Italia, ISTAT calcola tre diversi indici: 1 Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività (NIC): calcolato con riferimento a intera popolazione presente sul territorio nazionale; insieme di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie ed aventi un effettivo prezzo di mercato; 2 Indice nazionale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (FOI): calcolato con riferimento ai consumi delle famiglie facenti capo a un lavoratore dipendente (extragricolo); utilizzato per l’adeguamento di affitti e assegni di mantenimento; 3 Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi membri dell’Unione Europea (IPCA) (Harmonized Indices of Consumer Prices, HICP): calcolato dal 1997 come misura comparabile dell’inflazione a livello europeo; mentre NIC e FOI considerano il prezzo pieno di vendita, IPCA considera il prezzo effettivamente pagato dal consumatore (es. nel caso dei medicinali solo il ticket). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Struttura di ponderazione nel NIC Codice 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 Classi Prodotti alimentari e bevande analcoliche Bevande alcoliche e tabacchi Abbigliamento e calzature Abitazione, acqua, elettricità e combustibili Mobili, articoli e servizi per la casa Servizi sanitari e spese per la salute Trasporti Comunicazioni Ricreazione, spettacoli e cultura Istruzione Servizi ricettivi e di ristorazione Altri beni e servizi Totale Pesi 159,786 31,521 86,363 104,366 79,370 77,286 151,985 24,796 78,762 11,411 108,361 85,993 1,000,000 0.16 0.03 0.09 0.10 0.08 0.08 0.15 0.02 0.08 0.01 0.11 0.09 Fonte: ISTAT, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Struttura di ponderazione nel NIC Fonte: ISTAT, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati 1861-2010 Fonte: ISTAT, 2012. Figura: FOI in scala logaritmica (Base: 1913 = 1) Anni 1861-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL IPC per le famiglie di operai e impiegati 1861-1942 (a) 1861-1913 (b) 1914-1942 Fonte: ISTAT, 2012. Figura: FOI (Base: 1913 = 1) 1861-1942 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL IPC per le famiglie di operai e impiegati 1973-2010 (a) 1942-1973 (b) 1973-2010 Fonte: ISTAT, 2012. Figura: FOI (Base: 1913 = 1) 1973-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Deflatore del PIL Altra misura utilizzata per seguire l’andamento dei prezzi di un’economia è il deflatore del PIL; Deflatore del PIL (GDP deflator ): numero indice che misura i cambiamenti del PIL attribuibili a variazioni dei prezzi, e non dei volumi, come rapporto tra PIL nominale (Yt ) e reale (Ȳt0 ) nel periodo di riferimento: D(0, t) = Yt × 100 Ȳt0 Poiché PIL nominale e reale coincidono nell’anno base (Y0 = Ȳ00 ), deflatore del PIL nell’anno base uguale a 100 per costruzione; Dati PIL nominale e deflatore, PIL reale calcolabile come: Yt0 = Giuseppe Vittucci Marzetti Yt × 100 D(0, t) Principi di economia – Politica economica 14/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL PIL reale, nominale e deflatore in Italia 1980-2011 Fonte: World Economic Outlook, 2011. Figura: PIL nominale e reale (Miliardi di euro, anno base = 2000) e deflatore del PIL, 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione IPC come numero indice complesso Indici dei prezzi in Italia Deflatore del PIL Deflatore e IPC in Italia 1980-2011 Fonte: World Economic Outlook, 2011. Figura: Deflatore del PIL (anno base = 2000) e IPC (anno base = 2005) in Italia 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Inflazione e tasso di inflazione Inflazione: aumento del livello generale dei prezzi; Tasso di inflazione: tasso a cui aumenta il livello dei prezzi, calcolato come variazione percentuale degli indici di prezzo: Indice dei Prezzi al Consumo: πt = ∆IPCt × 100 IPCt Deflatore del PIL: πt = Giuseppe Vittucci Marzetti ∆Deflatoret × 100 Deflatoret Principi di economia – Politica economica 17/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Inflazione nei paesi sviluppati e in via di sviluppo 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Mappa dell’inflazione 2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Tasso di inflazione in Italia, USA e Cina 1980-2010 Fonte: WEO, 2010 (stime per il 2010). Figura: Variazione percentuale annuale dell’IPC Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Tasso di inflazione negli Stati Uniti 1970-2011 Fonte: OECD, 2011. Figura: Variazione percentuale annuale dell’IPC negli Stati Uniti 1970-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Tasso di inflazione in Italia 1861-2010 Fonte: ISTAT, 2012. Figura: Variazione percentuale annuale FOI Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Tasso di inflazione in Italia 1960-2010 Fonte: ISTAT, 2012. Figura: Variazione percentuale annuale FOI Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Limiti dell’IPC come indice di costo della vita IPC di fatto via di mezzo tra indice di costo dei beni e indice di costo della vita (cost of living index); Limiti dell’IPC come indice di costo della vita: 1 distorsione da sostituzione: quote di spesa nei singoli beni considerate costanti, ma... possibilità per il consumatore di sostituire beni divenuti relativamente più costosi con succedanei (effetto sostituzione non considerato). 2 introduzione di nuovi beni: nuovi beni aumentano la gamma delle scelte del consumatore; un indice del costo della vita dovrebbe riflettere questo aumento registrando una diminuzione, ma IPC non diminuisce e all’inizio neanche ricomprende i nuovi beni. 3 difficoltà di misurazione delle variazioni qualitative: aumento della qualità dei beni, costante il prezzo, diminuisce il costo della vita; gli uffici di statistica cercano di confrontare beni qualitativamente omogenei e aggiustare i prezzi per la qualità (metodo dei prezzi edonici), ma aggiustamento imperfetto. 4 differenze nelle abitudini di spesa da individuo a individuo: IPC considera solo il consumatore medio. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione IPC come limite superiore dell’aumento del costo della vita I limiti dell’IPC, in particolare: distorsione da sostituzione; introduzione di nuovi beni; difficoltà di misurazione delle variazioni qualitative collegati a: tendenza dei prezzi ad aumentare; comparsa costante sul mercato di nuovi beni; tendenza generale all’aumento della qualità dei beni e servizi; implicano sovrastime sistematiche dell’aumento del costo della vita. In base ai risultati della Commissione Boskin negli USA nel 1996 correzioni per i miglioramenti qualitativi possono condurre a diminuzioni dei tassi di crescita dell’inflazione dello 0.6% annuo; Ampio dibattito: utilizzo di indici corretti per la qualità permetterebbe allo Stato risparmi consistenti per pensioni, stipendi e obbligazioni indicizzati. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Tasso di inflazione misurato sulla base dell’IPC e del deflatore spesso diversi, perché: diversità nei beni e servizi considerati: deflatore del PIL riflette l’andamento dei prezzi dei beni e servizi finali prodotti internamente; IPC riflette l’andamento dei prezzi dei beni e servizi acquistati dai consumatori, anche se importati. costanza o meno del paniere considerato: nel deflatore del PIL il paniere di riferimento cambia automaticamente nel corso del tempo; nell’IPC il paniere di riferimento rimane costante. NB: Un aumento del prezzo del petrolio nei Paesi importatori netti (come l’Italia) aumenta l’IPC più del deflatore: quota di spesa del consumatore finale in petrolio e suoi derivati maggiore di quella corrispondente al contributo dato alla formazione del PIL. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Deflatore e IPC in Italia 1980-2011 Fonte: World Economic Outlook, 2011. Figura: Deflatore del PIL (anno base = 2000) e IPC (anno base = 2005) in Italia 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Definizione di inflazione Dati sull’inflazione IPC e inflazione Deflatore del PIL e inflazione Inflazione misurata con deflatore e IPC in Italia 1980-2011 Fonte: World Economic Outlook, 2011. Figura: Tasso di inflazione misurata con deflatore del PIL e IPC in Italia 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione Costi dell’inflazione Costo delle suole: costo-opportunità di minimizzare la liquidità detenuta; Costo dei menu: costi sostenuti per determinare il nuovo livello dei prezzi, stampare e diffondere nuovi listini, ecc.; Interferenza nel sistema dei prezzi: confusione tra variazione dei prezzi assoluti e relativi con conseguente allocazione inefficiente delle risorse; Drenaggio fiscale (fiscal drag ): slittamento delle aliquote contributive con aumento del carico reale della tassazione; Redistribuzione inattesa della ricchezza: tassi di inflazione inaspettatamente elevati favoriscono i debitori a danno dei creditori; Interferenza nella pianificazione di lungo periodo di famiglie e imprese. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione Iperinflazione Aumento del tasso d’inflazione porta anche un aumento della volatilità dell’inflazione stessa ⇒ rischio di iperinflazione; Iperinflazione: situazione in cui il tasso di inflazione è estremamente elevato; Alcuni economisti definiscono iperinflazione l’inflazione con tassi mensili maggiori o uguali al 50% (corrispondenti a tassi annuali pari al 12875%); All’iperinflazione segue spesso l’abbandono della valuta da parte della popolazione e la sostituzione con: valute estere, spesso scambiate sul mercato nero per via dei controlli valutari; economia di baratto. Zimbabwe: primo Paese a sperimentare un fenomeno iper-inflazionistico nel nuovo millennio (dal febbraio 2007)... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione Tassi di inflazione mensili più alti della storia Paese Mese Tasso mensile Ungheria Zimbabwe Jugoslavia Germania Grecia Cina Luglio 1946 Novembre 2008 Gennaio 1994 Ottobre 1923 Novembre 1944 Maggio 1949 1.30 × 1016 % 79,600,000,000% 313,000,000% 29,500% 11,300% 4,210% Tasso giornaliero equivalente 195% 98.0% 64.6% 20.9% 17.1% 13.4% Tempo necessario per il raddoppio dei prezzi 15.6 ore 24.7 ore 1.4 giorni 3.7 giorni 4.5 giorni 5.6 giorni Fonte: Prof. S. H. Hanke, Febbraio 5, 2009.. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione Deflazione La deflazione sta all’inflazione come l’ipotermia sta a una febbre da cavallo. Ha un effetto raggelante sugli individui e sulle economie e ne rallenta i sistemi vitali. Colpisce al cuore oltre che alla testa, e i tagli di capelli e i karaoke a basso costo sono una magrissima consolazione. (“Price cuts are cold comfort in deflation’s chill”, The Times, 18 feb 2009) Deflazione (deflation): diminuzione del livello generale dei prezzi (tasso di inflazione negativo); Deflazione 6= disinflazione (disinflation), una diminuzione del tasso di inflazione; Deflazione pericolosa per trappola della liquidità (liquidity trap). Periodi di deflazione non cosı̀ rari durante il gold standard; Deflazione recente prolungata in Giappone... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Costi dell’inflazione Iperinflazione Deflazione Deflazione giapponese Fonte: IMF World Economic Outlook, 2012. Figura: Variazione percentuale indice dei prezzi al consumo e deflatore del PIL in Giappone, 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Variabili nominali e reali Non siamo interessati al denaro in quanto tale, ma al suo potere d’acquisto; Data una somma di denaro X , ipotizzando che il prezzo di un paniere tipo di consumo al tempo t sia Pt , il valore reale di X , cioè il numero di panieri acquistabili con X , è: X /Pt al tempo t; X /Pt+1 al tempo t + 1. Per confrontare valori nominali in periodi diversi dobbiamo tenere conto del livello dei prezzi: X t1 = X t2 P t1 P t2 Xti valore monetario nel periodo ti (i ∈ {1, 2}); Pt1 livello dei prezzi nel periodo ti . Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Esempio: utilizzo dell’IPC per depurare dall’inflazione Dati IPC (generali medi senza tabacchi, anno base = 1995) nel 2000 e nel 2010: 1995 IPC2000 = 112.7 1995 IPC2010 = 139.0 Per sapere quanti euro garantiscono nel 2010 lo stesso potere d’acquisto garantito da 1000e nel 2000, occorre calcolare: 1000 × 139 ≈ 1233.36 112.7 Nel periodo 2000-2010 c’è stata un’inflazione pari al 23.3%. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Tassi di interesse nominali e reali Tasso d’interesse nominale: it = Xt+1 − Xt ∆X = Xt Xt Xt+1 = (1 + it )Xt Xt : somma di denaro investita al tempo t; Xt+1 : somma di denaro ricevuta al tempo t + 1. Tasso d’interesse reale: rt = ∆Q Qt+1 − Qt = Qt Qt Qt+1 = (1 + rt )Qt Qt : quantità di panieri di consumo investita al tempo t; Qt+1 : quantità di panieri di consumo ricevuta al tempo t + 1. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Dal tasso nominale a quello reale Data una somma di denaro Xt si ha: X t = P t Qt dove Pt è il prezzo di un paniere di consumo e Qt la sua quantità acquistata sul mercato; Il tasso di inflazione è: πt = Giuseppe Vittucci Marzetti Pt+1 − Pt ∆Pt = Pt Pt Principi di economia – Politica economica 37/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Dal tasso nominale a quello reale Formula esatta: = = Xt+1 Pt+1 Qt+1 Qt+1 Qt Qt+1 − Qt 1+ Qt = 1 + rt = 1 + rt = = (1 + it )Xt (1 + it )Pt Qt Pt (1 + it ) Pt+1 Pt (1 + it ) Pt+1 1 + it 1+ Pt+1 −Pt Pt 1 + it 1 + πt Formula approssimata (approssimazione buona quando inflazione e interesse nominale sono piccoli (< 0.2)): r t ≈ i t − πt Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Tasso di interesse nominale e reale negli Stati Uniti Fonte: Principal Global Indicators, 2011. Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Tasso di interesse nominale e reale in Giappone Fonte: Principal Global Indicators, 2011. Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Tasso di interesse nominale e reale in Italia Fonte: Principal Global Indicators, 2011. Figura: Rendimento nominale e reale sui titoli del debito pubblico, 1970-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/42 Livello dei prezzi: Indice dei Prezzi al Consumo e deflatore del PIL Definizione e misura dell’inflazione Costi dell’inflazione Depurare le variabili economiche dall’effetto dell’inflazione Variabili nominali e reali Tassi d’interesse nominali e reali Effetto Fisher Effetto Fisher Tassi di interesse nominali alti (bassi) in periodi di alta (bassa) inflazione, per compensare i debitori della perdita di potere di acquisto della moneta; Effetto Fisher : tendenza del tasso di interesse nominale a seguire le dinamiche dell’inflazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/42
Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Principi di economia – Politica economica 8. Fluttuazioni economiche Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Layout 1 Evidenza sulle fluttuazioni economiche PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun 2 Analisi delle fluttuazioni economiche Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica 3 Distinzione tra breve e lungo periodo Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun PIL reale di Italia, Regno Unito e Stati Uniti 1830-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun PIL reale di Italia, Regno Unito e Stati Uniti 1830-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: PIL reale in scala logaritmica (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Tassi di crescita del PIL reale in Italia, Regno Unito e Stati Uniti 1830-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: Tasso di crescita del PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun PIL reale degli Stati Uniti 1925-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli: linea gialla; tasso di crescita: linea rossa) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun PIL reale del Regno Unito 1925-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli: linea gialla; tasso di crescita: linea rossa) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun PIL reale dell’Italia 1925-2011 Fonte: Maddison project 2010 e Conference Board Total Economy Database 2011. Figura: PIL reale (Miliardi 1990 International Geary-Khamis dollars) (livelli: linea gialla; tasso di crescita: linea rossa) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Tassi di crescita del PIL reale 1998-2012 Fonte: Conference Board Total Economy Database 2013. Figura: Tassi di crescita del PIL reale Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun La grande illusione... Fonte: Wikipedia, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Composizione del PIL negli Stati Uniti Fonte: Eurostat, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Composizione del PIL in Italia Fonte: Eurostat, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Investimenti e consumi in Germania e Regno Unito 1990-2012 (a) Germania (b) Regno Unito Fonte: Eurostat, 2013. Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 = 100) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Investimenti e consumi in Francia e Spagna 1990-2012 (c) Francia (d) Spagna Fonte: Eurostat, 2013. Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 = 100) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Investimenti e consumi in Italia 1990-2012 (e) Italia Fonte: Eurostat, 2013. Figura: Investimenti e consumi di beni durevoli e non durevoli (volumi, 2010 = 100) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Domanda di beni durevoli negli Stati Uniti 1990-2012 Fonte: FRED Economic Data, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Tassi di crescita del PIL reale, inflazione e tasso di disoccupazione negli Stati Uniti Fonte: OECD, 2011; Maddison Project, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Tassi di crescita del PIL reale, inflazione e tasso di disoccupazione in Italia Fonte: OECD, 2011; Maddison Project, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Fatti stilizzati: ciclo economico Periodi di espansione e contrazione hanno caratterizzato le economie fin dall’800; Ciclo economico (business cycle) non “ciclico”: fluttuazioni abbastanza irregolari Grande depressione (Great depression) 1929-1933 (43 mesi); Espansione 1933-1937: senza assorbimento dell’occupazione (jobless recovery ); Seconda guerra mondiale 1939-1945; Espansione 1961-1969; Crisi petrolifera: recessione 1973-1975; Recessione 1981-1982; Espansione 1983-1990; Great moderation (1991-2001); Recessione del 2001: dotcom bubble; Crisi finanziaria del 2008. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Variabili cicliche Alcune variabili: anticicliche (countercyclical). Es. disoccupazione: debolmente anticiclica con media positiva (casi di jobless recovery ). procicliche (procyclical). Es. consumi di beni durevoli; investimenti fissi; produzione industriale; inflazione: debolmente anticiclica (possibili casi di stagflazione: recessione + inflazione). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Relazione tra crescita e disoccupazione: la legge di Okun Correlazione negativa tra tasso di crescita del PIL reale e variazione del tasso di disoccupazione: ut − ut−1 = α − βgyt La relazione è nota come legge di Okun: ut − ut−1 = −β(gyt − ḡy ) dove ḡ è il tasso di crescita positivo minimo necessario per non far aumentare la disoccupazione; Calcolata per gli USA con dati dagli anni 70: ut − ut−1 = −0.4(gyt − 3%) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Legge di Okun nelle economie avanzate ut − ut−1 = − 0.2 (gyt − 3.6% ) (0.01) (0.146) Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012. Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di disoccupazione nelle economie avanzate (34 Paesi), 1981-2010 (errore standard in parentesi) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Legge di Okun negli USA Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012. Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, 1981-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo PIL reale: livelli e tassi di crescita Struttura del PIL Disoccupazione, inflazione e tassi di crescita del PIL La legge di Okun Legge di Okun in Italia Fonte: Elaborazione su dati IMF WEO, 2012. Figura: Tasso di variazione del PIL reale contro la variazione del tasso di disoccupazione in Italia, 1981-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Ciclo economico Il termine ciclo economico (business cycle) si riferisce a fluttuazioni—attorno a un trend di crescita di lungo periodo—dell’attività economica nell’arco di diversi mesi o anni riguardanti il sistema economico nel complesso; Fasi del ciclo economico: 1 2 3 4 5 espansione (expansion); picco (peak); recessione (recession), o contrazione (contraction); punto di svolta inferiore (trough); ripresa (recovery ). A volte si parla di: boom, per grandi espansioni; depressioni, per grandi recessioni. Nella definizione comunemente utilizzata, si ha recessione in caso di due trimestri consecutivi di calo del PIL reale; Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Ciclo o fluttuazioni? In passato, si riteneva che le fluttuazioni fossero abbastanza regolari e di durata prevedibile; Oggi si tende a ritenere che le fluttuazioni al contrario siano irregolari e imprevedibili, quanto a: frequenza; ampiezza; durata. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Teorie del “ciclo” Teoria keynesiana: fluttuazioni risultato dei cambiamenti nella domanda aggregata con possibili equilibri di breve periodo con sotto-occupazione (non necessariamente regolari, ma modelli con moltiplicatori e acceleratori generano cicli, es. Samuelson, 1939); Teoria del Real Business Cycle (RBC): fluttuazioni risultato di shock tecnologici esogeni; Political business cycle: ciclo risultato della manipolazione degli strumenti di politica economica da parte dei governanti al potere che tentano di stimolare (frenare) l’economia prima di (dopo) elezioni; Teoria austriaca del ciclo economico: ciclo risultato della eccessiva creazione di credito bancario incoraggiato dalle banche centrali; Ciclo creditizio (e.g. Fisher e Minsky): ciclo causato dalle dinamiche di leverage eccessivo e successivo deleveraging; Teoria marxiana: ciclo intimamente collegato alla crescita capitalistica; Teoria schumpeteriana dei “grappoli di innovazione”;... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Business Cycle Dating Committee del NBER Negli USA, la Business Cycle Dating Committee del National Bureau of Economic Research (NBER) si occupa della datazione del ciclo economico: istituita dal Presidente del NBER nel 1978; definisce recessione (recession) o contrazione (contraction) come un “calo significativo dell’attività economica diffuso in tutta l’economia, della durata di più di un paio di mesi, normalmente visibile in PIL reale, reddito reale, occupazione, produzione industriale, e vendite al dettaglio/ingrosso; identifica il mese iniziale—picco o punto di svolta superiore (peak)— e quello finale—punto di svolta inferiore (trough)—delle recessioni; non distingue recessioni e depressioni; si basa su pochi indicatori disponibili su base mensile: produzione industriale; vendite complessive settore dell’industria e del commercio (ingrosso e dettaglio); occupazione non agricola; redditi reali al netto delle imposte ed esclusi i sussidi. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica US Business Cycle Expansions and Contractions Peak Trough Giugno 1857 Ottobre 1860 Aprile 1865 Giugno 1869 Ottobre 1973 Marzo 1882 Marzo 1887 Luglio 1890 Gennaio 1893 Dicembre 1895 Giugno 1899 Settembre 1902 Maggio 1907 Gennaio 1910 Gennaio 1913 Agosto 1918 Gennaio 1920 Dicembre 1858 Giugno 1861 Dicembre 1867 Dicembre 1870 Marzo 1879 Maggio 1885 Aprile 1888 Maggio 1891 Giugno 1894 Giugno 1897 Dicembre 1900 Agosto 1904 Giugno 1908 Gennaio 1912 Dicembre 1914 Marzo 1919 Luglio 1921 Contrazione (peak to trough) 18 8 32 18 65 38 13 10 17 18 18 23 13 24 23 7 18 Fonte: NBER, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica US Business Cycle Expansions and Contractions Peak Trough Maggio 1923 Ottobre 1926 Agosto 1929 Maggio 1937 Febbraio 1945 Novembre 1948 Luglio 1953 Agosto 1957 Aprile 1960 Dicembre 1969 Novembre 1973 Gennaio 1980 Luglio 1981 Luglio 1990 Marzo 2001 Dicembre 2007 Luglio 1924 Novembre 1927 Marzo 1933 Giugno 1938 Ottobre 1945 Ottobre 1949 Maggio 1954 Aprile 1958 Febbraio 1961 Novembre 1970 Marzo 1975 Luglio 1980 Novembre 1982 Marzo 1991 Novembre 2001 Giugno 2009 Contrazione (peak to trough) 14 13 43 13 8 11 10 8 10 11 16 6 16 8 8 18 Fonte: NBER, 2011. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica La Seconda Grande Contrazione Perché tutti continuano a far riferimento alla recente crisi finanziaria chiamandola “La Grande Recessione”? ...questo termine è basato su una diagnosi sbagliata, e per questo pericolosa... L’espressione...dà l’impressione che l’economia stia assumendo il profilo di una tipica recessione, anche se un po’ più severa—qualcosa come un’influenza molto brutta. ...troppi policymaker si sono basati sulla convinzione che, alla fine dei conti, quella che osserviamo è solo una profonda recessione che può essere domata...con gli strumenti di policy convenzionali, come un’adeguata politica fiscale o bailout massicci. Tuttavia il vero problema è che l’economia mondiale si è eccessivamente indebitata, e non c’è alcuna via di scampo veloce senza un piano per trasferire ricchezza dai creditori ai debitori, tramite dei default o delle repressioni finanziarie o utilizzando l’inflazione. Una più accurata, anche se meno rassicurante, definizione della crisi in corso è “la Seconda Grande Contrazione”...La prima “Grande Contrazione” naturalmente fu la Grande Depressione, come rilevato da Anna Schwarz e l’ultimo Milton Friedman. La contrazione si manifesta colpendo non solo produzione e occupazione, come in una normale recessione, ma anche debito e credito, e con il deleveraging che tipicamente si completa in parecchi anni. (Rogoff, K., 2011, The Second Great Contraction) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Produzione potenziale e gap di produzione Produzione potenziale, o PIL potenziale (potential GDP) o produzione di piena occupazione o PIL di pieno impiego: produzione ottenibile da un sistema economico che utilizza le sue risorse (lavoro, capitale, terra, ...) ai livelli normali; PIL potenziale diverso da produzione massima; Fluttuazioni economiche dovute a: cambiamenti nel PIL potenziale per: aumenti/diminuzione dei fattori (es. immigrazione, accumulazione di capitale, guerre o calamità naturali); aumenti nella produttività dei fattori (es. learning-by-doing o progresso tecnologico). differenze tra produzione potenziale ed effettiva (actual GDP). Gap di produzione (output gap): differenza tra PIL effettivo (Y ) e potenziale (Y ∗ ): gap espansivo: PIL effettivo maggiore di PIL potenziale; gap recessivo: PIL effettivo minore di PIL potenziale. Stime dei gap soggette a significativi margini di incertezza. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Gap di produzione di Italia e Stati Uniti Fonte: IMF WEO, 2011. Figura: Output gap in percentuale del PIL potenziale Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Definizioni Business Cycle Dating Committee del NBER Produzione potenziale e gap di produzione Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Tasso naturale di disoccupazione e disoccupazione ciclica Tassi di disoccupazione (u) elevati indicano la presenza di risorse inutilizzate; Tasso naturale di disoccupazione (u ∗ ): somma di disoccupazione frizionale: disoccupazione di breve periodo associata al problema di matching tra offerta e domanda di lavoro; disoccupazione strutturale: disoccupazione cronica di lungo periodo, consistente con il PIL di pieno impiego. Disoccupazione ciclica: disoccupazione che si verifica durante i periodi di recessione, aggiuntiva rispetto al tasso normale; u − u∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/35 Evidenza sulle fluttuazioni economiche Analisi delle fluttuazioni economiche Distinzione tra breve e lungo periodo Distinzione tra breve e lungo periodo In un mondo caratterizzato da prezzi (dei beni e dei fattori) che si aggiustano immediatamente per equilibrare domanda e offerta di tutti i beni, servizi e fattori, gap di produzione non possibili; Per molti beni e servizi, ipotesi di aggiustamento immediato non realistica; In particolare: nel breve periodo le imprese tendono a soddisfare la domanda a prezzi dati; nel lungo periodo, i prezzi si adattano ai loro livelli di equilibrio di mercato (market-clearing ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/35
Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Principi di economia – Politica economica 5. Mercato del lavoro e disoccupazione Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Layout 1 Mercato del lavoro Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo 2 Definizioni Istat/Eurostat Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività 3 Andamenti di salari reali e occupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia 4 Cause e costi della disoccupazione Tipi di disoccupazione Ostacoli alla piena occupazione Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato ed equilibrio di mercato Mercato dato dall’insieme dei compratori e venditori di un certo bene o servizio e dalle loro relazioni di scambio; Mercato come “luogo” di incontro tra domanda e offerta; Equilibrio di mercato in economia richiama il concetto di equilibrio in fisica: “condizione di un corpo che sta fermo o movendosi conserva un suo determinato assetto, dovuta alla reciproca compensazione delle forze che agiscono su di esso” Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Funzione e tipologie dei mercati I mercati svolgono funzione di allocazione di risorse scarse: beni e servizi destinati al consumo – Mercati di beni e servizi; lavoro, capitale, materie prime e altri fattori produttivi – Mercati dei fattori di produzione Mercati dei capitali; Mercati del lavoro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato del lavoro Mercato del lavoro “luogo” in cui si incontrano gli agenti economici che domandano e offrono servizi lavorativi: Offerta di lavoro: costituita dall’insieme delle famiglie che offrono servizi lavorativi alle imprese in cambio di reddito; Domanda di lavoro: costituita dall’insieme delle imprese che domandano servizi lavorativi alle famiglie dando in cambio parte del valore generato nell’attività di produzione. Prezzo: salario percepito dal lavoratore in cambio dei servizi offerti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Domanda di lavoro Domanda di lavoro come domanda di tipo derivato: lavoro domandato dall’impresa come mezzo per produrre beni e servizi; Se l’impresa massimizza il profitto si ha: max p × q(L) − w × L L | {z } | {z } Ricavi Costi p: prezzo del bene prodotto e venduto dall’impresa; w : salario; L: quantità di lavoro domandata; q: output (funzione del lavoro). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Domanda di lavoro e valore del prodotto marginale Condizione necessaria per la massimizzazione: ∆q p× | {z∆L} = |{z} w Salario Valore del prodotto marginale ∆q/∆L: produttività marginale (o prodotto marginale) del lavoro – incremento di produzione (∆q) attribuibile ad ogni lavoratore aggiuntivo (∆L); p × ∆q/∆L: valore del prodotto marginale. Guardando al salario reale si ha: ∆q p × |P {z∆L} Valore reale del prodotto marginale = w P |{z} Salario reale con P livello generale dei prezzi. