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Lago di Chiusi: differenze tra le versioni

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{{Massa d'acqua
|Nome = Lago di Chiusi
|Immagine = Lago di chiusi1chiusi con drone.jpg
|Didascalia = Lago di chiusi visto dal drone.
|Stato = ITA
|Stato2 =
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}}
 
Il '''lago di Chiusi''' è un bacino lacustre in quota (di massimo invaso) 249,94 metrim [[s.l.m]]. della [[Toscana]], situato nella [[val di Chiana]] senese, pochi chilometri a nord-est della [[Chiusi|località]] da cui prende il nome e non lontano dal [[lago di Montepulciano]], rispetto al quale si trova pochi chilometri a sud-est ed al quale è idricamente collegato da un canale di collegamento dentro il quale, nei pressi di Passo alla Querce e di Poggio Falcone, si trova una diga meccanizzata a ghigliottina munita di sfioratore (in quota 248,69 s.l.m.).
È il secondo lago più grande della [[Toscana]] dopo il [[lago di Massaciuccoli]], se si escludono gli [[Invaso|invasi]] artificiali di [[Lago di Bilancino|Bilancino]] e di [[Lago di Montedoglio|Montedoglio]], ma è il quarto se si annoverano tali recenti invasi.
 
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Il lago è formato da vari immissari, tra cui i torrenti toscani Gragnano e Montelungo, il torrente umbro Tresa (che veicola anche le acque dei torrenti Maranzano, Moiano e Rio Maggiore), i fossi di origine toscana Marino, Rielle e Circondariale (che riceve le acque del depuratore di Pian delle Torri), i fossi di origine umbra (Fosso del Recinto e Fosso del Pianone che si immettono nel fosso toscano Vuotabotte o Vuotabotti, Rio della Suora, Fosso del Saponaio che riceve le acque dei Fossi dei Puntoni, dei Ballottoli e della Battilana, Fosso della Bacocchia che riceve le acque del Fosso del Poggio Sacco), il Fosso Vuotabotte o Vuotabotti (toscano, che scorre nei pressi del confine tosco-umbro, coincidente con il tratto settentrionale del canale Chianicella) e altri fossi minori.
 
Il canale circondariale si immette nel lago di [[Chiusi]] sulla sinistra di Poggio Casale, mentre il torrente Tresa, il torrente Montelungo e i fossi Marino e Rielle, dopo essersi riuniti in un unico canale, si immettono nel lago sulla destra di Poggio Casale. Il fosso Vuotabotte (ricevente il fosso del Recinto e il fosso del Pianone e inoltre collegato con il canale "Chianetta" tramite la "botte" -attualmente ostruita- sotto il torrente Tresa), sfocia nella parte più a meridione del lago (area sud-orientale), a ridosso del confine con l'[[Umbria]].
 
Esso è collegato, a nord-ovest, con il vicino [[lago di Montepulciano]] che alimenta il [[canale maestro della Chiana]] (quando la diga posta nel canale di collegamento tra i laghi di [[Chiusi]] e di Montepulciano è lasciata aperta o quando le ondate di piena sfiorano sopra la chiusa, la quale ostacola il flusso dei componenti solidi che sedimentano).
 
I principali immissari del lago di Montepulciano (torrente Parce che riceve le acque del torrente Monaco, del fosso Salcheto e del fosso Val di Seste) attraversano costantemente una cassa di laminazione e decantazione, di recente realizzazione. Tale cassa è utile per salvaguardare il lago di Montepulciano dall'interramento e per proteggere la qualità delle sue acque.
 
Attualmente le acque degli immissari del lago di [[Chiusi]] non attraversano analoghe casse di costante laminazione e decantazione. Il deflusso verso l'[[Arno]] delle acque torbide che, durante le piene, si proiettano sui due laghi ([[Chiusi]] e [[Montepulciano]]), è ostacolato con conseguente interramento dei Chiari quando le rispettive dighe, poste l'una nel primo tratto del canale di comunicazione e l'altra all'imbocco del [[Canale maestro della Chiana]], rimangono completamente abbassate.
 
Il lago di [[Chiusi]] funge da "polmone" delle piene e pertanto, se si interrasse, verosimilmente potrebbero esponenzialmente aumentare i rischi idro-geologici nell'intero fondovalle, da [[Chiusi Scalo]] al lago di Montepulciano, con conseguenti criticità per i nuclei urbanizzati, i siti industriali e agricoli, nonché la viabilità stradale e ferroviaria di epoca successiva ai progetti ottocenteschi di colmata dei laghi di [[Chiusi]] e di Montepulciano, incompatibili con l'odierna antropizzazione del fondovalle e con le vigenti normative.
[[File:Foto scattata sabato 07 agosto 2021 ore 19-34 in località Sbarchino - Lago di Chiusi.jpg|miniatura|Lago di Chiusi, località Sbarchino. Sullo sfondo i colli umbri sopra la battigia toscana (sabato 07 agosto 2021, 19:34)]]
Apparentemente la sponda settentrionale e quella sud-orientale del bacino lacustre chiusino sembrerebbero segnare il confine tra [[Toscana]] e [[Umbria]], ma in realtà il territorio toscano (quindi anche la [[provincia di Siena]] e il comune di [[Chiusi]]) comprende l'intero lago di [[Chiusi]] nonché la battigia che circonda il lago a 360°.
 
A circa 10 km a nord-est del lago di [[Chiusi]], in territorio umbro, è situato il [[lago Trasimeno]] che, tra l'altro, riceve le acque del torrente [[Anguillara (torrente)|Anguillara]]. Sull'Anguillara sono altresì convogliati i corpi idrici del fiume Tresa e dei torrenti Rio Maggiore, Moiano e Maranzano, deviati verso il lago di [[Chiusi]] attraverso quattro dighe che spesso fanno fluire le acque torbide, durante le piene, lungo un tratto del Tresa che, unitamente al Rio Maggiore (i due maggiori affluenti del Trasimeno), per volontà di [[papa Innocenzo VIII]] dal 1490 è stato deviato verso l'odierna [[Chiusi Scalo]] (girato verso l'[[Arno]] dopo il trattato del 1780 tra [[Granducato di Toscana]] e [[Stato Pontificio]]) e che oggi è inalveato tra poderosi argini, nonché munito di una recente cassa di esondazione nei pressi di [[Moiano (Città della Pieve)|Moiano]] (in Umbria).
[[File:Torre chiusina di Beccati Questo (fine sec. XII, ristrutturata o ricostuita dalla Repubblica di Siena nel 1427) lungo l'argine destro del Tresa.jpg|miniatura|Torre chiusina di Beccati Questo (fine sec. XII, ristrutturata o ricostuitaricostruita dalla Repubblica di Siena nel 1427) lungo l'argine destro del Tresa_scatto del 9.4. aprile 2023 h 11:11]]
L'ultimo tratto del torrente Tresa è stato modificato negli anni ottanta del secolo XX (da allora le sue acque decantano parzialmente nell'area di colmata - in sinistra idraulica - soltanto in caso di piene eccezionali, cioè molto raramente).
 
