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MaTriX Proposte per un approccio interdisciplinare allo studio delle istituzioni A cura di: Giuseppe Ambrosino e Loris De Nardi Contributi di: Giuseppe Ambrosino, Alessandro Arienzo, Simona Berhe, Alessandro Buono, Anna D’Ascenzio, Giacomo Demarchi, Loris De Nardi, Francesco Di Chiara, Simona Fazio, Elisabetta Fiocchi Malaspina, Enrico Gargiulo, Alessandro Giovanazzi, Filippo Gorla, Javier López Alós, Andrea Mariuzzo, Salvatore Mura, Massimiliano Paniga, Belinda Rodríguez Arrocha, Beatrice Saletti. Comitato dei referees: Marcella Aglietti, Livio Antonielli, José Manuel de Bernardo Ares, Maria Luisa Betri, Pierre Bonin, Francesco Bonini, Cinzia Cremonini, Federico Cresti, Francesco Di Donato, Javier García Martín, Germano Maifreda, Stefano Mannoni, Roberto Martucci, Guido Melis, Emanuele Pagano, Salvatore Palidda, Beatrice Pasciuta, Andrea Romano, Pietro Saitta, Francesco Soddu, Marco Soresina, Giovanni Tessitore, Antonio Trampus, Alessandro Vanoli, Gian Maria Varanini, José Luis Villacañas Berlanga. QuiEdit Verona 2015 ■ ✁✂✄☎✄✆✝✄ ✞✟ ✠✡✄ ☛☞ ✁☞✂✝✄ ✌✄ ✄ ☞✝✝✍✞✍✝✎ ☎✏✍✄✆✝✍☛✍✏✑✄ ✄✌ ✄✌✍✝✟✂✍☞ ✍ dell’Associazione «MaTriX. Laboratorio di Storia, Sociologia e Scienza delle Istituzioni» con sede in Via Giovanni XXIII 13\C, 20866 Carnate (MB), codice fiscale 94058130157. Comitato scientifico: Giuseppe Ambrosino (coordinatore), Loris De Nardi (coordinatore), Simona Berhe, Alessandro Buono, Giacomo Demarchi, Francesco Di Chiara, Simona Fazio, Salvatore Mura. ‫٭‬ I contributi pubblicati in questo volume sono stati sottoposti a un duplice processo di valutazione. Ogni articolo sottoposto per la pubblicazione è stato valutato dapprima dai curatori, che ne hanno giudicato la congruità scientifica rispetto ai fini del progetto MaTriX e, in seguito all’esito positivo, è stato sottoposto alla valutazione anonima da parte di peer reviewers, scelti all’interno del comitato dei referees in base all’argomento dell’articolo. Ogni articolo è corredato di: un abstract in inglese, parole chiave in inglese, un breve profilo biografico di ciascun autore in italiano. ‫٭‬ Il presente volume è stato pubblicato grazie al contributo dell’Associazione «MaTriX. Laboratorio di Storia, Sociologia e Scienza delle Istituzioni» e degli studiosi che aderiscono al progetto MaTriX, fra i quali figurano tutti gli autori degli articoli raccolti in questa sede. ‫٭‬ Copyright© by QuiEdit s.n.c. Verona, via S. Francesco, 7- Bolzano, piazza Duomo 3 - Italy www.quiedit.it e-mail: informazioni@quiedit.it Edizione I - Anno 2015. Finito di stampare nel mese di giugno 2015 ✒✓✔✕✖ 978-88-6464-320-5 ✒✗✗✘✙✚✛✜ ✢✚ ✣✤✥✜✦✧✚✛✘✖ Colori primari La riproduzione per uso personale, conformemente alla convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche, è consentita esclusivamente nei limiti del 15%. Indice del volume Ringraziamenti .......................................................................................... 9 ★NTRODUZIONE Progetto MaTriX. Numero 0 di Giuseppe Ambrosino e Loris De Nardi .................................................. 11 P✩✪✫✬ ★ STRATEGIE POLITICHE E GOVERNANCE DELLE ISTITUZIONI governance delle emergenze di Alessandro Arienzo ............................................................................... 17 ✪❘✭✮✯✰ ✱✮ ✲✳❘✳✯ ✱✴✵✯✶✷❘✳✮✶❘ ✴ ➠✸❘✰✱❘✹✯ ✮✰✶✯✰✳✮✰✴✰✳✴ ❘ ✻✮✭✹✮❘✷✴ ✴✳ ✼❘✭✹✮ dare quattro tracti di corda». ◗✽❘✹✶✾✴ ✯✲✲✴✷✿❘❀✮✯✰✴ ✲✽✮ ✷❘✻✻✯✷✳✮ ✳✷❘ ✮ ✱✽✶✾✮ ✴ l’amministrazione estense nel tardo Quattrocento, a partire dal Caleffini di Beatrice Saletti ....................................................................................... 35 “pazienza dei vassalli”. Riflessioni attorno alla “crisi politica generale” del Seicento di Alessandro Buono .................................................................................. 57 ★✹ ✭✯✿✴✷✰✯ ✲✳✷❘✯✷✱✮✰❘✷✮✯ ✴ ✹❘ strategia politica e strumento di governo: Francisco de Benavides de la Cueva, conte di Santo Stefano, viceré di Sicilia (1679-1687) di Loris De Nardi ..................................................................................... 77 ▲❘ ✶✯✲✳✷✽❀✮✯✰✴ ✱✴✹ ✶✯✰✲✴✰✲✯ ✶ome ✺ Governare la transizione. La monarchia francese durante la reggenza di Philippe d’Orléans (1715-1723) di Giuseppe Ambrosino .............................................................................. 99 ❂ ❃❄❅❆❇❈❉❇ ❊❇ ❋●❍❏❍❑❑▼●◆ ❊❍❉ ❖❍❈❅❄ ❊❙❂❑◆❉❇◆ ❅◆❋❄❉❍❄❅❇❃❄ . I con multiformi ordinamenti civili italiani all’incontro l’uniformità del modello francese di Alessandro Giovanazzi ........................................................................ 121 ★✲✳✮✳✽❀✮✯✰✮ ✼✮✹❘✰✳✷✯✻✮✶✾✴ ✴✱ ❘✵✵✮✰✮✲✳✷❘❀✮✯✰✴ ✱✴✮ ✹✽✯✭✾✮ ✱✮ ✻✴✰❘ nel Regno delle Due Sicilie. L’esperienza palermitana e la Deputazione di Santa Maria di Visita Carceri (1827-1838) di Simona Fazio....................................................................................... 139 P✯✹✮✳✮✶✾✴ ✽✰✮✿✴✷✲✮✳❘✷✮✴ ✴ ✲✴✹✴❀✮✯✰✴ ✻✽❚❚✹✮✶❘ ✱✴✹✹❘ ✶✯✵✽✰✮✳❯ scientifica. Forme e funzioni del reclutamento accademico dall’Unità alla Seconda guerra mondiale di Andrea Mariuzzo ................................................................................ 159 ❱❍❆❆❇❄❅❍ ❊❇ ▼❅ ●◆❲❄ ❊❙◆❲❇◆❅❑❄. La strategia di privatizzazione delle FF. SS. di Anna D’Ascenzio ................................................................................ 177 ❳❲❲❇❅❇❆❑●◆●❍ ❅❍❉❉❙❄❲❨●◆. Discrezionalità e opacità nella gestione della sicurezza di Enrico Gargiulo ................................................................................... 195 ❁ PARTE II IDEE NUOVE E POLITICHE INNOVATIVE ▲✴ ✶✯✷✳✮ ✲✯✿✷❘✰✴ ✱✴✹✹❘ ✻✷✮✵❘ ✴✳❯ ✵✯✱✴✷✰❘ ✴ ✹a dottrina giuridica: centri di produzione ed interpretazione del diritto. Il caso siciliano di Francesco Di Chiara ............................................................................ 221 ❬✯✰✼✹✮✶✳✯✲ ❭✽✷✮✲✱✮✶✶✮✯✰❘✹✴✲ ✴✰✳✷✴ ✹❘ ★✭✹✴✲✮❘ ❪ ✹❘ ❭✽✲✳✮✶✮❘ ✲✴✶✽✹❘✷ en la monarquía española: la doctrina jurídica de los siglos XVI y XVII di Belinda Rodríguez Arrocha .................................................................. 241 ✸✯✱✴✹✹✮ ✱✮ ✳✷❘✱✽❀✮✯✰✴ ✴ ✳✷❘✰✲✼✴✷✳ ✰✴✹✹❘ ✲✳✯✷✮❘ ✱✴✹ ✱✮✷✮✳✳✯ internazionale: alcune osservazioni preliminari di Elisabetta Fiocchi Malaspina ............................................................... 261 ➾P✯✷ ❫✽❴ ✼✽✴ ❘❚✯✹✮✱❘ ❘✲❵ ✹❘ ★✰❫✽✮✲✮✶✮❛✰❜ ✪✴✭❘✹✮✲✵✯ ❪ nacionalización de la censura social en la Revolución liberal española di Javier López Alós ................................................................................ 279 ★✹ ✼✽✰❀✮✯✰❘✷✮✯ ✻✽❚❚✹✮✶✯ ✰✴✹✹❘ ❝✻❘✭✰❘ ✼✷❘ ❞✳✳✯ ✴ ❡✯✿✴✶✴✰✳✯ . ▲✯✭✮✶✾✴ ✶✯✷✻✯✷❘✳✮✿✴ ✴ ✮✲✳✮✳✽❀✮✯✰❘✹✮ ✼✷❘ ✳✴✶✰✮✶❘ ✴ ✻✯✹✮✳✮✶❘ ❢❣❤✐❤ - 1936) di Giacomo Demarchi ............................................................................... 297 ▲✴ ✶✯✵✵✮✲✲✮✯✰✮ ✱✴✹ ✱✯✻✯✭✽✴✷✷❘ ✴ ✹❘ ❫✽✴✲✳✮✯✰✴ ✶✯✹✯✰✮❘✹✴❥ il caso libico di Simona Berhe ....................................................................................... 317 ❩ Per un’evoluzione del concetto di fascismo come totalitarismo imperfetto. Il rapporto tra élite istituzionale e popolo nel Dizionario di politica (1940) di Filippo Gorla ....................................................................................... 335 ✩✲✲✮✲✳✴✰❀❘ ✴ ✻❘✷✳✮✳✮ ✻✯✹✮✳✮✶✮. La Dc e la sinistra nel Parlamento repubblicano (1946-1953) di Massimiliano Paniga ............................................................................ 351 ★✻✯✳✴✲✮ ✻✴✷ ✽✰ ❘✻✻✷✯✶✶✮✯ ✮✰✳✴✷✱✮✲✶✮✻✹✮✰❘✷✴ ❘✹✹✯ ✲✳✽✱✮✯ ✱✴✹✹❘ storia della legislazione di Salvatore Mura .................................................................................... 375 ❬ONCLUSIONI Prospettive di interdisciplinarità di Giuseppe Ambrosino e Loris De Nardi ............................................... 393 ✬✰✭✹✮✲✾ ✲✽✵✵❘✷✮✴✲ ❘✰✱ ❦✴❪❧✯✷✱✲ ...................................................... 403 ❡✯✳✮❀✮✴ ✲✽✭✹✮ ❘✽✳✯✷✮ ............................................................................... 421 ❡✯✳✮❀✮✴ ✲✽✮ ✷✴✼✴✷✴✴✲ ............................................................................... 427 ❤ Ringraziamenti Ogni iniziativa scientifica è assai di rado l’impresa di uno spirito solitario e controcorrente: molto più spesso, invece, essa è frutto di un gioco di squadra, magari avviato da pochi che, mettendo in rete i loro capitali (culturale, sociale, economico), concepiscono obiettivi impensabili per il singolo ricercatore. Il presente volume collettivo è un esempio di questo tipo perché rappresenta il prodotto finale di un’intensa attività avviata dai curatori e sostenuta, cammin facendo, da una cinquantina di studiosi – giovani rampanti e maestri affermati – provenienti da molte Università di almeno tre Paesi europei. Pertanto, ci preme ringraziare – in primo luogo – tutti gli studiosi che, rispondendo al call for papers del 2014, hanno reso possibile la realizzazione del progetto MaTriX: la maggior parte di loro figura tra gli autori di quest’opera; altri, pur non avendo pubblicato in questa sede, aderiscono al network di MaTriX e ne sostengono le iniziative. Allo stesso modo, ringraziamo i membri del comitato dei referees per la collaborazione offerta nell’attività di peer review, indispensabile per migliorare sia i contenuti scientifici dell’opera sia l’organizzazione del progetto MaTriX. Rivolgiamo, inoltre, un particolare ringraziamento al professor Antonio Trampus, per la costante disponibilità a collaborare al nostro progetto. Ci sia consentita, infine, una menzione speciale per il professor Livio Antonielli: senza il suo generoso sostegno (e il suo competente giudizio) quest’impresa non avrebbe visto la luce. A Lui e alla prestigiosa istituzione che ci accoglie – l’Università degli Studi di Milano – esprimiamo la nostra sincera gratitudine. Milano, aprile 2015. Il Comitato scientifico di MaTriX ✐ INTRODUZIONE Progetto MaTriX. Numero 0 Giuseppe Ambrosino e Loris De Nardi Che cosa sono le istituzioni? Strutture, regole, pratiche, rappresentazioni socio-culturali che caratterizzano l’organizzazione delle società umane. Istituzioni politiche, dunque. Esse sono il prodotto della