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Produttività marginale decrescente e domanda di lavoro Principio della produttività marginale decrescente (o legge dei rendimenti decrescenti dei fattori): la produttività marginale di un fattore (almeno dopo un certo livello di impiego dello stesso) diminuisce al crescere del livello assoluto del suo impiego, costanti gli altri fattori. Applicato al lavoro il principio implica: L↑⇔ ∆q ↓ ∆L Domanda di lavoro (L) quindi funzione decrescente del saggio di salario (w ): ∆q ↓⇒L↑ w ↓⇒p× ∆L Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Curva di domanda di lavoro w P p P × ∆q ∆L L Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/61 Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Spostamenti della curva di domanda di lavoro w P w P p P p P × ∆q ↑ × ∆L ∆q ∆L p P p P L × × ∆q ∆L ↑ ∆q ∆L L (a) Aumento del prezzo (relativo) del prodotto (b) Aumento della produttività marginale del lavoro Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Offerta di lavoro Le famiglie offrono servizi lavorativi alle imprese; Offerta di lavoro data dal numero complessivo di individui disposti a lavorare in corrispondenza di ciascun salario reale; Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Offerta di lavoro individuale come problema di ottimizzazione vincolata Individuo massimizza l’utilità che deriva da “beni” alternativi: insieme dei beni e servizi acquistabili sul mercato; tempo libero di cui disporre dedicato ad attività non di mercato. Decisione individuale circa l’ammontare di ore lavorative da offrire sul mercato (offerta di lavoro individuale) visto come problema di massimizzazione dell’utilità sotto vincoli costituiti da: tempo; risorse disponibili. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Effetto di un aumento del salario sull’offerta di lavoro individuale Un aumento del salario reale produce due effetti: effetto sostituzione: aumenta il costo-opportunità del tempo libero ⇒ Bene diventato relativamente più costoso (tempo libero) sostituito con l’altro (insieme dei beni e servizi di mercato acquistabili con il salario percepito lavorando) effetto reddito: aumenta l’ammontare di reddito percepito con un dato ammontare di lavoro ⇒ Aumento del consumo di: beni acquistati sul mercato, e tempo libero di cui si decide di voler disporre. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Effetto di un aumento del salario sull’offerta di lavoro individuale In teoria un aumento del saggio di salario di mercato può aumentare o diminuire l’ammontare di ore di lavoro offerte sul mercato: aumenta le ore offerte con effetto sostituzione prevalente su effetto reddito; diminuisce le ore offerte con effetto reddito prevalente su effetto sostituzione. In pratica effetto sostituzione prevalente su effetto reddito ⇒ Aumento del salario aumenta offerta di ore di lavoro degli individui. Un aumento del saggio di salario aumenta sempre la partecipazione al mercato del lavoro: persone che prima offrivano zero ore possono diventare disposte a lavorare per una o più ore. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Curva di offerta di lavoro Offerta di lavoro aggregata data dal numero complessivo di individui disposti a lavorare in corrispondenza di ciascun salario reale; Poiché numero di individui disposti a lavorare (o numero di ore offerte) cresce al crescere del salario, curva con inclinazione positiva. w P L Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Spostamenti della curva di offerta di lavoro w P L Spostamenti verso destra della curva di offerta possono derivare da: aumento della popolazione in età lavorativa; cambiamenti sociali che aumentano (a salario dato) il tasso di partecipazione, cioè la percentuale di persone in età lavorativa che offrono lavoro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Equilibrio nel mercato del lavoro w P SL we P DL Le Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica L 17/61 Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Cambiamenti dell’equilibrio nel mercato del lavoro w P w P SL SL SL’ w P’ w P w P DL’ w P’ DL L L’ DL L (a) Aumento della produttività del lavoro e/o del prezzo del bene Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica L L’ L (b) Aumento della popolazione 18/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Cambiamenti dell’equilibrio in caso di espansioni proporzionali di domanda e offerta w P SL’ SL w P DL’ DL L L’ L Es.: produttività del lavoro cresce ad un tasso pari a quello della popolazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 19/61 Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Effetti della legislazione sul salario minimo w P SL w Pm b b w P DL LD L LS L Disoccupati: LS − LD Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/61 Mercati ed equilibrio di mercato Domanda di lavoro Offerta di lavoro Equilibrio Effetti della legislazione sul salario minimo Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Effetti distributivi della legislazione sul salario minimo w P w P SL w Pm SL w Pm b b w P b b w P DL LD L LS DL L LD L LS L (a) Diminuzione del surplus dei produttori (b) Cambiamento del surplus dei lavoratori Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi Occupati: persone di 15 o più anni che nella settimana di riferimento: hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; sono assenti dal lavoro (per ferie, malattia, Cassa integrazione). Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che: hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle 4 settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le 2 settimane successive; oppure, inizieranno un lavoro entro 3 mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le 2 settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro. Forze di Lavoro: somma di occupati e disoccupati; Inattivi: persone che non fanno parte delle forze di lavoro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Forze di lavoro, occupati, disoccupati e inattivi Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività Tasso di attività: rapporto tra le forze di lavoro e la corrispondente popolazione in età lavorativa (15-64 anni o 15 o più anni) (FL/POP); Tasso di inattività: rapporto tra le persone non appartenenti alle forze di lavoro e la corrispondente popolazione (15-64 anni o 15 o più anni); Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione in età lavorativa (15-64 anni o 15 o più anni) (O/POP). Tasso di disoccupazione: rapporto tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro (D/FL) Tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra i disoccupati da almeno 12 mesi (cd “disoccupati cronici”) e le forze di lavoro. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Produttività del lavoro Fonte: Conference Board Total Economy Database, 2011. Figura: PIL per ora lavorata, in 2010 EKS$ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 24/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Produttività del lavoro Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS Database (2009) e GGDC Productivity Level Database (2008). Figura: Valore aggiunto lordo per ora lavorata a prezzi costanti (USA 1997 = 100) – livelli (sinistra) e tassi di variazione (destra) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 25/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Produttività, forza lavoro e salario reale in USA Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 26/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Produttività, forza lavoro e salario reale in Giappone Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 27/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Produttività, forza lavoro e salario reale in Italia Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook (2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Difference avg annual growth Labor Prod.−Labor Force −2 0 2 4 6 8 Correlazione tra differenze crescita produttività-forza lavoro e andamento del salario reale Japan 1970 Italy 1965 Japan 1965 Italy 1970 Japan 1975 Italy 1995 Japan 1985 Japan USA 1990 1965 Italy 1980 1980 Japan 2005 Japan Italy 1990 USA 2005 USA Italy2010 1985 Japan Japan 20002010 USA 1995 USA 1985 Italy 2000 Italy 1975 USA 2000 Japan 1995 USA 1990 Italy 2005 USA 1970 Italy 2010 USA 1975 USA 1980 −2 0 2 4 Avg annual growth of real wage Fonte: Elaborazione su dati OECD Economic Outlook Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica(2010). economica 6 8 29/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Quota dei redditi da lavoro dipendente sul valore aggiunto 62 60 58 56 54 52 50 48 46 44 42 EU15 USA Italy 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009). Figura: Quota dei redditi da lavoro dipendente sul valore aggiunto lordo Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Quota del lavoro sul valore aggiunto 76 74 72 70 68 66 64 62 EU15 USA Italy 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009). Compenso del lavoro = Ore lavorate dalle persone occupate × Redditi da lavoro dipendente/Ore lavorate dai dipendenti Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disuguaglianza salariale in USA Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008). Figura: Rapporti tra retribuzione oraria lorda di lavoratori high- medium- e low-skilled Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disuguaglianza salariale in Italia Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008). Figura: Rapporti tra retribuzione oraria lorda di lavoratori high- medium- e low-skilled Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Possibile spiegazione... Due categorie di beni: skill-intensive e unskill-intensive; Con domanda di lavoro crescente allo stesso tasso nei due settori, aumento del salario relativo dei lavoratori skilled spiegabile solo con un’espansione dell’offerta di lavoratori skilled minore di quella dei lavoratori unskilled, ma... wA P wB P DL DL’ SL DL SL’ DL’ SL SL’ ′ wA P ′ wB P wB P wA P LA ′ LA LA (a) Beni skilled labor-intensive Giuseppe Vittucci Marzetti LB LB ′ LB (b) Beni unskilled labor-intensive Principi di economia – Politica economica 34/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Occupazione relativa di lavoratori skilled e unskilled in USA Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008). Figura: Rapporti tra ore di lavoro di lavoratori high- medium- e low-skilled Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Occupazione relativa di lavoratori skilled e unskilled in Italia Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2008). Figura: Rapporti tra le ore di lavoro di lavoratori high- medium- e low-skilled Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia ...che non passa il test. Altre possibili spiegazioni Aumento dell’occupazione dei lavoratori skilled maggiore di quella dei lavoratori unskilled; Unica spiegazione: domanda di lavoro dei lavoratori skilled cresciuta a tasso maggiore di quella dei lavoratori unskilled. Possibili cause: Prezzo dei beni nei settori skill-intensive cresciuto rispetto a quello dei beni intensivi in lavoro unskilled (Es. prezzo dei computer cresciuto rispetto a quello della stoffa) ⇒ Non passa il test dell’evidenza: Negli anni 70 avvenuto, ma non negli anni 80-90 (Leamer, 1998); Produttività marginale del lavoro skilled cresciuta a tasso maggiore di quella del lavoro unskilled (skill-biased technological change). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Importanza relativa di progresso tecnico vs. globalizzazione Commercio internazionale può avere un ruolo nell’aumento della diseguaglianza salariale; Cambiamenti nei prezzi relativi e nella composizione dell’output avvenuti dentro i singoli settori, piuttosto che tra settori (Berman, Bound & Griliches, 1994) ⇒ Sbagliato guardare all’output e ai prezzi dei beni finali; Per molti economisti, crescita del volume e della composizione del commercio internazionale negli anni 80 e 90 non tale da giustificare l’aumento osservato del differenziale salariale (es. Krugman, 2000); Possibile ruolo dell’offshoring (es. Feenstra and Hanson, 2000); Effetto dell’offshoring sulla diseguaglianza salariale non univoco: Grossman & Rossi-Hansberg (2006, 2008) e Baldwin & Robert-Nicoud (2010) dimostrano come sia possibile un effetto positivo dell’offshoring sul salario dei lavoratori unskilled. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Tassi di disoccupazione ed “Eurosclerosi” Fonte: OECD Economic Outlook (2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Tasso di disoccupazione per regione, 2007 Fonte: OECD Regional Statistics, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Tasso di disoccupazione per regione, 2011 Fonte: OECD Regional Statistics, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Tasso di disoccupazione giovanile per regione, 2007 Fonte: OECD Regional Statistics, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Tasso di disoccupazione giovanile per regione, 2011 Fonte: OECD Regional Statistics, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 43/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disoccupazione nell’Eurozona Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Tasso di disoccupazione medio per paese, 1997-2008 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamento della disoccupazione nell’Eurozona Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, 2010. Figura: Box-plot del tasso di disoccupazione nei paesi dell’EA12, 1997-2008 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 45/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamento della disoccupazione giovanile nell’Eurozona Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, 2010. Figura: Box-plot del tasso di disoccupazione giovanile nei paesi dell’EA12, 1997-2008 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 46/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamento dei tassi di occupazione, attività e disoccupazione in Italia Fonte: Elaborazione dati su OECD Labor Statistics (2010). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disoccupazione per sesso in Italia Fonte: Istat (2010). Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e sesso Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Inattività per sesso in Italia Fonte: Istat (2010). Figura: Tasso di inattività medio 2004-2009 per area geografica e sesso Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disoccupazione per età in Italia Fonte: Istat (2010). Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica ed età Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disoccupazione per titolo di studio in Italia Fonte: Istat (2010). Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e titolo di studio Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Retribuzioni per titolo di studio in Italia: la rivincita delle professioni Fonte: Miojob - Repubblica.it. Figura: Retribuzioni lorde annue dal 2003 al 2006 dei giovani con età compresa tra 24 e 30 anni per titolo di studio occupati in attività impiegatizie Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 52/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Disoccupazione di lungo periodo in Italia Fonte: Istat (2010). Figura: Tasso di disoccupazione medio 2004-2009 per area geografica e durata Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 53/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamenti recenti della disoccupazione in Italia 12 40 total (left) youth (right) 38 11 36 34 10 32 9 30 28 8 26 24 7 22 6 2008 2009 2010 2011 2012 20 2013 Fonte: Istat, 2013. Figura: Tasso di disoccupazione mensile destagionalizzato, totale e giovanile, Gennaio 2008-Marzo 2013 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 54/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamenti recenti della disoccupazione in Italia 20 18 Total Nord Centro Mezzogiorno 16 14 12 10 8 6 4 2 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Istat, 2013. Figura: Tasso di disoccupazione trimestrale per area geografica, Q1 2007-Q4 2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 55/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Andamenti recenti della disoccupazione in Italia 55 50 Total Nord Centro Mezzogiorno 45 40 35 30 25 20 15 10 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Istat, 2013. Figura: Tasso di disoccupazione giovanile trimestrale per area geografica, Q1 2007-Q4 2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 56/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Mappa della disoccupazione nel mondo, 2000 Fonte: IMF-OECD, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 57/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Mappa della disoccupazione nel mondo, 2007 Fonte: IMF-OECD, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 58/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Produttività e salari Diseguaglianza salariale Tassi di disoccupazione ed Eurosclerosi Europa ed Euro-area Italia Mappa della disoccupazione nel mondo, 2012 Fonte: IMF-OECD, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 59/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Tipi di disoccupazione Ostacoli alla piena occupazione Tipi di disoccupazione Disoccupati volontari: individui non disposti a lavorare al salario prevalente; Disoccupati involontari: individui che, pur disposti a lavorare al salario prevalente e attivi nella ricerca di un lavoro, non lo trovano. Disoccupazione frizionale: dovuta al tempo necessario al matching tra domanda e offerta di lavoro, essendo queste eterogenee e mutevoli; Disoccupazione strutturale: disoccupazione a lungo termine (cronica) presente anche in periodi di non recessione, dovuta a: caratteristiche strutturali del mercato del lavoro che ostacolano l’impiego (es. salario minimo); mancata corrispondenza a lungo termine tra skill dei lavoratori e richieste delle imprese; problemi di discriminazione sociale. Disoccupazione ciclica: collegata a recessioni economiche e dovuta all’insufficiente domanda aggregata (rinvio...); Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 60/61 Mercato del lavoro Definizioni Istat/Eurostat Andamenti di salari reali e occupazione Cause e costi della disoccupazione Tipi di disoccupazione Ostacoli alla piena occupazione Ostacoli alla piena occupazione nel lungo periodo Legislazioni sul salario minimo; Sindacati; Sussidi e altre assicurazioni contro la disoccupazione; Altri regolamenti statali che possono aumentare i costi non salariali della manodopera. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 61/61
Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Principi di economia – Politica economica 1. Presentazione e introduzione al corso Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Layout 1 Introduzione al corso Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ 2 Programma del corso 3 Oltre l’esame: capire la (macro)economia Perché l’economia è difficile La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari In mezz’ora... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Presentazione del docente Chi sono: Ricercatore di Politica Economica del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca; Principali interessi di ricerca: Economia internazionale; Teoria delle reti; Teoria della produzione. Cosa insegno: Principi di economia – Politica economica, Sociologia, II anno; Imprese e reti di imprese, Scienze dell’organizzazione, III anno, Economia e management aziendale; International Economics, MiDIC, Università di Bologna; Mathematics II, Graduate School in Social and Political Sciences, Università degli Studi di Milano. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Presentazione del corso: temi e finalità “Non so quanti...leggono di fantascienza, ma c’è una serie molto vecchia di Isaac Asimov—i romanzi della Fondazione—in cui gli scienziati sociali che conoscono le vere dinamiche salvano la civiltà. Questo è quello che volevo essere, ma non esiste, e l’economia è la cosa più simile che c’è; cosı̀ da adolescente mi ci immersi.” Introduzione ai temi e agli strumenti della macroeconomia, della statistica economica e della politica economica: contabilità nazionale e principali variabili macroeconomiche (Prodotto Interno Lordo, inflazione, disoccupazione,...); mercato del lavoro e mercati finanziari; principio keynesiano della domanda effettiva e ruolo delle politiche di stabilizzazione; trend e dinamiche di lungo periodo. Presentazione e discussione di dati italiani e mondiali tratti da fonti statistiche ufficiali, per contestualizzare la discussione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica (Paul R. Krugman) Paul R. Krugman (1953) Nobel Memorial Prize in Economics 2008 4/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Riferimenti Riferimenti base: Frank, R.H., Bernanke, B.S., McDowell, M., Thom, R. & Pastine, I. (2013), Principi di Economia, McGraw-Hill, Milano, Capitoli 16-31; Lucidi del corso. Consigliata lettura settimanale di (a scelta): Affari & Finanza, inserto del lunedı̀ di La Repubblica; Economia e Finanza, inserto del lunedı̀ del Corriere della Sera; Il Sole 24 ORE, quotidiano; The Economist, settimanale (in inglese). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Letture facoltative di approfondimento Uno (o più...) tra i seguenti libri: Krugman, P. (2009), Il ritorno dell’economia della depressione e la crisi del 2008, Garzanti; Reinhart, C.M. & Rogoff, K.S. (2010), Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria, Il Saggiatore, Roma; Sorkin, A.R. (2010), Il crollo. Too big to fail, De Agostini; Eichengreen, B. (2010), Exorbitant Privilege. The Rise and Fall of the Dollar and the Future of the International Monetary System, Oxford University Press (in inglese). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Fonti online di informazione economica Feed RSS: LaVoce.info; Paul Krugman – NYT Blog (in inglese); Peterson Institute: RealTime Economic Issues Watch (in inglese); Project Syndicate - The New Global Economy; VoxEU.org: Recent Articles (in inglese). Podcast: EconTalk: Russ Roberts, Library of Economics and Liberty (in inglese); Peterson Perspectives: Interviews on Current Issues (in inglese); Vox Talks: interviews with leading economists (in inglese). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Modalità d’esame Il corso prevede un esame scritto; Sul sito troverete: esempi di prova d’esame; archivio storico delle prove d’esame già assegnate. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Siti web Pagina del corso su sito di Sociologia: http://www.sociologia.unimib.it/default.asp?idPagine= 244&funzione=scheda_insegnamento&corso=28&ins=3994 programma e riferimenti aggiornati del corso; materiale didattico: lucidi delle lezioni e riferimenti aggiuntivi; archivio storico delle prove d’esame; esiti esami; avvisi agli studenti. Pagina del corso su piattaforma e-learning di Sociologia: http: //sociologia.elearning.unimib.it/course/view.php?id=94 avvisi agli studenti; forum. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ Altre informazioni logistiche Ricevimento studenti: su appuntamento via mail; al termine di ogni lezione, impegni permettendo. Contatti: Giuseppe Vittucci Marzetti Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126 Milano U7 - II piano - stanza 2008b E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Tel.: +39 02 6448 7457 Fax: +39 02 6448 7561 Homepage: http://unimib.academia.edu/VittucciGiuseppe Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Presentazione Bibliografia Informazioni logistiche FAQ FAQ Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto cosı̀, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni di qua a parlare con noi dai...” e io: “fate, fate, vi raggiungo dopo...” Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Libero adattamento di Ecce Bombo (1978) di Nanni Moretti Raccoglie le firme? No. Perché frequentare? Maggiore comprensione e quadro d’insieme del corso; Pre-appello molto aderente alle lezioni: temi non trattati a lezione, non oggetto d’esame; temi trattati a lezione in modo differente o più approfondito, richiesti a quel livello di dettaglio. Perché non frequentare? Nessuna penalizzazione o programmi differenti (almeno sulla carta); Lucidi del corso comunque disponibili online. Possibile seguire il corso e sostenere l’esame prima del superamento di Principi di economia – Economia politica? Sı̀, ma verbalizzazione possibile solo al superamento di entrambi gli esami (voto finale: media dei due, approssimata per eccesso). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Programma del corso 1 2 3 4 Temi e dati della macroeconomia; PIL e contabilità nazionale; Livello dei prezzi e inflazione; Mercati dei fattori: Mercato del lavoro e disoccupazione; Risparmio, investimento e sistema finanziario. 5 6 7 Sistema monetario; Crescita e fluttuazioni economiche di breve periodo; Macroeconomia keynesiana, modello IS-LM e politiche di stabilizzazione: Politica fiscale; Politica monetaria 8 9 10 Offerta aggregata, modello AD-AS e trade-off inflazione/disoccupazione; Macroeconomia delle economie aperte; Statistiche e dati economici: fonti e consultazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 12/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Perché l’economia è difficile La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari In mezz’ora... Perché l’economia è difficile Il professor Planck, di Berlino, il famoso inventore della teoria quantistica, mi disse una volta che in un primo momento aveva pensato di studiare economia, ma di averla trovata troppo difficile! Il professor Planck avrebbe potuto impadronirsi facilmente dell’intero corpus dell’economia matematica in pochi giorni. Lui non intendeva questo! Ma che quell’amalgama di logica e intuizione, e l’estesa conoscenza di fatti, la maggior parte dei quali non precisi, necessaria per l’interpretazione economica nella sua forma più alta risulta, di fatto, eccessivamente complessa per coloro il cui dono consiste principalmente nel potere di immaginare e seguire fino alle loro più estreme conseguenze le implicazioni e le condizioni pregresse di fatti relativamente semplici, conosciuti con un grado elevato di precisione. John Maynard Keynes (1883-1946) (Keynes, 1951, Essays in Biography, 158n) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Perché l’economia è difficile La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari In mezz’ora... La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari ...Mettiamo che un giornalista chiami un professore di economia per avere la sua opinione sulla possibilità o meno che il libero scambio con il Paese X o Y sia una buona idea. Potremo essere certi che l’economista...sarà entusiasta nel ribadire il proprio supporto al libero scambio. Ora lasciamo che un reporter si infiltri come studente universitario nel seminario avanzato del professore... Poniamogli la stessa domanda...Dubito che questa volta la risposta giunga in modo altrettanto rapido e succinto...Il professore si lancerà in un’esegesi lunga e tortuosa che alla fine culminerà in un’affermazione del tutto evasiva: “Dunque, se la lunga lista di condizioni che vi ho appena citato è sufficiente, e supponendo di poter tassare i beneficiari per compensare le vittime, il libero scambio ha il potenziale per incrementare il benessere di tutti”...Un’affermazione diretta e senza riserve sui benefici del libero scambio viene ora trasformata in un’asserzione adornata di se e ma. Stranamente, le conoscenze che il professore trasmette volontariamente e con grande orgoglio ai propri studenti di livello avanzato vengono considerate inappropriate (e pericolose) dal pubblico...Applicata in modo adeguato e con una sana dose di buonsenso, l’economia ci avrebbe preparato alla crisi finanziaria e mostrato la giusta direzione per stabilirne le cause. Ma l’economia di cui abbiamo bisogno è del tipo “aula seminari” e non “regola del pollice”. (Dani Rodrik, 2011, Occupy the Classroom?) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/15 Introduzione al corso Programma del corso Oltre l’esame: capire la (macro)economia Perché l’economia è difficile La scienza “autistica”: rule-of-thumb e aula seminari In mezz’ora... In mezz’ora... Mezz’ora finale di ogni lezione (eventualmente) dedicata a: risolvere un dubbio attinente l’economia; discutere un concetto economico; affrontare una questione economica; proposti da voi (e ammesso che ne sia in grado...); Questioni o dubbi: “di fondo”; riguardanti l’attualità economica. Proporre le questioni/dubbi via mail o sul forum nei giorni precedenti la lezione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/15
Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Principi di economia – Politica economica 10. Modello AD-AS e trade-off di breve periodo tra inflazione e disoccupazione Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Layout 1 Modello AD-AS Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata 2 Equilibrio nel modello AD-AS Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta 3 Politiche di controllo dell’inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting 4 Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Dal breve al lungo periodo Nel lungo periodo: prezzi flessibili (flexible prices); PIL determinato da tecnologia e offerta reale di fattori produttivi (PIL di pieno impiego, produzione potenziale, PIL potenziale, potential GDP). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Effetti delle politiche nel breve periodo... Con PIL di equilibrio di breve periodo (Y ) pari al pieno impiego (Y ∗ ), politiche espansive generano un gap espansivo: Y ′ − Y ∗ > 0. i i LM IS i LM’ LM’ i’ i’ i IS’ Y∗ Y′ Y∗ Y (a) Politica fiscale espansiva Giuseppe Vittucci Marzetti IS’ Y′ Y (b) Politica monetaria espansiva Principi di economia – Politica economica 4/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata ...e nel lungo periodo Gap di produzione espansivo spinge al rialzo i prezzi; Costante lo stock nominale di moneta, diminuzione dell’offerta di saldi monetari reali; Produzione nel lungo periodo pari alla produzione di pieno impiego; Aumento del livello generale dei prezzi (P ′ > P). i i LM” i” LM’ i’ M d /P = kY ′ − hi IS’ M d /P = kY ∗ − hi M̄ s /P ′ M̄ s /P Giuseppe Vittucci Marzetti M/P Principi di economia – Politica economica Y∗ Y′ Y 5/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Effetti delle politiche nel lungo periodo Politica monetaria: nessun effetto reale (ristabilita la dicotomia classica) PIL pari al pieno impiego; Livello generale dei prezzi maggiore. Politica fiscale: PIL pari al pieno impiego; Livello generale dei prezzi maggiore; Tasso di interesse nominale maggiore ed effetto spiazzamento: uguale il livello della domanda aggregata ma diversa la composizione. Maggiore spesa pubblica a fronte di minori consumi e investimenti privati. Gap espansivo prodotto dalla politica genera inflazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Gap di produzione, dinamiche del livello generale dei prezzi e funzione di reazione della banca centrale Gap di produzione: espansivi spingono al rialzo i prezzi: aumenta il livello generale dei prezzi (inflazione); aumenta il tasso di inflazione. recessivi spingono al ribasso i prezzi: diminuisce il livello generale dei prezzi (deflazione); diminuisce il tasso di inflazione. Dato l’obiettivo di stabilità dei prezzi (rectius: inflazione moderata e stabile), l’autorità monetaria regola l’offerta nominale di moneta in modo consistente con il valore-obiettivo del tasso di inflazione; Assumiamo la seguente funzione di reazione della banca centrale (versione semplificata della regola di Taylor): i = r ∗ + π + β(π − π ∗ ) r ∗ : tasso d’interesse reale di equilibrio; π : tasso d’inflazione; π ∗ : valore-obiettivo del tasso di inflazione (inflation target) (es. 2%). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 7/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Funzione di reazione della banca centrale i = r ∗ − βπ ∗ + (1 + β)π i RF r ∗ + π∗ r ∗ − βπ ∗ π∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica π 8/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Curva di domanda aggregata (Curva AD) π AD RF π′ π i i’ i 45◦ Y’ Y Y IS i LM i’ LM’ i Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Inclinazione negativa della curva AD Motivo dell’inclinazione negativa della curva AD: aumento dell’inflazione spinge l’autorità monetaria a fissare un valore-obiettivo del tasso d’interesse nominale tale da aumentare il tasso d’interesse reale: dr d(i − π) d(r ∗ + β(π − π ∗ )) = = =β>0 dπ dπ dπ aumento del tasso d’interesse reale provoca una riduzione della domanda per consumi e investimenti e, attraverso il meccanismo del moltiplicatore, della produzione di equilibrio di breve periodo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 10/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Spostamenti della curva AD Variazioni esogene del livello della spesa: aumenti della spesa autonoma (consumi autonomi, spesa pubblica, ecc..) traslano verso destra la curva AD; diminuzioni della spesa autonoma traslano verso sinistra la curva AD. Variazioni della funzione di reazione della banca centrale: aumenti del valore-obiettivo dell’inflazione e/o politiche di controllo dell’inflazione meno aggressive spostano verso destra la curva AD; diminuzioni del valore-obiettivo dell’inflazione e/o politiche di controllo dell’inflazione più aggressive spostano verso sinistra la curva AD. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 11/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Variazioni esogene del livello di spesa π AD RF AD’ π′ π i i’ i 45◦ Y LM i i’ IS i Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica IS’ 12/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Variazioni della funzione di reazione della banca centrale π AD’ RF RF’ AD π′ π i 45◦ Y LM IS i Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 13/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Curva di offerta aggregata di breve periodo Nel modello keynesiano livello dei prezzi (P) costante: possibile qualsiasi livello di output al livello dei prezzi corrente; Ipotesi equivalente in caso di inflazione attesa positiva (π e > 0 ): possibile qualsiasi livello di output al tasso di inflazione atteso; La seconda ipotesi si riduce alla prima se π e = 0; Curva di offerta infinitamente elastica. π SRAS πe Y Figura: Short-Run Aggregate Supply (SRAS) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Curva di offerta aggregata di lungo periodo Nel lungo periodo PIL determinato da fattori reali (PIL uguale al pieno impiego: Y = Y ∗ ); Curva di offerta perfettamente rigida. π LRAS Y∗ Y Figura: Long-Run Aggregate Supply (LRAS) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 15/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Curva di offerta di breve periodo con inclinazione positiva Spesso ipotizzata curva di offerta di breve periodo inclinata positivamente: Y = Y ∗ + γ(π − π e ) = Y ∗ − γπ e + γπ π SRAS πe Y∗ Y Figura: Curva SRAS (Short-Run Aggregate Supply ) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Inclinazione positiva della curva di offerta di breve periodo Curva di offerta di breve periodo inclinata positivamente perché: contratti e rapporti di lavoro fissano i livelli salariali sulla base dell’inflazione attesa (modello con salari rigidi): un aumento imprevisto dell’inflazione riduce i salari reali, aumentando domanda di lavoro e output; lavoratori confondono cambiamenti salariali nominali e reali (modello con errore di percezione dei lavoratori): aumenti imprevisti dell’inflazione riducono i salari reali, stimolando domanda di lavoro e output; non tutti i prezzi perfettamente flessibili (a volte definiti da contratti di lungo periodo tra fornitori e clienti; costi connessi alla modifica dei listini di vendita a volte elevati) (modello con prezzi rigidi): imprese fissano i prezzi sulla base dell’inflazione attesa; in caso di aumenti inattesi dell’inflazione solo una frazione di tali imprese può rivederli al rialzo; la restante parte soddisferà la domanda a prezzi dati. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Effetti delle politiche economiche nel lungo periodo Gap di produzione, inflazione e funzione di reazione della banca centrale Curva di domanda aggregata Curva di offerta aggregata Spostamenti della curva SRAS Quando l’inflazione attesa: aumenta, la curva SRAS trasla verso l’alto; diminuisce, la curva SRAS trasla verso il basso. 1 π = π e + (Y − Y ∗ ) γ π SRAS’ πe ′ SRAS πe Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Y 18/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Equilibrio di breve periodo Equilibrio di breve periodo determinato dall’intersezione tra domanda e offerta; Se Y > Y ∗ , allora π > π e . π AD π SRAS πe Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Y Principi di economia – Politica economica Y 19/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Dal breve al lungo periodo You can fool all of the people some of the time, you can fool some of the people all of the time, but you can’t fool all of the people all of the time. (Abraham Lincoln citato da Friedman (1968)) Con inflazione effettiva maggiore (minore) di quella attesa, gli agenti rivedono al rialzo (ribasso) le aspettative di inflazione; Cambiamento delle aspettative trasla la curva SRAS: più veloce la revisione delle aspettative, più veloce la traslazione della curva. π AD π′ π = πe SRAS ′ πe Y∗ Y′ Y Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Y 20/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Equilibrio di lungo periodo Processo di aggiustamento continua fino a quando π = π e ; PIL di equilibrio di lungo periodo pari al pieno impiego: Y = Y ∗ . π π = πe LRAS AD SRAS Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Y 21/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Shock dal lato della domanda Shock della domanda: variazioni impreviste della domanda aggregata (es. improvvisa crescita della fiducia dei consumatori). π π LRAS LRAS AD’ SRAS’ AD’ π ′′ = π e AD SRAS π′ ′ SRAS π′ π = πe πe Y∗ Y′ (a) L’aumento della domanda aggregata provoca un gap espansivo (aumentano PIL e inflazione) Giuseppe Vittucci Marzetti Y∗ Y Y′ Y (b) La modifica delle aspettative di inflazione sposta la curva SRAS (PIL torna al pieno impiego con inflazione maggiore) Principi di economia – Politica economica 22/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Shock dal lato dell’offerta Shock dell’offerta: eventi imprevisti che conducono a variazioni del livello di produzione che le imprese sono disposte a offrire per ogni livello del tasso d’inflazione. Shock nominali: cambiamenti nelle aspettative di inflazione (es. aumento del salario minimo spuntato dal sindacato o aumento del prezzo del petrolio); Shock reali: cambiamenti inattesi nel PIL di pieno impiego (es. innovazioni, catastrofi, ecc..) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Shock nominale dell’offerta π π LRAS LRAS SRAS’ π SRAS’ e′ SRAS π′ π = πe π e′ SRAS” π′ π ′′ = π e ′′ AD Y′ Y∗ AD Giuseppe Vittucci Marzetti Y′ Y∗ Y (c) L’aumento delle aspettative di inflazione provoca un gap recessivo, mentre l’inflazione aumenta (stagflazione) Y (d) La revisione delle aspettative di inflazione sposta la curva SRAS (PIL torna al pieno impiego) Principi di economia – Politica economica 24/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Equilibrio di breve periodo Equilibrio di lungo periodo Shock della domanda Shock dell’offerta Shock reale dell’offerta π π LRAS’ LRAS LRAS’ SRAS’ SRAS π = πe π′ = πe ′′ SRAS π = πe AD Y∗ ′ Y∗ AD Y (e) La riduzione del PIL potenziale rende l’equilibrio sostenibile solo con inflazione attesa inferiore all’effettiva Giuseppe Vittucci Marzetti Y∗ ′ Y∗ Y (f) La revisione delle aspettative di inflazione sposta la curva SRAS. PIL torna al pieno impiego (PIL diminuisce e inflazione aumenta) Principi di economia – Politica economica 25/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Risposta a shock della domanda Gli shock della domanda allontanano l’inflazione dal valore-obiettivo della banca centrale; Per evitarlo l’autorità monetaria può rendere più aggressiva la politica monetaria (modificando la funzione di reazione). π π LRAS LRAS AD’ AD’ AD AD” SRAS π′ π = πe SRAS π′ π ′′ = π e Y∗ Y′ (g) L’aumento della domanda aggregata provoca un gap espansivo (aumentano PIL e inflazione) Giuseppe Vittucci Marzetti Y∗ Y Y′ Y (h) La politica monetaria più aggressiva sposta la curva AD (PIL torna al pieno impiego senza aumento dell’inflazione) Principi di economia – Politica economica 26/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Risposta a shock nominali dell’offerta Shock nominali dell’offerta non hanno conseguenze di lungo periodo, ma possono comportare periodi prolungati di stagnazione; Per ridurre le conseguenze degli shock negativi l’autorità monetaria può adottare politiche più accomodanti (aumentando il valore-obiettivo dell’inflazione). π π LRAS LRAS SRAS’ SRAS’ πe ′ SRAS” SRAS π′ ′′ π =π e ′′ π = πe AD’ AD AD Y′ Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Y′ Y∗ Y (i) L’aumento delle aspettative di inflazione genera stagflazione Y (j) La politica monetaria più accomodante riduce i costi di aggiustamento Principi di economia – Politica economica 27/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Risposta a shock reali dell’offerta π LRAS π LRAS’ LRAS’ SRAS SRAS SRAS’ π = πe π = πe AD’ AD AD Y∗ Y∗ ′ (k) L’aumento del PIL potenziale genera spinte deflattive Giuseppe Vittucci Marzetti Y∗ Y ′ Y (l) Per contrastare le spinte deflattive la banca centrale può adottare una politica monetaria più espansiva Principi di economia – Politica economica 28/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Inconsistenza temporale e inflation targeting Commitment problem (Kydland & Prescott, 1977): se gli agenti si fidano del rispetto degli obiettivi di politica monetaria, l’autorità monetaria ha incentivo a deviare, poiché: maggiore l’impatto reale delle politiche monetarie; minori gli effetti negativi (in termini di maggiore inflazione attesa); anticipando la deviazione, gli agenti non si fidano... In tale contesto ruolo importante giocato dalla reputazione; Secondo alcuni economisti (es. Barro & Gordon, 1983; Backus & Driffill, 1985), comunicare e perseguire in modo trasparente valori-obiettivo di inflazione di lungo periodo (inflation targeting ) permette di sfuggire il problema di inconsistenza temporale. Molte banche centrali annunciano esplicitamente l’inflation target: Inflation targeting efficace nel combattere l’alta inflazione degli anni Ottanta in America latina (Brasile, Cile, Messico, ...); Inflation target BCE: 2%; La Fed non comunica valori-obiettivo di inflazione. Alcuni economisti (es. Sumner e Beckworth) suggeriscono obiettivi in termini di crescita del PIL nominale (Nominal GDP Level Target). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Impegnarsi all’irresponsabilità in trappola Una trappola della liquidità implica una sorta di problema di credibilità. Un’espansione monetaria che il mercato ritiene venga sostenuta (cioè, accompagnata da espansioni equiproporzionali in tutti i periodi futuri) funziona sempre, qualunque siano i problemi strutturali dell’economia; se l’espansione monetaria non funziona—se c’è una trappola della liquidità—deve accadere perché il pubblico pensa che non verrà perseguita. (Krugman, 1998) Trappola della liquidità come caso “invertito” di commitment problem: si può uscire dalla trappola della liquidità modificando i tassi d’interesse reali a breve e a lungo, e si può farlo se l’autorità monetaria genera aspettative d’inflazione attraverso iniezioni sostenute e continuate di liquidità; il problema è convincere il pubblico che agirà veramente in modo “irresponsabile”, continuando a iniettare liquidità anche una volta fuori dalla trappola; occorre trovare qualche modo per impegnarsi in modo credibile ad essere irresponsabile (committing to be irresponsible) (Eggertsson, 2006; Svensson, 2003; Eggertsson and Woodford, 2003). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 30/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Risposta a shock della domanda Risposta a shock nominali dell’offerta Risposta a shock reali dell’offerta Inconsistenza temporale e inflation targeting Obiettivo di inflazione zero Valore-obiettivo dell’inflazione strettamente positivo perché: con valore-obiettivo pari a zero maggiore il rischio di deflazione in caso di errori; tasso di inflazione sovrastimato dagli indicatori; tassi di inflazione positivi facilitano gli aggiustamenti dei prezzi relativi (Akerlof, 1996). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 31/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Phillips e il trade-off disoccupazione-inflazione A. W. Phillips (1958) mostra per il Regno Unito l’esistenza di una correlazione negativa tra tasso di disoccupazione e inflazione (tasso di variazione dei salari nominali): πt = α − βut Samuelson e Solow (1960) mostrano che una relazione simile vale per gli Stati Uniti ed enfatizzano il trade-off disoccupazione-inflazione implicito nella relazione: possibile un tasso di disoccupazione minore solo accettando un tasso di inflazione maggiore. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Alban William Housego Phillips (1914–1975) 32/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Curva di Phillips originale Fonte: Phillips, 1958. Figura: Tasso di variazione dei salari e disoccupazione, Regno Unito 1913–1948 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Curva di Phillips π u Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Milton Friedman sulla curva di Phillips Implicitamente Phillips scrisse il suo articolo per un mondo in cui tutti anticipavano prezzi nominali stabili e in cui questa aspettativa non variava, qualsiasi cosa succedesse ai prezzi e ai salari correnti... Esiste sempre un trade-off temporaneo tra inflazione e disoccupazione, ma non c’è alcun trade-off permanente. Il trade-off temporaneo non deriva dall’inflazione in sé, ma da un tasso di inflazione crescente... Ma quanto dura questo effetto “temporaneo”? Posso azzardare...che l’effetto iniziale di un tasso inflazione più elevato e non anticipato dura dai due ai cinque anni; poi l’effetto iniziale svanisce; infine, l’aggiustamento completo al nuovo tasso di inflazione richiede, come per l’occupazione e i tassi d’interesse, diciamo, un paio di decenni. Milton Friedman (1912–2006) Nobel Memorial Prize in Economic Sciences 1976 (Friedman, 1968) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Il ruolo delle aspettative nella curva di Phillips Friedman (1968) e Phelps (1968) osservano che la relazione è stabile solo assumendo che le aspettative di inflazione rimangano invariate: πt = α − βut = (π̄ e + α0 ) − βut Variando le aspettative (π e = πte ), la relazione varia nel tempo: πt = πte + α0 − βut Milton Friedman (1912–2006) Nobel Memorial Prize in Economics 1976 In particolare, se πte = πt−1 , si ottiene la cosiddetta curva di Phillips accelerata: ∆πt = πt − πt−1 = α0 − βut Edmund S. Phelps, Jr. (1933) dove la relazione è tra variazione del tasso di inflazione (accelerazione del livello dei prezzi) e tasso di disoccupazione. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Nobel Memorial Prize in Economics 2006 36/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Curva di Phillips accelerata π e πt = πt+1 SRPC’ πte SRPC u′ Giuseppe Vittucci Marzetti u∗ Principi di economia – Politica economica u 37/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Processo di inflazione e curva di Phillips Con tasso di inflazione elevato (molto volatile), aumenta la velocità di aggiustamento di prezzi e aspettative: salari e prezzi fissati per periodi più brevi; indicizzazione salariale, aggiustamento dei salari automatico all’aumento del costo della vita. Questi cambiamenti aumentano la reattività dell’inflazione alla disoccupazione; Esempio: assumiamo che una quota θ (0 ≤ θ < 1) dei contratti è indicizzata (sulla base dell’inflazione corrente), mentre, per gli altri, prezzi e salari sono fissati sulla base dell’inflazione del periodo precedente; la relazione diventa: πt = θπt + (1 − θ)πt−1 + α0 − βut α0 β − ut 1−θ 1−θ Maggiore θ, maggiore l’impatto della disoccupazione sulla variazione dell’inflazione (accelerazione dei prezzi). ∆πt = πt − πt−1 = Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Curva di Phillips di lungo periodo π LRPC SRPC u∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica u 39/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Nel lungo periodo la curva di Phillips è una retta verticale in corrispondenza del tasso di disoccupazione u∗ = α/β; La curva di Phillips di breve periodo può riscriversi come: πt − πte = −β(ut − u ∗ ) u ∗ è il NAIRU (Non Accelerating Inflation Rate of Employment), il tasso al quale l’inflazione non accelera: Può essere visto come il tasso naturale di disoccupazione, e come tale dipendente da fattori “strutturali” del sistema economico e non necessariamente costante nel tempo. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Inflazione e disoccupazione negli USA 1980-2010 Fonte: IMF WEO, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/42 Modello AD-AS Equilibrio nel modello AD-AS Politiche di controllo dell’inflazione Curva di Phillips e trade-off disoccupazione-inflazione Curva di Phillips Aspettative e curva di Phillips accelerata Curva di Phillips di lungo periodo e tasso naturale di disoccupazione Relazione inflazione-disoccupazione negli Stati Uniti 1980-2010 Variazione dell’inflazione e disoccupazione negli USA 1980-2010 Fonte: IMF WEO, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/42
Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Principi di economia – Politica economica 9. Macroeconomia keynesiana e modello IS-LM Giuseppe Vittucci Marzetti1 Corso di laurea in Sociologia Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2012-13 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: giuseppe.vittucci@unimib.it Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 1/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Layout 1 2 3 4 5 Produzione di equilibrio di breve periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Mercati finanziari e curva LM Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dal breve al lungo periodo Dal breve al lungo periodo Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 2/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Dalla “legge di Say”... Legge di Say (o degli sbocchi): l’offerta crea la propria domanda; La legge di Say implica, a livello aggregato, l’uguaglianza tra risparmi (S) e investimenti (I): non solo ex-post, come identità contabile, in cui tra gli investimenti sono ricomprese le variazioni non programmate in scorte; ma anche ex-ante, come uguaglianza tra risparmi e investimenti programmati. Anche se l’offerta crea automaticamente il reddito necessario alla domanda dei beni prodotti, affinché valga l’uguaglianza ex-ante è necessario che tale reddito venga speso nell’acquisto di beni prodotti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 3/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito ...al principio della domanda effettiva Keynes contesta la legge di Say: anche se la produzione genera sempre un reddito di importo equivalente, nelle economie monetarie i risparmi non sono automaticamente destinati ad usi produttivi; è il livello di produzione e non il tasso di interesse che variando ristabilisce l’eguaglianza risparmi-investimenti. Principio della domanda effettiva: livello di produzione (e quindi occupazione) determinato dal livello della domanda aggregata di beni e servizi finali. Livello di produzione di equilibrio: tale da uguagliare risparmi e investimenti programmati (o ex-ante); non necessariamente pari al livello di piena occupazione (disoccupazione involontaria). Prezzi e/o salari nominali rigidi (sticky prices/wages). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 4/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Spesa aggregata programmata Spesa aggregata programmata (Programmed Aggregate Expenditure, PAE) di beni e servizi finali: PAE = C + I p + G + NX C : consumi, ovvero domanda delle famiglie per beni e servizi finali; I p : investimenti programmati, ovvero domanda delle imprese per nuovi beni capitali (ad esclusione degli investimenti in scorte non programmati); G : spesa pubblica (o governativa), ovvero acquisti effettuati dalla pubblica amministrazione (a tutti i livelli: nazionale, regionale, comunale,...) in beni e servizi finali (esclusi quindi i trasferimenti); NX : esportazioni nette, ovvero esportazioni meno importazioni di beni e servizi. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 5/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Funzione keynesiana del consumo Spesa delle famiglie per beni e servizi: C = C0 + c(Y − T ) (Y − T ): reddito disponibile; C0 : consumi autonomi; c: propensione marginale al consumo (marginal propensity to consume) (0 < c < 1). C = C0 − cT + cY c Y Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 6/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Produzione di equilibrio di breve periodo: metodo algebrico Y = PAE Y Y = = C + I p + G + NX C0 + c(Y − T ) + I p + G + NX Y (1 − c)Y = = Y = C0 + cY − cT + I p + G + NX C0 − cT + I p + G + NX 1 (C0 − cT + I p + G + NX ) | {z } 1−c | {z } Spesa autonoma Moltiplicatore keynesiano 0<c <1 ⇔ 1< Giuseppe Vittucci Marzetti 1 < +∞ 1−c Principi di economia – Politica economica 7/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Produzione di equilibrio di breve periodo: metodo grafico PAE = C + I p + G + NX = (C0 − cT + I p + G + NX ) + cY = A + cY Y = PAE PAE E PAE = A + cY c A Y Y Figura: Croce keynesiana Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 8/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Moltiplicatore keynesiano: metodo algebrico 1 1 (C0 − cT + I p + G + NX ) = A 1−c 1−c 1 ∆A = ∆A + c∆A + c 2 ∆A + c 3 ∆A + . . . ∆Y = 1−c Y = Moltiplicatore della spesa pubblica: 1 ∆G 1−c Es.: se c = 0.8, ogni euro di aumento della spesa pubblica produce un aumento di 1/0.2 = 5 euro di reddito. Moltiplicatore della tassazione: c ∆Y = − ∆T 1−c Es.: se c = 0.8, ogni euro di aumento della tassazione produce una riduzione di 0.8/0.2 = 4 euro di reddito. ∆Y = Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 9/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Moltiplicatore keynesiano: metodo grafico Y=PAE PAE E’ PAE = A’ + cY PAE = A + cY E A’ A Y Giuseppe Vittucci Marzetti Y’ Principi di economia – Politica economica Y 10/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Moltiplicatore keynesiano: metodo grafico Y=PAE PAE c∆A E’ ∆A A’ E A Y Giuseppe Vittucci Marzetti Y’ Principi di economia – Politica economica Y 11/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Funzione del risparmio In un’economia senza settore pubblico, data la funzione del consumo, risparmio delle famiglie pari a: S = Y − C = Y − (C0 + cY ) = −C0 + sY dove s (= 1 − c) è la propensione marginale al risparmio (0 < s < 1). S S = −C0 + sY s Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Y 12/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Uguaglianza risparmio-investimenti e produzione di equilibrio in un’economia chiusa senza settore pubblico S = −C0 + sY I0 s Giuseppe Vittucci Marzetti Y∗ Principi di economia – Politica economica Y 13/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Spesa aggregata programmata e principio della domanda effettiva Funzione del consumo e produzione di equilibrio Moltiplicatore keynesiano Funzione del risparmio e uguaglianza risparmio-investimenti Equilibrio con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Produzione di equilibrio e moltiplicatore con tassazione e importazioni proporzionali al reddito Tassazione proporzionale al reddito: T = tY , con t aliquota (0 < t < 1); Importazioni proporzionali al reddito: M = M0 + mY , con m propensione marginale all’importazione (0 < m < 1). Y Y (1 − c(1 − t) + m)Y Y = C0 + c(Y − T ) + I p + G + X − M = C0 + c(Y − tY ) + I p + G + X − M0 − mY = C0 + I p + G + X − M0 1 (C0 + I p + G + X − M0 ) = {z } 1 − c(1 − t) + m | | {z } Spesa autonoma Moltiplicatore keynesiano Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 14/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Modello IS-LM Modello IS-LM: schematizzazione della Teoria generale (1936) di J.M. Keynes elaborata da Hicks (1937); Nonostante le critiche di molti keynesiani (es. Leijonhufvud, 1968), Keynes stesso lo trovò “molto interessante”, non avendo “in pratica nulla da dire a titolo di critica” (JMK XIV: 79–81). ...anche se può considerarsi un’estensione dello schema di Keynes, resta un aggeggio terribilmente grossolano. In particolare, il concetto di “Reddito” è utilizzato in modo eccessivamente semplificato;...Inoltre, tutte le questioni riguardanti deprezzamento...e...struttura temporale dei processi considerati sono state trascurate. (J.R. Hicks, 1937, p. 158) Ricordo che quando uscı̀ il libro di Leijonhufvud, chiesi al mio collega Gary Becker se pensava che Hicks avesse messo giù correttamente la Teoria Generale con il suo diagramma IS-LM. Gary disse: “Non lo so, ma spero l’abbia fatto, perché, se non fosse stato per Hicks, non sarei mai riuscito a dare alcun senso a quel dannato libro.” (Robert E. Lucas, 2003, p. 13) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Sir John R. Hicks (1904–1989) Nobel in Economics 1972 15/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Modello IS-LM Equilibrio macroeconomico come equilibrio simultaneo su: mercato dei beni e servizi: dato il tasso d’interesse, livello di produzione di equilibrio determinato sul mercato dei beni e servizi dal meccanismo del moltiplicatore; mercato della moneta: dato il livello di produzione/reddito, tasso d’interesse determinato sul mercato della moneta (teoria della preferenza per la liquidità); Interazione tra mercati reali e monetari viola la “dicotomia classica”, in base alla quale le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano le variabili reali. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 16/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Tasso d’interesse e domanda aggregata Tasso d’interesse (i) influenza domanda aggregata poiché influenza: consumi (C ): un aumento del tasso d’interesse riduce i consumi: ↑i ⇒↓C investimenti programmati (I ): un aumento del tasso d’interesse riduce gli investimenti programmati, poiché ne riduce il Valore Attuale Netto (VAN); ↑i ⇒↓I esportazioni nette (NX ): esportazioni (X ): un aumento del tasso d’interesse provoca un apprezzamento del cambio e conseguente diminuzione delle esportazioni; importazioni (M): un aumento del tasso d’interesse provoca un apprezzamento del cambio e conseguente aumento del volume delle importazioni. Il tasso d’interesse rilevante è il tasso reale, ma, con prezzi costanti, coincide con quello nominale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 17/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Consumi funzione decrescente del tasso d’interesse: C = C0 + c(Y − T ) − dc i Investimenti programmati funzione decrescente del tasso d’interesse: I p = I0 − d i i Produzione di equilibrio di breve periodo: Y = PAE Y = C + Ip + G Y = C0 + c(Y − T ) − dc i + I0 − di i + G 1 1 (C0 − cT + G ) − (dc + di ) i = {z } 1 − c | {z } 1−c | Y A Curva IS: Y = f f A 1−c 1 A− i ⇒ i= − Y 1−c 1−c f f Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 18/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Modello IS-LM Tasso d’interesse e domanda aggregata Curva IS in economia chiusa: metodo algebrico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Curva IS in economia chiusa: metodo grafico Y=PAE PAE E PAE = A + cY PAE = A’ + cY E’ A A’ Y i i’ E’ E i IS Y’ Giuseppe Vittucci Marzetti Y Principi di economia – Politica economica Y 19/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico Dalla teoria quantitativa... Nella teoria quantitativa (quantity theory of money ) (Newcomb, 1885; Fisher, 1911), moneta vista principalmente nella sua funzione di “intermediario degli scambi” (medium of exchange): M ×V =P ×T M: stock di moneta; V : velocità di circolazione (velocity of circulation) media; P: livello medio dei prezzi; T : numero di transazioni effettuate in moneta. Da Angell (1936) in poi, teoria quantitativa spesso espressa in termini di transazioni relative al reddito (income transaction): M ×V =P ×Y con Y reddito reale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 20/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico ...all’equazione di Cambridge... Nella versione di Cambridge della teoria quantitativa (teoria delle scorte o saldi liquidi, Cambridge cash-balance theory ) (Pigou, 1917; Marshall, 1923; Keynes, 1923) enfatizzato il ruolo della moneta come riserva di valore (store of value); Saldi monetari domandati frazione (k) del reddito nominale (o della ricchezza nominale) delle persone: M =k ×P ×Y Sottolineando il ruolo della moneta come asset, la teoria riconduce la domanda di saldi monetaria alla teoria delle scelte di portafoglio; Dal punto di vista matematico, equazione di Cambridge semplice manipolazione dell’equazione quantitativa in forma di reddito: M ×V =P ×Y ⇒ M = 1 ×P ×Y =k ×P ×Y V con k = 1/V . Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 21/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico ...alla teoria della preferenza per la liquidità Il tasso di interesse..., come premio per la rinuncia alla liquidità, è una misura della riluttanza di chi possiede moneta a rinunciare al controllo liquido sulla stessa. Il tasso di interesse non è il “prezzo” che porta in equilibrio la domanda di risorse da investire con la disponibilità ad astenersi dal consumo presente. É il “prezzo” che equilibra il desiderio di mantenere la ricchezza sotto forma di contanti con la quantità disponibile degli stessi. (Keynes, 1936, p.167) Teoria della preferenza per la liquidità (theory of liquidity preference): moneta domandata per effettuare gli scambi (movente transazionale, transactions–motive) ⇒ teoria quantitativa della moneta; come riserva di valore per far fronte ad acquisti imprevisti (movente precauzionale, precautionary–motive) ⇒ equazione di Cambridge; nell’ambito delle scelte di portafoglio, per massimizzare il rendimento del proprio patrimonio attraverso la sua suddivisione tra moneta e attività finanziarie e reali (movente speculativo, speculative-motive). Tasso d’interesse come costo opportunità di detenere moneta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 22/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico Preferenza per la liquidità e domanda di moneta Domanda di moneta dipendente: positivamente dal reddito nominale: un aumento del reddito aumenta il valore delle transazioni effettuate (movente transazionale); aumenta gli accantonamenti fatti per acquisti imprevisti, proporzionali al reddito (movente precauzionale). negativamente dal tasso d’interesse nominale: una diminuzione del tasso d’interesse diminuisce il costo-opportunità di detenere moneta e quindi aumenta la proporzione accantonata per far fronte all’incertezza (movente precauzionale); ad aspettative date, aumenta la probabilità di aumenti futuri del tasso d’interesse con conseguente perdite in conto capitale nei titoli finanziari (obbligazioni e azioni), e quindi aumenta la domanda di moneta per motivi speculativi (movente speculativo). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 23/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico Curva LM: metodo algebrico Offerta di moneta controllata dalla banca centrale: M s = M̄; Domanda di moneta funzione: crescente del reddito (reale) (Y); crescente del livello generale dei prezzi (P) decrescente del tasso d’interesse (i). M d = P(kY − hi) Ms = Md M̄ = P(kY − hi) = kY − hi M̄ P |{z} Saldi monetari reali Curva LM: i =− Giuseppe Vittucci Marzetti 1 M̄ k + Y hP h Principi di economia – Politica economica 24/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Teoria quantitativa della moneta Teoria della preferenza per la liquidità Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo algebrico Equilibrio sul mercato della moneta e curva LM: metodo grafico Curva LM: metodo grafico i i LM E’ i’ M d /P = kY ′ − hi i E M s /P Giuseppe Vittucci Marzetti M d /P = kY − hi M/P Principi di economia – Politica economica Y Y’ Y 25/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Equilibrio nel modello IS-LM: metodo algebrico Curva IS: i= A 1−c − Y f f Curva LM: i =− k 1 M̄ + Y hP h Valori di equilibrio: Produzione di equilibrio (Y ∗ ): 1 M̄ k ∗ 1 A 1−c ∗ − Y =− + Y ⇒ Y∗ = f f h P h fk + (1 − c)h   M̄ hA + f P Tasso d’interesse d’equilibrio (i): 1−c ∗ 1 A Y ⇒ i∗ = i = − f f fk + (1 − c)h ∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica  M̄ kA − (1 − c) P  26/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Equilibrio nel modello IS-LM: metodo grafico i LM i∗ IS Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica Y 27/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Politiche economiche di stabilizzazione Principali strumenti delle politiche economiche di stabilizzazione: Politica fiscale: fa riferimento al saldo del bilancio pubblico, definito come differenza tra acquisti governativi (G) e imposte nette (T): politica fiscale espansiva: aumento della spesa pubblica e/o diminuzione delle imposte nette (imposte meno sussidi). Ha come effetto l’aumento del deficit pubblico; politica fiscale restrittiva: diminuzione della spesa pubblica e/o aumento delle imposte nette. Politica monetaria: fa riferimento ai cambiamenti indotti nell’offerta di moneta da parte dell’autorità monetaria: politica monetaria espansiva: aumento dell’offerta di moneta; politica monetaria restrittiva: diminuzione dell’offerta di moneta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 28/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo algebrico Aumento spesa pubblica (G ′ > G )/diminuzione tassazione (T ′ < T ); Aumento spesa autonoma (A′ > A): A′ = C0 − cT ′ + I0 + G ′ > C0 − cT + I0 + G = A Traslazione verso l’alto della curva IS: 1−c A 1−c A′ − Y > − Y =i i′ = f f f f ′ Aumento produzione di equilibrio (Y ∗ > Y ∗ ): ′ Y∗ = hA + f M̄/P hA′ + f M̄/P > = Y∗ fk + (1 − c)h fk + (1 − c)h ′ Aumento tasso d’interesse d’equilibrio (i ∗ > i ∗ ): ′ i∗ = kA − (1 − c)M̄/P kA′ − (1 − c)M̄/P > = i∗ fk + (1 − c)h fk + (1 − c)h Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 29/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo grafico Y=PAE PAE E’ PAE = A’ + cY PAE = A + cY E A’ A Y i i IS Y Giuseppe Vittucci Marzetti IS’ Y’ Principi di economia – Politica economica Y 30/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica fiscale espansiva: metodo grafico Y=PAE PAE PAE = A” + cY E’ PAE = A’ + cY E” PAE = A + cY E A’ A Y i LM i∗ ′ i∗ IS Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti IS’ ′ Y ∗ Y’ Y Principi di economia – Politica economica 31/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Politica fiscale discrezionale e stabilizzatori automatici Politica fiscale discrezionale: aumenti della spesa pubblica o riduzioni delle imposte al netto dei sussidi derivanti da decisioni esplicite di politica economica; Stabilizzatori automatici: meccanismi che attenuano le fluttuazioni di breve periodo attraverso: aumenti automatici della spesa pubblica (o riduzioni automatiche delle imposte nette) nelle fasi di recessione; diminuzioni automatiche della spesa pubblica (o aumenti automatici delle imposte nette) nelle fasi di espansione. Es. di stabilizzatori automatici: tassazione progressiva o proporzionale al reddito; sussidi di disoccupazione;... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 32/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetto di spiazzamento Una politica fiscale espansiva: aumenta il tasso d’interesse; cambia il PIL di equilibrio: aumenta il livello del PIL di equilibrio; diminuisce la componente degli investimenti: dato il maggior tasso d’interesse, la spesa per investimenti è minore. Il fenomeno per cui i disavanzi pubblici tendono a ridurre la spesa per investimenti prende il nome di spiazzamento (crowding-out): la spesa pubblica spiazza gli investimenti privati. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 33/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Equivalenza ricardiana Equivalenza ricardiana (Ricardian equivalence) Il modo di finanziare la spesa pubblica (attraverso emissione di debito o aumento delle imposte) è ininfluente. Equivalenza discussa da Ricardo (1820) e dimostrata in base all’assunto di aspettative razionali da Barro (1974): se il governo stimola l’economia aumentando la spesa pubblica finanziata con ricorso al debito (debt-financed government spending ),... i consumatori realizzano che tale deficit comporterà un aumento della tassazione nel futuro, e... cominciano ad accantonare i fondi per ripagare le maggiori future tasse, riducendo i consumi attuali. Condizioni necessarie per il teorema di equivalenza Barro-Ricardo: consumatori forward-looking ; interesse intergenerazionale; mercati dei capitali perfetti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 34/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Stime del valore del moltiplicatore fiscale Stime dei valori del moltiplicatore molto variabili (Spilimbergo, Symansky, and Schindler, 2009); Stime IMF (2008, 2009) per i paesi sviluppati utilizzate nelle previsioni degli effetti di politiche fiscali espansive precrisi: moltiplicatore della tassazione: 0.3–0.5; moltiplicatore della spesa pubblica: 0.3–1.8. Blanchard & Leigh (2013) mostrano che gli economisti hanno sistematicamente e largamente sottostimato i moltiplicatori fiscali, sottostimando cosi gli effetti recessivi del consolidamento fiscale (di fatto moltiplicatore maggiore di 1); Moltiplicatori fiscali più elevati nelle fasi economiche recessive (Auerbach & Gorodnichenko, 2012; Baum et al., 2012; Batini et al., 2012; IMF, 2012): In base a dati americani, Auerbach & Gorodnichenko (2012) trovano che i moltiplicatori fiscali della spesa pubblica vanno da 0 in periodi normali a 2.5 durante le recessioni. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 35/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Sostenibilità del debito Disavanzi pubblici (deficit, fiscal deficit o government budget deficit) frequenti pongono il problema della sostenibilità del debito; Nel lungo periodo il rapporto debito pubblico-PIL può: azzerarsi; stabilizzarsi, cioè tendere ad un valore costante; esplodere. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 36/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dinamica del rapporto debito-PIL Deficit pubblico nell’anno t: ∆Bt = Bt − Bt−1 = iBt−1 | {z } pagamenti per interessi + G −T | t {z }t fabbisogno primario (primary deficit) Bt : stock del debito alla fine dell’anno t; i: tasso d’interesse nominale sui titoli del debito pubblico; Gt : spesa pubblica nell’anno t; Tt : imposte al netto dei trasferimenti nell’anno t. Riarrangiando ed esprimendo in rapporto al PIL (Yt ) otteniamo: Bt−1 Yt−1 Gt − Tt Bt = (1 + i) + Yt Yt−1 Yt Yt Bt 1 + i Bt−1 Gt − Tt Bt−1 Gt − Tt = + ≈ (1 + i − g ) + Yt 1 + g Yt−1 Yt Yt−1 Yt dove g = (Yt − Yt−1 )/Yt−1 è il tasso di crescita del PIL nominale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 37/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dinamica del rapporto debito-PIL Equazione alle differenze del primo ordine: bt = (1 + i − g )bt−1 + dt bt (= Bt /Yt ): rapporto debito-PIL alla fine dell’anno t; dt (= (Gt − Tt )/Yt ): rapporto disavanzo primario-PIL nell’anno t. Assumendo un disavanzo primario in percentuale del PIL costante (dt = d) abbiamo:   d d t + bt = (1 + i − g ) b0 − g −i g −i se g > i, il rapporto debito-PIL converge sempre al suo valore di stato stazionario: limt→∞ bt = d/(g − i); se g < i, il rapporto debito-PIL tende ad esplodere (snowball effect) a meno che: d b0 − < 0 ⇒ d < (g − i)b0 < 0 g −i deve aversi un avanzo primario sufficiente (maggiore di (i − g )b0 ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 38/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico come gigantesco schema di Ponzi Dinamica esplosiva spesso accelerata: all’aumentare del rapporto debito-PIL aumentano i tassi d’interesse chiesti dal mercato, aumentando il rischio di default; Quando ricorrono le condizioni per l’esplosione, il debito pubblico può essere considerato un gigantesco schema di Ponzi: una truffa finanziaria che paga rendimenti alti agli investitori utilizzando il loro stesso denaro o il denaro fornito dai nuovi investitori; Si reperiscono risorse sul mercato promettendo rendimenti alti, utilizzando le risorse per consumi improduttivi e spiazzando gli investimenti realmente produttivi. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 39/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Rientro dal debito Con tasso di crescita (nominale) del PIL maggiore del tasso di interesse (nominale), per far rientrare il debito si può: generare avanzi primari sufficienti; ripudiare (interamente o in parte) il debito; monetizzare il debito: i titoli pubblici vengono acquistati dalla banca centrale con moneta di nuova creazione ⇒ Politica monetaria espansiva. Tutti i modi di rientro assimilabili a forme di tassazione: ripudio assimilabile ad imposta sulla ricchezza, che colpisce coloro che detengono titoli di stato; monetizzazione, nella misura in cui genera inflazione, corrisponde ad un’imposta da inflazione, che colpisce coloro che detengono asset nominali non protetti dall’inflazione erodendone il valore reale. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 40/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Inflazione e sostenibilità del debito Tasso di crescita del PIL nominale (g ) somma di due componenti: g= + gy |{z} Tasso di crescita del PIL reale π |{z} Tasso di inflazione Tasso di interesse nominale (i) somma di due componenti: i= r |{z} Tasso di interesse reale + πe |{z} Tasso di inflazione atteso Condizione per la sostenibilità in presenza di disavanzi primari: g = gy + π > r + π e = i L’inflazione rende meno stringente il vincolo di sostenibilità solo nei limiti in cui è inattesa (π > π e ): l’inflazione inattesa impone una tassa sui detentori del debito pubblico che vedono cosı̀ ridotto il rendimento reale dei loro titoli; investitori con aspettative inflazionistiche richiederanno rendimenti nominali più elevati per compensare la perdita attesa di potere di acquisto. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 41/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Teoria politica del debito Teoria politica del debito: scelta della forma di rientro dal debito come problema di redistribuzione del reddito tra gruppi economici; Relazione tra grado di stabilità politica, conflitto distributivo e dinamica del debito; Gruppi di interesse: rentiers, che detengono la ricchezza sotto forma di titoli di stato: si oppongono a ripudio esplicito del debito e tassa da inflazione; favoriscono aumento delle imposte, dirette e indirette. imprenditori, che detengono la ricchezza sotto forma di capitale fisico: si oppongono a imposte sul capitale; favoriscono ripudio, finanziamento monetario e imposte sui beni di consumo; lavoratori, che possiedono capitale umano: si oppongo alle imposte, soprattutto indirette sui beni di consumo; favoriscono ripudio e imposte su patrimonio e capitale; sono danneggiati dall’inflazione in caso di salari non indicizzati. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 42/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Rapporti debito-PIL e deficit-PIL nell’Euro-area prima della crisi del debito (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (% PIL), 2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 43/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debiti e deficit pubblici nell’Euro-area prima della crisi del debito (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (miliardi di Euro), 2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 44/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria La rete europea del debito Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 45/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Germania (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 46/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Francia (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 47/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Italia (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 48/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Portogallo (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 49/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Irlanda (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 50/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Grecia (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 51/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Debito pubblico e deficit in Spagna (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2010. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e deficit (% PIL), 1995-2009 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 52/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Snowball effect: debito pubblico, crescita e tasso d’interesse (a) Germania (b) Francia (c) Italia Giuseppe2010. Vittucci Marzetti Fonte: Eurostat, Principi di economia – Politica economica 53/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Snowball effect: debito pubblico, crescita e tasso d’interesse (d) Portogallo (e) Irlanda (f) Grecia (g) Spagna Fonte: Eurostat, Giuseppe2010. Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 54/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Rapporto debito/PIL e deficit/PIL di Italia e Belgio (h) Debito (i) Deficit Fonte: IMF, 2010. Figura: Debito e deficit di Italia e Belgio (% PIL), 1980-2011 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 55/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Uno sguardo fuori dall’Euro-area: rapporto debito/PIL per paesi sviluppati e in via di sviluppo 1880-2011 Fonte: IMF, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 56/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Uno sguardo fuori dall’Euro-area: rapporto debito/PIL di Giappone, Regno Unito e Stati Uniti 1880-2011 Fonte: IMF, 2013. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 57/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Mappa del debito pubblico (1970) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 58/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Mappa del debito pubblico (1992) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 59/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Mappa del debito pubblico (2009) Fonte: IMF, 2010. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 60/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dinamica recente dei rapporti debito-PIL e deficit-PIL nell’Euro-area (a) Debito (b) Deficit Fonte: Eurostat, 2013. Figura: Debito pubblico lordo consolidato e saldo (% PIL), 2012 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 61/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Impatto del consolidamento fiscale sul rapporto debito-PIL Assumendo costanza dei tassi di interesse sul debito e del tasso di inflazione, e considerando l’impatto marginale di breve periodo dell’aumento delle imposte nette sulla riduzione di: dB debito, attraverso riduzione del disavanzo: dT = −1 = −m PIL, effetto recessivo pari al moltiplicatore fiscale: dY dT l’impatto marginale di breve periodo dell’aumento delle imposte nette sul rapporto debito-PIL è:     d B dB dY 1 1 Y− B = 2 (−Y + mB) = 2 dT Y Y dT dT Y Il consolidamento fiscale porta ad un aumento del rapporto debito-PIL se: 1 −Y + mB > 0 ⇒ m > B/Y maggiore il rapporto debito-PIL, più facile il consolidamento fiscale generi, almeno nel breve periodo, un peggioramento del rapporto stesso. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 62/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Politica monetaria Banca centrale controlla indirettamente l’offerta di moneta attraverso il controllo della base monetaria; Politica monetaria: politica economica di stabilizzazione condotta dall’autorità monetaria attraverso il controllo (indiretto) di offerta di moneta e tassi di interesse a breve: politica monetaria espansiva: aumento dell’offerta di moneta; politica monetaria restrittiva: diminuzione dell’offerta di moneta. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 63/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo algebrico Aumento offerta di moneta (M̄ ′ > M̄); Traslazione verso il basso della curva LM: i′ = − 1 M̄ ′ k 1 M̄ k + Y <− + Y =i h P h hP h ′ Aumento produzione di equilibrio (Y ∗ > Y ∗ ): ′ Y∗ = hA + f M̄/P hA′ + f M̄ ′ /P > = Y∗ fk + (1 − c)h fk + (1 − c)h ′ Diminuzione tasso d’interesse d’equilibrio (i ∗ < i ∗ ): ′ i∗ = kA′ − (1 − c)M̄ ′ /P kA − (1 − c)M̄/P < = i∗ fk + (1 − c)h fk + (1 − c)h Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 64/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo grafico i i LM i LM’ E E’ i’ M d /P = kY − hi M s /P ′ M s /P Giuseppe Vittucci Marzetti M/P Principi di economia – Politica economica Y Y 65/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Effetti di una politica monetaria espansiva: metodo grafico i i LM i∗ LM’ E ′ i∗ i ′ M d /P = kY ∗ − hi ′ E’ M s /P M d /P = kY − hi ′ M s /P Giuseppe Vittucci Marzetti M/P Principi di economia – Politica economica IS Y∗ Y∗ ′ Y 66/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Da monetary targeting a interest-rate targeting Dagli anni 1980, le maggiori autorità monetarie sono passate: da valori-obiettivo in termini di aggregati monetari (monetary targeting ); a valori-obiettivo in termini di tassi di interesse a breve (interest-rate targeting ). In base alla teoria della preferenza per la liquidità, la politica monetaria può essere fissata in modo equivalente sia in termini di offerta di moneta che di tasso d’interesse; Es. Quando la Federal Open Market Committee (FOMC) della Fed fissa il target federal funds rate dà di fatto incarico ai propri operatori di condurre operazioni di mercato aperto, modificando quindi l’offerta di moneta, cosı̀ da garantire quel tasso di equilibrio. I motivi del passaggio all’interest-rate targeting sono: non osservabilità degli shock della domanda di moneta, con volatilità dei tassi d’interesse in caso di valori-obiettivo fissati in termini di aggregati monetari (Clarida, Galı́ & Gertler, 1999); innovazioni finanziarie che rendono complessa e imprecisa la stima degli aggregati monetari rilevanti. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 67/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Regola di Taylor Classico esempio di semplice politica basata sul feedback è la famosa regola di Taylor (1993),...che collega il valore-obiettivo del federal fund rate a due variabili: livello dell’output gap...e differenza tra tasso di inflazione effettivo e programmato. Come gran parte delle feedback policy, la regola indica ai policymaker di “contrastare il vento” (“lean against the wind”); per esempio, con output maggiore del potenziale o inflazione al di sopra del target, la regola implica che si fissi un tasso sopra il suo livello medio... (Bernanke, 2 Dicembre 2004) Nel 1993, John Taylor, studiando il comportamento del FOMC, mostra come, nel fissare il target rate, l’autorità monetaria tende a seguire una regola abbastanza semplice, divenuta famosa come Taylor rule: it = r ∗ + πt + βπ (πt − π ∗ ) + βy (yt − y ∗ ) | {z } Output gap tasso d’interesse reale di equilibrio (es. 2%); πt : tasso di inflazione; π ∗ : valore-obiettivo del tasso di inflazione (es. 2%); (yt − y ∗ ): PIL effettivo (yt ) meno PIL potenziale (y ∗ ). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 68/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Regola di Taylor come regola positiva e normativa efficace? Alan Greenspan (Governatore della Fed dall’agosto 1987 al gennaio 2006) sulla regola di Taylor: Le regole che collegano la fissazione del federal fund rate alle deviazioni di output e inflazione dai loro rispettivi target, in alcune configurazioni, sembrano definire i contorni generali di quello che abbiamo fatto negli ultimi dieci anni e mezzo. E le prescrizioni basate su regole formali possono, di fatto, servire come utili integrazioni di politica economica [...]. Ma nei nodi cruciali, come quelli della nostra storia recente—il crollo del mercato azionario del 1987, le crisi del 1997–98, e gli eventi che seguirono l’11 settembre 2001— semplici regole saranno inadeguate sia come descrizioni che come prescrizioni di politica economica. Inoltre, tali regole soffrono più o meno delle stesse difficoltà derivanti dall’uso di coefficienti fissi che abbiamo con i nostri modelli a larga scala. (Greenspan, 2004, p.38-39) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 69/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Canali di trasmissione della politica monetaria Efficacia della politica monetaria basata sui seguenti nessi causali: ↑ H ⇒ ↑ M ⇒ ↓ i ⇒ ↑ PAE ⇒ ↑ Y Un aumento della base monetaria (H) aumenta l’offerta di moneta (M), attraverso il meccanismo del moltiplicatore monetario; Un aumento dell’offerta di moneta (M) riduce i tassi d’interesse (i); La diminuzione dei tassi d’interesse (i) stimola la domanda aggregata per investimenti e consumi (PAE ); L’aumento della domanda aggregata (PAE ) produce un effetto amplificato sul PIL di equilibrio (Y ) attraverso il meccanismo del moltiplicatore keynesiano. Ciascuno di questi canali di trasmissione potrebbe non funzionare... Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 70/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dai tassi d’interesse alla spesa programmata Investimenti e consumi possono essere poco reattivi al tasso d’interesse (e dipendere molto più dalle aspettative circa l’andamento dell’economia); Con bassa reattività di consumo e investimenti al tasso d’interesse, la curva IS è rigida e la politica monetaria ha poco effetto sul PIL di equilibrio. i LM i∗ LM’ ′ i∗ IS Y∗ Y∗ Giuseppe Vittucci Marzetti ′ Principi di economia – Politica economica Y 71/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dalla base monetaria all’offerta di moneta Un aumento della base monetaria potrebbe non portare ad un aumento dell’offerta di moneta in caso di crisi del sistema bancario; Come discusso da M. Friedman e A. Schwartz (Monetary History of the United States, 1963), durante la Grande Depressione, nonostante la base monetaria crebbe in modo stabile da 1931 al 1933, nel Dicembre del 1932 la terza ondata di panico bancario provocò una contrazione dell’offerta nominale di moneta (M2) pari al 35%. Fonte: FRED, 2012. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 72/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Base monetaria e offerta di moneta durante la crisi del 2008 negli USA Fonte: FRED, 2012. Figura: Base monetaria e M2 (miliardi di dollari) Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 73/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Dall’offerta di moneta al tasso d’interesse: la trappola della liquidità Efficacia della politica monetaria determinata anche dall’elasticità della domanda di moneta al tasso di interesse: maggiore l’elasticità, minore la diminuzione del tasso d’interesse prodotta da un aumento dell’offerta di moneta; Caso estremo, rappresentato da domanda di moneta infinitamente elastica, può verificarsi con tassi di interesse nominali pari o prossimi a zero (cosiddetta trappola della liquidità, liquidity trap): con tassi di interesse nominali a breve prossimi allo zero bound aumenti ulteriori dell’offerta di moneta non hanno più effetto sull’output (Krugman, 1998; Eggertsson & Woodford, 2003). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 74/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Trappola della liquidità nel modello IS-LM i i LM IS M d /P LM’ E LM” E’ M s /P ′ M s /P Giuseppe Vittucci Marzetti ′′ M s /P M/P Principi di economia – Politica economica Y∗ ′ Y∗ Y 75/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Trappola della liquidità in Giappone Fonte: FMI WEO, 2012. Figura: Tasso interbancario a sei mesi (LIBOR), variazione percentuale del deflatore del PIL e tasso di interesse reale (LIBOR - % ∆ IPC) in Giappone, 1990-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 76/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Trappola della liquidità in Giappone Fonte: FMI WEO, 2012. Figura: Tasso di crescita del PIL reale per capita, tasso di disoccupazione e output gap in Giappone, 1990-2010 Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 77/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Politica monetaria in trappola Nella macroeconomia keynesiana, trappola della liquidità utilizzata per giustificare il ricorso alla politica fiscale; Possibile l’adozione di politiche monetarie non convenzionali (Bernanke & Reinhart, 2004); Quantitative easing (allentamento quantitativo): acquisti su larga scala (nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari) da parte della banca centrale di attività finanziarie (titoli pubblici a lungo termine e corporate bond, ma anche Mortgage-Backed Securities e CDO) detenute da istituzioni finanziarie attraverso l’accredito di riserve; QE ha un impatto attraverso la riduzione dei tassi a lungo termine; Forma estrema di politica monetaria utilizzata da: Bank of Japan nel 2001; Bank of England nel 2009 (200 miliardi di sterline); Fed: Marzo 2009–Marzo 2010 (QE1): $1250 miliardi di MBS; $200 miliardi di federal agency debt (titoli di debito emessi da Fannie Mae & Freddie Mac); $300 miliardi di T-Notes e T-Bonds; Novembre 2010–Luglio 2011 (QE2): $600 miliardi di notes e bonds. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 78/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Azione della BCE Nel giugno 2007, stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema pari a 913 miliardi di euro; Nel marzo 2012, bilancio assomma a 3,000 miliardi (24% PIL area euro); 630 miliardi di titoli, parte dei quali relativi al Security Market Program per sostenere i titoli governativi dei paesi in crisi (220 miliardi circa); 1,100 miliardi di rifinanziamenti a lungo termine alle istituzioni creditizie nell’ambito di Longer-Term Refinancing Operations (LTRO). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 79/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Limite di azione della BCE No bail-out clause (Art. 104(1) del Trattato sull’UE): “È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o...delle...Banche centrali nazionali, a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, cosı̀ come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali.”; Dato il divieto esplicito di acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi membri sul mercato primario, BCE e banche centrali possono acquistare titoli pubblici dei paesi membri solo sul mercato secondario. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 80/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Equilibrio nel modello IS-LM Politica fiscale Limiti della politica fiscale, sostenibilità del debito e crisi del debito europea Politica monetaria Limiti della politica monetaria Piano Draghi Settembre 2012: Consiglio Direttivo della BCE (con voto contrario di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank), facendo leva sul mandato implicito della banca centrale alla difesa dell’“integrità” della moneta unica, termina il Securities Markets Programme (SMP) e inaugura il programma OMT; Outright Monetary Transactions (OMT): acquisti potenzialmente illimitati sui mercati secondari da parte della BCE di bond sovrani con scadenza da 1 a 3 anni dei paesi membri, condizionati a impegni formali per le riforme, concordati con lo Stato richiedente e riassunti in un “memorandum” (tra i controllori anche il FMI); Precondizione necessaria di accesso al programma: presenza di iniziative simili sul mercato primario da parte dei fondi salva-Stati (European Financial Stability Facility, EFSF, e European Stability Mechanism, ESM); Prevista la sterilizzazione piena della liquidità creata con le OMT. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 81/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Dal breve al lungo periodo Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo Dal breve al lungo periodo Modello keynesiano base non in grado di spiegare il comportamento dell’inflazione; Nel lungo periodo: prezzi flessibili (flexible prices); PIL determinato da tecnologia e offerta reale di fattori produttivi (PIL di pieno impiego). Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 82/83 Produzione di equilibrio di breve periodo Mercato dei beni e curva IS in economia chiusa Mercati finanziari e curva LM Equilibrio nel modello IS-LM ed effetto delle politiche economiche Dal breve al lungo periodo Dal breve al lungo periodo Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo Tassi di interesse nel lungo e nel breve periodo Due teorie del tasso di interesse alternative: 1 2 tasso di interesse determinato da offerta e domanda di fondi mutuabili (risparmio nazionale e domanda di investimento); tasso di interesse determinato da offerta e domanda di moneta. Nella sintesi neoclassica: la prima vale nel lungo periodo: produzione determinata da tecnologia e offerta di fattori produttivi (PIL di pieno impiego); per ogni dato livello di produzione, tasso di interesse reale determinato sul mercato dei fondi mutuabili; livello dei prezzi determinato da offerta e domanda di moneta. la seconda vale nel breve periodo: livello dei prezzi relativamente fisso e insensibile al mutare della congiuntura economica; per ogni dato livello dei prezzi, tasso di interesse determinato dall’interazione tra domanda e offerta di moneta; livello di produzione determinato dalla domanda aggregata, determinata in parte dal tasso d’interesse. Giuseppe Vittucci Marzetti Principi di economia – Politica economica 83/83