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==Storia==
Il lago di [[Chiusi]] ha origine tettonica (come dimostrano studi geologici) ed esiste da lungo tempo, essendo testimoniato anche in epoca etrusca e romana. Studi geologici mettono in luce l'esistenza dei laghi di Chiusi e di Montepulciano da milioni di anni, quantomeno dal [[Pliocene]] quali residui del grande mare del [[Pliocene italiano]], nonché del grande lago di Val di Chiana esistente nel [[Villafranchiano]] superiore, drenato dall'erosione collinare per lo scorrere verso Sud delle acque al principio del [[Pleistocene]]. In origine esso era collocato lungo il corso del fiume [[Clanis (fiume)|Clanis]] che sgorgava dal colle Clanis (Chiani), a ovest di [[Arezzo]], e scendeva verso il [[Tevere]] fluendo attraverso i laghi di Montepulciano e di Chiusi, il cui "zero idrometrico" si trovava in quota più bassa rispetto a oggi.
 
Fino all'ultimaa era150.000 geologicaanni fa ([[Quaternario]]circa), il Clanis riceveva le acque dell'[[Arno]] (cosiddetto Arno Tiberino), che ivi giungevano dalladal pianalago pleistocenico di aretinaQuarata, transitando tra il colle di [[San Zeno (Arezzo)|San Zeno]] e quello di Chiani. InDurante taleil era geologica[[Quaternario]] (esattamente centocinquantamila anni fa) l'Arno trovò naturalmente un nuovo percorso (quello attuale verso [[Firenze]]). Gli [[Etruschi]] limarono probabilmente una strettoia in granito lungo il corso dell'Arno, nei pressi di [[Arezzo]], per evitare che le piene dell'Arno sfiorassero verso San Zeno e il fiume Clanis (il cui [[alveo]] sia ordinario - o "di piena" - sia maggiore - o "di esondazione" - scorreva in una valle molto incavata, come è emerso da carotaggi e studi recenti, ma dalla pendenza ben superiore allo 0,5 per mille circa, sufficentepiù che sufficiente per il trasporto solido (circa 245 MT slv presso Chiani, 110 MT slv a Ciconia). Il Clanis, affluente del Tevere, era navigabile e attraverso il suo alveo gli esperti navigatori etruschi giungevano a Roma e al [[Mar Tirreno]], e viceversa.
 
In epoca medievale, a seguito dell'allagamento (per causa antropica) della Valle del Clanis, dalla metà secolo XI (1052-1055) lo "zero idrometrico" dei laghi di Chiusi e di Montepulciano si elevò notevolmente, formandosi un unico gigantesco lago artificiale, che partiva dalla diga del Muro Grosso presso [[Carnaiola]]-Olevole e risaliva in direzione di [[Arezzo]]<ref>M. Monaldeschi della Cervara, ''Comentari historici'', in Venetia 1584, ff. 30v-31r, relativamente al tempo di [[Enrico III il Nero]], che muore nel 1056 lasciando il regno del [[Sacro Romano Impero]] al figlio di cinque anni [[Enrico IV di Franconia]], prima della cronaca degli eventi successivi al 1057 (si notano censure contraddistinte da quattro puntini di sospensione): ''Dalli Orvietani fu in questi tempi fatto il ponte.... sopra alle Chiane, per ritenere l'acque, e far inondare la Valle soprastante, acciò non vi potessero habitare li ladri, e malandrini; imperoche era la Valle di folti arbori piena, e di boschi.'' [...] ''Fu medesimamente in questi tempi fondato il Castello Montelione, la Torre nel colle detto il Torrone'' [cioè Fabro, n.d.a.]''; e quella nella strada di M. Albano, per guardia della Valle di Chiane, quale era in dominio delli Orvietani. Benché altri credano, che ciò fosse fatto per ordine de Romani: acciò l'acque correnti non ingrossassero il Tevere, e non inondassero la Città, e paese di Roma''.</ref>. L'allagamento della valle del Clanis fu un episodio catastrofico che comportò la perdita di un fondovalle altamente antropizzato, anche dal punto di vista agricolo, oltretutto percorso dalla [[Via Cassia]] ''vetus'' (dai ''fines Clusinorum'' a [[Clusium]]) e dalla [[Via Cassia]] Adrianea (da Clusium verso nord) correnti in "destra idraulica" (lato occidentale) di tale fiume, anch'esse sommerse dalle acque. Contemporaneamente ebbero un grande sviluppo la [[Via Francigena]] e la neo-realizzata [[Via Romea Germanica]] (o Via Teutonica).
 
Successivamente, con l'escavazione presso Arezzo (ai piedi del colle di Chiani) di un canale artificiale nel 1338 (''fossatum novum''), controllato dalla diga detta Ponti Murati di Arezzo (anch'essa del 1338), utile per deviare le acque esondate del Clanis verso l'Arno, in area aretina furono eretti sbarramenti (dighe) per alimentare l'industria molitoria (Chiusa dei Monaci) e, con il tempo, ulteriori sbarramentiopere idrauliche per limitare e/o traversare il grande bacino (Ponticome diPonte Arezzoalla Nave sul fossatum novum, Ponte alladi NaveValiano in area senese [poi fiorentina], ecc.) - le quali si aggiungevano ai trecenteschi Ponti di Arezzo - che non migliorarono la situazione (impaludamento e [[malaria]]) nelnella restoparte settentrionale della valle, le cui acque superficiali, in area aretina, erano state deviate verso l'Arno nel sec. XIV.
 
Nel 1490, su ordine di [[papa Innocenzo VIII]], i maggiori affluenti del [[lago Trasimeno]], cioè Tresa (proveniente da [[Panicale]]) e Rio Maggiore (proveniente da [[Sanfatucchio]]), che fino al 1422 affluivano al Trasimeno e da lì verso la Val di Chiana, a causa dei ripetuti crolli dell'emissario di S. Savino furono deviati (direttamente) verso [[Chiusi]], aggravando relativamente - in quanto da sempre immissari del Trasimeno e del Clanis - l'impaludamento in [[Val di Chiana]].
 
