Carla Bazzanella
Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione, Department Member
Carla Bazzanella, after teaching Philosophy of Language, taught Linguistics, Pragmatics, and Cognitive Linguistics at the University of Turin, until 2012.
Present research areas: pragmatics, cognitive linguistics, philosophy of ordinary language, and neuroscience.
She published several books and about 200 papers.
In 2015 she was the pleased recipient of: Pistolesi/Pugliese/Gili Fivela eds. "Parole, gesti, interpretazioni. Studi linguistici per Carla Bazzanella", Aracne.
Present research areas: pragmatics, cognitive linguistics, philosophy of ordinary language, and neuroscience.
She published several books and about 200 papers.
In 2015 she was the pleased recipient of: Pistolesi/Pugliese/Gili Fivela eds. "Parole, gesti, interpretazioni. Studi linguistici per Carla Bazzanella", Aracne.
less
InterestsView All (6)
Uploads
Papers by Carla Bazzanella
Si analizza specificatamente l’intreccio multimodale nel discorso dei pazienti afasici, evidenziando l’importanza dell’uso di risorse non verbali nell’organizzazione del loro parlato, date le difficoltà linguistiche inerenti alla patologia stessa.
Tramite frammenti di sedute terapeutiche videoregistrate, si mettono in rilievo l’intreccio di parole, gesti, sguardi, movimenti e silenzi, soffermandosi in particolare sul pointing (il gesto di indicare un elemento nell’ambiente fisico circostante).
Si presentano le difficoltà relative alla trascrizione di questo tipo di interazioni (quantità di elementi da considerare e frequenti sovrapposizioni) e le possibili soluzioni tecniche, proponendo una trascrizione attenta alla configurazione complessiva nel suo sviluppo interazionale.
The aim of this paper is to analyse a pragmatic marker from a pragmatic perspective, which is based both on the ‘global configuration’ of the relevant features and a prototype model. We will follow the diachronic development from Latin iam to its derivative forms in Romance languages, where the original values subsist, are reduced or augmented. The values shown in the fields of temporality (along the axes of past, present and future), aspectuality (particularly with regard to phasal features which characterise both iam and its Romance derivatives forms) and modality (with regard to different degrees of ‘expectation/sharing/presuppositionality and ‘emphasis/strengthening’ coming from the speaker’s commitment) are already present in Latin; only Rumanian testifies to the temporal value; Sardinian, Spanish, Portuguese display many modal features; Italian and French lie in an intermediate situation (even though not identical), where temporal and aspectual features are represented with a reduced presence of modal ones.
Our data provide a picture of the variegated intertwinement between nature and culture in the investigated languages. From a universalistic perspective, natural objects (e.g., sea, sky), which appear to be more stable across time and space, are more frequently mentioned as typical exemplars than artificial ones. From a relativistic perspective, some typical exemplars, which are not common interlinguistically, are mainly related to the linguistic representation of local history and traditions of the specific nation and culture.
Instead of positing a single (either universalistic or relativistic) explanatory model, different interfaces and several contextual parameters are hypothesized to work jointly with universalistic constraints in lexicalizing the chromatic experience.
Si analizza specificatamente l’intreccio multimodale nel discorso dei pazienti afasici, evidenziando l’importanza dell’uso di risorse non verbali nell’organizzazione del loro parlato, date le difficoltà linguistiche inerenti alla patologia stessa.
Tramite frammenti di sedute terapeutiche videoregistrate, si mettono in rilievo l’intreccio di parole, gesti, sguardi, movimenti e silenzi, soffermandosi in particolare sul pointing (il gesto di indicare un elemento nell’ambiente fisico circostante).
Si presentano le difficoltà relative alla trascrizione di questo tipo di interazioni (quantità di elementi da considerare e frequenti sovrapposizioni) e le possibili soluzioni tecniche, proponendo una trascrizione attenta alla configurazione complessiva nel suo sviluppo interazionale.
The aim of this paper is to analyse a pragmatic marker from a pragmatic perspective, which is based both on the ‘global configuration’ of the relevant features and a prototype model. We will follow the diachronic development from Latin iam to its derivative forms in Romance languages, where the original values subsist, are reduced or augmented. The values shown in the fields of temporality (along the axes of past, present and future), aspectuality (particularly with regard to phasal features which characterise both iam and its Romance derivatives forms) and modality (with regard to different degrees of ‘expectation/sharing/presuppositionality and ‘emphasis/strengthening’ coming from the speaker’s commitment) are already present in Latin; only Rumanian testifies to the temporal value; Sardinian, Spanish, Portuguese display many modal features; Italian and French lie in an intermediate situation (even though not identical), where temporal and aspectual features are represented with a reduced presence of modal ones.
Our data provide a picture of the variegated intertwinement between nature and culture in the investigated languages. From a universalistic perspective, natural objects (e.g., sea, sky), which appear to be more stable across time and space, are more frequently mentioned as typical exemplars than artificial ones. From a relativistic perspective, some typical exemplars, which are not common interlinguistically, are mainly related to the linguistic representation of local history and traditions of the specific nation and culture.
Instead of positing a single (either universalistic or relativistic) explanatory model, different interfaces and several contextual parameters are hypothesized to work jointly with universalistic constraints in lexicalizing the chromatic experience.
