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Giovanni Scoto Eriugena: differenze tra le versioni

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|Nome = Giovanni
|Cognome = Scoto Eriùgena
|PostCognomeVirgola = o semplicemente '''Scoto Eriugena''' o '''Giovanni Eriugena'''<ref>''Scoto'' ed ''Eriugena'' sono modi diversi per esprimere la sua origine irlandese.</ref>
|PreData = in [[Lingua latina|lat.]]: '''Iohannes Scotus Eriugena'''<ref>Il nome compare in molteplici forme nei manoscritti delle opere. Il più diffuso è ''Iohannes Scotus Eriugena'' o ''Joannes Scotus Eriugena'', ma altrettanto diffuso, sebbene meno corretto, è ''Erigena''. Ugualmente diffusa è la variante ''Scottus''. Il Floss, come curatore degli ''opera omnia'' dell'irlandese, editi nel vol. 122 della ''[[Patrologia latina]]'', scelse di usare nel titolo la forma ''Joannes Scotus'' omettendo ''Eriugena'', avendo effettivamente sia ''Scotus'' sia ''Eriugena'' il medesimo significato, ossia "originario dell'Irlanda", "scoto, irlandese" (nel medioevo l'[[Irlanda]] era detta anche ''Scotia Major''). Diffusa nel basso medioevo fu la forma particolare di ''Scottigena'' o ''Scotigena'', che si trova ad esempio nell'''Apologia doctæ ignorantiæ'' del [[Nicola Cusano|cardinale Cusano]].</ref>
|Sesso = M
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|Immagine = Johannes-Scotus-Erigena.jpg
}}
 
Successe ad [[Alcuino di York]] (735-804) a capo della [[Schola palatina (Aquisgrana)|Schola palatina]] di [[Aquisgrana]].<ref>Gilbert Highet, ''The Classical Tradition'', New York, Oxford University Press, 1949, pp. 38-39.</ref>
 
Produsse un certo numero di opere, ma oggi è meglio conosciuto per aver scritto ''[[La divisione della natura]]'', che è stata definita la "conquista finale" della filosofia antica, un'opera che "sintetizza le conquiste filosofiche di quindici secoli".<ref>Burch, George. Early Medieval Philosophy, Kings Crown Press. 1951</ref> Fu anche uno dei pochi filosofi dell'Europa occidentale del suo tempo che conosceva il [[lingua greca antica|greco]], avendo studiato ad [[Atene]], all'epoca parte dell'[[impero bizantino]]. Una tradizione, considerata falsa dalla maggior parte degli storici, dice che fu pugnalato a morte dai suoi studenti a [[Malmesbury (Wiltshire)|Malmesbury]] con le loro penne.
 
== Biografia ==
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Sia per le incomprensioni nate da errate interpretazioni della sua dottrina, sia per l'estremizzazione operatane da alcuni filosofi della [[scuola di Chartres]], nel [[1210]] arrivò contro alcune tesi dell'opera di Eriugena una condanna conciliare postuma, con il rogo di un numero non precisato di copie del ''De divisione naturæ''; ancora nel [[1225]] [[papa Onorio III]] manderà una lettera ai vescovi francesi per chiedere la raccolta di ogni copia del libro da spedire a Roma per esservi bruciata.<ref>Lettera ai vescovi, arcivescovi ed altri prelati del 23 gennaio 1225, in H. Denifle, E. Chatelian (a cura di), [https://archive.org/details/chartulariumuniv01univuoft/page/106 ''Chartularium Universitatis parisiensis''], Parigi, 1889, Vol. I, pp. 106-107.</ref>
 
Il Concilio di Valenza (''Valence, Francia'') dell'855 condannò per [[eresia]] il ''De predestinatione'' di Eriugena,<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=rL6ODAAAQBAJ&pg=PT318|autore=Georg Wilhelm Friedrich Hegel|autore2= Roberto Bordoli|titolo=Lezioni sulla storia della filosofia: tenute a Berlino nel semestre invernale del 1825-1826 tratte dagli appunti di diversi uditori|paginap=318|isbn=9788858109373|editore=Giuseppe Laterza e Figli|oclc=922608670}}</ref>, composto nell'850 per confutare [[Gotescalco]], e la sua concezione dell'[[Inferno]],<ref>{{cita libro|autore=Enrica Brambilla|url=https://books.google.it/books?id=fkvELc6ORUMC&pg=PA119|titolo=Filosofia|serie=Alpha Test|anno=2001|paginap=119|oclc=1090187372}}</ref> che negava il patimento e la sofferenza corporea inflitte nell'evangelico pianto, stridore di denti e "fuoco eterno di fiamme corporee",<ref name="oclc_1088865057">{{cita libro|autore=[[Étienne Gilson]]|titolo=La filosofia nel Medioevo|paginepp=126|editore =BUR Rizzoli|data=marzo 2019|oclc=1088865057|serie=BUR Rizzoli.Saggi|edizione=6ª edizione|numero=5|città=Milano}}</ref>, riducendo il luogo della dannazione eterna a una condizione di mera sofferenza spirituale, dovuta alla contrizione tardiva dei peccati e alla lontananza da Dio.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Silvia Magnavacca|url=https://core.ac.uk/download/pdf/296272934.pdf|doi=10.13130/2035-7362/42|titolo=Il Dio dell’Eriugena|numero=2|anno=2003|sito=Università di Milano|rivista=Medioevo storico e medioevo fantastico in Jorge Luis Borges|issn=2035-7362|paginap=90|accesso=19 dicembre 2020}}</ref>
 
In tempi recenti, tuttavia, Eriugena è stato largamente riabilitato da eminenti filosofi cattolici, fra cui il [[Neoscolastica|neoscolastico]] [[Étienne Gilson]] e il [[teologo]] [[Hans Urs von Balthasar]], che ne hanno riconosciuto la sostanziale ortodossia. Recentemente anche [[Papa Benedetto XVI]] ha espresso su Eriugena un giudizio nel complesso positivo.<ref>[http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090610.html Udienza Generale, 10 giugno 2009.]</ref>.
 