PocoIntorno prima delal 1500 (come attesta la celebre mappa di [[Leonardo da Vinci]]), lea acquecausa deldei bacinoplurimi cominciaronoprolungamenti adel scorrerefossatum lentamentenovum (1338) verso lSud, ad opera della Repubblica di Firenze, il displuvio delle acque superficiali della valle - in parte immissarie dell'Arno e ancora in gran parte del Tevere - si trovava, asecondo partirel'interpretazione di Leonardo da Vinci, tra [[Foiano della Chiana]], eper versole ilacque Teveresuperficiali afluenti partireverso daNord e [[Sinalunga]]-[[Torrita di Siena]], essendosiper spostatoquelle dirette a sudSud. ilNel "displuvio"1551 Antonio Ricasoli, per mezzo di una celebre livellazione (perizia con individuazione delle quote), dimostrò che dalil 1338reale eradispluvio vicinosi adtrovava Arezzo)più a nord, ovverosia tra Porto a Pigli e loc. Brolio.
 
Con [[Cosimo I de' Medici]] iniziò la bonifica della valle (in territorio toscano), bonifica che ebbe un contemporaneo impulso (seconda metà del secolo XVI) quando, in territorio pontificio, fu abbattuta la diga del Muro Grosso dall'ing. [[Rafael Bombelli]], il quale mise in pratica un progetto del papa toscano Ciocchi del Monte ([[Giulio III]])<ref>M. Monaldeschi della Cervara, ''Comentari historici'', in Venetia 1584, f. 30v, dopo avere parlato dell'erezione della diga negli ultimi anni del regno di [[Enrico III il Nero]], riferendosi al tempo in cui scrive, di poco successivo alla parziale demolizione della diga del Muro Grosso e alle opere di bonifica, scrive: ''Che già si vede all'età nostra, che per ordine del Pontefice Romano è stato levato il muro antico, che riteneva quell'acque delle Chiane, per asciugare, e disseccar dette Chiane come s'è fatto. Di che si cava molto utile per li terreni, che sono restati asciutti, e sono lavorabili nel territorio d'Orvieto, e per il Senese. Ma si vede, che al tempo delle piogge, la Città di Roma, e i suoi contorni, patisce più che prima''.</ref>.
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Dal Settecento in avanti furono siglati vari trattati tra [[Stato Pontificio]] e [[Granducato di Toscana]] che portarono all'accelerazione della bonifica della Val di Chiana, sia toscana sia romana, iniziata nel secolo XVI. Con il trattato del 1780 furono definiti i confini e fu concordato, tra l'altro, che il fiume Astrone sarebbe tornato a scorrere verso il Tevere, mentre i torrenti Montelungo e Tresa sarebbero stati deviati in Arno (in direzione del Chiaro di Chiusi), colmando le Bozze di Chiusi (palude compresa tra l'Argine di Separazione del 1780 e il passo delle Torri (Beccati Questo e Beccati Quello).
 
Tuttavia la bonifica della parte centrale della valle (che va da [[Arezzo]] a [[Orvieto]], cioè tra [[Foiano della Chiana]] e [[Chiusi]], fu ritardata di circa un secolo a causa della strategia del giurista e bonificatore [[Vittorio Fossombroni]], aretino, che aveva cominciato a bonificare l'area aretina con il solo metodo delle colmate, peggiorando la situazione a sud di Foiano della Chiana e fino a Chiusi, dove imperversava la malaria (dal 1191) e dove le acque erano ferme. Per fortuna il geniale [[Alessandro Manetti]], toscano, architetto e ingegnere idraulico che aveva studiato all'[[École nationale des ponts et chaussées]] di [[Parigi]], per conto del Granduca di Toscana realizzò gli Allaccianti di Destra e di Sinistra e altre ingegnose opere idrauliche, ancor oggi esistenti e funzionanti; egli, inoltre, non senza difficoltà (a causa di defatiganti opposizioni politiche e campanilistiche), ridusse lal'altezza sogliadella paratoia della Chiusa dei Monaci e del Callone di Valiano, dando impulso alla grande bonifica dell'alta Val di Chiana Toscana (dall'odierna [[Chiusi Scalo]] verso nord).
 
Parallelamente, la val di Chiana romana era bonificata (prevalentemente per rottura dei vecchi bastioni, essiccazione e arginature) dalla "Pontificia Prefettura delle Acque" (1786-1833) con sede a [[Città della Pieve]] (nell'attuale palazzo municipale) - erede della "Congregazione speciale per le Chiane di Città della Pieve” (1587-1786) che manteneva efficienti le dighe pontificepontificie - trasformatasi in "Consorzio Idraulico di Città della Pieve" [1833-1935], la cui sede fu trasferita in Chiusi Scalo nel 1929 con grande disappunto dei pievesi, infine trasformata nel 1935 in "Consorzio di Bonifica per la Val di Chiana Romana e la Val di Paglia" esistente tutt'oratuttora.
 
L'encomiabile operato e un'accurata pubblicazione di [[Alessandro Manetti]] misero in probabile difficoltà il Fossombroni (rimosso dall'incarico di bonificatore e portato a [[Firenze]], nella Segreteria di Stato, dal Granduca [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]]). Fossombroni tentò di giustificare il proprio operato, anche per mezzo di influenti amicizie e di nuove edizioni, rivedute e corrette, di una sua precedente pubblicazione. L'importante opera di bonifica di Alessandro Manetti fu portata avanti da altri, tra cui l'ottimo ing. Possenti del Genio Civile di Arezzo, fino a quando, nel secolo XX, i laghi di Montepulciano e di Chiusi sono tornati alle dimensioni pressappoco (e verosimilmente) originarie (sussistenti fino al 1052 quando, per motivi bellici, fu iniziata la costruzione di una diga in terrabattuta presso [[Carnaiola]]-Olevole, poi sormontata da un'ulteriore diga in muratura -Muro Grosso- completata nel 1055 -alte complessivamente circa 20-22 metri-), seppure con quota (zero idrometrico) elevata di una ventina di metri rispetto all'epoca immediatamente anteriore all'erezione della diga del Muro Grosso (sec. XI).
 
A causa della citata "Guerra delle Acque", oggi nei pressi della località Mar Nero (Chiusi Scalo) si trova il punto più elevato del fondovalle dell'intera Val di Chiana dove, in corrispondenza dell'Argine di Separazione del 1780 (che va dall'argine destro del torrente Montelungo a Po Bandino), le acque si dividono, tal che in parte (da lì) scorrono verso l'Arno (dighe a ghigliottina permettendo) e, in parte, verso il Tevere attraverso il canale Chianetta che diventa "fiume Chiani" dopo avere ricevuto le acque del torrente Astrone.
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Per realizzare la ferrovia granducale ([[Siena]]-[[Chiusi]]), nel secolo XIX, l'Argine di Separazione fu parzialmente rimosso. Successivamente, caduti gli stati preunitari, sotto il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] fu abbattuta un'altra sezione dell'Argine di Separazione per consentire la realizzazione della linea ferroviaria [[Chiusi]]-[[Terontola]], per la quale i primi sbancamenti furono eseguiti a partire dalla primavera del 1874.
 