Premessa
1. Uno sguardo d’orizzonte
1.1 Una prima caratterizzazione
1.2 Punti di partenza
1.2.1 Confluenze iniziali
1.2.2 Linguistica cognitiva e grammatica generativa: divergenze e convergenze
1.2.3 Grammatica dello spazio, Grammatica cognitiva e Semantica cognitiva
1.2.4 Percorsi iniziali di ricerca della linguistica cognitiva
1.3 Sviluppi
2. Temi privilegiati
2.1 L’embodiment
2.1.1 Un principio guida
2.1.2 Percezione, azione, cognizione
2.1.3 La scoperta dei neuroni specchio e le molteplici basi della cognizione
2.2 La categorizzazione
2.2.1 Categorizzare come attività cognitiva
2.2.2 Tre tipi di classificazione
2.2.3 Linguaggio e categorizzazione
2.2.4 La categorizzazione del colore
2.2.5 Le categorie grammaticali
2.3 Concettualizzazione, significato, grammatiche
2.3.1 Concettualizzazione e significato
2.3.2 Strumenti di rappresentazione della conoscenza in linguistica cognitiva
2.3.3 Grammatiche costruzioniste
2.3.4 Modelli basati sull’uso
2.3.5 Le espressioni idiomatiche
2.4 Metafora come meccanismo cognitivo
2.4.1 La natura concettuale della metafora
2.4.2 Tra mente e discorso
2.5 Spazio, cognizione, linguaggio
2.5.1 Cenni sul sistema cognitivo e linguistico dello spazio
2.5.2 Spazio e linguistica cognitiva
3. Interfacce
3.1 Connessioni disciplinari e interdisciplinari
3.2 Intrecci di piste
3.2.1 Sinestesia percettiva e linguistica
3.2.2 Attenzione, salienza, memoria
4. Una non-conclusione
Riferimenti bibliografici
Indice analitico
Premessa
I parte Le varietà della lingua
1. Lingua, lingue e linguaggi
1.1 Introduzione
1.2 Le proprietà della lingua
1.3 Le funzioni della lingua
1.4 Le lingue storiche
1.4.1 Il numero delle lingue e dei parlanti
1.4.2 Classificazioni delle lingue su base ‘interna’
2. Le dimensioni di variazione
2.1 Una “eterogeneità ordinata”
2.2 Variazione diacronica ed il problema del mutamento
2.3 Variazione diatopica ed il problema della lingua standard
2.4 Variazione diafasica o funzionale-situazionale
2.5 Variazione diastratica o ‘sociale’
2.6 Variazione diamesica ed il continuum scritto-parlato
3. Discreto e continuo
3.1 Il continuum nella lingua
3.2 Categorie e classificazioni
4. I livelli della lingua
4.1 Premessa
4.2 Fonetica e fonologia
4.2.1 La produzione dei suoni
4.2.2 Foni e fonemi
4.2.3 Tratti soprasegmentali
4.2.4 Grafemi, trascrizioni, alfabeti
4.3 Morfologia
4.3.1 Definizione
4.3.2 Morfologia derivazionale e flessionale
4.4 Sintassi
4.4.1 Introduzione
4.4.2 Sintagmi e frasi
4.5 Lessico e semantica
4.5.1 Creazione ed organizzazione lessicale
4.5.2 Il problema del significato
4.5.2.0 Premessa
4.5.2.1 Relazioni di senso e forme di rappresentazione del significato
4.5.2.2 Significato e riferimento
4.5.2.3 Alcune distinzioni
4.5.3 Relatività linguistica e semantica interculturale
4.6 Oltre la frase
4.5.1 La nozione di testo
4.5.2 Coesione e coerenza
4.5.3 La struttura dell’informazione
4.5.4 Grammatica emergente
5. Gli strumenti d’analisi
5.1 Dati e teoria
5.2 Descrittivo/prescrittivo
5.3 Linguistica e oltre
II parte La prospettiva pragmatica
1. Nascita e sviluppo della pragmatica
1.1 Che cos’è la pragmatica?
1.2 Confluenze sulla nascita della pragmatica
1.2.1 Sfondo linguistico
1.2.1.1 Strutturalismo
1.2.1.2 Funzionalismo
1.2.1.3 Generativismo
1.2.1.4 Linguistica testuale
1.2.2 Sfondo filosofico
1.2.3 Sfondo psicologico
1.2.4 Sfondo sociologico
1.3 Sviluppo della pragmatica
2. Contesto e deissi
2.1 Contesto e contesti: vaghezza e complessità
2.1.1. La nozione di contesto
2.1.2 Le componenti e le proposte di classificazione
2.1.3 Contesto globale/locale
2.2 La deissi
2.2.1 Che cos’è la deissi
2.2.2 Tipi di deissi
2.2.2.1 Deissi personale
2.2.2.2 Deissi spaziale
2.2.2.3 Deissi temporale
2.2.2.4 Deissi del discorso/testuale
2.2.2.6 Deissi sociale
3. La teoria degli atti linguistici
3.1 Premessa
3.2 Austin e gli atti linguistici
3.2.1 Introduzione
3.2.2 Come fare cose con le parole
3.2.2.1 Contro la fallacia descrittiva
3.2.2.2 La nozione di performativo
3.2.3.3 Locuzione, illocuzione, perlocuzione
3.2.3.4 Un programma di teoria del linguaggio
3.3 La teoria di Searle
3.3.1 Introduzione
3.3.2 Contenuto proposizionale e forza illocutoria
3.3.3 La tassonomia di Searle
3.3.4 Gli atti linguistici indiretti
3.4 Gli atti linguistici dopo Searle
4. Grice e gli sviluppi successivi
4.1 Premessa
4.2 Significato naturale e non naturale. Significato del parlante e significato dell’enunciato
4.3 Principio di Cooperazione e implicature
4.4 Dopo Grice
4.4.1 Premessa
4.4.2 Atlas, Levinson ed il problema dell’implicito
4.4.3 La logica della cortesia
4.4.4 La teoria della pertinenza
5. Quando dire è interagire
5. 1 Prospettive di analisi
5.1.1 L’analisi del discorso
5.1.1.1 La scuola americana
5.1.1.2 La scuola europea
5.1.1.3 L’analisi critica del discorso e il rapporto lingua-potere
5.1.2 L’analisi della conversazione
5.1.3 Punti di convergenza e problemi di trascrizione
5.1.4 La ricerca sul dialogo
5. 2 Aspetti dell’interazione verbale
5.2.1 Comprensione, negoziazione co-produzione
5.2.2 Tratti contestuali e sviluppo conversazionale
5.2.3 Un fenomeno particolare: i segnali discorsivi
5.3 Lingua e complessità
5.3.1 Composizionalità pragmatica
5.3.2 Piste di ricerca interdisciplinari e prospettiva cognitiva
5.3.3. La lingua come sistema complesso
Riferimenti bibliografici
Indice analitico
From the perspective of pragmatics and interactional linguistics, a spoken language is defined with respect to its prototypical communicative setting, i.e face-to-face interaction, which may be seen as the prototypical model of dialogical exchanges in general (cf. Dascal 1985, Bazzanella 2002). The use of the phonic-acoustic channel, the temporal ‘synchrony’ of production and reception, and the spatial co-presence of speaker(s) and hearer(s) (cf. Bazzanella 1994) have significant effects on linguistic choices and on the sequential development of talk. In particular, these properties of the speech situation increase the context-dependence of talk (cf. e.g. Akman/Bazzanella 2003, Fetzer 2004) and its emotive component (cf. e.g. Ochs/Schieffelin 1989, 22, Wierzbicka 1992, Plantin et al. 2000, Bazzanella/Kobau 2002, Weigand 2004), also in relationship with such phenomena as politeness (cf. Brown/Levinson 1987).
Of course, forms of spoken language vary depending on numerous parameters and according to specific interaction types; in particular, new technologies have brought about significant changes, which must be analyzed in different perspectives, with special attention to the various forms of technically mediated interaction. Several phenomena typical of spoken face-to-face interaction have indeed been observed in (synchronous or asynchronous) computer-mediated dialogue, in which writing is constrained by the need for immediacy. Even if the pragmatic conditions differ from those of spoken face-to-face interaction, such analogies may help us to envisage the specific features of orality in a new perspective (cf., among others, Pistolesi 2004).