realtà com’è, e determinano la realtà come appare perché influiscono sul pensiero e sull’azione degli uomini attraverso le decisioni (le leggi in senso ampio e le sentenze giudiziarie), gli apparati di coercizione fisica (polizie, esercito) e l’universo dei valori che esprimono (sotto forma sia di principi giuridici che di pratiche sociali). Partendo da queste premesse, il progetto MaTriX vuole essere un’occasione di confronto e di riflessione aperta a storici, sociologi, politologi, giuristi, economisti e psicologi sociali che hanno assunto le istituzioni quale oggetto/soggetto delle loro ricerche. Per assolvere al compito prescelto, MaTriX rimuove ogni barriera cronologica e tematica: pur muovendo dai temi legati alla modernità politica europea, il laboratorio non pone limiti spazio-temporali ai suoi collaboratori e fa della interdisciplinarità la sua caratteristica principale. Vista la carica non convenzionale e innovativa del progetto, quest’iniziativa mira in primo luogo a coinvolgere nel dibattito scientifico giovani studiosi che, comunque, abbiano già messo alla prova le loro competenze cimentandosi almeno in una ricerca dottorale. L’intento di MaTriX consiste allora nel promuovere un nuovo ordine del discorso nelle scienze politico-sociali: le istituzioni come chiave di lettura della realtà socio-culturale, politica ed economica. Ben lungi dall’essere una sovrastruttura, esse sono invece un punto d’incontro tra gli interessi e le credenze, la teoria e la pratica, gli ❣❣ ♠NTRODUZIONE - Progetto MaTriX. Numero 0 umani progetti e l’imprevedibilità della storia. In MaTriX le istituzioni politiche appaiono per quel che sono: l’oggetto dei conflitti tra gli uomini per ottenere, abbattere o costruire il potere di imporre interessi e valori. Il loro studio deve tendere perciò a decifrare le dinamiche delle realtà in cui gli uomini vivono e si agitano. Il primo passo per dare forma al progetto MaTriX consiste nella costruzione di un network scientifico che alla vocazione interdisciplinare aggiunga l’elemento della internazionalizzazione dei saperi: se l’interdisciplinarità è lo scopo prefissato, l’internazionalizzazione diviene il metodo attraverso il quale favorire il dialogo tra gli esperti afferenti alle diverse discipline che compongono le scienze politicosociali. Da questa scelta consegue la preferenza per l’opzione plurilinguistica: per dare un respiro veramente europeo alle tematiche di ricerca proposte, il progetto MaTriX riconosce come lingue di lavoro l’inglese, il francese e il portoghese, in aggiunta all’italiano e allo spagnolo, lingue madri del network in fase di costruzione – come dimostrato dai saggi raccolti nel presente volume, scritto (non a caso) proprio in italiano e spagnolo. Si è detto, dunque, che l’interdisciplinarità e l’internazionalizzazione sono le caratteristiche di base di MaTriX; aggiungiamo un terzo elemento che completi l’ordine del discorso: le tematiche di studio proposte dovranno prestarsi a mettere in evidenza le possibili connessioni tra un livello micro – necessario per analizzare ogni fenomeno sociopolitico nella sua complessità – e il livello macro – che opera quale ponte tra i differenti casi di studio. Le connessioni micro/macro divengono la chiave di volta che consente di costruire, infine, il discorso interdisciplinare a cui tende il progetto MaTriX. Perché MaTriX “Numero 0”? Chiariti lo scopo e il metodo, si pone la necessità di stabilire l’incipit del progetto: scelta difficile perché capace di orientare la selezione delle tematiche di ricerca e di determinare – o addirittura di precludere – l’adesione al network da parte di 12 ♥IUSEPPE AMBROSINO E LORIS DE NARDI giovani studiosi che, in quanto tali, posseggono una conoscenza approfondita del(i) solo(i) soggetto(i) di ricerca affrontato(i) nella loro ancor breve carriera. Date queste premesse, il “Numero 0” diviene il punto di partenza di un percorso che consente ad ogni ricercatore interessato alle finalità del progetto MaTriX di proporre un tema – il proprio tema – di ricerca all’attenzione del network di studiosi che compone il laboratorio interdisciplinare in via di costituzione. In un secondo momento, il confronto tra gli argomenti proposti e il dialogo tra gli studiosi che partecipano all’iniziativa determineranno la selezione delle tematiche caratterizzanti le attività di MaTriX – e daranno forma a ulteriori iniziative scientifiche ed editoriali. A tal fine, alla pubblicazione del presente volume si accompagna un seminario di studi all’interno del quale gli autori si confronteranno tra di loro e con gli altri studiosi che avranno deciso di partecipare ai lavori del laboratorio interdisciplinare. In questo modo, le ipotesi proposte dal “Numero 0” verranno ulteriormente raffinate grazie al dibattito scientifico e rappresenteranno un punto di (ri)partenza nel percorso euristico. La scelta di pubblicare un “Numero 0” per inaugurare le attività di laboratorio si giustifica, dunque, non soltanto per includere tutte le proposte scientifiche coerenti con lo spirito di MaTriX, ma anche per mettere a punto un metodo di lavoro, un format che ci auguriamo possa rappresentare, negli anni a venire, un autentico marchio di fabbrica del progetto MaTriX. Il presente volume si pone – nelle intenzioni non soltanto dei suoi curatori ma dell’intero comitato scientifico di laboratorio – quale scintilla capace di accendere il fuoco delle potenzialità insite nel progetto MaTriX. L’opera, suddivisa in due parti, mira a presentare alla comunità scientifica il tema di ricerca trattato da ciascun autore e declinato in modo tale da mettere in risalto sia le Strategie politiche e governance delle istituzioni (Parte I) sia le Idee nuove e politiche innovative (Parte II). Ogni saggio presentato in questa sede rappresenta una proposta di studio attentamente vagliata – sia nel metodo che nel 13 ♠NTRODUZIONE - Progetto MaTriX. Numero 0 merito – e poi confrontata con le altre qui raccolte per mettere a fuoco le possibili prospettive di interdisciplinarità. In quest’ottica, il “Numero 0” diviene sia un mezzo per includere specialisti provenienti dai diversi settori delle scienze politico-sociali; sia uno strumento attraverso il quale forgiare nuovi soggetti di studio, a partire dalle ricerche che ciascun autore ha già realizzato nel proprio tradizionale ambito di lavoro. 14 CONCLUSIONI Prospettive di interdisciplinarità Giuseppe Ambrosino e Loris De Nardi Interdisciplinarità, internazionalizzazione e connessioni micromacro: ecco gli elementi che, valorizzando le peculiarità di ciascuna ricerca, consentono di forgiare le proposte di MaTriX per lo studio delle istituzioni. L’interdisciplinarità rappresenta lo scopo del progetto MaTriX e, allo stesso tempo, anche lo strumento attraverso il quale delineare nuovi soggetti di studio. A tal fine, il “Numero 0” di MaTriX ha valorizzato le diversità disciplinari facendo appello a studiosi che provengono da ambiti differenti delle scienze politico-sociali: storici del diritto, delle istituzioni e della società, così come sociologi e politologi hanno alimentato in questa sede il dibattito scientifico proponendo i loro temi di ricerca, analizzati attraverso la tecnica di lavoro appresa nella propria comunità scientifica di provenienza. Partendo da queste premesse, ciascun autore ha poi declinato il proprio argomento di lavoro in modo tale da mettere in risalto i due temi di riflessione – le strategie politiche e la governance delle istituzioni, le idee nuove e le politiche innovative elaborate in seno alle istituzioni – che sono stati proposti dai curatori al sol fine di rendere comparabili le suggestioni elaborate dai singoli autori. In tal modo, abbiamo voluto creare una base solida sulla quale edificare la costruzione interdisciplinare, senza con ciò preordinare il dibattito in corso: il confronto tra le suggestioni avanzate dagli autori è avvenuto ‘spontaneamente’ perché non è stato determinato dalla necessità di rispettare una griglia rigidamente preconfezionata. Così facendo, abbiamo inteso costruire “dal basso” le proposte di MaTriX: il “Numero 0” ha consentito ad ogni autore di proporre un’ipotesi di lavoro elaborata nel proprio campo di ricerca e, poi, di mettere a confronto i dif♦✐♦ ♣qrst✉✈✈✇①✉ ②✇ ✇③✈✉q②✇s④✇t⑤✇③⑥q✇✈⑦ ✼✴✷✴✰✳✮ ✶❘✲✮ ✱✮ ✲✳✽✱✮✯⑨ ✼✯✷✭✮❘✰✱✯ ✶✯✲❵ ✹✴ prospettive di interdisciplinarità di MaTriX. Ponendosi nell’ottica testé indicata, Alessandro Arienzo ha aperto la Parte I, dedicata alle Strategie politiche e governance delle istituzioni, proponendo un’indagine ragionata sul rapporto tra ragion di Stato, governance e democrazia. Analizzando questo delicato intreccio, l’autore ha sostenuto che è forse possibile individuare un punto di contatto nelle trasformazioni degli attuali sistemi democratici in vere e proprie “democrazie dell’emergenza”, ossia in sistemi politici e istituzionali segnati da una quotidianità emergenziale che ne caratterizza, in senso conservativo, l’operato. Infatti, queste “nuove” democrazie vivono di ampi spazi di discrezionalità esecutiva e amministrativa, e s’inscrivono in una più complessiva governance della sicurezza che allarga gli orizzonti della conservazione politica a scenari più vasti del solo Stato-nazione: lo Stato conserva certamente un ruolo decisivo, ma è sempre più spesso oggetto di processi – prevalentemente eterodiretti – di global governance e di security governance nei quali sicurezza e sviluppo sono inestricabilmente connessi. Beatrice Saletti ha situato la sua analisi nel ducato estense alla fine del Quattrocento e, prendendo spunto dalla corrispondenza dei duchi con alcuni fra i loro più stretti collaboratori, ha suggerito alcune possibili linee di ricerca riguardanti gli ufficiali estensi. Posto che la condizione dei dipendenti amministrativi dei duchi è stata affrontata ad oggi solo raramente e tangenzialmente (all’interno di ricerche focalizzate sulle istituzioni, sulle dinamiche politiche, sulle élites di governo o sulla storia