Ad opera del Consorzio (tosco-umbro) delle Bozze Chiusine (area tosco-umbra ancora impaludata, compresa tra l'Argine di Separazione del 1780 e il passo di Beccati Questo e Beccati Quello), fu praticata un'apertura nell'Argine di Separazione per consentire il deflusso verso la Chiana Romana (che va verso il Tevere -con pendenza quasi "zero" fino alle dighe pontificepontificie di Campo alla Volta e del Buterone-) delle acque ferme delle Bozze Chiusine, drenate dal fosso Chianicella, non essendovi altre soluzioni per la bonifica di tale esigua ma importante area, posta da ambo i lati del fosso Chianicella che, dal 1780, divideva i due stati (granducale e pontificio) e che dal 1860 segna il confine tra due regioni ([[Toscana]] e [[Umbria]]).
 
Dopo la realizzazione del nuovo tratto del torrente Tresa, girato verso l'Arno (in forza del concordato tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio del 1780), il fosso Chianicella è rimasto "intubato" sotto il torrente Tresa. Le acque del fosso Chianicella vanno in parte verso il lago di Chiusi&nbsp;– ricevendo le acque del Fosso del Recinto e del Fosso del Pianone (che lambisce la Torre di Beccati Quello), immettendosi poi nel lago grazie all'ultimo tratto del Fosso Vuotabotte o Vuotabotti (bacino idrografico dell'Arno) – e in parte verso la Chiana Romana (bacino idrografico del Tevere), trovandosi nel tratto a "pendenza zero" del fosso Chianicella il displuvio effettivo tra i due bacini idrografici. Attualmente tale displuvio è nella botte (attualmente non funzionante) del fosso Chianicella sottostante al torrente Tresa. Pertanto dall'argine sinistro del torrente Tresa (in direzione sud) tale fosso prende il nome di Chianetta, mentre dall'argine destro del Tresa (in direzione nord) tale fosso prende il nome di Vuotabotte o Vuotabotti, ricevendo quasi subito le acque del Fosso del Recinto e, più a nord, quelle del Fosso del Pianone (detto "Reglia"), prima di immettersi nel lago di Chiusi.
 
==Servizio idrico integrato==
Da lungo tempo le acque del lago di Chiusi sono usate per il [[Servizio idrico integrato]], a beneficio del comune di [[Chiusi]], potabilizzate grazie all'impianto di Pian dei Ponti, da lì sollevate in cisterne (poste in quota più elevata) e infine distribuite alla popolazione (con esclusione dell'abitato di [[Macciano]], servito dalla fonte dei Cappuccini nel comune di [[Sarteano]]) attraverso la rete idrica comunale attualmente gestita da Nuove Acque S.p.A. con sede ad [[Arezzo]], sotto l'egida dell'[[Autorità Idrica Toscana]] (A.I.T.) Conferenza Territoriale A.T.O. 4 Alto Valdarno (già ''Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale'' [o A.A.T.O. 4] ''Alto Valdarno''), anch'essa con sede ad Arezzo.
[[File:Lago di Chiusi 5.2.2012 pontile d'inverno e captazione acque.jpg|alt=Lago di Chiusi 5.2.2012: captazione delle acque di fronte al pontile|miniatura|Lago di Chiusi (5 febbraio 2012): pontile in prosecuzione del quale si trovano le boe e il punto di captazione delle acque per il [[Servizio idrico integrato]]; sullo sfondo i colli umbri innevati sopra la battigia settentrionale toscana]]
La captazione delle acque per uso idropotabile<ref>{{Cita news|url=http://www.chiariniassociati.com/settori-di-intervento/item/22-presa-acquedotto-chiusi.html |pubblicazione=Chiarini Associati |data=2006-2008 |titolo=Rifacimento dell'opera di presa sul lago di Chiusi, nel Comune di Chiusi (SI)}}</ref> avviene di fronte al pontile D.L.F., ubicato nell'area presa in carico sin dal [[XIX secolo]] dalle ferrovie - prima granducali poi italiane - per l'approvvigionamento delle cisterne delle locomotive a vapore, ovverosia nella zona che nel 2000 fu dichiarata protetta dal [[WWF]], dove si trova altresì un ristorante in località "La Cabina" (o "Cabina al Lago" o "Cabina di Lago").
 
Nello "Studio di Incidenza - Rete Natura 2000 Toscana" del 2015 (aprile) l'Autorità Idrica Toscana (pagine 23-24) ha descritto l'«INTERVENTO "F" Adduzione, Potabilizzazione e Distribuzione dell'acqua proveniente dall'invaso di Montedoglio per la Valdichiana Senese e Aretina»; ivi si contempla il prolungamento fino a Chiusi del reticolo di adduzione idrica proveniente dal bacino artificiale di Montedoglio in gestione dell'EAUT (Ente Acque Umbre Toscane), anche attraverso sollevatori, allo scopo di: "garantire l'approvvigionamento idrico in termini quantitativi e migliorarne la qualità dell'acqua distribuita limitando il prelievo dalle attuali fonti di approvvigionamento. Assicurare la continuità del servizio anche in periodi particolarmente siccitosi e migliorare la qualità dell'acqua distribuita. Interrompere il prelievo dal lago di Chiusi e dalle falde sotterranee ricche di nitrati, solfati, ammoniaca ferro/manganese ecc. L'intervento consentirà anche di ridurre i costi operativi attraverso l'efficientamento dei sollevamenti e l'abbandono dell'utilizzo dell'acqua grezza che ad oggi necessita di un trattamento spinto per la sua potabilizzazione".
 
