Aurea Repubblica Ambrosiana: differenze tra le versioni
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|nomeCorrente = Repubblica Ambrosiana
|nomeCompleto = Aurea Repubblica Ambrosiana
|nomeUfficiale = ''Comunitas Mediolani''
|linkStemma =
|paginaStemma = Stemma e gonfalone di Milano
|linkBandiera = Flag of the Golden Ambrosian Republic.svg
|paginaBandiera = Bandiera di Milano
|linkLocalizzazione = Golden Ambrosian Republic.jpg
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|motto =
|lingua ufficiale = [[Lingua latina|latino]]
|lingua = [[Dialetto lombardo occidentale|lombardo |capitale principale = [[Milano]]
|capitaleAbitanti = 100.000
|capitaleAbitantiAnno =
|altre capitali =
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|dipendenze =
|forma di stato = [[Repubblica]] [[oligarchia|oligarchica]]
|governo =
|titolo capi di stato =
|elenco capi di stato =
|titolo capi di governo =
|elenco capi di governo = Capitani della Libertà
|organi deliberativi = Consiglio dei Novecento
|inizio = 14 agosto [[1447]]
|primo capo di stato =
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|periodo popolazione =
|voce suddivisione amministrativa =
|moneta = [[denaro]]
|risorse =
|produzioni =
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|classi sociali = Nobili, aristocratici, borghesia e popolo
}}
[[File:Vessillo della Repubblica Ambrosiana (1447-1450).
'''Aurea Repubblica Ambrosiana''', anche spesso solo '''Repubblica Ambrosiana''', è il nome con cui è chiamato il governo [[repubblica]]no creato a [[Milano]] nel [[1447]] da un gruppo di nobili e di giuristi dell'[[università di Pavia]] in seguito al vuoto di potere creatosi con la morte di [[Filippo Maria Visconti]] e che terminò, tre anni dopo, nel [[1450]].
▲[[File:Vessillo della Repubblica Ambrosiana (1447-1450).jpg|upright|thumb|Vessillo della Repubblica ambrosiana]]
Per difendersi dai tentativi di conquista degli Stati confinanti, soprattutto di Venezia, la Repubblica ricorse ai servigi del condottiero [[Francesco Sforza]], signore di [[Cremona]]. Questi adottò una politica ambigua, prima sostenendo i Milanesi contro i Veneziani, poi aprendo le ostilità contro la stessa Milano, avanzando inoltre la pretesa al titolo ducale. La Repubblica si arrese allo Sforza, dopo un duro assedio, nel 1450.
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== Storia della Repubblica ==
=== Nascita della Repubblica ===
L'agonia e successiva morte senza disposizioni testamentarie di Filippo Maria Visconti aveva lasciato aperta la questione della [[successione (diritto)|successione]] del [[Ducato di Milano]].<
Fra gli italiani, oltre allo [[Francesco Sforza|Sforza]], marito della figlia naturale di Filippo Maria, [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], rivendicava il titolo [[Ludovico di Savoia]], fratello della [[Maria di Savoia (1411-1469)|duchessa]], invece valenti giuristi, fra i quali il [[Papa Pio II|Piccolomini]], sostenevano che il titolo andasse rimesso all'Imperatore.
Della confusione successoria approfittò un gruppo di cittadini milanesi, che, guidati da [[Innocenzo Cotta]], [[Antonio Trivulzio (morto nel 1454)|Antonio Trivulzio]] (?-1454), [[Teodoro Bossi]], [[Giorgio Lampugnano]], [[Vitaliano I Borromeo|Vitaliano Borromeo]], [[Mariano Vitali]] e [[Giovanni da Ossona]], il 14 agosto convocarono il popolo all'[[Arengo]] e proclamarono la ''Repubblica Ambrosiana''.
Il governo della repubblica era retto da un consiglio composto da 24 "Capitani e difensori della libertà" (in seguito ridotti a 12) e dal cosiddetto Consiglio generale dei Novecento, erano questi 150 rappresentanti eletti nelle assemblee parrocchiali per ognuna delle [[Mura di Milano#Mura medioevali|sei porte]] della città.
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Inizialmente il governo dei capitani, per evitare prese di potere o il prevalere di fazioni, venne sostituito ogni due mesi creando di fatto grande instabilità e lasciando il potere decisionale al convulso Consiglio dei Novecento.