culturale), l’autrice ha posto l’esigenza di tornare ai documenti per affrontare con maggiore attenzione le relazioni tra ufficiali e duca, ufficiali e ufficiali, ufficiali e sudditi del duca. Alessandro Buono ha proposto una riflessione sulla “crisi politica generale” del Seicento attraverso l’esame della coeva realtà lombarda, spiegando come un sistema politico possa resistere a una gra- ♦✐⑧ ♥IUSEPPE AMBROSINO E LORIS DE NARDI ✿✴ situazione di crisi proprio mantenendo aperti i canali di comuni- cazione del potere e della giustizia, come avvenne nella Lombardia spagnola al tempo di Filippo IV. In questo contesto, il malcontento generato dalla forte pressione militare sul Milanesado fu oggetto di una oculata politica di contenimento, che permise la straordinaria tenuta della fedeltà dei vassalli lombardi, in controtendenza rispetto a quanto stava accadendo in altri contesti regionali della Monarchia cattolica. Loris De Nardi ha espresso la necessità di guardare alla Sicilia Barocca tenendo sempre a mente il trinomio consenso-esercizio della politica-spazi istituzionali, per comprendere l’importanza della politica intesa come capacità (e/o possibilità) di mettere in atto una rappresentanza di interessi presso l’autorità sovrana. In linea con questa tesi, il contributo presentato ha come oggetto l’azione di governo di Francisco de Benavides de la Cueva, conte di Santiesteban, Viceré di Sicilia negli anni successivi alla Guerra di Messina (16781687), che realizzò la costruzione del consenso attraverso un rafforzamento del legame tra Corona e baronato, realizzato grazie alla difesa della centralità del Parlamento nelle dinamiche istituzionali isolane. Così facendo, il conte di Santiesteban riaffermò pubblicamente il ruolo politico dell’antica nobiltà che, esclusa dai principali tribunali con la riforma filippina del 1569, aveva in questa sede la sua principale roccaforte istituzionale. Giuseppe Ambrosino ha spostato l’attenzione sulla Francia del “dopo Luigi XIV”, allorquando il Reggente Philippe d’Orléans, appena insediato al potere, restituì alle corti sovrane di giustizia il diritto di rimostrare durante la registrazione delle lettres patentes – le leggi del re. Il ristabilimento del diritto di rimostranza preventivo rappresentò un tornante nelle vicende della monarchia: il Reggente scelse, infatti, la via del consenso e del compromesso con le élite, garantendosi l’appoggio di quei corpi (come i robins) o di quei nobili rimasti ai margini del regime precedente e desiderosi di trovare spazio ♦✐✺ ♣qrst✉✈✈✇①✉ ②✇ ✇③✈✉q②✇s④✇t⑤✇③⑥q✇✈⑦ ✰✴✹ ✰✽✯✿✯ ✶✯✷✲✯⑩ ❬✯✹ ✻❘✲✲❘✷✴ ✱✴✭✹✮ ❘✰✰✮⑨ ✮✹ ✲✮✲✳✴✵❘ ✱✮ ✭✯✿✴✷✰✯ ✱✴✹ periodo louis-quatorzien venne progressivamente restaurato dallo stesso Regente: eppure, il Parlement di Parigi e le altre «cours souveraines», recuperato un ruolo politico in seno allo Stato monarchico, continuarono ad esercitare le loro prerogative, in chiave politica, ben oltre i limiti cronologici della reggenza. Alessandro Giovanazzi ci ha condotto nell’Italia del primo Ottocento, un laboratorio politico nel quale l’installazione dei consigli di prefettura di matrice francese non fu esente da consistenti interventi di adattamento alla realtà italiana: in questo contesto, le pratiche di gestione presenti negli antichi Stati italiani di fatto si radicarono nel riformato sistema istituzionale napoleonico. Ne conseguì la nascita di un’istituzione con notevoli elementi di originalità rispetto al corrispettivo francese e, in particolare, si è colto come i consigli di prefettura del Regno d’Italia napoleonico, istituzioni collegiali affiancate al prefetto e composte dal notabilato di ciascun dipartimento, sopperirono alla mancanza di quel canale di comunicazione istituzionale tra società e autorità ormai non più riconosciuto ai cosiddetti corpi intermedi. Simona Fazio ha indagato la genesi, la struttura ed il funzionamento della Deputazione di Santa Maria Visita Carceri, come pure l’insieme delle attività da essa svolte, dal 1827 (anno in cui vennero riformati gli Statuti di Regolamento dell’istituzione) e fino alla soppressione dell’ente, avvenuta nel 1838. Immersa nel ben più ampio processo di riforma in atto nel Regno delle Due Sicilie, l’evoluzione di questa istituzione ha permesso di ricostruire un segmento del controverso rapporto intercorso tra la nobiltà isolana e la casa regnante, e tra potere locale e potere centrale; al tempo stesso, l’autrice ha formulato molteplici spunti di riflessione in relazione al processo evolutivo che la penalità siciliana registrò in quegli anni. Andrea Mariuzzo ha affrontato un argomento che riguarda da vicino il ruolo dei protagonisti principali nella gestione delle istitu- ♦✐❁ ♥IUSEPPE AMBROSINO E LORIS DE NARDI ❀✮✯✰✮ ❘✶✶❘✱✴✵✮✶✾✴ ✮✳❘✹✮❘✰✴ ❢✶✯✰ ✻❘✷✳✮✶✯✹❘✷✴ ✷✮✼✴✷✮✵✴✰✳✯ ❘✹ ✰✽✵✴✷✯ ✴ allo status professionale degli insegnanti), in funzione di un prossimo studio, puntuale e approfondito, delle pratiche di reclutamento universitario. Il periodo considerato ha permesso di analizzare l’entrata “a regime” in Italia di un sistema di selezione rivelatosi eccezionalmente duraturo, e di offrire una mappatura (temporale e geografica) dei componenti della comunità accademica destinati a reggerne le sorti – ben oltre l’interruzione nel funzionamento della macchina statale imposta dalla Seconda guerra mondiale. Anna D’Ascenzio ha ricentrato l’attenzione sul recente passato, sostenendo l’ipotesi che, nella pratica di governo della contaminazione da asbesto, le FF.SS. abbiano sperimentato una deterritorializzazione dello Stato sociale: facendo proprie le tecniche di gestione economica, il gruppo ferroviario italiano ha agito sulla «fame» da lavoro e il «costo» della salute, contrapponendo questi diritti (fondamentali) dei lavoratori. Gli effetti “di sistema” di tale gestione sono stati l’indebolimento della struttura sindacale e la riorganizzazione del trasporto pubblico, con l’esternalizzazione di attività produttive presso imprese terze. Enrico Gargiulo si è soffermato, da un lato, sulla gestione della sicurezza pubblica, ossia sulle modalità con cui il controllo della conflittualità sociale è attuato; e, dall’altro, su di un aspetto specifico della sicurezza urbana, vale a dire sulle strategie tramite cui alcune amministrazioni locali, appellandosi alla necessità di tutelare l’incolumità della popolazione comunale, provano a regolare in maniera autonoma le procedure di iscrizione anagrafica, per effettuare una selezione tra le persone presenti nel territorio – escludendo così le categorie indesiderate. Nonostante le differenze che li separano, i due ambiti analizzati hanno entrambi messo in risalto la presenza di un tratto che caratterizza in maniera costante le istituzioni italiane odierne: il richiamo – spesso pretestuoso – alla necessità di tutelare la sicurezza della comunità nazionale o delle singole comunità locali ♦✐❩ ♣qrst✉✈✈✇①✉ ②✇ ✇③✈✉q②✇s④✇t⑤✇③⑥q✇✈⑦ è ❇❲❋❇❍❈◆❑❄ ❋❍● ❉❍❈❇❑❑❇❲◆●❍ ❉❙❍❆❍●❃❇❶❇❄ ❊❇ ▼❅ ❋❄❑❍●❍ ❃❷ e si configura come altamente discrezionale e opaco, essendo invisibile, o quantomeno scarsamente comprensibile, nella sua logica e nei meccanismi che ne regolano il funzionamento. Francesco Di Chiara ha aperto la Parte II, intitolata Idee nuove e politiche innovative, rilevando come un dato sembri accomunare la Sicilia cinque-seicentesca alle altre realtà territoriali europee coeve, vale a dire la stretta connessione tra l’ambito dottrinale e quello della prassi giudiziaria: entrambi, infatti, contribuirono a formare la scienza giuridica dell’età moderna. I giudici-giuristi facevano le sentenze e ne attuavano la ricostruzione dottrinale nella decisio, finendo per influenzare, proprio per via dottrinale, la giurisprudenza successiva. Ma la decisio era altresì specchio di un diritto comune che nel Cinquecento tendeva a “regionalizzarsi”, creando un nesso inscindibile con i nascenti diritti patri. In tal senso, gli autori delle raccolte di decisiones siciliane adattavano le soluzioni fornite dal diritto comune all’ordinamento in cui operavano – nel caso di specie, quello siciliano. Così, sempre per via dottrinale, i tribunali siciliani divennero anche luoghi di recezione ed elaborazione di un diritto comune “nuovo”. Belinda Rodríguez Arrocha ha completato, tanto sul piano logico quanto su quello cronologico, l’analisi della relazione tra teoria e prassi nell’universo della Monarchia cattolica in età moderna. L’autrice ha trattato alcuni fra i maggiori autori che scrissero sopra la risoluzione dei conflitti giurisdizionali tra giudici civili ed ecclesiastici. A tal proposito, se è provato che la censura dell’Inquisizione fu applicata alle dissertazioni giuridiche riguardanti la salvaguardia della giurisdizione monarchica, nella pratica giudiziaria e governativa delle province americane il Consejo de Indias, le Audiencias e i viceré si adoperarono, attraverso gli strumenti giuridici posti a loro disposizione dall’ordinamento monarchico, per restringere quanto più possibile gli ambiti di intervento della Chiesa di Roma. ♦✐❤ ♥IUSEPPE AMBROSINO E LORIS DE NARDI ❸❉❇❆◆❨❍❑❑◆ ❹❇❄❃❃❷❇ ❺◆❉◆❆❋❇❅◆ ❷◆ ❆❋❄❆❑◆❑❄ ❉❙◆❑❑❍❅❶❇❄❅❍ ❆▼❉ ❑❍❲◆ dei modelli di traduzione e transfert nella storia del diritto internazionale, presentando uno studio avente ad oggetto le più recenti teorie sulla traduzione. Il fine dichiarato risiede nel tentativo di (ri)leggere alcune fasi della storia del diritto delle genti (poi diritto internazionale), illustrando, in particolare, il processo di transfert (e le relative dinamiche politiche, culturali, giuridiche ed economiche) insito nella circolazione di un trattato di diritto internazionale, tra il Sette e l’Ottocento. Javier López Alós ha dimostrato come il conflitto tra la logica moderna, insita nel concetto di sovranità, e l’Inquisizione trapassi dalla teoria alla pratica politica del primo Ottocento spagnolo, fino alla definitiva estinzione di quella istituzione nel 1834. In quest’ottica, si può parlare dell’intento liberale di ‘nazionalizzazione’ della religione come di un elemento chiave