La messa in opera sarà realizzata dal gestore del S.I.I. Nuove Acque S.p.a.<ref>{{Cita news |url=https://www.nuoveacque.it/news?title=&nws_id=2375&ctgnws_id=2 |pubblicazione=Nuove Acque - Comunicazioni |data=25 marzo 2019 |titolo=Nuove Acque presenta il piano di investimenti per il senese: 27,5 milioni di euro già stanziati |accesso=2 agosto 2021 |dataarchivio=2 agosto 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210802215358/https://www.nuoveacque.it/news?title=&nws_id=2375&ctgnws_id=2 |urlmorto=sì }}</ref> (a cui è stata prolungata la concessione fino al 2027)<ref>{{Cita news|url=https://www.radiosienatv.it/chiusi-lacqua-del-montedoglio-e-adesso-un-obiettivo-concreto/ |pubblicazione=Radio Siena TV |data=13 gennaio 2018 |titolo= Chiusi, l'Acqua del Montedoglio è adesso un obiettivo concreto}}</ref> attraverso tre lotti, l'ultimo dei quali consiste nel "Completamento delle opere previste nell'intervento al fine di utilizzare le attuali fonti di approvvigionamento solo come riserva". Alla fine dei lavori sarà quindi efficientato l'approvvigionamento idrico nel bacino lacustre quale risorsa idropotabile d'emergenza e/o complementare, nonché migliorato il potabilizzatore di Pian dei Ponti. Completati i lavori, anche in attuazione del Piano di Bacino non sarà più possibile l'odierno uso irriguo delle acque del lago di Chiusi, attualmente possibile solo quando il livello supera la misura di 248,50 mt s.l.m. previa concessione demaniale (a cura del Genio Civile Valdarno Superiore, sede di Arezzo), tenuto conto che lo zero idrometrico è di 247,49 mt s.l.m., che la quota dello sfioratore (posto nel canale di comunicazione) è di 248,69 s.l.m. e che la quota di massimo invaso è di 249,94 mt s.l.m.<ref>L'idrometria in tempo reale del Lago di Chiusi grazie a un idrometro (codice TOS03004508) posto in cima al pontile sinistro, in località Sbarchino, è visibile in tempo reale attraverso questo sito: {{Cita web|url=https://www.cfr.toscana.it/monitoraggio/stazioni.php?type=idro}}</ref>
"garantire l'approvvigionamento idrico in termini quantitativi e migliorarne la qualità dell'acqua distribuita limitando il prelievo dalle attuali fonti di approvvigionamento. Assicurare la continuità del servizio anche in periodi particolarmente siccitosi e migliorare la qualità dell'acqua distribuita. Interrompere il prelievo dal lago di Chiusi e dalle falde sotterranee ricche di nitrati, solfati, amoniaca ferro/manganese ecc. L'intervento consentirà anche di ridurre i costi operativi attraverso l'efficientamento dei sollevamenti e l'abbandono dell'utilizzo dell'acqua grezza che ad oggi necessita di un trattamento spinto per la sua potabilizzazione".
[[File:Lago di Chiusi Canale di Comunicazione e Percorso della Bonifica.jpg|miniatura|Foto scattata il 1º maggio 2015 ore 17:44 in cui si vedono: sulla sinistra il Sentiero della Bonifica, al centro il Canale di Comunicazione (tratto iniziale), a destra ilun laghetto privato adiacente al Lago di Chiusi e, sopra di esso, Poggio Falcone]]
 
Grazie alla diga presente tra il Lago di Montepulciano e il [[Canale maestro della Chiana]] (migliorata nel 2010) nonché alla diga posta nel Canale di Comunicazione tra i due laghi (migliorataalzata di quota la paratoia [20 cm] negli anni novanta), negli ultimi anni il livello del lago di Chiusi è quasi sempre al di sopra dello zero idrometrico, ma allo stesso tempo il livello dell'interramento e dell'[[eutrofizzazione]] continua a crescere<ref>{{Cita news|url=https://www.unionecomuni.valdichiana.si.it/images/allegati/PSI/ALL.-6.pdf |pubblicazione=Unione dei Comuni della Val di Chiana Senese |data=procedimento avviato con deliberazione di giunta del 20-12-2018 atto n° 112 - “PIANO STRUTTURALE INTERCOMUNALE - AVVIO DI PROCEDIMENTO – APPROVAZIONE AI SENSI DEGLI ART. 17 e 23 comma 5 della L.R. 65 / 014 // ALLEGATO 6 |titolo=Piano Strutturale Intercomunale ai sensi dell’art.94 della Legge Regionale 65/2014 con conformazione al Piano Paesaggistico Regionale (PIT-PPR) // VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ai sensi dell’art. 23 della LR 10/2010 // Documento Preliminare di V.A.S.}}, pp. 42-43: “Il Lago di Chiusi è andato incontro, negli ultimi anni, ad un cospicuo incremento del livello trofico dovuto all’apporto di nutrienti, principalmente P (fosforo) e N (azoto). Tale arricchimento, che ha generalmente origine agricola, domestica o proviene dalla depurazione delle acque reflue domestiche ed industriali, sfocia inevitabilmente in un aumento del livello trofico (eutrofizzazione) con conseguente opacizzazione delle acque. ”</ref>. Per risolvere tale problema occorre anzitutto ripristinare le attuali casse di colmata dei principali immissari, nell'adiacente area demaniale, oggi funzionanti solo in caso di piene eccezionali, ri-escavandole e trasformandole in casse di laminazione permanente per le acque sia ordinarie sia straordinarie, affinché tali acque siano fito-depurate con l'effetto di decantazione del trasporto solido-chimico (in tali vasche) e infine sfiorino depurate nel bacino lacustre. Simili vasche di decantazione dovrebbero essere realizzate, altresì, in prossimità della foce degli immissari minori, sempre in area demaniale. A ciò dovrebbe aggiungersi il dragaggio o l'ecodragaggio del fondale melmoso dello specchio d'acqua lacustre (anche con più interventi mirati), la collettazione/depurazione (in Pian delle Torri) dei reflui urbani umbri sfocianti nel lago e, la limitazione delle attività agricole contermini al sito lacustre, il sollevamento parziale e periodico delle chiuse poste l'una nell'emissario e l'altra all'imbocco del [[Canale Maestro della Chiana]] consentemdo così il deflusso dei componenti solidi verso l'Arno, la cessazione dell'uso irriguo e idropotabile delle acque del Chiaro (grazie all'attingimento idrico dal [[Lago di Montedoglio]]), il consolidamento di una parte delle sponde (soggette ad erosione), nonché il monitoraggio continuo dell'area lacustre, del suo unico emissario, dei suoi immissari e dei rispettivi micro-bacini caratterizzati, tra l'altro, da determinanti dighe in territorio umbro, per la programmazione di ulteriori ed eventuali interventi di salvaguardia.
La messa in opera sarà realizzata dal gestore del S.I.I. Nuove Acque S.p.a.<ref>{{Cita news|url=https://www.nuoveacque.it/news?title=&nws_id=2375&ctgnws_id=2 |pubblicazione=Nuove Acque - Comunicazioni |data=25 marzo 2019 |titolo= Nuove Acque presenta il piano di investimenti per il senese: 27,5 milioni di euro già stanziati
}}</ref> (a cui è stata prolungata la concessione fino al 2027)<ref>{{Cita news|url=https://www.radiosienatv.it/chiusi-lacqua-del-montedoglio-e-adesso-un-obiettivo-concreto/ |pubblicazione=Radio Siena TV |data=13 gennaio 2018 |titolo= Chiusi, l'Acqua del Montedoglio è adesso un obiettivo concreto}}</ref> attraverso tre lotti, l'ultimo dei quali consiste nel "Completamento delle opere previste nell'intervento al fine di utilizzare le attuali fonti di approvvigionamento solo come riserva". Alla fine dei lavori sarà quindi efficientato l'approvvigionamento idrico nel bacino lacustre quale risorsa idropotabile d'emergenza e/o complementare, nonché migliorato il potabilizzatore di Pian dei Ponti. Completati i lavori, anche in attuazione del Piano di Bacino non sarà più possibile l'odierno uso irriguo delle acque del lago di Chiusi, attualmente possibile solo quando il livello supera la misura di 248,50 mt s.l.m. previa concessione demaniale (a cura del Genio Civile Valdarno Superiore, sede di Arezzo), tenuto conto che lo zero idrometrico è di 247,49 mt s.l.m., che la quota dello sfioratore (posto nel canale di comunicazione) è di 248,69 s.l.m. e che la quota di massimo invaso è di 249,94 mt s.l.m.<ref>L'idrometria in tempo reale del Lago di Chiusi grazie a un idrometro (codice TOS03004508) posto in cima al pontile sinistro, in località Sbarchino, è visibile in tempo reale attraverso questo sito: {{Cita web|url=https://www.cfr.toscana.it/monitoraggio/stazioni.php?type=idro}}</ref>
[[File:Lago di Chiusi Canale di Comunicazione e Percorso della Bonifica.jpg|miniatura|Foto scattata il 1º maggio 2015 ore 17:44 in cui si vedono: sulla sinistra il Sentiero della Bonifica, al centro il Canale di Comunicazione (tratto iniziale), a destra il Lago di Chiusi e, sopra di esso, Poggio Falcone]]
Grazie alla diga presente tra il Lago di Montepulciano e il [[Canale maestro della Chiana]] (migliorata nel 2010) nonché alla diga posta nel Canale di Comunicazione tra i due laghi (migliorata negli anni novanta), negli ultimi anni il livello del lago di Chiusi è quasi sempre al di sopra dello zero idrometrico, ma allo stesso tempo il livello dell'interramento e dell'eutrofizzazione continua a crescere<ref>{{Cita news|url=https://www.unionecomuni.valdichiana.si.it/images/allegati/PSI/ALL.-6.pdf |pubblicazione=Unione dei Comuni della Val di Chiana Senese |data=procedimento avviato con deliberazione di giunta del 20-12-2018 atto n° 112 - “PIANO STRUTTURALE INTERCOMUNALE - AVVIO DI PROCEDIMENTO – APPROVAZIONE AI SENSI DEGLI ART. 17 e 23 comma 5 della L.R. 65 / 014 // ALLEGATO 6 |titolo=Piano Strutturale Intercomunale ai sensi dell’art.94 della Legge Regionale 65/2014 con conformazione al Piano Paesaggistico Regionale (PIT-PPR) // VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ai sensi dell’art. 23 della LR 10/2010 // Documento Preliminare di V.A.S.}}, pp. 42-43: “Il Lago di Chiusi è andato incontro, negli ultimi anni, ad un cospicuo incremento del livello trofico dovuto all’apporto di nutrienti, principalmente P (fosforo) e N (azoto). Tale arricchimento, che ha generalmente origine agricola, domestica o proviene dalla depurazione delle acque reflue domestiche ed industriali, sfocia inevitabilmente in un aumento del livello trofico (eutrofizzazione) con conseguente opacizzazione delle acque. ”</ref>. Per risolvere tale problema occorre anzitutto ripristinare le attuali casse di colmata dei principali immissari, nell'adiacente area demaniale, oggi funzionanti solo in caso di piene eccezionali, ri-escavandole e trasformandole in casse di laminazione permanente per le acque sia ordinarie sia straordinarie, affinché tali acque siano fito-depurate con l'effetto di decantazione del trasporto solido-chimico (in tali vasche) e infine sfiorino depurate nel bacino lacustre. Simili vasche di decantazione dovrebbero essere realizzate, altresì, in prossimità della foce degli immissari minori, sempre in area demaniale. A ciò dovrebbe aggiungersi il dragaggio o l'ecodragaggio del fondale melmoso dello specchio d'acqua lacustre (anche con più interventi mirati), la collettazione/depurazione (in Pian delle Torri) dei reflui urbani umbri sfocianti nel lago e la limitazione delle attività agricole contermini al sito lacustre.
 
