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Lorenzo de' Medici

politico e umanista italiano, signore di Firenze (de facto) dal 1469 al 1492
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Lorenzo di Piero de' Medici, detto Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449Firenze, 9 aprile 1492), fu signore di Firenze nella seconda metà del Quattrocento, grande letterato e mecenate appartenente alla dinastia dei Medici.

Lorenzo il Magnifico,A. Bronzino

«Natura non produrrà mai più un simile huomo! [1] [2]»

«Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c'è certezza»

Biografia

 
Lorenzo de' Medici giovane ? (Benozzo Gozzoli, Cappella dei Magi)
 
Lorenzo de' Medici (al centro), Domenico Ghirlandaio, Cappella Sassetti, Santa Trinita, Firenze

Lorenzo era nipote di Cosimo de' Medici, detto il Vecchio, fondatore della signoria medicea e figlio di Piero di Cosimo de' Medici e di Lucrezia Tornabuoni. Ricevette una profonda educazione umanistica ed una accurata preparazione politica che gli permise, giovanissimo nel 1466, di far parte della balia e del Consiglio dei Cento, predisponendosi così alla successione del padre che era di salute cagionevole. Prima di assumere la signoria di Firenze ebbe modo di mostrare la sua abilità diplomatica in occasione delle missioni che gli furono affidate appena sedicenne a Napoli, Roma e Venezia. Riuscì, inoltre, con l'offerta di onori ed oro, a portare dalla parte dei Medici Luca Pitti, il più grande alleato dei loro avversari politici. Nel 1468, grazie al diretto interessamento di sua madre Lucrezia Tornabuoni, si fidanzò con Clarice Orsini, che sposò l'anno successivo e che gli diede i figli Piero, Giovanni (il futuro Leone X), Giuliano e quattro figlie (Lucrezia, Maddalena, Luisa e Contessina). Per la prima volta un Medici sposava una donna di famiglia nobile, stabilendo un'alleanza tra Medici e Orsini che sarà la chiave per l'arrivo della prima porpora cardinalizia in famiglia, quella proprio di suo figlio Giovanni.

Alla morte del padre, avvenuta lo stesso anno del matrimonio, Lorenzo, appena ventenne, insieme al fratello Giuliano, assunse il potere su Firenze. Giuliano, riconoscendone le qualità superiori, lasciò immediatamente i compiti di governo al fratello ventenne. Lorenzo, non accettò ufficialmente il potere, volendo essere considerato un semplice cittadino di Firenze pur praticamente accentrando nelle proprie mani il potere della città e dello stato. Nel periodo dal 1469 al 1472 riformò completamente le istituzioni statali, sopì tutte le rivalità tra famiglie e risolse tutti i problemi familiari in modo da diventare supremo arbitro in ogni questione. Con piccole modifiche alla costituzione comunale, si assicurò il potere senza perdere il favore popolare: vennero conservate le magistrature comunali le quali, private tuttavia di autonomia, furono semplici strumenti nelle sue mani.

Lorenzo compendiava in sé potere politico ed economico, amore per l'arte e per la cultura rappresentando l'incarnazione ideale del principe rinascimentale e divenendo il vero e proprio arbitro della città: era pronto a regnare come signore assoluto. Assicurò, inoltre, un periodo di equilibrio fra le varie potenze italiane, tanto da meritarsi l'appellativo di "ago della bilancia italiana".

 
Il busto di Lorenzo, Villa di Careggi

Dopo aver domato le ribellioni di Prato e di Volterra, dopo dieci anni di governo, i fratelli Medici dovettero fronteggiare la recrudescenza degli attacchi delle famiglie rivali, prima fra tutte quella dei Pazzi, che organizzò la celebre "Congiura dei Pazzi" con lo scopo di uccidere i fratelli. Il 26 aprile 1478, mentre ascoltavano la messa in Santa Maria del Fiore, i due fratelli furono aggrediti. Giuliano fu colpito a morte dal sicario Bernardo Bandini, mentre Lorenzo, ferito in modo lieve, si salvò riparandosi in sagrestia aiutato da alcuni amici tra cui il Poliziano. I congiurati furono esposti a crudeli vendette e rappresaglie, ma Lorenzo non poté raggiungere i veri organizzatori: il Papa Sisto IV e suo nipote Girolamo Riario, allora signore di Imola e, di lì a poco, anche di Forlì. Girolamo, fallito questo primo tentativo, organizzò altri due complotti per toglierlo dalla scena politica: uno diretto, per assassinarlo; ed uno indiretto, volto a presentarlo come mandante di un tentativo di avvelenamento nei confronti dello stesso Riario. Entrambi fallirono. Va notato che, negli anni successivi, i rapporti tra i due appaiono, dalla corrispondenza, sempre formalmente buoni: Lorenzo chiede a Girolamo vari interventi in favore della sua famiglia presso il Papa Sisto IV, e il Riario risponde accontentandolo con benevolenza.