Within the national project "Parlare italiano: teorie e applicazioni linguistiche" (PRIN ; see the website "Parlaritaliano.it"), the research unit in Turin has focused on "intensity". We mean by "intensity", according to Labov's 1984 terminological proposal (which integrates both the poles of downgrading/upgrading), the modifications of a given speech act's "illocutionary force" within a communicative exchange (cf. Austin 1987 [1962], Fraser 1980, Holmes 1984, Bazzanella/Caffi/Sbisà 1991, Araùjo Carreira 2004).
Intensity is relevant at all levels of the linguistic system: the phonetic/phonological, morphological, lexical, semantic, syntactical, textual, and pragmatic levels (cf., among others, Ochs/Schieffelin 1989, 22, Bertuccelli-Papi 2000, Weigand 2004, Bazzanella 2004, 2005; cf. Caffi 2000, 2007 with specific regards to mitigation; with specific regards to diminutives, cf. Dressler/Merlini-Barbaresi 1994, Kerbrat-Orecchioni, 2004; with regard to intensity in Romance languages cf. Araùjo Carreira 2004).
During the national project MIUR 2006, among the 'prominent national interest scientific programs' (Programmi di ricerca scientifica di Rilevante Interesse Nazionale), coordinated by Miriam Voghera on "Speaking Italian: linguistic theories and applications" Parlare italiano: teorie e applicazioni linguistiche”, the research unit in Turin (composed also by researchers from other, not only Italian Universities) presented a project entitled "downgrading/upgrading in Italian" Attenuare e rafforzare in italiano.
In 2008 a two-day workshop was organized in Lecce (Giornate di studio PRIN Parlaritaliano (7th and 8th of June), with the participation of the research units involved in the two editions of the national project PRIN Parlaritaliano (2004 and 2006; see <www.parlaritaliano.it> ). The workshop was supported by: Università del Salento, Dip. di Lingue e Letterature Straniere; Università di Lettere e Filosofia di Torino, Dip. di Filosofia; Università di Salerno, Dip. di Studi Linguistici e Letterari; Lecce, Provincia di Lecce; and Campi Salentina, Fondazione Città del Libro.
Different facets of intensity have been discussed in the Lecce workshop, focusing the attention on intensity phenomena found in relation to specific linguistic devices such as the personal pronoun we (Bazzanella) and the conditional form of performative verbs (Miecznikowski), on specific syntactic, phonetic and phonological aspects (Gili Fivela, Gitto/Stefinlongo, Savy/Giordano/Voghera, Vitigliano/Giannini/Pettorino), in both verbal and non-verbal communication (Hübler), in both symmetric and asymmetric interactions (Mondada, Orletti/Fatigante/Sciubba), in L2 conversations (Guil), as well as in computer mediated communication in both normal and pathological communication (respectively: Pistolesi, and Dovetto/Gemelli, Ursini,).
Most of the contributions offered during the workshop correspond to papers in the present volume - see abstracts below. Other contributions on topics which went untouched in the workshop (see Magris on translation, Merlini on aggravation, Pugliese on native-non native interation), have been subsequently invited, and added to this volume to provide a wider overview.
Several issues related to intensity have been underlined in the volume, such as spoken language, context, emotions, and, first of all, verbal and non-verbal mechanisms, mainly analyzed in a pragmatic perspective which takes the following dimensions into account:
• the propositional content, which may be modified according to the dimensions of indeterminacy vs. precision and decrease vs. increase;
• the speaker's attitude, which includes affective stance and the expression of emotions, epistemic modality and the interactants' 'modal' roles (cf., among others, Coates 1987, Sbisà 1989), various degrees of commitment to the truth of an utterance and of the speaker’s intention to perform the speech act;
• the interactional level (the most relevant in spoken language), which includes the sociolinguistic characteristics of interactants, the situational context, the linguistic co-text and sequential development, as well as the 'perlocutional' effects of speech acts (cf. Austin 1962, Searle 1976).
As a conclusion, it seems necessary to adopt a multidimensional approach to language, capable of accounting for different parameters and strategies that converge in the complex phenomenon of intensity.
INDEX
Presentazione di De Mauro
Introduzione
English abstracts
1. Aspetti dell’intensità
Axel Hübler, Il potere del non-verbale nell’espressione dell’atteggiamento
Lavinia Merlini Barbaresi, Linguaggio intemperante e linguaggio temperato. Ovvero intensificazione arrogante e attenuazione cortese
Lorenza Mondada, Aggiustamenti interazionali dell’intensità: la produzione situata di valutazioni e di altri segnali di risposta
2. Meccanismi linguistici dell’intensità
Carla Bazzanella, Noi come meccanismo di intensità
Johanna Miecznikowski, Tratti attenuativi e rafforzativi del condizionale italiano con i verbi performativi
Elena Pistolesi, Meccanismi interazionali di intensità nel forum di repubblica.it sull’immigrazione
3. Fonetica, fonologia e intensità
Barbara Gili Fivela, Modificare la melodia per attenuare o rafforzare: scelte fonologiche o modulazioni fonetiche?
Ilaria Vitagliano, Antonella Giannini, Massimo Pettorino, Le emozioni nel tempo
4. Intensità e discorso terapeutico
Francesca M. Dovetto, Monica Gemelli, Marcatori discorsivi nel parlato schizofrenico
Franca Orletti, Marilena Fatigante, La modulazione dell’agency nell’interazione in colloqui di consultazione psicologica
Flavia Ursini, Rafforzare nel dialogo al computer. La comunicazione facilitata di persone autistiche
5. Intensità, traduzione e L2
Pura Guil, Segnali discorsivi come meccanismi di intensità in italiano L2
Marella Magris, “Relativamente semplici da tradurre”: meccanismi di attenuazione e difficoltà traduttive
Rosa Pugliese, Meccanismi di intensità in un dialogo tra operai italiani e bengalesi
Bibliografia
Elenco degli autori
Chinese, Czech, Dutch, English (i.e. American, British and Australian English), German, Greek, Hebrew, Hungarian, Italian, Polish, Portuguese, Spanish, and Turkish languages are examined within the theoretical framework of functional semantics. All chapters follow common guidelines and terminology, viz.:
1) an outline of grammatical, lexical and social gender-construction;
2) a view of the social structure of the society/societies under examination;
3) an analysis of ‘crucial pairs’ (starting from donna/uomo), relating to kinship terms, address forms, professional titles etc.