== La fauna e il Rifugio (o Oasi) del WWF "Lago di Chiusi" ==
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A causa delle opere eseguite negli anni ottanta (sec. XX) e delle sopravvenute colmature delle residue aree di colmata<ref>Sono ancora esistenti le opere idrauliche ottocentesche, cosiddette "botti", con cui i fossi Marino e Rielle valicano il canale Circondariale per unirsi a una diramazione del torrente Montelungo il quale, in parte, si dirige verso una zona di spandimento/esondazione in caso di piena (nella zona in cui riceve i corpi idrici del fosso Marino e del fosso Rielle) e in parte si immette nel nuovo tratto del torrente Tresa. Quest'ultimo fu realizzato negli anni ‘80 del secolo scorso quando fu esclusa la costante decantazione delle acque di tale fiume nell'area di colmata, oggi divenuta (dagli anni ‘80 del sec. XX) un'area di esondazione per le piene eccezionali, funzionante molto raramente (per mitigare tale problematica è stato abbassato l'argine destro del Tresa, per la lunghezza di circa 40 metri, dopo la ricezione delle acque del Montelungo, per fare fluire in un pioppeto una parte delle acque di piena).
Una "cava di prestito", divenuta vasca di decantazione in cui confluivano i fossi Marino e Rielle, non è più funzionante a seguito di colmatura (sopravvenuta salvo errori all'inizio del nuovo millennio).
L'area di colmata del torrente Gragnano, che garantiva la decantazione di tale corpo idrico prima di immettersi nel lago, si è colmata (salvo errori nel primo decennio del nuovo millennio); pertanto, da allora, anche le acque del torrente Gragnano si indirizzano direttamente nel lago di Chiusi.</ref>, le acque del torrente Montelungo, del torrente Tresa (che veicola notevoli quantità di acque limacciose durante le piene), del torrente Gragnano e dei fossi Marino e Rielle (portatore di abbondanti sedimi solidi), precedentemente sfocianti in aree di decantazione e colmata (prima di immettersi nel lago), oggi fluiscono direttamente nel lago di Chiusi, in assenza di costante laminazione e decantazione, con limitata possibilità dei fanghi di fluire verso l'Arno per via della chiusa collocata nel canale di comunicazione (seconda metà sec. XX).
 
Inoltre numerosi fossi, specie di origine umbra, si immettono direttamente nel lago di Chiusi senza laminazione e senza decantazione costante dei rispettivi corpi idrici.
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Risale al 2008 un progetto preliminare per realizzare almeno una vasca di costante decantazione delle acque del torrente Tresa (che riceve una parte delle acque del torrente Montelungo), nonché (almeno) una vasca di costante decantazione delle acque dei fossi Marino, Rielle e del torrente Montelungo, ambedue a ridosso del lago di Chiusi, in area demaniale, e infine per eseguire il dragaggio di una porzione del lago di Chiusi; ad oggi tale progetto non è stato messo in pratica.
 