La repubblica fu chiamata "ambrosiana" in onore di [[sant'Ambrogio]], vescovo di Milano dal [[374]] al [[397]],
La nascita della repubblica, che aveva tendenze [[Guelfi e ghibellini|ghibelline]] e ostile a [[Venezia]] non ricevette l'adesione di altre città del ducato: [[Pavia]] e [[Parma]] rivendicarono la loro indipendenza, [[Lodi]] e [[Piacenza]] si unirono a Venezia.
=== La chiamata alle armi e Francesco Sforza ===
[[File:Flag of the Golden Ambrosian Republic.svg|200px|thumb|Versione della bandiera caricata dal sigillo ambrosiano]]
Il 3 settembre [[1447]], volendo evitare la divisione del ducato, la Repubblica chiamò i suoi cittadini ''alle armi'' e chiese aiuto a [[Francesco Sforza]]. Nelle sue
A quel punto Sforza compì un voltafaccia e il 18 ottobre [[1448]] firmò a Rivoltella (attuale frazione di [[Desenzano del Garda]]) un patto con Venezia per il quale i veneziani concedevano allo Sforza il ''comando'' della guerra per la conquista dei territori tra il [[Ticino (fiume)|Ticino]] e il [[Sesia]], lasciando alla Repubblica Ambrosiana la regione compresa tra il Ticino e l'[[Adda]]. Questo avvenimento provocò inquietudini a Milano. Carlo Gonzaga abbandonò lo Sforza per andare in aiuto della Repubblica e fu nominato il 14 novembre ''capitano generale del popolo''. Nel frattempo Sforza conquistava [[Pizzighettone]] e quindi, tra novembre e dicembre, con l'appoggio del [[marchesato del Monferrato|marchese del Monferrato]] [[Giovanni IV del Monferrato|Giovanni IV]], prese [[Binasco]], [[Rosate]], [[Abbiategrasso]], [[Varese]], [[Legnano]] e [[Busto Garolfo]].
Il 27 dicembre [[1448]] la Repubblica Ambrosiana offrì una ricompensa di 10.000 ducati per la cattura di Francesco Sforza. Questi concluse la sua campagna all'ovest di Milano con la presa di [[Novara]]. Con le successive conquiste di [[Alessandria]], [[Tortona]] e [[Vigevano]], Milano si ritrovò completamente accerchiata.<br />
Nel gennaio [[1449]] una congiura ordita da alcuni condottieri contro Carlo Gonzaga fu repressa duramente e i mesi seguenti furono un periodo di terrore per i ghibellini.
Il 9 gennaio [[1449]], per
Il 14 febbraio [[Parma]] aprì le porte a Sforza e sciolse il proprio reggimento di difesa.
=== Intervento Francese ===
{{Vedi anche|Guerra di successione milanese}}
Come aiuto alla Repubblica, il [[Sovrani di Francia|re di Francia]] [[Carlo VII di Francia|Carlo VII]] inviò un'armata di 6.000 mercenari francesi, che arrivò a Milano nel marzo [[1449]]. [[Francesco Piccinino]] abbandonò Sforza e ritornò a Milano. Il 6 marzo Carlo Gonzaga attacca e respinge le truppe dello Sforza che assediavano [[Monza]]. Lo stesso giorno, a Milano, fu siglato un accordo militare tra la Repubblica e il duca di Savoia in cambio di Novara e un altro con il duca d'Orléans in cambio di Alessandria. Perfino il [[Regno di Napoli|re di Napoli]], [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso V]], promise aiuti a Milano. Nell'altro campo, il signore di Parma, [[Pier Maria II de' Rossi]], offrì allo Sforza 500 cavalli.<br />
Il 22 aprile le truppe francesi furono sconfitte a [[Borgomanero]] da [[Bartolomeo Colleoni]] al servizio di Francesco Sforza; questi si impossessò di [[Melegnano]] il 1º maggio, non riuscì a riprendere [[Monza]] ma conquistò [[Vigevano]] il 3 giugno dopo un lungo assedio e occupò il [[Seprio]] e la [[Brianza]] intorno a Monza. Le truppe dello Sforza misero le mani su tutti i raccolti dei dintorni di Milano, lasciando la città senza rifornimenti.