This research intends:
1. to analyze the complex and stimulating semantic/pragmatic relationship between the lexicalisation of roles and the social construction of gender identity;
2. to provide a picture of the social and cultural construction of the female and male roles in several languages and societies;
3. to make readers and scholars aware of the different ways of categorizing gender identities in software programmes.
Carla Bazzanella (ed.) On dialogue. Context and forms of interaction
Dialogue is a complex form of communication involving multifarious aspects. It has been studied from various different perspectives, mainly from within our association (IADA; cfr, starting from Stati 1982, Weigand 1984, Dascal 1985, and the various volumes on Dialogueanalyse edited by Niemeyer).
Interest in dialogue in different domains has greatly increased in recent years, thanks to new technologies which have allowed for novel ways of getting – and keeping – in touch (cf. e-mail, chat, etc.).
This volume offers a new, interdisciplinary, approach to dialogue, taking into account the forms which interaction can display between persons, and between persons and computers, as well as extending its scope to the limit of ‘dialogue between cells’.
The first introductory section by Carla Bazzanella is subdivided into three chapters:
i) several definitions of dialogue are discussed, thus underlining its wide variety of forms;
ii) the ‘prototypical’ features of dialogue are presented: from ‘canonical’ face-to face conversation, to the ‘peripheral’ features which characterize other forms of dialogue;
iii) the multiple kinds and functions of silence are analyzed, stressing the continuum between silence and speech.
A correlation between contextual constraints and the kind of dialogic production which characterizes the different forms, in a complex configuration of parameters, is hypothesized and verified in the second section.
Also the second section (written by experts in specific fields) is subdivided into three parts:
i) dialogue between persons
ii) dialogue between persons and computers
iii) dialogue between cells.
More specifically:
• ‘Dialogue’ in family conversation (Sabine Pirchio, Clotilde Pontecorvo, Laura Sterponi)
• Dialogue in the classroom (Alessandra Fasulo, Hilda Girardet)
• Beyond the tv screen: co-viewing and interaction in the classroom (Letizia Caronia)
• Monologicism and di(a)logicism in academic communication (Laurie Anderson, Anna Ciliberti)
• Co-constructing asymmetry: Language Proficiency Interviews (Susan Eerdmans, Polly Walsh)
• Job interviews (Orsola Fornara)
• Communication in legal context (Renata Galatolo)
• Therapeutic dialogue as narrative (Carla Gallo Barbisio)
• Dialogue in movies (Fabio Rossi)
• Telephone conversations (Fabrizio Bercelli, Gabriele Pallotti)
• SMS messages (Giovanna Cosenza)
• Dialogue and emotions in Cicero's correspondence (Alessandro Garcea)
• Theoretical models of human-machine dialogue(Rossana Damiano)
• Human-machine dialogue: applications (Morena Danieli)
• Computer mediated communication (Alberto Baracco)
• Cross-talk between cells (Aldo Fasolo, Davide Lovisolo)
The heterogeneity of the kinds of interaction and situations is not meant to be exhaustive, but to provide a wide panorama in which the study of the individual forms contributes to providing a general, more complete picture to the reader.
index
INDICE
1. Definire e caratterizzare il dialogo (Carla Bazzanella)
2. Prototipo, dialogo e configurazione complessiva (Carla Bazzanella)
3. Le voci del silenzio (Carla Bazzanella)
DIALOGHI PERSONA-PERSONA
4. ‘Dialogare’ nelle conversazioni in famiglia (Sabine Pirchio, Clotilde Pontecorvo, Laura Sterponi)
5. Il dialogo nella situazione scolastica (Alessandra Fasulo, Hilda Girardet)
6. Di fronte allo schermo: co-visione ed interazione in classe (Letizia Caronia)
7. Monologicità e di(a)logicità nella comunicazione accademica (Laurie Anderson, Anna Ciliberti)
8. Co-costruire l’asimmetria: Language Proficiency Interviews (Susan Eerdmans, Polly Walsh)
9. I colloqui di assunzione (Orsola Fornara)
10. La comunicazione in tribunale (Renata Galatolo)
11. Il dialogo terapeutico come narrazione (Carla Gallo Barbisio)
12. Il dialogo nel parlato filmico (Fabio Rossi)
13. Conversazioni telefoniche (Fabrizio Bercelli, Gabriele Pallotti)
14. I messaggi SMS (Giovanna Cosenza)
15. Dialogo ed emozioni nell'epistolario ciceroniano (Alessandro Garcea)
DIALOGHI PERSONA-MACCHINA
16. Modelli teorici del dialogo persona-macchina (Rossana Damiano)
17. Il dialogo persona-macchina: applicazioni (Morena Danieli)
18. Comunicazioni mediate dal computer (Alberto Baracco)
DIALOGHI FRA E NELLE CELLULE
19. Come ‘dialogano’ le cellule (Aldo Fasolo, Davide Lovisolo)
Bibliografia generale
Collegandosi alla recente “riscoperta” della normalità e continuità della sfera emotiva rispetto a quella cognitiva si intende offrire con questo volume una riflessione interdisciplinare (che coinvolge filosofia, linguistica, psicologia, pragmatica, informatica…) sui temi invocati da tre parole centrali nelle nostra vita quotidiana: passioni, emozioni, affetti.
I percorsi di lettura sono dunque molteplici: di informazione storica, di approfondimento fenomenologico, di problematizzazione e analisi filosofica, di inquadramento psicologico e di valutazione linguistica – ma risultano intrecciati, comunque, in modo unitario, poiché si riferiscono tutti alla comune dimensione pragmatica entro cui i fenomeni del sentire esplicano la propria irrinunciabile funzione di orientamento.
INDEX
1. Carla Bazzanella e Pietro Kobau: Note su passioni, emozioni, affetti
2. Alessandro Garcea (Torino): Le passioni presso gli antichi
3. Italo Sciuto (Verona): Le passioni nel pensiero medievale
4. Pietro Kobau: Psicologia senza sentimenti: da Wolff a Dennett
5. Massimo Mori (Torino): Le passioni nella filosofia moderna
6. Roberta De Monticelli (Ginevra, Svizzera): L’ordine del cuore. Per una teoria fenomenologica dell’affettività
7. Roberta Guccinelli (Ginevra, Svizzera): L'approccio fenomenologico ai sentimenti. L'analisi di Alexander Pfänder
8. Alexander Pfänder: Sulla psicologia dei sentimenti; traduzione di Roberta Guccinelli
9. Valentina D'Urso (Padova) e Daniela Riccardi (Padova): Emozioni senza passione
10. Claudia Caffi (Genova): Emozioni fra pragmatica e psicologia
11. Elisabetta Gola (Cagliari): L’approccio alle emozioni in AI
12. Emanuela Magno Caldognetto (Padova): I correlati fonetici delle emozioni
13. Clotilde Calabi (Milano): Il problema dei qualia invertiti e la grammatica del dolore
14. Alfredo Paternoster (Vercelli): Emozioni e causalità mentale
15. Germana Pareti (Torino): Ragione e sentimento. Le basi neurobiologiche della vita emotiva
16. Elena Pistolesi (Firenze): Flame e coinvolgimento in IRC
17. Bruno Moretti (Berna, Svizzera): Affettività nel baby talk
18. Carla Bazzanella: Emozioni e contesto: alcuni cenni
Introduction, vii-xvii.