== Il divino e la ragione ==
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== Le quattro nature ==
La più importante opera eriugeniana è il ''De Divisione naturae'' o, secondo il titolo più esatto, ''Periphyseon'', in cui formula la sua teoria del divino partendo dunque dal neoplatonismo, ma integrandovi il concetto cristiano della natura personale di [[Dio]], creatore del mondo. Per il filosofo, Dio è l'unica vera realtà, ed è dunque l'unico "protagonista" della sua filosofia: infatti, tutte le cose dipendono e sono generate da Lui e tutte le cose ritornano sempre a Lui, per Eriugena. Egli chiama l'insieme di tutte le cose ''"[[natura]]"'', e, poiché la natura si identifica con Dio, egli in essa distingue le ''quattro divisioni dell'essere divino''. Esse sono:
# La natura '''increatanon''' '''creata e creante''', che è Dio Padre: l'Essere divino, in questa prima divisione, è considerato come principio primo, eterno, ed immutabile alla cui conoscenza l'uomo può solo avvicinarsi, senza mai però giungere ad un'adeguata rappresentazione e comprensione. Infatti, Egli è oltre la natura, oltre la bontà, oltre l'essenza, e dunque ciò che si dice di Lui nelle Scritture è detto non per Lui in Sé stesso, ma per noi, anche per quanto riguarda, ad esempio, la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]]. Essendo dunque al di là, oltre tutto ciò che a noi è accessibile, la realtà di Dio è il ''non-essere'', inteso come ciò che trascende il limite dell'essere. Questo concetto sarà poi ripreso in seguito per la formazione della [[teologia negativa]] di [[Nicola Cusano]] e di altri teologi e filosofi.
# La natura '''creata e creante''', che è il ''Lógos'' ossia il Figlio procedente da Dio Padre: anche in questa seconda divisione Dio è l'Autore delle cause primordiali o degli esemplari originali di tutte le cose. Tali "specie" o "forme" sono aspetti del pensiero divino. Esse sono coeterne a Dio, e, in quanto creatrici di ogni cosa, sono anche Sua manifestazione. In questa divisione Eriugena riprende chiaramente il concetto platonico delle [[Idea|Idee]], dandone una spiegazione in chiave cristiana.
# La natura '''creata e non creante''', che è tutta la realtà materiale (o [[fisica]]) posta nello [[Spazio (fisica)|spazio]] e nel [[tempo]], ossia il mondo: questa divisione sarebbe l'esteriorizzazione delle idee divine (con un altro rimando alla teoria delle Idee platoniche), in quanto l'universo intero, inteso come ordine fisico, deriverebbe dalle ragioni ideali, e sarebbe effetto di quelle cause primordiali che sono nel Verbo divino. L'universo è dunque creato ed eterno, in quanto sussistente nel Verbo eterno, e sarebbe composto d'[[anima]] e [[Corpo (esoterismo)|corpo]], come un immenso organismo vivente. Tale tesi è ripresa dal Neoplatonismo, il quale afferma che vi è un'unica sostanza, cioè quella divina, e il mondo non è che manifestazione di questa sostanza (''[[teofania]]'', ovvero, ''manifestazione di Dio''). Per Scoto Eriugena, quindi, ''"Deus fit in omnibus omnia"'', cioè ''Dio diventa tutto in tutte le cose'', come era per lo [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita]].
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== Opere ==
* ''De divina prædestinatione'' (''La predestinazione divina'').
* ''De divisione naturæ'' (''[[La divisione della natura]]''. Titolo originale: ''Periphyseon''). L'opera maggiore e più conosciuta.
* ''Expositiones super Ierarchiam celestem S. Dionysii'' (''Esposizioni sulla "Gerarchia celeste" di Dionigi Areopagita'').
* ''Expositiones super Ierarchiam ecclesiasticam S. Dionysii'' (''Esposizioni sulla "Gerarchia ecclesiastica" di Dionigi Areopagita'').
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* {{Cita libro|titolo=Divisione della natura|altri=a cura di Nicola Gorlani. Testo latino a fronte|edizione=Collana [[Il pensiero occidentale]]|editore=Bompiani|città=Milano|anno=2013|isbn=978-88-452-7336-0}}
* {{Cita libro|titolo=Carmi|altri=Prefazione di Giulio d'Onofrio. Introduzione, traduzione con testo a fronte e note di Filippo Colnago|edizione=Biblioteca di cultura medievale|editore=Jaca Book|città=Milano|anno=2014|isbn=978-88-164-1267-5}}
* {{Cita libro|titolo='Omelia' e 'Commento' sul vangelo di Giovanni|altri=traduzione di G. Mandolino|edizione=Corpus Christianorum in Translation n. 31|editore=Brepols|città=Turnhout|anno=2018|isbn=978-2-503-57969-6}}
 
=== Studi ===
* [[Werner Beierwaltes]], ''Eriugena, I Fondamenti del suo pensiero'', Vita e Pensiero, Milano, 1997.
* Mario Dal Pra, ''Scoto Eriugena ed il neoplatonismo medievale'', Fratelli Bocca, Milano, 1941.
* Tullio Gregory, ''Sulla metafisica di Giovanni Scoto Eriugena'', Sansoni, Firenze, 1960.
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Biografiebiografie|Cristianesimocristianesimo|filosofia}}
 
[[Categoria:Neoplatonici]]