per costruire lo Stato moderno in Spagna e per disattivare l’istituzione che incarnava la censura sociale, trasformandola così da tribunale religioso a istituzione secolare. Giacomo Demarchi ha riproposto il caso di studio spagnolo, rintracciando nelle pagine dei Diari di Sessione delle Cortes Constituyentes della Repubblica gli elementi di una storia di lungo periodo, quella della fondazione teorica e pratica del mondo della “funzione pubblica” nel contesto spagnolo. L’autore ha ricostruito un «percorso accidentato», caratterizzato da una costellazione di amministrazioni che spesso nascosero, dietro alle forme di un linguaggio giuridico otto-novecentesco, logiche antiche e nodi fondamentali che vennero rimessi in gioco nel laboratorio costituente repubblicano, teso a costruire una pubblica amministrazione coinvolta attivamente nella edificazione di uno Stato democratico partecipativo, fondato su di una sovranità popolare regolata e limitata dalle norme del diritto. Simona Berhe ha introdotto nel discorso di MaTriX il tema del colonialismo, a partire dall’esperienza italiana del primo dopoguerra: ♦✐✐ ♣qrst✉✈✈✇①✉ ②✇ ✇③✈✉q②✇s④✇t⑤✇③⑥q✇✈⑦ ❅❍❉ ❼❽❼❾❿ ❇❅ ❂❑◆❉❇◆ ❆❇ ●❍❆❋❇●◆➀◆ ▼❅❙◆●❇◆ ❲❄❉❑❄ ❊❇➀❍●❆◆ ●❇❆❋❍❑❑❄ ◆ ➁▼❍❉❉◆ di sette anni prima, quando Roma marciava verso l’Africa convinta di riuscire a conquistare la Libia in poche settimane e incontrando perfino il favore dei libici – impazienti di liberarsi dal giogo ottomano. Nel 1918, il governo italiano era consapevole che la “riconquista” della Libia avrebbe comportato ampie concessioni alle popolazioni colonizzate, le quali avevano guadagnato sul campo di battaglia una posizione di vantaggio rispetto ai colonizzatori. Il dibattito sviluppatosi all’indomani della fine della Grande guerra servì a dare un senso a questa svolta della politica coloniale italiana: i luoghi della discussione furono i giornali, le riviste, le piazze; mentre a livello istituzionale la riflessione si svolse all’interno delle commissioni del dopoguerra. Filippo Gorla ha proposto un’evoluzione del concetto di fascismo come totalitarismo imperfetto, frutto dell’interpretazione di Sabbatucci, attraverso lo spostamento del suo baricentro dall’ambito dell’azione politica all’apparato ideologico del regime, la cui farraginosità può essere interpretata come l’indizio di una sostanziale immaturità teorica. Il caso di studio di questo articolo è rappresentato dalla coesistenza, nell’ideologia fascista, di due indirizzi ideali divergenti: da un lato, la tendenza a riconoscere una posizione superiore e separata, nel corpo sociale della nazione, a coloro che appartenevano all’establishment del Partito nazionale fascista (o alle realtà a esso collaterali), indicandoli quali esponenti di una nuova aristocrazia; dall’altro lato, l’insistente connotazione del fascismo come fenomeno politico egualitario e totalitario perché capace di dialogare con le varie componenti della società italiana, ricomprendendole tutte. Massimiliano Paniga ha affrontato il tema degli orientamenti dei maggiori partiti politici italiani in materia di assistenza, all’alba della Repubblica. Se durante gli anni della Costituente trovarono largo spazio, in materia di protezione sociale, le asserzioni della “seconda generazione” Dc, nella prima Legislatura repubblicana prevalse ⑧❻❻ ♥IUSEPPE AMBROSINO E LORIS DE NARDI ❉❙❇❲❋❄❆❑◆❶❇❄❅❍ ❊❍❈◆❆❋❍●❇◆❅◆ ❊❍❉❉❍ ❋❄❉❇❑❇❃❷❍ ❆❄❃❇◆❉❇ ❍ ❊❍❉❉❙◆❆❆❇❆❑❍❅❶◆❿ che poneva al centro del sistema socio-economico la società civile e la libera iniziativa; tuttavia, gli anni del centrismo evidenziarono una forte continuità con il passato più recente: anche (se non soprattutto) per motivi di natura clientelare e particolaristica, il sistema di Welfare State venne potenziato per proteggere vecchie e nuove categorie di assistiti, allargando pure la costellazione degli enti assistenziali. D’altro canto è emersa, per il settore dell’assistenza, la stretta relazione tra il Partito socialista e quello comunista: sia il Pci che il Psi sottovalutarono, in quegli anni, l’importanza della tematica assistenziale, ritenuta a torto un’area “d’elezione” dell’iniziativa cattolica e della Chiesa, e perciò subordinata, dalle Sinistre, alle riforme di sistema. Salvatore Mura ha ricostruito, a partire dal caso di studio rappresentato dalla legislazione della Regione autonoma della Sardegna (dal 1949 al 2009), alcuni spunti di riflessione, specialmente di carattere metodologico, sulla storia della legislazione, il cui studio necessita di un approccio che si colloca al confine tra la storia delle istituzioni politiche, la politologia e la sociologia politica. Una siffatta indagine presenta, infatti, le potenzialità per leggere i dati sulla produzione normativa con un’ottica diversa, rivolta cioè ai meccanismi e alle dinamiche situate all’origine delle leggi, del sistema politico (il ruolo dei partiti, dei gruppi di pressione, il livello di clientelismo) e della classe politica (la formazione, la provenienza familiare, quella sociale e quella territoriale). ‫٭‬ Abbiamo così inteso accendere la miccia di MaTriX. Aggiungiamo che se l’interdisciplinarità è lo scopo del progetto in essere, l’internazionalizzazione diviene il metodo attraverso il quale favorire un dialogo su base – quantomeno – europea. Il network di MaTriX, infatti, prende forma da un sistema di relazioni italo-spagnole, come ⑧❻❣ ♣qrst✉✈✈✇①✉ ②✇ ✇③✈✉q②✇s④✇t⑤✇③⑥q✇✈⑦ ✱✮✵✯✲✳✷❘✳✯ ✲✮❘ ✱❘✹✹❘ ✻✷✯✿✴✰✮✴✰❀❘ ✱✴✭✹✮ ❘✽✳✯✷✮ ❢✻✴✷ ✹✯ ✻✮➃ ✮✳❘✹✮❘✰✮⑨ ✴ poi spagnoli) che dalla maggior parte dei soggetti di ricerca proposti (che, salvo alcune eccezioni, si concentrano su casi di studio focalizzati sull’Italia e la Spagna). La nostra ambizione è, però, un’altra: ampliare il raggio di azione del network per dare un respiro veramente europeo al discorso sull’interdisciplinarità nelle scienze politico-sociali. Percorrendo questa via, intendiamo promuovere un dibattito teso a ripensare lo spazio culturale europeo, anche attraverso un confronto tra ciò che consideriamo oggi Europa e quelle realtà sociopolitiche – pensiamo alle Americhe e all’Africa – che, pur conservando dei legami molto forti con l’esperienza europea, rappresentano ormai il «nuovo mondo», aperto e completamente decolonizzato. Aggiungiamo pure una terza chiave di lettura di MaTriX: le proposte di interdisciplinarità nascono attraverso le necessarie connessioni tra un livello micro – indispensabile per analizzare ogni fenomeno sociopolitico nella sua complessità – e il livello macro – che opera quale ponte tra i differenti casi di studio. Grazie a quest’ultimo elemento, è possibile “far dialogare” casi di studio assai diversi sia nel merito dell’argomento trattato che nel metodo di analisi, ma suscettibili di mettere in risalto la costruzione dei profili socio-istituzionali insiti nella creazione di nuove istituzioni (come, per esempio, i consigli di prefettura del Regno d’Italia napoleonico), nella riforma di antiche istituzioni (è il caso della Deputazione di Santa Maria di Visita Carceri) o, ancora, nel mantenimento dei necessari canali di comunicazione del potere e della giustizia (come avvenne nella Lombardia spagnola al tempo di Filippo IV). Concludiamo esprimendo l’auspicio che tali proposte rappresentino il punto di partenza di un percorso che, stimolato dalla sfida interdisciplinare, giunga infine a forgiare nuovi soggetti di ricerca nel campo delle scienze politico-sociali. ⑧❻➂ English summaries and keywords Giuseppe Ambrosino, Ruling the transition. French monarchy during Philippe d’Orléans Regency. Paris, September 2nd, 1715: Louis XIV has just died and the Parisian Parlement is ready to examine the Sun King’s will, and to decide, given the new king’s minority, the establishment of duke Philippe d’Orléans Regency (he was the dead king’s nephew and the “first prince of blood of the Kingdom”). To protect his illegitimate children (the duke of Maine and the count of Toulouse) Louis XIV has tried to settle the future Regency with a will, but this was invalidated by the Parliament, that voted the establishment of a «entière, indépendente» Regency, declared Thursday, September 12th, during the lit de justice held in the presence of the new king Louis XV. September 15th, 1715: shortly after the assignation, the Regent gives the right to remonstrate during the lettres patentes (the king’s laws) registration back to the High Court of Justice. Is it a liberal development made by the system, or just a return to the past? The restore of the preventive remostration right represents a turning point for the monarchy history: the Regent Philippe d’Orléans chooses to take the road of consensus and compromise with the élites, obtaining the support of those robins and nobles marginalized during the previous regime and eager to find their place in the new political process. Thus, the system created by Louis XIV is abandoned and replaced by a network of Conseils: it’s the birth of the polysynodie. The word polysynodie indicates a system of government based on a network of councils, that substitute the Secretaries of State and all the governance structures held by the Crown officiers. This system, however, doesn’t last for long time: in September 1718 the polysyn- ⑧❻♦ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ceases to exist, the Conseils are dismantled and the Secretaries of State are restored in service as officers in charge of the administrative government organization. The system of government into force during the louis-quatorzien era is progressively reestablished: the restore of the structures and the governance practices in force during the Louis XIV regime is completed in June 1722, on the same day Louis XV comes back to Versailles. The Orléans – already become the dominus of the French policy – settle down everything in such a way that the Conseil de Régence could disappear easily. Nevertheless, the Parisian Parliament and all the other «cours souveraines» have regain a political role within the monarchical State – thanks to the