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Enrico Fermi: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Quando un atomo che si trovi nel suo stato normale viene illuminato con una luce di frequenza opportuna esso può eccitarsi, vale a dire passare ad uno stato quantico di maggiore energia, assorbendo un quanto di luce. Se il quanto di luce ha energia maggiore dell'energia necessaria per ionizzare l'atomo, esso può ionizzarsi perdendo, secondo la frequenza della luce, un elettrone appartenente agli strati superficiali o a quelli profondi dell'atomo. [...] Fenomeni di natura assai simili a questi si presentano anche nell'eccitazione per urto. Se si bombardano infatti gli atomi di un gas con elettroni di velocità sufficiente essi possono eccitarsi o ionizzarsi e, se la velocità degli elettroni eccitanti è molto grande, possono anche perdere degli elettroni appartenenti a strati profondi dell'atomo. Lo scopo del presente lavoro è di precisare ulteriormente le analogie esistenti fra queste due classi di fenomeni, e precisamente dedurre quantitativamente i fenomeni dell'eccitazione per urto da quelli dell'assorbimento ottico.}}
 
Il lavoro, benché fosse stato sperimentalmente provato, trovò forti critiche da parte di Bohr. Fermi fu negativamente colpito da questo episodio e, secondo [[Emilio Segrè]], questo potrebbe essere il motivo per cui Enrico Fermi ha mostrato successivamente un atteggiamento negativo verso le teorie elaborate dai fisici di Gottinga e [[Copenaghen]]. Lo stesso Emilio Segrè fa notare che, una volta stabilite in maniera precisa le leggi della meccanica quantistica, il lavoro sopra citato trovò piena giustificazione mediante la [[Teoria perturbativa#Teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo|teoria delle perturbazioni dipendenti deldal tempo]] sviluppata da [[Paul Dirac|Dirac]].
 
A Leida, oltre ad approfittare della guida scientifica di Ehrenfest, Fermi ebbe anche modo di conoscere autorità mondiali della fisica, come Einstein e Lorentz, e strinse amicizia con [[Samuel Goudsmit]] e [[Nikolaas Tinbergen|Niko Tinbergen]].