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Genocidio dei nativi americani: differenze tra le versioni

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Si stima che tra l'80% ed il 95% della popolazione indigena delle Americhe perì in un periodo di tempo che va dal 1492 al 1550 per effetto delle predette malattie. Circa un decimo dell'intera popolazione mondiale di allora (500 milioni circa) fu decimato.
La prima malattia che si diffuse nel Nuovo Mondo fu causata da un germe dell'influenza dei suini ed ebbe inizio nel [[1493]] a [[Santo Domingo]] e decimò la popolazione (da 1.10010.000 a 101.100.000){{citazione necessaria|}}; nel [[1518]] comparve il vaiolo ad [[Hispaniola]] che si propagò dapprima in [[Messico]], poi in [[Guatemala]] e nel [[Perù]]; la malattia destabilizzò l'impero [[inca]] favorendo la campagna di conquista di [[Francisco Pizarro]] ed il massacro della popolazione. Dopo il devastante passaggio del vaiolo e dei conquistadores, fu la volta del morbillo.<ref name=olo/> In virtù di questo alcuni storici quali Noble David Cook, Guenter Lewy e Stafford Poole contestano il termine stesso di genocidio per parlare di conseguenze dell'arrivo e della conquista da parte degli europei.
 
I metodi di sterminio e segregazione attuati contro i nativi nordamericani, secondo lo studioso [[John Toland]], vennero presi a modello (assieme al [[genocidio armeno]] e altri stermini o forme di razzismo come l'[[apartheid]] o il [[razzismo negli Stati Uniti d'America|razzismo contro i neri e le minoranze negli Stati Uniti]]) da [[Adolf Hitler]] nell'attuazione dell'[[Olocausto]] contro [[ebrei]], [[porajmos|rom]] e altre minoranze etniche e politiche e, in generale, della [[politica razziale nella Germania nazista]].<ref>«Hitler's concept of concentration camps as well as the practicality of genocide owed much, so he claimed, to his studies of English and United States history. He admired the camps for Boer prisoners in South Africa and for the Indians in the wild west; and often praised to his inner circle the efficiency of America's extermination—by starvation and uneven combat—of the red savages who could not be tamed by captivity.