negotiations that took place before September 1715 and the reforms implemented after September 15th. ➌➍➎➏ Keywords: Louis XIV, Louis XV, Philippe d’Orléans, French monarchy, regency, Parisian Parlement, Conseil de Régence, officiers, polysynodie. Alessandro Arienzo, Democratic reason of state and emergency governance. The expression “Reason of State” belongs to the language and the political culture of the late Renaissance period. Still today this expression is commonly used to mean recourse to force or, at any rate, to exceptional instruments on the part of a subject of political power who acts out of the need to keep personal command and to guarantee law and order within society. Beginning from the early 1980s a wide number of studies questioned the conceptual association between Machiavelli and reason of state as well as Friedrich Meinecke’s interpretation of ratio status as machtpolitik. This new scholarship described reason of state as an art of government ex- ⑧❻⑧ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✻✷✴✲✲✮✰✭ ❘ ✲✻✴✶✮✼✮✶ ✲✴✰✲✮❚✮✹✮✳❪ ✳✯❧❘✷✱ ✳✾✴ ✲✳❘✳✴ ❘✰✱ ❘✮✵✴✱ ❘✳ ✱✴✼✮✰✮✰✭ the techniques for its management and preservation. By following this new line of study, the essay examines the relations between democracy and reason of state in order to further an interpretation of contemporary democracies as “emergency democracies”. Democratic reason of state will not be interpreted as the constitutional exercise of exceptional powers in extreme necessity but as the recourse to emergency policies in recurrent and enduring crisis. The article also discusses the relations between reason of state, democratic institutions and global governance in order to debate the role of democratic reason of state within the broader framework offered by security governance international programs. Keywords: Governance, Reason of State, Human security, Democracy, State, Constitutionalism. Simona Berhe, The postwar commissions and the colonial issue: the case of Libya. The First World War ended with a heavy defeat in Libya for Italy. In 1915, the Italian army had to withdraw from the Libyan inner regions; at the end of the last years of the conflict (1918), Rome controled only few cities. Moreover, Italy had to face the anticolonial propaganda, fed by the Wilsonian ideas and the Arab nationalism widespread in North Africa. Those circumstances forced Italy to reshape its colonial policies, based on a racial hierarchic system. The essay examines the public debate about the colonial reforms held in the postwar commissions. In particular, it focuses on two issues: the education of the Libyans and the citizenship laws. ⑧❻✺ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ➐✴❪❧✯✷✱✲❥ ▲✮❚❪❘⑨ ✴✱✽✶❘✳✮✯✰ ✲❪✲✳✴✵⑨ ✶✮✳✮❀✴✰✲✾✮✻ ✹❘❧✲⑨ colonial identity, Italian colonialism. Alessandro Buono, The Extraordinary Government and the “Patience of the Vassals”. Reflections Around the “General Political Crisis” of the Seventeenth Century. This article, starting from two recent interpretations of 17th Century Political Crisis by F. Benigno and M. Rivero Rodríguez, explores the impact of the Thirty Years’ War and the new style of “extraordinary government” on Spanish Lombardy’s political and institutional system. The fact that the State of Milan was not involved in the revolts spread throughout the Monarchy during the fifth decade of the 17th century, despite a precarious and burdensome situation caused by the war, is argued to be the result of a successful preservation of an effective communication channel between the “King’s justice” and the cries of his “poor vassals”. Keywords: Seventeenth Century General Crisis, State of Milan, Early Modern Spanish Monarchy, Early Modern Political Institutions. Anna D’Ascenzio, Disposal asbestos. The strategies of the FF.SS. in the controversy for right to the health. In 1979 FF.SS. launched a ten-year plan for asbestos abatement and reduction in partnership with Officine Grandi Riparazioni (OGR) and other six private firms to restore «516 electric locomotives, 1002 electric vehicles, 271 thermic vehicles, and 4044 coaches». Un- ⑧❻❁ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✼✯✷✳✽✰❘✳✴✹❪ ✳✾✴ ❘❚❘✳✴✵✴✰✳ ✯✼ ✳✾✴ ❘✲❚✴✲✳✯✲ ✶✯✽✹✱ ✰✯✳ ❚✴ ❘✶✾✮✴✿✴✱⑨ because OGR was not able to provide the necessary professional skills. For this reason FF.SS. decided to reshape its policy, introducing an early form of labour market flexibility in the public system, reproducing the European model of public transport privatization. The outsourcing strategy was undertaken by FF.SS.’s managers in a crucial moment – between 1980 and 2000 – in which the labour in the rail sector lost about 46% of its workers in Europe. Keywords: FF.SS., asbestos, labour, outsourcing, rail sector. Giacomo Demarchi, The Civil servant in Spain between Nineteenth and Twentieth Centuries. Corporate and institutional logics between technique and politics (1898-1936). The binomial Officer-Public Administration was one of the pillars on which the Nineteenth century liberal State was built. During this period a strongly teleological vision of statehood strenghtenes, even though we must take into account the complexity of this controversial process. In this respect, Spain can be considered a significant case, until now relatively unknown by our historiography: the construction of a model formally in compliance with the characters of the moderate liberalism did not mean the clear break of paradigms of corporate society. The world of Spanish public officials is a privileged observation point: the articulated constellation of administrations, that made up the Spanish civil service between XIX and XX centuries, gave a constant tension between legal and substantial reality of power and institutions, bound to the Officium logic. Those problems were not solve by the Ley de Funcionarios of 1918, and emerged again in the Spanish democratic Constituent of 1931, when the necessary col⑧❻❩ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✹❘❚✯✷❘✳✮✯✰ ❚✴✳❧✴✴✰ ✳✴✶✾✰✮✶❘✹ ❘✰✱ ✻✯✹✮✳✮✶✲ ✻✽✳ ✯✰ ✳✾✴ ❘✭✴✰✱❘ ✳✾✴ ✮s- sue of loyalty of the citizen – official. Keywords: public official, legal technique, Spain, 1931 Constitution, Public Administration, rights. Loris De Nardi, Consensus building as a political strategy and government instrument: Francisco de Benavides de la Cueva, count of Santo Stefano, viceroy of Sicily (1679-1787). The essay examines the government of Francisco de Benavides de la Cueva, count of Santo Stefano, viceroy of Sicily during the years following the War of Messina (1678-1687). In particular, the author underlines a specific aspect of his rule: the consensus building, through a closer link between the Crown and the lords; this link was strenghtened thanks to the defense of the importance of the Parliament in the institutional dynamics. In this way, the count of Santo Stefano reasserted the political importance of the ancient nobility, which, left out from the major tribunals after the filipina reform in 1569, had in the Parliament his most important institutional stronghold. Keywords: Catholic Monarchy, Kingdom of Sicily, vice royal government, Political institution, Political representation, Parliament, consensus building, Francisco de Benavides de la Cueva, War of Messina. Francesco Di Chiara, The Early Modern Age supreme courts and the legal doctrine: core of Law production and interpretation. The Sicilian case. ⑧❻❤ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ➑❍❈◆❉ ❆❃❇❍❅❃❍ ❇❅ ➒❇❃❇❉➓❿ ❨❍❑➔❍❍❅ →➣↔↔ ◆❅❊ →↕↔↔❿ ❇❆ ❃❷◆●◆❃❑❍●❇❶❍❊ by a very close connection with the field of procedure. In fact, this is evident from the works of Sicilian jurists which are composed in this period. Like all the others modern territorial-political systems in Europe, even Sicily is characterized by the presence of royal Courts of Appeal, institutions that a consolidated – even if outdated – legal-historical tradition brings together under the generic name of “Grandi Corti” (Great Courts) or “Tribunali Supremi” (Supreme Courts). Therefore, it is certain that in the last decades of the Sixteenth century and the first half of the following century, also in Sicily, a technique of production flourishes. It grows around the nucleus of the Sicilian’s Supreme Courts, closely related to the activity of these courts. The authors of these doctrinal works were at the same time judges and jurists. Indeed, in large part they were professors or former professors at the University of Catania and Messina. The article analyzes the Sicilian legal doctrine in the Early Modern Age, giving an account of the contribution of this doctrine in the effective formation of the positive law in the Kingdom of Sicily. Thus the analysis focuses on the literary genres used by the doctrine achieving that aim. Keywords: Decisiones, supreme courts, legal doctrine, Regnium Siciliae, jurist, jugde. Simona Fazio, Philanthropic institutions and the management of detention places in the Kingdom of the Two Sicilies. The experience of Palermo and the role of the Deputazione di Santa Maria di Visita Carceri (1827-1838). During the first half of the nineteenth century, a plenty of charitable institutions played a key role in the management of Sicilian prisons. Among them, of particular importance was the Deputazione ⑧❻✐ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ➍➎ ➙➛➜➝➛ ➞➛➟➎➛ ➡➎➢➎➝➛ ➤➛➟➥➏➟➎ which, composed by 21 major repre- sentatives of the local aristocracy, had a pivotal role in taking care of the inmates locked up in the Vicaria of Palermo. Through a selection of the unpublished documentation kept in the State Archives of Palermo – Gancia – the essay analyzes the genesis, structure and operation of the Deputazione since its refoundation (1827) and until its abolition (1838). Immersed in the much broader reform process underway in the Kingdom, the evolution of this philanthropic institution came to constitute a crucial warning through which analysis and assessment of the developments are related to the complex