Lettere e filosofia

Lo studio presenta la posizione della donna nel medioevo sardo, secondo quanto appare dai testi della Carta de Logu d’Arborea, il Breve di Villa di Chiesa e gli Statuti Sassaresi. I codici offrono uno spaccato interessante e, quanto mai, avvincente della figura femminile, della sua capacità patrimoniale, della possibilità di redigere testamento, della sostanziale parità con gli uomini del suo stesso ceto. Nel confronto tra i vari codici si evince la modernità dei testi meno influenzati dai domini pisani e genovesi, ponendo in rilievo la situazione giudicale come un momento di modernità culturale. La lettura dei testi offre l’opportunità di riscoprire il patrimonio culturale sardo, la freschezza delle normative, la ricchezza del periodo giudicale, troppo spesso dimenticati e sottovalutati. La categoria del “ricordo” e quella del “dialogo” sono i punti nodali intorno ai quali si deve prolungare il lavoro di ricerca e di comprensione della dignità umana e, in questo caso, particolarmente di quella femminile sarda.

L'articolo presenta le caratteristiche fondamentali della gara poetica improvvisata logudorese, attraverso lo spettro della comunicazione religiosa dei componimenti "a taulinu" che chiudevano la gara stessa in onore al santo patrono o all'occasione

Articolo  inserito nel volume CIVILTÀ DEL MEDITERRANEO: INTERAZIONI GRAFICHE E CULTURALI ATTRAVERSO LIBRI, DOCUMENTI, EPIGRAFI, Atti del Convegno internazionale di studio  dell'Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Cagliari, 2015).

Il volto della Misericordia
La conclusione del Giubileo della Misericordia obbliga ad alcune valutazioni sulla pregnanza di questo anno giubilare dedicato ad un tema che dovrebbe essere la base dell'essere cristiani: l'amore. Dodici mesi vissuti all'insegna dell'annuncio fondamentale dell'Antico e del Nuovo Testamento: Dio ama il suo popolo. Con Gesù, il risvolto è divenuto ancora più vivo, dal momento che il Padre non ama "solamente" un popolo scelto, ma ama ogni uomo e donna, perché suoi figli. Il rapporto paterno e filiale diviene la chiave di volta per entrare nella dinamica dell'amore di Dio per l'uomo e della meraviglia di poter amare Dio, come figli.

Il recente Sinodo sulla famiglia ha cercato di non cadere nel pericolo delle decisioni generalizzate, ma ha intrapreso un cammino di riflessione
e di dialogo, impegnandosi ad offrire una parola di speranza e di attenzione nei confronti di tutti coloro che provano, in qualche modo, a meravigliarsi del dono dell’amore. Mettendosi su questa scia, l’Autore individua alcune parole della Scrittura che possano offrire, come luce e specchio del credente, la possibilità di comprendere se stessi e i propri legami affettivi e familiari alla luce del cuore di Dio

La testimonianza è una fonte conoscitiva assolutamente unica. Il suo ruolo
epistemico nella vita di ogni essere umano è estremamente importante perché
permette di trasmettere e formare una quantità enorme di conoscenze; dalle più
semplici come le indicazioni stradali; alle più complesse come una lezione
universitaria; alle più personali come i racconti dei nostri nonni. Nonostante
questo ruolo così importante è stata considerata una fonte conoscitiva di valore
inferiore rispetto a percezione, ragione, memoria e introspezione; e quindi messa
da parte dai filosofi che hanno preferito una concezione individualistica del
soggetto cognitivo. Tra i pochi filosofi che se ne sono occupati vi è Thomas Reid
che ne ha riconosciuto il valore epistemico al pari della percezione. Lo scopo di
questo lavoro è quello di esporre la teoria epistemologica della testimonianza
fornita da Reid; ma anche del suo ruolo all'interno dell'attuale dibattito
epistemologico come ispiratore delle posizioni filosofiche che contrastano una
visione della testimonianza come sottomessa alle altre fonti conoscitive. Posizioni
queste ultime che hanno il loro precursore in David Hume.