Andersen F. G. Repetition and Conflict Management in Business Converations, 1-15.
Bublitz W. I bought a freezer – you’ve bought a freezer – they’ve bought a freezer, 16-28
Calleri D. Chinese children learning Italian: Allo-repetitions forms and functions in semi-guided dialogues, 29-38.
Ciliberti A., Repetition in native/non-native interaction, 39-49.
Hardy D. E. The dialogic repetition of free indirect discourse in oral and literary narrative, 90-103.
Merlini Barbaresi L. Markedness reversal in dialogic repetition, in Bazzanella C. ed., Repetition in dialogue, Niemeyer, Tuebingen,104-118.
Norrick, N. R. Repetition in Conversational Joking, 129-139.
Rees van A. M. Functions of repetition in Informal Discussions, 141- 155.
Stati S. Repetition in Literary Dialogues, 167-173.
PREFAZIONE DI TULLIO DE MAURO
O. PREMESSA
PARTE PRIMA. PROBLEMI GENERALI.
1. PARLARE E SCRIVERE
1.1 Introduzione
1.2 Tratti caratteristici del parlato
1.2.1 Tratti situazionali
1.2.2 Corrispettivi linguistici
1.3 Variabilita' e continuum
1.4 Verso un approccio multidimensionale ai fenomeni linguistici
2. CONTESTO, DEISSI, PRAGMATICA
2.1 Introduzione
2.2 Individuazione del contesto
2.2.1 Le componenti
2.2.2 La rilevanza del contesto per l'interpretazione
2.3 La deissi
2.3.1 Definizione e problemi generali
2.3.2 Le categorie della deissi
2.4 La prospettiva pragmatica
2.4.1 Nascita e sviluppo della pragmatica
2.4.2 Tematiche centrali
3. IL TESSUTO DEL DISCORSO
3.1 Introduzione
3.2 I vari 'ascoltatori'
3.3 I turni
3.3.1 L' avvicendamento dei turni
3.3.2 Complementarieta' e sequenzialita' dei turni
3.3.3 L'individuazione ed il completamento dei turni
4. I DATI
4.1 Introduzione
4.2 Il corpus di riferimento
4.3 La trascrizione
4.3.1 Sistemi di trascrizione
4.3.2 Convenzioni di trascrizione
PARTE SECONDA. ASPETTI SPECIFICI
5. I TEMPI DEL PARLARE
5.1 Introduzione
5.2 Usi modali dell'imperfetto
5.2.1 con riferimento al passato
5.2.2 senza riferimento al passato
5.2.3 L'Imperfetto: un Tempo per tutte le stagioni
5.3 Futuro morfologico e futuro temporale
5.3.1 Tendenze d'uso
5.3.2 Alcuni dati dal corpus
5.3.3 Parametri rilevanti per l'uso del Futuro
5.3.4 Futuro e modalita'
6. MECCANISMI SINTATTICI DI FOCALIZZAZIONE
6.1 Ordine marcato e non marcato
6.1.1 La dislocazione
6.1.2 Frasi scisse e pseudo-scisse
6.2 Il passivo
6.2.1 Il passivo nel parlato
6.2.2 "Defocalizzazione dell'agente" o "focalizzazione dell'oggetto?"