existing relationship between the central government and local noble élite – intended as a privileged and institutionalized body typical of the society of the Ancien Régime; at the same time, it provides useful information to draw a milestone in the peculiar evolutionary process that the penalty in Sicily recorded in those years. Keywords: Kingdom of Two Sicilies, Palermo, philanthropic institutions, prison reform, penal system. Elisabetta Fiocchi Malaspina, Translation models and transfer in the International Law history: some preliminary observations. The present essay aims to re-read the history of law of nations and International Law using different approaches which have been made in Cultural and Translation Studies. The article starts taking into account the role that Jean Barbeyrac had for his translations of Grotius and Pufendorf’s works; after a short excursus on Jean and Emer de Vattel, the attention is focused on the different use of Vattel’s work in the political context of the 19th century. ⑧❣❻ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ➐✴❪❧✯✷✱✲❥ ▲aw of Nations, International Law, Translation Studies, Emer de Vattel, Ecole Romande du Droit Naturel, Jean Barbeyrac. Enrico Gargiulo, Shadow policing. Discretionary and opaque powers within the management of security in contemporary Italy. During the last years, security has increasingly become an issue within the Italian context: actions and policies aimed at protecting the population from the “supposed” threat represented by migratory flows have increased, also at the local level; meanwhile, the growing social conflict due to the even more sharp economic crisis has been considered by the political authorities mostly as a problem of public order. More in details, the management of security has taken place within an emergency frame: urgency has been claimed as a pretext to use administrative means and practices strongly pivoted on the idea of exception more than on the rule of law. This way, national and local authorities as well as police forces have triggered mechanisms and gave rise to processes barely visible and understandable even if not, in some cases, secret. This essay aims at analysing these mechanisms and processes, so as to cast light on some critical and structural aspects of the management of security. To this end, the essay focuses the attention, on one hand, on public security, and more specifically on the ways with which police forces maintain public order, and on the other hand on urban security, namely on the strategies through which some Municipalities try to manage independently the procedures of enrolment into the registry office, with the purpose of selecting people who deserve to live within their territory. The two spheres of security here described are without doubt quite different one from each other: policing protest is a specific ⑧❣❣ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✳❘✲❦ ✯✼ ✳✾✴ ✻✯✹✮✶✴ ✼✯✷✶✴ ❘✰✱ ✮✲ ✶✾❘✷❘✶✳✴✷✮❀✴✱ ❚❪ ❘ ✹✯❧ ✹✴✿✴✹ ✯✼ ✹✴✭❘✹ formalisation, whereas the procedures of enrollement into the registry office are committed to local governments, involving only indirectly the police, and are ruled by clear and precise laws. Yet, despite their differences, both these two spheres show the same trait: security is often used as a pretext for exercising a discretionary and opaque power. This way, they unveil a deep ambiguity of the Italian democratic institutions. Keywords: public security, urban security, public order, policing protest, police force, Municipalities, enrollement into the registry office, discretionary power, opaque power, secrecy. Alessandro Giovanazzi, The prefecture councils of the Napoleonic Kingdom of Italy. The twenty years ranging from 1796 to 1815 were for Italy a period of great changes. Conquered by the French troops, the Italian Peninsula was subject to a massive importation of rules from the transalpine system. In 1806, in this context, the prefecture councils started operating: departmental administrative judicial institution which had the task of judging the proceedings between public administration and private citizens. However, the study of the sources revealed that such importation developed in many ways: chiefly because formally uniform institutions would operate in county seats with legal-political and cultural background which were very different from each other. Subsequently, because the tasks of these councils strongly overtook the mere administrative justice. ⑧❣➂ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ★✳ ✮✲ ✽✰✱✴✷✲✳✯✯✱ ✳✾❘✳ ✳✾✴ ✵✴✵❚✴✷✲ ✯✼ ✳✾✴✲✴ ✶✯✽✰✶✮✹✲ ❧✴✷✴ ✭✮✿✴✰ an informal semi-representative function, legal ward of corporate bodies and finally various assignments related with the “police” of the Ancient Régime. The objective of this essay is to show how in the new prefecture councils, precursors of the moderns administrative courts, the Italian society integrated its cultural and juridical patterns, and where the prefecture councilors (ideally wards of the public and private interest) came to hire sundry roles and prerogatives at the same time. Keywords: French revolution and Napoleon, Kingdom of Italy, Elites and society, State building, Public administration, Administrative justice. Filippo Gorla, For an evolution of the concept of fascism as an imperfect totalitarianism. The relationship between people and institutional élite in the Dizionario di politica (1940). The article proposes an evolution of the concept of fascism as an imperfect totalitarianism proposed by Giovanni Sabbatucci in 1997 by shifting its center of gravity from the political action to the ideological apparatus of the regime, whose confusion is interpreted as the sign of a theoretical immaturity. The article focuses on the coexistence, within the fascist ideology, of two divergent conceptions. On one hand the tendency to recognize a superior and separate position in the nation to those who belonged to the hierarchy of the Partito nazionale fascista, indicating them as members of a new type of aristocracy; on the other hand the insistent connotation of fascism as an egalitarian political phenomenon, totalitarian and even democratic thanks to its capability to dialogue with the various components of Italian society. The coexistence of these opposite concep- ⑧❣♦ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✳✮✯✰✲ ✮✲ ❘✰❘✹❪❀✴✱ ✳✾✷✯✽✭✾ ✳✾✴ ✱✴✳✴✶✳✮✯✰ ✯✼ ❘ ✻✷✴✶✮✲✴ ✱✯✶✳✷✮✰❘✹ ✳✾✴✯✷❪ in one of the most important instruments of fascism’s ideological elaboration, that is to say the Dizionario di politica, published by the Partito nazionale fascista after a long period of composition, symptomatic of the lack of clarity that persisted also regarding many key aspects of fascist doctrine. Keywords: fascism, ideology, elite, totalitarianism, aristocracy. Javier López Alós, Why was the Inquisition abolished in the way it was? Regalism and the Nationalisation of Social Censorship in the Spanish Liberal Revolution. This essay analyses the abolition of the Inquisition in the context of the Spanish liberal revolution and the logic of sovereignty that this implies. New concepts and practices are considered to be both condition and result of institutional transformations which had significant impacts on the function of both censorship and social control. I explore both elements of continuity and change, and the relationship between individual interests and historical trends or longterm processes in order to achieve a deeper understanding of the rationality of these actions. This requires addressing not only the legal outcome of the issue at stake, but also the resistances, contradictions, limits, conflicts and conceptual assumptions of the historical subjects involved in the debate. The Spanish Inquisition was abolished in 1808 by Napoleon, then again in the Cortes of Cadiz as a result of the1812 Constitution (the same would occur in 1820). The legal provision of punishments for religious offenses remained, however, and one month after the suppression of the Holy Office in 1813 the special court of Protectors of the Faith was created, leading significant historians to ques⑧❣⑧ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✳✮✯✰ ❧✾✴✳✾✴✷ ✳✾✴ ★✰❫✽✮✲✮✳✮✯✰ ❧❘✲ ❘❚✯✹✮✲✾✴✱ ✮✰ ✰❘✵✴ ✯✰✹❪⑩ ➦❪ ✱✮✲✳✮ n- guishing between social and political censorship, the author argues that this new jurisdiction came to be responsible for legal definitions of certain actions and their punishment which responded to a significantly different political logic. Keywords: Inquisition; Cortes of Cadiz; Regalism; Sovereignty; Social Censorship; Spanish Constitution of 1812; Spanish Liberal Revolution. Andrea Mariuzzo, Higher education policy and selection of a scientific community: Forms and functions of academic enrollment in Italy from the national unification to World War II. Concorsi (open public competitions for permanent positions) have long constituted a basic element for recruitment practices in Italian university system, and their administration has been crucial for the definition of the peculiarities of academic career development in the country. However, until now no systematic survey on concorsi, the evolution of their regulation, and their concrete implementation, has been accomplished. The essay is a very first contribution to such field of research. In it, the author presents the results of his data collection concerning public selections for academic positions in historical disciplines from the enforcement of the Casati Law (the first general legislation for school and university systems in united Italy) to the strong discontinuity World War II brought about in Italian administrative life. The collection presents a complete list of open positions, members of the evaluation commissions, applicants and winners, and offers an overview of the different norms, which regulated the selections through the time. ⑧❣✺ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✫✾✴ ✴✲✲❘❪⑨ ✳✾✯✽✭✾ ✲✳✮✹✹ ✻❘✷✳✮❘✹⑨ ✶❘✰ ✾✴✹✻ ✶✹❘✷✮✼❪ ✾✯❧ concorsi affected the composition of the community of professional scholars, and how they became the privileged ground of negotiation for the main players in the making of higher education policies in Italy: central government and administration, top representatives of single faculties and local academic institutions, and members of the scientific community. Keywords: History of Universities, Higher education policies, Post-Unification Italy, Academic recruitment, Academic positions, Scientific communities, History of historiography, Professional historians. Salvatore Mura, Hypothesis for an interdisciplinary approach to the study of the history of legislation. This short paper proposes an approach to the study of the history of legislation that is located at a point of intersection between the history of political institutions, political science and political sociology. The knowledge of the functioning of the institution (the rules and the practice during the work in the committees and in the assembly, but certainly also the role of the legislative offices and bureaucracies), the analysis of the regional political system (the role of political parties, pressure groups, the level of patronage) and the regional politicians (education, family background, social and territorial) allow us to read the data on the production legislation with a different perspective, that also addresses the mechanisms and dynamics behind the law. Starting from this premise, the essay focuses on the case study of the legislation of the Regione Autonoma della Sardegna from 1949 to 2009, and it proposes an approach that puts regional legislation ⑧❣❁ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s ✮✰ ❘ ✻❘✷✳✮✶✽✹❘✷ ✾✮✲✳✯✷✮✶❘✹ ✶✯✰✳✴➧✳⑨ ✳❘❦✮✰✭ ❘✶✶✯✽✰✳ ✯✼ ✳✾✴ ❧✯ rk of the institution, the political system and the politicians. Keywords: Legislation, regional legislation, political system, parties. Massimiliano Paniga, Assistance and political parties. The Christian Democratic Party and the Left in the Republican Parliament (1946-1953). The essay analyzes the positions about assistance (between 1945 and 1953) of the main political forces represented in the Italian Parliament. In particular, the essay focuses on the action of the Christian Democratic Party, Communist Party and Socialist Party in the Constituent Assembly and in the first Republican Parliament, trying to identify the politicians more engaged in the sector. It highlights the bills and the parliamentary questions presented, in an attempt to find the guidelines of the three parties in the sector of social policies, as well as the cultural differences, even inside the same parties, about Welfare State. Starting from England, by the action of the labour governments of Atlee, all the main Western European Countries, including Italy, were engaged, in these years, to build a modern system of social security. Beveridge Report and Keynesian economic politics have found a point of contact in the elaboration of the new concept of citizenship, that included, with the political rights of the nineteenth century, the new category of the social rights. Keywords: Parliament, Bill, Welfare State, Social Rights, Assistance, Communist Party, Socialist Party, Christian Democratic Party, Women’s Movement, Trade Union. ⑧❣❩ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s Rodríguez Arrocha, Jurisdictional conflicts between the Church and the secular justice in the Spanish monarchy: the legal doctrine in the Sixteenth and Seventeenth centuries. ➦✴✹✮✰✱❘ A main characteristic of the Spanish judicial system in the Early modern age was the imperfect delimitation of the juridical competences in the field of criminal justice. In that historical context some papal bulls had enabled the royal control of the ecclesiastical affairs. Furthermore all secular and religious institutions had the aim of increasing their social prestige. Because of these reasons, the conflicts between the different courts were common during the mentioned time. The unjustified imprisonment and excommunication were two usual examples of that confrontation. The purpose of this essay is a brief analysis of the classical doctrine regarding to the methods of conflict resolution between the two swords or jurisdictions. Some featured authors that wrote about this topic were Jerónimo Castillo de Bobadilla, Juan Hevia, Juan Solórzano y Pereira, Pedro Frasso and Gaspar de Villarroel. An important factor of their works was the projection of their professional experience. Their aims and recipients were also different. Villarroel was bishop of Santiago (Chile) and archbishop of Charcas. Solórzano was a secular judge in Lima and wrote his book at the request of the king Philip III of Spain. Frasso was a lay judge in Lima and a public prosecutor in Guatemala. Castillo worked as lawyer, judge and prosecutor in several Castilian courts. Finally Hevia was trained in the field of clerkship and worked in some courts of Castile, Quito and Lima. Keywords: Castillo de Bobadilla, Church, Earlymodernage, Frasso, Hevia, justice, Latin America, Solórzano y Pereira, Spain, Villarroel. ⑧❣❤ ➄③➅⑤✇s➆ s➇➈➈⑥q✇✉s ⑥③② ➉✉➊➋rq②s etti, «Mandalo incontinente a pigliare et fagli dare quattro tracti di corda». Some remarks on the relationship between the Este Dukes and their administration in the late 15th century. ➦✴❘✳✷✮✶✴ ❝❘✹ In the 15th century there were several dozen officials in charge of administering the Dukes of Este, and their numbers were destined to increase significantly over time. It has already been noted, in as much as the available studies reveal, that the officials were preferably citizens of Ferrara, often had a background in legal studies, and retained the positions within their families, passing them from father to son or from one brother to the next. However, a study of the extensive administrative documentation, and extant correspondence in particular, which might shine light on the dynamics between the Este family and their collaborators has yet to be attempted. Among the elements that might help in providing a less superficial understanding of the Dukes in the late medieval period are: the necessary time for and the methods of paying the officials, the concessions of or removals from these positions, outrageous requests for undue retribution or, conversely, the inability to obtain legitimate payment of taxes. Analyzing these dynamics may help to understand the Dukes’ strategies regarding management and loyalty, but also the dimensions and characteristics of their patronage networks. This paper, which analyzes several letters written between Borso, Ercole, and their officials, hopes to inspire new research on the topic. Keywords: Medieval History, Renaissance Ferrara, Medieval Administrative Institutions. ⑧❣✐ Notizie sugli autori Giuseppe Ambrosino (Roma, 1982), dottore di ricerca in «Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche europee» (Università di Messina, XXIV ciclo), è post-doc fellow « Research in Paris » presso la Unité Mixte de Recherche de Droit Comparé de Paris (Université Paris 1CNRS). Specialista di storia del diritto e delle istituzioni nella Francia d’età moderna, sta per pubblicare la sua prima monografia dal titolo Arcana legis. Le pratiche legislative nella Francia del Settecento. Alessandro Arienzo (Napoli, 1973) insegna Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università “Federico II” di Napoli. Ha pubblicato diversi saggi sul tema della governance democratica (La Governance, Ediesse 2013), dedicando una specifica attenzione alle politiche internazionali di sicurezza. Si occupa anche di pensiero politico della prima età moderna, in particolare di machiavellismo e di ragion di stato nella cultura politica inglese tra Cinque e Seicento. Ha curato il volume Machiavellian Encounters in Tudor and Stuart England (con A. Petrina, Ashgate 2013). Simona Berhe (Milano, 1983), dottoressa di ricerca in «Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche europee» (Università di Messina, XXIV ciclo), diplomata in lingua e cultura araba presso l’Istituto per l’Africa e l’Oriente di Milano. Specialista di storia dell’amministrazione e di storia delle società del Nord Africa, ha pubblicato la monografia dal titolo Notabili libici e funzionari italiani: l’amministrazione coloniale in Tripolitania (1912-1919), Rubbettino Editore. Alessandro Buono (Napoli, 1979) è dottore di Ricerca in «Studi Storici per l’Età Moderna e Contemporanea». Si è occupato di storia delle istituzioni politiche e militari della Lombardia spagnola, tematica alla quale ha dedicato alcuni saggi e il libro Esercito, istituzioni, territorio. Alloggiamenti militari e «case herme» nello Stato di Milano (secoli XVI e XVII), FUP 2009. Attualmente è impegnato in una ricerca sul tema delle procedure di identificazione e registrazione dell’identità in Europa e negli Imperi spagnolo e portoghese durante l’antico regime, problematica sulla quale ha di recente ⑧➂❣ ➨r✈✇➩✇✉ s➇➅⑤✇ ⑥➇✈rq✇ i collettanei e sulle riviste «Mediterranea. Ricerche storiche» e «Quaderni Storici». ✁✠➫➫ ✍✏☞✝✟ ☎☞➭➭✍ ✍✆ ✞✟ ✠✡ Anna D’Ascenzio (Napoli, 1976) è dottoranda di ricerca in «Identità e pratiche di distinzione sociale attraverso il consumo alimentare» (XXVIII ciclo) presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Collabora alla cattedra di Sociologia generale e controllo sociale del Professore Antonello Petrillo. Fa parte del gruppo di ricerca U.R.I.T (Unità di Ricerca sulle Topografie sociali della cattedra di Sociologia - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – Napoli). Giacomo Demarchi (Torino, 1983), dottore di ricerca in «Storia delle istituzioni giuridiche e politiche Europee» per l’Università di Messina ed in «Diritto e Scienze Politiche» per la Autónoma di Madrid, attualmente è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università di Milano, con il progetto “Un punto di incontro della circolazione giuridica: il Boletín analítico de los