New York
città degli Stati Uniti d'America nello Stato di New York
Citazioni su New York e i newyorkesi.
- A New York, l'udito non può essere un senso difensivo, tutti i rumori sembrano provenire da un cortile sul retro. Tutti a egual distanza, si producono ovunque salvo che nella lontananza o nella prossimità, mixati dalla strada stessa. (André Scala)
- A New York la vita mi sfrecciava accanto ogni giorno, sferragliando come la metropolitana. Ricordo di un'epoca in cui il tempo scorreva più lento era già svanito. (Leslie Feinberg)
- A New York si ha l'impressione che le cose avvengano più velocemente che altrove. (Lawrence Block)
- A New York stanno costruendo dei grattacieli blindati, ogni alloggio costa cento milioni di euro. Stiamo tornando al nuovo medioevo: ci saranno le fortezze con dentro ricchi cinesi, russi, indiani, arabi, americani, e nel resto del mondo ci sarà il medioevo. (Marco Rizzo)
- Abbasso le città dalla luce umida e paludosa, vanno bene per chi dipinge acquerelli... La mia casa è New York, pietrosa e alta. I suoi beni immobili sono davvero un bene. (Harold Brodkey)
- Adoro questa città. Proprio quando ti sei stufato, quando pensi di non poterne più della Grande Mela, ecco che ti regala una bella serata tranquilla. (Marvel contro DC)
- All'età di 21 anni, John divenne uno dei sette milioni di che credevano che New York dipendesse da loro. (La folla)
- Ascolta New York! ascolta la tua voce maschia di rame la tua voce vibrante | di oboe, l'angoscia ostruita delle tue lacrime piombare in grossi grumi di sangue | ascolta battere in lontananza il tuo cuore notturno, ritmo e sangue del tam-tam, tam-tam sangue e tam tam. || New York! dico New York, lascia affluire il sangue nero nel tuo sangue | che lubrifichi le tue articolazioni d'acciaio, come un olio di vita | che dia ai tuoi ponti la curva delle groppe e l'elasticità delle liane. | Ecco tornare i tempi antichissimi, l'unità ritrovata la riconciliazione del Leone del Toro e dell'Albero | l'idea legata all'atto l'orecchio al cuore il segno al senso. | Ecco i tuoi fiumi sonori di caimani muschiati e di lamantini dagli occhi di miraggio. E nessun bisogno d'inventare le Sirene. | Ma basta aprire gli occhi dell'arcobaleno d'aprile, | e le orecchie, soprattutto le orecchie, a Dio che con un riso di sassofono creò il cielo e la terra in sei giorni. | E il settimo giorno, dormì del grande sonno negro. (Léopold Sédar Senghor)
- Capitolo primo. "Adorava New York. La idolatrava smisuratamente..." Ah no, è meglio "la mitizzava smisuratamente", ecco. "Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin..." Ah no, fammi cominciare da capo... Capitolo primo. "Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione..." Eh no, stantio, roba stantia, di gusto... Insomma, dai, impegnati un po' di più... da capo. Capitolo primo. "Adorava New York. Per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea: la stessa carenza di integrità individuale che porta tanta gente a cercare facili strade stava rapidamente trasformando la città dei suoi sogni in una..." Non sarà troppo predicatorio? Insomma, guardiamoci in faccia: io questo libro lo devo vendere. Capitolo primo. "Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com'era difficile esistere, in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia..." Troppo arrabbiato. Non voglio essere arrabbiato. Capitolo primo. "Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre..." No, aspetta, ci sono: "New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata." (Manhattan)
- Che ha di tanto bello New York? È una città morente. Hai letto Morte a Venezia? (Io e Annie)
- Dopo gli aerei dell'11 settembre, i newyorkesi per strada hanno spesso lo sguardo rivolto al cielo. (Laurie Anderson)
- Dov'è adesso il vecchio mondo? [...] Dov'è New York, la città del frastuono e dell'energia furiosa battuta dal vento e dalla concorrenza, con gli enormi edifici addossati l'uno all'altro e con la tendenza a innalzarsi sempre più per prendere un posto nel cielo? Dove sono gli angoli nascosti di triste lussuria, i vizi vergognosi, e tutta la stragrande bruttezza della sua vita energica? (H. G. Wells)
- – È di New York?