Negli ultimi decenni sono state realizzate vasche di esondazione del torrente Tresa (in Umbria) e dei torrenti Gragnano, Montelunghino e Montelungo (in Toscana) le quali, tuttavia, funzionano solo in caso di rilevante piena e hanno una funzione di protezione dal rischio idrogeologico, quindi mitigano in minima parte il problema dell'interramento del lago.
 
In definitiva, l'assenza di vasche di costante laminazione e decantazione degli immissari, la deviazione delle acque torbide del torrente Tresa e dei torrenti Maranzano, Moiano e Rio Maggiore verso il lago di Chiusi (durante le piene), l'antropizzazione attorno al lago, specie di tipo agricolo (in cui vengono talvolta usati prodotti chimici), e il mancato allaccio (almeno nel 2016, quando fu approvato il Piano Operativo della Città di [[Chiusi]]) degli scarichi umbri al depuratore di Pian delle Torri e l'eventuale carente sollevamento delle dighe durante le piene (ai piedi di Poggio Falcone e presso l'Oasi del Chiaro poliziano) contribuiscono a determinarne l'interramento, oltre a non giovare alla qualità delle sue acque.
 
L'interramento e l'inquinamento del lago di Chiusi sono vietati, tra l'altro, dai vigenti vincoli che obbligano a mantenere inalterato tale sito, caratterizzato da un pregevole habitat floro-faunistico, in forza di normative, anche comunitarie, che hanno ormai reso obsoleti e contrari all'ordinamento giuridico i progetti ottocenteschi di colmare i laghi di Chiusi e di Montepulciano, ipotizzati quando ancora non esistevano gli abitati (come Chiusi Scalo), le attività artigianali e industriali, i fondi agricoli nonché il reticolo viario e ferroviario attuali nel fondovalle tosco-umbro.
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Il lago di Chiusi è, in effetti, un{{'}}[[area naturale protetta di interesse locale]] (ANPIL) in gestione al Comune di Chiusi di 805,00 ettari (codice APSI02), di cui 195 ettari soggetti a protezione particolare, istituita con Delibera della Giunta Comunale n. 108 del 29 aprile 1999 e con Delibera del Consiglio Comunale della Città di Chiusi n. 10 del 15 marzo 2004 come si legge nel PAER della Regione Toscana<ref>{{Cita web|url=https://www.regione.toscana.it/documents/10180/11313398/B.1+Allegati+1-10.pdf/7c63df85-b422-4ac9-8cc7-d0b03bc4cf88|titolo=PAER. Piano ambientale ed energetico regionale. Obiettivo B.1 Conservare la biodiversità terrestre e marina e promuovere la fruibilità e la gestione sostenibile delle aree protette. B.1 allegati da 1 a 10. Regione Toscana 2013, pag. 9}}</ref>. Il lago di Chiusi è anche [[sito di importanza comunitaria]] e [[zona di protezione speciale]] (codice SIC/ZSC-ZPS: IT5190009): vi è presente una delle maggiori [[garzaia|garzaie]] del centro Italia (nel 2000, nella parte meridionale del lago è stata altresì perimetrata un'[[oasi WWF]] di 8 ettari<ref name="awsassets.panda.org">{{Cita web|url=https://wwfit.awsassets.panda.org/downloads/tos_lago_di_chiusi_a3.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.wwf.it/oasi/toscana/lago_di_chiusi/}}</ref>, ormai recepita negli strumenti urbanistici). Pertanto, anche in forza della Delibera della [[Giunta regionale della Toscana]] n. 1223/2015, le norme e i provvedimenti di carattere regionale, nazionale e comunitario, ove più restrittivi, prevalgono sulle misure di carattere locale.
 
Nel PAER (Piano Ambientale ed Energetico) della [[Regione Toscana]], in particolare negli Allegati alla scheda B.1 (LA STRATEGIA REGIONALE DELLA BIODIVERSITA') del 2013, a pag. 14 (Allegato 2) il Lago di Chiusi è indicato come Sito di Interesse Regionale (SIR), codice 95, di 800,27 ettari, ai sensi della legge della Regione Toscana n. 66/2000 (anche nella Delibera della [[Giunta regionale della Toscana]] n. 1223 del 15/12/2015 il sito è definito SIR: Sito di Interesse Regionale). La prima individuazione del SIR95 (Sito di Importanza Regionale n. 95 Lago di Chiusi) trae origine dal D.C.R. n. 342/98 con cui la Regione Toscana ha approvato i siti individuati in scala 1:25.000 nel progetto Bioitaly (SIC/ZPS), come si legge nel Piano Operativo con contestuale variante al Piano Strutturale (adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 40 del 5.6.2015, approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.24 del 18.04.2016, adeguato all'esito della conferenza paesaggistica art. 21 PIT/PPR e all’atto consiliare di approvazione) del Comune della Città di Chiusi, Norme Tecniche d'Attuazione, Art. 31 (Acque per il sito di importanza regionale SIR 95 Lago di Chiusi), pp. 25-26.
 
Nel Target 3 - Aree umide costiere ed interne dulcacquicole e salmastre, con mosaici di specchi d'acqua, pozze, habitat elofitici, steppe salmastre e praterie umide, in particolare a pag. 99 (Allegato 9) del suindicato PAER, Allegati alla scheda B.1, relativamente alle "AZIONI RELATIVE A PIÙ OBIETTIVI (azioni gestionali e di integrazione del quadro conoscitivo)", è contemplata l'"AZIONE 3: Approvazione del regolamento di gestione dell'ANPIL Lago di Chiusi" (contenuto nell' "Elenco ufficiale Aree protette regionali – terzo aggiornamento" approvato con la Delibera del Consiglio Regionale della Toscana n. 161 del 08.06.1999 come si legge nel PTCT del 2010 della Provincia di Siena)
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Le attività antropiche&nbsp;– di tipo agricolo&nbsp;– che sono prossime al lago di Chiusi (area lacustre, area sensibile e zona vulnerabile ai nitrati da agricoltura ai sensi di legge) sono assoggettate alle prescrizioni e ai vincoli derivanti dalla normativa regionale che, in [[Toscana]], è rappresentata dal Regolamento 8 settembre 2008, n. 46/R (in [[Bollettino Ufficiale Regionale]] della [[Toscana]] del 17 settembre 2008, n. 29, parte prima) emanato dal Presidente della Regione Toscana in attuazione della legge regionale 31 maggio 2006, n. 20 (Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento) e, tra l'altro, dal "PIANO PER L'USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI E DEI FERTILIZZANTI - PUFF" allegato al Decreto del Presidente della [[Giunta regionale della Toscana]]<nowiki/> del 30 luglio 2018, n. 43/R [Regolamento di attuazione dell'articolo 28 della legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69 (Istituzione dell'autorità idrica toscana e delle autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Modifiche alle leggi regionali 25/1998, 61/2007, 20/2006, 30/2005, 91/1998, 35/2011 e 14/2007) - Disposizioni relative alle aree di salvaguardia: piano di utilizzazione per l'impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti (PUFF) e disposizioni per la perimetrazione].
 
