Francesco Frangi
Insegna Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Pavia (Dipartimento di Musicologia e Beni culturali, sede di Cremona).
Nel corso dei suoi studi si è occupato di vari temi inerenti la cultura figurativa in Italia settentrionale tra XV e XVIII secolo. Un nucleo di queste ricerche ha riguardato la pittura a Bergamo, Brescia e Cremona nel primo Cinquecento, e in particolare le figure di Altobello Melone, Girolamo Romanino, del quale ha curato la rassegna monografica tenutasi presso il Castello del Buonconsiglio a Trento nel 2006, e Giovan Girolamo Savoldo, di cui ha pubblicato nel 1992 il catalogo completo delle opere.
In tempi più recenti queste ricerche sono confluite nella mostra dedicata a ‘Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia’, da lui curata nel 2018 presso il Museo di Santa Giulia a Brescia.
Nel medesimo orizzonte cronologico si collocano le indagini finalizzate a recuperare le fisionomie di alcune personalità rilevanti e ancora poco note del contesto rinascimentale lombardo, da Francesco Napoletano (1991) a Bernardino Ferrari (2003), a Fra’ Girolamo da Brescia (1994), a Girolamo Figino (1996). Sempre in ambito cinquecentesco si è occupato della figura di Simone Peterzano (2016, 2020). A questi interessi si è affiancata una complessiva ricognizione delle vicende della pittura a Milano e in Lombardia nei decenni iniziali e centrali del Seicento, documentata dai contributi riguardanti Daniele Crespi (1996; 2012), Giuseppe Vermiglio (1994; 2000), Carlo Francesco Nuvolone (1994), Giovan Battista Crespi, detto il Cerano (2014), nonché dalla monografia dedicata a Francesco Cairo, corredata dal catalogo completo delle opere dell’artista (1998). Si pone in continuità con queste indagini la curatela delle mostre dedicate rispettivamente a Giovan Battista Discepoli, lo Zoppo da Lugano (Rancate, Pinacoteca Zust, 2001; con Anna Bernardini) e a Luigi Miradori, detto il Genovesino (Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, 2017; con Valerio Guazzoni e Marco Tanzi). Un punto di approdo in questi ambito di studi è rappresentato dalla realizzazione, insieme ad Alessandro Morandotti, di un’esposizione di vasto respiro sulla pittura del Seicento lombardo (‘La peinture en Lombardie au XVIIe siècle. La violence des passions et l’idéal de beauté’), tenutasi al Musée Fesch di Ajaccio nel 2014.
Un ulteriore capitolo delle ricerche si è quindi orientato verso le vicende della pittura di ritratto e di figure di genere tra Lombardia e Veneto, nel corso del Seicento e del Settecento. In questo contesto si situano i saggi pubblicati nel catalogo della mostra ‘Da Caravaggio a Ceruti’ (1998), la curatela, con Alessandro Morandotti, della mostra ‘Il Ritratto in Lombardia. Da Moroni a Ceruti’, presso i Musei Civici di Varese (2002), oltre che i contributi dedicati a Carlo Ceresa (2012) e a Fra’ Galgario (2003). Tutte queste indagini mirate sono state accompagnate da una complessiva riflessione di carattere territoriale sulla produzione figurativa lombarda, favorita anche dalla collaborazione alla collana ‘I centri della pittura lombarda’, curata da Mina Gregori, alla quale ha preso parte dal 1986 al 1999.
In parallelo a questi studi più strettamente filologici, le sue esplorazioni si sono indirizzate verso tematiche di diverso profilo, riguardanti in particolar modo i rapporti tra la produzione figurativa e il coevo contesto storico-culturale. Su questo versante si collocano le ricerche relative alle raffigurazioni di popolani di Giacomo Ceruti (1998), così come quelle incentrate sull’iconografia di San Carlo Borromeo (2011) tra Cinque e Seicento e sui rapporti tra cultura devozionale e pittura sacra di primo Cinquecento in Italia settentrionale, con particolare riferimento alla produzione di Lorenzo Lotto (2009). Molti dei risultati delle indagini sopra evocate sono stati ospitati in diverse riviste scientifiche (‘Paragone’, ‘Nuovi Studi’, ‘Arte Veneta’, ‘Verona illustrata’, 'Studia Borromaica', ‘Arte Cristiana’, etc.), e in vari convegni internazionali.
Nel 2014 ha curato il volume ‘Dipinti in Valpadana tra Medioevo e Rinascimento. Studi al Museo di Belle Arti di Budapest in ricordo di Miklós Boskovits’, realizzato in collaborazione con la direzione del Museo di Belle Arti di Budapest.
Nel 2016 ha ricevuto dalla Fondazione Brescia Musei l’incarico di collaborare al progetto di riallestimento della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, inaugurato nel 2018. Nel 2018 ha preso parte al progetto di riallestimento dei Saloni Napoleonici della Pinacoteca di Brera a Milano, completato in quello stesso anno.
Dal 1996 è membro del comitato di redazione della rivista di storia dell’arte ‘Nuovi Studi’.