– Perché?
– Così per sapere.
– Cosa?
– Perché è così duro. Se è più italiano o più newyorkese.
– Che ne sa dei newyorkesi?
– Ho vissuto nel West Village per tre anni.
– Ah. (Giallo) - È un giorno come un altro a New York. Sai com'è, la gente corre avanti e indietro, le macchine vanno, tutti devono andare da qualche parte, essere da qualche parte, a nessuno importa niente di niente. È come un enorme orologio vivente, non si ferma mai. (Bella)
- È una città magica, travolgente, bellissima. Una di quelle città fortunate che hanno la grazia. Come certi poeti che ogni qualvolta scrivono un verso fanno una bella poesia. Mi dispiace non essere venuto qui molto prima, venti o trent'anni fa, per restarci. Non mi era mai successo di innamorarmi così di un paese. Fuorché in Africa, forse. Ma l'Africa è come una droga che prendi per non ammazzarti, una evasione. New York non è una evasione: è un impegno, una guerra. Ti mette addosso la voglia di fare, affrontare, cambiare: ti piace come le cose che piacciono, ecco, a vent'anni. (Pier Paolo Pasolini)
- "Ehi, se smetti di fumare, riavrai il tuo olfatto." Io vivo a New York City, non lo rivoglio il mio olfatto! (Bill Hicks)
- George Gershwin e Woody Allen rappresentano New York e la città rappresenta loro. (Francesco Micheli)
- – Gliel'ho detto, New York è un po' come Urbino.
– Ma non era come Torino?
– Come Torino per quanto riguarda la griglia, ma come Urbino per quanto riguarda il saliscendi.
– Ma non dica fesserie, il saliscendi è tipico di San Francisco, lo so! (Natale a New York) - Ho vissuto e amato New York, ma oggi mi sembra una città americana come tante altre, piena di paure, di freni, di ostacoli, dove lo straniero è straniero fino in fondo. (Yannick Noah)
- Il volto degli emigrati newyorkesi era velato da un pallore particolare. [...] Il pallore dell'ossessione, dei poderosi appetiti ristretti in piccoli spazi. [...] Mi venne il curioso pensiero che avessero nostalgia del bianco e nero, che le loro aspirazioni fossero dominate da valori acromatici, estremi personali di un grigiore urbano postbellico. (Don DeLillo)
- L'unità di tempo più breve di tutto il multiverso è il Secondo di New York, che si definisce come il periodo che passa tra l'attimo in cui il semaforo diventa verde e quello in cui il tassista dietro di te suona il clacson. (Terry Pratchett)
- La California è piena di cause significative. New York, invece, è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza. (Lou Reed)
- La maggior parte degli apparecchi delle cabine pubbliche erano scassati, resi inservibili. Li adoperavano anche come orinatoi. New York stava diventando peggio di Napoli o Salonicco. Era come una città asiatica, o africana, sotto quel profilo. E neppure i quartieri opulenti della città ne erano immuni. (Saul Bellow)
- Lei è il mio cuore, | io amo New York City | ha vissuto ed è morta | tante volte, yeah! | La vita è sempre dura | a New York City, oh amore | ma lei sta bene, lei sopravvive sempre, yeah! (Lenny Kravitz)
- Lo skyline di New York è un monumento il cui splendore non è eguagliato da alcuna piramide o palazzo. Ma i grattacieli americani non sono stati costruiti con fondi pubblici, né per scopi pubblici: sono stati costruiti dall'iniziativa, dall'energia e dal benessere di individui privati per realizzare profitti personali. (Ayn Rand)
- Mi ha aiutato ad avere un sacco di mentalità aperta, sia come artista, che come musicista, che come scrittrice [...]. New York mi ha anche fornito un sacco di coraggio, molta tenacia, perché è una città frenetica. È come se tutti stessero correndo verso qualche parte, alla ricerca di sé stessi, oppure cercando il posto dove vogliono andare, o a cercare l'amore. È una città tosta, quindi devi diventare ancora più forte. (Alicia Keys)
- Negli anni settanta, a New York, nessuno si svegliava prima di mezzogiorno. Era una città al collasso, pericolosa, sudicia, dove spesso latitavano i servizi essenziali. Durante gli interminabili scioperi dei netturbini, sulle strade si accumulavano montagne di spazzatura maleodorante. Un blackout generale provocò saccheggi per giorni. Noi gay portavamo al collo dei fischietti per poter chiedere aiuto ad altri gay in caso di aggressioni da parte delle gang che stazionavano tra il Greenwich Village e i bar leather del West Side. (Edmund White)
- Nessuno guidava a New York, c'era troppo traffico. (Futurama)
- New York? Ci sono stato. Puzza di pesce! (Johnny Guitar)
- – New York è così, basta sbagliare una strada e dopo è tutta una catena che...