Con delibera del [[Consiglio regionale della Toscana]] del 14 gennaio 2020, n. 1 [Individuazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Lago di Chiusi, dell'Invaso di Santa Luce, e delle Vulcaniti di Pitigliano ai sensi dell'articolo 92 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)] pubblicata nel B.U.R.T. del 29 gennaio 2020, Parte Seconda, n. 5, pp.&nbsp;5–15, dopo avere premesso che "il Lago di Chiusi è soggetto alle disposizioni del d.p.g.r. 43/R/2018, in particolare all'articolo 7, comma 1, il quale stabilisce una fascia perimetrale di 200 metri dal bordo dell'invaso nella quale si applicano le limitazioni all'attività di fertilizzazione previste nell'allegato 1, sezione C (Prescrizioni per l'uso sostenibile dei fertilizzanti e gestione del suolo in ambito agricolo ed extragricolo), tali limitazioni prevedono il rispetto delle disposizioni di cui al titolo IV bis (Zone Vulnerabili da Nitrati&nbsp;– Programma d'azione obbligatorio) del regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale 8 settembre 2008, n. 46, cioè gli stessi vincoli previsti all'interno delle ZVN", è stato stabilito: "1. di confermare le ZVN di origine agricola esistenti sulterritoriosul territorio regionale come risultanti dalle deliberazionidel Consiglio regionale 170/2003, 172/2003, 3/2007,63/2012, 24/2013"; "2. di individuare le seguenti ZVN di origine agricola di cui all'articolo 92 del d.lgs.152/2006: […] - zona vulnerabile del Lago di Chiusi, come individuata dall'allegato B. Tale zona comprende parte del perimetro già identificato dalla "Zona del canale Maestro della Chiana nel bacino nazionale del fiume Arno"; "3. di proseguire, in attuazione delle disposizioni di cui ai commi 5 e 8, dell'articolo 92, del d.lgs 152/2006, nell'attività di monitoraggio dello stato delle acque superficiali e sotterranee e dell'efficacia dei piani di azione di cui al comma 7 dello stesso articolo 92 del D.Lgs 152/2006"; "4. di dare mandato alla Giunta Regionale: - di definire, con proprio atto, le perimetrazioni di dettaglio delle zone vulnerabili di cui al precedente punto 2, ivi inclusa la separazione delle zone a comune tra ZVN della Zona del canale Maestro della Chiana nel bacino nazionale del fiume Arno e del Lago di Chiusi, con la loro attribuzione alla nuova ZVN del Lago di Chiusi".
 
Nel supplemento ordinario n. 2 al Bollettino Ufficiale, Serie Generale, n. 64 del 27 dicembre 2019 della [[Regione Umbria]], parte prima, sezione II è stata pubblicata la DELIBERAZIONE della [[Giunta regionale dell'Umbria]] 11 dicembre 2019, n. 1237 (Attuazione Direttiva n. 91/676/CEE - PTA2 - Misura T-06 - azione B "Designazione e perimetrazione di nuove ZVN nei bacini idrografici dei corpi idrici sotterranei" e Misura T-05 "Individuazione e perimetrazione di ZVN nei bacini idrografici dei corpi idrici superficiali in stato eutrofico o ipertrofico") con cui, tra l'altro, l'intero versante umbro dei laghi di Chiusi e di Montepulciano (torre di Beccati Quello e canale di comunicazione tra i due laghi compresi), posto nel comune di [[Castiglione del Lago]] (ma anche varie zone dei Comuni di [[Città della Pieve]] e di [[Paciano]]), nel "Bacino Trasimeno e Depositi di Città della Pieve", è stato designato Zona Vulnerabile ai Nitrati (ZVN) di origine agricola sia per le acque superficiali sia per le acque sotterranee (in attuazione alla Direttiva n. 91/676/CEE e all'azione B della Misura T-06 del PTA2), come tale inserito all'interno di una doppia perimetrazione (l'una per le acque superficiali, l'altra per le acque sotterranee) che determina l'applicazione di stringenti normative comunitarie, nazionali e regionali (anche regolamentari d'attuazione).
 
Dal momento che le acque del lago di Chiusi sono captate per uso idro-potabile ([[Servizio idrico integrato]]), tale sito è altresì soggetto alle misure di salvaguardia di cui all'art. 94 (Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano), d.lgs. 152/2006 che, tra l'altro, prescrive "aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto", ma poiché la [[Regione Toscana]] non le ha individuate, ai sensi dell'art. 94 comma 6 del D.Lgs.152/06, "In assenza dell'individuazione da parte delle regioni della zona di rispetto, la medesima ha un'estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione", dato atto che per "punto di captazione", in virtù dell'art. 7 [Norme tecniche per l'individuazione delle aree di salvaguardia (articolo 28, comma 1 della l.r. 69/2011)], comma 1 del decreto del Presidente della [[Giunta regionale della Toscana]] del 30 luglio 2018, n. 43/R (in B.U.R.T. 01.08.2018, n. 1, Parte Prima) si intende l'intero lago. La fascia di rispetto assoluta di 200 mt è altresì contemplata (art. 29) nel Piano Operativo con contestuale variante al Piano Strutturale del Comune della Città di Chiusi adottato nel 2015 e approvato nel 2016 (cfr. supra), le cui Norme Tecniche d'Attuazione contemplano ampiamente il Lago di Chiusi: Art. 18 - Finalità e campo di applicazione (spec. comma 9); Art. 24 - Limitazione e compensazione dei fenomeni d’inquinamento elettromagnetico; Art. 28 - Acque del Lago di Chiusi (si prevede tra l'altro una fascia di rispetto di almeno 2 metri per l'inerbimento controllato lungo i corsi d'acqua affluenti ed i canali); Art. 29 - Acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano; Art. 31 - Acque per il sito di importanza regionale SIR 95 Lago di Chiusi; Art. 36 - acque urbane reflue (che contempla il Piano di Disinquinamento Ambientale del Lago di Chiusi); Art. 46 - Invariante 5: il lago di Chiusi (che è quindi un'Invariante Strutturale); Art. 51 - Udp il Lago di Chiusi (che è altresì un'Unità territoriale del paesaggio); Art. 93 - Aree ad elevato grado di naturalità; Art. 100 - Criteri di redazione del PAPMAA; Art. 109 - Strutture di supporto alle attività ricreative del Lago di Chiusi; Art. 111 - Modalità di attuazione delle Aree di Trasformazione (106. AT-PUC 118 Lago di Chiusi - Manufatto per il rimessaggio di supporto alle attività sportive-ricreative).
 
==Note==