Nel luglio [[1449]] i ghibellini ebbero di nuovo la maggioranza nel consiglio. Furono condotte trattative in tutte le direzioni: furono sollecitati l'imperatore, il re di Francia, il papa, il re di Napoli. Il 31 agosto scoppiarono dei moti popolari a Milano, i guelfi assaltarono il palazzo dell'Assemblea e i nobili ghibellini cercarono la fuga; quelli catturati furono passati per le armi. I nuovi ''capitani e difensori'' plebei tentarono di entrare in trattativa con Venezia contro Sforza. Carlo Gonzaga non riconobbe il nuovo governo della Repubblica e si unì allo Sforza.
L'8 settembre vide la fine dei consigli repubblicani e [[Biagio Assereto]] divenne [[podestà (fascismo)|podestà]] di Milano.
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=== Pace con Venezia ===
Il 24 dicembre fu firmato un nuovo trattato di pace tra Venezia e la Repubblica Ambrosiana con lo scopo di isolare Francesco Sforza. Questi rispose firmando la pace con il duca di Savoia il 27 dicembre e iniziando negoziati con il re di Napoli. Le truppe veneziane tolsero l'assedio che mantenevano attorno a Milano.
Nel gennaio [[1450]] le truppe veneziane entrarono in [[Valsassina]] e si mantennero sull'Adda in attesa delle truppe milanesi. Sforza si trovava a [[Vimercate]] per impedire la riunificazione delle due armate.
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Il 21 febbraio [[Gaspare Vimercati]], che aveva ricevuto l'ordine di unirsi ai veneziani, si mise alla testa del popolo milanese affamato, liberò i prigionieri e affrontò la milizia milanese. I capitani convocarono il Consiglio dei Novecento ma una rivolta popolare mise in fuga i capitani.
Il palazzo dell'Assemblea fu assaltato
Il 3 marzo il nuovo governo di Milano inviò all'accampamento dello Sforza 24 delegati (4 per porta) per siglare l'atto che avrebbe consegnato la città allo Sforza; questi fu riconosciuto duca attraverso il suo matrimonio con Bianca Maria e la successione per via di figli o figlie, legittimi o illegittimi, fu accettata. L'11 marzo l'Assemblea generale approvò la trasmissione dei poteri a Francesco Sforza, continuando a riconoscere solo gli eredi maschi legittimi.
=== Francesco Sforza nuovo duca di Milano,
Il 25 marzo [[1450]], giorno della festa dell'[[Annunciazione]], Francesco Sforza entrò a Milano dalla porta Ticinese, rifiutando l'onore del ''[[carroccio]]'', carro trionfale con baldacchino e drappo d'oro bianco; acclamato dal popolo, raccolse la successione dei Visconti: fu il nuovo [[Governanti di Milano|duca di Milano]].
▲Il 9 gennaio [[1449]], per aiutare le esangui casse della Repubblica, si tenne in piazza Sant'Ambrogio una [[lotteria]], considerata la prima lotteria della storia. L'inventore del gioco fu [[Cristoforo Taverna]], un banchiere milanese.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Pier Candido Decembrio]],
* [[Giovanni Simonetta]],
* [[Bernardino Corio]], ''Storia di Milano'', III, Milano, 1857
* [[Niccolò Machiavelli]], ''[[Istorie fiorentine]]'', ed. Carli, Firenze, 1927, VI
* [[Pietro Verri]], ''Storia di Milano'', Milano, 1798, II
* Carlo de Rosmini, ''Storia di Milano'', Milano, 1820
* [[Theodor von Sickel]],
* Theodor von Sickel, ''Die Ambrosianische Republik und das Haus Savoyen'', Vienna, 1856
* Francesco Peluso, ''Storia della Repubblica milanese dall'anno 1447 al 1450'', Milano, 1871
* Attilio Butti, ''I fattori della Repubblica ambrosiana'', Vercelli, 1891
*Enrico Resti,
*
*''Acta libertatis Mediolani: i Registri n. 5 e n. 6 dell'Archivio dell'Ufficio degli Statuti di Milano (Repubblica ambrosiana 1447-1450)'', a cura di Alfio Rosario Natale, Milano, 1987
*Marina Spinelli, ''Ricerche per una nuova storia della Repubblica Ambrosiana,'' in
*''La Repubblica Ambrosiana, 1447-1450: S. Ambrogio patrono e protettore dello stato della libertà''
== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni ==
{{Storia di Milano}}
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