Complete Issues by Till Ermisch
Lo Sguardo, 2020
In un saggio del 1976 intitolato Le retour de Schelling, Tilliette scriveva: «è un fatto verament... more In un saggio del 1976 intitolato Le retour de Schelling, Tilliette scriveva: «è un fatto veramente notevole che nessun importante pensatore della nostra epoca abbia ignorato Schelling: Heidegger, Jaspers, Gabriel Marcel, Berdiaeff, Bloch, Merleau-Ponty… tutti hanno subito l’attrazione di Schelling. […] Odo Marquard, in un articolo tanto ingegnoso quanto malizioso, vede in lui il “contemporaneo in incognito”. La famosa plasticità del filosofo, quella plasticità di cui Marx si prendeva gioco in una celebre invettiva, ha contribuito al caso. Ma non è affatto soccombere a un miraggio retrospettivo attribuirgli la paternità di discipline fiorenti come la psicologia del profondo, l’esegesi dei testi filosofici, la filosofia della religione, l’interpretazione dei miti, l’ermeneutica». Che la plasticità della filosofia di Schelling sia alla base del fascino che il suo pensiero ha esercitato sui contemporanei e sulle filosofie successive è un fatto, ma come tutti i fatti merita di essere chiarito e compreso. Infatti, se per un verso, è proprio grazie a questa plasticità che la riflessione schellinghiana ha precorso alcuni motivi che avrebbero trovato soltanto nel Novecento un articolato sviluppo; per un altro verso, questa stessa plasticità è all’origine delle immagini più stereotipate del filosofo di Leonberg, accusato, a seconda delle differenti temperie culturali, di aver incarnato posizioni reazionarie, mistiche o, più genericamente, romantiche. Accuse che hanno trovato il loro punto di approdo nella critica, secondo cui il sistema schellinghiano non avrebbe avuto uno sviluppo continuo e coerente, ma sarebbe stato caratterizzato da bruschi cambi di rotta, che, solo con molte difficoltà, possono essere assunti come differenti declinazioni di un percorso teorico univoco...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Edited Works & Translations by Till Ermisch
Lo Sguardo – Rivista di filosofia, 2021
Che la plasticità della filosofia di Schelling sia alla base del fascino che il suo pensiero ha e... more Che la plasticità della filosofia di Schelling sia alla base del fascino che il suo pensiero ha esercitato sui contemporanei e sulle filosofie successive è un fatto, ma come tutti i fatti merita di essere chiarito e compreso. Infatti, se per un verso, è proprio grazie a questa plasticità che la riflessione schellinghiana ha precorso alcuni motivi che avrebbero trovato soltanto nel Novecento un articolato sviluppo; per un altro verso, questa stessa plasticità è all’origine delle immagini più stereotipate del filosofo di Leonberg, accusato, a seconda delle differenti temperie culturali, di aver incarnato posizioni reazionarie, mistiche o, più genericamente, romantiche. Accuse che hanno trovato il loro punto di approdo nella critica, secondo cui il sistema schellinghiano non avrebbe avuto uno sviluppo continuo e coerente, ma sarebbe stato caratterizzato da bruschi cambi di rotta, che, solo con molte difficoltà, possono essere assunti come differenti declinazioni di un percorso teorico univoco.
Solo di recente la ricerca è riuscita a sgombrare il campo dalle macerie2 di questa critica semplicistica, e spesso partigiana, riuscendo infine a promuovere una vera e propria riscoperta del pensiero schellinghiano. Questa rinascita di interesse ha ricevuto il suo primo impulso dal lavoro di edizione storico-critica delle opere, cominciato nel 1976 e ancora in corso presso la Schelling-Kommission della Bayerische Akademie der Wissenschaften, a cui hanno fatto seguito importanti tentativi di valorizzazione teorica in Germania, Francia, Italia e, nell’ultimo ventennio, anche in area anglofona3. Una delle peculiarità di questa nuova fase della Schelling-Forschung è da rinvenire nell’interesse rivolto principalmente alla filosofia della natura e agli scritti appartenenti alla Spätphilosophie, testi che la critica aveva lungamente trascurato a vantaggio delle opere pre-hegeliane.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Papers by Till Ermisch
The following article seeks to explain Schelling's distinction between negative and positive ... more The following article seeks to explain Schelling's distinction between negative and positive philosophy by discussing some of the core concepts of Schelling's Freiheitsschrift, namely, the concepts of Identity, finite-identity- and positive-necessity of free will. Obviously, the distinction between negative and positive philosophy is not explicitly present in Schelling's Freiheitsschrift. Consequently, the article will demonstrate (and reconstruct) this concept as an implicit consequence of the Freiheitsschrift's investigation on identity, free will and necessity. Additionally, there will be minor references to other works to indicate the place of these notions within Schelling's oeuvre. The article intends to elucidate some of the key notions, that are needed to understand the Freiheitsschrift. In turn, other topics are only touched upon, if not left out. This, however, is not meant to be an indication about their significance. The article introduces the concept...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Complete Issues by Till Ermisch
Edited Works & Translations by Till Ermisch
Solo di recente la ricerca è riuscita a sgombrare il campo dalle macerie2 di questa critica semplicistica, e spesso partigiana, riuscendo infine a promuovere una vera e propria riscoperta del pensiero schellinghiano. Questa rinascita di interesse ha ricevuto il suo primo impulso dal lavoro di edizione storico-critica delle opere, cominciato nel 1976 e ancora in corso presso la Schelling-Kommission della Bayerische Akademie der Wissenschaften, a cui hanno fatto seguito importanti tentativi di valorizzazione teorica in Germania, Francia, Italia e, nell’ultimo ventennio, anche in area anglofona3. Una delle peculiarità di questa nuova fase della Schelling-Forschung è da rinvenire nell’interesse rivolto principalmente alla filosofia della natura e agli scritti appartenenti alla Spätphilosophie, testi che la critica aveva lungamente trascurato a vantaggio delle opere pre-hegeliane.
Papers by Till Ermisch
Solo di recente la ricerca è riuscita a sgombrare il campo dalle macerie2 di questa critica semplicistica, e spesso partigiana, riuscendo infine a promuovere una vera e propria riscoperta del pensiero schellinghiano. Questa rinascita di interesse ha ricevuto il suo primo impulso dal lavoro di edizione storico-critica delle opere, cominciato nel 1976 e ancora in corso presso la Schelling-Kommission della Bayerische Akademie der Wissenschaften, a cui hanno fatto seguito importanti tentativi di valorizzazione teorica in Germania, Francia, Italia e, nell’ultimo ventennio, anche in area anglofona3. Una delle peculiarità di questa nuova fase della Schelling-Forschung è da rinvenire nell’interesse rivolto principalmente alla filosofia della natura e agli scritti appartenenti alla Spätphilosophie, testi che la critica aveva lungamente trascurato a vantaggio delle opere pre-hegeliane.