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Giovanni Marinoni (pittore): differenze tra le versioni

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Del 29 dicembre 1481 è un contratto con la [[Chiesa di Santa Maria Assunta (Vertova)|chiesa di Santa Maria]] di [[Vertova]] e della cappella della ''Trinità'' in località ''Duda''. Questa cappella fu demolita nel 1968 e gli affreschi [[Strappo (affresco)|strappati]] e collocati preso il museo parrocchiale.<ref>Da una descrizione si desume che gli affreschi raffiguravano la Trinità, i santi dottori della chiesa Ambrogio, Girolamo, Gregorio Magno e Agostino. Un'Annunciazione sulla facciata della cappella, un vescovo non identificato e un soldato martire</ref>.
 
Il 19 settembre 1484 ottenne la commissione per la realizzazione di alcuni affreschi per la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Casnigo)|chiesa di San Giovanni]] di [[Casnigo]]. La commissione è molto dettagliata<ref>{{cita|Paratico|Sulla volta dovevano essere rapprentanti:''Dio Padre in maestà al centro'', i quattro Evangelisti, i Dottori deladella Chiesa i profeti Isaia, Geremia, Ezechiele, e Daniele. Sulle cappelle ''in capitulis decenter positis'' le ''Storie della vita di San Giovanni Battista'' , nel sottarco ''sub corone dicte tribune'', i dodici apostoli e le insegne del canonico Carlo Boselli}}.</ref> e precisa e richiedeva il termine dei lavori con la relativa valutazione entro un anno. Si sussegguono atti e pagamenti, oltre a quello precedente del 1483 che citava una probabile [[pala d'altare]]. Contrariamente un documento di sollecito del 12 marzo 1492, quindi ben anni dopo, al Marinoni, per la finitura di una ancona destinata all'altare maggiore della medesima chiesa per ''hinc ad festum Nativitatis Domini Nostri Iesu Christi proxime venturum''. Questo lavoro potrebbe essere identificato nel polittico di san Giovanni presente nel [[Museo Bagatti Valsecchi]] di Milano che fu firmato dal pittore con i figli Bernardo e Antonio e datato 1º giugno 1493<ref>{{cita web|url=https://www.theartpostblog.com/casa-museo-bagatti-valsecchi/|titolo=Un affare di Famiglia|editore=The art post|accesso=17 ottobre 2018}}</ref>. La chiesa fu riedificata nel 1618 andarono così persi tutti questi lavori.
 
Del 31 dicembre 1494 fu firmata dal figlio Antonio che si dichiarava ventenne a nome del padre Giovanni, la commissione per la ricoloratura di una ancona raffiguranti san Francesco e santa Cecilia, per la chiesa di Santa Maria delle Grazie di [[Gandino]],<ref>{{cita|Paratico|''ad oubgendum et olchris ac bonis auto et coloribus ormandum quandam inaginem seu figuram sculptam seu impressam'' p 25}}.</ref>. La commissione indicherebbe la realizzazione del disegno preparatorio proprio nella bottega marinoniana, almeno per la parte che doveva essere colorata, disegno che sembra sia stato conservato da Pietro da Bielle, frate del convento. L'ancona fu completata con due ante laterali apribili raffiguranti a destra ''San Francesco che riceve le stimmate'' a sinistra ''Santa Chiara''.<ref>Si usava riparare le opere lignee dall'usura attraverso ''capsa, tela colorata che nascondeva l'opera, o ante o addirittura armadi che racchiudevano i lavori</ref>.