Fallita dunque la congiura dei Pazzi, il Papa, sdegnato dal trattamento riservato ai congiurati, scomunicò Lorenzo, si alleò con Ferdinando I di Napoli e con la Repubblica di Siena contro la stessa Firenze, alleata di Milano e di Venezia. L'alleanza fiorentina fu sconfitta dal Re di Napoli nella cosiddetta Guerra de' Pazzi (che seguì l'omonima congiura). Nel 1479, immediatamente dopo la fine dell'Assedio di Colle Val d'Elsa (che di fatto concluse le operazioni belliche), Lorenzo si recò coraggiosamente a Napoli di propria persona per trattare con Ferdinando I, riuscendo nell'impresa di convincerlo delle sue ragioni e ottenendo il ritiro delle sue truppe dalla Toscana, staccandolo dalla lega con il Papa.

Al ritorno in città, Lorenzo fu salutato dai fiorentini come salvatore della patria. Nel 1480 Sisto IV, rimasto isolato, offrì la pace a Firenze, mentre Girolamo Riario, sfumata l'ipotesi di impadronirsi del potere a Firenze, ottenne la signoria di Forlì.

Forte di questi successi Lorenzo, approfittando del momento favorevole, strinse il potere nelle sue mani istituendo il Consiglio dei settanta, organo di governo formato da fedelissimi della famiglia che diminuì l'autorità dei Priori e del Gonfaloniere di giustizia. Con il nuovo pontefice, Innocenzo VIII, i Medici si legarono ancora di più al papato, visto che Il Magnifico era convinto che l'alleanza tra Firenze, Napoli e lo Stato della Chiesa avrebbe tenuto gli stranieri lontani dal suolo italiano.

Lorenzo il Magnifico, indicato come il moderatore della politica italiana, seppe creare quell'equilibrio che fu apportatore di una pace fra gli Stati Italiani durata fino alla sua morte, avvenuta il 9 aprile 1492. Appresa la sua morte, Caterina Sforza, Signora di Forlì ed Imola, vedova del Riario, commentò: "Natura non produrrà mai più un simile uomo".

Nel 1494, al ricomparire delle discordie tra stati, Carlo VIII invase la penisola.

Opere

 
L'emblema di Lorenzo il Magnifico con gli anelli di diamante intrecciati e il motto Semper (Biblioteca Medicea Laurenziana)

Lorenzo non fu solo un uomo politico scaltro, ma anche un poeta e cultore d'arte. Era innamorato della cultura e della poesia e si compiaceva di sperimentarne ogni forma, per il sottile piacere intellettuale che probabilmente ne traeva. La sua estrema varietà di generi, modelli letterari, toni e stili rende molto difficile il compito di individuare una fisionomia unitaria nella personalità di Lorenzo. C'è anzi chi l'ha definito un "dilettante", sostanzialmente inferiore alle diverse materie via via assunte.

  • Raccolta Aragonese - la sua attenzione per la cultura sfociò in questa raccolta di testi poetici dal Duecento ai suoi tempi, con l'intento di provare l'apporto dei lirici toscani sulla produzione in volgare.

Opere comiche ed edonistiche

Alla tendenza idealizzante di questi ultimi scritti si contrappone il realismo di una tradizione più "borghese", comica e burlesca. In ciò venne molto influenzato dal Pulci che in un primo periodo fu l'intellettuale più apprezzato nella cerchia medicea.