– Succede in tutte le città, Vessato.
– Sì, ma a New York di più. Perché New York, lei lo sa meglio di me, è un po' come Torino, con queste Avenues, queste streets...
– A Torino ci sono le Avenues?
– No, ma qui sì, eheh ed è lì che nasce il problema professore. Questa è geometria. (Natale a New York) - New York è il centro del lusso e dell'eleganza americana. Lo sperpero, l'ostentazione, la splendore, talvolta grandioso, tal'altra soltanto volgare, sono qualchecosa di indescrivibile; il turbinio della vita sociale, dei piaceri e degli affari è un vero uragano di attività bene o male spesa, ma fa l'effetto di essere energia alquanto meno produttiva di risultati solidi e duraturi che quella delle grandi città europee, e il rumore assordante e l'altissimo costo delle abitazioni fa sì che molti preferiscono abitare lontani dal centro negli ombrosi e placidi sobborghi al di là del Bronx, su Long Island o Staten Island, fra le alture boscose del New Jersey, o sulle sue coste marine. (Luigi Villari)
- New York è famosa per i suoi teatri che si dividono in varie categorie: c'è la Broadway ufficiale, quella alternativa, quella molto alternativa, i senzatetto che sbraitano nel parco e più giù ancora lo spettacolo di zia Lily. (How I Met Your Mother)
- New York è un perfetto modello di una città, non il modello di una città perfetta. (Lewis Mumford)
- New York è un posto incredibile, che unisce l'umanità; a New York non ti senti uno straniero, ti senti parte di qualcosa. (Rula Jebreal)
- New York è una città così diversa dalle altre e così densa di esseri umani. Nessuno è speciale a New York [...]. A Los Angeles è l'opposto, vivi in una villa protetta da cancelli. A New York esci di casa e sbatti nelle persone. (Debra Messing)
- New York è una città in piedi. (Louis-Ferdinand Céline)
- New York mi affascina. Con me è sempre stata amichevole. Ho dormito nei parchi, nelle strade, e nessuno mi ha mai fatto del male. Vivere lì è come stare in una grande comunità. (Patti Smith)
- New York mi fa percepire un forte livello di energia, come se la città stessa fosse un concentrato di energia. Si tratta di una metropoli che gli europei, almeno quelli che vengono da grandi città come Roma, Parigi o Londra, trovano molto congeniale, come se si sentissero a casa, anche più di quanto accade per gli americani che arrivano invece dalla provincia. (Lawrence Block)
- New York non contempla il vuoto, è la capitale dello strapieno. Sulla sua carta d’identità la foto è quella di una folla. I canyon delle avenue sono pensati per contenerla, i grattacieli la misura per evitarne la tracimazione. (Gabriele Romagnoli)
- New York potrà anche essere una città di matti, ma almeno non rischierai mai di morire di noia. (Allucinazione perversa)
- New York. Una del mattino. Il luogo migliore e peggiore al mondo per essere inseguiti. (Lee Child)
- – Noi abbiamo fatto i nostri calcoli: sembra che ci siano 3 milioni di perfetti stronzi completamente repressi che vivono nell'area dei tre stati!