Nel corso dei suoi studi si è occupato di vari temi inerenti la cultura figurativa in Italia settentrionale tra XV e XVIII secolo. Un nucleo di queste ricerche ha riguardato la pittura a Bergamo, Brescia e Cremona nel primo Cinquecento, e in particolare le figure di Altobello Melone, Girolamo Romanino, del quale ha curato la rassegna monografica tenutasi presso il Castello del Buonconsiglio a Trento nel 2006, e Giovan Girolamo Savoldo, di cui ha pubblicato nel 1992 il catalogo completo delle opere.
In tempi più recenti queste ricerche sono confluite nella mostra dedicata a ‘Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia’, da lui curata nel 2018 presso il Museo di Santa Giulia a Brescia.
Nel medesimo orizzonte cronologico si collocano le indagini finalizzate a recuperare le fisionomie di alcune personalità rilevanti e ancora poco note del contesto rinascimentale lombardo, da Francesco Napoletano (1991) a Bernardino Ferrari (2003), a Fra’ Girolamo da Brescia (1994), a Girolamo Figino (1996). Sempre in ambito cinquecentesco si è occupato della figura di Simone Peterzano (2016, 2020). A questi interessi si è affiancata una complessiva ricognizione delle vicende della pittura a Milano e in Lombardia nei decenni iniziali e centrali del Seicento, documentata dai contributi riguardanti Daniele Crespi (1996; 2012), Giuseppe Vermiglio (1994; 2000), Carlo Francesco Nuvolone (1994), Giovan Battista Crespi, detto il Cerano (2014), nonché dalla monografia dedicata a Francesco Cairo, corredata dal catalogo completo delle opere dell’artista (1998). Si pone in continuità con queste indagini la curatela delle mostre dedicate rispettivamente a Giovan Battista Discepoli, lo Zoppo da Lugano (Rancate, Pinacoteca Zust, 2001; con Anna Bernardini) e a Luigi Miradori, detto il Genovesino (Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, 2017; con Valerio Guazzoni e Marco Tanzi). Un punto di approdo in questi ambito di studi è rappresentato dalla realizzazione, insieme ad Alessandro Morandotti, di un’esposizione di vasto respiro sulla pittura del Seicento lombardo (‘La peinture en Lombardie au XVIIe siècle. La violence des passions et l’idéal de beauté’), tenutasi al Musée Fesch di Ajaccio nel 2014.
Un ulteriore capitolo delle ricerche si è quindi orientato verso le vicende della pittura di ritratto e di figure di genere tra Lombardia e Veneto, nel corso del Seicento e del Settecento. In questo contesto si situano i saggi pubblicati nel catalogo della mostra ‘Da Caravaggio a Ceruti’ (1998), la curatela, con Alessandro Morandotti, della mostra ‘Il Ritratto in Lombardia. Da Moroni a Ceruti’, presso i Musei Civici di Varese (2002), oltre che i contributi dedicati a Carlo Ceresa (2012) e a Fra’ Galgario (2003). Tutte queste indagini mirate sono state accompagnate da una complessiva riflessione di carattere territoriale sulla produzione figurativa lombarda, favorita anche dalla collaborazione alla collana ‘I centri della pittura lombarda’, curata da Mina Gregori, alla quale ha preso parte dal 1986 al 1999.
In parallelo a questi studi più strettamente filologici, le sue esplorazioni si sono indirizzate verso tematiche di diverso profilo, riguardanti in particolar modo i rapporti tra la produzione figurativa e il coevo contesto storico-culturale. Su questo versante si collocano le ricerche relative alle raffigurazioni di popolani di Giacomo Ceruti (1998), così come quelle incentrate sull’iconografia di San Carlo Borromeo (2011) tra Cinque e Seicento e sui rapporti tra cultura devozionale e pittura sacra di primo Cinquecento in Italia settentrionale, con particolare riferimento alla produzione di Lorenzo Lotto (2009). Molti dei risultati delle indagini sopra evocate sono stati ospitati in diverse riviste scientifiche (‘Paragone’, ‘Nuovi Studi’, ‘Arte Veneta’, ‘Verona illustrata’, 'Studia Borromaica', ‘Arte Cristiana’, etc.), e in vari convegni internazionali.
Nel 2014 ha curato il volume ‘Dipinti in Valpadana tra Medioevo e Rinascimento. Studi al Museo di Belle Arti di Budapest in ricordo di Miklós Boskovits’, realizzato in collaborazione con la direzione del Museo di Belle Arti di Budapest.
Nel 2016 ha ricevuto dalla Fondazione Brescia Musei l’incarico di collaborare al progetto di riallestimento della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, inaugurato nel 2018. Nel 2018 ha preso parte al progetto di riallestimento dei Saloni Napoleonici della Pinacoteca di Brera a Milano, completato in quello stesso anno.
Dal 1996 è membro del comitato di redazione della rivista di storia dell’arte ‘Nuovi Studi’.
less
Uploads
Books by Francesco Frangi
Papers by Francesco Frangi
Università degli Studi di Pavia
Palazzo centrale - Aula Foscolo
Collegio universitario Santa Caterina da Siena
Sala Enrico Magenes
Martedì 5 giugno
Università degli Studi di Pavia
Palazzo centrale - Aula Foscolo