6.2.3 La funzione testuale
6.2.4 I vari parametri
6.2.5 Verso una configurazione complessiva
7. I SEGNALI DISCORSIVI
7.1 Introduzione
7.2 Funzioni interazionali
7.2.1 Una possibile classificazione
7.2.2 Dalla parte del parlante
7.2.3 Dalla parte dell'interlocutore
7.3 Funzioni metatestuali
7.3.1 Demarcativi
7.3.2 Focalizzatori
7.3.3 Indicatori di riformulazione
7.4 Alcuni dati dal corpus
8. LE INTERRUZIONI
8.1 Introduzione
8.2 Proposta di classificazione strutturale delle interruzioni
8.2.1 Le tre variabili
8.2.2 I tipi di interruzione
8.2.3 Dati relativi alle interruzioni nel corpus
8.3 Distinzione funzionale (transitoria) tra interruzioni "supportive" e "competitive"
8.4 Parametri "oggettivi" e "contestuali"
8.5 Verso una configurazione complessiva delle interruzioni
9. LA RIPETIZIONE DIALOGICA
9.1 Introduzione
9.2 Funzioni testuali
9.3 Funzioni conversazionali
9.4 Funzioni interazionali
10. UN EPILOGO 'APERTO'
APPENDICE I Corrispondenza tra sigle e testi del corpus
APPENDICE II Convenzioni di trascrizione adottate
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
PRESENTAZIONE DI PIERO BERTOLINI
PARTE PRIMA. Un quadro di riferimento
1. Dalla norma all'uso e dall'uso alla riflessione (Carla Bazzanella)
2. Problemi metodologici (Carla Bazzanella)
2.1 L'uso dei questionari
2.2. Vizi e virtù dei libri di testo
2.3 La problematica psicodinamica
3. Alcuni concetti guida (Carla Bazzanella)
4. Livelli di partenza e obiettivi (Carla Bazzanella)
4.1 Media inferiore
4.2 Biennio
5. Per una didattica del testo (Mario Ambel)
5.1 Il testo: coesione e coerenza
5.2 Dal testo al contesto
5.3 Competenze testuali ed extratestuali
6. La letteratura nel biennio (Patrizia di Blasi)
6.1 Storia delle idee o momento dell'immaginario collettivo?
6.2 Ipotesi di percorsi didattici
6.3 Il tempo nell'opera letteraria
6.4 Individuazione del punto di vista
6.5 Il personaggio tra letteratura e cinema
PARTE SECONDA. Materiali di lavoro
1. Esperienze e attività di L1 nella media a tempo pieno (Carla Bazzanella, Elena Sanfilippo)
2. Appunti di un percorso tempo-causa per la comprensione e la produzione di testi del biennio (Francesca Pilato)
3. La correzione dell'errore di lingua nel biennio (Francesca Pilato)
Bibliografia
1. La problematica socio-pedagogica e linguistica
1.1 Accenni al quadro di politica culturale e scolastica in relazione all’insegnamento linguistico
1.2 L’educazione linguistica
2. Ricerche
2.1 Analisi della lingua dei ragazzi rispetto ai condizionamenti esterni
2.2 Analisi dello sviluppo psicolinguistico nel passaggio dal concreto all’astratto
2.3 Analisi dell’atteggiamento linguistico degli insegnanti attraverso i piani di lavoro annuali di italiano
Appendici
Bibliografia
1. Introduzione
2. Proposte di lavoro
2.1 Parlare leggere scrivere
2.1.1 Uso didattico della discussione
2.1.2 Uso didattico dell’assemblea
2.1.3 Lettura del testo
2.2 La ‘infomazione’. Tematiche generali e indicazioni didattiche
3. Schede
3.1 Il processo di comunicazione
3.2 Le funzioni del linguaggio
3.3 Le varietà della lingua
3.4 Utilizzazioni didattiche della semantica
3.5 Una riflessione sulla ‘grammatica’
Allegati
Bibliografia
The review discusses both the general theoretical background and the several relevant issues, among which: polyfunctionality, diachronic development, speaker’s attitudes and subjectivity, as well as the nature of the interactional exchange, metatextual structure, and cognitive processes involved.
A partire da una riflessione sulle tematiche teoriche coinvolte, si proporrà un’analisi del contesto e delle sue molteplici componenti, correlandole alle caratteristiche linguistiche e conversazionali relative ad alcune situazioni interazionali, e concentrandosi in particolare sul test delle differenze.
Dal punto di vista linguistico risultano dei cambiamenti in atto nella lingua, in specifico italiana, di cui può essere utile tenere conto nell’insegnamento dell’italiano come lingua straniera e su cui mi soffermerò brevemente nelle conclusioni.
1. de faire quelques observations générales sur la complexité de la notion de ‘preuve’ (evidence) en linguistique et sur l'interaction nécessaire entre les données et la théorie,
2. d'examiner les avantages et les limites de l'utilisation des corpus,
3. de mettre en évidence l'importance des corpus dans la recherche en pragmatique linguistique, avec une attention particulière aux composantes contextuelles,
4. de présenter un relevé des corpus italiens disponibles.
1 Indeterminatezza e uso dei numerali
2 Diversità degli usi nelle lingue
3 Senso dei numeri e uso simbolico/non simbolico
The debate on universalism and relativism (particularly strong in the sixties in the fields of philosophy and anthropology, also in reaction to Whorf’s 1956 claims) has permeated part of the pragmatic research, even if sometimes only in the background.
Studies in pragmatics initially concentrated on politeness (and impoliteness), often in a cross-linguistic and cross-cultural perspective. Subsequently, also other topics, mainly related to conversation analysis, dialogue analysis, and interactional linguistics (such as turn-taking, interruptions/overlaps, and negotiation, all of which include both culturally-driven and universal features), have been taken into account.
In recent years, thanks also to the sensibility of pragmatics scholars to interdisciplinary issues and connections, other research areas have been dealt with also in a cognitive perspective.
More interestingly, in the last few years there has been a trend towards a partial integration of universalism and relativism: see, among others, by Tomasello and Slobin 2005, Levinson 2006, Regier et al. 2009, Marotta 2010, Bazzanella et al. 2012, Bazzanella 2014, Ronga et al. 2014.
This paper in honour of my friend Gudrun Held (an extraordinary person and scholar) is aimed at highlighting the recent developments of pragmatic studies regarding the intertwinement of universal and cultural factors in human linguistic interaction: namely, the phenomena of politeness, re-use, and idioms/proverbs.
The debate on universalism and relativism (particularly strong in the sixties in the fields of philosophy and anthropology, also in reaction to Whorf’s 1956 claims) has permeated part of the pragmatic research, even if sometimes only in the background.
Studies in pragmatics initially concentrated on politeness (and impoliteness), often in a cross-linguistic and cross-cultural perspective. Subsequently, also other topics, mainly related to conversation analysis, dialogue analysis, and interactional linguistics (such as turn-taking, interruptions/overlaps, and negotiation, all of which include both culturally-driven and universal features), have been taken into account.
In recent years, thanks also to the sensibility of pragmatics scholars to interdisciplinary issues and connections, other research areas have been dealt with also in a cognitive perspective.
More interestingly, in the last few years there has been a trend towards a partial integration of universalism and relativism: see, among others, by Tomasello and Slobin 2005, Levinson 2006, Regier et al. 2009, Marotta 2010, Bazzanella et al. 2012, Bazzanella 2014, Ronga et al. 2014.
This paper in honour of my friend Gudrun Held (an extraordinary person and scholar) is aimed at highlighting the recent developments of pragmatic studies regarding the intertwinement of universal and cultural factors in human linguistic interaction: namely, the phenomena of politeness, re-use, and idioms/proverbs.
i) a general outline of the linguistic devices used to construct gender in Italian;
ii) a minimal sketch of social gender and socio/economical roles in Italy;
iii) an analysis of the changes in meanings and synonyms for nouns related to ‘woman’ and ‘man’ from a previous version (cf. Bazzanella et al. 2000) to the 2000 version of the Italian Word Thesaurus.
La finalidad de dicho proyecto es estudiar los principales mecanismos de construcción interactiva del diálogo en la interlengua oral de aprendices hispanófonos de italiano L2, con particular atención a la identificación y uso de los marcadores discursivos.
Nelle pagine che seguono i nodi teorici iniziali ('funzioni della lingua e contesto", "connettivi", "tempi verbali", "metafora") sono stati arricchiti con il materiale fornito dagli insegnanti durante la ricerca, non solo per esemplificare le problematiche teoriche in modo più chiaro, sulla base delle produzioni dei bambini, ma anche per rendere atto della positività di una integrazione - difficile ma necessaria - tra livello teorico ed applicativo.
Le problematiche relative al contesto ed ad altri aspetti pragmatici sono state discusse ed approfondite negli sviluppi più recenti della teoria della traduzione, nelle sue varie prospettive (cfr. ad es. Becker 2000, Baker 2006a, b, House 2006, Cucchi/Ulrych 2008), favorendo soprattutto una prospettiva funzionale, che preservi il significato inteso dal parlante (cfr. Grice 1989/1993) là dove non ci sia corrispondenza completa tra i significati letterali delle due lingue (cfr. ad es., relativamente ai segnali discorsivi, Bazzanella 1999, Bazzanella/Morra 2000, Aijmer/Simon-Vandenbergen 2003, Cuenca 2007). D’altra parte, secondo il “secondo assioma” di Herslund (2000, 11): “Gli equivalenti di traduzione non hanno necessariamente significati identici (intensioni identiche); anzi, sono raramente, anche in lingue strettamente apparentate, totalmente identici).”.