Opere religiose

Alle opere precedenti fanno singolare contrasto altri componimenti di carattere religioso: i Capitoli, parafrasi di testi biblici, le Laude, che si collegano alla tradizione romana sin dal Duecento, e la Sacra rappresentazione dei Santi Giovanni e Paolo.

Mecenatismo

Lorenzo fu tra i protagonisti più attivi della magnificenza rinascimentale italiana. Letterati ed artisti trovarono in lui un mecenate intelligente e ricettivo, tanto da fargli meritare appunto l'attributo di Magnifico. Tra gli umanisti che frequentarono la sua corte ricordiamo: Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Angelo Poliziano e Luigi Pulci. Egli stesso letterato, arricchì la biblioteca di famiglia, inviando gli studiosi che frequentavano la sua corte a far ricerche di manoscritti preziosi, in Italia e fuori. Sistemò la sua collezione di statue antiche presso il Giardino di San Marco, di sua proprietà e vi fondò un'esclusiva scuola per giovani artisti, riconosciuta come la prima Accademia d'arte d'Europa, dove studiò fra gli altri un giovanissimo Michelangelo.

I maggiori pittori del tempo, Antonio Pollaiolo, Filippino Lippi e Sandro Botticelli, lavorarono per lui, come anche lo scultore Andrea del Verrocchio e l'architetto Giuliano da Sangallo.

Gli ultimi anni della sua vita furono, però, amareggiati dal Savonarola, che lo accusava di aver corrotto, con il paganesimo umanistico, la Firenze cristiana e repubblicana, lo stesso frate fu voluto da lui a Firenze e dai neoplatonici di cui si era circondato e di cui era molto amico.

 
Ritratto di Lorenzo il magnifico
 
Statua di Lorenzo de' Medici, sita agli Uffizi

Discendenza

Lorenzo e Clarice ebbero in tutto dieci figli, alcuni dei quali di primaria importanza per la storia dell'Italia rinascimentale e di Firenze.

Nome Nascita Morte Note
Lucrezia 4 agosto 1470 novembre 1553 Sposò Jacopo Salviati
Due gemelli senza nome marzo 1471 marzo 1471 Morti poco tempo dopo il parto
Piero 15 febbraio 1472 28 dicembre 1503 Signore di Firenze sposò Alfonsina Orsini
Maddalena 25 luglio 1473 dicembre 1528 Sposò Franceschetto Cybo
Contessina Beatrice de' Medici 23 settembre 1474 settembre 1474 Morta poco tempo dopo il parto
Giovanni 11 dicembre 1475 1º dicembre 1521 Cardinale, poi Papa Leone X
Luisa 25 gennaio 1477 luglio 1488 Promessa sposa a Giovanni il Popolano, morì nell'adolescenza
Contessina 16 gennaio 1478 29 giugno 1515 Sposò Piero Ridolfi
Giuliano 12 marzo 1479 17 marzo 1516 Duca di Nemours, sposò Filiberta di Savoia

Curiosità

Alle fastose nozze di Lorenzo de' Medici con Clarice Orsini, nel 1469, vennero consumati all'incirca diciassette quintali fra dolciumi e confetti. [senza fonte]

Lorenzo de Medici compare anche in Assassin's Creed II come uno dei personaggi più importanti. Ezio Auditore infatti è il suo sicario personale, è a lui che Lorenzo affida gli omicidi dei nemici di Firenze.

Note

  1. ^ Pier Desiderio Pasolini, Caterina Sforza, Vol. III, E. Loescher, Roma 1893, p. 187.
  2. ^ Ernesto Masi, Saggi di Storia e di Critica, Zanichelli, Bologna 1906, p. 55.

Bibliografia

  • Ivan Cloulas, Lorenzo il Magnifico, Salerno, Roma 1986
  • Cecilia M. Ady, Lorenzo de' Medici e l'Italia del Rinascimento, Mondadori, Milano 1994 ISBN 88-04-45176-9
  • Antonio Altomonte, Il Magnifico. Vita di Lorenzo de' Medici, Bompiani, Milano 2000 ISBN 88-452-9060-3
  • Jack Lang, Il Magnifico. Vita di Lorenzo de' Medici, Mondadori, Milano 2003 ISBN 88-04-49519-7
  • Walter Ingeborg, Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Donzelli, Roma 2005 ISBN 88-7989-921-X

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