[...]
– E io come dovrei fare? Andare in tv e dire a dieci milioni di persone che devono essere carini l'uno con l'altro? Ma essere infelici e trattare il prossimo come mota è sacrosanto diritto di ogni newyorkese! (Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II) - [...] non è proprio l'America, è più il centro del mondo. Ha un'apertura e un'internazionalità che se la sognano nel resto degli Stati Uniti. (Rose Villain)
- Non lo vedi che il resto del Paese guarda a New York come se fossimo tutti comunisti, estremisti, ebrei, omosessuali e pornografi? Qualche volta penso anch'io così e io vivo qua! (Io e Annie)
- Non riesco a credere che questa città sia tanto guasta da non poter tornare indietro. Ma certo è sporca, è affollata, è fragorosa, è inquinata e c'è gente in giro che è pronta a camminarti sulla faccia a prima vista! Però, andiamo, ci sarà rimasta qualche scintillina di umanità in questo logoro borgo. Non c'è che pensare al modo di mobilitarla. (Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II)
- Non so come la vide, quando la nave offrì New York vicino: | dei grattacieli il bosco, città di feci e strade, urla, castello. (Francesco Guccini)
- Per effettuare un "Lui non verrà mai" è necessaria la terrazza panoramica dell'Empire State Building. Siete saliti? Bene! Da generazioni i newyorkesi scelgono questo luogo per gli incontri con i loro amanti perduti. La tecnica prevede di avvicinare le ragazze sole dicendo: "Tanto lui non verrà mai!" (Barney Stinson, How I Met Your Mother)
- Questa è New York, signore! Dove può succedere di tutto e di più! Potrebbe essere un terrorista, una bomba, un cadavere, una sparatoria, un accoltellamento... E poi oggi è venerdì, giorno di paga, magari qualcuno che non hanno pagato si è buttato si sotto. (Armageddon - Giudizio finale)
- Qui siamo a New York: se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque. (Qualcosa è cambiato)
- Sai qual è la cosa più meravigliosa di New York? [...] Che ci vengono tutti a farsi scopare. No, sul serio! È uno degli ultimi posti dove la gente è ancora disposta ad aprirsi per accettare il nuovo. Ed il vecchio. I newyorkesi sono permeabili. [...] Perciò siamo sani di mente, di conseguenza siamo il bersaglio dei non permeabili e dei non sani di mente. Ovviamente New York è dove tutti arrivano per farsi perdonare. (Shortbus - Dove tutto è permesso)
- Si è sempre soli a New York City! (X-Files)
- Sono nata in California e ho scoperto New York dopo essermici trasferita. Un posto energico e affascinante dove però è difficile farsi una vita. Incontri persone interessanti ma pure gente orribile capace di farti sentire davvero a disagio. Ed è un luogo dove il gap tra ricchi e poveri è estremo, forse il più alto d'America. (Emma Cline)
- Tu sei un Newyorkese, questo non potrai cambiarlo mai, hai New York nelle vene. Passerai il resto della vita nel deserto ma resterai sempre un Newyorkese. (La 25ª ora)
- Tutti vengono qui sperando che le storie che hanno sentito siano vere: che qualunque idiota sbarchi in questo paese trovi fortuna e un mucchio di soldi. Ma poi arrivi qui e non è così e se non sei forte abbastanza questa città ti frega in mille modi e ti lascia a marcire. (The Knick)
- Vivere a New York non era facile. A volte avevo i nervi a brandelli, ma non ci si annoiava mai. Questo mi piaceva. A Manhattan succedeva sempre qualcosa di bello o di brutto, c'era sempre qualcosa da fare a tutte le ore del giorno della notte.
A New York praticamente in ogni angolo c'è una libreria. (Leslie Feinberg)
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