In questo contributo considereremo la traduzione intersemiotica di un fenomeno particolare relativo alla indeterminatezza della lingua, apparentemente paradossale: l’uso dei numeri cardinali come entità indeterminata, approssimata, in cui gli equivalenti di traduzione non sono possibili. Molti sono infatti i casi in cui certi numerali non indicano una quantità precisa di elementi (quella appunto indicata dal numero stesso), ma si riferiscono a una quantità generica (cfr. ad es. Dehaene /Mehler 1992, Dehaene 1997, Bultnick 2005, Geurts 2006, Krifka 2007), e sono usati sia per attenuare che per rafforzare, secondo i due poli dell’intensità (cfr. Holmes 1984, Labov 1984, Gili Fivela/Bazzanella 2009).
In altra sede sono stati discussi alcuni di questi usi in italiano e spagnolo (cfr. Bazzanella i.c.s.), correlandoli anche agli aspetti pragmatici e cognitivi coinvolti nell’uso dei numeri.
Qui verranno considerate alcune corrispondenze e variazioni tra italiano e danese (lingue non tipologicamente correlate).
Infine si discuteranno in generale i problemi di traduzione relativi alle due lingue e la relazione tra i due codici – numerico e linguistico – coinvolti. Esistono ad es. casi di “interference” o “negative transfer” (nelle parole di Crystal 1992)? Quanto giocano gli aspetti culturali nelle convenzionalizzazioni di questi usi (in particolare in riferimento allo spagnolo e danese) - tenendo conto che ad es. uno e due sono considerati primitivi semantici universali (cfr. ad es. Wierzbicka 1992, 1996, Goddard/Wierzbicka 1998/1999)?
Riferimenti bibliografici
Baker Mona 2006a. Contextualization in Translator-and-Interpreter-Mediated Events. In Journal of Pragmatics 38 (3), 321-337.
Baker Mona (ed.) 2006b. Translation and context. In Journal of Pragmatics 38 (3), Special issue, 317–320
Bazzanella Carla 1999. Corrispondenze funzionali di well in italiano: analisi di un testo letterario e problemi generali. In Gunver Skytte/ Francesco Sabatini (eds.) Linguistica testuale comparativa. In memoriam Maria-Elisabeth Conte. Copenaghen, Museum Tusculanum Press, 99-110.
Bazzanella Carla 20144 Linguistica e pragmatica del linguaggio, Roma-Bari, Laterza (versione originale 2005).
Bazzanella Carla i.c.s. Attenuare (e rafforzare) con i numeri, comunicazione al IV Convegno Internazionale del Programma Edice (La (s)cortesia in spagnolo: ambiti teorici e metodologici di studio), Roma 23/26-9-08; i.c.s. negli atti relativi a cura di Franca Orletti/ Laura Mariottini.
Bazzanella Carla/Morra Lucia 2000. Discourse markers and the indeterminacy of translation. In Iørn Korzen/ Carla Marello (eds.) Argomenti per una linguistica della traduzione, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 149-157.
Becker Alton L. 2000. Beyond translation: essays towards a modern philology, Ann Arbor, University of Michigan Press.
Bérrendonner Alain 1981. Eléments de pragmatique linguistique. Paris, Les Editions de Minuit.
Bultinck Bert 2005. Numerous meanings. The meaning of English Cardinals and the Legacy of Paul Grice. Amsterdam et al., Elsevier.
Crystal David 1992. Dictionary of Language and Linguistics, London, Penguin.
Cucchi Costanza/ Ulrych Margherita 2008. Translation, rewriting and recontextualisation: forms of mediated discourse. In Marcella Bertuccella Papi/Antonio Bertacca/Silvia Bruti (eds.) Threads in the complex fabric of language. Linguistic and literary studies in honor of Lavinia Merlini Barbaresi, Pisa, Felici Ed., 139-170.
Cuenca Maria Josep (ed.) 2007. Contrastive Perspectives on Discourse Markers, Catalan Journal of Linguistics, 6, special issue.
Dehaene Stanislas 1997. The Number Sense: How the Mind Creates Mathematics, Oxford, Oxford University Press.
Dehaene Stanislas/Mehler Jacques. 1992. Cross-linguistic regularities in the frequency of number words. Cognition, 43:1–29.
Geurts Bart 2006 . In Svetlana Vogeleer/Liliane Tasmowski (eds.) Non-definiteness and plurality, Amsterdam/Philadelphia, John Benjamins,311-329.
Gambier Yves et al. (eds.) 2007. Doubts and directions in translation studies. Proceedings. EST Congress (2004, Lisbon, Portugal) Amsterdam/Philadelphia, John Benjamins.
Gambier Yves/ Shelsinger Miriam/ Stolze Radegundis (eds) 2007. Doubts and Directions in Translation Studies. Selected contributions from the EST Congress, Lisbon 2004, Amsterdam and Philadelphia, John Benjamins.
Gili Fivela Barbara/ Bazzanella Carla (a cura di) 2009 Fenomeni di intensità nell’italiano parlato, Firenze, Franco Cesati.
Goddard Chris/ Wierzbicka Anna 1998/1999. Lingua, cultura e significato: semantica interculturale. In René Dirven/Marjolijn Verspoor (eds.) 1998/1999. Cognitive exploration of language and linguistics. xxxx(tr. it. a cura di Bersani Berselli Gabriele, Soffritti Marcello, Zanettini Federico, Introduzione alla linguistica. Un approccio cognitivo, Bologna, CLUEB), 191-223.
Green Georgia M. 1989/1990. Pragmatics and natural language understanding, Lawrence Erlbaum Associates, Inc.; (tr. it. Pragmatica. La comprensione del linguaggio naturale, Padova, Muzzio).
Grice, Herbert Paul 1989/1993. Studies in the ways of words, Cambridge, CUP ( tr. it. a cura di Giorgio Moro, Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato e comunicazione, Bologna, Il Mulino).
Gyde Hansen/ Kirsten Malmkjaer/ Daniel Gile 2004. Claims, Changes and Challenges in Translation Studies Selected contributions from the EST Congress, Copenhagen 2001, Amsterdam/Philadelphia, John Benjamins.
Herslund Michael 2000. Tipologia grammaticale e tipologia lessicale. In Korzen Iørn/Carla Marello (eds.) Argomenti per una linguistica della traduzione, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 11-18.
Holmes Janet 1984. Modifying illocutionary force. In Journal of Pragmatics 8, 364-65.
House Juliane 2006. Text and context in translation. In Journal of Pragmatics 38 (3), 338-358.