principales documentos parlamentarios extranjeros nella storia politico-istituzionale spagnola e europea (1910-1936)” (dir.: prof. Livio Antonielli). Loris De Nardi (Monza, 1984), dottore di ricerca in «Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche europee» (Università di Messina, XXV ciclo), è beneficiario presso l’Università di Milano di una borsa post-dottorato, finanziata dalla Fondazione Fratelli Confalonieri. Studioso delle istituzioni politiche dei domini italiani della Monarchia cattolica, ha pubblicato Oltre il cerimoniale dei viceré: le dinamiche istituzionali nella Sicilia Barocca (2014). Francesco Di Chiara (Palermo, 1978), dottore di ricerca in «Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche europee» (Università di Messina, XXII ciclo), è assegnista di ricerca presso l’Università di Palermo ed insegna Storia del diritto medievale e moderno presso il polo universitario di Trapani. Specialista in storia della dottrina giuridica siciliana nella prima età moderna. Sul tema ha pubblicato saggi e partecipato a convegni internazionali. Attualmente in corso di stampa il saggio dal titolo ⑧➂➂ ➨r✈✇➩✇✉ s➇➅⑤✇ ⑥➇✈rq✇ ➯Il diritto penale del Regnum Siciliae in una raccolta di decisiones della seconda metà del Seicento», in Forum Historiae Iuris. Simona Fazio (Messina, 1981) è laureata in Scienze Politiche (Università di Messina, 2005). Borsista della Fondazione Bonino-Pulejo (Università Luiss Guido Carli, 2007), ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in «Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche europee» (Università di Messina, 2013). Autrice di diversi articoli apparsi su riviste nazionali ed internazionali, sta per pubblicare il suo primo lavoro monografico sul sistema penitenziario siciliano nell’Ottocento. Elisabetta Fiocchi Malaspina (Novara, 1984), dottore di ricerca in diritto, «Storia della cultura giuridica europea» (Università degli Studi di Genova, XXIV ciclo), è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto. Specialista in storia del diritto internazionale, nel corso delle ricerche si è occupata soprattutto della circolazione del trattato di Emer de Vattel nell’Ottocento. Enrico Gargiulo (Roma, 1977), dottore di ricerca in «Sociologia e ricerca sociale» (Università di Napoli “Federico II”, XIX ciclo), è ricercatore in Sociologia dei processi economici e del lavoro presso il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali (Università del Piemonte orientale “Amedeo Avogadro”). Si occupa di trasformazioni della cittadinanza, welfare state, politiche di integrazione degli immigrati, esclusione a livello locale e forze di polizia. Su questi temi ha pubblicato un volume dal titolo L’inclusione esclusiva. Sociologia della cittadinanza sociale (2008), alcuni capitoli in volumi collettivi e diversi articoli. Alessandro Giovanazzi (Rovereto, 1987), ha conseguito la doppia laurea, nell’anno accademico 2010-2011, presso l’Università Statale di Milano e l’Université Pierre Mendès France di Grenoble. Frequenta il dottorato di ricerca in «Studi storici e documentari (età medievale, moderna, contemporanea)» (Università degli Studi di Milano, XXVIII ciclo). Storico del diritto e dell’amministrazione pubblica, si occupa di governance del territorio e del rapporto tra amministrazione pubblica e giustizia in epoca napoleonica. Attualmente sono in corso di redazione due articoli dal titolo: La politi- ⑧➂♦ ➲➳➵➸➺➸➻ ➼➽➚➪➸ ➶➽➵➳➹➸ ➷➬ ➮➱✃❐❒❐❮❰➬Ï❐➬ Ð➱ÑÑ➱ ❐Ò✃❐✃Ó❒❐❮❰❐ Ñ❮➷➬Ñ❐ ❰➬➮❮Ñ➱❮❰❐➷Ô➱ e La contribution de l’instrument pétitionnaire pour le développement du contentieux administratif. Filippo Gorla (Melzo, 1982), dottore di ricerca in «Storia e letteratura dell’età moderna e contemporanea» (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, XXIII ciclo), è docente di Storia moderna I e II presso la Facoltà di Lettere, musica e design dell’Università degli Studi e-Campus. Le sue ricerche riguardano l’ideologia fascista, ha pubblicato «La mistica fascista nell’ideologia e nella politica religiosa del regime» (2012) e Quintino Di Vona. Insegnante e martire per la libertà (2014). Javier López Alós (Alicante, 1976) è professore nel Dipartimento di Hispánicas della Università di Leeds. Le sue ricerche si concentrano in primo luogo sulla storia dei concetti politici, con particolare attenzione al periodo 1750-1850, in ambito spagnolo. Si è interessato allo studio del pensiero politico della tradizione cattolica e alla sua influenza culturale. E’ autore di numerosi articoli e del libro Entre el trono y el escaño. El pensamiento reaccionario español frente a la Revolución liberal (1808-1823). Andrea Mariuzzo (Alessandria, 1979) ha conseguito il diploma di perfezionamento (dottorato di ricerca) in Storia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove svolge ora attività di ricerca in qualità di assegnista. Nel campo della storia delle istituzioni universitarie ha pubblicato nel 2010 il volume Scuole di responsabilità: I “Collegi nazionali” nella Normale Gentiliana (1932-1944), e si sta ora occupando dei percorsi di “denazionalizzazione” della professione accademica nel Novecento. Salvatore Mura (Sassari, 1984) è assegnista di ricerca in Storia delle istituzioni politiche (Università di Sassari). È socio della Società per gli studi di storia delle istituzioni; membro dell’International Commission for the History of Representative and Parliamentary Institution (ICHRPI); fa parte del consiglio direttivo dell’Istituto di Storia del Risorgimento, Comitato di Sassari. Si interessa prevalentemente di storia delle élite politiche e di storia delle istituzioni parlamentari. È autore di più articoli e saggi. Fra l’altro, ha curato i volumi: A. Segni, Diario (1956-1964), Bologna, il Mulino, 2012; A. Segni, Scritti politici, prefazione di F. Soddu, Cagliari, Cuec, 2013. ➘➴➘ ➲➳➵➸➺➸➻ ➼➽➚➪➸ ➶➽➵➳➹➸ Ö×ØØÙÚÙÛÙ×ÜÝ Þ×ÜÙß× (Morbegno, 1978) dottore di ricerca in «Istituzioni, idee e movimenti politici nell’Europa contemporanea» (Università degli Studi di Pavia, XXIV ciclo) è cultore della materia presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa di Storia delle istituzioni e di Storia contemporanea. È autore del volume Welfare ambrosiano. Storia, cultura e politiche dell’Eca di Milano (1937-1978) e di diversi saggi in tema di enti locali e Welfare State. Belinda Rodríguez Arrocha (Arrecife, 1979), dottoressa di ricerca in Storia del diritto (Università di La Laguna, 2010), è stata post-doc fellow presso l’Istituto Max Planck per la storia del diritto europeo (Francoforte sul Meno). Specialista di storia della giustizia nella Spagna e i suoi possedimenti d’oltremare d’età moderna, ha pubblicato la monografia dal titolo El ejercicio de la Justicia en Tegueste en el Antiguo Régimen (2010) e molti articoli e capitoli di libri. Beatrice Saletti (Ferrara, 1973) ha conseguito il diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Modena, il dottorato in storia medievale (Un. del Salento, 2012), e ha intrapreso un secondo dottorato (Un. di Trieste) nel 2014, dopo un periodo come ricercatrice RTD di storia moderna (Un. eCampus, Novedrate 2010-2014). Suoi interessi principali sono i pellegrinaggi in Terrasanta, il rinascimento estense e lo sviluppo delle indulgenze, cui ha dedicato alcuni lavori. ➘➴Õ Notizie sui referees Marcella Aglietti, Professore Associato in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Pisa. Livio Antonielli, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Milano. José Manuel de Bernardo Ares, Profesor in Historia Moderna presso l’Universidad de Córdoba. Maria Luisa Betri, Professore Straordinario in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano. Pierre Bonin, Professeur in Histoire du Droit et des Institutions presso l’Ecole de Droit de la Sorbonne/Université Paris 1. Francesco Bonini, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università LUMSA di Roma. Cinzia Cremonini, Professore Associato in Storia Moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Federico Cresti, Professore Ordinario in Storia dell’Africa presso l’Università degli Studi di Catania. Francesco Di Donato, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”. Javier García Martín, Profesor in Historia del Derecho presso l’Universidad del País Vasco. Germano Maifreda, Professore Associato in Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano. ➘➴à ➲➳➵➸➺➸➻ sui referees âãäåæçé êæççéçëì íîéåäïïéîä ðîñëçæîëé ëç âãéîëæ ñäò óëîëããé ôäñëéäõæòä ä moderno presso l’Università degli Studi di Firenze. Roberto Martucci, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi del Salento. Guido Melis, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Emanuele Pagano, Professore Associato in Storia Moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Salvatore Palidda, Professore Associato in Sociologia presso l’Università degli Studi di Genova. Beatrice Pasciuta, Professore Ordinario in Storia del Diritto medioevale e moderno presso l’Università degli Studi di Palermo. Andrea Romano, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Messina. Pietro Saitta, Ricercatore in Sociologia presso l’Università degli Studi di Messina. Francesco Soddu, Professore Ordinario in Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università degli Studi di Sassari. Marco Soresina, Professore Associato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano. Giovanni Tessitore, Professore Ordinario in Sociologia presso l’Università degli Studi di Palermo. Antonio Trampus, Professore Associato in Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Venezia “Ca’ Foscari”. ➘➴á ➲➳➵➸➺➸➻ ➼➽➸ ➹➻ö➻➹➻➻➼ øòäïïæçñîé ùæçéòëì íîéåäïïéîä æ úéçãîæããé ëç âãéîëæ ñäò êäñëãäîîæçäé ëç età moderna presso l’Università degli Studi di Bologna. Gian Maria Varanini, Professore Ordinario in Storia Medioevale presso l’Università degli Studi di Verona. José Luis Villacañas Berlanga, Profesor in Filosofía presso l’Universidad Complutense de Madrid. ➘➴÷ Finito di stampare nel mese di giugno 2015 da QuiEdit