Krifka Manfred 2007 Approximate interpretation of number words: A case for strategic communication. In Gerlof Bouma/ Irene Kräer/ Joost Zwarts (eds.), Cognitive foundations of interpretation, Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschapen, Amsterdam, 111-126, < http://amor.rz.hu-berlin.de/~h2816i3x/>.
Labov William 1984. Intensity. In D. Schiffrin (ed.), Georgetown University Round Table on Language and Linguistics, Washington, Georgetown University Press, 43-70.
McCarthy Michael/ Carter Ronald 2004. “There's millions of them”: hyperbole in everyday conversation. In Journal of Pragmatics, 36 (2), 149-184.
Quine Willard Van Orman 1960/1970. Word and object, Cambridge Mass., MIT Press (tr. it. Parola e oggetto, Milano, Il Saggiatore).
Riccardi Alessandra (ed.) 2002. Translation Studies. Perspectives on an Emerging Discipline, Cambridge, Camdridge University Press.
Sbisà Marina 2007. Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita, Roma-Bari, Laterza.
Wierzbicka Anna 1992. Semantics, Culture, and Cognition. Universal Human Concepts in Culture-Specific configurations, Oxford, Oxford University Press.
Wierzbicka Anna 1996. Semantics Primes and universals, Oxford/New York, Oxford University Press.
Il presente lavoro si focalizza sulle variabili contestuali – globali e locali – che in genere risultano pertinenti nei settings degli esperimenti di neurofisiologia condotti su soggetti umani. Sebbene sia evidente che le componenti contestuali giochino un ruolo essenziale anche nei setting sperimentali di neurofisiologia, finora non è stato del tutto esplicitato come e in che misura queste componenti influenzino i ri-sultati sperimentali. In questo tipo di esperimenti, di norma, si cerca di annullare l’influenza delle componenti 'globali' (Akman, Bazzanella 2003) bilanciandole; ma per alcune influenze contestuali, o 'modulazioni' (come abilità, esperienze e competenze individuali), non è possibile il controllo a priori. Studi recenti, condotti utilizzando soprattutto stimoli dolorosi, sembrano confermare l’ipotesi della salienza come proprietà contestuale, più che caratteristica inerente degli stimoli stessi: esattamente gli stessi stimoli, infatti, sono in grado di evocare risposte diverse a seconda del contesto di stimolazione in cui sono inseriti (Iannetti et al. 2008).
Il problema delle modulazioni contestuali non è confinato solo all’ambito linguistico/filosofico, confermando così, ancora una volta, la crucialità della nozione di contesto, come crocevia condiviso fra approcci umanistici e scientifici, all’interno delle scienze cognitive.
constraints.
The first is to limit the present analysis to repetition
in the sense of the exact repetition (exact, that is, apart
from deictic shift) of the same item uttered by another
speaker, usually the previous speaker.
Thus I will leave out of consideration two large groups of
phenomena:
1) monologic repetition and the several functions which it
performs. I will simply refer the reader to the macro-functions of repetition, i.e. cognitive, textual, stylistic, argumentative, conversational, interactional, and ethnic (cf. the taxonomic sketch inthe appendix).
2) repetition with variation.
General related problems such as the balance between old and
new (or "difference in similarity and viceversa", cfr. Mortara
1990, which seems to be constitutive of the phenomenon of
repetition) and the variance/invariance mechanisms of language
(see Hopper 1987 ), cannot be developed here.
But let me outline briefly what I would tentatively suggest
should be called 'polyphonic' repetition', that is, the
repetition of fixed syntagms based on stereotypes,
conversational routines, slogans, proverbs, biblical
quotations, and titles of famous books or movies. In this case,
the source of the repetition is not the preceding speaker's
utterance, nor even a previous utterance in a given verbal
interaction, but the shared knowledge or 'encyclopedia' of a
given community.
The second constraint of the paper will be to focus only
on two macro-functions of dialogic repetition, the
conversational and, in particular, the interactional functions;
for these two functions a double polarity will be proposed, in
a 'multifunctionalist' view of repetition.
The third constraint has been to exclude children's
repetition, since its importance demands for a separate
treatment.
The fourth constraint regards the number and length of the
examples, which have had to be reduced for the sake of brevity,
a fact which makes it more difficult for the reader to identify
the functions performed by repetition in a given context, the
kind of speech act involved, and the possible implicature (Bazzanella 1992).
The actual corpus is based on almost six hundred samples of both spoken and written Italian). However, the examples quoted here are mainly taken from 'Being there', by Kosinski. .
In this novel the central character, Chance, is somehow
'created' by the interlocutors, who supplement by means of
inference processes the limited information given by Chance
(cf. Levinson 1987's "Minimization principle"). With regard to repetitions used by Chance as a facilitation device in interactional exchanges and an imitation device from TV, Kosinski himself states: "Thinking that he ought to show a keen interest in what Elizabeth was saying, Chance resorted to repeating to her parts of her own sentences, a practice he had observed on TV" p. 34.
In conclusion, the actual function �of a given repetition, and its illocutionary force, cannot be analysed and understood without referring to the prior utterance where we find the 'input occurrence' that conditions it; it is only in the context of the conversational exchange and in the global speech act that the complex phenomenon of repetition can be studied, exactly in the same way as it is understood in everyday discourse.
1.1 The notion of Context
1.2 The components of Context
1.3 Given or not given?
2. Context and dialogue
2.1 Uses of context in children's dialogue
2.1.1 The production level
2.1.2 The interpretation level
2.1.3 Developmental stages
2.1.3.1 Deictic focus
2.1.3.2 Generic focus
2.1.3.3 Discourse focus
2.2 Uses of context in adults' dialogue
2.2.1 Interaction of foci
2.2.2 A 'dynamic' view of context
3. Conclusion
3.1 An eclectic view
3.2 A methodological note
Abbiamo visto come l’analisi - e la conseguente traduzione - di un segnale discorsivo non si può porre su un semplice piano semantico, di corrispondenza lessicale rigida L1-L2, ma - a partire da un nucleo basico che resterà comunque presente - il valore specifico dovrà essere calcolato in base ad una pluralità di livelli in gioco, pensando il significato linguistico in termini inferenziali e non di equivalenza, così come ha riproposto recentemente Violi (1997,212) per il lessico in generale: “le parole funzionano come dispositivi inferenziali e abduttivi, elementi che attivano inferenze possibili e in questo modo guidano l’interpretazione testuale. Il significato lessicale non è costituito da un sistema di correlazioni fisse, ma da un insieme, variamente regolato, di inferenze possibili, che esibiscono gradi diversi di cogenza e probabilità, imponendo vincoli di differente forza sui processi interpretativi.”
Centrale in questo insieme di inferenze possibili è - come sempre - il ruolo del contesto, sia linguistico che extralinguistico.